Assedio di Amburgo: differenze tra le versioni

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|Comandante1=[[Louis Nicolas Davout]]
|Comandante2= {{Bandiera|RUS}} [[Ludwig von Wallmoden-Gimborn]]<br/>{{Bandiera|RUS}} [[Levin August von Bennigsen]] <br/>{{Bandiera|SWE}} [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte|Carlo Giovanni]]
|Effettivi1=42.000{{formatnum:42000}} uomini
|Effettivi2=tra 52.000{{formatnum:52000}} e 120.000{{formatnum:120000}} uomini a seconda del periodo
|Perdite1=6.000{{formatnum:6000}} perdite in combattimento<br/>5.000{{formatnum:5000}} morti per malattia
|Perdite2=non conteggiate con precisione
}}
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== Antefatti ==
=== La situazione strategica ===
[[File:JmdavidJMDavid hamburgHamburg vom westlichen Wall 1811.jpg|thumb|left|Veduta di Amburgo nel 1811 in un quadro di Johann Marcus David]]
 
Le città [[Lega anseatica|anseatiche]] di Amburgo e Brema furono occupate dalle forze francesi nel 1806, a partire dalla conclusione della [[Quarta coalizione|campagna di Prussia]]. Dopo un succedersi di governatori militari, le due città furono annesse all'[[Primo Impero francese|Impero francese]] il 13 dicembre 1810<ref>{{Cita|Tulard|p. 937}}.</ref>, e il maresciallo Davout fu nominato governatore delle città anseatiche il 1º dicembre seguente<ref>{{Cita|Tulard|p. 616}}.</ref>: l'annessione aveva lo scopo di rafforzare il dispositivo del [[Blocco continentale]] istituito dalla Francia<ref>{{Cita|Hulot|p. 153}}.</ref>, ma ebbe come conseguenza la distruzione dei commerci di queste città mercantili.
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Il piano di Napoleone per riconquistare il controllo della Germania orientale nel maggio 1813 consistette in un vasto movimento avvolgente delle armate russo-prussiane schierate contro di lui, in cui l'esercito francese, dopo aver occupato [[Dresda]] e poi [[Berlino]], si sarebbe spinto verso sud in [[Slesia]]<ref>{{Cita|Patat|p. 89}}.</ref>; in questo schema, il ruolo delle unità francesi schierate nella zona della foce dell'[[Elba (fiume)|Elba]] risultava secondario e l'esperto I Corpo d'armata di Vandamme fu rimpiazzato dalle unità del XIII Corpo d'armata, formazione di recente costituzione<ref name=Hulot-190 />.
 
Dopo le vittorie francesi nelle battaglie [[Battaglia di Lützen (1813)|di Lützen]] (2 maggio) e [[Battaglia di Bautzen|di Bautzen]] (21 maggio) le due parti, parimenti stremate, siglarono [[Armistizio di Pleiswitz|un armistizio]] che arrestò le operazioni belliche dal 4 giugno al 10 agosto<ref>{{Cita|Patat|p. 119}}.</ref>; alla ripresa delle ostilità, Napoleone si rifiutò categoricamente di ripiegare la sicuro oltre la linea del fiume [[Reno]] e di abbandonare le zone di dominio francesi in Germania e [[Paesi Bassi]], ritenute zone di importanza strategica<ref>{{Cita|Patat|p. 124}}.</ref>. Mentre le forze al comando dell'imperatore manovravano a est in [[Sassonia]] contro le armate coalizzate dei generali [[Gebhard Leberecht von Blücher]] e [[Karl Philipp Schwarzenberg]], il maresciallo [[Nicolas Charles Oudinot]] guidò un contingente di 60.000{{formatnum:60000}} uomini a nord oltre la linea dell'Elba allo scopo di occupare la capitale prussiana [[Berlino]]; le forze di Oudinot subirono però una sconfitta ad opera dell'Armata del Nord di [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte|Carlo Giovanni, principe ereditario di Svezia]], nella [[battaglia di Großbeeren]] (23 agosto), portando all'isolamento del XIII Corpo di Davout dal principale teatro di operazioni<ref>{{Cita|Patat|p. 143}}.</ref>.
 
=== Azioni preliminari ===
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[[File:Davout-Adams.jpg|thumb|Il maresciallo [[Louis Nicolas Davout]] ]]
 
