Vallo alpino in Alto Adige: differenze tra le versioni

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In realtà la prima violazione del confine italiano (al Brennero), avvenne in circostanze assurde. Una colonna di soldati tedeschi si era fermata al confine chiedendo di passare. Vista la perplessità dei soldati a guardia del confine, in quanto sprovvisti di ordini in merito, l'ufficiale tedesco decise di sollevare la sbarra e attraversare il confine, senza incontrare problemi.<ref name="BM99-40"/><ref>{{Cita|Bernasconi & Muran 2009|p. 165|Bernasconi 2009}}.</ref>
 
Dal 28 luglio [[1943]], la [[44. Infanterie-Division|44ª divisione di fanteria]] ''Hoch- und Deutschmeister'' cambiò posizione, dal [[Belgio]] a [[Innsbruck]] (in [[Austria]]). Da qui iniziò la corsa contro il tempo tra Germania e Italia per l'occupazione del valico alpino e la fortificazione del vallo alpino. [[Erwin Rommel|Rommel]] già il 30 luglio aveva ordinato alle avanguardie tedesche di occupare i valichi, con il pretesto di salvaguardare le linee di rifornimento tedesche.<ref name="BM99-40">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 40|Bernasconi 1999}}.</ref> Subito dopo i ''panzer'' della 44ª divisione, valicarono anche i soldati della 136ª brigata da montagna "Doehla".<ref name=Bernasconi_Heimo28/> Il futuro Gauleiter dell'Alto Adige, Franz Hofer, fece pressione nei confronti di Rommel perché l'ingresso tedesco fosse effettuato il prima possibile dato che secondo lui gli italiani avevano minato l'intera tratta della ferrovia del Brennero.<ref>C.[[Claus Gatterer]], ''In lotta contro Roma. Cittadini, minoranze e autonomie in Italia'', ed. Praxis 3, Bolzano, 1994, pag. 826</ref>
Inoltre il generale Feurstein comunicò al comandante generale Gloria a Bolzano, di piazzare un'unità tedesca aggiuntiva alle [[Poste italiane]] presso la [[ferrovia del Brennero]], per proteggere il tratto di ferrovia. In aggiunta, il 1º agosto [[1943]] la 44ª divisione di fanteria marciava attraverso il [[Brennero]] per raggiungere l'Alto Adige. FeuersteinFeurstein provò a ingannare Gloria con la comunicazione che questo provvedimento era concordato tra il Comando superiore della Wehrmacht e il Comando supremo italiano. Gli italiani intuirono questa finta e la invertirono a loro volta, impedendo in caso di necessità con la forza l'impiego di truppe tedesche.
 
{{citazione|Non vedo nessuna difficoltà per il passaggio del Brennero. Ci passano senza difficoltà anche i treni!|[[Alfred Jodl]], capo di stato maggiore generale [[Wehrmacht]], 26 luglio [[1943]]}}
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Nel periodo compreso tra il 3 e il 30 agosto [[1943]] passarono in totale otto divisioni tedesche - e in mezzo a queste, la [[1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler"|divisione corazzata SS ''"Leibstandarte Adolf Hitler"'']] - che non si limitarono a presidiare il confine, ma iniziarono ad occupare gradualmente buona parte del nord Italia. Il Comando supremo tedesco mise fine così ad un minaccioso rischio: un possibile sbarco alleato in nord Italia. L'Italia era però ancora uno stato sovrano, dove le truppe tedesche erano soltanto tollerate. Il 26 agosto il generale Feuerstein fu sostituito dal generale di fanteria Witthöft.<ref name =Dolomiti/>
 
