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{{F|Puglia|marzo 2024}}
{{Grotta
{{Sito archeologico
|nomegrotta = Grotta Paglicci
|immagineNome = Grotta Paglicci - Pittura Parietale.jpg
|Immagine =
|didascalia = Opera parietale in ocra rossa, raffigurante un cavallo
|sigla_paeseDidascalia = ITA
|Stato = ITA
|sigla_paese_2 =
|Suddivisione1 = Puglia
|regione = {{IT-PUG}}
|Suddivisione2 = Provincia di Foggia
|provincia = {{IT-FG}}
|comuneSuddivisione3 = {{simbolo|Rignano Garganico-Stemma.png|15}} [[Rignano Garganico]]
|Altitudine =
|data scoperta = 1957
<!-- Dimensioni -->
|data esplorazione = 1961
|Superficie =
|latitudine_d = 41.683333
|Altezza =
|longitudine_d = 15.583333
|altezzaLarghezza = 100
|Lunghezza =
|origine = Paleolitico
|Volume =
|abitazione = Cro-Magnon (Paleolitico superiore)
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|altrinomi = '''Grotta di Jalarde'', Grotta del brigante Gabriele Galardi.
<!-- Scavi -->
|Data_scoperta = 1957
|Date_scavi =
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|Archeologo =
<!-- Amministrazione -->
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|Responsabile =
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|Longitudine =
}}
 
'''Grotta Paglicci''' è una [[grotta]], un [[sito archeologico]] situata in località ''Paglicci'' nel comune di [[Rignano Garganico]] in [[Puglia]]<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Marta|cognome=Mariotti Lippi|nome2=Bruno|cognome2=Foggi|nome3=Biancamaria|cognome3=Aranguren|data=2015-09-29|titolo=Multistep food plant processing at Grotta Paglicci (Southern Italy) around 32,600 cal B.P.|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences|volume=112|numero=39|pp=12075–12080|accesso=27 luglio 2025|doi=10.1073/pnas.1505213112|url=https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.1505213112}}</ref>.
'''Grotta Paglicci''' è una [[grotta]] situata in località Paglicci ([[Rignano Garganico]]).
 
==Descrizione Scoperta ==
È uno dei più importanti siti di epoca paleolitica in Europa. QuestoIl sito archeologico fu individuato dal Dottdott. Michele Bramante (proprietario del fondo agricolo in cui si trova), che fu il primo a segnalarlo. A seguito dell’interessamento di varie università ed enti museali vennero eseguite, con il sostegno e la solidarietà della proprietà, alcune campagne di scavo negli anni Sessanta'60<ref>{{cita (direzione [https://museodistorianaturale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_idweb|url=43907 F. Zorzi], [https://museodistorianaturale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=43907 Museo Civico di Storia Naturale di Verona]) e in seguito iniziarono le lunghe ricerche ad opera dell’[[Università degli Studi di Siena|Università di Siena]]. In particolare, gli scavi furono diretti per molti anni dal Prof. [https://www.grottapaglicci.it/arturo-palma-di-cesnola/ Arturo Palma di Cesnola] (1971-2001) e, più recentemente, dalla Prof.ssa [https://www.dsfta.unisi.it/it/dipartimento/personale/docenti-contratto/ronchitelli-annamaria Annamaria Ronchitelli] (2002-2006)..titolo=
Francesco Zorzi (1900-1964)|accesso=27 luglio 2025}}</ref>, e in seguito iniziarono le lunghe ricerche ad opera dell’[[Università degli Studi di Siena|Università di Siena]]. In particolare, gli scavi furono diretti per molti anni dal prof. Arturo Palma di Cesnola] (1971-2001)<ref>{{cita web|url=https://www.grottapaglicci.it/arturo-palma-di-cesnola/|titolo=
Grotta di Paglicci e il Paleolitico italiano|accesso=27 luglio 2025}}</ref><ref name=":0" />.
 
== Descrizione ==
All’interno della grotta sono stati rinvenuti migliaia di reperti comprendenti industrie litiche, resti faunistici, resti umani e oggetti d’arte mobiliare, (ossa e pietre decorate con incisioni). Inoltre ènella presenteparte l’unicopiù esempiointerna di pitture parietali paleolitiche finora noto in Italia. Sotto la direzione del Prof. Palma didella Cesnolagrotta sono state ancheritrovati rinvenute due sepolture paleolitiche risalenti a circa 30.000 anni fa (una ragazzadisegni di circacalli 12-13e anni ed una donna di circa 25 anni di etàmani, entrambe con un riccoraro corredo)esempio chedi sonopittura traparietale lepaleolitica piùin anticheItalia<ref diname=":0" Europa/>.
 
Nel sito sono state rinvenute due sepolture [[gravettiano]] risalenti a circa 30.000 anni dal presente; nel 1971 fu recuperato il cranio di una ragazza di circa 12-13 anni, e nel 1988 l'omero e l'anca di una donna di circa 25 anni di età, entrambe con un ricco corredo, tra i più antichi individui della specie [[Homo sapiens]] in Europa<ref>{{Cita web|url=https://www.grotta-paglicci.it/|titolo=Grotta Paglicci|sito=Grotta Paglicci|data=1º giugno 2023|accesso=27 luglio 2025}}</ref>.
Inoltre, l’importanza della grotta è sottolineata, al di là dei reperti artistici ritrovati, anche dai recenti studi ad opera del team della Prof.ssa Annamaria Ronchitelli e del Prof. [https://docenti.unisi.it/it/boschin Francesco Boschin] che hanno permesso di individuare e catalogare, tra i resti ritrovati, anche quelli del più antico cane domestico vissuto in Italia (risalente ad un periodo tra 14.000 e 20.000 anni fa) oltre ad un pestello di circa 32mila anni fa con granuli di amido che gettano luce sulla componente vegetale della dieta  del tempo. Alcuni dei resti umani, studiati da un punto di vista genetico, hanno fornito importanti contributi alla conoscenza delle modalità di diffusione delle antiche popolazioni di ''sapiens'' europei.
 
