Conclave dell'ottobre 1978: differenze tra le versioni
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|eletto=[[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] (''Karol Wojtyła'')
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|precedente = [[Conclave dell'agosto 1978|Agosto 1978]]
|successivo = [[Conclave del 2005|2005]]
}}
Il '''conclave dell'ottobre 1978''' venne convocato a seguito della morte improvvisa, dopo soli 33 giorni di pontificato, di [[papa Giovanni Paolo I]], avvenuta il 28 settembre dello stesso anno. Si svolse nella Cappella Sistina dal 14 al 16 ottobre e, dopo otto scrutini, venne eletto papa il cardinale polacco Karol Wojtyła, [[Arcidiocesi di Cracovia|arcivescovo di Cracovia]], che assunse il nome di [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]]. L'elezione venne annunciata dal [[cardinale protodiacono]] [[Pericle Felici]].
== Situazione generale ==
I giorni precedenti l'inizio del conclave furono fitti di incontri informali fra i porporati,
▲I giorni precedenti l'inizio del conclave furono fitti di incontri informali fra i porporati, ancora scossi per l'improvvisa scomparsa di Giovanni Paolo I. Come nel [[conclave dell'agosto 1978|conclave precedente]], anche questa volta diversi cardinali avrebbero manifestato una sorta di malcontento di fronte ad alcuni atteggiamenti di [[Papa Paolo VI|Paolo VI]], spesso percepito come indeciso e insicuro, e avrebbero fatto emergere la necessità di sostituire la figura titubante del defunto pontefice con qualcuno che operasse interventi decisi per risolvere i problemi della Chiesa, come la crisi delle vocazioni e le disobbedienze nate a seguito del [[Concilio Vaticano II]].<ref name=Zizola291/>
Il "blocco" costituito dai cardinali di curia e da molti porporati europei, che puntavano a una restaurazione dottrinale per far rientrare le derive più progressiste del Concilio, veniva indicato come favorevole all'elezione del cardinale [[Giuseppe Siri]]. Tra gli altri nomi che circolarono, frutto di candidature spontanee non organizzate da gruppi, si segnalò quello del cardinale [[Sebastiano Baggio]].
Mentre a destra l'unico candidato era nuovamente l'arcivescovo di Genova, [[Giuseppe Siri]], a sinistra non c'era un nome che accontentasse tutti. Era infatti sfumata la candidatura di [[Sergio Pignedoli]], che, nel [[Conclave dell'agosto 1978|conclave di agosto]], aveva riscosso il maggior numero di voti dopo [[Papa Giovanni Paolo I|Luciani]] e Siri. Gli incontri fra i porporati dell'area progressista videro emergere inizialmente i nomi di [[Giovanni Colombo]], arcivescovo di Milano, [[Corrado Ursi]], arcivescovo di Napoli, e [[Ugo Poletti]], vicario per la diocesi di Roma.<ref>{{cita|Zizola|p. 293.}}</ref> Di fronte al consolidarsi della candidatura di Giuseppe Siri, il fronte progressista si riunì la sera del 12 ottobre presso il seminario francese di Roma. Fra gli altri erano presenti [[Paulo Evaristo Arns]], [[Aloísio Lorscheider]], [[Louis-Jean-Frédéric Guyot]], [[François Marty]], [[Léon-Joseph Suenens]], [[Hyacinthe Thiandoum]], [[Giovanni Colombo (cardinale)|Giovanni Colombo]] e [[Salvatore Pappalardo (cardinale)|Salvatore Pappalardo]]. Il gruppo cercò di non disperdere i propri voti e fece convergere l'interesse sulla figura dell'arcivescovo di Firenze [[Giovanni Benelli]], che per pastoralità risultava il porporato più in linea con il pontificato montiniano.<ref>{{cita|Lai, 1984|p. 175.}}</ref>▼
Da segnalare la convinzione del cardinale [[Papa Benedetto XVI|Joseph Ratzinger]], arcivescovo di Monaco di Baviera, che, in un'intervista pubblicata sul ''[[Frankfurter Allgemeine Zeitung]]'' dell'8 ottobre 1978,
