| == Storia == === Dominazione russa === [[File:Остров Сахалин (книга).jpg|thumb|Copertina del libro ''[[L'isola di Sachalin]]'', di [[Anton PavlovičČechov]], in cui menziona i coreani di Sachalin]] La [[diaspora coreana]] in [[Impero russo|Russia]] ebbe inizio attorno al [[1864]]<ref>{{Cita libro |autore=Cherepanova |titolo=Корейцы на российском Дальнем Востоке |anno=2004 |città=Vladistovok}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.arirang.ru/library/lib166.htm |titolo=Корейцы на российском Дальнем Востоке |data=2004 |lingua=ru |accesso=18 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201126175423/https://arirang.ru/library/lib166.htm |urlmorto=no}}</ref> e la popolazione sull'isola di [[Sachalin]] fu menzionata per la prima volta nel[[1890]]dallo scrittore e drammaturgo russo [[Anton PavlovičČechov]], che in quell'anno compì un censimento personale per il suo libro ''[[L'isola di Sachalin]]'', affermando che, su circa {{formatnum:28000}} abitanti, 67 erano provenienti dalla [[Corea]].<ref>{{Cita web |url=http://www.arirang.ru/news/2014/14023.htm |titolo=Пак Сын Ы. Проблемы Сахалинских Корейцев: История И Нерешённые Вопросы |data=9 novembre 2014 |lingua=ru |accesso=18 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201202192549/https://www.arirang.ru/news/2014/14023.htm |urlmorto=no}}</ref>   === Colonialismo giapponese === [[File:Japan Russia Treaty of Peace 5 September 1905.jpg|thumb|Testo originale del [[trattato di Portsmouth]], che sancì la divisione territoriale dell'isola di Sachalin]]   In seguito alla schiacciante vittoria riportata nella [[guerra russo-giapponese]] del [[1904]]-[[1905]], [[Sachalin]] fu interamente invasa dall'[[Dai-Nippon Teikoku Rikugun|esercito imperiale nipponico]], ma con il [[Trattato di Portsmouth]] fu assegnata al Giappone solo la parte meridionale dell'isola al di sotto del 50º parallelo N.<ref>{{Cita web|url=http://www.jacar.go.jp/english/nichiro/sumitsuin.htm|titolo=Partial record of Privy Council meeting to ratify the treaty (from the National Archives of Japan)|accesso=22 gennaio 2023|lingua=en}}</ref> Qui, attorno al[[1910]], ebbe inizio la prima vera immigrazione coreana a Sachalin, quando l'azienda giapponese [[Mitsui]] iniziò a reclutare lavoratori dalla penisola coreana per il lavoro minerario.<ref name="bibliografia">{{Cita libro |autore=Masafumi Miki |titolo="戦間期樺太における朝鮮人社会の形成―『在日』朝鮮人史研究の空間性をめぐって |lingua=jp |p=68}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://variety.com/1996/film/reviews/a-forgotten-people-the-sakhalin-koreans-1200445778/|titolo=A Forgotten People: The Sakhalin Koreans|data=21 maggio 1996|accesso=16 agosto 2022|lingua=en}}</ref> Nel[[1920]], dieci anni dopo il [[trattato di annessione nippo-coreano]] che sancì l'annessione della Corea all'impero giapponese, la popolazione coreana nell'allora [[prefettura di Karafuto]] contava poco meno di un migliaio di individui, prevalentemente maschi.<ref>{{Cita web |url=http://world.lib.ru/k/kim_o_i/str1rtf.shtml |titolo="Корейцы на Сахалине (Koreans in Sakhalin)" |autore=German Nikolaevich Kim |data=9 dicembre 2004 |lingua=ru |accesso=21 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200805064104/http://world.lib.ru/k/kim_o_i/str1rtf.shtml |urlmorto=no}}</ref> A parte un'ondata di rifugiati provenienti dal [[territorio del Litorale]] successiva alla [[rivoluzione russa]], il numero degli abitanti nella prefettura non aumentò di molto fino alla prima metà degli [[anni 1930]], quando raggiunse poco meno di {{formatnum:6000}} abitanti coreani.<ref name=bibliografia/><ref>{{Cita libro |autore=Tessa Morris-Suzuki |titolo=Northern Lights: The Making and Unmaking of Karafuto Identity |anno=2001 |editore=Journal of Asian Studies |pp=645-671}}</ref> Nella seconda metà degli anni 1930, con l'aumento degli impegni bellici del Giappone, il governo imperiale varò una legge di mobilitazione nazionale obbligatoria per almeno un maschio di ogni famiglia coreana,<ref>{{Cita web |url=https://www.hapskorea.com/sakhalin-koreans-story-people-without-country-trying-make-home/|titolo=Sakhalin Koreans: The Story of a People without a Country Trying to Make a Home|data=3 novembre 2013|accesso=7 settembre 2022|lingua=en}}</ref> al fine di garantire il controllo sul territorio e soddisfare le crescenti richieste delle miniere di carbone e dei depositi di legname; in questo periodo immigrarono quindi oltre {{formatnum:150000}} coreani.