Partito Sardo d'Azione: differenze tra le versioni

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{{F|partiti politici italiani|febbraio 2011|inoltre edit war relativamente all'ideologia}}
{{Partito politico
|colore = black
|nome = Partito Sardo d'Azione
|nome2 = {{sc}} ''Partidu Sardu''
|logo = Partito Sardo d'Azione logo.png
|logo_size = 150px
|leader =
|segretario = [[Christian Solinas]]
|presidente = Antonio Moro
|Segretaria Giovani Sardisti = Antonella Scarfó
|stato = ITA
|fondazione = 17 aprile [[1921]]
|stato nota = <br>({{Bandiera|Sardegna|nome}})
|fondazione = 17 aprile [[1921]]
|dissoluzione =
|sede = Viale Regina Margherita 6, [[Cagliari]]
|abbreviazione = PSd'Az
|ideologia = [[Autonomismo]]<ref name="accordo" /><br />[[Federalismo in Italia|Federalismo]]<ref name="accordo">{{Cita web|url=https://www.sardiniapost.it/politica/ministra-stefani-accordo-lega-psdaz-andra-avanti-piu-autonomia-per-lisola/|titolo=Ministra Stefani: “Accordo Lega-Psd’Az andrà avanti. Più autonomia per l’Isola”}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Luca Rojch|url=https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/01/23/news/psd-az-noi-e-la-lega-giusto-cosi-proteste-insignificanti-1.16387099|titolo=Psd'Az: «Noi e la Lega? Giusto così. Proteste insignificanti»|pubblicazione=[[La Nuova Sardegna]]|data=23 gennaio 2018}}</ref><ref name="accordo">{{Cita web|url=https://www.sardiniapost.it/politica/ministra-stefani-accordo-lega-psdaz-andra-avanti-piu-autonomia-per-lisola/|titolo=Ministra Stefani: “Accordo Lega-Psd’Az andrà avanti. Più autonomia per l’Isola”}}</ref><br />[[Autonomismo]]<ref name="accordo" /><br />[[Conservatorismo]]<ref>{{cita web|url=https://www.electiondaynews.it/il-partito-sardo-dazione-espulso-dagli-autonomisti-europei-delleuropean-free-alliance/|titolo=Il Partito Sardo d’Azione espulso dagli autonomisti europei dell’European Free Alliance|data=5 ottobre 2020|accesso=|lingua=}}</ref> <small>(dal 2009)</small><br>'''In precedenza:'''<br>[[Indipendentismo sardo]]<br/>[[Radicalismo in Italia|Radicalismo]]<ref>{{collegamento interrotto|https://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2005/05/30/ST7PO_ST701.html}}</ref><br />[[Socialismo liberale]]<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=9969|titolo=Gianfranco Contu, biografo delle «comunità dentro gli ideali»|autore=Gianfranco Murtas|sito=Fondazione Sardinia|accesso=10 settembre 2022}}</ref><br/>[[Indipendentismo sardo]]
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|ideologia = [[Federalismo in Italia|Federalismo]]<ref>{{Cita news|autore=Luca Rojch|url=https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/01/23/news/psd-az-noi-e-la-lega-giusto-cosi-proteste-insignificanti-1.16387099|titolo=Psd'Az: «Noi e la Lega? Giusto così. Proteste insignificanti»|pubblicazione=[[La Nuova Sardegna]]|data=23 gennaio 2018}}</ref><ref name="accordo">{{Cita web|url=https://www.sardiniapost.it/politica/ministra-stefani-accordo-lega-psdaz-andra-avanti-piu-autonomia-per-lisola/|titolo=Ministra Stefani: “Accordo Lega-Psd’Az andrà avanti. Più autonomia per l’Isola”}}</ref><br />[[Autonomismo]]<ref name="accordo" /><br />[[Conservatorismo]]<ref>{{cita web|url=https://www.electiondaynews.it/il-partito-sardo-dazione-espulso-dagli-autonomisti-europei-delleuropean-free-alliance/|titolo=Il Partito Sardo d’Azione espulso dagli autonomisti europei dell’European Free Alliance|data=5 ottobre 2020|accesso=|lingua=}}</ref> <small>(dal 2009)</small><br>'''In precedenza:'''<br>[[Radicalismo in Italia|Radicalismo]]<ref>{{collegamento interrotto|https://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2005/05/30/ST7PO_ST701.html}}</ref><br />[[Socialismo liberale]]<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=9969|titolo=Gianfranco Contu, biografo delle «comunità dentro gli ideali»|autore=Gianfranco Murtas|sito=Fondazione Sardinia|accesso=10 settembre 2022}}</ref><br/>[[Indipendentismo sardo]]
|internazionale =
|collocazione = [[Destra (politica)|Destra]] <small>(dal 2018)</small><ref>{{cita web|url=https://europeelects.eu/italy/|lingua=en|titolo=Italy|accesso=1 agosto 2022}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.lanuovasardegna.it/tempo-libero/2021/04/18/news/la-lunga-marcia-cento-anni-di-sardismo-1.40170247|titolo=La lunga marcia Cento anni di sardismo|data=19 aprile 2021|accesso=13 giugno 2021|lingua=}}</ref><br>'''In precedenza:'''<br>[[Centro-destra]] <small>(2009-2018)</small><ref>{{cita web|url=https://www.lettera43.it/partito-sardo-dazione-lega/?refresh_ce|titolo=Storia del Partito sardo d’Azione da Lussu a Salvini|data=26 febbraio 2019|accesso=13 giugno 2021|lingua=}}</ref><br> [[Centro-sinistra]] <small>(1921-2009)</small>
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*''Nessuno'' <small>(dal 2020)</small>
|gruppo parlamentare europeo =
|seggi1 = {{Seggi|0|400|Pc=black}}
|seggi2 = {{Seggi|0|200|Pc=black}}
|seggi3 = {{Seggi|0|76|Pc=black}}
|assemblea4 = [[Consiglio regionale della Sardegna]]
|seggi4 = {{Seggi|50|60|Pc=black|a=[[Elezioni regionali in Sardegna del 20192024|20192024]]}}
|testata = ''Il Solco''
|giovanile = Giovani Sardisti
|iscritti =
|anno iscritti =
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|sito = [http://www.psdaz.net psdaz.net]
}}
Il '''Partidu Sardu - Partito Sardo d'Azione''' ('''PSd'Az''') è un [[partito politico]] [[italia]]no, regionale [[Sardegna|sardo]], fondato nel 1921 da [[Davide Cova]], [[Camillo Bellieni]], [[Emilio Lussu]] e altri ex-combattenti della [[prima guerra mondiale]], provenienti principalmente dalla [[Brigata meccanizzata "Sassari"|Brigata Sassari]], su un programma [[Indipendentismo sardo|autonomista]].
 
Nel [[Secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]] ha stretto un patto federativo con il [[Partito d'Azione]], sino alla confluenza di quest'ultimo nel [[Partito Socialista Italiano]]. Ha poi alternato la partecipazione a coalizioni regionali [[Democrazia Cristiana|democristiane]] con la guida di una maggioranza con il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e il [[Partito Socialista Italiano|PSI]] (1984-1989), sino a giungere ufficialmente alla scelta [[Indipendentismo sardo|indipendentista per la Sardegna]] nel 1981. Per tali frequenti mutamenti della sua linea politica ha subito numerose e dolorose scissioni.
 
Dopo aver dato l'appoggio, a fine anni novanta, alle [[Progressisti|liste progressiste]] e dell'[[L'Ulivo|Ulivo]], alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2009|elezioni regionali sarde del [[2009]] ha siglato un'alleanza programmatica con il [[Il Popolo della Libertà|PdL]], l'[[Unione di Centro (2002)|UdC]] e i [[Riformatori Sardi]], coi quali ha governato la [[Sardegna]] fino al [[2013]]. A livello europeo, è stato cofondatore e membro dell'[[Alleanza Libera Europea]], dalla quale è stato sospeso nell'agosto 2018 e infine espulso nell'ottobre 2020, a causa della sua alleanza con la [[Lega per Salvini Premier|Lega]]<ref name="e-f-a.org">{{Cita web|url=http://www.e-f-a.org/whos-who/member-parties/|titolo=Member Parties|accesso=14 febbraio 2019}}</ref><ref>{{cita giornale|url=https://www.lanuovasardegna.it/regione/2020/10/02/news/il-psd-az-espulso-dall-europe-free-alliance-a-causa-dell-alleanza-con-la-lega-1.39375050|titolo=Il Psd'az espulso dall'Europe free alliance a causa dell'alleanza con la Lega|data=3 ottobre 2020|giornale=La Nuova Sardegna}}</ref>.
 
