Tomba di Tutankhamon: differenze tra le versioni

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|Sito_web = http://www.thebanmappingproject.com/sites/browse_tomb_876.html
}}
La '''tomba di Tutankhamon''' (nota anche come '''KV62''')<ref>{{Cita web|lingua= en|url= http://www.digitalegypt.ucl.ac.uk/chronology/tutankhamun.html|titolo= Cronologia di Tutankhamon|editore= University College London|accesso= 27 febbraio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20141025012117/http://www.digitalegypt.ucl.ac.uk/chronology/tutankhamun.html|urlmorto= no}}</ref> è il luogo di sepoltura, nella [[Valle dei Re]], del giovane [[faraone]] della [[XVIII dinastia egizia|XVIII dinastia]] che salì al trono a 9nove anni e morì a 18diciotto, poco prima di compierne 19diciannove<ref name="ancestry " >{{cita pubblicazione|url= http://jama.ama-assn.org/cgi/content/short/303/7/638?home|titolo= Ancestry and Pathology in King Tutankhamun's Family|autore= Zahi Hawass|etal= s|rivista= The Journal of the American Medical Association|accesso= 28 febbraio 2010|data= 17 febbraio 2010|volume= 303|numero= 7|pp= 638-647|lingua= inglese|abstract= x|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100227000340/http://jama.ama-assn.org/cgi/content/short/303/7/638?home|urlmorto= no}}</ref>. Analisi eseguite nel corso degli anni, non ultime le [[analisi del DNA]] compiute nel 2009, hanno consentito di appurare che il [[faraone]] soffriva di diverse malattie, alcune delle quali ereditarie, ma si è ritenuto che a nessuna di esse possa essere imputata la morte<ref name="ancestry" />. Le analisi, pubblicate nel febbraio 2010 sulla rivista statunitense ''[[Journal of the American Medical Association|JAMA]]'' (Journal of the American Medical Association), oltre a chiarire aspetti legati alla genealogia del re, dimostrarono che era affetto dalla [[malattia di Köhler]], a causa della quale era costretto a camminare appoggiandosi a un bastone. Ciò giustificherebbe la presenza nella KV62 di 130centotrenta di tali oggetti, i quali, presentando all'estremità evidenti tracce di usura, lasciano dedurre che fossero effettivamente utilizzati e non un semplice corredo.
 
Nel corpo di Tutankhamon fu inoltre rilevata la presenza del parassita della [[malaria]] in forma grave, come suffragato anche dalla presenza nella tomba di piante con proprietà analgesiche e antipiretiche<ref name="galileo" >{{cita news|url= http://www.galileonet.it/news/12420/tutankhamon-chiarito-il-mistero-della-sua-fine|pubblicazione= Galileo, giornale di scienza e problemi globali|titolo= Tutankhamon, chiarito il mistero della sua fine|accesso= 28 febbraio 2010|giorno= 17|mese= 2|anno= 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100220180548/http://www.galileonet.it/news/12420/tutankhamon-chiarito-il-mistero-della-sua-fine|urlmorto= sì}}</ref>.
 
La tomba porta il numero 62: le 65sessantacinque sepolture principali della [[Valle dei Re]] sono numerate progressivamente (sigla "KV"= ''Kings' Valley'', seguita da un numero); la numerazione non ha nulla a che vedere con la progressione sul trono dei titolari; nel [[1827]], infatti, l'egittologo inglese [[John Gardner Wilkinson]] numerò le tombe già scoperte da 1 a 22 seguendo l'ordine geografico da nord a sud. Da tale data, però, ovvero dalla [[KV23]] in poi, il numero corrisponde all'ordine di scoperta e, di qui, il numero 62 assegnato alla sepoltura di Tutankhamon.
 
L'importanza della scoperta, la più famosa della storia dell'[[egittologia]] e una delle più rilevanti dell'archeologia mondiale, risiede nel fatto che si tratta di una delle poche sepolture dell'[[antico Egitto]] pervenutaci quasi intatta, l'unica di un sovrano e conseguentemente, tra quelle note, la più ricca.
La scoperta di [[Howard Carter]], il 4 novembre [[1922]], fu permessa dalle sovvenzioni di [[George Herbert, V conte di Carnarvon|Lord Carnarvon]].
 
== Storia dello scavo ==
[[File:Tutankhamen KV62.jpg|left|thumb|[[Assonometria]] della tomba di Tutankhamon]]
[[Theodore Davis]], un eccentrico avvocato [[statunitense]], incominciò a scavare nella [[Valle dei Re]] nel [[1902]] e portò alla luce parecchie tombe, più intenzionato a ritrovare tesori che alla progressione degli studi archeologici. Nei suoi scavi, Davis "sfiorò" più volte (senza mai scoprirla) la tomba di Tutankhamon e suo fu lo scavo della [[KV54]] che conteneva oggetti appartenenti proprio al giovane re (si ritiene trattarsi di oggetti trafugati dalla KV62); egli considerò la KV54 la vera tomba del re, tanto che dichiarò che la valle non avesse più nulla da offrire<ref>{{Cita|Davis 2001}}.</ref>. Davis era in pessimi rapporti con Carter<ref>{{Cita|Jacq 2001|p. 167 e p. 178}}.</ref> e i due non perdevano occasione per criticarsi reciprocamente: Carter accusava Davis di non svolgere alcun rilevamento nei suoi scavi, né tanto meno di redigere relazioni sui reperti rinvenuti<ref>{{Cita|Jacq 2001|p. 160}}.</ref>.
 
Nel [[1903]], per motivi di salute, era intanto giunto in [[Egitto]] anche un nobile inglese, [[George Herbert, V conte di Carnarvon|George Edward Stanhope Molyneux Herbert]], quinto [[conte]] di Carnarvon che dopo aver tentato, con ripetuti insuccessi, di ottenere risultati archeologici validi, decise di affidarsi, nel [[1907]], a un archeologo professionista scegliendo [[Howard Carter]] che precedentemente aveva lavorato nella Valle. Dal 1907 al [[1914]] gli scavi consentirono alla coppia Carter-Carnarvon di scoprire alcune tombe, ma il sodalizio fu interrotto dalla [[prima guerra mondiale]].
Nel [[1917]] Carter riprese gli scavi nella Valle, che però non fornirono i risultati sperati dal magnate inglese. Nel 1922, in previsione della scadenza della concessione di scavo nell'aprile del [[1923]], il direttore del Servizio delle Antichità egiziano, [[Pierre Lacau]], avvertì Lord Carnarvon dell'impossibilità di rinnovarla, annullando così gli accordi già presi tra lo stesso Carnarvon e il precedente direttore del Servizio, il francese [[Gaston Maspero]]<ref>{{Cita|Jacq 2001|p. 247}}.</ref>.
Carnarvon decise perciò di rientrare in [[Gran Bretagna]]; Carter abbandonò momentaneamente gli scavi e lo raggiunse, ottenendo un'ultima campagna di scavo e giungendo a offrirsi di sostenerne personalmente le spese.
Rientrato in Egitto il 1º novembre 1922, Carter fece spostare il campo di scavo proprio dinanzi all'ingresso della tomba [[KV9]] di [[Ramesse VI|Ramses VI]], [[faraone]] della [[XX dinastia egizia|XX dinastia]], in un settore di forma triangolare dove aveva già lavorato parecchi anni prima, ma che aveva incomprensibilmente abbandonato. Qui erano precedentemente stati rinvenuti i resti (ritenuti archeologicamente privi di importanza) di alcune capanne costruite dagli operai che avevano lavorato alla tomba KV9 e proprio in quel punto, tre giorni dopo, il 4 novembre [[1922]]<ref>{{Cita web|lingua= en|url= http://www.griffith.ox.ac.uk/discoveringTut/journals-and-diaries/season-1/diary.html|titolo= Diario di Howard Carter dal 28 ottobre al 30 dicembre 1922|editore= [[Griffith Institute]]|accesso= 28 febbraio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140531125750/http://www.griffith.ox.ac.uk/discoveringTut/journals-and-diaries/season-1/diary.html|urlmorto= no}}</ref>, fu scoperto il primo gradino di una scala di accesso a un [[ipogeo]] (dalla figura sotto riportata, è possibile rilevare la sovrapposizione della KV9 alla KV62).
 
[[File:KV9suKV62.png|upright=2.3|center|thumb|Sovrapposizione delle tombe KV9 su KV62]]
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* [[Walter Hauser (architetto)|Walter Hauser]] (1893-1959): architetto e disegnatore;
* [[Lindsley Foote Hall]] (1883-1969): disegnatore;
* [[Richard Adamson]] (1901-1982): sergente di polizia per la sicurezza del cantiere di scavo<ref>{{cita web|url=http://www.saudiaramcoworld.com/issue/198106/the.last.survivor.htm|titolo=The Last Survivor|accesso=12 novembre 2018|dataarchivio=3 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120303070841/http://www.saudiaramcoworld.com/issue/198106/the.last.survivor.htm|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Cronologia degli eventi successivi ===
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Il complesso tombale è un [[ipogeo]] che si sviluppa nel calcare del [[wadi]]<ref name="pianterreno" >{{Cita web|lingua= en|url= http://www.thebanmappingproject.com/sites/browse_tomb_876.html|titolo= Pianterreno della tomba di Tutankhamon|editore= Theban mapping project|accesso= 28 febbraio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20071212175737/http://www.thebanmappingproject.com/sites/browse_tomb_876.html|urlmorto= sì}}</ref>. Originariamente doveva esistere una grotta sotterranea, che gli scalpellini del faraone regolarizzarono, dando forma a stanze rettangolari.
 