<ref name="miniere">{{Cita web |url=http://times.hankooki.com/lpage/nation/200502/kt2005021817362210580.htm |titolo="3,100 Sakhalin Koreans yearn to return home" |autore=Jin-woo Lee |data=18 febbraio 2005 |lingua=en |accesso=21 novembre 2020 |dataarchivio=2 gennaio 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070102055241/http://times.hankooki.com/lpage/nation/200502/kt2005021817362210580.htm |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web |url=https://it.rbth.com/turismo/2013/12/12/dove_la_russia_abbraccia_il_giappone_28507 |titolo=Dove la Russia abbraccia il Giappone |autore=Vasily Avchenko |data=12 dicembre 2020 |accesso=24 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200928151919/https://it.rbth.com/turismo/2013/12/12/dove_la_russia_abbraccia_il_giappone_28507 |urlmorto=no}}</ref>   ==== L'invasione sovietica e i massacri giapponesi ==== {{Vedi anche|Guerra sovietico-giapponese (1945)|Invasione di Sachalin (1945)}} Durante gli anni 1930 l'[[Dai-Nippon Teikoku Rikugun|esercito imperiale giapponese]] coinvolse le minoranze etniche locali ([[Ainu]], [[Nivchi]] e [[Orok|Orocioni]]) nelle attività di spionaggio contro i sovietici nella metà dell'isola da questi controllata. Tentarono anche di impiegare dei coreani in queste missioni, poiché pure loro erano presenti anche nella porzione sovietica; tuttavia queste operazioni non ebbero successo, a causa dei sospetti dei sovietici nei confronti del nazionalismo coreano. Nel [[1937]], poi, i coreani di Sachalin residenti nella zona russa vennero [[deportazione|deportati]] in varie zone dell'[[Asia Centrale]].<ref name="deportazione">{{Cita libro |autore=Gil-seong Choe |titolo=樺太における日本人の朝鮮人虐殺 |anno=2005 |editore=Miraisha |lingua=ja |pp=289-296}}</ref>   [[File:Sakhalin Koreans.jpg|thumb|Famiglia coreana emigrata a [[Sachalin]] durante la dominazione giapponese negli [[anni 1940]]]]   L'11 agosto [[1945]], nelle fasi finali della [[seconda guerra mondiale]], l'[[Unione Sovietica]] invase la parte giapponese di Sachalin.<ref>{{Cita|Liddell Hart 2009|p. 971|Hart2009}}.</ref> Durante i combattimenti morirono circa {{formatnum:3500}}-{{formatnum:3700}} civili giapponesi (tra cui alcuni di origine coreana), principalmente a causa di bombardamenti navali sovietici.<ref>{{Cita web|url=https://codenames.info/operation/south-sakhalin-offensive-operation/|titolo=South Sakhalin Offensive Operation|accesso=24 gennaio 2023|lingua=en}}</ref> Nella confusione che seguì si diffuse tra i giapponesi il sospetto che i residenti coreani stessero lavorando come spie per conto della stessa Unione Sovietica: ciò portò a massacri indiscriminati da parte della polizia e della popolazione.   [[File:KarafutoMassacresMap.png|frame|right|Luoghi dei massacri<br />1: Shikuka, oggi [[Poronajsk]] ({{coreano|上敷香}})<br />2: Maoka, oggi [[Cholmsk]] ({{coreano|瑞穂村}})<br />{{legenda|#AE4242|[[Unione Sovietica]]|border=1px solid black}} {{legend|#E7D67B|[[Impero giapponese]]|border=1px solid black}}]]   Nonostante la quantità generalmente limitata di informazioni sui massacri, i due ada oggi più noti sono quello di Shikuka, avvenuto il 18 agosto 1945, e quello nel villaggio di Maoka, che durò dal 20 al 23 agosto. A Shikuka la [[polizia imperiale giapponese]] arrestò 19 coreani con l'accusa di svolgere attività di spionaggio; di questi, 18 furono uccisi a colpi d'[[arma da fuoco]] all'interno della stazione di polizia il giorno successivo,<ref>{{Cita web |url=http://www.aurora-net.or.jp/user/tamura/sakha2-13.htm |titolo=サハリンレポートによる記事 |autore=Sakha Tamira |data=27 novembre 2006 |accesso=22 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160501103333/http://www.aurora-net.or.jp/user/tamura/sakha2-13.htm |urlmorto=no}}</ref> mentre l'unico sopravvissuto, un coreano di nome Nakata, si salvò nascondendosi nei bagni.<ref>{{Cita|Eidai Hayashi 1992||Hayashi1992}}.</ref> Nel villaggio di Maoka invece le truppe giapponesi accusarono alcuni coreani di collaborazionismo con l'Armata Rossa e di saccheggio di proprietà giapponesi e, sebbene coreani e giapponesi lavorassero insieme in fattorie e progetti di costruzione, i civili giapponesi si rivoltarono contro i loro vicini coreani, uccidendone 27.<ref name=deportazione/> Secondo informazioni rinvenute dagli storici, altri coreani furono uccisi per coprire le prove delle atrocità commesse dai giapponesi durante l'evacuazione dell'isola: anni dopo una donna, in un'intervista fatta da una commissione di giornalisti [[Stati Uniti d'America|statunitensi]] e sovietici che indagava sulla questione dei [[Prigioniero di guerra|prigionieri di guerra]] [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] detenuti dall'esercito imperiale giapponese nei [[Campo di concentramento|campi di concentramento di Sachalin]], rivelò che durante i massacri il suo amante di etnia coreana fu assassinato dopo aver assistito all'esecuzione di massa di centinaia di prigionieri di guerra americani.<ref>{{Cita web |url=http://memory.loc.gov/frd/tfrussia/tfrhtml/tfrsplit/tfr010.html |titolo="Task Force Russia -- Biweekly Report 19 December 1982 - 8 January 1993 (12th Report)" |data=8 gennaio 1993 |lingua=en |accesso=22 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201007222453/http://memory.loc.gov/frd/tfrussia/tfrhtml/tfrsplit/tfr010.html |urlmorto=no}}</ref>   === Annessione all'URSS === ==== Il tentativo di rimpatrio ==== Negli anni successivi all'invasione sovietica, la maggior parte dei {{formatnum:400000}} civili coreanigiapponesi che non erano già stati rimpatriati dopo l'evacuazione dell'isola riuscirono a tornare in Giappone a seguito dell'accordo USA-URSS sul rimpatrio di coloro che erano rimasti nell'Unione Sovietica dopo la [[seconda guerra mondiale]], firmato nel dicembre[[1946]]. Molti coreani ({{formatnum:150000}} secondo le stime) tornarono in Giappone, mentre altri andarono in [[Corea del Sud]]; tuttavia circa {{formatnum:43000}} non furono accettati per il rimpatrio dal Giappone,<ref>{{Cita web |url=https://rbth.asia/blogs/2013/08/01/how_25_thausand_miners_were_marooned_on_a_distant_island_48317.html |titolo=How 25 thousand miners were marooned on a distant island |lingua=en |accesso=19 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160118120433/http://rbth.asia/blogs/2013/08/01/how_25_thausand_miners_were_marooned_on_a_distant_island_48317.html |urlmorto=sì}}</ref> non riuscendo a tornare nemmeno in patria, la Corea, a causa della difficile situazione politica.