Alberto Burri: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m links
Eqryko (discussione | contributi)
Annullata la modifica 144973355 di 5.91.61.158 (discussione)
Etichetta: Annulla
 
(12 versioni intermedie di 10 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Nota disambigua||Burri (disambigua)|Burri}}
{{Bio
|Nome = Alberto
Riga 7 ⟶ 8:
|AnnoNascita = 1915
|LuogoMorte = Nizza
|GiornoMeseMorte = 1513 febbraio
|AnnoMorte = 1995
|Epoca = 1900
Riga 20 ⟶ 21:
Nacque a [[Città di Castello]] (Perugia) il 12 marzo 1915, primogenito di Pietro, commerciante di vini, e di Carolina Torreggiani, insegnante elementare<ref>{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=91151|titolo=Burri Alberto|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=4 settembre 2018}}</ref>. Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo Annibale Mariotti di [[Perugia]], nel 1934 si iscrisse alla facoltà di medicina all'[[Università degli Studi di Perugia]] della stessa città, laureandosi il 12 giugno 1940.
 
Il 9 ottobre [[1940]], con il grado tenente medico di complemento, fu richiamato alle armi e presto congedato per seguire il tirocinio presso un istituto ospedaliero, ai fini dell'abilitazione all'esercizio della professione. Conseguito il diploma, tornò nell'esercito e, all'inizio di marzo 1943, fu assegnato alla 10ª legione in [[Africa settentrionale]]. Nei giorni della resa italiana in Africa, fu catturato dagli inglesi l'8 maggio [[1943]] e, passato in mano agli statunitensi, fu recluso, insieme a [[Giuseppe Berto]] e [[Beppe Niccolai]], nel "criminal camp" per non cooperatori del [[campo di concentramento di Hereford]] (in [[Texas]]) dove rimase per 18 mesi. Nella primavera del [[1944]] rifiutò di firmare una dichiarazione di collaborazione propostagli e fu catalogato tra i fascisti "irriducibili". Fu in questo periodo che maturò la convinzione di dedicarsi alla pittura.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/alberto-burri/.|titolo=Burri, Alberto nell'Enciclopedia Treccani|lingua=it-IT|accesso=2018-09-04}}</ref>
 
Rientrò dalla prigionia statunitense molto dopo la fine delle ostilità, giungendo a [[Napoli]] il 27 febbraio [[1946]] e vivendo per un breve periodo a Città di Castello, prima di trasferirsi a [[Roma]], dove condivise uno studio in via Mario de' Fiori, nei pressi di piazza di Spagna, con l'amico scultore [[Edgardo Mannucci]]. La prima mostra personale, favorita dall'architetto Amedeo Luccichenti, si svolse nel luglio 1947, presso la galleria La Margherita di Gaspero del Corso e [[Irene Brin]], e fu presentata dai poeti [[Libero de Libero]] e [[Leonardo Sinisgalli]]. Le opere esposte erano ancora di carattere [[Arte figurativa|figurativo]] con qualche debito verso la pittura tonale della [[Scuola romana di pittura|Scuola romana]] degli anni Trenta. Nei giorni dell'esposizione conobbe lo scultore [[Pericle Fazzini]], vicepresidente dell'Art Club, importante sodalizio artistico romano aperto anche alle novità dell'arte astratto-concreta: già nel dicembre 1947 prese parte alla seconda Mostra annuale del sodalizio e continuò ad esporre con l'Art Club fino ai primi anni Cinquanta, sia in Italia sia all'estero.
Riga 41 ⟶ 42:
Agli inizi degli anni sessanta si segnalano in successione ravvicinata, a Parigi, Roma, [[L'Aquila]], [[Livorno]], e quindi a [[Houston]], [[Minneapolis]], [[Buffalo]], [[Pasadena (California)|Pasadena]], le prime ricapitolazioni antologiche che, con il nuovo contributo delle ''Plastiche'', diverranno vere e proprie retrospettive storiche a Darmstadt, Rotterdam, Torino e Parigi (1967-1972). Alla fine del 1962, anno in cui acquistò la villa di Case Nove di Morra, presso Città di Castello, si ripresentò al pubblico con gli esiti degli ultimi mesi di lavoro. Tra dicembre 1962 e gennaio 1963, la galleria Marlborough di Roma ospitò un'esposizione dedicata alle plastiche che, dopo i ferri, rappresentarono una nuova, e inattesa, svolta. Forse rimeditando alcune plastiche di metà anni Cinquanta, decise di concentrare la sua attenzione sulla pellicola di plastica trasparente. La nuova stagione delle plastiche si protrasse per tutto il decennio e [[Cesare Brandi]] ne fu l'esegeta principale: introdusse molte mostre e scrisse su Burri una fondamentale monografia (1963).
 
Nel [[1963]] disegnò, prima di una lunga serie d'ideazioni in questo settore, la scenografia e i costumi per cinque balletti del pianista, direttore d'orchestra e compositore americano Morton Gould alla [[Teatro alla Scala|Scala di Milano]]. nello stesso anno una sua opera viene esposta alla mostra ''[[Contemporary Italian Paintings]]'', allestita in alcune città [[australia]]ne<ref>{{Cita web|url=http://www.quadriennalediroma.org/arbiq_web/index.php?sezione=mostre&id=33&ricerca=|titolo=Contemporary Italian Paintings|accesso=28 febbraio}}</ref>. Nel 1963-64 espone alla mostra ''[[Peintures italiennes d'aujourd'hui]]'', organizzata in [[Medio Oriente]] e in [[Nordafrica]]<ref>{{Cita web|url=http://www.quadriennalediroma.org/arbiq_web/index.php?sezione=mostre&id=37&ricerca=|titolo=Peintures italiennes d'aujourd'hui|accesso=28 febbraio 2016}}</ref>. Nel 1964 vince il [[premio Marzotto]] per la pittura, nel [[1965]] gli viene conferita la Grande medaglia d’oro della VIII [[Biennale di San Paolo]] a pari merito con [[Victor Vasarely]]. Alla fine degli anni Sessanta acquistò una casa a [[Los Angeles]] (California) dove trascorse i mesi invernali fino al 1990; in questo periodo e nei successivi primi anni Settanta si dedicò ancora ad allestimenti teatrali.
 