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▲Da segnalare la convinzione del cardinale [[Papa Benedetto XVI|Joseph Ratzinger]], arcivescovo di Monaco di Baviera, che, in un'intervista pubblicata sul ''[[Frankfurter Allgemeine Zeitung]]'' dell'8 ottobre 1978, affermava che il conclave si sarebbe trovato a dover fronteggiare «pressioni delle forze di sinistra», le quali avrebbero spinto verso l'elezione di un papa favorevole al cosiddetto ''[[compromesso storico]]'' fra [[Democrazia Cristiana]] e [[Partito Comunista Italiano]]. La posizione del cardinale tedesco sembrava potersi collegare all'ala che sosteneva la necessità di una restaurazione all'interno della Chiesa; secondo il vaticanista Giancarlo Zizola, tuttavia, Ratzinger avrebbe espresso la sua preferenza per Benelli.<ref name=Zizola291>{{cita|Zizola|p. 291.}}</ref>
Il cardinale Thiandoum indicò Benelli come candidato più "forte" tra gli elettori provenienti dall'Europa dell'est (insieme a [[František Tomášek]], arcivescovo di Praga) e dal [[terzo mondo]], ma preconizzò che, qualora non vi fosse stata subito una forte convergenza sul suo nome, la candidatura sarebbe stata affossata in favore di Pappalardo o dell'arciprete di San Giovanni in Laterano, [[Ugo Poletti]]. Qualora poi nessun italiano avesse convinto l'elettorato, si sarebbe aperta la strada all'elezione di un papa straniero: a tal proposito escluse l'arcivescovo di Westminster [[Basil Hume]] per la sua scarsa familiarità con la lingua italiana, mentre annoverò come eleggibile l'arcivescovo di Cracovia [[Papa Giovanni Paolo II|Karol Wojtyła]].<ref>{{cita|Zizola|p. 294|Zizola}}.</ref> Le possibilità che il cardinale polacco accedesse al soglio pontificio erano già state intuite dal segretario di Stato [[Jean Villot]] che, cinque mesi prima, a margine dei festeggiamenti per il suo 58º compleanno, lo definì «l'unico che possa raggiungere i due terzi in conclave».<ref name=messina>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/04/11/cosi-vinse-outsider-venuto-dall-est.html|titolo=Così vinse l'outsider venuto dall'Est|accesso=20 luglio 2016}}</ref> Nondimeno, il nome di Wojtyła risultava gradito all'[[Opus Dei]], che sarebbe poi stata elevata, sotto il suo pontificato, a [[prelatura personale]].<ref name=messina/>
La maggioranza del collegio cardinalizio, tuttavia, conosceva Wojtyła soltanto in maniera superficiale: Siri e Pignedoli dissero di non averlo mai sentito menzionare se non due giorni prima dell'apertura del conclave,<ref>{{cita|Lai, 1993|p. 280}}.</ref><ref name=Lai-1984-177>{{cita|Lai, 1984|p. 177}}.</ref> mentre il cardinale [[Mario Casariego y Acevedo]], interpellato in proposito, ne storpiò il nome in "Bottiglia".<ref>{{cita|Lai, 1984|p. 178}}.</ref> La sua figura era del resto ritenuta secondaria e veniva messa in ombra dal prestigio personale dell'anziano cardinale [[Stefan Wyszyński]], [[Primate (ecclesiastico)|primate di Polonia]], ormai vicino agli ottant'anni e dalla salute malferma.<ref>{{cita|Lai, 1984|p. 282}}.</ref>
Il cardinale Siri, a conclave terminato, disse che i cardinali che ambivano effettivamente al ministero petrino erano Benelli, Baggio, [[Antonio Poma]] (arcivescovo di Bologna), [[Corrado Ursi]] (metropolita di Napoli) e [[Johannes Willebrands]] (arcivescovo di Utrecht). Uno di loro, a suo dire «uscì distrutto dalla Sistina per non essere stato eletto».<ref>{{cita|Lai, 1993|p. 279}}.</ref>
== Ascesa e declino della candidatura di Giuseppe Siri ==
[[File:Siri Cappa.jpg|thumb|left|Il cardinale Giuseppe Siri.]]
