Affori: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|il cognome italiano|Affori (cognome)}}
{{Quartiere
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}}
'''Affori''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[ˈaffori]|it}}; ''Affer'' o ''Affor''<ref>Dante Olivieri, ''Dizionario di toponomastica lombarda: nomi di comuni, frazioni, casali, corsi d'acqua ecc. della regione lombarda, studiati in rapporto alla loro origine'', ed. Famiglia Milanese, 1931</ref> in [[dialetto milanese]], <small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[ˈafer]}} o {{IPA|[ˈafur]}}) è un [[quartieriquartiere di<ref>Nel Milano|quartiereComune di Milano]], postoa nelladifferenza periferiadi settentrionalequanto dellaavviene per altre grandi città, e(ad appartenenteesempio alRoma) [[Municipioil 9termine di“quartiere” Milano|Municipionon 9]]ha attualmente un preciso significato amministrativo.
Nel Medioevo e fino all’Ottocento, Milano, che ha una pianta circolare, prima delimitata dalla cerchia dei Navigli, poi dalle Mura spagnole, era ufficialmente divisa in Sestieri, ciascuno a forma di spicchio, corrispondenti alla sei antiche porte che si aprivano nelle mura.
Oggi, invece, a Milano il termine “quartiere” viene usato nel linguaggio comune per indicare - approssimativamente - una zona cittadina che di solito ha confini non perimetrati ufficialmente e quindi mutevoli, anche nel tempo.
Nel secondo dopoguerra il Comune ha suddiviso la città in venti zone, poi ridotte a nove, ciascuna denominata “Municipio”.
Dal 2017 (Delibera di Consiglio comunale n. 35 del 13/03/2017) all'interno dei 9 Municipi, il Comune ha definito un’ulteriore suddivisione in 88 zone più piccole, perimetrate, dette “NIL” (Nuclei di Identità Locale), anche al fine di definire/perimetrare/denominare/numerare le zone cittadine finora dette “quartieri”.</ref> di Milano posto nella periferia settentrionale della città, appartenente al [[Municipio 9 di Milano|Municipio 9]] e al NIL n. 80
"Affori".<ref>I NIL (Nuclei di Identità Locale) corrispondono alle “unità minime di programmazione” previste all'interno del PGT (Piano Governo del Territorio) del Comune di Milano. {{Cita testo|url=https://geoportale.comune.milano.it/portal/apps/webappviewer/index.html?id=e52d990fec5f4fe38b2a4f7d2385962a |titolo=Vedi mappa dei NIL |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220301100441/https://geoportale.comune.milano.it/portal/apps/webappviewer/index.html?id=e52d990fec5f4fe38b2a4f7d2385962a }}</ref>
 
== Origini del nome ==
[[File:Stemma Affori.jpg|thumb|left|Stemma comunale]]
Una corrente etimologica ipotizza che il nome Affori derivi da ''Ad forum'', che potrebbe indicaretestimoniare la presenzal'esistenza di un antico [[mercato]].<ref>Pierino Boselli, ''Toponimi lombardi'', Milano, SugarCo, s.d. [1977], p. 19 ''s.v.'' "Affori"</ref>. Secondo altri, deriverebbe invece dalla presenza e abbondanza d'acqua (''Ad fontem'', alla fonte) data dalle risorgive, ipotesi avvalorata dall'antica dicitura ''Affoni'' per indicare il paese.<ref>Luigi Ripamonti. La storia di Affori. op. cit., sezione "Perché Affori" (pp. 19-23)</ref><ref>Pierino Boselli, Ivi.</ref><ref>La più antica menzione di Affori risale al [[915]], nel "''Codice Diplomatico Longobardo''" (colonna 796/d) in cui si legge "''Signum manus Ambrosii de loco Affoni''.. In un atto di compravendita del 1006 si cita una certa persona, Pasquale detto anche Aminzone come figlio di Magnefredo del "''luogo di Afoni''". E in un documento del 1214 è citato un certo Rugerium de Afori. Il nome di Affori compare in altre fonti più antiche ''vico Afori'' (1009), ''loco et fundus Avori'' (1019): ''locus Afori'' ([[XIII secolo]]). Potrebbe essere connesso con il nome proprio ''Afer'' attestato in un'antica lapide milanese in [[lingua latina|latino]] ([[Corpus Inscriptionum Latinarum|CIL]] V, 5864). L'alternanza ''-r/-n'' rilevata nelle trascrizioni ''Afori/Afoni'' sembra puntare a una realizzazione [[dialetto milanese|dialettale]] di tipo ''Affer/Affen'', analoga a quella che si riscontra nei nomi di persona ''Cristoffer/Cristoffen'' o ''[[Melchiorre]]''/''Marchionn''.</ref>. Un'altra ipotesilo riguardafa l'originerisalire dallall'espressione latina medievale "''Sancta Iustina a foris''" ("''Santa Giustina di fuori''") perriferito indicare laalla chiesa, intendendo "fuori Milano" per distinguerla da un'altra Santa Giustina, (altare dell'antica chiesa di [[Sant'Agata]] a [[Milano]] presso [[Porta Romana (Milano)|Porta Romana]]). "''Foris''" quindi come "''al di fuori''", non solo dalla città vecchia delimitata dalle mura romane ma anche dalla "''Cerchia dei [[Comune dei Corpi Santi|Corpi Santi]]''" (i paesi immediatamente attorno a Milano), un'etimologia quindi simile a quella di termini come "chiese foranee" e "vicario foraneo". Il termine, contrattoContratta in "''ad forem''" da cui il successivo "Affori", la parola sarebbe poi passatopassata ad indicare il borgo attorno a tale chiesa.
 