== Storia ==
=== Le origini: dal movimento dei"rinascimento combattentisardo" alla fondazione del partitoPartito Sardo ===
[[File:Camillo Bellieni.jpg|thumb|[[Camillo Bellieni]]]]
La [[Sardegna]], che aveva partecipato in prima linea alla [[prima guerra mondiale]] con due reggimenti composti per la quasi totalità da sardi, la [[brigata Sassari]], non rimase immune ai fermenti del dopoguerra, rappresentati, a livello nazionale dall'[[Associazione nazionale combattenti e reduci|Associazione nazionale combattenti-ANC]].
 
Il 16 marzo [[1919]], il tenente [[Camillo Bellieni]], mutilato di guerra, insieme al pari grado Arnaldo Satta-Branca, figlio di [[Pietro Satta Branca|Pietro]], comproprietario del quotidiano di impostazione democratico-repubblicana [[La Nuova Sardegna]], fonda a [[Sassari]] il settimanale ''La Voce dei Combattenti'', mentre in agosto nasce, sotto la direzione di Vitale Cao, ''Il Solco,'' al quale collabora l'ingegner [[Davide Cova]].
 
La federazione sarda dell'Associazione Nazionale Combattenti nasce a [[Nuoro]] il 25 maggio 1919 e già esprimeva elementi programmatici intorno alla richiesta per la Sardegna dell'autonomia amministrativa subordinata al controllo del governo centrale.
 
Dal 22 al 27 giugno del 1919, si tiene a Roma il I Congresso nazionale dell'ANC che approva un suo programma politico, il cosiddetto "programma Zavattaro". Efisio Mameli, professore di chimica all'[[Università degli Studi di Sassari]], delegato regionale dell'associazione, chiede per la Sardegna autonomia finanziaria, in aggiunta all'autonomia amministrativa.
 
Il 14 settembre 1919, a [[Macomer]], è definita la struttura dell'associazione regionale sarda. In tale occasione, [[Emilio Lussu]], capitano della brigata Sassari, di ideologia repubblicana, propone di unirsi al movimento autonomista, nato nel 1914, con la rivista "Sardegna" fondata da due studenti, [[Attilio Deffenu]], esponente del sindacalismo rivoluzionario, studente di giurisprudenza a Pisa e [[Davide Cova]] studente di ingegneria a Milano); successivamente, nel febbraio 1918, fu fondata la rivista ''Il Popolo Sardo'' diretta da [[Davide Cova]] con Egidio Pilia, [[Filiberto Farci]] e Rinaldo Caddeo che affrontava i numerosi problemi della Sardegna. In maggio, inoltre, sotto pseudonimo (Yk), Umberto Cao, professore e avvocato, nel cui studio legale, l'anno successivo, furono praticanti Emilio Lussu e Pietro Mastino, entrambi avvocati, pubblicava l'opuscolo ''Per l'Autonomia!''.
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Il 16 novembre 1919, l'Associazione Nazionale Combattenti si presenta alle [[Elezioni politiche italiane del 1919|elezioni politiche nazionali]] come lista del Partito dei combattenti e ottiene il 4,1% e 20 seggi. In Sardegna, Lussu non ha ancora l'età prescritta per candidarsi<ref name=senato1>{{cita pubblicazione|url=https://www.senato.it/3182?newsletter_item=1695&newsletter_numero=159|rivista=Minervaweb|data=ottobre 2014|numero=23|titolo=Emilio Lussu}}</ref> ma sono eletti tre deputati: Mauro Angioni, [[Pietro Mastino]] e [[Paolo Orano]], intellettuale vicino alle istanze del sindacalismo rivoluzionario.
 
Al III Congresso regionale dell'ANC, tenutosi a Macomer (8-9 agosto [[1920]]), mentre è in corso l'[[Impresa di Fiume|impresa fiumana]] di [[Gabriele D'Annunzio]], è approvata la ''Carta di Macomer'', proposta da [[Emilio Lussu]] e Lionello De Lisi, pseudonimo di D. Cova. In essa si richiede, per l'Italia, la costituzione in Stato repubblicano con la previsione di una Sardegna ''assolutamente autonoma'' e ad esso federata.
 
Alle elezioni provinciali dell'autunno 1920, a [[Sassari]], la lista dei combattenti conquista la maggioranza e Pietro Mastino è eletto Presidente del Consiglio provinciale. Lo sarà per soli sei mesi. Il 16 aprile [[1921]], nella sala dell'ex-convento degli [[Scolopi]] di [[Oristano]] si apre il IV Congresso dei combattenti sardi. [[Camillo Bellieni]] preme per il superamento della struttura associativa e la trasformazione del movimento combattentistico regionale in partito politico, proponendo quattro punti programmatici: sovranità popolare, autonomia amministrativa, autonomia doganale, questione sociale.
 
Il 17 aprile 1921, con l'approvazione dei quattro punti citati, nasce ufficialmente il Partito Sardo d'Azione, di cui Bellieni è eletto "direttore" (segretario).
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=== Il sardismo e l'avvento del fascismo ===
[[File:Emilio Lussu WWI.jpg|thumb|[[Emilio Lussu]]]]
Alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1921|elezioni politiche del maggio 1921]], il Partito Sardo d'Azione raccoglie circa 1/3un terzo dei consensi elettorali dell'isola, cioè più del doppio dei voti [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] (12,4%) e quasi tre volte quelli del [[Partito Popolare Italiano (1919)|PPI]] (11,3%). Pietro Mastino e Paolo Orano sono confermati deputati e risultano eletti anche Umberto Cao ed [[Emilio Lussu]].
 
Lussu interviene per la prima volta nell'[[Camera dei deputati del Regno d'Italia|aula di Montecitorio]] l'8 dicembre 1921, in occasione del dibattito per la raggiunta [[Guerra d'indipendenza irlandese|indipendenza irlandese]]<ref name=senato1/>, precisando che il Partito Sardo d'Azione è autonomista e non separatista. La tesi è ribadita da Bellieni, al II Congresso del partito, svoltosi a [[Oristano]] nel gennaio [[1922]], esponendo l'ipotesi di un'Italia "''riordinata su basi federali con la conquista delle autonomie regionali''".
 
Si erano intanto formati, anche in Sardegna, i primi [[fasci italiani di combattimento]]. Il [[Partito Nazionale Fascista]] è ben presto finanziato, a livello locale, dall'industriale minerario Ferruccio Sorcinelli, proprietario dell'[[L'Unione Sarda|Unione sarda]], in funzione anti-operaia.
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Per porre fine ai subbugli, [[Benito Mussolini]] invia in Sardegna, in qualità di prefetto, il generale [[Asclepia Gandolfo]], decorato di guerra e iscritto al fascismo, con l'istruzione di proporre al PSd'Az la fusione con il [[Partito Nazionale Fascista]]. Gandolfo inizia a negoziare con Lussu, totalmente contrario all'accordo<ref>{{cita|Lussu 1974|p. 134 e ss.}}</ref>, così come [[Camillo Bellieni]] e [[Francesco Fancello]], le sezioni sardiste di [[Nuoro]], [[Alghero]], [[Tempio Pausania]] e quella di [[Sassari]], che aveva chiesto la convocazione di un congresso per denunciare le lusinghe del PNF. Lussu depone allora l'incarico, rassegnando addirittura le dimissioni da deputato ma, nel frattempo, avevano già lasciato il partito per aderire al fascismo, [[Enrico Endrich]] e il deputato [[Paolo Orano]].
 