Una scalinata ('''A''') composta da 16sedici gradini porta a un corridoio in leggera discesa ('''B'''), che conduce in una sala rettangolare, denominata dagli archeologi "anticamera" ('''C'''), da cui si dipartono gli accessi ad altre due camere: la "camera funeraria" ('''D''') che conteneva i sarcofagi e il cosiddetto "annesso" ('''F''')<ref name="pianterreno" />. Il complesso ipogeo, mediamente, si trova a circa 8&nbsp;m di profondità rispetto al piano della valle, nelle immediate vicinanze della tomba [[KV9]] di Ramses VI che, sia pure involontariamente come sopra visto, giocò un ruolo importante nella salvaguardia della sottostante KV62.
Dalla sala D si accede alla cosiddetta "camera del tesoro" ('''E''')<ref name="pianterreno" />.
{{chiarire|Per quanto riguarda le, orientative, dimensioni (le lettere fanno sempre riferimento alla planimetria sopra riportata).}}
{|class="wikitable" style="float:right;text-align:center;"
|-bgcolor=#FFDD77
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=== A. La scala ===
A un piccolo ripiano iniziale segue la scala vera e propria, ripida e breve: 16sedici gradini al termine dei quali si trovava una "prima porta" murata ("ab" in planimetria) e sul cui intonaco spiccavano i sigilli intatti della necropoli con lo sciacallo, rappresentante il dio Anubi, sovrastante nove prigionieri, i nemici dell'Egitto, con le braccia legate dietro la schiena.
[[File:Tutankhamen tomb layout.jpg|left|thumb|Tomba di Tutankhamon]]
 
=== B. Il corridoio ===
Dalla scala si diparte, sullo stesso asse, un lungo corridoio con inclinazione costante verso il basso, di circa 18° chiuso, all'estremità opposta, da una "seconda porta" murata ("bc") abbattuta e sostituita, in tempi moderni, da una robusta grata<ref>{{Cita|Jacq 2001|ppp. 287}}.</ref>. Per avere una sensazione dell'immane lavoro svolto dagli scavatori moderni, ma ancor più da quelli antichi, si consideri che giù per la scala "A", e lungo il corridoio "B", fu trasportato all'interno il [[Sarcofago egizio|sarcofago]] di granito del peso di quasi 430&nbsp;kg che ospita ancora il corpo di Tutankhamon.
All'atto della scoperta, scala (A) e corridoio (B) erano completamente riempiti di pietrisco<ref>{{Cita|Jacq 2001|pp. 274-277}}.</ref> mentre le porte ("ab" e "bc"), che presentavano chiari segni di almeno due aperture da parte di ladri, e successive chiusure a cura dei funzionari preposti, recavano numerosi [[sigillo (oggetto)|sigilli]] della [[necropoli]] [[Tebe (Egitto)|tebana]] (il dio-[[sciacallo (mammifero)|sciacallo]] [[Anubi]] che sovrasta nove prigionieri con le braccia legate: i nemici dell'Egitto).
 
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[[File:Mannequin of Tutankhamun.jpg|thumb|Busto di legno dipinto]]
La porta murata (bc) presentava segni di effrazione, di ricostruzione e di conseguente apposizione dei sigilli della necropoli<ref>{{Cita|Jacq 2001|p. 276}}.</ref>. Abbattuto il tramezzo che chiudeva il corridoio, Carter si trovò in un vasto locale di circa 30&nbsp;m², che si sviluppa ortogonalmente rispetto al corridoio (B), da cui si accede per mezzo di un gradino.
Al momento dell'apertura, l'anticamera conteneva circa 6-700 oggetti, raccolti da Carter in 157centocinquantasette gruppi, accatastati alla rinfusa<ref>{{Cita|Reeves 2003|pp. 78-81}}.</ref>.
Spiccavano, sul lato sinistro dell'ingresso, i carri del re<ref>N.ro 120 e seguenti nella catalogazione di Carter.</ref>, smontati, mentre davanti alla porta troneggiavano tre letti zoomorfi<ref name="jacq81" />, con l'iscrizione ''Osiride Nebkheperura'' e quindi esclusivamente funerari, di cui:
* il primo con le sponde laterali in forma di leonessa, nelle sembianze della dea [[Mehet]] che garantiva annualmente la regolare piena del Nilo e quindi indicava il rinnovamento;
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[[File:Tutankhamun tomb photographs 2 007.jpg|thumb|L'ingresso alla camera funeraria ancora murato. Foto di Harry Burton.]]
[[File:Tutankhamun tomb photographs 4 292.jpg|thumb|L'accesso svela la camera funeraria. Foto di Harry Burton.]]
Sulla parete di destra (nord) gli scavatori notarono subito una "terza porta" murata ("cd" nella planimetria sopra riportata). Il fatto che fosse presidiata da due statue in grandezza naturale<ref>N.ri 22 e 29 nella catalogazione di Carter.</ref> fece intendere che doveva nascondere qualcosa di particolarmente importante. Secondo le leggi vigenti all'epoca, qualora si fosse trattato di una tomba intatta, l'apertura di questa porta sarebbe dovuta avvenire alla presenza del sovrintendente alle antichità Lacau, ma questi delegò uno dei suoi assistenti, Rex Engelbach, che dopo aver annotato le considerazioni di Carter sulla violazione della tomba, avvenuta durante l'antichità, e la successiva riapposizione dei sigilli, il 26 novembre non si ripresentò al cantiere<ref>{{Cita|Jacq 2001|p. 277}}.</ref>; in tale data, pertanto, Carter sfondò, con cautela, la porta murata nell'angolo superiore sinistro<ref>{{Cita|Jacq 2001|p. 278}}.</ref> e osservò l'interno, come lord Carnarvon, sua figlia Evelyn e l'americano Callender, tecnico ferroviario in pensione e suo aiutante<ref>{{Cita|Jacq 2001|pp. 278–279278-279}}.</ref>. Il foro venne richiuso e venne applicato un cancello di legno sulla porta esterna. Il gruppo tornò nella tomba il 28 novembre 1922, dopo aver inviato un messaggio al Servizio delle Antichità e sapendo benissimo che sarebbe stato ricevuto solo dopo l'orario di chiusura<ref>{{Cita|Jacq 2001|p. 280}}.</ref>; in tale occasione<ref name="Reeves-2003-54">{{Cita|Reeves 2003|p. 54}}.</ref> venne praticato un foro nella parte bassa della porta (cd) che dava accesso alla camera funeraria. Tale foro venne poi coperto da una cesta rotonda e da uno strato di frecce che abbondavano sul pavimento, o, secondo un'altra fonte, da steli di giunco che si trovavano nell'anticamera come è possibile rilevare dalle fotografie scattate da Burton<ref name="Reeves-2003-54" /><ref name="jacq84" >{{Cita|Jacq 2001|p. 284}}.</ref>; la prima a entrare fu lady Evelyn, figlia di Lord Carnarvon.
 
[[File:GD-EG-Caire-Musée127.JPG|thumb|Cappella in legno laminato d'oro]]
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Nell'ultima scena il re, in abiti terreni, indossa il copricapo ''nemes'', è seguito dal suo ''doppio'', il Kha, con in mano l'[[ankh]]. Il faraone abbraccia, cioè si congiunge nell'aldilà con Osiride, re dei defunti, con cui egli stesso ormai si identifica.
 
In questa parete inoltre le figure umane sono disegnate in proporzione su un'altezza di 20 quadrati, mentre quelle sulle altre tre pareti sono scandite da diciotto quadrati. La griglia a venti quadrati è tipica dell'età amarniana. Si è potuto constatare che le figure della parete nord furono dipinte in un tempo precedente alla sepoltura di Tutankhamon. Si pensa inoltre che questa pittura raffigurasse Tutankhamon che, vestito con la pelle di leopardo in qualità di sacerdote ''sem'', svolgeva la cerimonia di apertura della bocca del suo predecessore. In seguito alla morte prematura del faraone questa camera fu trasformata nella camera sepolcrale di Tutankhamon.<ref>{{Cita libro|nome=Christian|cognome=Greco|titolo=Alla ricerca di Tutankhamun|data=2023|editore=Franco Cosimo Panini|ISBN=978-88-570-1921-5}}</ref>
 
==== Parete ovest ====
Suddivisa in due registri; nel registro superiore la barca solare, preceduta da 5cinque divinità (Nebtubi, Heru, Kashu, Nehes, Maa), su cui viaggia il dio [[Khepri]] (peraltro parte integrante del prenome ''Neb-Kheperu-Ra'' di Tutankhamon).
Nel registro inferiore dodici babbuini accovacciati rappresentano la prima delle 12dodici ore della notte attraverso cui il sole, e il re, debbonodevono viaggiare prima di raggiungere l’alba.
 
==== Parete sud ====
Trattandosi della parete in cui si apriva la porta (cd), è quella che ha subito i danni maggiori: il re, che qui veste il copricapo Khat, è seguito da Anubi, dio della necropoli, ed è accolto nel regno dei morti da [[Hathor]]. Alle spalle di Anubi, identificata dai geroglifici che si trovavano sulla sua testa, si trovava la Dea Iside la cui immagine è quella maggiormente danneggiata dalle demolizioni che è accompagnata da tre divinità dell'aldilà.
 