Da rilevare che il toponimo Affori è attestato anche come nome di una cascina di [[Boffalora sopra Ticino]], e parrebbe connesso con un [[cognome]] identico, diffuso nella zona.<ref>Boselli 1977, ''loc. cit.''</ref>.
 
== Storia ==
=== Origini ===
Affori eraè un antico ducato,citato già citato negli “''Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346''” (in cui appare compreso nella [[pieve]] di [[Bruzzano]]). Dell'antico abitato rimangono tracce medievali e rinascimentali come la [[torre]] di guardia in ''via Osculati'' ([[secolo XIV]]), che faceva parte del complesso dell'antica chiesa di Santa Giustina. Nucleo principale del borgo, parte del quale tuttora esistente come centro storico, si costituiva presso la strada attualmente composta da ''via Taccioli'' e da ''via Cialdini''. All'epoca tale strada era secondaria rispetto ad altre due vie più importanti (realizzate in epoca romana) che collegano [[Milano]] con [[Como]]: l'attualele attuali ''[[Bovisasca|via Bovisasca]]'', deputata al traffico militare, e l'attuale ''via Giuditta Pasta'' in corrispondenza di [[Bruzzano]], destinata al traffico civile. L'importanzaIl secondariaruolo secondario della strada condizionò lo sviluppo e l'importanza del borgo di Affori, che rimase a lungo in ombra, dipendente dai centri abitativi limitrofi. Questo aspetto si riflette anche nella vita ecclesiastica di Affori che, in modo insolito, era diviso tra due [[Pieve#Le pievi ecclesiastiche|plebane]]: una alle dipendenze della [[pieve di Bruzzano]], l'altra a quelle di [[Bollate]]. Attorno allaAlla fine del [[secolo XIII]], secondo quanto scritto dascrive [[Goffredo Da Bussero]] nel "''Liber notitiae Sanctorum Mediolani''" del [[1285]], il territorio di Affori contava otto chiese, di cui cinque dipendevano dalla pieve di Bruzzano e tre da quella di Bollate.
 
L'economia dell'area era prevalentemente [[agricoltura|agricola]], con numerose [[cascina a corte|cascine]] che sfruttavano tutto l'anno l'acqua delle [[Risorgiva|risorgive]] per l'[[irrigazione]], consentendo una coltura a [[Marcita|marcite]]. Diffusa era anche la coltivazione del [[gelso]], incoraggiata nel [[contado]] milanese dagli [[Sforza]] e soprattutto da [[Lodovico il Moro]], e il conseguente [[allevamento di bachi da seta]].
 
Storia, [[topografia]], aspetti della vita quotidiana di Affori sono noti grazie a resoconti redatti dai [[parroci]] di Affori, e in particolare da [[Alessandro Astesani]] (14 luglio [[1762]], [[Fagnano Olona]] - 18 novembre [[1831]], Affori; sacerdote, scrittore, archeologo)<ref>Luigi Ripamonti. La storia di Affori. op. cit.</ref> I primi dati sulla popolazione risalgono al [[1751]], anno in cui si registravano: circa 550 abitanti,<ref>[http{{Cita web|url=https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8010008/?view=toponimi&hid=|titolo=Comune di Affori, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali|accesso=5 ]dicembre 2024}}</ref>, mentre nel [[1771]] se ne contavano 857.
 