Il congresso straordinario che si tiene a Macomer ai primi di marzo del [[1923]] vede fronteggiarsi due mozioni: quella anti-fascista, presentata da [[Davide Cova]] Giovanni Battista Puggioni, Lussu, Mastino e quella dei sostenitori della fusione col PNF. Lai primaquali, con le elezioni del 1924 passapassano tra le file del fascismo. Per alcuni e iin particolare per Pili c'era l'ambizione di attuare i programmi del sardismo attraverso la copertura fascista, riuscendo a ottenere dal governo lo stanziamento, per la Sardegna, di un miliardo di lire da spendere in opere pubbliche: infatti egli si dà da fare nello studio di innovazioni dell'agricoltura e dell'allevamento; poi però (dopo il 1930 c.acirca) viene meno la sua leadership [[Regime fascista|ventennio]].
Il 27 settembre [[1925]] si svolge a [[Macomer]] il V Congresso del PSdAz che lo storico [[Girolamo Sotgiu]] definì "la manifestazione antifascista più importante che si sia svolta nel paese quell'anno". I 250 congressisti confermano la ferma opposizione al fascismo quale "antilibertario, accentratore e protezionista". All'assise sarebbe dovuto intervenire anche il comunista [[Ruggero Grieco]], quale latore di un messaggio di [[Antonio Gramsci]], nel quale si invitava il PSdAz a farsi promotore dell'unità tra contadini e operai, ma non gli viene concesso di leggere la comunicazione.
 
Il 31 ottobre dell'anno seguente [[Emilio Lussu]] reagisce al tentativo di aggressione da parte di alcuni fascisti, penetrati nella sua abitazione di Cagliari, con l'uccisione di un giovane squadrista<ref>{{cita|Lussu 1974|p. 169 e ss.}}</ref>. Contemporaneamente, il PNF provvede alla soppressione in Italia di tutti i partiti di opposizione, compreso il Partito Sardo d'Azione ([[leggi fascistissime|R.D. n. 1848/26]]).
 
Lussu è condannato all'esilio nell'[[isola di Lipari]], dalla quale, attraverso un'azione rocambolesca compiuta insieme a [[Carlo Rosselli]] e [[Francesco Fausto Nitti]], riesce a fuggire il 27 luglio [[1929]]. Giunto a [[Parigi]], nell'agosto del 1929, fonda il movimento antifascista [[Giustizia e Libertà]], insieme a [[Carlo Rosselli]], [[Gaetano Salvemini]], [[Alberto Tarchiani]], Francesco Fausto e Vincenzo Nitti.
 
Alcuni dirigenti sardisti seguiranno il percorso di Lussu, legandosi a [[Giustizia e Libertà]] e all'antifascismo europeo. Tra questi [[Francesco Fancello]], [[Stefano Siglienti]] e Dino Giacobbe. Quest'ultimo parteciperà alla [[guerra civile spagnola]], al comando della batteria Carlo Rosselli<ref>{{Cita web |url=http://www.aicvas.org/aic-g-207-243(m).pdf |titolo=Le quattromila biografie dei combattenti italiani alla Guerra di Spagna |accesso=15 luglio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203141350/http://www.aicvas.org/aic-g-207-243(m).pdf |dataarchivio=3 dicembre 2013 |urlmorto=sì|formato=PDF}}</ref>; nella stessa guerra troverà la morte il sardista Giuseppe Zuddas<ref>{{Cita web |url=http://www.originifamiglialue.ch/page27.htm |titolo=Caduti italiani per la Repubblica di Spagna |accesso=15 luglio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160827192719/http://www.originifamiglialue.ch/page27.htm |dataarchivio=27 agosto 2016 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Altri continueranno la propria militanza antifascista resistendo alle violenze dello [[squadrismo]]. [[Luigi Battista Puggioni]] assisterà alla distruzione del proprio studio di avvocato;[[Davide Cova]] fu aggredito a Cagliari nel 22, benché ferito, per sfuggire all'arresto dovette imbarcarsi sulla prima nave in partenza e si ritrovò a Tunisi. Subì poi un processo in cui fu assolto . Nel 1928 a Oristano fu allontanato dal lavoro di ingegnere capo dell'ufficio comunale per essersi rifiutato di ritirare la tessera di iscrizione al Pnf e per qualche anno l'ufficio fu soppresso. Fu un sorvegliato speciale e spesso veniva condotto in carcere. [[Giovanni Battista Melis]] sarà incarcerato nel 1928 a Milano [[Camillo Bellieni]] costretto a un'esistenza precaria in giro per l'Italia, sotto la stretta sorveglianza della polizia.
 
=== Il dopoguerra e l'uscita della componente filosocialista ===
[[File:Pietro Mastino.jpg|thumb|[[Pietro Mastino]]]]
Il 21 giugno [[1943]], a guerra in corso, a [[Bono (Italia)|Bono]], si celebra un congresso clandestino del PSdAz. Dopo la liberazione della Sardegna, nel novembre dello stesso anno, esce a [[Sassari]] ''Lineamenti del programma politico del Partito Sardo d'Azione'', a opera del direttore uscente, Luigi Battista Puggioni. Nell'opuscolo sono ribaditi i valori storici e i programmi del partito: autonomia amministrativa e cooperativismo. In breve tempo il partito riesce a costituire 251 sezioni con circa 37.000 iscritti.
 
Nel frattempo, Emilio Lussu che, dopo l'assassinio di Carlo Rosselli aveva assunto la guida di [[Giustizia e Libertà]], era rientrato in Italia dall'esilio nell'agosto del 1943 e aveva aderito al [[Partito d'Azione]], sorto clandestinamente a [[Roma]], nel giugno del [[1942]], con un programma repubblicano e antifascista ma anche con elementi di socialismo. Lussu si era adoperato affinché tutto il movimento Giustizia e Libertà confluisse nel nuovo partito e, sulla stessa linea era stato seguito da sardisti come [[Pietro Mastino]], [[Francesco Fancello]] e [[Stefano Siglienti]] o simpatizzanti come [[Mario Berlinguer]], entrati nei quadri del Partito d'Azione. I sardisti rimasti per la quasi totalità in Sardegna durante il ventennio, invece, avevano mantenuto un orizzonte politico limitato alla loro isola e, in gran parte, conservatore. Si era costituita anche una fazione indipendentista, in analogia con quanto stava succedendo in [[Sicilia]].
 
Lussu, dopo l'esilio, rientra in Sardegna sbarcando a [[Cagliari]], il 30 giugno [[1944]], ed è accolto trionfalmente. Un mese più tardi, a [[Macomer]], si svolge il VI Congresso del Partito Sardo d'Azione. [[Francesco Fancello]], su indicazione di Lussu, allora assente, propone un patto federativo con il Partito d'Azione che è approvato, bloccando sul nascere ogni "deviazione" separatista.
 
Il 18 gennaio [[1945]] in [[Piazza Yenne]], a Cagliari, a seguito di alcune voci che invitavano i giovani sardi alla chiamata alle armi per compiti di facchinaggio a fianco degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]], il movimento giovanile sardista organizza una manifestazione di protesta che sfocia in disordini e arresti indiscriminati ai quali seguono altri assalti alle caserme e ai commissariati. Buona parte degli oratori e degli arringatori della protesta proviene dal movimento giovanile sardista.
 
Al congresso del marzo 1945, si contrappongono l'ala autonomista conservatrice, quella ideologicamente più liberal-democratica (Bellieni), quella favorevole a posizioni socialiste e marxiste (Lussu) e quella indipendentista. Lussu si esprime per il ripudio totale del separatismo e per l'abbraccio verso posizioni di economia di tipo socialista, in conformità con gli orientamenti che stava imprimendo al [[Partito d'Azione]], con il quale il partito sardo era federato; trova, però, l'altro capo "storico", Camillo Bellieni, totalmente contrario.
 
Si riesce, comunque, ad approvare un documento di compromesso fondendo le relazioni di Puggioni, Salvatore Cottoni, [[Gonario Pinna]], Bartolomeo Sotgiu e [[Luigi Oggiano]] in cui si concorda per l'autonomia dell'isola nell'ambito di una repubblica federale e la riforma agraria. Prima della conclusione del congresso, Lussu, insoddisfatto, presenta un ordine del giorno della sezione di Cagliari di chiara impronta azionista, che viene bocciato dai 2/3due terzi dei delegati, provocando l'ira del combattente antifascista che abbandona la sala insieme ad altri della sua componente. La direzione uscente è comunque riconfermata e riuscirà a ricucire lo strappo con Lussu, qualche mese più tardi.
 