La decorazione di questa parete fu evidentemente eseguita per ultima e con una certa fretta dopo che gli scrigni erano stati montati nella Camera Funeraria. Appare evidente, inoltre, la differenza, di “mano” di chi la eseguì (rispetto alle altre) anche perché le proporzioni delle figure, su questa parete, non sono basate sul canone amarniano di 20venti quadrati, bensì sulla più tradizionale griglia compositiva di 18diciotto quadrati<ref>{{Cita|Reeves 2003|pp. 73-74}}.</ref>.
 
==== Parete est ====
Nella parete est si apre la porta che dà accesso al ''Tesoro'' (camera E in planimetria); nella parte alta della parete viene rappresentato il corteo funebre: il re mummificato giace supino su un'alta slitta posta sotto un baldacchino dal duplice cornicione lavorato con teste di cobra erette (del tutto simile a quello realmente rinvenuto della tomba). La slitta è trainata da dodici uomini, suddivisi in cinque gruppi, vestiti di bianco e con il capo cinto di bende funerarie pureanch'esse bianche. L’ultima coppia, dal capo rasato e con differenti abiti, rappresenta i due Visir dell’Alto e Basso Egitto, forse Pentu e Usermont<ref name="cita-Reeves-2003-pp72-73"/>.
 
I restanti uomini, come riportato nelle iscrizioni, sono alti funzionari di Palazzo che, secondo il testo, proclamano ''Neb Kheperu Ra, vai in pace o dio protettore della terra''<ref>{{Cita|Reeves 2003|p. 72}}.</ref>.
 
Ad abbattimento della porta (cd) avvenuto, agli archeologi si presentò una seconda parete di legno, completamente ricoperta d'[[oro]]<ref>{{Cita|Jacq 2001|p. 283}}.</ref> e pasta vitrea blu. Era questa la parete della prima di quattro ''cappelle'', o ''scrigni'', o ''sacrari'', tutte in legno rivestite di lamina d'oro, che racchiudevano i sarcofagi del re.
 
==== Le cappelle in legno dorato ====
La prima ''cappella'', o ''sacrario''<ref>N.ro 207 nella catalogazione di Carter.</ref>, lunga 508&nbsp;cm, larga 328&nbsp;cm e alta 275&nbsp;cm, occupava quasi per intero la camera <ref group="N">Tra il soffitto della cappella e quello della camera funeraria c'erano meno di 90&nbsp;cm, mentre tra le pareti di quest'ultima e quella della cappella c'erano meno di 30&nbsp;cm.</ref>, e presentava le porte a due battenti ancora chiuse e recanti il sigillo della necropoli<ref>{{Cita|Reeves 2003|p. 100}}.</ref>.
 
Nell'intercapedine creata tra la parete della tomba e quella della ''prima cappella'', vennero rinvenuti molteplici oggetti: due lampade in calcite<ref>N.ri 173 e 174 nella catalogazione di Carter.</ref>, una statua in legno rappresentante un'oca<ref>N.ro 176 nella catalogazione di Carter.</ref>, alcune scatole ede un'anfora di vino<ref>N.ro 180 nella catalogazione di Carter.</ref>, undici remi della barca sacra<ref>N.ri 182-192 nella catalogazione di Carter.</ref>, nonché alcune rappresentazioni stilizzate del dio Anubi.
[[File:GD-EG-Caire-Musée137.JPG|thumb|Scrigno in legno laminato d'oro contenente i vasi canopi]]
L'apertura della ''prima cappella'', il cui portale si trovava sul lato est della camera funeraria, ne rivelò una seconda di 374&nbsp;cm di lunghezza, 235&nbsp;cm di larghezza e 225&nbsp;cm di altezza<ref>N. 237 nella catalogazione di Carter.</ref>, priva di sigilli, che si trovava all'interno di una semplice struttura in legno originariamente ricoperta da un telo di [[lino (fibra)|lino]] di 550&nbsp;cm per 440&nbsp;cm, ormai completamente deteriorato, su cui erano state cucite rosette in [[bronzo]])<ref>N.ro 209 nella catalogazione di Carter.</ref>. Una terza cappella<ref>N.ro 238 nella catalogazione di Carter.</ref> di 340&nbsp;cm di lunghezza, 192&nbsp;cm di larghezza e 215&nbsp;cm di altezza, questa volta ancora con i sigilli della necropoli intatti, ne conteneva una quarta<ref>N. 239 nella catalogazione di Carter.</ref> di 290&nbsp;cm di lunghezza, per 148&nbsp;cm di larghezza e 190&nbsp;cm di altezza; nell'intercapedine tra queste vennero rinvenuti altri oggetti rituali tra cui alcuni archi<ref>N.ri 212-236 nella catalogazione di Carter.</ref>.
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===== Il terzo sarcofago (oro massiccio) =====
Un terzo sarcofago, questa volta in oro massiccio<ref>N. 255 nella catalogazione di Carter</ref>, lungo 188&nbsp;cm<ref name="cita-Reeves-2003-p107"/>, di spessore variabile da 2 a 3&nbsp;mm, e del peso complessivo (calcolato nel 1929) di circa 110&nbsp;kg<ref>{{Cita web|lingua= en|url= http://www.griffith.ox.ac.uk/gri/tut-files/TAA_i_3_10_2.html|titolo= Sarcofago di Tutankhamon|editore= [[Griffith Institute]]|accesso= 28 febbraio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100802050104/http://www.griffith.ox.ac.uk/gri/tut-files/TAA_i_3_10_2.html|urlmorto= no}}</ref>, venne trovato all'interno del secondo. Il copricapo [[nemes]] del sarcofago era ricoperto di un sottile telo di lino, il viso lasciato in vista, mentre tutto il resto del corpo antropomorfo era ricoperto da un lino di colore rosso ripiegato tre volte<ref>N. 255b nella catalogazione di Carter.</ref>. Il torace era ricoperto da un ampio e fragile collare in perline di vetro blu, nonché foglie, fiori e frutti di vario genere tra cui melograni. Carter stimò che fossero stati versati, nell'intercapedine tra i due contenitori, circa due secchi di resine che, solidificandosi, avevano fermamente unito il terzo sarcofago al fondo del secondo<ref group="N">Tale quantità di resine solidificate, rese difficoltoso il distacco dei due sarcofagi per cui lo stesso Carter annotò che si era tentato ''martellando, usando solventi e calore'' sia esponendo i due sarcofagi al sole, sia deponendoli sul fuoco e separando i due involucri con lastre di zinco e portando la temperatura a parecchie centinaia di gradi.</ref><ref>{{Cita|Reeves 2003|p. 109}}.</ref>. Gli occhi, originariamente in [[calcare]] e [[ossidiana]], sono andati perduti per decomposizione; sopracciglia e trucco cosmetico sono in lapislazzuli e paste vitree. Il nemes reca, anche in questo caso, la tipica ripartizione in fasce che però, al contrario di quanto rilevato nei due sarcofagi precedenti, sono solo evidenziate con differente altezza e non colorate. Le orecchie presentavano fori per orecchini, ma questoquesti erano stati camuffati con dischetti in oro<ref>{{Cita|Reeves 2003|p. 110}}.</ref>. Attorno al collo di questo sarcofago si trovavano due pesanti collane costituite da dischi intervallati in oro e [[faience]]. Le braccia del re sono incrociate sul petto e recano il [[flagello (strumento)|flagello]], nella mano destra, e illo bastonescettro [[pastoraleScettri (liturgia)egizi|pastoraleHekat]] ricurvo, nella sinistra, simboli di Osiride, col significato regale di protezione e di guida.
 
[[File:Mask of Tutankhamun 2003-12-07.jpg|thumb|[[Maschera funeraria di Tutankhamon]] esposta al [[Museo egizio del Cairo|Museo Egizio del Cairo]]]]
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Misura circa 54&nbsp;cm in altezza, 39,3&nbsp;cm in larghezza e 49&nbsp;cm in profondità<ref group="N">Asahi Shinbunsha (1965), ''Tutankhamen Exhibition in Japan'' (catalogo della mostra), Tokyo, p.59, n.ro 45 reca 52 cm in altezza; per il Museo Petit Palais di Parigi, ''Toutankhamon'', 190, no.43: 51 cm altezza, 38 cm larghezza, 49 cm profondità; per il British Museum, ''Tutankhamun'', no. 50: 54 cm altezza, 39 cm larghezzaq, 49 cm profondità; B. B. Pëtrovskij (1973), ''Sokrovišča grobnicy Tutanchamona'' (catalogo della mostra), Mosca, n.ro. 17 54 cm in altezza; Mohamed Saleh e Hourig Sourouzian (1987), ''Official Catalogue: The Egyptian Museum Cairo'', Mainz am Rhein, n.ro 174: riporta 54 cm in altezza, 39,3 cm in larghezza.</ref>; lo spessore medio della lamina è stato stimato in 0,15&nbsp;cm che diventano 0,30&nbsp;cm nei bordi; il peso oscilla (a seconda delle pesature<ref group="N">Asahi Shimbunsha, Tutankhamen Exhibition in Japan, no. 45, p. 59, indica 9.200&nbsp;g; Mohamed Saleh e Hourig Sourouzian (1987), ''Official Catalogue: The Egyptian Museum Cairo'', Mainz am Rhein, n.ro 174, indica invece 11 kg circa.</ref>) tra i 9,2 e i 10,2&nbsp;kg.
Il materiale principale è oro di elevata caratura ma due sfumature sono riscontrabili a occhio nudo: argento-azzurrognolo per il viso e il collo e un colore più scuro per il resto. Analisi al XRDF ([[Diffrazione dei raggi X|diffrattometro]] corredato di [[spettrometro]]) hanno rivelato che si tratta di differenti leghe: 18,4 carati, rilevati per le labbra, e 22,5 carati nella treccia del [[nemes]]<ref>BES (2015), p. 512.</ref>.
Il viso è una versione della realtà idealizzata nei ritratti noti del faraone all'interno ed esternamente alla tomba e segnatamente nelle due statue di guardiani a grandezza naturale che presidiavano l'accesso alla camera funeraria. Parte integrante della maschera è una barba in pasta vitrea blu, oggi scolorata in grigio, che molte foto di Burton mostrano distaccata dal mento cui è applicata, a pressione, mediante una fascia d'oro.
 