Il 1º ottobre, in un'intervista rilasciata al quotidiano ''[[Il Lavoro (quotidiano)|Il Lavoro]]'' di [[Genova]], Siri fornì di sé un'immagine rassicurante: «Non sono né conservatore né progressista e ho spesso osservato che queste definizioni sono superficiali. [...] Se dovessi qualificarmi, vorrei essere considerato un indipendente, un uomo che marcia da solo e non fa parte di gruppi. Cerco di osservare, e di fare osservare, la legge di Cristo».<ref name=Zizola290>{{cita|Zizola|p. 290
Secondo il vaticanista [[Giancarlo Zizola]], il 9 ottobre si sarebbe raggiunto un compromesso fra diversi cardinali della [[curia romana]], cardinali italiani e cardinali europei per eleggere Siri. In suo favore si sarebbe schierato anche l'autorevole gruppo dei porporati tedeschi, uno dei più influenti sui cardinali provenienti dal resto del mondo. Sempre secondo Zizola, in base a questo accordo, l'arcivescovo di Genova sarebbe entrato in conclave con una base di circa 50 voti già sicuri.<ref>{{cita|Zizola|p. 289
''[[L'Osservatore Romano]]'', uscito il 13 ottobre, prese posizione a favore di un papa che si impegnasse a sviluppare la [[collegialità episcopale]] nel governo della Chiesa, la partecipazione dei [[Laico|laici]] e l'[[ecumenismo]].<ref>{{cita|Zizola|pp. 296-297
Nel pomeriggio del 13 ottobre, tuttavia, l'arcivescovo di Genova incontrò casualmente un giornalista della ''[[Gazzetta del Popolo]]'', Gianni Licheri, che da oltre una settimana chiedeva insistentemente di essere ricevuto. Nonostante il diniego di Siri, Licheri riuscì ugualmente a strappargli alcune dichiarazioni informali.<ref name=Spiazzi100>{{cita|Spiazzi|pp. 99-100
Nel presentare l'articolo, Gianni Licheri qualificò l'arcivescovo di Genova come «punto di riferimento di tutta quella corrente della Chiesa che, prendendo a spunto una certa esigenza di "rimettere ordine", tenta con questo conclave di tornare alla Chiesa preconciliare».<ref name=Licheri>Gianni Licheri, ''Io Papa? Siri alla Gazzetta. Un'intervista esclusiva all'arcivescovo di Genova che entra oggi favorito nella Cappella Sistina'', sulla ''Gazzetta del Popolo'', Torino, 14 ottobre 1978.</ref> Nella trascrizione di Licheri, l'arcivescovo di Genova appariva molto lontano dal ritratto del futuro papa tratteggiato il giorno prima da ''L'Osservatore Romano'', mostrandosi apertamente discorde alle riforme scaturite dal Concilio e affermando: «Non so neppure cosa voglia dire lo sviluppo della collegialità episcopale».<ref name=Licheri/> Nella stessa intervista, l'arcivescovo di Genova aggiunse: «Il Sinodo non potrà mai diventare istituto deliberativo nella Chiesa perché non è contemplato nella costituzione divina della Chiesa. Potrà al massimo divenire, se il diritto canonico lo ammetterà, un'istituzione ecclesiastica, ma non di diritto divino».<ref name=Licheri/>
L'arcivescovo di Vienna, [[Franz König]], confermò che l'articolo di Licheri «circolò all'interno del conclave».<ref>{{cita|Zizola|p. 298
La puntualizzazione, tuttavia, non poté essere letta dai cardinali, in quanto le porte della Cappella Sistina si chiusero nel pomeriggio dello stesso giorno.<ref name=Lai1993p277/> Siri stesso, che successivamente definì l'intervista «estorta, deformata»,<ref>{{cita|Spiazzi|p. 272
Alcuni vaticanisti, tuttavia, non credono che Siri possa aver compiuto un'imprudenza del genere, ritenendo più verosimile che l'arcivescovo di Genova avesse rilasciato quell'intervista per rimarcare le sue tesi critiche, in quanto già consapevole che, in ogni caso, non avrebbe avuto la maggioranza necessaria per ottenere l'elezione.<ref>{{cita web|http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/40137|Codici vaticani. Il mio conclave lo riscrivo così|28 marzo 2013}}</ref> Altri, invece, avanzano anche l'ipotesi che Siri, con quelle affermazioni, avesse voluto in qualche modo autoescludersi dai papabili.<ref>Lamberto Furno, ''Benelli, Colombo, ed anche altri nomi, ma non è escluso un Papa a sorpresa'', su ''La Stampa'', Torino, 15 ottobre 1978.</ref>
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== Le votazioni ==
[[File:Cardinale Wojtyła nella Chiesa di San Cesareo de Appia a Roma.jpg|thumb|Il cardinale Karol Wojtyła.]]