<ref name=miniere/> Il governo sovietico inizialmente elaborò piani per rimpatriare i coreani assieme ai giapponesi, riscontrando però l'opposizione dell'amministrazione locale di Sachalin (anche se alcune fonti dichiarano l'opposizione da parte dello stesso capo del governo [[Iosif Stalin]]),<ref name="stateless">{{Cita web |url=http://times.hankooki.com/lpage/opinion/200601/kt2006010516434554130.htm |titolo="Stateless in Sakhalin" |autore=Andrei Lankov |data=5 gennaio 2006 |lingua=en |accesso=22 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060221144952/http://times.hankooki.com/lpage/opinion/200601/kt2006010516434554130.htm |urlmorto=no}}</ref> che sosteneva che la manodopera dei cittadini russi in arrivo dalla terraferma non sarebbe stata sufficiente per sostituire quella dei lavoratori qualificati già rimpatriati. Questo portòada un'indecisione sul destino finale dei coreani rimasti su Sachalin che persistette fino allo scoppio della [[guerra di Corea]], che rese il rimpatrio politicamente impossibile.<ref>{{Cita web |url=http://rbth.asia/blogs/2013/08/01/how_25_thausand_miners_were_marooned_on_a_distant_island_48317.html |titolo="How 25 thousand miners were marooned on a distant island" |autore=Andrei Lankov |data=1º agosto 2013 |lingua=en |accesso=22 novembre 2020 |dataarchivio=2 agosto 2013 |urlarchivio=https://archive.todayis/20130802030734/http://rbth.asia/blogs/2013/08/01/how_25_thausand_miners_were_marooned_on_a_distant_island_48317.html |urlmorto=sì }}</ref> Nel[[1957]]la Corea del Sud chiese a [[Tokyo]] che i coreani rimasti sull'isola fossero trasferiti in Giappone, ma il governo nipponico non intraprese alcuna azione concreta, incolpando l'intransigenza sovietica per la mancanza di progressi nella risoluzione della questione. La vera motivazione era tuttavia una legge che permetteva l'ingresso solo ai coreani provenienti da Sachalin "che erano sposati con cittadini giapponesi o avevano un genitore giapponese".<ref>{{Cita web |url=http://www.news.ch/Japan+refused+to+help+Koreans+leave+Sakhalin+island/26316/detail.htm |titolo="Japan refused to help Koreans leave Sakhalin" |data=19 dicembre 2000 |lingua=en |accesso=22 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160118120434/http://www.news.ch/Japan+refused+to+help+Koreans+leave+Sakhalin+island/26316/detail.htm |urlmorto=no}}</ref> Nel frattempo il numero di cittadini di etnia coreana nell'isola aumentò con l'arrivo di {{formatnum:8000}} espatriati [[Corea del Nord|nordcoreani]], reclutati dal governo sovietico come pescatori.<ref>{{Cita web |url=https://www.koreatimes.co.kr/www/news/nation/2009/12/120_54137.html |titolo="N. Korean Mirage Collapses in Sakhalin" |autore=Andrei Lankov |data=23 ottobre 2009 |lingua=en |accesso=22 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181210125100/http://www.koreatimes.co.kr/www/news/nation/2009/12/120_54137.html |urlmorto=no}}</ref>   Negli anni seguenti, nel tentativo di integrare i lavoratori coreani, che non avevano familiarità con il sistema sovietico e non erano in grado di parlare il [[Lingua russa|russo]], vennero istituite scuole in cui si utilizzava la [[lingua coreana]] come mezzo di istruzione.<ref name="integrazione">{{Cita web |url=http://times.hankooki.com/lpage/nation/200409/kt2004092218583111950.htm |titolo="Koreans in Russia: Historical Perspective" |autore=Byung-yool Ban |data=22 settembre 2004 |lingua=en |accesso=22 novembre 2020 |dataarchivio=18 marzo 2005 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050318164348/http://times.hankooki.com/lpage/nation/200409/kt2004092218583111950.htm |urlmorto=sì }}</ref> Tuttavia, a causa di alcune credenze popolari, si pensava che i coreani di Sachalin fossero stati "infettati dallo spirito giapponese" e quindi le autorità sovietiche locali non si fidavano di loro, non concedendo loro la gestione di [[Kolchoz|fattorie collettive]], mulini, fabbriche, scuole o ospedali,<ref name=integrazione/> gestione che, invece, venne lasciata al gruppo etnico dei [[Koryo-saram]], ovvero i coreani provenienti dall'[[Asia centrale]], che al confronto dei coreani di Sachalin erano [[Bilinguismo|bilingui]], dato che parlavano sia il russo sia il coreano. Questa situazione portò ben presto gravi conseguenze, tra cui lo sviluppo di termini denigratori in coreano contro i Koryo-saram,<ref name=integrazione/><ref>{{Cita|Eun-Jeong Han, Min Wha Han & Jonghwa Lee 2019|pp. 217-232|Han2019}}.</ref> come ''"kchyntanbjandžja"''.