L'obiettivo di formulare uno statuto regionale autonomo è avviato con l'insediamento della [[Consulta Nazionale]], il 29 aprile 1945 che, a composizione paritetica dei partiti, affiancava il lavoro dell'[[Commissario#Membri di organi di governo|Alto Commissario governativo]] per la Sardegna. La discussione sullo statuto autonomo ebbe una svolta il 7 maggio [[1946]] con la proposta di Lussu e [[Mario Berlinguer]] di estendere anche alla Sardegna lo Statuto siciliano che garantisce un'ampia autonomia ma la proposta viene bocciata e i consultori sardisti, contrariamente alle indicazioni della direzione del partito esprimono voto contrario. Lo specifico [[Statuto speciale]] per la Regione Sardegna sarà approvato con [[Legge costituzionale]] 26 febbraio 1948, n. 3 e rappresenta una indubbia vittoria dell'autonomismo sardo.
 
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1946|elezioni per l'Assemblea costituente del 1946]], il Psd'Az riesce a eleggere [[Emilio Lussu]] e [[Pietro Mastino]]. Entrambi costituiscono un gruppo parlamentare ''Autonomista'' insieme ai sette eletti del Partito d'Azione e al valdostano [[Giulio Bordon]]<ref>[http://legislature.camera.it/frameset.asp?content=%2FAltre%5FSezioniSM%2F304%2F5291%2F5292%2Fdocumentoxml%2EASP%3FGruppo%3D181 La Camera dei deputati<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Il partito dimostra una buona forza nel cagliaritano, ottiene 1/4un quarto dei consensi nel nuorese, un indebolimento nel sassarese e, soprattutto, nella [[Gallura]] (7,5% su scala provinciale). [[Giovanni Battista Melis]] sostituisce alla direzione del partito il dimissionario Puggioni che preferisce dedicarsi al giornale ''Il Solco'', diretto, a Sassari, da Bartolomeo Sotgiu.
 
[[File:Emilio Lussu.jpg|thumb|[[Emilio Lussu]], fondatore del PSd'Az; nel secondo dopoguerra si batté strenuamente per un patto federativo con il [[Partito Socialista Italiano]]]]
Il 20 ottobre [[1947]], si era sciolto il Partito d'Azione che, in base alle direttive programmatiche del suo leader Emilio Lussu, era confluito nel [[Partito Socialista Italiano]], per rafforzare il blocco delle sinistre. Le intenzioni di Lussu erano quelle di portare anche il Partito Sardo d'Azione nell'alveo del socialismo italiano, tramite un patto federativo, ma dichiarò di subordinare questa scelta all'esito di un nuovo congresso del partito. Ai sardisti, in vista delle elezioni politiche, è offerta l'adesione al [[Fronte Democratico Popolare]] nella composizione di liste comuni in funzione anti-democristiana e antiamericana ma il direttorio, riunitosi a [[Macomer]] il 18 febbraio 1948, respinge ogni possibilità di accordo coi socialcomunisti. Nelle [[Elezioni politiche in Italia del 1948|elezioni del 18 aprile del 1948]] il Psd'Az, subisce un vistoso arretramento di consensi (10,3% su base regionale) e riesce a eleggere soltanto un deputato, [[Giovanni Battista Melis]] e un senatore, [[Luigi Oggiano]]. Quest'ultimo si iscrive al Gruppo Democratico di Sinistra, insieme a Lussu e Mastino, [[Senatore di diritto|senatori di diritto]] in base alla III disposizione transitoria e finale della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione Italiana]].
 
A nemmeno un mese dalle elezioni, il direttorio fissa la data del nuovo congresso, da svolgersi a Cagliari il 3 e il 4 luglio. Un primo atto della battaglia interna è il congresso della sezione cagliaritana che vede il predominio dei lussiani e la sostituzione del presidente della sezione, Pietrino Melis, fratello di Giovanni Battista, con l'avvocato "lussiano" Giuseppe Asquer. Le mozioni depositate sono cinque: quella dei lussiani, denominata "mozione socialista autonomista", la "mozione sardista" degli autonomisti, una mozione di matrice terzaforzista a firma di [[Gonario Pinna]], una mozione della federazione giovanile cagliaritana e una presentata da Emilio Fadda, di orientamento conservatore. La prima, che intendeva il Psd'Az come partito di classe e inserito nel movimento internazionale della sinistra, fu sottoscritta oltre che da Lussu, da Dino Giacobbe, Giuseppe Asquer, Anton Francesco Branca, Armando Zucca, e si presentava particolarmente forte nella [[provincia di Cagliari]], tradizionale bacino elettorale di Lussu; la seconda rivendicava l'adesione ai principi originari del sardismo e propugnava una sostanziale inconciliabilità con i partiti italiani, riceve il sostegno "esterno" di [[Camillo Bellieni]] ed è sottoscritta da Pietro Melis, [[Luigi Oggiano]] e anche da [[Pietro Mastino]].
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Il partito entra nella giunta a guida [[Democrazia Cristiana|democristiana]] di [[Luigi Crespellani]], nonostante la contrarietà di Bartolomeo Sotgiu e Antonio Bua e, soprattutto di [[Gonario Pinna]] e [[Antonio Simon Mossa]], che escono dal partito. Gli assessori sardisti si battono soprattutto sulle questioni riguardanti la riforma agraria e le entrate finanziarie. Nel partito, si fa notare una certa vivacità giovanile, in particolar modo ad opera di Marcello Tuveri, Marco Diliberto, [[Ignazio Delogu]], [[Virgilio Lai]], Fernando Pilia e [[Michelangelo Pira]], che diviene direttore de ''Il Solco''.
 
Dopo il congresso del [[1951]], che riporta [[Giovanni Battista Melis]] alla carica di direttore, il PSdAz esce dalla giunta regionale e, alle [[Elezioni politiche in Italia del 1953|elezioni politiche]] e [[Elezioni regionali in Sardegna del 1953|regionali del 1953]] subisce un crollo di consensi (7% e 4 seggi). Il partito rientra temporaneamente in giunta assieme alla DC sino al 1958, quando, alle [[Elezioni politiche in Italia del 1958|elezioni politiche]] stringe una sfortunata alleanza alternativa ai due blocchi con il [[Movimento Comunità]] di [[Adriano Olivetti]], con esito negativo.
 
Nel 1958, la giunta regionale, guidata dal democristiano [[Efisio Corrias]] istituisce un apposito assessorato al Piano di Rinascita della Sardegna, in attuazione dell'art. 13 dello statuto regionale. I sardisti Pietro Melis e [[Anselmo Contu]] entrano in giunta, rispettivamente all'Industria e al Turismo.
Sulla scena politica regionale compaiono i nomi di Nino Ruiu, Sebastiano Brusco, [[Salvatore Sechi]] e Carlo Sanna. Il partito si colloca su posizioni di centro-sinistra, a suggello di un'alleanza col [[Partito Repubblicano Italiano]] che consente a Giovanni Battista Melis di essere eletto alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] alle [[Elezioni politiche in Italia del 1963|elezioni politiche del 1963]].
 
Negli anni sessanta fa scalpore il gesto di protesta del sindaco sardista di [[Ollolai]], [[Michele Columbu]], che marcia a piedi verso [[Sassari]], per protestare contro la destinazione verso l'industria chimica del Piano di Rinascita, a scapito del settore agricolo. Rientra nel PSdAz l'architetto algherese [[Antonio Simon Mossa]] e, dalle pagine della [[La Nuova Sardegna|Nuova Sardegna]] (spesso adoperando lo pseudonimo di Fidel) comincia a introdurre tematiche indipendentistiche, come il pericolo di estinzione della [[lingua sarda]], il presunto neocolonialismo dello Stato italiano e il fondamento etnico dell'esigenza di autonomia della Sardegna. Nel 1965, Mossa e i suoi più stretti collaboratori (Ferruccio Oggiano, Antonio Cambule, Nino Piretta e Giampiero Marras) conquistano la federazione sassarese, sconfiggendo la componente del consigliere regionale Nino Ruiu. Simon Mossa oltre a smontare il paradigma della Rinascita, innovava profondamente il linguaggio politico e teorico del sardismo.
 