La parte posteriore della maschera reca 10dieci colonne e 2due righe di geroglifici, derivanti da una personalizzazione del capitolo CLI del ''[[Libro dei Morti]]''<ref>{{cita web|url= http://digilander.libero.it/fab655/Il%20libro%20dei%20morti%20degli%20antichi%20egizi.pdf|titolo= Il libro dei morti degli antichi egizi|accesso= 28 febbraio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110303212028/http://digilander.libero.it/fab655/Il%20libro%20dei%20morti%20degli%20antichi%20egizi.pdf|urlmorto= no}}</ref><ref>Boris de Rachelwitz (1986), ''Il Libro dei Morti degli antichi Egizi'', ed. Mediterranee.</ref>; il testo, che richiama la protezione degli dei [[Ptah-Seker-Osiride|Ptah-Sokar]], [[Thot]], [[Anubi]], [[Horus]], nonché dell'intera [[Enneade]], è adattato specificamente al benessere di Tutankhamon nell'aldilà<ref>BES (2015), p. 513.</ref>, (benché un'analisi del [[2001]] abbia portato a individuare il nome della enigmatica regina [[Ankhtkheperura]], o Neferneferuaton, in un cartiglio parzialmente cancellato<ref>Marianne Eaton-Krauss (2015). The Unknown Tutankhamun. Bloomsbury Academic. ISBN 978-1-4725-7561-6. p.111.</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.news.com.au/technology/science/archaeology/tutankhamuns-mask-evidence-of-an-erased-name-points-to-the-fate-of-heretic-queen-nefertiti/news-story/41c5e678fdbc4dc5fcd5b38de1687b7e|titolo=King Tut’s awful secret unmasked|pubblicazione=NewsComAu|accesso=8 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190622155948/https://www.news.com.au/technology/science/archaeology/tutankhamuns-mask-evidence-of-an-erased-name-points-to-the-fate-of-heretic-queen-nefertiti/news-story/41c5e678fdbc4dc5fcd5b38de1687b7e|urlmorto=no}}</ref>):
<poem>''Salute a te, bello è il tuo viso che irradia luce''
''completato da Ptah-Sokar, esaltato da Anubi, fa in modo che siano innalzate ''
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''nella barca del Sole della sera, il tuo occhio sinistro è nella barca del sole al mattino, le tue sopracciglia''
''nell'Enneade. La tua fronte è Anubi, la tua nuca è''
''Horus, la tua chioma è Ptah-Sokaret e sei dinanzi ada Osiride.''
''Egli ti vede e ti guida lungo strade belle per colpire in suo nome''
''i congiurati di Seth. Sconfigga egli i tuoi nemici presso''
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Vari sono i danni subiti dalla maschera di Tutankhamon<ref name="BES 2015, p. 514">BES (2015), p. 514.</ref>: perdita di estese parti della pasta vitrea blu dalla fronte e dal retro del nemes, specie dalla treccia posteriore; gran parte di questi danni furono causati da Carter nel tentativo di separare la maschera, e in genere il corpo del re, dalle resine di imbalsamazione.
 
Un secondo gruppo di danni è visibile sulla fronte e sulla falda esterna, {{chiarire|a destra guardando, della maschera}}: due fori brutalmente eseguiti in antico evidentemente per fissare fermamente in posizione il flagello al corpo<ref name="BES 2015, p. 514"/>. Non è ovviamente noto perché tali fori siano stati realizzati in maniera così cruda. Durante la [[Cerimonia di apertura della bocca|cerimonia di apertura degli occhi e della bocca]] era prevista la posizione verticale della mummia regale e, forse, in tale posizione il flagello non restava ben fermo rischiando di cadere; ciò potrebbe aver comportato la necessità di risolvere il problema estemporaneamente.
 
Una terza area di danni è riscontrabile nella parte anteriore sporgente, a destra, del nemes: sembra infatti che questa sia stata sottoposta a un urto molto violento. La posizione e il tipo di danno suggerisce che la maschera (e forse il completo allestimento funerario) possa essere caduta dalla posizione verticale già all'interno della tomba. Tale ipotesi viene suffragata dalle stesse annotazioni di Carter<ref>Griffith’s Institute, appunti di Carter, carta n.ro 256(b)4.</ref> che indica un certo numero di pezzi d'oro sparsi sul pavimento dell'entrata e dell'anticamera. Carter identificò successivamente tali frammenti come parte del fianco della maschera.
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===== Struttura della maschera =====
Differenti analisi radiografiche<ref>Jean Thibault (1968), ''La masque d’or de Toutankhamon radiographié'', Photo-ciné-revue (May 1968), pp. 216-217.</ref> e ispezioni della maschera eseguite al Cairo nel 2001 e nel 2009 hanno consentito di individuare una serie di [[Rivetto|rivetti]] alla base della gola e una visibile linea di saldatura lungo i bordi del viso e del collo, nonché nella fascia frontale<ref group="N">Emily Teeter (1979), in ''The Treasures of Tutankhamun: A Supplementary Guide'', n.ro 25, pp. 19-20 riporta che la “''«maschera è costruita in più parti. Il viso è stato lavorato a parte e unito al preesistente nemes con piccoli rivetti d’oro difficilmente individuabili anche dall'interno della maschera''”».</ref>. Alla luce di tali analisi, è possibile stabilire che la maschera è, in realtà, costituita da otto distinte parti<ref>BES (2015), p. 516.</ref>:
# pannello frontale;
# pannello posteriore;
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Tornati nell'anticamera, gli scopritori notarono che sotto uno dei letti funebri (quello con le teste di Ammut) era visibile una "quarta porta" murata ("cf" nella planimetria), l'apertura della quale consentì di accedere a un altro locale, denominato "annesso" (F), il cui pavimento (come quello della camera funeraria) si trovava a un livello circa un metro inferiore a quello dell'anticamera. Questa porta fu poi aperta il 17 febbraio, durante una cerimonia alla presenza di molte autorità, tra le quali avrebbe dovuto comparire anche la regina del [[Belgio]] che rinunciò a presenziare alla cerimonia.<ref>{{Cita|Jacq 2001|pp. 322-325}}.</ref>
 
Gli oggetti trovati nell'annesso, prevalentemente cibo, oli e unguenti preziosi, erano in estremo disordine<ref>{{Cita|Jacq 2001|ppp. 326}}.</ref> certamente a causa delle due spoliazioni che la tomba aveva subito; il locale inoltre, a differenza degli altri, non era stato minimamente riordinato dagli ispettori. InAnche entrambida iquesto casiambiente, tuttavia, verosimilmente i ladri (viste anche le dimensioni delle brecce rinvenute nelle porte) avevano potuto asportare solo piccoli oggetti di valore, contenitori di profumi e unguenti preziosi. Una serie di piccoli contenitori e un involto contenente alcuni anelli furono rinvenuti nel corridoio di ingresso, mentre una delle tombe della valle ([[KV54]]) conteneva altri oggetti recanti il nome di Tutankhamon, tanto che i primi scopritori ritennero che fosse proprio quella la tomba del re, già scovata e depredata.
 
=== Camere segrete ===
Nel [[2018]], attraverso diverse scansioni eseguite con il [[georadar]], è emerso che non esiste alcuna camera segreta all'interno della struttura.<ref>{{Cita news|url=http://www.nationalgeographic.it/mondo-antico/2018/05/06/news/ufficiale_non_ci_sono_stanze_nascoste_nella_tomba_di_tutankhamon-3969488/|titolo=È ufficiale: nessuna stanza nascosta nella tomba di Tutankhamon|pubblicazione=National Geographic|accesso=6 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180507085426/http://www.nationalgeographic.it/mondo-antico/2018/05/06/news/ufficiale_non_ci_sono_stanze_nascoste_nella_tomba_di_tutankhamon-3969488/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/05/06/tomba-di-tutankhamon-la-scoperta-degli-archeologi-non-esistono-camere-segrete/4337344/|titolo=Tomba di Tutankhamon, la scoperta degli archeologi: "Non esistono camere segrete" - Il Fatto Quotidiano|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano|data=6 maggio 2018|accesso=6 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180506220559/https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/05/06/tomba-di-tutankhamon-la-scoperta-degli-archeologi-non-esistono-camere-segrete/4337344/|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news|nome=Paolo|cognome=Virtuani|autore=|url=https://www.corriere.it/scienze/18_maggio_06/egitto-camere-segrete-tomba-tutankhamon-archeologia-4450b310-513f-11e8-b393-1dfa8344f8a7.shtml|titolo=Egitto: non esistono camere segrete sotto la tomba di Tutankhamon|pubblicazione=Corriere della Sera|data=|accesso=6 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180628181725/https://www.corriere.it/scienze/18_maggio_06/egitto-camere-segrete-tomba-tutankhamon-archeologia-4450b310-513f-11e8-b393-1dfa8344f8a7.shtml|urlmorto=no}}</ref>
 