<ref>{{Cita web |url=http://mion.isu.ru/filearchive/mion_publcations/russ-ost/diaspr/6.html |titolo="Актуальные проблемы корейской диаспоры в Центральной Азии|autore=Kim German Nikolaevič e Chan Valerij Sergeevič|data=2001|accesso=23 gennaio 2023|lingua=ru}}</ref> Tuttavia, a causa di alcune credenze popolari, si pensava che i coreani di Sachalin fossero stati "infettati dallo spirito giapponese" e quindi le autorità sovietiche locali non si fidavano di loro, non concedendo loro la gestione di [[Kolchoz|fattorie collettive]], mulini, fabbriche, scuole od ospedali,<ref name=integrazione/> gestione che, invece, venne lasciata al gruppo etnico dei [[koryo-saram]], ovvero i coreani provenienti dall'[[Asia centrale]], che al confronto dei coreani di Sachalin erano [[Bilinguismo|bilingui]], dato che parlavano sia il russo che il coreano.
 Questa situazione portò ben presto gravi conseguenze, tra cui lo sviluppo di termini denigratori in coreano contro i koryo-saram,<ref name=integrazione/><ref>{{Cita|Eun-Jeong Han, Min Wha Han & Jonghwa Lee 2019|p. 217-232|Han2019}}.</ref> come ''"kchyntanbjandžja"''.<ref>{{Cita web |url=http://mion.isu.ru/filearchive/mion_publcations/russ-ost/diaspr/6.html |titolo="Актуальные проблемы корейской диаспоры в Центральной Азии|autore=Kim German Nikolaevič e Chan Valerij Sergeevič|data=2001|accesso=23 gennaio 2023|lingua=ru}}</ref>
   Durante gli [[anni 1950]] la politica del governo di Sachalin nei confronti dei coreani subì continui cambiamenti in base alle [[Relazioni internazionali della Corea del Nord|relazioni bilaterali tra Corea del Nord e Unione Sovietica]]; in base a queste, i sovietici, su richiesta della Corea del Nord, decisero di trattare i coreani di Sachalin come cittadini nordcoreani e, attraverso il consolato nordcoreano, vennero istituiti appositi gruppi di studio e altre strutture educative. Alla fine degli anni 1950, tuttavia, divenne sempre più difficile per i coreani di Sachalin ottenere la cittadinanza sovietica e perciò molti decisero di ottenere quella nordcoreana piuttosto che affrontare l'onere di rimanere [[Apolidia|apolidi]], che includeva gravi restrizioni alla loro libertà di movimento e l'obbligo di richiedere il permesso al governo locale per viaggiare al di fuori dell'isola.<ref name=stateless/> Nel [[1960]]solo il 25% era riuscito a ottenere la cittadinanza sovietica, il 65% quella nordcoreana, mentre il restante 10% non aveva nessuna delle dueede risultava apolide.<ref>{{Cita libro |autore=Miki Ishikida |titolo=Toward Peace: War Responsibility, Postwar Compensation, and Peace Movements and Education in Japan |anno=2005 |ISBN=0-595-35063-1}}</ref> Tuttavia, a causa del successivo deterioramento delle relazioni bilaterali, le autorità sovietiche agirono per ridurre l'influenza della Corea del Nord all'interno della comunità e, all'inizio degli [[anni 1970]], i coreani di Sachalin furono nuovamente incoraggiati a richiedere la cittadinanza sovietica.<ref name=stateless/>   ==== Attenzioni dal resto del mondo ==== Tra la fine degli [[anni 1960]] e l'inizio degli [[anni 1970]] la situazione dei coreani di Sachalin migliorò notevolmente, grazie alla maggiore attenzione datale dal resto del mondo. A partire dal 1966 Park No Hak, un ex-coreano di Sachalin che in precedenza aveva ricevuto il permesso di lasciare l'isola e stabilirsi in Giappone in virtù del fatto di avere una moglie giapponese, presentò una petizione al governo nipponico per discutere la questione dei coreani di Sachalin con il governo sovietico. Le sue azioni ispirarono diversi coreani, che decisero di formare un'organizzazione per il rimpatrio dei loro connazionali; in risposta, la [[Corea del Sud]] diede inizio a trasmissioni radiofoniche che miravano a sensibilizzare il popolo circa la situazione dei coreani di Sachalin.<ref>{{Cita|Hyeong-ju Park 2001||Park2001}}.</ref> Allo stesso tempo Rei Mihara, una casalinga di [[Tokyo]], formò un'associazione simile in Giappone e, assieme a 18 avvocati giapponesi, tentò di citare in giudizio il governo nipponico per costringerlo ad accettare la responsabilità diplomatica e finanziaria per il trasporto dei coreani di Sachalin sino alla Corea del Sud.<ref name="time">{{Cita web |url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,913836,00.html |titolo="The Forsaken People" |data=12 gennaio 1976 |lingua=en |accesso=22 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130814020629/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,913836,00.html |urlmorto=no}}</ref>   Grazie a queste iniziative, il governo sovietico iniziò finalmente a consentire ai coreani di Sachalin di naturalizzarsi.<ref name=integrazione/> Tuttavia il 10% della comunità continuò a rifiutare la cittadinanza sovietica e nordcoreana, chiedendo il rimpatrio in Corea del Sud.