La linea politica di Mossa, tenacemente ostacolata da esponenti di primo piano come [[Armando Corona]], Peppino Puligheddu e Nino Ruiu, sensibili alla alleanza col [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]] di [[Ugo La Malfa]], riesce a guadagnarsi l'appoggio di [[Michele Columbu]], Giovanni Battista Melis e Piero Soggiu e, al XVI congresso del febbraio [[1968]], riesce ad ottenere una modifica dell'art. 1 dello statuto del partito, in senso federalistico: "Il Partito Sardo d'Azione è la libera associazione di tutti coloro i quali vogliono unirsi allo scopo di costituire una forza politica che abbia come meta l'Autonomia Statuale della [[Sardegna]], ben precisata costituzionalmente, nell'ambito dello Stato Italiano concepito come Repubblica Federale". La componente minoritaria abbandona progressivamente il partito, aderendo al [[Partito Repubblicano Italiano]].
 
=== Anni settanta: i consensi al minimo storico ===
[[File:Michele columbu.jpg|thumb|[[Michele Columbu]]]]
[[Antonio Simon Mossa]] muore prematuramente nel luglio del 1971, lasciando il partito in mano alla vecchia guardia rappresentata da Melis, Soggiu, Contu e [[Michele Columbu]]. I sardisti accettano la proposta di [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964)|PSIUP]] per un'alleanza elettorale alle [[Elezioni politiche in Italia del 1972|politiche del 1972]]. Columbu è eletto deputato e si iscrive al gruppo misto comprendente gli autonomisti della [[Valle d'Aosta]] e del [[Trentino-Alto Adige]].
 
Nel 1974, Columbu subentra a Melis alla segreteria del partito. Pochi mesi dopo, le [[Elezioni regionali in Sardegna del 1974|elezioni regionali]] rappresentano una disfatta per il Partito Sardo d'Azione, nonostante una candidatura carismatica come quella di [[Michelangelo Pira]]. I suffragi non superano il 2,5% e l'unico sardista eletto al consiglio regionale è l'anziano Giovanni Battista Melis.
 
In quegli anni sorgono alcune realtà definite con il nome di "neosardismo", come il circolo ''Città-Campagna'', fondato a Cagliari da intellettuali come [[Antonello Satta]] e Eliseo Spiga, e il movimento ''Su Populu Sardu'', fondato da Mario ed Elisabetta Carboni ([[1973]]) al quale aderiscono successivamente [[Gianfranco Pintore]], [[Angelo Caria]], Diego Corraine e [[Lorenzo Palermo]]. Nel pieno degli "[[anni di piombo]]", la preoccupazione di certi settori per la crescente diffusione delle tematiche indipendentiste fa sorgere un'inchiesta da parte del [[Servizio informazioni difesa]] (SID), sulla presunta esistenza di gruppi di guerriglia separatista orchestrati dal leader [[Michele Columbu]] e dai gruppi neosardisti.
 
Oltre al segretario Columbu, il partito si raccoglie nelle personalità di Carlo Sanna a Cagliari, Italo Ortu a Oristano, Mario Melis a Nuoro e Nino Piretta a Sassari, dove, nel 1975, si eleggono due consiglieri comunali. L'alleanza col PCI è confermata alle [[Elezioni politiche in Italia del 1976|elezioni politiche del 1976]]. L'avvocato [[Mario Melis (politico)|Mario Melis]], fratello di Giovanni Battista, è eletto al [[Senato del Regno (Italia)|Senato]].
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=== La definitiva scelta indipendentista e Mario Melis Presidente ===
[[File:Mario Melis.jpg|thumb|[[Mario Melis (politico)|Mario Melis]]]]
Al rinnovato entusiasmo segue, nel 1980, una serie di successi elettorali nelle comunali di Cagliari, dove sono eletti Michele Columbu (anche sindaco per un solo giorno<ref>{{cita news|titolo=Giunte «difficili» a Cagliari e Sassari|autore=Tonino Oppea|data=7 settembre 1980|formato=PDF|via=''Regione.sardegna.it''|pubblicazione=Il messaggero sardo|url=https://www.regione.sardegna.it/messaggero/1980_settembre_7.pdf|accesso=10 settembre 2022|dataarchivio=24 settembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210924182034/http://www.regione.sardegna.it/messaggero/1980_settembre_7.pdf|urlmorto=sì}}</ref>) e Bachisio Morittu e a Sassari, dove il partito raddoppia la rappresentanza.
 
A [[Porto Torres]], tra il 5 e il 6 dicembre 1981 si celebra il XX congresso del Partito Sardo d'Azione, che delibera la modifica dell'art. 1 dello statuto, inserendo la parola "indipendenza" in luogo di "autonomia statuale", senza più nessun riferimento allo stato italiano. Lo strappo totale con l'[[Italia]] provoca indignazione e accuse di fomentare un complotto separatista con l'aiuto della [[Libia]].
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=== In giunta regionale con i Progressisti ===
[[File:bentu.jpg|thumb|[[Bandiera dei quattro mori|La bandiera della regione Sardegna]] con lo stemma dei Quattro mori]]
Il partito si presenta all'appuntamento del XXIII congresso (8-9 dicembre [[1989]]) radicato in tutta la Sardegna con centinaia di amministratori e un ceto intellettuale piuttosto attivo, riunito attorno alla testata ''"Il Solco"'' che aveva ripreso le pubblicazioni., diretto da [[Gianfranco Pintore]]. Carlo Sanna è rieletto segretario. Le amministrative del 1990, tuttavia, si rivelano un insuccesso, soprattutto a [[Cagliari]]. Le difficoltà non cessano né durante la segreteria di Efisio Pilleri, espressione dei rinnovatori, né durante quella del subentrante [[Giorgio Ladu]].
 
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1992|elezioni politiche del 1992]], l'imprenditore di [[Porto Torres]] [[Giancarlo Acciaro]] è eletto alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]] e, al [[Senato della Repubblica|Senato]], il cardiochirurgo [[Valentino Martelli (politico)|Valentino Martelli]]. Pochi giorni dopo l'insediamento, tuttavia, Martelli lascia il gruppo autonomista per il [[Partito Liberale Italiano|Partito Liberale]]. Il segretario [[Giorgio Ladu]], strenuo sostenitore della candidatura, si dimette. Gli succede Italo Ortu.
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Trincas prende contatti col centrodestra e, alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2009|elezioni regionali del 2009]], il PSd'Az si presenta in collegamento con il candidato di centrodestra [[Ugo Cappellacci]] ma la minoranza di sinistra esce dal partito e si schiera, con la lista ''"Rossomori"'', nella coalizione di centrosinistra del presidente uscente Soru.
 
La scelta di Trincas, tuttavia, ha successo. Ugo Cappellacci è eletto presidente e il Partito Sardo d'Azione rientra in giunta dopo quindici anni di opposizione, conseguendo il 4,3% dei suffragi e l'elezione di cinque consiglieri regionali. Il sindaco di [[Dorgali]] Angelo Carta, è assessore, prima ai Lavori Pubblici e poi Trasporti, dove gli succede, qualche anno più tardi, il cagliaritano Christian Solinas. Di difficile decifrazione il risultato delle elezioni provinciali del [[2010]]: a un aumento generale di consensi (il 6.,5% su scala regionale), corrisponde la conquista della sola amministrazione provinciale di Oristano, con l'esclusione del partito da tutte le amministrazioni comunali dei centri capoluogo.
 
Alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2014|elezioni regionali del 2014]] l'alleanza con la coalizione di [[centro-destra]], guidata sempre da Cappellacci, è confermata. La sconfitta della coalizione e la riduzione del numero dei consiglieri (da 80 a 60) determina il restringimento della rappresentanza a soli tre consiglieri, pur avendo il partito aumentato i consensi al 4,67%. La fase post-elettorale vede emergere diverse tensioni tra le componenti, riguardo alla segreteria di Giovanni Colli, che si dimette nel luglio 2014. Nel marzo [[2015]] il consiglio nazionale del partito elegge nuovo segretario [[Giovanni Columbu]], figlio di [[Michele Columbu|Michele]]. Il congresso dell'autunno dello stesso anno vede l'affermazione della componente guidata dal consigliere cagliaritano [[Christian Solinas]], che nel novembre viene eletto segretario, il più giovane a ricoprire questa carica dal secondo dopoguerra.
 
=== L'alleanza con la Lega, ela l'elezionivittoria alle regionali e le elezioni suppletive ===
[[File:Christian Solinas datisenato 2018.jpg|miniatura|Christian Solinas]]
Alle [[elezioni politiche in Italia del 2018|elezioni politiche del 2018]] il Partito Sardo d'Azione stringe un accordo con la [[Lega per Salvini Premier|Lega]] per l'inserimento dei suoi candidati nelle liste elettorali leghiste.<ref>{{cita web|autore=Antonio Delitala|url=http://www.psdaz.net/index.php/articoli-homepage-blog/697-accordo-lega-psd-az-ancor-piu-determinati-a-percorrere-la-strada-tracciata-dalle-nostre-scelte|titolo=Accordo Lega - PSd'Az: noi ancor più determinati a percorrere la strada tracciata dalle nostre scelte!|sito=Psdaz.net|data=23 febbraio 2018|accesso=30 marzo 2018}}</ref> [[Christian Solinas]] viene così eletto senatore nella [[circoscrizione Sardegna (Senato della Repubblica)|circoscrizione Sardegna]].<ref>[http://elezioni.interno.gov.it/senato/scrutini/20180304/scrutiniSI20100000000 Ministero dell'Interno - Portale Eligendo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20180331035917/http://elezioni.interno.gov.it/senato/scrutini/20180304/scrutiniSI20100000000 |datedata=31 marzo 2018 }}.</ref> Il 23 novembre di quell’anno il leader leghista [[Matteo Salvini]] presenta il 34º congresso del PSd’Az a [[Cagliari]] insieme a Solinas in vista delle regionali di febbraio. L'alleanza viene contestata dalle correnti più progressiste del PSd'Az, che viene sospeso dall'[[Alleanza Libera Europea]].<ref name="e-f-a.org" />
 
Alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2019|elezioni]] per il rinnovo del [[Consiglio regionale della Sardegna]] del [[24 febbraio]] [[2019]] il PSd’Az presenta il proprio segretario [[Christian Solinas]] come candidato alla presidenza della Regione, in alleanza con il [[Centro-destra in Italia|centro-destra]]. Lo schieramento risulta vincente con il 47,81% dei voti e Solinas viene eletto presidente; il partito con il 9,9% ottiene 7 seggi ed è risultata la seconda forza della coalizione dietro alla Lega.
 
Solinas lascia il seggio da senatore, privando dunque il partito della rappresentanza a [[Palazzo Madama (Roma)|Palazzo Madama]] che però viene riconquistata l'anno successivo, nel mese di settembre: alle [[Elezioni politiche suppletive italiane del 2020|suppletive]] per il seggio uninominale del [[collegio uninominale Sardegna - 03 (Senato della Repubblica)|collegio uninominale Sardegna - 03]] (con [[Sassari]] come centro più importante) tenutesi per assegnare il seggio lasciato vacante da [[Vittoria Bogo Deledda]] ([[Movimento 5 Stelle|M5S]]), deceduta il 17 marzo [[2020]]<ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/17/m5s-e-morta-la-senatrice-della-sardegna-bogo-deledda-la-presidente-casellati-senato-perde-donna-di-grandi-qualita-umane/5740063/|titolo=M5s, è morta la senatrice della Sardegna Vittoria Bogo Deledda. Casellati: "Il Senato perde una donna di grandi qualità umane"|sito=[[Il Fatto Quotidiano]]|data=17 marzo 2020|accesso=17 marzo 2020}}</ref> il Psd'Az vede eletto il suo esponente [[Carlo Doria]] alla guida della coalizione di centro-destra.
 
Visto il proseguire dell'alleanza con la Lega, il 2 ottobre 2020 il Psd'Az viene espulso dall'[[Alleanza Libera Europea]].<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/articolo/politica/2020/10/02/efa-ale-alleanza-libera-europea-espelle-il-partito-sardo-d-azione-1-1066220.html|titolo=Efa-Ale (Alleanza libera europea) espelle il Partito sardo d'Azione|sito=L'Unione Sarda.it|data=2020-10-02|lingua=it|accesso=2020-10-06}}</ref>
 
Nel novembre del 2023 i consiglieri Mula, Schirru e Satta aderiscono al gruppo Il Grande Centro e così il numero degli eletti del PSd’Az scende a 5.<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/amp/sardegna/notizie/2023/11/03/manovre-in-vista-delle-regionali-il-grande-centro-si-consolida_48cb8919-5dc0-4361-b5eb-527c19e2662b.html|titolo=Manovre in vista delle regionali, il Grande centro si consolida {{!}} ANSA.it|sito=www.ansa.it|accesso=2023-11-08}}</ref>
 
=== Regionali e comunali del 2024 ===
In vista delle [[elezioni regionali in Sardegna del 2024]] la coalizione di centro-destra, dopo diverse settimane di stallo, a Solinas preferisce il sindaco di Cagliari [[Paolo Truzzu]] ([[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fratelli d'Italia]]), che viene sconfitto; il Partito Sardo d'Azione raccoglie il 5,42% con 3 consiglieri eletti risultando la quinta forza della coalizione; dopo poco più di due mesi i consiglieri Chessa e Maieli lasciano il partito per passare al gruppo misto.<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/politica/psdaz-chessa-e-maieli-al-misto-il-gruppo-non-esiste-piu-in-consiglio-regionale-b72gr7zw|titolo=Psd'Az: Chessa e Maieli al Misto. Il gruppo non esiste più in Consiglio regionale|autore=Roberto Murgia|sito=L'Unione Sarda.it|data=2024-05-14|lingua=it|accesso=2024-05-15}}</ref>
 
La rottura con il centro-destra avviene nel corso delle trattative per la candidatura a sindaco di Cagliari con il PSdAz che annuncia l'addio alla coalizione.<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/multimedia/cagliari-strappo-lega-psdaz-sulla-candidatura-a-sindaco-chessa-torniamo-un-partito-libero-ow25mqq1|titolo=Cagliari, strappo Lega-Psd'Az sulla candidatura a sindaco. Chessa: «Torniamo un partito libero»|sito=L'Unione Sarda.it|data=2024-04-04|lingua=it|accesso=2024-04-04}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.sardegnalive.net/news/politica/503096/amministrative-il-psd-az-lascia-la-coalizione-del-centrodestra|titolo=Amministrative. Il Psd’Az lascia la coalizione del centrodestra|sito=www.sardegnalive.net|lingua=it|accesso=2024-04-05}}</ref> Tuttavia il partito si accorderà e sosterrà i candidati del centro-destra a [[Cagliari]], a [[Sassari]] e ad [[Alghero]] ma con il 2,32%, l'1,58% e il 3,15% non riuscirà ad eleggere alcun consigliere.
 