Gli anni settanta registrano una progressiva rarefazione dei mezzi tecnici e formali verso soluzioni monumentali, dai ''Cretti'' (terre e vinavil) ai ''Cellotex'' (compressi per uso industriale), mentre si susseguono le retrospettive storiche: [[Assisi]], Roma, [[Lisbona]], [[Madrid]], [[Los Angeles]], [[San Antonio]], [[Milwaukee]], New York, Napoli. In quegli anni cominciò a lavorare anche ai cretti, originati da una misurata miscela di collanti acrovinilici con altri materiali utilizzati per ricoprire il supporto (creta, caolino, bianco di zinco), sui quali lavorò per tutto il decennio e che furono esposti per la prima volta nell'ottobre del 1973 a Bologna (galleria San Luca). Una mostra antologica allestita presso il convento di San Francesco d'Assisi, nel maggio 1975, propose al pubblico anche un cellotex di recente realizzazione, materiale utilizzato in edilizia come isolante e realizzato con una mistura di colle e segatura di legno. Intanto l'attività espositiva proseguiva senza interruzioni, sebbene con minore intensità rispetto ai decenni precedenti.
Riga 86 ⟶ 87:
*''Combustione'' (1960), Collezione Roberto Casamonti, [[Firenze]]
* ''Grande Rosso P18'', 1964, Roma, [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di [[Roma]]
* ''Grande Cretto Nero''<ref>[{{Cita web |url=http://www.publicartinla.com/UCLAArt/cretto1.html] |titolo=Copia archiviata |accesso=10 ottobre 2011 |dataarchivio=28 dicembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111228043328/http://publicartinla.com/UCLAArt/cretto1.html |urlmorto=sì }}</ref>, 1976, [[Università della California]] (UCLA) di [[Los Angeles]]
* ''Grande Cretto Nero''<ref>[https://www.centrepompidou.fr/id/cEnX4Mb/rL9x8gd/it]</ref>, 1977, [[Centre Pompidou]] di [[Parigi]]
* ''Il Grande cretto nero'', (1978), [[Museo di Capodimonte]] di [[Napoli]]
Riga 163 ⟶ 164:
* [http://www.babelearte.it/tipomaestro.asp?arid=398&lid= Babele Arte - scheda] - visto 28 gennaio 2009
* {{cita web|http://www.gnam.beniculturali.it/index.php?it/89/percorsi-di-visita/2/36/0|Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM), L'abbandono dei codici tradizionali, da Burri a Pascali}}
* {{Cita web|url=http://www.museomadre.it/it/bio_show.cfm?id=108|titolo=Alberto Burri al Museo Madre (Napoli)|accesso=5 marzo 2021|urlarchivio=https://archive.todayis/20130413062334/http://www.museomadre.it/it/bio_show.cfm?id=108|dataarchivio=13 aprile 2013}}
* {{cita web|url=http://www.tate.org.uk/servlet/ArtistWorks?cgroupid=999999961&artistid=838&page=1&sole=y&collab=y&attr=y&sort=default&tabview=bio|titolo=Tate Gallery, London}}
* {{cita web|url=http://www.guggenheim.org/new-york/collections/collection-online/show-full/bio/?artist_name=Alberto%20Burri|titolo=Solomon Guggenheim Museum, New York|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110419184826/http://www.guggenheim.org/new-york/collections/collection-online/show-full/bio/?artist_name=Alberto%20Burri|dataarchivio=19 aprile 2011}}
* {{cita web|https://www.videomuseum.fr/fr/search/BURRI%20Alberto%E2%86%B9BURRI%20Alberto|Opere di Alberto Burri nelle collezioni pubbliche francesi d'arte moderna e contemporanea |lingua=fr}}
* {{cita web|https://www.flickr.com/photos/89134433@N00/2618332230/|Galleria Fotografica - Grande Cretto di Gibellina - Flickr}}
* [http://www.fondazioneburri.org/ita/pdf/personali.pdf Elenco delle esposizioni personali] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100715013818/http://www.fondazioneburri.org/ita/pdf/personali.pdf |date=15 luglio 2010 }} in PDF
* {{cita web|http://www.arte.rai.it/articoli/alberto-burri-quando-la-plastica-diventa-arte/2869/default.aspx|Alberto Burri sul portale RAI Arte}}
* {{cita video|autore=Massimo Cappello|coautore=Giacomo Di Girolamo|url=http://video.repubblica.it/le-inchieste/la-memoria-dimenticata-del-cretto-di-burri-a-gibellina/207946/207045|titolo=La memoria dimenticata del Cretto di Burri a Gibellina|sito=repubblica.it|data=24 luglio 2015}}
Riga 181 ⟶ 182:
[[Categoria:Alberto Burri| ]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Perugia]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Feltrinelli]]