Lotta Continua: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|il giornale|Lotta Continua (giornale)}}
{{NN|politica|febbraio 2021}}
{{W|politica|febbraio 2021|commento=da sistemare le citazioni. Inoltre è costituita da tante frasi slegate fra di loro inserite caoticamente}}
{{Partito politico
|nome = Lotta Continua
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|fondazione = [[1969]]
|dissoluzione = [[1976]]
|confluito in = [[Democrazia Proletaria]]<br/>[[Autonomia Operaia]]
|sede =
|abbreviazione = LC
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|sito =
}}
'''Lotta Continua''', forma breve '''LC''', fu una delle maggiori formazioni della [[sinistra extraparlamentare]] italiana, di orientamento [[Comunismo|comunista]]<ref>''Per il comunismo'' è il titolo dell'editoriale di ''Lotta Continua'' (ancora settimanale), anno II, numero 14, luglio 1970.</ref> [[Rivoluzione (politica)|rivoluzionario]]
== Storia ==
=== Origini: lo spontaneismo ===
{{P|Lessico e tono non neutrale e non enciclopedico: si parla di "energie", di "vecchie mucche" ecc...|politica|aprile 2021|sezione=Il periodo tra la fine degli [[anni sessanta]] e l'inizio degli [[anni settanta]] fu un periodo in cui molti nuovi concetti sembravano svilupparsi. Ad esempio, è stato fatto un tentativo di misurare il marxismo in un rivestimento di taglio libertario. Movimenti sono nati in Italia, dei nomi sono periti. Molta energia e molte persone si sono riunite intorno all'organizzazione Lotta Continua. Ancora più persone leggevano il giornale con lo stesso nome e si sentono coinvolti nello spirito che voleva trasmettere.}}
La storia di questa "formazione più consistentemente estremista" (l'Unità, citato in LC 1-8-76) nel movimento non-parlamentare e operaio italiano può essere un modello per gli sviluppi all'interno del movimento radicale di sinistra dalla fine degli
Nell'inverno 1966-1967, gruppi di lavoratori si formarono in Toscana (compresi i comuni di Massa, Piombino, Livorno e Pisa), che si autoproclamarono "Potere Operaio". A Pisa si sono uniti anche studenti ai gruppi. I gruppi hanno iniziato a confrontarsi con le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori nel senso più ampio del termine. I gruppi hanno richiesto, tra le altre cose, una posizione uguale per tutti i lavoratori con il motto "parità di retribuzione, uguale classificazione per tutti i lavoratori". Questo sforzo comporterebbe un ampio volo durante il movimento del 1968/69, così come la lotta contro il cottimo e gli straordinari. Va tenuto presente che nella visione ideologica del mondo di molti attivisti, il movimento operaio era evidentemente al centro della lotta sociale.
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La maggior parte dei militanti ha tratto la conclusione dal corso del congresso che l'organizzazione dovrebbe sciogliersi. L'idea leninista della necessità della mediazione politica (il partito) nei conflitti sociali si era rivelata obsoleta nella pratica. Nessuna organizzazione doveva avere il diritto esclusivo di allineare le varie parti del "movimento" e di esercitare su di esse l'egemonia. I nuovi movimenti non si hanno fatto rappresentare politicamente e hanno optato per un'azione diretta durante la quale i partecipanti cercavano un'identità e una solidarietà comune.
L'organizzazione si sciolse rapidamente
Dopo lo scioglimento il giornale Lotta Continua arrivò , dal 1968 il movimento di sinistra si era dotato di mezzi tecnici e organizzativi tali che era possibile far fronte agli scontri in piazza. Ma le autorità non erano rimaste ferme. Con l'adozione della Legge Reale, avevano di nuovo un vantaggio al movimento.
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=== Il caso Calabresi ===
{{vedi anche|Omicidio Calabresi}}
Incaricato di sorvegliare gli ambienti della sinistra parlamentare alla fine degli [[anni
Nel [[1970]] l'allora direttore [[Pio Baldelli]] fu denunciato e processato per diffamazione, e condannato a 1 anno e 3 mesi nel 1976<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,1103_01_1976_0233_0009_15959951/|titolo=A Pio Baldelli 1 anno e 3 mesi|pubblicazione=La Stampa|data=23 ottobre 1976|accesso=6 giugno 2017}}</ref>.
Quando Calabresi fu [[Omicidio Calabresi|assassinato]] il giornale titolò: ''Ucciso Calabresi, il maggior responsabile dell'assassinio Pinelli''.
Nel corsivo sulla posizione di Lotta Continua si chiude con ''Ma queste considerazioni non possono assolutamente indurci a deplorare l'uccisione di Calabresi, un atto in cui gli sfruttati riconoscono la propria volontà di giustizia''<ref>{{Cita web|url=https://fondazionerrideluca.com/wp-content/uploads/filebase/1972/05_1972/LC1_1972_05_18.pdf|titolo=Lotta Continua 18/05/1972|accesso=11 febbraio 2024}}</ref>
Dopo l'assassinio del commissario Calabresi vi furono numerosi arresti di attivisti di Lotta Continua e di altre organizzazioni radicali che distribuivano copie del giornale, ma le indagini non risalirono agli effettivi autori dell'omicidio.