Nel settembre del 2024 Gianni Chessa, Piero Maieli e Alfonso Marras aderiscono a [[Forza Italia (2013)|Forza Italia]] e così il PSdAz perde la sua rappresentanza in consiglio regionale.<ref>{{Cita web|url=https://www.cagliaripad.it/625546/consiglio-regionale-cancellato-il-psdaz-chessa-maieli-e-marras-in-forza-italia/|titolo=Consiglio regionale, cancellato il Psd'Az: Chessa, Maieli e Marras in Forza Italia|autore=Redazione Cagliaripad|sito=Cagliaripad|data=2024-09-09|lingua=it-IT|accesso=2024-09-09}}</ref>
 
== Congressi ==
* I Congresso Nazionale - [[Oristano]], 16-17 aprile 1921;
* II Congresso Nazionale - [[Oristano]], 29 gennaio 1922;
* III Congresso Nazionale - [[Nuoro]], 28-29 ottobre 1922;
* IV Congresso Nazionale - [[Macomer]], 4 marzo 1923;
* V Congresso Nazionale - [[Macomer]], 27 novembre 1925;
* VI Congresso Nazionale - [[Macomer]], 29-30 luglio 1944;
* VII Congresso Nazionale - [[Oristano]], 17-18 marzo 1945;
* VIII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 12-13 aprile 1947;
* IX Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 3-4 luglio 1948;
* X Congresso Nazionale - [[Oristano]], 18-19 marzo 1951;
* XI Congresso Nazionale - [[Oristano]], 7-8 novembre 1953;
* XII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 6-7 aprile 1957;
* XIII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 25 settembre 1960;
* XIV Congresso Nazionale -
* XV Congresso Nazionale -
* XVI Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 24-25 febbraio 1968;
* XVII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 15-16 febbraio 1974;
* XVIII Congresso Nazionale - [[Oristano]], 13 giugno 1976;
* XIX Congresso Nazionale - [[Oristano]], 2-3 febbraio 1979;
* XX Congresso Nazionale - [[Porto Torres]], 5-6 dicembre 1981;
* XXI Congresso Nazionale - [[Carbonia]], 5-6 maggio 1984;
* XXII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 28 febbraio-2 marzo 1986;
* XXIII Congresso Nazionale - [[Villasimius]] (CA), 8-9 dicembre 1989;
* XXIV Congresso Nazionale - [[Macomer]], 8 dicembre 1992;
* XXV Congresso Nazionale - [[Oristano]], 13-14 marzo 1993;
* XXVI Congresso Nazionale - [[Baia di Chia]] (CA), 11-12 marzo 1995;
* XXVII Congresso Nazionale - [[Alghero]], 6-8 giugno 1997;
* XXVIII Congresso Nazionale - [[Sassari]], 2-3 luglio 2000;
* XXIX Congresso Nazionale - [[Arborea (Italia)|Arborea]] (OR), 13-14 novembre 2004;
* XXX Congresso Nazionale - [[Arborea (Italia)|Arborea]] (OR), 1-2 dicembre 2006;
* XXXI Congresso Nazionale - [[Arborea (Italia)|Arborea]] (OR), 14-15 novembre 2009;
* XXXII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 13-14 ottobre 2012;
* XXXIII Congresso Nazionale - [[Arborea (Italia)|Arborea]] (OR), 24-25 ottobre 2015;
* XXXIV Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 23-24-25 novembre 2018;
* XXXV Congresso Nazionale - Arborea (OR), 17-20-21 aprile 2024;
 
== Segretari ==
Riga 262 ⟶ 261:
* [[Christian Solinas]] (novembre 2015 - in carica)
{{div col end}}
 
== Personaggi che hanno militato nel Partito ==
{{Colonne}}
* [[Christian Solinas]]
* [[Camillo Bellieni]]
* [[Raimondo Carta Raspi]]
* [[Antioco Casula]]
* [[Armando Corona]]
{{Colonne spezza}}
* [[Francesco Fancello]]
* [[Carmelo Floris]]
* [[Emilio Lussu]]
* [[Pietro Mastino]]
{{Colonne spezza}}
* [[Giovanni Battista Melis]]
* [[Luigi Oggiano]]
* [[Stanislao Silesu]]
* [[Stefano Siglienti]]
{{Colonne fine}}
 
== Risultati elettorali ==
Riga 293 ⟶ 273:
| 24.059
| 0,34
| {{Seggi|2|535|Pc=black}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 1946|Politiche 1946]]
Riga 299 ⟶ 279:
| 78.554
| 0,34
| {{Seggi|2|556|Pc=black}}
|-
! width=168px rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1948|Politiche 1948]]
Riga 305 ⟶ 285:
| 61.928
| 0,24
| {{Seggi|1|574|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>{{efn|name=fn1|Si aggiunse [[Emilio Lussu]], senatore di diritto in quanto aventiniano, che poi lasciò il partito}}
| 65.743
| 0,29
| {{Seggi|1|237|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1949|Regionali 1949]]
| 60.525
| 10,4%
| {{Seggi|7|60|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1953|Politiche 1953]]
Riga 321 ⟶ 301:
| 27.231
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| {{Seggi|0|590|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 34.484
| 0,14
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|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1953|Regionali 1953]]
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|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1957|Regionali 1957]]
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|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1958|Politiche 1958]]{{efn|name=fn2|Col [[Movimento Comunità]]<ref>La lista elesse in tutto un deputato nella circoscrizione Torino-Novara-Vercelli, [[Adriano Olivetti]], succeduto poi da [[Franco Ferrarotti]] dopo la sua morte.</ref>}}
Riga 342 ⟶ 322:
| 27.799{{efn|name=fn3|Risultato in Sardegna}}
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|-
! <small>Senato</small>
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|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1961|Regionali 1961]]{{efn|name=fn4|Col [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]]}}
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|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1963|Politiche 1963]]
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| -
| -
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|-
! <small>Senato</small>
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! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1965|Regionali 1965]]{{efn|name=fn4}}
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|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1968|Politiche 1968]]
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| 27.228
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|-
! <small>Senato</small>
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|-
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|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 1972|Politiche 1972]]{{efn|name=fn5|Con [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964)|PSIUP]]<ref>La coalizione elesse tre senatori, tutti esponenti del PCI: [[Pietro Pinna (politico)|Pietro Pinna]], [[Daverio Clementino Giovannetti]] e [[Ignazio Pirastu]].</ref>}}
! <small>Senato</small>
| 189.534
| 0,63
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|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1974|Regionali 1974]]
| 24.780
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|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1979|Politiche 1979]]
Riga 401 ⟶ 381:
| 17.673
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|-
! <small>Senato</small>
| 15.766
| 0,05
| {{Seggi|0|315|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1979|Regionali 1979]]
| 30.238
| 3,3
| {{Seggi|3|80|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1983|Politiche 1983]]
Riga 417 ⟶ 397:
| 91.293
| 0,25
| {{Seggi|1|630|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 76.797
| 0,25
| {{Seggi|1|315|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni europee del 1984 in Italia|Europee 1984]]{{efn|name=fn6|Nella lista [[Federalismo (lista elettorale)|Federalismo]]<ref>La lista elesse [[Michele Columbu]] del Partito Sardo d'Azione.</ref>}}
| 193.430
| 0,55
| {{Seggi|1|81|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1984|Regionali 1984]]
| 136.720
| 13,8
| {{Seggi|12|81|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1987|Politiche 1987]]
Riga 438 ⟶ 418:
| 169.978
| 0,44
| {{Seggi|2|630|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 124.266
| 0,38
| {{Seggi|1|315|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1989|Regionali 1989]]
| 128.025
| 12,4
| {{Seggi|10|80|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni europee del 1989 in Italia|Europee 1989]]{{efn|name=fn7|Nella lista [[Federalismo (lista elettorale)|Federalismo]]<ref>La lista elesse [[Mario Melis (politico)|Mario Melis]] del Partito Sardo d'Azione</ref>}}
| 207.739
| 0,60
| {{Seggi|1|81|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1992|Politiche 1992]]{{efn|name=fn8|Nella lista [[Federalismo (lista elettorale)|Federalismo]]<ref>Alla Camera, la lista elesse [[Giancarlo Acciaro]], del Partito Sardo d'Azione; al Senato [[Valentino Martelli (politico)|Valentino Martelli]], del Partito Sardo d'Azione, poi passato al [[Partito Liberale Italiano|PLI]].</ref>}}
Riga 459 ⟶ 439:
| 154.987
| 0,39
| {{Seggi|1|630|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 174.713
| 0,52
| {{Seggi|1|315|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1994|Politiche 1994]]
Riga 470 ⟶ 450:
| 82.258
| 0,21
| {{Seggi|0|475|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 88.225
| 0,27
| {{Seggi|0|315|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1994|Regionali 1994]]
| 47.000
| 5,1
| {{Seggi|4|64|Pc=black}}
|-
! rowspan=3| [[Elezioni politiche in Italia del 1996|Politiche 1996]]
Riga 486 ⟶ 466:
| 38.002
| 0,10
| {{Seggi|0|155|Pc=black}}
|-
! <small>Camera<br/>maggioritario</small>{{efn|name=fn9|Con [[L'Ulivo]]<ref>I quattro deputati eletti nella quota maggioritaria dichiararono il collegamento con la lista del Partito Sardo d'Azione, ma s'iscrissero poi in due al gruppo parlamentare del [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] ([[Francesco Carboni (politico)|Francesco Carboni]], [[Antonio Attili]]) e in due a quello del [[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]] ([[Antonello Soro]], [[Salvatore Ladu (politico)|Salvatore Ladu]]).</ref>}}
| 269.047
| 0,72
| {{Seggi|0|475|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>{{efn|name=fn10|Con L'Ulivo.<ref> Dei cinque senatori, uno ([[Franco Meloni]]) fu eletto in rappresentanza del Partito Sardo d'Azione.</ref>}}
| 421.331
| 1,29
| {{Seggi|1|315|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni europee del 1999 in Italia|Europee 1999]]{{efn|name=fn11|Lista Consumatori - Padroni in Casa Nostra}}
| 61.185
| 0,20
| {{Seggi|0|87|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 1999|Regionali 1999]]
| 38.422
| 4,5
| {{Seggi|3|64|Pc=black}}
|-
! rowspan=3| [[Elezioni politiche in Italia del 2001|Politiche 2001]]{{efn|name=fn12|Con [[Sardigna Natzione]]}}
Riga 512 ⟶ 492:
| 34.412
| 0,09
| {{Seggi|0|155|Pc=black}}
|-
! <small>Camera<br/>maggioritario</small>
| 40.692
| 0,11
| {{Seggi|0|475|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 32.822
| 0,10
| {{Seggi|0|315|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 2004|Regionali 2004]]
| 32.859
| 3,87
| {{Seggi|3|85|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni europee del 2004 in Italia|Europee 2004]]{{efn|name=fn13|Con [[Lega per l'Autonomia - Alleanza Lombarda|LAL]]-[[Liga Veneta Repubblica|LFV]]-PSd'Az-[[Union für Südtirol|UfS]]}}
| 159.098
| 0,49
| {{Seggi|0|78|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2006|Politiche 2006]]
Riga 538 ⟶ 518:
| 4.267{{efn|name=fn3}}
| -
| {{Seggi|0|630|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 16.733
| 0,05
| {{Seggi|0|315|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2008|Politiche 2008]]
Riga 549 ⟶ 529:
| 14.856
| 0,04
| {{Seggi|0|630|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 15.292
| 0,05
| {{Seggi|0|315|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 2009|Regionali 2009]]
| 35.428
| 4,29
| {{Seggi|4|80|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2013|Politiche 2013]]
Riga 565 ⟶ 545:
| 18.585
| 0,05
| {{Seggi|0|630|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 18.602
| 0,06
| {{Seggi|0|315|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 2014|Regionali 2014]]
| 31.886
| 4,67
| {{Seggi|4|60|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2018|Politiche 2018]]{{efn|name=fn15|Nella [[Lega Nord|Lega]]<ref>Inper Sardegna la lista elegge un deputato, [[Guido De Martini]], dellaSalvini Premier|Lega Nord Sardegna, e un senatore, Christian Solinas, del Partito Sardo d'Azione (cui il 19 giugno 2019 subentra la leghista [[Michelina Lunesu]], in seguito all'elezione di Solinas a Presidente della giunta regionale).</ref>}}
! <small>Camera</small>
| 93.771{{efn|name=fn3}}
| -
| {{Seggi|0|630|Pc=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 93.812{{efn|name=fn3}}
| -
| {{Seggi|1|315|Pc=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 2019|Regionali 2019]]{{efn|name=fn16|Si aggiunse Christian Solinas, in quanto Presidente della giunta regionale.}}
| 69.892
| 9,90
| {{Seggi|7|60|Pc=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2022|Politiche 2022]]{{efn|name=fn15}}
! <small>Camera</small>
| 42.860{{efn|name=fn3}}
| -
| {{Seggi|0|630|c=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 47.060{{efn|name=fn3}}
| -
| {{Seggi|0|200|c=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 2024|Regionali 2024]]
| 37.341
| 5,41
| {{Seggi|3|60|c=black}}
|-
| colspan=5 align=left| {{Gruppo di note}}
Riga 600 ⟶ 596:
 