I reperti fossili delle due donne, classificati come ''Paglicci-12'' e ''Paglicci-25'', sono stati sottoposti ad analisi genetiche del DNA che hanno concluso che si trattava di individui dei [[Cro-Magnon|primi esseri umani moderni europei]] (''EEMH'', da European early modern humans in inglese), con tracce genetiche dell'[[aplogruppo]] [[DNA mitocondriale|mitocontriale]] [[Aplogruppo N (mtDNA)|N]], osservato in diversi campioni provenienti dal [[Vicino Oriente]]; questa circostanza supporta la teoria della diffusione degli ''EEHM'' lungo le coste del Mediterraneo a partire dal Vicino Oriente<ref>{{Cita pubblicazione|autore1=D. Caramelli|autore2=C. Lalueza-Fox|autore3=C. Vernesi|autore4=M. Lari|autore5=A. Casoli|autore6=F. Mallegni|autore7=B. Chiarelli|autore8=I. Dupanloup|autore9=J. Bertranpetit|autore10=G. Barbujani|autore11=G. Bertorelle|titolo=Evidence for a genetic discontinuity between Neandertals and 24,000-year-old anatomically modern Europeans|rivista=Proc. Natl. Acad. Sci. U.S.A.|volume=100|pp=6593-6597|doi=10.1073/pnas.1130343100|lingua=en|anno=2003|accesso=28 luglio 2025}}</ref>.
 
Tra i resti ritrovati, anche quelli del più antico [[Canis lupus familiaris|cane domestico]] vissuto in Italia, risalente ad un periodo tra {{formatnum:20000}} e {{formatnum:14000}} anni [[Before Present|dal presente]] (BP-Before Present in inglese), oltre ad un pestello di circa {{formatnum:32000}} fa con granuli di amido che gettano luce sulla componente vegetale della dieta del tempo{{Senza fonte}}.
 
Il complesso [[Stratigrafia (archeologia)|stratigrafico]] della grotta, complessivamente 24 livelli dal {{formatnum:39000}} a {{formatnum:13300}} anni BP, compre un arco temporale che parte dall'ultimo [[aurignaziano]], passando per tutte le fasi del [[gravettiano]] e dell'[[epigravettiano]]<ref name=":0" />.
 
==Storia==
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A quanto suddetto si va ad aggiungere il fattore umano legato a miti e tradizioni locali. Infatti, si riteneva che in questa grotta un brigante del posto, tal Gabriele Galardi soprannominato “Jalarde”, avesse nascosto il suo tesoro. Per questo motivo alcuni cercatori di tesori hanno effettuato nel sito scavi disastrosi ed eseguito addirittura demolizioni con l’esplosivo distruggendo parte del deposito e favorendo i fenomeni franosi.
 
La grotta si è riuscita a salvare solo grazie alla caparbia ed ostinata difesa da parte dei proprietari ed all’interessamento del Prof. [https://mostre.cab.unipd.it/archeologiafuoriluogo/it/49/raffaello-battaglia-1896-1958 ''Raffaello Battaglia]'' dell’[[Università degli Studi di Padova|Università di Padova]], del paletnologo ''Francesco Zorzi'' (direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Verona), con il suo collaboratore ''Franco Mezzena'', a cui si devono le prime scoperte ed individuazione delle pitture parietali, del geologo [https://museodistorianaturale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=43937 ''Angelo Pasa],''e del Prof.professore [[Fiorenzo Mancini]] dell’[[Università degli Studi di Firenze|Università di Firenze]]; ha raggiunto la notorietà attuale grazie alle ricerche sistematiche del Prof.{{senza Arturo Palma di Cesnola dell’Università di Siena e, più di recente, della Prof.ssa Annamaria Ronchitelli dello stesso Ateneo.fonte}}
 
== Notes et référencesNote ==
<references/>{{vide}}
 
== Bibliografia ==
* Martini,{{cita pubblicazione|autore1= Fabio andMartini|autore2= Lucia Sarti (|anno=1972), “Deux|titolo=Deux applications du coefficient de variabilité relative à l’étude d’une industrie lithique,” ''|rivista=[[Dialektikê. Cahiers de typologie analytique|Cahiers de typologie analytique]]'', |volume=1, |pp. =28-32, issn: 1147-114X, [[|doi:=10.5281/zenodo.2583725]].|lingua=fr|accesso=27 luglio 2025}}
* {{cita libro|titolo=Paglicci -ed Rignanoil GarganicoPaleolitico -del Gargano|autore=Arturo Palma di Cesnola|editore=Claudio -Grenzi 99 pagineEditore|anno=2003|ISBN=88-8431-119-5}}
 
== Voci correlate ==
 
* [[Storia della Puglia]]
 
* [[Siti archeologici dell'Italia preistorica e protostorica]]
 
== Altri progetti ==
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[[Categoria:Grotte della Puglia|Paglicci]]
[[Categoria:Geografia della provincia di Foggia]]
[[Categoria:Siti archeologici preistoriciaurignaziani]]
[[Categoria:Siti archeologici gravettiani]]
[[Categoria:Siti archeologici epigravettiani]]
 
[[Categoria:Siti archeologici della provincia di Foggia]]