=== Dal Seicento a inizio Novecento ===
[[File:Milano - IGM, carta di manovra (1878), dettaglio 02.JPG|thumb|I due nuclei storici di Affori e [[Bruzzano]], nella Carta di Manovramanovra dell'[[Istituto Geografico Militare|IGM]] del [[1878]].]]
Nel [[1686]] Pier Paolo Corbella divenne prima feudatario di Affori e successivamente [[marchese]] dello stesso [[feudo]], acquistato dalla famiglia nobile dei Rossi di [[Parma]].<ref>Enrico Casanova, Dizionario feudale delle province componenti l'antico stato di Milano all'epoca della cessazione del sistema feudale (1796), Forni, Bologna, 1904.</ref>. Egli comprò un grande terreno su cui sorgevano i ruderi della villa dell'arcivescovo [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]], costruita nel [[1350]] e un tempo lussuosa, per far quindifarne costruire una nuova villa, all'epoca detta ''Villa Corbetta'' e oggi nota come ''[[Parco di Villa Litta|Villa Litta]]'', circondata da un ampio parco (più ampioesteso di quello attuale), destinata a diventare un luogo di ritrovo per la nobiltà milanese. La villa era utilizzataFaceva anche comeda residenza estiva: un tempo Affori era una località di villeggiatura per chi voleva allontanarsi da Milano. La villa passò poi a ''D'Adda'', quindi ai ''Litta''. Estintisi i Corbella senza discendenza nel 1767, il marchesato passò in eredità al conte Francesco d'Adda, 2º Marchesemarchese di San Giovanni di Pomesana e 6º Conteconte di Sale, nipote ed erede del marchese Luigi Corbella, e cessò nel 1779, con la di lui morte senza eredi.<ref>Casanova</ref> Il borgo di Affori entrò quindi in maggior contatto con la città, e l'economia iniziò a gravitare attorno alla villa, per produzione non solo agricola ma anche artigianale. Tuttavia la secondarietà e dipendenza di Affori rispetto alle zone limitrofe perdurò finché nei secoli [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo|XIX]], durante la [[Repubblica Cisalpina]], si decise di costruire una strada nuova e moderna attraverso il paese. Così Affori crebbe d'importanza diventando il centro principale della zona, tanto che nel [[1805]] si sfioravano i mille residenti.<ref>987 abitanti al censimento di quell'anno.</ref> Il 9 febbraio [[1808]] il [[comune]], con altri trentaquattro, venne aggregato a [[Milano]], ma l'unione fu breve: il ritorno della dominazione [[monarchia asburgica|asburgica]], che forse non gradiva una [[grande Milano]] come potenziale concorrente di [[Vienna]] e soprattutto tutelava le autonomie locali, sancì la separazione nel [[1816]].<ref>Notificazione 12 febbraio [[1816]].</ref> Sotto il costoso, ma efficiente governo del [[Regno Lombardo-Veneto]] la popolazione esplose: {{formatnum:2118}} abitanti nel [[1853]],<ref>{{Cita web|url=https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012377/?view=toponimi&hid=|titolo=Comune di Affori, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali|accesso=31 maggio 2025}}</ref> 2243 al passaggio sotto la sovranità [[italia]]na.
 
Il borgo di Affori entrò quindi in maggior contatto con la città, e l'economia iniziò a gravitare attorno alla villa, per produzione non solo agricola ma anche artigianale. Tuttavia la secondarietà e dipendenza di Affori rispetto alle zone limitrofe perdurò finché nei secoli [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo|XIX]], durante la [[Repubblica Cisalpina]], si decise di costruire una strada nuova e moderna attraverso Affori. Si invertì in questo modo la situazione precedente, Affori crebbe d'importanza diventando il centro principale della zona, tanto che nel [[1805]] si sfioravano i mille residenti.<ref>987 abitanti al censimento di quell'anno.</ref> Il 9 febbraio [[1808]] il [[comune]] di Affori, con altri trentaquattro, venne aggregato a [[Milano]]. Tuttavia tale unione fu breve: il ritorno della dominazione [[Impero austro-ungarico|austro-ungarica]], che non gradiva una [[grande Milano]] come potenziale concorrente di [[Vienna]], sancì nuovamente la separazione nel [[1816]].<ref>Notificazione 12 febbraio [[1816]]</ref> Sotto il costoso, ma efficiente governo [[austria]]co, la popolazione esplose: 2118 abitanti nel [[1853]],<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012377/?view=toponimi&hid= Comune di Affori ]</ref> 2243 al passaggio sotto la sovranità [[italia]]na. Successivamente, nel [[1869]], Affori, [[Bruzzano]], [[Bresso]] e [[Dergano]] formarono il comune di "''Affori e uniti''" con 6514 residenti,<ref>[[Regio Decreto Legge]] nº4790 del 24 dicembre [[1868]]</ref> ma già nel [[1884]] [[Bresso]] tornò ad essere autonoma.<ref>[[Regio Decreto Legge]] nº2570 del 3 agosto [[1884]]</ref> Il 14 agosto [[1912]] la denominazione del comune tornò più semplicemente ''Affori''.
Nel [[1869]], Affori, [[Bruzzano]], [[Bresso]] e [[Dergano]] formarono il comune di "''Affori e uniti''" con 6514 residenti,<ref>[[Regio Decreto Legge]] nº 4790 del 24 dicembre [[1868]].</ref> ma nel [[1884]] Bresso tornò ad essere autonoma.<ref>[[Regio Decreto Legge]] nº 2570 del 3 agosto [[1884]]</ref> Il 14 agosto [[1912]] la denominazione del comune ridivenne ''Affori''.
 
