Bartolomeo Fronteddu: differenze tra le versioni

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|Etnia =
|Religione =
|Nazione_servita = {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]<br />{{RSI}}
|Forza_armata = [[File:Flag of Italy (1860).svg|21px]] [[Regio esercitoEsercito]]<br /> [[File:War flag of the Italian Social Republic.svg|21px]] [[Esercito Nazionale Repubblicano]]
|Arma = [[Arma di Fanteria|Fanteria]]
|Corpo = [[Guardia Nazionale Repubblicana]]
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|Battaglie = [[Battaglie dell'Isonzo]]
|Comandante_di = [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]]
|Decorazioni = [[#OnorificenzeRicompense al valor militare|vediMedaglia d'argento al valor quimilitare]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
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== Biografia ==
Nacque per caso ad Orani, [[provincia di Nuoro]], il 6 maggio 1890,<ref name=C0p102>{{Cita|Coltro 2020|p. 102}}.</ref> figlio di Ciriaco e di Sebastiana Selis, di origini dorgalesi. Durante la [[Grande Guerra]], con il grado di [[capitano]] prese parte alle prime offensive sull'[[Isonzo]] finché fu gravemente ferito nel corso del 1915, subendo l'[[amputazione]] del braccio destro.<ref name=C9p48>{{Cita|Cocut 2009|p. 48}}.</ref>.
 
Ripreso servizio, fu insignito per le sue azioni della [[medaglia d'argento al valor militare|medaglia d'argento]] e di due [[medaglia di bronzo al valor militare|medaglie di bronzo al valor militare]].<ref name="ac"/> Promosso [[maggiore]] nel [[64º Reggimento fanteria "Cagliari"]], fu preso prigioniero dagli austriaci nel 1916 che lo rilasciarono l'anno seguente nel corso di uno scambio di prigionieri.<ref name=C9p48/>.
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Ritornò presto al [[Fronte italiano (1915-1918)|fronte]], inquadrato nel III [[Battaglione]] del [[74º Reggimento fanteria "Lombardia"]]<ref>[http://www.frontedelpiave.info/public/modules/Fronte_del_Piave_article/Fronte_del_Piave_view_article.php?id_a=444&app_l2=397&app_l3=444&sito=Fronte-del-Piave&titolo=Brigata-Lombardia Brigata Lombardia - FrontedelPiave.info - Fronte del Piave - Fronte del piave ARTICLE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Prestò successivamente servizio durante le operazioni militari per la [[riconquista della Libia]], operando in [[Cirenaica]] al comando del XXII Battaglione Eritreo.
 
Nel corso della [[seconda guerra mondiale]] col grado di [[tenente colonnello]] della riserva (anzianitàanzianita' 1º marzo 1938), venne impiegato come comandante del [[48º Reggimento fanteria "Ferrara"]] nella [[campagna di Grecia]] dove si distinse nel settore di Lekeli-Libohvo, venendo decorato con una terza medaglia di bronzo al valor militare, e permanendo poi in [[Montenegro]] sino al 1943.
 
All'atto dell'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] si trovava presso l'[[La Maddalena (isola)|isola della Maddalena]] al comando del 591º Battaglione costiero.<ref name="as">{{Cita|Web Archive||as}}.</ref>
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Nonostante Federigo Menna, prefetto di Padova, abbia incolpato con una certa rapidità la [[Resistenza italiana|Resistenza]] per la morte del tenente colonnello Bartolomeo Fronteddu, ordinando l'esecuzione di 10 detenuti già presenti nelle carceri di Padova perché sospettati a vario titolo di simpatie per la causa partigiana, già dalle prime indagini emerse che in realtà l'assassinio era stato commissionato a 7 sicari provenienti dallo stesso ambiente fascista, dietro un compenso di 50.000 [[Lira italiana|lire]] dell'epoca corrisposto dal [[sergente]] Martin, di origine [[austria]]ca arruolato nella [[Wehrmacht]], per motivi di rivalità riconducibile alle frequentazioni di Fronteddu con una donna (tedesca) della quale si era invaghito.<ref name="ab"/>
 
Sebbene informato su chi fossero i veri mandanti, Menna ordinò comunque l'esecuzione dei 10 ostaggi, nonostante fosse evidente la loro estraneità materiale e politica.<ref name="ab"/> Nel settembre 1944, circa un mese dopo l'esecuzione dei 10 simpatizzatisimpatizzanti partigiani, anche 3 dei sicari fascisti vennero identificati e passati per le armi.<ref name="ab"/><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinopadova/2011/08/26/MD2PO_MQM50.html|titolo=Sulla lapide un errore che non rende giustizia - il mattino di Padova|sito=Archivio - il mattino di Padova|lingua=it|accesso=13 luglio 2021}}</ref>
 
Dopo circa un anno da questi avvenimenti, a guerra finita, nel 1946 la Corte di Assise Straordinaria di Padova iniziò un [[processo (diritto)|processo]] per individuare le responsabilità dell'ex prefetto Menna nel corso del quale Tullio Calafati, italiano ex ufficiale arruolato nelle [[SS]] tedesche e altri 3 agenti della polizia repubblichina testimoniarono che Menna era stato immediatamente informato che i veri responsabili dell'uccisione di Fronteddu erano da ricercarsi tra i ranghi dei fascisti stessi e non nell'ambiente della Resistenza.<ref name="ab"/>
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[[Categoria:Decorati di Medaglia commemorativa della guerra italo-turca]]
[[Categoria:Colonnelli italiani]]
[[Categoria:Militari dell'Esercito Nazionale Repubblicano]]