== Bibliografia ==
* Umberto Cao (Y.K.), ''Per l'Autonomia!'', Cagliari, 1918.
* Egidio Pilia, ''L'autonomia sarda: basi, limiti e forme'', Cagliari, 1920.
* Egidio Pilia, ''L'autonomia doganale'', Cagliari, 1921.
* Eligio Carcangiu, ''La Sardegna può bastare a se stessa? : studio economico-sociale dei problemi sardi'', Cagliari, 1944.
* Gonario Pinna, ''Il problema politico del federalismo'', Sassari, 1945.
* Paolo Pili, ''Grande cronaca, minima storia'', Cagliari, 1946.
* Sebastiano Brusco, ''Il congresso di Nuoro del Partito Sardo d'Azione'' in "Ichnusa" n. 45, 1961.
* ''Luigi Battista Puggioni e il Psd'A: 1919-1955'', a cura di L. Nieddu, Cagliari, 1962.
* ''L'autonomia politica della Sardegna 1965: con la pubblicazione degli atti del congresso provinciale del Partito Sardo d'Azione in Ozieri'', a cura di A. Simon Mossa, Sassari, Sardegna Libera, 1966.
* Bartolomeo Sotgiu, ''Scritti politici, 1945-1951'', Sassari, 1967.
* {{cita libro|autore=[[Emilio Lussu]]|titolo=Marcia su Roma e dintorni|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1974|cid=Lussu 1974}}
* Emilio Lussu, ''Sardismo e federalismo'' (scritti 1932-38), in ''Per l'Italia dall'esilio'', a cura di M. Brigaglia, Cagliari, 1976.
* Dino Giacobbe, ''Sardismo e antifascismo'', in ''L'antifascismo sardo: testimonianze dei protagonisti'', a cura di C. Sole, Cagliari, 1978.
* Antonio Simon Mossa, ''Le ragioni dell'indipendentismo. Il Partito Sardo d'Azione e la lotta di liberazione anticolonialista'', a cura di A. Cambule, R. Giagheddu e G. Marras, Sassari, S'Iscola Sarda, 1984.
* Camillo Bellieni, ''Partito sardo d'azione e Repubblica Federale. Scritti 1919-1925'', a cura di L. Nieddu, Sassari, 1985.
* Mario Melis, ''Discorsi'', Cagliari, 1989.
* Lorenzo Palermo, ''Agenda: scontri, forze, polemiche, idee di un anno di azione del partito sardo'', Nuoro, 1999.
 
=== Saggi e articoli sul Partito Sardo d'Azione ===
* Michele Pinna (a cura di), ''Il Partito Sardo d'Azione nella storia della Sardegna contemporanea'', Sassari, 1992.
* Salvatore Cubeddu, ''Sardisti. Viaggio nel Partito Sardo d'Azione'', 2 voll., Sassari, 1992-95.
* Francesco Atzeni e Lorenzo Del Piano, ''Intellettuali e politici tra sardismo e fascismo'', Cagliari, 1993.
* Gianfranco Murtas, ''La seconda scissione sardista (1967-1968)'', in ''Quaderni Bolotanesi'' n. 20, 1994.
* Adriano Bomboi, ''L'indipendentismo sardo. Le ragioni, la storia, i protagonisti'', Cagliari, Condaghes, 2014.
 
== Voci correlate ==
*[[Indipendentismo sardo]]
* [[Sardismo]]
* [[Partito Sardo d'Azione Socialista]]
* [[Sardigna Natzione Indipendentzia]]
 
* [[Progetto Sardegna]]
== Altri progetti ==
* [[Movimento per l'Autonomia]]
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Antifascismo}}
{{Partiti politici italiani}}
{{Partiti politici del Regno d'Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|politica|Sardegna|socialismo}}
 
[[Categoria:Partiti politici sardi]]