==== Novecento ====
[[File:Cav. Rag. Carlo Aliprandi (Affori 1° ottobre 1881 - Busto Arsizio 26 giugno 1943).jpg|thumb|Il Cav. Rag. Carlo Aliprandi, sindaco di Affori dal 1910 al 1913]]
[[File:Firma del Rag. Carlo Aliprandi Sindaco di Affori ed Uniti.jpg|thumb|left|La firma del Sindacosindaco Aliprandi]]
[[File:Via George Sand nel quartiere di Affori a Milano (1930).jpg|thumb|Via George Sand nel quartiere di Affori nel 1930]]
 
Nel 1900 diressero il Consiglio (o Deputazione) comunale di Affori le seguenti persone: Osculati Antonio, Cambiaghi Luigi, nob. Litta Modignani Giovanni, Annoni ing. Luigi, Roveda cav. Antonio, Aliprandi rag. Carlo, rag. Ratti e Faggioli rag. Dante.<ref>Luigi Ripamonti, "''Affori mille anni di storia''", Milano 1995, p. 163.</ref>
Dal [[1910]] al [[1913]] fu sindaco di Affori il Cav. Rag. Carlo Aliprandi (Affori ed Uniti 1º ottobre 1881 - Busto Arsizio il 26 giugno 1943), un esponente del mondo cattolico che adottò un programma innovativo con una forte connotazione socialista. Si dimise in seguito alle divergenze tra cattolici e socialisti<ref>Giuseppe Conti Calabrese "La Cassina del Duca", Milano 2015, pag. 254-256</ref><ref>Andrea Borella, "Annuario della Nobiltà Italiana", Edizione XXXIII 2015-2020, volume II, pag. 2355 - 2358 (Aliprandi)</ref><ref>{{Cita web |url=http://servizi.ct2.it/ssl/wiki/index.php?title=Aliprandi Aliprandi |titolo=Aliprandi |accesso=4 giugno 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200406225224/https://servizi.ct2.it/ssl/wiki/index.php?title=Aliprandi |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Dal [[1910]] al [[1913]] fu sindaco di Affori il Cav. Rag. Carlo Aliprandi (Affori ed Uniti 1º ottobre 1881 - Busto Arsizio il 26 giugno 1943), un esponente del mondo cattolico che adottò un programma innovativo con una forte connotazione socialista. Si dimise in seguito alle divergenze tra cattolici e socialisti.<ref>Giuseppe Conti Calabrese "La Cassina del Duca", Milano 2015, pagpp. 254-256.</ref><ref>Andrea Borella, "Annuario della Nobiltà Italiana", Edizione XXXIII 2015-2020, volume II, pagpp. 2355 - 2358 (Aliprandi).</ref><ref>{{Cita web |url=http://servizi.ct2.it/ssl/wiki/index.php?title=Aliprandi Aliprandi |titolo=Aliprandi |accesso=4 giugno 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200406225224/https://servizi.ct2.it/ssl/wiki/index.php?title=Aliprandi |urlmorto=sì }}</ref>.
La progressiva [[industrializzazione]] di [[Milano]] portò all'esplosione demografica degli abitati vicini, come Affori che sfondò quota 20.000 abitanti alla fine della [[Grande guerra]], ma necessitava di maggiore spazio per ospitare gli stabilimenti e i lavoratori, tanto che i rapporti fra città e paesi limitrofi si fecero sempre più stretti. La metropoli aveva bisogno non solo di nuovi spazi, ma anche di regolamentare i servizi, largamente impiegati anche dalle popolazioni dei paesi limitrofi, esenti tuttavia dalle loro [[tassa|tasse]] di mantenimento (a carico dei soli cittadini [[Milano|milanesi]]). Questi fattori portarono a stabilire nel [[1917]], sotto l'amministrazione di Emilio Caldara, l'[[comuni aggregati a Milano|annessione]] a [[Milano]] dei comuni limitrofi, pur suscitando resistenze e timori, come la preoccupazione che gli abitanti dei paesi, in gran parte contadini, dovessero assumere gli usi e i costumi degli abitanti della città.
 