<ref>{{Cita libro |autore=John J. Stephan |titolo=Sakhalin Island: Soviet Outpost in Northeast Asia"|anno=1971 |url=https://archive.org/details/sakhalinhistory0000step }}</ref> Nel [[1976]]oltre {{formatnum:2000}} persone ottennero il permesso di partire da Sachalin per rimpatriare e nello stesso anno il governo locale fece sì che chi emigrava verso la Corea del Sud potesse semplicemente recarsi all'Ufficio Immigrazione per presentare una richiesta. In una settimana l'amministrazione locale ricevette più di 800 richieste di questo tipo, comprese alcune da cittadini nordcoreani; ciò indusse l'ambasciata nordcoreana a lamentarsi della nuova politica sull'emigrazione e così le autorità sovietiche si videro obbligate a non rilasciare visti di uscita alla maggior parte degli interessati, suscitando manifestazioni pubbliche di protesta. Ciò comportò nuove deportazioni e, nel novembre 1976, più di 40 manifestanti vennero arrestati e deportati in Corea del Nord.<ref name=time/>   === Fine dell'URSS e periodo post-sovietico === ==== Il miglioramento dei rapporti con il Giappone ==== Nel 1976 i governi sovietico e giapponese erano riusciti ad accordarsi per effettuare il trasferimento di alcuni coreani di Sachalin nel paese nipponico; tuttavia l'accordo saltò a causa di un pilota sovietico che disertò col suo [[caccia intercettore]] [[Mikoyan-Gurevich MiG-25|Foxbat]] atterrando in un aeroporto giapponese.<ref name=latimes>{{Cita web|url=https://www.latimes.com/archives/la-xpm-1986-02-02-mn-3318-story.html|titolo=Exiled Sakhalin Koreans Yearn to Go Home Again|autore=Andrew Horvat|data=2 febbraio 1986|accesso=16 agosto 2022|lingua=en|dataarchivio=5 settembre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230905151122/https://www.latimes.com/archives/la-xpm-1986-02-02-mn-3318-story.html|urlmorto=no}}</ref> Qualche anno dopo, nel [[1983]], un altro piano, che aveva come obiettivo di consentire ai parenti sudcoreani di recarsi a Sachalin attraverso il Giappone, fallì dopo che i sovietici abbatterono un aereo di linea coreano proprio vicino all'isola.<ref name=latimes/>   Nella metà degli [[anni 1980]] il rapporto tra i coreani di Sachalin e il Giappone subì una svolta con l'approvazione, nel [[1985]], del finanziamento per il rimpatrio della prima generazione di immigrati;<ref name="Giappone">{{Cita web |url=http://www.thesakhalintimes.com/modules.php?name=News&file=article&sid=728 |titolo="Sakhalin Koreans discuss Japan strategy" |data=28 maggio 2004 |lingua=en |accesso=23 novembre 2020 |dataarchivio=28 settembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928002743/http://www.thesakhalintimes.com/modules.php?name=News&file=article&sid=728 |urlmorto=sì }}</ref> allo stesso tempo, due anni dopo, l'Unione Sovietica cominciò a liberalizzare le leggi sull'emigrazione.<ref>{{Cita libro |autore=Geoffrey Aronson |titolo="Soviet Jewish Emigration, the United States, and the Occupied Territories" |anno=1990 |editore=Journal of Palestines Studies |pp=30-45}}</ref> Successivamente, il 18 aprile[[1990]], durante un'intervista il ministro degli affari esteri giapponese [[Taro Nakayama]] chiese ufficialmente scusa ai coreani di Sachalin per le tragedie subite negli anni dell'occupazione.<ref>{{Cita web |url=http://kokkai.ndl.go.jp/ |titolo="第118回国会衆議院外務委員会議録3号 |data=18 aprile 1990 |lingua=ja |accesso=23 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201122235741/https://kokkai.ndl.go.jp/ |urlmorto=no}}</ref> Con l'inizio del XXI secolo il Giappone stanziò circa 5 milioni di dollari per costruire un centro culturale a Sachalin,<ref name=Giappone/> che avrebbe dovuto contenere una biblioteca, una sala espositiva, aule di lingua coreana e altre strutture. Nel[[2004]], però, il progetto non era ancora iniziato, causando le proteste dei coreani di Sachalin.<ref>{{Cita web |url=http://findarticles.com/p/articles/mi_m0XPQ/is_2000_Oct_2/ai_66169200/ |titolo="Sakhalin's Koreans angry over delay in cultural center" |data=20 ottobre 2000 |lingua=en |accesso=23 novembre 2020 |dataarchivio=15 giugno 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110615175951/http://findarticles.com/p/articles/mi_m0XPQ/is_2000_Oct_2/ai_66169200/ |urlmorto=sì }}</ref>   ==== L'influenza coreana ==== Durante gli [[anni 1990]] a Sachalin vennero istituite comunicazioni attraverso il commercio e voli diretti per il rimpatrio. Da quel momento le nazioni della penisola coreana iniziarono a competere apertamente per avere una maggiore influenza sui coreani di Sachalin. I programmi televisivi e radiofonici sia della [[Corea del Nord]] sia della [[Corea del Sud]], così come i programmi locali, iniziarono a essere trasmessi sulla neonata [[Sakhalin Korean Broadcasting]], l'unica stazione televisiva coreana in tutta la [[Russia]].