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Nel [[1988]], sedici anni dopo i fatti, [[Leonardo Marino]], nel [[1972]] militante di LC, confessò davanti ai giudici di essere stato uno dei due membri del commando che aveva ucciso il commissario. Disse di aver guidato l'auto usata per l'omicidio, e accusò [[Ovidio Bompressi]] di aver esploso i colpi che uccisero Calabresi; aggiunse che ricevettero l'ordine di compiere l'omicidio da [[Adriano Sofri]] e [[Giorgio Pietrostefani]], allora leader del movimento.
[[File:Adriano Sofri.jpg|thumb|[[Adriano Sofri]] nella redazione di ''[[Lotta Continua (giornale)|Lotta Continua]]''.]]
La confessione di Marino e l'attendibilità che gli fu attribuita furono oggetto di critiche da parte della difesa dei tre chiamati in correità e da un movimento di opinione.
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Il pentito, afferma la tesi innocentista, sarebbe caduto in contraddizioni durante il processo, che lo avrebbero portato a correggere diverse volte la propria testimonianza nelle parti che riguardavano la partecipazione come mandanti di [[Adriano Sofri]] e [[Giorgio Pietrostefani]].
Dopo una lunga vicenda giudiziaria<ref>{{Cita news|url=http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2000/10/05/1359682-Caso-Sofri-la-Cassazione-nega-la-revisione-del-processo.shtml|titolo=Caso Sofri: la Cassazione nega la revisione del processo Respinta la richiesta della procura generale: la sentenza d'appello che condanna Sofri, Bompressi e Pietrostefani è definitiva|pubblicazione=Quotidiano.net|data=5 ottobre 2000|accesso=22 marzo 2010|urlarchivio=https://archive.
A Bompressi, Sofri e Pietrostefani fu irrogata la pena di 22 anni di carcere con sentenza definitiva. Marino fu inizialmente condannato ad una pena ridotta di 11 anni per aver collaborato con la magistratura. Questa riduzione di pena gli garantì nel 1995 la prescrizione del reato, come da sentenza della Corte d'assise d'appello<ref>{{Cita news|autore=Paolo Biondani|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/12/Calabresi_delitto_Lotta_continua_co_0_9511128099.shtml|titolo="Calabresi, delitto di Lotta continua"|pubblicazione=Corriere della Sera|data=12 novembre 1995|accesso=28 agosto 2015|urlarchivio=https://archive.
=== L'omicidio di Alceste Campanile ===
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[[Omicidio di Alceste Campanile|Alceste Campanile]], militante di Lotta Continua, venne assassinato in circostanze misteriose il 12 giugno [[1975]] nei dintorni di [[Reggio Emilia]].
Sia il padre sia il giornale Lotta Continua avanzarono ripetutamente ipotesi di connessioni tra l'omicidio
Anni dopo l'omicidio fu confessato da [[Paolo Bellini]], vecchio conoscente di Campanile e militante di [[estrema destra]]<ref>{{Cita news|url=http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/reggio_emilia/2009/06/03/186610-omicidio_alceste_campanile.shtml|titolo=Omicidio di Alceste Campanile Bellini colpevole ma prosciolto|pubblicazione=[[il Resto del Carlino]]|data=3 giugno 2009|accesso=21 marzo 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140916014219/http://www.ilrestodelcarlino.it//reggio_emilia/2009/06/03/186610-omicidio_alceste_campanile.shtml}}</ref>.
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* [[Sergio Zavoli]], ''La notte della Repubblica'', Roma, Nuova Eri, 1992.
* Giorgio Bocca, ''Gli anni del terrorismo'', Armando Curcio Editore 1988
* Guido Viale, ''Niente da dimenticare. Verità e menzogne su Lotta Continua'', Rimini, Interno4 edizioni, 2023 ISBN 9788885747739
* Guido Viale, ''Prendiamoci la città e altri scritti. Storia di un percorso politico'', Rimini, Interno4 edizioni, 2024 ISBN 9788885747838
* Massimo Roccaforte (a cura di), ''Il Canzoniere del proletariato. Le canzoni di Lotta Continua, i testi e le musiche''. 2 CD + Libro, Rimini, Interno4 edizioni, 2024 ISBN 9788885747814.
== Voci correlate ==
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*[http://www.fabrizioscottoni.it/archivio/ Tutti i numeri del giornale ''Lotta Continua'' in formato PDF, pubblicati dal 6 dicembre 1969 al 30 dicembre 1976.]
*{{cita web|url=http://www.lotta-continua.it/|titolo=Sito dedicato alla storia di Lotta Continua e alla politica odierna vista da esponenti di LC}}
*{{cita web | url = https://www.mirafiori-accordielotte.org/wp-content/uploads/2012/11/1969-la-nascita-di-Lotta-Continua.pdf | titolo = Storia di Lotta Continua a cura di Michela Ponzani, Fabio Papalia e Stefania Bianchi pubblicata sul sito mirafiori-accordielotte.org | accesso = 21 luglio 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220721214547/https://www.mirafiori-accordielotte.org/wp-content/uploads/2012/11/1969-la-nascita-di-Lotta-Continua.pdf | urlmorto =
{{Partiti politici italiani del passato}}
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{{Anni di piombo}}{{Partiti comunisti italiani}}{{Portale|comunismo|politica|storia d'Italia}}
[[Categoria:Lotta Continua
[[Categoria:Associazioni politiche italiane del passato]]
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