L'8 settembre [[1943]] l'Italia capitolò definitivamente, e firmò l'armistizio con gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Alle truppe italiane fu ordinato di reagire agli attacchi da qualsiasi provenienza. Allo stesso tempo entrò in funzione sotto il nome [[Operazione Achse|Achse]] ("Asse") il preciso e coordinato piano tedesco preparato per usare le otto divisioni per disarmare le truppe italiane, con le truppe tedesche che già occupavano i punti nevralgici in tutta la penisola.<ref name="BM99-44" />
[[File:SbarramentoResiaOpera 18.33.JPG|thumb|La torretta dell'opera 18, [[sbarramento Passo Resia]], vista dall'interno]]
Nella notte tra l'8 e il 9, tutte le caserme, depositi e presidi in Alto Adige furono attaccati e presi dai tedeschi, con pochi, ma coraggiosi ed estenuanti tentativi di accanita difesa. Più precisamente alle ore 23 il generale Gloria inviò al generale Witthöft una comunicazione dove gli segnalava che gli italiani avrebbero risposto con le armi ad un eventuale atteggiamento ostile da parte delle truppe tedesche, ma già prima delle 23,30 Colle Isarco e Vipiteno erano state conquistate senza che alcun colpo fosse sparato. Alle 3 di notte la 44ª divisione di fanteria tedesca occupò la città di Bolzano, e poi altre truppe proseguirono in direzione sud, verso Trento e Rovereto.<ref name =Dolomiti/> In alcune valli minori, come ad esempio la valle Aurina, le truppe tedesche trovarono che il territorio era già in mano all'organizzazione locale degli optanti, la ''[[Völkischer Kampfring Südtirols|Arbeitsgemeinschaft der Optanten für Deutschland]]'' (ADO), che avevano già sostituito giorni prima i podestà fascisti.<ref>Eva{{cita Pfanzelterlibro|cognome=Obermair|nome=Hannes|wkautore=Hannes Obermair|lingua=de, ''1943it|titolo="Grossdeutschland ruft!" Südtiroler NS-1945.Optionspropaganda Streiflichterund ausvölkische demSozialisation – "La Grande Germania chiamaǃ" La propaganda nazionalsocialista sulle Opzioni in Alto Adige e la socializzazione Ahrntal'völkisch',|anno=2021|città=[[Castel SüdtirolerTirolo]]|editore= Landesarchiv,Museo Bolzano,storico-culturale 2003.della Provincia di Bolzano|isbn=978-88-95523-36-1|cid=obermair}}</ref>
Già il 9 settembre [[1943]] a [[Merano]] e a [[Bolzano]] 18.000 italiani furono catturati dalle truppe tedesche; da entrambe le parti ci furono alcune perdite (gli ultimi dati parlano di 30 soldati italiani caduti<ref name =Dolomiti/>). In totale la 44ª divisione catturò 18 generali, 1.783 ufficiali e 50.000 uomini tra [[Trento]] e il [[Brennero]]. La [[Wehrmacht]] prese quindi il potere in nord Italia.<ref name="BM99-44" />
 
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Con il {{normattiva|tipo=DLGS|giorno=21|mese=12|anno=1998|numero=495}}, tutte le 351 fortificazioni, le 56 casermette e le relative strade militari sono state trasferite alla proprietà della [[Provincia autonoma di Bolzano|Provincia di Bolzano]] nel [[1999]].<ref>[http://www.provincia.bz.it/amministrazione-patrimonio/temi/libro-bunker.asp Progetto Bunker] della [[Provincia autonoma di Bolzano|Provincia di Bolzano]]</ref>
 
===La situazione al giorno d'oggi===
Dato che la maggior parte delle opere non erano state progettate per scopi diversi da quelli militari, e la loro demolizione costerebbe troppo, esse rimarranno ancora per tanto tempo, nel loro stato, nascoste ai più.
 