<ref>{{Cita web |url=http://vn.vladnews.ru/Arch/1997/ISS157/NEWS.HTM |titolo="Forgotten Prisoners" |autore=Lucy Jones |data=30 dicembre 1997 |lingua=en |accesso=24 novembre 2020 |dataarchivio=10 ottobre 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061010041134/http://vn.vladnews.ru/Arch/1997/ISS157/NEWS.HTM |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://english.yna.co.kr/Engnews/20050708/500100000020050708120824E0.html |titolo="Wave of dramas from homeland uplifts Sakhalin Koreans" |autore=Hyum Kim |data=8 luglio 2007 |lingua=en |accesso=24 novembre 2020 |dataarchivio=27 settembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927001305/http://english.yna.co.kr/Engnews/20050708/500100000020050708120824E0.html |urlmorto=sì }}</ref> Per prevalere nei rapporti con i coreani di Sachalin, la Corea del Nord decise di negoziare con la Russia per avere relazioni economiche più strette con Sachalin,<ref>{{Cita web |url=http://news.tradingcharts.com/futures/8/7/86078878.html |titolo="North Korea calls for greater relations with Sakhalin" |data=23 novembre 2006 |lingua=en |accesso=24 novembre 2020 |dataarchivio=5 settembre 2023 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230905151116/https://futures.tradingcharts.com/news/ |urlmorto=no }}</ref> attraverso la sponsorizzazione, nel [[2006]], di una mostra d'arte nel capoluogo dell'isola, [[Južno-Sachalinsk]].<ref>{{Cita web |url=http://www.thesakhalintimes.com/modules.php?name=News&file=article&sid=2922 |titolo="North Korean Art Exhibition being held in Sakhalin" |data=20 novembre 2006 |lingua=en |accesso=24 novembre 2020 |dataarchivio=20 novembre 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061120170329/http://www.thesakhalintimes.com/modules.php?name=News&file=article&sid=2922 |urlmorto=sì }}</ref> Ciò permise a diversi coreani di Sachalin di tornare in Corea del Nord, alcuni per trovare i parenti, altri invece, {{formatnum:1000}} secondo alcuni studi accademici,<ref name=uno/> per rimpatriare.<ref name=rimpatriati/> Tuttavia l'ascesa dell'economia sudcoreana, combinata con le continue turbolenze economiche e politiche della Corea del Nord, rese l'opzione di rimpatrio meno conveniente, portando anzi molti nordcoreani a rifugiarsi sull'isola di Sachalin per sfuggire ai campi di lavoro.<ref name="Nota 34">{{Cita web |url=http://nkhumanrights.or.kr/bbs/board2/files/57_yeo-sangyoon.doc |titolo="Situation and Protection of North Korean Refugees in Russia" |data=4 gennaio 2006 |lingua=en |accesso=24 novembre 2020 |dataarchivio=4 gennaio 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060104012148/http://nkhumanrights.or.kr/bbs/board2/files/57_yeo-sangyoon.doc |urlmorto=sì }}</ref>   In risposta alle operazioni nordcoreane, la Corea del Sud, congiuntamente alla [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|Croce Rossa]] giapponese, decise di creare un sistema di viaggi per permettere agli anziani di Sachalin di andare a trovare i propri parenti in Corea.<ref name="redcross">{{Cita web |url=http://redcross.or.kr/www/eng/service.jsp?pageindex=7 |titolo="Inter-Korean Affairs: Family Reunions" |data=26 novembre 2006 |lingua=en |accesso=24 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090228082351/http://www.redcross.or.kr/www/eng/service.jsp?pageindex=7|urlmorto=sì}}</ref> L'associazione umanitaria giapponese organizzò così, tra il 2000 e il 2002, 167 viaggi con un afflusso totale di {{formatnum:14122}} coreani di Sachalin;<ref name="redcross"/> contemporaneamente sì occupò di un programma che permetteva loro di rimanere in patria; questo programma coinvolse {{formatnum:1544}} persone.<ref name="redcross"/> Grazie ad altre fondazioni, un gruppo di 816 coreani di Sachalin fu portato in un insediamento costruito per loro nella città sudcoreana di [[Ansan (Corea del Sud)|Ansan]].<ref name="latimes2">{{Cita web|url=http://articles.latimes.com/2007/dec/30/news/adfg-khome30|titolo=Torn between two lands|autore=Burt Herman|data=30 dicembre 2007|lingua=en|accesso=24 dicembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121020195948/http://articles.latimes.com/2007/dec/30/news/adfg-khome30|urlmorto=no}}</ref> Diversi imprenditori sudcoreani decisero di contribuire alla creazione di strutture per i coreani di Sachalin, attirati dalle diverse forniture di [[gas naturale liquefatto]], presente in grandi quantità nella zona.<ref>{{Cita web |url=https://it.rbth.com/economia/2013/10/01/gazprom_e_rosneft_sul_futuro_del_gas_a_sakhalin_26997 |titolo=Gazprom e Rosneft sul futuro del gas a Sakhalin |autore=Alexéi Topálov |data=1º ottobre 2013 |accesso=24 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200918173127/https://it.rbth.com/economia/2013/10/01/gazprom_e_rosneft_sul_futuro_del_gas_a_sakhalin_26997 |urlmorto=no}}</ref> Oltre agli anziani, anche alcuni giovani coreani di Sachalin decisero di trasferirsi in Corea del Sud, o per trovare le proprie radici oppure per motivi economici, poiché i salari in Corea del Sud erano tre volte quelli di Sachalin; tuttavia al loro arrivo venivano spesso percepiti come stranieri dai sudcoreani.<ref>{{Cita web |url=http://www.thesakhalintimes.com/modules.php?name=News&file=article&sid=833 |titolo=Transplanted Sakhaliner |data=20 novembre 2006 |lingua=en |accesso=24 novembre 2020 |dataarchivio=20 novembre 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061120194431/http://www.thesakhalintimes.com/modules.php?name=News&file=article&sid=833 |urlmorto=sì }}</ref> A causa di questa discriminazione, a partire dal [[2005]]molti espatriati preferirono ritornare sull'isola e rinunciare alla cittadinanza coreana,<ref name="latimes2"/> riferendo di avere difficoltà a stringere amicizia con i sudcoreani.