Dal 1913 fu sindaco di Affori il socialista Francesco Ratti che venne eletto con il 56% dei voti.<ref>Aldo Bartoli, "Album di famiglia Affori Bovisa Bruzzano Comasina Dergano", Milano 2009, p. 63.</ref>
Nel [[1923]] il comune di Affori venne nuovamente aggregato al [[Milano|comune di Milano]], insieme ad altri dieci comuni.<ref>[[s:R.D. 2 settembre 1923, n. 1912 - Aggregazione al comune di Milano di undici comuni contermini|Regio Decreto 2 settembre 1923, n. 1912, art. 1]]</ref>
 
La progressiva [[industrializzazione]] di [[Milano]] portò all'esplosione demografica degli abitati vicini, come. Affori che sfondò quota 20.000{{formatnum:20000}} abitanti alla fine della [[Grande guerra]], mae necessitava di maggiorepiù spazio per ospitare gli stabilimenti e i lavoratori, tanto cheperciò i rapporti fra città e paesi limitrofi si fecero sempre più stretti. La metropoli aveva bisogno non solo di nuovi spazi, ma anche di regolamentareregolamentazione idei servizi, largamente impiegati anche dalle popolazioni deidel paesi limitroficircondario, esentima tuttaviale dalle lorocui [[tassa|tasse]] di mantenimento (rimanevano a carico dei soli cittadini [[Milano|milanesi]]). Questi fattori portarono a stabilire nel [[1917]], sotto l'amministrazione di Emilio Caldara, l'[[comuni aggregati a Milano|annessione]] a [[Milano]] dei comuni limitrofi, pur suscitando resistenze e timori, come la preoccupazione che gli abitanti dei paesi, in gran parte contadini, dovessero assumere gli usi e i costumi degli abitanti della città.
Intanto, alla morte del nobile Giovanni Litta Modignani nel [[1905]], la [[Parco di Villa Litta|villa Litta]] passò all'amministrazione provinciale e, dal [[1927]], al [[Milano|Comune di Milano]]. Nel [[1939]] nel [[Parco di Villa Litta]] vennero trasferiti i molti abitanti delle baracche esistenti nelle periferie di Milano, oltre ai feriti nei bombardamenti del [[1943]]. Gli abitanti di Affori chiamavano in senso dispregiativo i rifugiati col termine ''baioni'' cioè abitanti della ''baia''. La successiva realizzazione dei quartieri popolari trasferì gli occupanti della villa alla [[Comasina]] e in altre case a [[Niguarda]]. Nonostante numerose perdite, deterioramenti di opere d'arte (tra cui i ''I Sirenei'' e un'antica cancellata del [[Settecento]], trasferiti poi a villa Clerici a [[Niguarda]]), e alienazioni di parte di quello che era stato un parco all'inglese realizzato dal conte [[Ercole Silva]], la villa e il [[Parco di Villa Litta|parco]] caratterizzano ancora il margine occidentale del quartiere.
 
Nel [[1923]], insieme ad altri dieci, il comune di Affori venne nuovamente aggregato ala [[Milano|comunequello di [[Milano]], insieme ad altri dieci comuni.<ref>[[s:R.D. 2 settembre 1923, n. 1912 - Aggregazione al comune di Milano di undici comuni contermini|Regio Decreto 2 settembre 1923, n. 1912, art. 1]].</ref>
Le trasformazioni industriali e l'ampliamento territoriale di Affori comportarono maggiori necessità di servizi di trasporto: una prima risposta fu l'avvio della [[Ferrovia Milano-Asso|linea ferroviaria Milano-Erba]] delle [[Gruppo FNM|Ferrovie Nord Milano]] nel [[1878]], con [[Locomotiva a vapore|trazione a vapore]] su un solo binario. Il percorso della linea comportò il taglio dell'antico viale d'accesso alla ''[[#Monumenti storici|Villa Litta]]''. Poiché attraversava una zona densamente popolata e a carattere operaio, contò fin dall'inizio un notevole traffico e già nel [[1909]] le ''Ferrovie Nord'' proposero un progetto per raddoppiare a due binari l'intera linea, con un terzo binario nella tratta Bovisa—Affori per servire le numerose industrie sorte in tale zona. Lo scoppio della [[prima guerra mondiale]] rallentò il progetto, portando all'inaugurazione del secondo binario tra Bovisa e [[Varedo]] il 6 febbraio [[1928]]. Il 1º luglio dello stesso la [[Fermata ferroviaria|fermata]] di Affori divenne una [[Stazione ferroviaria|stazione]] a tutti gli effetti, assieme a quella di [[Stazione di Cesano Maderno (1879)|Cesano Maderno]]. Intanto nel [[1882]] era entrata in funzione anche una linea di [[Tram#Dai tram a cavalli ai tram a pianale ribassato|tram a cavalli]] che collegava [[Porta Volta]] con Affori fino a ''La Pianta'', seguendo il percorso Farini—Rossi—Astesani. Per volere di Emilio Osculati, direttore di ''Omnibus Vettura'' e responsabile dei trasporti pubblici milanesi per circa un trentennio, venne anche costruito un ampio stabilimento per il rifornimento di [[paglia]] e [[foraggio]] per i cavalli, su una superficie di circa {{M|5 000|ul=m2}} nei pressi di ''viale Affori'', nel parco stesso di ''Villa Osculati''. Nel [[1898]] la trazione a cavalli fu sostituita da vetture elettriche [[Edison]]<ref>Luigi Ripamonti. La storia di Affori. op. cit., capitolo "Trasporti, viabilità, urbanistica, abitazioni", a sua volta basato su Mariani A. e Stelluto A. "Riqualificazione del Borgo di Affori" e su "Soc. An. degli Ominibus di Milano - sunto dal 1862 al 1888"</ref>.
 