== Le mummie ==
All'interno della KV62 vennero rinvenute tre mummie: quella del re<ref>N.ro 256 della catalogazione di Carter.</ref> e quelle di due piccoli feti di sesso femminile<ref>N.ri 317a(2) e 317b(2) della catalogazione di Carter.</ref>, verosimilmente figlie del re giacché sono noti altri casi di sepoltura di figli nella stessa tomba paterna.<ref group="N">Tomba KV35 di Amenhotep II, in cui si trovava il corpo del figlio Webensenu; KV43 di Tuthmosi IV, in cui si trovavano i corpi dei figli Tentamon, Amenhemat ede un altro il cui nome non è noto.</ref>
 
=== La mummia di Tutankhamon ===
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Il corpo del re, tuttavia, aderiva fortemente al sarcofago d'oro a causa della gran quantità di unguenti versati e che nel tempo si erano solidificati, impedendo ogni possibilità di rimozione senza danneggiare la salma. Carter tentò di limitare i danni, con risultati negativi, cui seguirono metodi drastici che ruppero il corpo del re in varie parti.
Sul capo il re recava una coroncina riproducente le dee protettrici (Nekhbet e Uto), e cartigli con una delle prime varianti del nome del dio Aton<ref name="sarcofago" />.
Tra gli innumerevoli giri di bende, gli scopritori rinvennero circa 150centocinquanta amuleti e gioielli (anelli, bracciali, collane). Di particolare interesse due pugnali con fodero in oro, uno lungo la coscia destra e l'altro infilato in una sorta di cintura in vita. Mentre il primo presentava la lama in oro<ref>N.ro 256dd della catalogazione di Carter.</ref>, il secondo è tuttavia storicamente il più ''prezioso'' con la sua lama in ferro<ref>N.ro 256k della catalogazione di Carter.</ref> di origine meteoritica<ref>{{Cita web|url=https://www.unipi.it/index.php/news/item/7844-una-ricerca-internazionale-svela-l-origine-meteoritica-del-pugnale-di-tutankhamun|titolo=Una ricerca internazionale svela l'origine meteoritica del pugnale di Tutankhamun|cognome=Web|nome=Redazione|accesso=27 maggio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160924164713/https://www.unipi.it/index.php/news/item/7844-una-ricerca-internazionale-svela-l-origine-meteoritica-del-pugnale-di-tutankhamun|urlmorto=no}}</ref>, ancora lucida e non arrugginita. Il ferro, infatti, non era usuale in Egitto in quel periodo; si deve perciò ritenere che l'arma sia stata un dono, forse di origine [[Ittiti|ittita]]<ref>{{cita web|url=http://www.lindro.it/lorigine-extraterrestre-del-pugnale-di-tutankhamon/2/|titolo=L’origine extraterrestre del pugnale di Tutankhamon|autore=Fulvio Beltrami|editore=Indro s.r.l.|anno=2016|accesso=6 agosto 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160817184619/http://www.lindro.it/lorigine-extraterrestre-del-pugnale-di-tutankhamon/2/}}</ref>.
 
=== Le mummie delle figlie ===
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Si consideri, a titolo esemplificativo, che lo sgombero dell'anticamera, incominciato, come sopra indicato, il 27 dicembre del 1922, necessiterà di oltre 7 settimane.
 
Per il trasporto degli oggetti, dopo l'imballo protettivo e l'incassamento, dalla [[Valle dei Re]] al vicino [[Nilo]] vennero usati tratti di binario di una ferrovia [[Decauville]] a spinta manuale<ref>{{Cita|Jacq 2001|pp. 345-350}}.</ref>, nonostante il boicottaggio da parte del Servizio delle Antichità il cui direttore, [[Pierre Lacau]], era un acerrimo avversario di Carter; non esistendo un collegamento ferroviario, i tratti di binario percorsi dovevano essere ogni volta smontati per poi essere rimontati davanti al trasporto, tanto che per percorrere i pochi chilometri erano necessarie oltre 15quindici ore.
 
Alcuni oggetti rinvenuti nella tomba sono esposti al [[Museo di Luxor]].
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[[File:Tutanchamun Maske.jpg|thumb|upright=1.4|La [[maschera funeraria di Tutankhamon]] conservata al [[il Cairo|Cairo]]]]
 
L'anticamera si presentava in uno stato di ''caos organizzato'' e conteneva circa 700settecento oggetti raggruppati da Carter in 157centocinquantasette gruppi<ref>N.ri da 14 a 171 della catalogazione di Carter.</ref>. Agli scopritori balzarono subito agli occhi i tre letti funebri con testiere in forma rispettivamente di leone (o leopardo)<ref>N.ro 35 della catalogazione di Carter.</ref>, ippopotamo (la dea [[Ammit]], la ''Divoratrice'')<ref>N.ro 137 della catalogazione di Carter.</ref> e di vacca (la dea [[Mehetueret]])<ref>N.ro 73 della catalogazione di Carter.</ref><ref name="anticamera">{{Cita web|lingua=en|url=http://touregypt.net/museum/antechamber.htm|titolo=L'anticamera e i suoi contenuti|accesso=19 marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091229102947/http://touregypt.net/museum/antechamber.htm|urlmorto=no}}</ref>. Tali suppellettili erano già note da rilievi parietali di altre tombe<ref group="N">Ad esempio la tomba [[KV15]] di [[Seti II|Sethy II]], peraltro usata come laboratorio proprio per l'immagazzinamento ede il primo intervento sui reperti della KV62.</ref>, ma era la prima volta che se ne rinvenivano di intatti; tutti i letti erano costituiti da quattro distinte parti: il letto vero e proprio, la pediera e i due supporti laterali recanti le teste animali. Altri oggetti ugualmente di rilievo apparvero subito le parti smontate di alcuni carri.
 
Dall'anticamera venne estratto, il 27 dicembre 1922, il primo oggetto che vide la luce dopo oltre tremila anni: una cassa di colore bianco completamente dipinta con scene di caccia.<ref>N.ro 21 della catalogazione di Carter</ref><ref group="N">È interessante notare che in due fotografie scattate da Burton prima che iniziassero le operazioni di svuotamento, solo questa cassa si presenta in posizione differente; si ritiene (circostanza confermata dal diario del fratello di Lord Carnarvon) che sia stata utilizzata da Carter, unitamente a una cesta rotonda in paglia che si nota sempre nelle foto scattate da Burton, per coprire un foro praticato nella porta murata che dava accesso alla camera funeraria ("cd" in planimetria), prima ancora dell'apertura ufficiale della stessa che avverrà, lo rammentiamo, il 17 febbraio 1923 alla presenza di ospiti e funzionari del governo egiziano.</ref>
 
===== I letti funerari =====
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All'interno del sarcofago in quarzite si trovava (lettera "b") un sarcofago in legno (n. 253 di Carter), rivestito d'oro (quello che tutt'oggi ospita il corpo di Tutankhamon nella stessa tomba).
 
Il 13 ottobre [[1925]] questo [[cofano]] venne aperto utilizzando nuovamente le quattro maniglie d'argento che erano state usate 3000 anni prima per posizionarlo in chiusura. Al suo interno un secondo sarcofago (lettera "c"), pure in legno rivestito d'oro (oggi al museo del Cairo), che conteneva un terzo cofano (lettera "d") d'oro massiccio (n. 255 della catalogazione di Carter), di qualità artistica inestimabile al di là del valore venale dell'oro. Si comprese così il motivo dell'enorme peso riscontrato dagli scopritori quando avevano tentato di estrarre i tre sarcofagi dal loro letto di quarzite. Lungo 1,88&nbsp;m, il cofano ha uno spessore medio di 27&nbsp;mm e un peso complessivo di oltre 110&nbsp;kg.
 
[[File:16 30 CairoTutSarcOro.JPG|left|upright=1.4|thumb|Il terzo sarcofago d'oro massiccio]]
 
Ma anche l'apertura di quest'ultimo sarcofago non pose gli scopritori dinnanzi alle effettive fattezze del giovane Tutankhamon: infatti la mummia, pesantemente danneggiata dalla gran quantità di oli e resine versatile sopra durante i funerali, indossava la famosa maschera d'oro, che diverrà, da quel momento in poi, il simbolo stesso dell'egittologia, se non dell'intero Egitto<ref name="sarcofago"/>, catalogata da Carter al numero 256a.
Sul corpo del re, come riportato sopra la sezione ''La mummia di Tutankhamon'', vennero rinvenuti 150centocinquanta oggetti simbolici tra amuleti e gioielli tutti contrassegnati, da Carter, dal numero "256" e dalle lettere da "a" (la maschera d'oro) a "vvvv" (un poggiatesta in metallo).
 
==== Tesoro ("E") ====
Dalla camera funeraria, una porta non murata dava accesso al ''Tesoro'' ove, al momento della scoperta, troneggiava, protetto dalla statua di [[Anubi]] lo scrigno dei [[vasi canopi]]<ref>N.ro 266 della catalogazione di Carter.</ref>. Complessivamente il ''Tesoro'' conteneva circa 500cinquecento reperti, raggruppati da Carter in 75settantacinque gruppi, principalmente di natura religiosa o cultuale. Lo svuotamento di tale locale incominciò alla fine di ottobre del 1926; primo oggetto a essere estratto fu lo scrigno di Anubi, che ingombrava l'ingresso al locale. Anche in questa stanza erano penetrati gli antichi ladri che avevano, però, operato con discernimento, quasi scegliendo i contenitori da aprire e gli oggetti da asportare, come se ben conoscessero il contenuto della tomba.
 