<ref>{{Cita web |url=http://www.thesakhalintimes.com/modules.php?name=News&file=article&sid=1610 |titolo="Sakhalin's Three Sets of Koreans" |autore=Kyeong Roo Yong |data=6 giugno 2005 |lingua=en |accesso=24 novembre 2020 |dataarchivio=20 novembre 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061120210623/http://www.thesakhalintimes.com/modules.php?name=News&file=article&sid=1610 |urlmorto=sì }}</ref>   Negli anni a seguire ci furono diversi tentativi di rimpatrio; la svolta arrivò tuttavia il 1º gennaio 2021, quando il governo sudcoreano approvò una legge che permetteva ada ogni coreano di Sachalin facente parte della prima generazione, ovvero i nati tra il[[1890]]e il 15 agosto[[1945]], di rimpatriare assieme al coniuge e un parente diretto e il suo coniuge.<ref>{{Cita web|url=https://www.law.go.kr/LSW/lsInfoP.do?lsiSeq=218119&ancYd=&ancNo=&efYd=20210101&nwJoYnInfo=Y&ancYnChk=0&efGubun=Y&vSct=*#0000|titolo=사할린동포 지원에 관한 특별법|data=1 gennaio 2021|accesso=7 settembre 2022|lingua=ko|dataarchivio=5 settembre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230905151218/https://www.law.go.kr/LSW/lsInfoP.do?lsiSeq=218119&ancYd=&ancNo=&efYd=20210101&nwJoYnInfo=Y&ancYnChk=0&efGubun=Y&vSct=%2A#0000|urlmorto=no}}</ref> Più tardi nello stesso anno ebbero inizio le prime operazioni di rimpatrio: i primi 260 coreani fecero ritorno in Corea del Sud a novembre.<ref>{{Cita web|url=https://m.koreaherald.com/view.php?ud=20211125000788|titolo=260 Sakhalin Koreans to return home|data=25 novembre 2021|accesso=16 agosto 2022|lingua=en|dataarchivio=5 settembre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230905151646/https://m.koreaherald.com/view.php?ud=20211125000788|urlmorto=no}}</ref>   == Cultura == {{Vedi anche|Cognomi coreani|Sistema Kontsevich}} [[File:Japanese Name Change Bulletin of Taikyu Court.jpg|right|thumb|Una copia del Sōshi-kaimei emessa dalla corte di Taikyu, scritta bilingue in [[lingua giapponese|giapponese]] e in [[lingua coreana|coreano]]]] In conseguenza della migrazione a Sachalin, si sono verificate delle variazioni nei nomi e nei cognomi dei coreani che vivono o sono vissuti sull'isola. Il fenomeno ebbe inizio nel [[1939]], quando il generale [[Jirō Minami]] emanò un'ordinanza, chiamata [[Sōshi-kaimei]], che obbligava tutti i coreani che vivevano [[Corea sotto il dominio giapponese|sotto il dominio giapponese]] - prefettura di Karafuto inclusa - a scegliere un nuovo nome basato sui cognomi tipici degli occupanti.<ref>{{Cita web |url=https://www.zinbun.kyoto-u.ac.jp/staff/youran/mizuno.pdf |titolo="植民地支配と「人の支配 |lingua=ja |formato=PDF |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061022101627/http://www.zinbun.kyoto-u.ac.jp/staff/youran/mizuno.pdf }}</ref>   Quando l'isola passò sotto il controllo sovietico, le nuove autorità iniziarono a registrare la popolazione sulla base dei documenti di identità rilasciati dalla precedente amministrazione giapponese, perpetuando la variazione dell'onomastica; in seguito è stato permesso agli abitanti di Sachalin di origine coreana di richiedere di essere reiscritti nei registri anagrafici con il cognome coreano originario; la possibilità di presentare tale istanza è cessata nel 2006.<ref>{{Cita web|url=https://www.nytimes.com/2021/11/07/world/europe/korea-sakhalin-japan-russia.html|titolo=What’s in a Name? For the Koreans of Sakhalin, an Anguished History|autore=Anton Troianovski|data=7 novembre 2021|accesso=16 agosto 2022|lingua=en}}</ref> La maggior parte degli appartenenti alla vecchia generazione poté tornare a riutilizzare in tal modo il cognome originario; d'altra parte, la generazione più giovane preferì [[Cirillico|cirillizzare]] i propri nomi. Più recentemente, con la crescente popolarità del [[K-pop]] e della cultura coreana nel mondo, alcuni giovani coreani hanno iniziato a scegliere per i propri figli i nomi dei personaggi dei [[Drama coreano|drammi coreani]].<ref name=joongangdaily>{{Cita web |url=http://joongangdaily.joins.com/200509/14/200509142129404979900091009101.html |titolo="Scattered Koreans turn homeward" |autore=Il-hyun Baek |data=14 settembre 2005 |lingua=en |accesso=18 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051127093846/http://joongangdaily.joins.com/200509/14/200509142129404979900091009101.html }}</ref>   === Lingua === Sin dal loro arrivo sull'isola, i coreani, incoraggiati dall'aspettativa che un giorno sarebbe stato loro permesso di tornare in patria, mantennero una sorta di mentalità da "straniero" piuttosto che da "colono"; ciò ha consentito loro di parlare fino ada oggi il coreano in modo migliore rispetto ai coreani che furono deportati in [[Asia centrale]].<ref name="Nota 34" /><ref>{{Cita web|url=http://world.lib.ru/k/kim_o_i/aws.shtml|titolo=Распад СССР и постсоветские корейцы|autore=German Nikolaevič|accesso=22 gennaio 2023|lingua=ru}}</ref> Ciò fu possibile anche grazie alla creazione di mezzi di comunicazione quali il [[quotidiano]] in [[lingua coreana]] ''Saegoryeo Shinmun'' (새 고려 신문; pubblicato a partire dal[[1949]]) e la piattaforma televisiva ''[[Sakhalin Korean Broadcasting]]'',<ref name=joongangdaily/> che trasmette programmi televisivi in coreano con sottotitoli in [[lingua russa]].