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== Bibliografia ==
* {{de}} Florian Brouwers, ''Il Vallo Alpino – Der Alpenwall'', in «Fortifikation», 12, 1998, ISSN 0931-0878, pp. &nbsp;5–22.
* {{cita libro|cognome=Ascoli |nome=Massimo |titolo=La difesa dell'arco alpino (1862-1940) |annooriginale=2000 |data= |anno= |editore= editore Ufficio Storico dell'Esercito|città= |ppp=270 |isbn=EAN 9786001087639}}
* {{cita libro |cognome=Bagnaschino |nome=Davide |titolo=Il Vallo Alpino - Le armi |annooriginale=1994 |meseoriginale=giugno |url=http://www.davidebagnaschino.it/doc_uff/Le_Armi_del_Vallo_Alpino.pdf |formato=pdf |accesso=10 giugno 2010 |data= |anno=1996 |mese=terza ristampa aprile |editore=edizione completa (fuori commercio) a cura dell'autore |città=Mortola (IM) |cid=Bagnaschino 1994 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722031237/http://www.davidebagnaschino.it/doc_uff/Le_Armi_del_Vallo_Alpino.pdf }}
* {{cita libro|cognome=Di Martino |nome=Basilio |titolo=Spie italiane contro forti austriaci. Lo studio della linea fortificata austriaca sugli altopiani trentini |annooriginale=1998 |data= |anno= |editore= |città= |ppp=96 |isbn=88-8130-059-1}}
* {{cita libro|cognome=Bernasconi |nome=Alessandro |coautori=Massimo Ascoli, Maurizio Lucarelli |titolo= Fortezze e soldati ai confini d'Italia|annooriginale= 2004|data= |anno= |editore=editore Temi |città= |ppp=188 |isbn=88-85114-79-2}}
* {{cita libro|cognome= Bernasconi|nome=Alessandro |coautori=Massimo Ascoli |titolo=Cinque corpi, un solo confine |annooriginale=2008|meseoriginale=gennaio |data= |anno= |editore= Editrice Ritter|città= Milano|ppp=216 |isbn=88-89107-19-7}}
* {{cita libro|cognome= Bernasconi|nome=Alessandro |coautori= Collavo Daniela|titolo= Dei sacri confini guardia sicura|annooriginale=2002 |editore=editore Temi |città= |ppp=312 |isbn=88-85114-71-7}}
* {{cita libro|cognome=Bernasconi |nome=Alessandro |coautori=Giovanni Muran |titolo= Le fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige|annooriginale=1999 |meseoriginale= maggio |editore=editore Temi |città= Trento|ppp=328 |cid=Bernasconi 1999 |isbn=88-85114-18-0}}
* {{cita libro|cognome=Bernasconi |nome=Alessandro |coautori=Giovanni Muran |titolo= Il testimone di cemento - Le fortificazioni del "Vallo Alpino Littorio" in Cadore, Carnia e Tarvisiano |annooriginale=2009 |meseoriginale= maggio |editore=editore La Nuova Base Editrice |città= Udine|pp=498 + CD con allegati storici e tecnici|cid=Bernasconi 2009 |isbn=86-329-0394-2 }}
* {{cita libro|cognome=Bernasconi |nome=Alessandro |coautori=Prünster Heimo|titolo= L'occhio indiscreto - Das indiskrete Auge |editore=curcuegenovese |isbn= 978-88-6876-121-9 |anno= 2016 |ppp=168| cid=Bernasconi Heimo 2016, tedesco}}
* {{cita libro |cognome=Boglione |nome=Marco |titolo=Le Strade dei Cannoni |annooriginale=2003 |meseoriginale=maggio |data= |anno= 2005|editore=editore Blu |città=Torino |ppp=288 |cid=Boglione 2005 |isbn=88-87417-68-7 }}
* {{cita libro|Galeazzo|Ciano|wkautore=Galeazzo Ciano|Diario 1937-1943|altri=a cura di [[Renzo De Felice]]|ed=11|2010|[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]] Storia|Milano|isbn=978-88-17-11534-6|cid=Ciano}}
* {{cita libro |cognome=Corino |nome=Pier Giorgio |coautori=Piero Gastaldo |titolo=La montagna fortificata |annooriginale=1993 |meseoriginale=aprile |data= |anno= |editore=editore Melli |città=Borgone di Susa (TO) |ppp=364 |cid=Corino-Gastaldo |isbn={{NoISBN}}no }}
*{{cita libro |cognome=Corino |nome=Pier Giorgio |titolo=L'opera in caverna del Vallo Alpino |annooriginale=1995 |data= |anno= |editore=editore Melli |città=Borgone di Susa (TO) |ppp=96 |cid=Corino 1995|isbn={{NoISBN}}no }}
* {{cita libro|cognome= Hentzschel|nome= Rolf|titolo= Der Alpenwall in Südtirol|url= http://www.kleiner-steinfisch.de/der_alpenwall_in_suedtirol.htm|editore= |città= |lingua=de|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110719052632/http://www.kleiner-steinfisch.de/der_alpenwall_in_suedtirol.htm}}
* {{de}} Rolf Hentzschel, ''Der Alpenwall in Südtirol'', Helios, Aachen 2014, ISBN 978-3-86933-109-6.
* {{cita libro|cognome= Hentzschel|nome= Rolf |titolo= Festungskrieg im Hochgebirge: der Kampf um die österreichischen und italienischen Hochgebirgsforts in Südtirol im Ersten Weltkrieg|annooriginale=2009|editore=Athesia|città=Bolzano |lingua=de|ppp=295|isbn=978-88-8266-516-6}}
* {{cita web |autore=Luciano e Lorenzo Marcon |url=http://valloalpino.altervista.org/bunker/ |titolo=Le fortificazioni in caverna del Vallo Alpino |accesso=29 giugno 2010 |data=11 aprile 1999 |cid=LfcVA }}
* {{cita libro|cognome=Minola |nome=Mauro |coautori=Beppe Ronco |titolo= Fortificazioni nell'arco Alpino|annooriginale= 1998 |editore= editore Priuli e Verlucca|città=Ivrea |ppp=120 |isbn=978-88-8068-085-7}}
* {{cita libro|cognome=Pederzolli |nome= Elvio |titolo= Rupi murate|annooriginale= 2007|editore= editore Panorama|città= Trento|pp=96 pagine|isbn= 88-7389-053-9}}
* {{de}} {{cita libro|cognome=Urthaler |nome=Josef |coautori= Christina Niederkofler; Andrea Pozza|titolo= Bunker|annooriginale=2005 |ed=2 |anno=2006 |editore= editore Athesia|città= Bolzano tedesco|ppp=244 |cid=Urthaler 2005 |isbn=88-8266-392-2}}
* {{de}} Oliver Zauzig, ''Der Vallo Alpino von Winnebach bis Cortina d’Ampezzo'', in «Fortifikation», 22, 2008, ISSN 0931-0878, pp. &nbsp;93–116.
 
==Voci correlate==