===== Lo scrigno dei vasi canopici =====
[[File:Tut coffinette.jpg|thumb|Flagello e pastorale su uno dei sarcofagi canopici contenenti le viscere del re]]
In legno dorato, come gli scrigni della camera funeraria, era alto 198&nbsp;cm, e con i lati di 153&nbsp;cm x 122&nbsp;cm, sovrastato da una merlatura costituita da [[ureo|urei]] (cobra con il cappuccio aperto e il disco solare sul capo) in oro e smalto nero, rosso e blu. Quattro statue di divinità a ''tutto tondo'' proteggevano i lati dello scrigno: [[Iside]] (a ovest), [[Nefti]] (a est), [[Neith]] (a nord) e [[Selkis]] (a sud), ciascuna identificata dal rispettivo [[geroglifico egizio|geroglifico]] posto sul capo. Le statue erano strutturate secondo il canone su 20venti quadrati tipico dell'arte amarniana<ref group="N">La figura umana, secondo i canoni antecedenti e successivi al periodo amarniano, era ripartita su 18diciotto quadrati; durante l'eresia amarniana, tale canone variò da 18diciotto a 20venti quadrati tanto che è questo uno dei parametri essenziali per individuare sculture o pitture prodotte in tale periodo.</ref>.
All'interno dello scrigno in legno dorato<ref>{{Cita|Reeves 2003|pp. 119-123}}.</ref>, un secondo cofano in alabastro<ref>N.ro 266b della catalogazione di Carter.</ref>, ricoperto da un sudario di lino e protetto dalle stesse divinità femminili (questa volta in [[altorilievo]] e disposte agli angoli della struttura), conteneva i quattro vasi canopi<ref>N.ri 266 da "c" a "f" della catalogazione di Carter.</ref>, pure in alabastro, con coperchio costituito da un busto del re con il copricapo nemes e recanti, sulla spalla, il geroglifico del contenuto. All'interno di ciascuno di essi, piccoli sarcofagi in oro (alti circa 40&nbsp;cm)<ref>N.ri 266 da "g" a "l" della catalogazione di Carter.</ref>, fedele riproduzione del secondo sarcofago antropomorfo, contenevano i visceri del re protetti ciascuno dal nome di uno dei [[figli di Horo]] preposto alla tutela: [[Imset]] per il fegato, [[Hapi]] per i polmoni, [[Duamutef]] per lo stomaco e [[Qebeshenuf]] per gli intestini. Anche questi erano stati ricoperti della stessa resina che era stata rinvenuta nei sarcofagi del re.
 
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==== Annesso ("F") ====
L'annesso, originariamente predisposto per ospitare oli, unguenti, profumi, cibi e vino<ref group="N">{{Cita web|lingua=en|url=http://touregypt.net/museum/annex.htm|titolo=L'annesso e i suoi contenuti|accesso=19 marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110114025649/http://www.touregypt.net/museum/annex.htm|urlmorto=no}}<br />{{Citazione|Although it is the smallest of the four rooms in Tutankhamun's burial complex, the annex contained nearly half of the tomb's total contents. It was stacked with hundreds of reed baskets and pottery jars, containing provisions for the dead king. Royal furniture and elaborate urns were strewn among these ordinary objects. (traduzione: Nonostante si tratti della più piccola delle quattro camere del complesso sepolcrale di Tutankhamon, l'Annesso conteneva circa la metà del contenuto della tomba. Centinaia di ceste in paglia e contenitori in ceramica contenenti le provviste per il defunto re. Mobilio reale ede urne elaborate erano sparsi tra oggetti ordinari.)}}</ref>, fu l'ultimo locale a essere sgomberato, dalla fine di ottobre 1927 alla successiva primavera del 1928.
 
Nonostante le sue piccole dimensioni, conteneva circa 280duecentottanta gruppi di oggetti, per un totale di oltre 2&nbsp;000{{formatnum:2000}} pezzi.
La stanza si presentava in gran disordine vuoi per il passaggio dei ladri, vuoi perché, evidentemente, in questo locale erano letteralmente stati accatastati, alla rinfusa, alcuni oggetti parte della refurtiva che i funzionari della necropoli tebana avevano recuperato e che, originariamente, dovevano trovarsi nell'anticamera. È da ciò desumibile che gli autori, quanto meno di una, delle incursioni ladresche, furono scoperti e il materiale sottratto recuperato, ipotesi confermata dal ritrovamento di involti di tela ancora contenenti gli anelli e i bracciali raccolti dai ladri.
 
Lo svuotamento dell'annesso fu particolarmente difficoltoso poiché il pavimento era così ingombro di materiali che gli archeologi furono dapprima costretti a recuperarli restando quasi sospesi nel vuoto con funi per creare lo spazio sufficiente ad appoggiare i piedi. Si rese inoltre necessario puntellare molti oggetti affinché, durante le operazioni di recupero, non crollassero su quelli sottostanti.
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=== Tabella degli oggetti rinvenuti ===
Nella tabella che segue, distinti per gruppi omogenei principali, gli oggetti e i locali in cui furono rinvenuti (le lettere fanno riferimento sempre alla planimetria di cui sopra):
{|border="1" alignclass="center"wikitable cellspacing=2 cellpadding="5sortable" style="border:1px solid black; border-collapse:collapse; text-align:center;"
|-bgcolor=#e7e7e7
!
!A
!width="30"|A
!B
!width="30"|B
!C
!width="30"|C
!D
!width="30"|D
!E
!width="30"|E
!F
!width="30"|F
|-
!Abbigliamento
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|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|-
|-bgcolor=#f0f0f0
! Armi ed equipaggiamento
| -
Riga 447 ⟶ 448:
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|-
|-bgcolor=#f0f0f0
!Attrezzatura per scrittura
| -
Riga 463 ⟶ 464:
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|-
|-bgcolor=#f0f0f0
!Lampade e torce
| -
Riga 479 ⟶ 480:
| -
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|-
|-bgcolor=#f0f0f0
!Modelli di navi e barche
| -
Riga 495 ⟶ 496:
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|-
|- bgcolor=#f0f0f0
!Cosmetici
| -
Riga 511 ⟶ 512:
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|-
|-bgcolor=#f0f0f0
!Scatole e ceste
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
Riga 527 ⟶ 528:
| -
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|-
|-bgcolor=#f0f0f0
! Sigilli (di vario genere)
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
Riga 543 ⟶ 544:
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|-
|-bgcolor=#f0f0f0
!Strumenti musicali
| -
Riga 559 ⟶ 560:
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
|-
|-bgcolor=#f0f0f0
!Vino in contenitori
|{{simbolo|Green check.svg|16}}
Riga 569 ⟶ 570:
|}
 
=== Attuale destinazioneDestinazione degli oggetti ===
Gli oggetti rinvenuti nella tomba di Tutankhamon, come visto in numero di quasi 5&nbsp;500, sono oggi conservati per la maggior parte al Museo Egizio del Cairo, in un'apposita area al secondo piano. Altri oggetti, non molti in verità e alcuni di cui non si conosce la provenienza, sono distribuiti presso il [[Metropolitan Museum of Art]]<ref>{{Cita web|lingua= en|url= http://www.metmuseum.org/collection/the-collection-online/search/544076|titolo= Tutankhamon|editore= Metropolitan Museum of Art|accesso= 28 febbraio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140531142922/http://www.metmuseum.org/collection/the-collection-online/search/544076|urlmorto= no}}</ref>, di [[New York]], e il [[Griffith Institute]] di [[Oxford]], nel [[Regno Unito]]. Presso quest'ultimo, inoltre, è conservato anche l'archivio di Carter con gli appunti originali e le fotografie scattate da [[Harry Burton]], fotografo del MET "prestato" gratuitamente, nel 1922, alla spedizione Carter-Carnarvon<ref>{{Cita web|lingua= en|url= http://www.griffith.ox.ac.uk/gri/carter/|titolo= Catalogo fotografico di tutti gli oggetti ritrovati nella Tomba di Tutankhamon|editore= [[Griffith Institute]]|accesso= 27 febbraio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100109152940/http://www.griffith.ox.ac.uk/gri/carter/|urlmorto= no}}</ref>.
 
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Appare tuttavia chiaro che quotidiani e periodici dell'epoca non potevano prescindere dal fornire notizie ai loro lettori su un fatto tanto clamoroso e si videro costretti a scendere a patti con il ''The Times'', per raccoglierne le briciole, e a imbastire, spesso, articoli anche fantasiosi pur di rispondere alla egittomania dilagante.
 