Le procedure di scrutinio iniziarono la mattina di domenica 15 ottobre con le uniche due candidature organizzate in grado di raccogliere i consensi più numerosi, quella dell'arcivescovo di Genova [[Giuseppe Siri]] e quella dell'arcivescovo di Firenze [[Giovanni Benelli]]. Secondo il vaticanista [[Benny Lai]], infatti, il cardinale più votato al primo scrutinio sarebbe stato Siri, immediatamente seguito da Benelli, poi da [[Pericle Felici]] e da alcuni italiani e stranieri.<ref name=Lai-1984-174>{{cita|Lai, 1984|p. 174
Giancarlo Zizola sostiene che, nonostante le dichiarazioni che precedettero il conclave, al quarto scrutinio si sarebbe verificata una notevole convergenza di voti sul cardinale Siri, al quale sarebbero mancate pochissime preferenze - non più di quattro o cinque - per essere eletto papa.<ref name=succ>{{cita|Zizola|p. 300 e succ.}}</ref> Anche [[Damaso da Celle Ligure|padre Damaso Testa]], per anni confessore del cardinale Siri, il 16 febbraio 1981 confermò a Benny Lai che, nell'ultimo scrutinio del 15 ottobre, all'arcivescovo di Genova mancarono solo quattro o cinque voti per raggiungere il quorum di 75 preferenze, necessario a ottenere il papato.<ref name=Lai-1993-278>{{cita|Lai, 1993|p. 278
Secondo Zizola sarebbero allora emersi i nomi del vicario per la diocesi di Roma, [[Ugo Poletti]], e dell'arcivescovo di Utrecht, [[Johannes Willebrands]], facendo esprimere al vaticanista la convinzione dell'esistenza di una contrapposizione fra schieramenti (quello conservatore e quello progressista) piuttosto che un'antitesi fra Siri e Benelli.<ref name=succ/>
Fu König, principalmente, a prendere in considerazione la candidatura dell'arcivescovo di Cracovia, [[Papa Giovanni Paolo II|Karol Wojtyła]], proponendola prima al [[Primate (ecclesiastico)|primate]] di Polonia [[Stefan Wyszyński]], e poi ai cardinali tedeschi, francesi e spagnoli. A proporla ai sudamericani provvide il cardinale brasiliano [[Aloísio Lorscheider|Lorscheider]].<ref name=messina/> Secondo König, la candidatura di un porporato straniero venne proposta per uscire dalla situazione di stallo che si era creata fra i due blocchi italiani: «Nei nostri paesi, di questa parte del mondo, ciò che si usa chiamare civiltà è ormai al tramonto. Stiamo andando giù e il futuro non è più da questa parte. Sono convinto che il rinnovamento dei valori, e la stessa religione cristiana, verrà dall'Europa, dalla stessa Russia, da quella parte del mondo attualmente a regime socialista, e nella quale l'ateismo di Stato non è riuscito a far breccia e i giovani si risvegliano alla trascendenza».<ref>{{cita|Zizola|p. 295
Nella tarda serata di domenica 15 e nella prima mattinata di lunedì 16 ottobre il gruppo di cardinali che intendeva sostenere la candidatura di Wojtyła fece alcuni sondaggi allo scopo di accertarne le concrete possibilità. [[Giulio Andreotti]], infatti, anni dopo ricordò una lettera che, a conclave terminato, gli aveva scritto un cardinale francese: «[...] fino a lunedì mattina abbiamo dato i suffragi a nostri confratelli italiani, specialmente a due di loro che raccoglievano cospicui consensi. La verificata impossibilità di unificazione dei consensi portò, nell'intervallo, alla convinzione che fosse maturo il momento per una scelta diversa».<ref>{{cita web|url=http://it.zenit.org/articles/quanti-voti-servono-per-diventare-papa/|titolo=Quanti voti servono per diventare Papa?|accesso=23 luglio 2016}}</ref>
L'ipotesi che lunedì 16 ottobre fosse stato raggiunto un accordo è desumibile anche da alcune dichiarazioni rilasciate, a conclave terminato, dal cardinale [[Paul Joseph Marie Gouyon]], arcivescovo di Rennes: «Andando lunedì al conclave, sapevo che alla sera avremmo avuto il papa».<ref>{{cita|Zizola|p. 299
Karol Wojtyła accettò la sua elezione con le parole: «Obbedendo nella fede a Cristo mio Signore, abbandonandomi alla dolcissima Madre di Cristo e della Chiesa, consapevole delle grandi difficoltà, accetto».<ref name=messina/> Al momento di scegliere il nome, Wojtyła avrebbe espresso la volontà di chiamarsi Stanislao I in onore del santo patrono della [[Polonia]].
== L'annuncio ==
[[File:Habemus papam Ioannes Paulus II.jpg|thumb|left|La prima apparizione del neoeletto Giovanni Paolo II.]]
Alle 18:18 del 16 ottobre, dal comignolo della Cappella Sistina, si levò la fumata bianca. Poco meno di mezz'ora dopo, alle 18:45, il cardinale protodiacono Pericle Felici, con la tradizionale locuzione latina ''[[Habemus Papam]]'', annunciò l'elezione di Karol Wojtyła. Quando
Il cardinale Felici, nel comunicare il nome pontificale scelto da Wojtyła, disse solo "Ioannis Pauli" senza pronunciare l'ordinale (in questo caso, "secundi") a differenza di quanto aveva fatto due mesi prima con papa Luciani.