Intanto, alla morte del nobiledi Giovanni Litta Modignani nel [[1905]], la [[Parco di Villa Litta|villa Litta]] passòera passata all'amministrazione provinciale e, dalnel [[1927]], al [[Milano|Comune di Milano]]. Nel [[1939]] nel [[Parcoparco di Villa Litta]] vennero trasferiti i molti abitanti delle baracche esistenti nelle periferie di Milano, oltre ai feriti nei bombardamenti del [[1943]]. Gli abitanti di Affori chiamavano in senso dispregiativo i rifugiati col termine ''baioni'', cioè abitanti della ''baia''. La successiva realizzazione dei quartieri popolari trasferì gli occupanti della villa alla [[Comasina]] e in altre case a [[Niguarda]]. Nonostante numerose perdite, deterioramenti di opere d'arte (tra cui i ''I Sirenei'' e un'antica cancellata del [[Settecento]], trasferiti poi a villa Clerici a [[Niguarda]]), e alienazioni di parte di quello che era stato un parco all'inglese realizzato dal conte [[Ercole Silva]], la villa e il [[Parco di Villa Litta|parco]] caratterizzano ancora il margine occidentale del quartiere.
 
Le trasformazioni industriali e l'ampliamento territoriale di Affori comportarono maggiori necessità di servizi di trasporto: una prima risposta fu l'avvio della [[Ferrovia Milano-Asso|linea ferroviaria Milano-Erba]] delle [[Gruppo FNM|Ferrovie Nord Milano]] nel [[1878]], con [[Locomotiva a vapore|trazione a vapore]] su un solo binario. Il percorso della linea comportò il taglio dell'antico viale d'accesso alla ''[[#Monumenti storici|Villa Litta]]''. Poiché attraversava una zona densamente popolata e a carattere operaio, contò fin dall'inizio un notevole traffico e già nel [[1909]] le ''Ferrovie Nord'' proposeroprogettarono un progetto perdi raddoppiare a due binari l'intera linea, con un terzo binario nella tratta Bovisa—Affori per servire le numerose industrie sorte in taledella zona., Loma scoppio dellala [[prima guerra mondiale]] rallentò il progetto,. portando all'inaugurazione delIl secondo binario tra Bovisa e [[Varedo]] fu inaugurato il 6 febbraio [[1928]]. Il 1º luglio dello stesso la [[Fermata ferroviaria|fermata]] di Affori divenne una [[Stazione ferroviaria|stazione]] a tutti gli effetti, assieme a quella di [[Stazione di Cesano Maderno (1879)|Cesano Maderno]]. Intanto nel [[1882]] era entrata in funzione anche una linea di [[Tram#Dai tram a cavalli ai tram a pianale ribassato|tram a cavalli]] che collegava [[Porta Volta]] con Affori fino a ''La Pianta'', seguendo il percorso Farini—Rossi—Astesani. Per volere di Emilio Osculati, direttore di ''Omnibus Vettura'' e responsabile dei trasporti pubblici milanesi per circa un trentennio, venne anche costruito un ampio stabilimento per il rifornimento di [[paglia]] e [[foraggio]] per i cavalli, su una superficie di circa {{M|5 000|ul=m2}} nei pressi di ''viale Affori'', nel parco stesso di ''Villa Osculati''. Nel [[1898]] la trazione a cavalli fu sostituita da vetture elettriche [[Edison]]<ref>Luigi Ripamonti. La storia di Affori. op. cit., capitolo "Trasporti, viabilità, urbanistica, abitazioni", a sua volta basato su Mariani A. e Stelluto A. "Riqualificazione del Borgo di Affori" e su "Soc. An. degli Ominibus di Milano - sunto dal 1862 al 1888"</ref>.
 