In questo quadro, alle verità che trapelavano (in realtà molto poche), si sommarono articoli anche denigratori delle attività in corso e, tra le altre, dall'alone di mistero che circondava la figura del Faraone ritrovato,. cominciòCominciò a serpeggiare (specie dopo la morte di Lord Carnarvon) la diceria che esistesse una maledizione che incombeva su tutti coloro che avevano preso parte alla spedizione; di qui la nascita di quella che, ancor oggi, viene detta la "Maledizione di Tutankhamon". Si disse che era stata rinvenuta un'iscrizione, di fatto inesistente, secondo cui: ''"la morte verrà su agili ali per colui che profanerà la tomba del Faraone"'' e lo stesso Sir [[Arthur Conan Doyle]] (il "padre" di [[Sherlock Holmes]]) giunse ad attribuire la morte di Lord Carnarvon a elementi, non spiriti o fantasmi, inventati dai sacerdoti di Tutankhamon per salvaguardare la tomba, dicendo ''"«La causa immediata della sua morte fu la febbre tifoide, ma questo è il modo nel quale gli 'elementi' (maledizioni) che proteggevano la mummia potrebbero agire"''»<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.king-tut.org.uk/curse-of-king-tut/sir-arthur-conan-doyle-curse-of-king-tut.htm|titolo=Sir Arthur Conan Doyle & the Curse of King Tut|accesso=28 febbraio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100902232605/http://www.king-tut.org.uk/curse-of-king-tut/sir-arthur-conan-doyle-curse-of-king-tut.htm|urlmorto=no}}<br />{{Citazione|It is impossible to say with absolute certainty if this is true. If we had proper occult powers we could determine it, but I warned Fletcher Robinson against concerning himself with the mummy at the British Museum... I told him he was tempting fate by pursuing his inquiries, but he was fascinated and would not desist. Then he was overtaken by illness. The immediate cause of his death was typhoid fever, but that is the way in which the 'elementals' [curses] guarding the mummy might act.}}</ref><ref name="Hill">{{cita web|url=http://www.ancientegyptonline.co.uk/tutcurse.html|titolo=Curse of Tutankhamuns tomb|sito=ancientegyptonline.co.uk|editore=Ancient Egypt Online|anno=2010|accesso=7 agosto 2016|lingua=inglese|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160720175047/http://www.ancientegyptonline.co.uk/tutcurse.html|urlmorto=no}}</ref>.
[[File:CarterHouseSouthSide.jpg|thumb|La casa di Carter all'inizio della Valle dei Re]]
In realtà, poco o nulla di misterioso accompagnò il decorso delle vite delle persone che furono i principali artefici della scoperta: Carter morirà, ad esempio, nel [[1939]], all'età di 65sessantacinque anni e ben 17diciassette anni dopo la data della scoperta e il dott. Derry, che eseguì la prima autopsia sul corpo di Tutankhamon, morirà addirittura nel 1961 all'età veneranda di 87ottantasette anni. La stessa Lady Evelyn, figlia di Lord Carnarvon, presente alla scoperta e tra le prime ad accedere alla tomba, morirà nel 1980, all'età di 79settantanove anni<ref>{{cita libro|autore=Charles Mosley|editore=Burke's Peerage & Gentry|titolo=Burke's peerage, baronetage and knightage|edizione=107|volume=3|città=Wilmington, Delaware|anno=2003|lingua=inglese}}</ref>.
 
== Tutankhamon: omicidio o incidente? ==
{{vedi anche|Tutankhamon}}
Nel [[1925]], tre anni dopo la scoperta della tomba, il professor [[Douglas Erith Derry]] e il suo assistente Saleh Bey Hamdi si accinsero a incominciare, nel corridoio principale della tomba di [[Seti II]] ([[KV15]]), l'autopsia sul corpo di Tutankhamon<ref name="Fletcher">{{cita|Fletcher|cap. ''The Origin of the Search''}}.</ref> (a proposito della [[maledizione di Tutankhamon|"maledizione" di Tutankhamon]], è appena il caso di notare che Derry morirà nel [[1961]] all'età di 87ottantasette anni<ref>{{cita web|url=http://livesonline.rcseng.ac.uk/biogs/E004996b.htm|sito=|editore=The Royal College of Surgeons of England|titolo=Derry, Douglas Erith (1874 - 1961)|anno=2014|lingua=inglese|accesso=5 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160916053238/http://livesonline.rcseng.ac.uk/biogs/E004996b.htm|urlmorto=no}}</ref>). Come sopra visto, il corpo del re, a causa della solidificazione degli unguenti versati nel sarcofago, vi aderiva saldamente; precedentemente Carter, nel tentativo di estrarlo, aveva tentato ogni strada per staccarlo, cercando il più possibile di limitare il danno: il sarcofago fu perciò esposto al calore del sole (sperando sciogliesse gli unguenti) nonché a quello di forti lampade e, addirittura, direttamente sul fuoco giungendo quasi al limite della temperatura di fusione dell'oro. Infine Carter tentò di staccare il corpo con coltelli arroventati, ma l'effetto finale fu la fratturazione del corpo in più parti. Lo scopritore della tomba eviterà di menzionare nella sua pubblicazione queste procedure. A seguito di questi infruttuosi e dannosi tentativi, Carter e Derry decisero di sezionare la mummia lasciandola nella sua bara<ref name="Carter diaries">{{cita web|url=http://www.griffith.ox.ac.uk/gri/4sea4not.html|autore=Howard Carter|altri=a cura di Jaromir Malek|titolo=Tutankhamun: Anatomy of an Excavation. Howard Carter's diaries. The fourth excavation season in the tomb of Tutankhamun.
September 23, 1925 to May 21, 1926|editore=Griffith Institute|città=Oxford|anno=2010|lingua=inglese|accesso=5 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303232805/http://www.griffith.ox.ac.uk/gri/4sea4not.html|urlmorto=no}}</ref><ref name="Hawass 2009">{{cita pubblicazione|url=http://www.bibalex.org/archeology/attachments/lectures/201201221342049314.pdf|titolo=New Evidence for the Cause of Tutankhamun’s Death|autore=[[Zahi Hawass]]|editore=Bibliotheca Alexandrina|sito=http://www.bibalex.org/en/default|anno=2009|lingua=inglese|accesso=5 agosto 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160807081014/http://www.bibalex.org/archeology/attachments/lectures/201201221342049314.pdf}}</ref>.
 
Alle 10:35 dell'11 novembre, Derry praticò una prima incisione longitudinale sugli strati esterni della mummia. Lo studioso stabilì l'altezza della mummia in 163&nbsp;cm, per cui stimò che in vita il re, di leggera costituzione fisica, doveva essere poco più alto di 167&nbsp;cm<ref name="Hawass 2009"/><ref>{{cita libro|autore=Zahi Hawass|titolo=The Golden Age of Tutankhamun|url=https://archive.org/details/goldenageoftutan0000hawa|editore=American Univ in Cairo Press|anno=2004|p=[https://archive.org/details/goldenageoftutan0000hawa/page/121 121]|lingua=inglese|isbn=978-977-424-836-8}}</ref> (circostanza che sarebbe stata confermata da una seconda autopsia del [[1968]] svolta dal prof. Harrison<ref name="Naunton">{{cita web|url=http://www.historyextra.com/article/premium/history-essay-what-killed-tutankhamun|titolo=What killed Tutankhamun?|autore=Chris Naunton|editore=Immediate Media Company Ltd - [[BBC]]|anno=2016|accesso=6 agosto 2016|lingua=inglese|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160807085029/http://www.historyextra.com/article/premium/history-essay-what-killed-tutankhamun|urlmorto=no}}</ref>) ovvero esattamente l'altezza delle due statue di colore nero che si trovavano ai fianchi della porta della camera funeraria (D) all'atto della scoperta<ref name="Polidoro">{{cita libro|titolo=Rivelazioni|autore=[[Massimo Polidoro]]|editore=Edizioni Piemme|anno=2014|url=https://books.google.it/books?id=qgroAwAAQBAJ&pg=PR5&lpg=PR5&dq=Saleh+Bey+Hamdi&source=bl&ots=jH9O0fKeWH&sig=d5coFRcvlkAfQ2jJRZtK7IzBO5Y&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwin5PDZo6rOAhVMNxQKHVtqBRIQ6AEIMjAD#v=onepage&q=Saleh%20Bey%20Hamdi&f=false|volume=Sezione 7|p=5|isbn=978-88-585-1169-5|accesso=6 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160819043711/https://books.google.it/books?id=qgroAwAAQBAJ&pg=PR5&lpg=PR5&dq=Saleh+Bey+Hamdi&source=bl&ots=jH9O0fKeWH&sig=d5coFRcvlkAfQ2jJRZtK7IzBO5Y&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwin5PDZo6rOAhVMNxQKHVtqBRIQ6AEIMjAD#v=onepage&q=Saleh%20Bey%20Hamdi&f=false|urlmorto=no}}</ref>. In base all'esame della struttura ossea e in particolare della mancata fusione delle [[epifisi]] delle ossa lunghe, si stabilì inoltre che il re doveva avere tra i 17diciassette e i 19diciannove anni al momento della morte<ref name="Carter diaries"/> (nel 1968, sulla scorta dello stato di eruzione dei [[dente del giudizio|denti del giudizio]], si confermò un'età attorno ai 19diciannove anni<ref name="Hawass 2009"/>).
 