Giovanni Paolo II apparve al balcone alle 19:15
{{citazione|Sia lodato Gesù Cristo! Carissimi fratelli e sorelle, siamo ancora tutti addolorati dopo la morte dell'amatissimo papa Giovanni Paolo I. Ed ecco gli eminentissimi cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato di un paese lontano... Lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana. Io ho avuto paura di ricevere questa nomina, ma l'ho fatto nello spirito dell'obbedienza verso il nostro Signore e nella fiducia totale alla sua madre, Madonna Santissima. Anche non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... la nostra lingua italiana. Se mi sbaglio... se mi sbaglio ''mi
=== Elenco degli elettori ===
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|Cardinale diacono e presbitero del [[Sacro Cuore di Cristo Re (diaconia)|Sacro Cuore di Cristo Re]]
|[[Pontificio consiglio "Cor Unum"|Presidente del Pontificio consiglio "Cor Unum"]]
|08/05/
|data-sort-value="19770627" | [[Concistori di papa Paolo VI#27 giugno 1977|27/06/1977]]
|-
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|data-sort-value="Australia" | {{AUS}}
|Cardinale presbitero di [[Santa Maria in Vallicella (titolo cardinalizio)|Santa Maria in Vallicella]]
|Prefetto della [[Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti]]
|02/03/1914
|data-sort-value="19770305" | [[Concistori di papa Paolo VI#05 marzo 1977|05/03/1977]]
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|07/07/1905
|data-sort-value="19730305" | [[Concistori di papa Paolo VI#05 marzo 1973|05/03/1973]]
|-
|{{Sortname|Gabriel Auguste François|Marty}}
|data-sort-value="Francia" | {{FRA}}
|Cardinale presbitero di [[San Luigi dei Francesi (titolo cardinalizio)|San Luigi dei Francesi]]
|[[Arcidiocesi di Parigi|Arcivescovo di Parigi]]
|18/05/1904
|data-sort-value="19690428" | [[Concistori di papa Paolo VI#28 aprile 1969|28/04/1969]]
|-
|{{Sortname|Alexandre-Charles-Albert-Joseph|Renard }}
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|{{Sortname|Joseph|Ratzinger}}
|data-sort-value="Germania" | {{DEU}}
|Cardinale presbitero di [[Santa Maria Consolatrice al Tiburtino (titolo cardinalizio)|Santa Maria Consolatrice al Tiburtino
|[[Arcidiocesi di Monaco e Frisinga|Arcivescovo di Monaco e Frisinga]], Gran Piore dell'[[Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme]], ''eletto papa con il nome di [[Benedetto XVI]] nel [[conclave del 2005]]''
|16/04/1927
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|{{Sortname|John Patrick|Cody}}
|data-sort-value="Stati Uniti d'America" | {{USA}}
|Cardinale presbitero di [[Santa Cecilia (titolo cardinalizio)|
|[[Arcidiocesi di Chicago|Arcivescovo di Chicago]], Gran priore per gli Stati Uniti d'America Centrali dell'[[Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme]]
|24/12/1907
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|{{Sortname|Humberto|Sousa Medeiros}}
|data-sort-value="Portogallo" | {{PRT}}
|Cardinale
|[[Arcidiocesi di Boston|Arcivescovo di Boston]]
|06/10/1915
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|{{Sortname|George Bernard|Flahiff}}
|data-sort-value="Canada" | {{CAN}}
|Cardinale
|[[Arcidiocesi di Winnipeg|Arcivescovo di Winnipeg]]
|26/10/1905
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Andreotti|nome=Giulio|titolo=A ogni morte di papa. I papi che ho conosciuto|anno=1980|editore=Rizzoli|città=Milano|isbn=88-178-5097-7|cid=Andreotti}}
* {{cita libro|cognome=Lai|nome=Benny|titolo=I segreti del Vaticano. Da Pio XII a Giovanni Paolo II|anno=1984|editore=Laterza|città=Milano|isbn=
* {{cita libro|cognome=Lai|nome=Benny|titolo=Il Papa non eletto: Giuseppe Siri, cardinale di Santa Romana Chiesa|anno=1993|editore=Laterza|città=Roma e Bari|isbn=88-420-4267-6|cid=Lai, 1993}}
* {{cita libro|cognome=Spiazzi|nome=Raimondo|titolo=Il cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova dal 1946 al 1987. La vita, l'insegnamento, l'eredità spirituale, le memorie|anno=1990|editore=Edizioni Studio Domenicano|città=Bologna|isbn=978-88-7094-018-3|cid=Spiazzi}}
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