Nel [[1882]] era entrata in funzione una linea di [[Tram#Dai tram a cavalli ai tram a pianale ribassato|tram a cavalli]] che collegava [[Porta Volta]] con Affori fino a ''La Pianta'', seguendo il percorso Farini—Rossi—Astesani. Emilio Osculati, direttore di ''Omnibus Vettura'' e responsabile dei trasporti pubblici milanesi per circa un trentennio, fece costruire un ampio stabilimento per il rifornimento di [[paglia]] e [[foraggio]] per i cavalli, su una superficie di circa {{M|5 000|ul=m2}} nei pressi di ''viale Affori'', nel parco di ''Villa Osculati''. Nel [[1898]] la trazione a cavalli fu sostituita da vetture elettriche [[Edison]].<ref>Luigi Ripamonti. La storia di Affori. op. cit., capitolo "Trasporti, viabilità, urbanistica, abitazioni", a sua volta basato su Mariani A. e Stelluto A. "Riqualificazione del Borgo di Affori" e su "Soc. An. degli Ominibus di Milano - sunto dal 1862 al 1888".</ref>
 
===== Curiosità =====
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*Il quartiere è sede del ''Corpo Musicale Gaetano Donizetti'', meglio noto come "''La Banda d'Affori''", fondato nel [[1853]] e ricordato per la canzone dialettale milanese "''Il tamburo della banda d'Affori''" del [[1942]], con parole di [[Nino Rastelli]] e [[Mario Panzeri]] e musica di [[Nino Ravasini]], di cui rimase celebre il ritornello:
{{Citazione|L'è lù l'è lù, sì sì l'è propi lù: / l'è il [[Tamburo maggiore|tamburo principal]] della banda d'Affori, / Che comanda cinquecentocinquanta pifferi}}
Molti hanno visto nel ritornello un'allusione al fascismo (cinquecentocinquanta erasi approssimativamenteavvicina ilal numero di componenti della [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni]]), per cui il motivetto ebbe larga diffusione in ambienti [[Antifascismo|antifascisti]].
 
*Un effetto dell'integrazione nel tessuto metropolitano è constatabile nelle trasformazioni di ''Villa Vergani, in via Astesani 16.''
<gallery>
File:Milano, Villa Vergani 01.jpg|''Villa Vergani'' ad Affori all'inizio del [[Novecento]], era ancora un ristorante.
File:Milano, Villa Vergani 02.jpg|''Villa Vergani'' qualche anno più tardi, non più ristorante.
File:Villa Vergani Oggi.jpg|''Villa Vergani'' nel 2013 torna ad essere un'attività commerciale nel settore della ristorazione.
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{vedi anche|Chiesa di Santa Giustina (Milano)}}
[[File:Villa Litta.jpg|upright=1.4|thumb|[[Parco di Villa Litta]]]]
[[File:Carnival of the Affori neighborhood in Via Pellegrino Rossi, Milan.jpg|upright=1.4|thumb|Il caratteristico [[carnevale]] del quartiere davanti alla fermata della metropolitana [[Affori Centro]].]]
I luoghi di maggiore interesse:
* La biblioteca Affori, riaperta al pubblico nel [[2006]] dopo un lungo restauro, conserva un patrimonio librario di oltre trentamila volumi e ha ampie sezioni dedicate alla letteratura per ragazzi;
* [[Parco di Villa Litta|Villa Litta]]: la villa e il [[Parco di Villa Litta|parco]] sono luoghi caratteristici del quartiere. Si sviluppano su una superficie di oltre {{M|80 00080000|ulu=m2}}, di cui quasi {{M|3 0003000|ulu=m2}} all'aperto;<ref>Dati tratti da: Luigi Ripamonti, "La Villa Litta di Affori", ''ABC-Il giornale di Milano Nord. Zona 9'', anno 13, nº 2, febbraio 2007, p. 12 {{collegamento interrotto|1=[http:<//wwwref> la villa ospita la biblioteca Affori, accoglie eventi culturali, ed è sede comunale per celebrazione di matrimoni secondo rito civile.abcmilano.net/new_file/feb07.pdf (testoIl inparco pdf)]di |data=novembreVilla 2017Litta, |bot=InternetArchiveBotall'inglese, }}</ref>;è uno dei più antichi della città. La villa ospitò Manzoni e Hayez.
* [[Chiesa di Santa Giustina (Milano)|Chiesa di Santa Giustina]]: vi si trovapossiede un dipinto molto somigliante alla ''[[La Vergine delle Rocce (Leonardo Parigi)|Vergine delle rocce]]''<ref>{{cita libro|Luigi|Ripamonti|La Vergine delle Rocce di Affori : una storia di 500 anni|1998|La buona parola|Milano}}</ref> di [[Leonardo da Vinci]], che molto probabilmente fu dipinto in quegli stessi anni da [[Ambrogio de Predis]] sulla base di una prima versione del dipinto. NellaVi chiesasi vi ètrova anche l'organo ''Amati'', precedentemente situato nel [[Duomo di Pavia]].
* Chiesa dell'Annunciazione: parrocchia sorta nel 1961 nella parte meridionale del quartiere
* Casa di ringhiera delle "quattroQuattro magnolie": situata in via Pellegrino Rossi 83, splendido esempio di architettura dei primi del XX secolo impreziosita da quattro magnolie secolari situate nella corte interna.
* Il [[Teatro La Cucina]], all'interno dell'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini.<ref>{{cita web|url=https://www.olinda.org/teatrolacucina-2/|titolo=Sito ufficiale del Teatro La Cucina}}</ref>
 