[[File:Tutankhamun emerging from lotus flower.jpg|thumb|[[Tutankhamon come Nefertum (JE 60723)|Testa di Tutankhamon come Nefertum]], dio del profumo. [[Museo egizio del Cairo]].]]
Di particolare interesse le somiglianze riscontrate (sia da Derry nel 1925 sia da Harrison nel 1968) tra il cranio di Tutankhamon e quello dell'occupante la tomba [[KV55]] con il quale condivide anche il gruppo sanguigno A2<ref>{{cita web|url=http://www.ugiat-antoniocrasto.it/Articoli/Difficile%20identificazione%20della%20mummia%20della%20KV%2055.pdf|autore=Antonio Crasto|titolo=Difficile identificazione della mummia della KV 55|p=3|anno=2010|accesso=6 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160822232358/http://www.ugiat-antoniocrasto.it/Articoli/Difficile%20identificazione%20della%20mummia%20della%20KV%2055.pdf|urlmorto=no}}</ref>. Dalle radiografie del 1968, inoltre, si appurò che il re non era morto di tubercolosi (come precedentemente suggerito)<ref name="Paleoradiology">{{cita libro|titolo=Paleoradiology: Imaging Mummies and Fossils|autore=R.K. Chhem|autore2=D.R. Brothwell|editore=Springer Science & Business Media|anno=2007|lingua=inglese|p=7|isbn=978-3-540-48833-0}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.newscientist.com/article/mg21528812-400-tutankhamuns-death-and-the-birth-of-monotheism/|titolo=Tutankhamun’s death and the birth of monotheism|autore=Jessica Hamzelou|editore=Reed Business Information Ltd.|anno=2012|accesso=6 agosto 2016|lingua=inglese|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160919075226/https://www.newscientist.com/article/mg21528812-400-tutankhamuns-death-and-the-birth-of-monotheism/|urlmorto=no}}</ref> e che all'interno del cranio era visibile un frammento osseo che, secondo gli specialisti, poteva comunque essere stato causato "post-mortem", da manovre degli imbalsamatori<ref name="Paleoradiology"/>. Le radiografie evidenziarono anche una frattura al femore della gamba sinistra, ma anche in questo caso non fu possibile determinare se la lesione fosse avvenuta prima della morte, fosse un risultato dell'imbalsamazione o dovuta all'esame di Carter<ref>{{cita pubblicazione|autore=R.G. Harrison|autore2=A.B. Abdalla|anno=Marzo 1972|titolo=The Remains of Tutankhamun|rivista=Antiquity|volume=46|pp=8–148-14|editore=Cambridge University Press|doi=10.1017/S0003598X00053072|lingua=inglese}}</ref>.
 
Dall'accurato esame delle radiografie di Harrison, nel 1998 il noto egittologo [[Bob Brier]] ipotizzò una morte violenta per il giovane re. Lo studioso si accorse di un'importante lesione alla base del cranio (nella zona occipitale) ove era rilevabile un considerevole ispessimento dell'osso (il cosiddetto callo osseo o ematoma subdurale cronico, dovuto a una frattura). Il punto interessato, difficile da raggiungere accidentalmente, faceva pensare a un atto violento volontario. Il fatto stesso che ci fosse un ispessimento significava, però, che l'uomo era rimasto vivo almeno per due o tre mesi dopo il colpo. Anche se questo trauma avrebbe sicuramente provocato un grave stato di prostrazione fisica che avrebbe potuto comunque portare al decesso, le evidenze dimostrate dalla semplice analisi dei raggi X non potevano né confermare né smentire queste congetture<ref name="Polidoro"/><ref name="Paleoradiology"/>.
 
Il 5 gennaio [[2005]] la mummia di Tutankhamon, per la prima volta dal suo rinvenimento quasi 80 ottant'anni prima, venne rimossa dalla sua tomba nella Valle dei Re e sottoposta a [[tomografia computerizzata]] (''TAC''). La scansione durò circa 15quindici minuti e produsse oltre 1&nbsp;700 immagini. Queste furono studiate da un team egiziano e successivamente da uno straniero composto da esperti provenienti da Italia e Svizzera. Gli esiti furono pubblicati il 7 marzo dello stesso anno dal ''[[Ministero delle Antichità|Supremo Consiglio delle Antichità]]'' egiziano. Secondo il bollettino ufficiale, la TAC non aveva evidenziato alcuna prova fisica di omicidio, ma le scansioni avevano rivelato caratteristiche insolite, tra cui la già nota gamba fratturata, che alcuni esperti, contraddetti da altri, ipotizzarono potesse aver portato alla morte del re bambino in quanto probabile causa di una grave infezione<ref>{{cita web|url=https://press.nationalgeographic.com/2005/03/07/tutankhamun-ct-scan-results-issued-march-7-2005-by-the-egyptian-supreme-council-of-antiquities/|titolo=Tutankhamun CT Scan Results: Issued March 7, 2005, By The Egyptian Supreme Council Of Antiquities|editore=[[National Geographic Society]]|data=7 marzo 2005|accesso=7 agosto 2016|lingua=inglese|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160821165941/http://press.nationalgeographic.com/2005/03/07/tutankhamun-ct-scan-results-issued-march-7-2005-by-the-egyptian-supreme-council-of-antiquities/|urlmorto=no}}</ref>. L'unica conclusione certa era che si escludeva definitivamente che la causa della morte potesse derivare da una lesione del cranio o da un trauma toracico, come altrimenti ipotizzato in passato<ref>{{cita web|url=http://ambassadors.net/archives/issue23/selectedstudy3.htm|titolo=Computed Tomography of King Tut-Ankh-Amen|autore=Mervat Shafik|autore2=Ashraf Selim|autore3=Isam EL Sheikh|autore4=Zahi Hawass|volume=11|data=gennaio 2008|accesso=7 agosto 2016|lingua=inglese|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160207025452/http://ambassadors.net/archives/issue23/selectedstudy3.htm|urlmorto=no}}</ref>.
 
Nonostante i risultati di questi approfonditi studi, il mistero della morte di Tutankhamon era ancora lontano dal potersi dire risolto. Il referto infatti non chiariva definitivamente le circostanze del decesso, e la discussione in seno alla comunità scientifica rimase aperta. Le due ipotesi principali erano la morte dovuta a un'[[Tetano|infezione tetanica fulminante]], o per somministrazione di un [[veleno]]. Se era stato somministrato un veleno, era verosimile che le tracce potessero essere sparite in seguito alla procedura di mummificazione e si auspicavano dati ulteriori dall’analisidall'analisi del contenuto dei [[vasi canopi]], che ospitavano le viscere del defunto: nei resti organici veniva ritenuto possibile rinvenire traccia delle tossine batteriche, o di spore tetaniche, o di altre infezioni sporigene.
 
Nuovi esami genetici e batteriologici, pubblicati nel febbraio 2010, hanno incominciato a rispondere a quelle domande, appurando che la morte poteva essere verosimilmente avvenuta per una necrosi ossea complicata da un'infezione malarica grave di tipo tropicale<ref name="ancestry" />. Queste analisi hanno inoltre diagnosticato come il faraone fosse affetto dalla [[malattia di Köhler]], che lo costringeva a camminare con un bastone<ref name="galileo"/>.
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Carter completò il suo lavoro di catalogazione e conservazione degli oggetti della tomba KV62 nel 1932. L'anno successivo verrà pubblicato il terzo volume del suo diario ''La tomba di Tutankhamon'' e gli ultimi anni prima della sua scomparsa saranno impiegati ancora per la preparazione del ''Rapporto sulla tomba di Tutankhamon'' che appare, però, l'opera di un uomo ormai stanco e provato da questa straordinaria esperienza.
 
Carter muoremorì il 2 marzo 1939 a [[Kensington (Londra)|Kensington]] (in Gran Bretagna) ricco di gloria, ma privo di onori pubblici. I suoi scritti passeranno a una nipote mentre i suoi beni venduti all'asta nel dicembre 1939<ref>{{Cita|Jacq 2001|p. 433}}.</ref>; nel [[1940]] verranno invece venduti, anche questi all'asta, i suoi libri. Una parte della sua collezione di oggetti egiziani ritornerà al Cairo, al Museo Egizio, mentre un'altra parte verrà venduta a collezionisti privati sparsi per il mondo. La sua casa, all'ingresso della Valle dei Re, passerà al [[Metropolitan Museum of Art]].
 
== Stato attuale ==
A tutto il 2007 la tomba era aperta ai visitatori, con un prezzo aggiuntivo rispetto a quello di accesso alla Valle dei Re. Il numero di visitatori fu limitato a 400quattrocento al giorno dal maggio 2008<ref>{{cita web|url=http://guardians.net/hawass/Press%20Releases/limited_number_of_daily_visitors_to_Tuts_Tomb.htm|titolo=Limited number of visitors for Tutankhamun's tomb|accesso=3 aprile 2016|lingua=inglese|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924070748/http://guardians.net/hawass/Press%20Releases/limited_number_of_daily_visitors_to_Tuts_Tomb.htm|urlmorto=no}}</ref>. Nel 2010 la tomba fu chiusa al pubblico durante i lavori di restauro intrapresi dal [[Getty Conservation Institute]]<ref>{{cita web|url=https://www.getty.edu/conservation/our_projects/field_projects/tut/overview.html|titolo=Conservation and Management of the Tomb of Tutankhamen|lingua=inglese|accesso=3 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160329012141/http://www.getty.edu/conservation/our_projects/field_projects/tut/overview.html|urlmorto=no}}</ref> e nuovamente resa disponibile ai visitatori nel 2014. La tomba dovrebbe essere definitivamente chiusa al pubblico nel prossimo futuro, ma una riproduzione è stata già posizionata vicino alla Valle dei Re ed è a disposizione del pubblico dal 30 aprile 2014<ref>{{cita web|url=http://www.euronews.com/2012/11/19/tutankhamon-tomb-recreation|titolo=Tutankhamon Tomb recreation|accesso=3 aprile 2016|lingua=inglese|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121127193846/http://www.euronews.com/2012/11/19/tutankhamon-tomb-recreation}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.sis.gov.eg/En/Templates/Articles/tmpArticles.aspx?ArtID=77813#.VwFTHkf00Tp.|titolo=Tutankhamun's tomb replica inaugurated in Luxor|accesso=3 aprile 2016|lingua=inglese|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160423052323/http://www.sis.gov.eg/En/Templates/Articles/tmpArticles.aspx?ArtID=77813#.VwFTHkf00Tp.|urlmorto=no}}</ref>.
 
== Note ==
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{{Valle dei Re}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|antico Egitto|archeologia}}
{{vetrina|9|4|2006|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Tomba di Tutankhamon|arg=archeologia}}