<ref>{{Cita web |url=http://www.hancinema.net/modele.php?page=voir_une_societe.php&id=16&news=2373#news |titolo=""Autumn Fairy Tale" Sparks Hallyu Wave in Sakhalin" |data=10 marzo 2005 |lingua=ko |accesso=18 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181106132315/https://www.hancinema.net/modele.php?page=voir_une_societe.php&id=16&news=2373#news |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://world.lib.ru/k/kim_o_i/rtg1rtf.shtml |titolo=О родном языке корейцев Казахстана |autore=German Nikolaevich Kim |data=9 dicembre 2004 |lingua=ru |accesso=18 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201113103455/http://world.lib.ru/k/kim_o_i/rtg1rtf.shtml |urlmorto=no}}</ref> Un ruolo importante lo ebbe anche l'organizzazione pubblica regionale "Sakhalin Koreans", fondata il 28 marzo 1992, con il compito di aiutare i Coreani di Sachalin a preservare la propria cultura e le tradizioni native.<ref>{{Cita web|url=https://sakhalinmedia.ru/news/1299392/?from=43|titolo=На Сахалине отпраздновали 30-летие РОО "Сахалинские корейцы"|data=6 giugno 2022|accesso=16 gennaio 2023|lingua=ru}}</ref>   === Religione === [[File:Епископ Феофан.jpg|thumb|Il vescovo Teophanes, il primo [[Chiesa ortodossa|vescovo ortodosso]] nato in una famiglia di coreani di Sachalin<ref>{{Cita web|url=http://www.arirang.ru/news/2011/11027.htm|titolo=СВЯЩЕННЫЙ СИНОД РПЦ НАЗНАЧИЛ ИГУМЕНА ФЕОФАНА (КИМА) ЕПИСКОПОМ КЫЗЫЛСКИМ И ТУВИНСКИМ|data=8 ottobre 2011|accesso=8 settembre 2022|lingua=ru|dataarchivio=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160911020125/http://www.arirang.ru/news/2011/11027.htm|urlmorto=no}}</ref>]] Nel periodo successivo alla [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]], in tutta l'[[oblast']] c'è stata una crescita significativa delle attività religiose tra i coreani di Sachalin, con l'istituzione di [[Presbiterianesimo|chiese presbiteriane]] a partire dall'inizio degli anni 1990:<ref>{{Cita web |url=http://www.dbpia.co.kr/view/ar_view.asp?pid=54&isid=1567&arid=114035&topMenu=&topMenu1= |titolo=사할린에 한인교회 설립 |autore=Yong-guk Kim |data=luglio 1990 |lingua=ko |accesso=18 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120205204936/http://www.dbpia.co.kr/view/ar_view.asp?pid=54&isid=1567&arid=114035&topMenu=&topMenu1= |urlmorto=no}}</ref> gli inni cristiani divennero materiale d'ascolto popolare, integrando la più tipica [[musica pop]] russa, occidentale e coreana.<ref>{{Cita web |url=http://www.open.ac.uk/Arts/music/mclayton/bje9-2finalpdf.PDF |titolo="Listening patterns and identity of the Korean diaspora in the former USSR" |autore=Hae-kyung Um |data=2000 |lingua=ko |formato=PDF |accesso=18 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303180323/http://www.open.ac.uk/Arts/music/mclayton/bje9-2finalpdf.PDF |urlmorto=no}}</ref> Nel giugno [[1998]], a seguito della diffusione del presbiterianesimo tra la popolazione coreana dell'isola, ritenuta eccessiva, l'amministrazione regionale decise di esercitare pressioni sui missionari presbiteriani coreani affinché cancellassero alcune conferenze che avevano indetto per i fedeli.<ref>{{Cita web |url=https://www.stetson.edu/~psteeves/relnews/statedeptrussia0909.html |titolo="Annual Report on International Religious Freedom for 1999: Russia" |data=1999 |lingua=en |accesso=18 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181209133204/https://www2.stetson.edu/~psteeves/relnews/statedeptrussia0909.html |urlmorto=no}}</ref>   === Musica === Secondo un sondaggio effettuato agli inizi degli [[anni 2000]], un terzo dei coreani di Sachalin ha espresso una preferenza per la [[musica tradizionale]] coreana, una percentuale molto più alta rispetto a qualsiasi altra comunità etnica coreana intervistata. Tuttavia, nonostante la migliore conoscenza della [[lingua coreana]], lo stesso sondaggio ha mostrato che la musica pop coreana è meno diffusa a Sachalin che tra altre comunità etniche coreane, come quella in [[Kazakistan]], possedendo all'incirca lo stesso grado di popolarità presente in [[Uzbekistan]].<ref>{{Cita pubblicazione|formato=PDF|url=http://www.open.ac.uk/Arts/music/mclayton/bje9-2finalpdf.PDF|titolo=Listening patterns and identity of the Korean diaspora in the former USSR|autore=Hae-Kyung Um|anno=2000|doi=10.1080/09681220008567303|lingua=en|accesso=18 dicembre 2020|dataarchivio=3 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303180323/http://www.open.ac.uk/Arts/music/mclayton/bje9-2finalpdf.PDF|urlmorto=no}}</ref> La popolarità della musica tradizionale coreana è da attribuire all'istituzione della "Ethnos Art School" nel [[1991]]a [[Južno-Sachalinsk]], creata proprio per fornire ai bambini lezioni di danza tradizionale coreana, [[pianoforte]], [[Lettura a prima vista|canto a prima vista]] e [[kayagŭm]], uno strumento a corda appartenente alla famiglia delle [[cetre]].<ref>{{Cita web|url=http://www.hani.co.kr/arti/culture/music/52549.html|titolo="사할린 고려인 학생들, 국악사랑에 흠뻑 취한 사흘: 러 사할린 에트노스예술학교|autore=Sang-yeong Chung|data=25 luglio 2005|accesso=7 settembre 2022|lingua=ko}}</ref>   == Note == |