== Infrastrutture e trasporti ==
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* Linee S2 e S4 e linee regionali: [[stazione di Milano Affori]]
 
Il quartiere di Affori è delimitato a est dal ''Vialeviale Enrico Fermi'' ovverosiache costituisce la parte iniziale della [[superstrada Milano-Meda]], chee lo separa da Bruzzano e Niguarda. Il quartiere èÈ attraversato dalla [[strada statale 35 dei Giovi|strada Comasina]] (che nel quartiere assume le denominazioni di ''Viavia Alessandro Astesani'' e di ''Viavia Pellegrino Rossi''), che collega Milano a [[Como]] e alla [[Svizzera]]. Al termine di via Pellegrino Rossi, verso il centro città e oltre il ponte della ferrovia, si trova il quartiere di [[Dergano]].<br> A nord, al termine di via Astesani e oltre la linea ferroviaria, è la via Comasina e il suo omonimo quartiere.
Il quartiere avrebbe dovuto essere attraversato dalla ''[[Strada Interquartiere Nord]]'', o ''Gronda Nord'', un raccordo tra i quartieri della parte settentrionale di Milano ([[Quarto Oggiaro]], [[Bovisasca]], [[Niguarda]], [[Precotto]] e il [[Quartiere Adriano]]). Il tratto passante per Affori minacciava di compromettere parte del ''Parco delle Favole''<ref>{{Cita web |url=http://www.02blog.it/post/5890/gronda-nord-cantiere-e-lavori-in-corso-in-via-cascina-dei-prati |titolo=Gronda Nord, cantiere e lavori in corso in via Cascina dei Prati<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=27 giugno 2012 |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304115447/http://www.02blog.it/post/5890/gronda-nord-cantiere-e-lavori-in-corso-in-via-cascina-dei-prati |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Nel quartiere sonoSono presenti due stazioni della [[Linea M3 (metropolitana di Milano)|linea M3]] della [[metropolitana di Milano]],: [[Affori Centro (metropolitana di Milano)|Affori Centro]] e [[Affori FN (metropolitana di Milano)|Affori FN]];. questQuest'ultima, èal sitalimite insettentrionale corrispondenzadel dellaquartiere, è vicina alla [[Stazione di Milano Affori|stazione ferroviaria di Affori]], la quale si trova lungo la [[Ferrovia Milano-Asso|linea Milano-Asso]]., La stazione,è gestita da [[Ferrovienord]], ed è servita da treni [[Servizio ferroviario suburbano di Milano|suburbani]] (linee S2 e S4) e [[Trasporti a Milano#Servizi ferroviari regionali|regionali]], gestiti da [[Trenord]]. La linea ferroviariaferrovia separa Affori dal quartiere Comasina.
 
Varie linee di autobus, gestite da [[ATM (Milano)|ATM]], collegano Affori ai quartieri limitrofi e al centro di Milano. In passato, Affori era interessata dal passaggio della [[Tranvia Milano-Limbiate|linea tranviaria Milano-Limbiate]], soppressa nei [[2011]], con l'estensione della metropolitana fino alla [[Comasina (metropolitana di Milano)|Comasina]]; da allora e fino al 2022, anno della soppressione, la tranvia terminò il suo percorso in corrispondenza del nuovo capolinea della M3.
 
== Note ==
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* [[Parco di Villa Litta]]
* [[Stazione di Milano Affori (1879)]]
* [[Affori (cognome)]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|url=http://www.labandadaffori.it/|titolo=Sito ufficiale della Banda d'Affori}}
*{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/toponimi/8000002/|titolo=Scheda sulle istituzioni civili e religiose di Affori nella storia}}
*{{cita web|url=http://www.mapp-arca.it/|titolo=Sito del Museo d'Arte Paolo Pini - MAPP}}
* {{ToponimoLombardia}}
 
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{{Portale|Milano}}
 
[[Categoria:Quartieri di Milano]]
[[Categoria:Comuni della Lombardia soppressi]]
[[Categoria:Affori| ]]
[[Categoria:Comuni della Lombardia soppressi]]
[[Categoria:Quartieri di Milano]]