All'inizio di agosto, il XIII Corpo d'armata francese disponeva di 32.000{{formatnum:32000}} uomini, assistiti da circa 10.000{{formatnum:10000}} uomini della divisione ausiliaria danese<ref name=Hulot-190 />; tornato ad Amburgo, il corpo si rafforzò inglobando diversi reparti francesi ritiratisi nella zona dopo la sconfitta di Lipsia e all'inizio dell'assedio poteva contare su 42.000{{formatnum:42000}} effettivi tra cui però 8.000{{formatnum:8000}} degenti negli ospedali<ref name=Hulot-195>{{Cita|Hulot|p. 195}}.</ref>. Il XIII Corpo era suddiviso in tre divisioni di fanteria: la 3ª del generale [[Louis Henri Loison]], la 40ª del generale [[Marc Nicolas Louis Pécheux]] (secondo altre fonti del generale [[Louis Joseph Vichery]]) e la 50ª del generale [[Paul Thiébault]] (secondo altre fonti del generale Pécheux); vi era poi una divisione di cavalleria sotto il generale [[Pierre Wattier]] e 1.200{{formatnum:1200}} marinai del contrammiraglio Lhermite<ref>{{Cita|Hourtoulle|p. 344}}.</ref>. Oltre ai 24 pezzi dell'artiglieria delle divisioni, Amburgo era difesa anche dai 52 cannoni provenienti dall'8º Reggimento artiglieria a piedi e da vari altri reggimenti, oltre ai 350 pezzi integrati nelle fortificazioni cittadine<ref>{{Cita|Tissot|p. 297}}.</ref>.
 
Gli effettivi delle forze coalizzate assedianti variarono parecchio durante i sei mesi di assedio. Inizialmente l'assedio fu portato avanti dal corpo d'armata del generale Wallmoden, forte di 52.000{{formatnum:52000}} uomini per la maggior parte provenienti dall'Hannover e dalle città anseatiche; il corpo dipendeva dall'Armata del Nord del principe Carlo Giovanni. Il generale russo [[Levin August von Bennigsen]] assunse poi la direzione delle operazioni portando con sé in rinforzo vari contingenti di truppe russe; nel gennaio 1814 i coalizzati avevano circa 120.000{{formatnum:120000}} uomini nella zona di Amburgo, ma quando Carlo Giovanni iniziò a spostare la sua armata verso il Reno questo numero si ridusse a circa 80.000{{formatnum:80000}}<ref name=Hulot-195 /><ref name=Hourtoulle-345>{{Cita|Hourtoulle|p. 345}}.</ref>.
 
== L'assedio ==
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Sperando di rinnovare la rivolta amburghese di marzo e di indurre all'insurrezione i reparti olandesi in forza al XIII Corpo, il generale Bennigsen lanciò due proclami chiamando alla sollevazione contro i francesi ma la mossa rimase senza esito per effetto delle forti misure di disciplina adottate dal maresciallo Davout<ref name=Hulot-195 />.
 
Il maresciallo approfittò dell'iniziale periodo di stasi dell'assedio per perfezionare le fortificazioni della "strada Deponthon" che collegava Amburgo con Haarbourg, costruendo una [[ridotta]] sull'isola davanti al sobborgo di [[Distretto di Altona|Altona]] e un'altra davanti al sobborgo di Hamm; Davout ordinò poi l'evacuazione degli orfani e dei bambini delle famiglie cittadine: 15.360{{formatnum:15360}} persone furono così evacuate da Amburgo tra il 24 e il 26 dicembre<ref>{{cita web|url=http://www.perspectivia.net/publikationen/francia/francia-retro/36-2009/0181-0207|autore=Helmut Stubbe da Luz|titolo=Le maréchal Davout, "le beau siège de Hambourg" en 1813/14 et "le nom français"|lingua=fr|sito=perspectivia.net|accesso=30 giugno 2016|dataarchivio=16 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160816192104/http://www.perspectivia.net/publikationen/francia/francia-retro/36-2009/0181-0207|urlmorto=sì}}</ref>. Il maresciallo ripartì quindi le diverse funzioni tra i suoi generali: Thébault divenne responsabile degli approvvigionamenti e Loison della sicurezza entro le mura cittadine, mentre a Vichery fu affidata la difesa della zona a est della città, a [[Louis Thomas Gengoult|Gengoult]] e [[Victor Joseph Delcambre|Delcambre]] quella della zona nord e di Altona e a Pécheux quella di Haarbourg, con la brigata distaccata di [[Pierre-Jacques Osten|Osten]] a presidio delle isole dell'Elba<ref name=Hourtoulle-345 />.
 
A partire da gennaio, il freddo divenne così intenso che il corso dell'Elba e del [[Bille (fiume)|Bille]] iniziò a congelare, nonostante il lavoro incessante dei francesi che cercavano di mantenere la naturale protezione della rete di canali. I coalizzati lanciarono quindi un paio di attacchi che costrinsero i francesi a ritirarsi dai villaggi di Eimsbüttel e Eppendorf a nord, come pure da diverse posizioni a est; il 20 gennaio 1814 i russi del generale [[Pavel Aleksandrovič Stroganov|Stroganov]] attaccarono le fortificazioni davanti ad Haarbourg: le colonne russe avanzarono lungo il corso dell'Elba e attraverso il villaggio di Wilstorf, ma furono respinte dalle truppe del generale Delcambre lasciando sul terreno circa 800 morti, mentre le perdite dei francesi ammontarono a 200 uomini<ref>{{Cita|Tissot|p. 304}}.</ref>. Il 26 gennaio, in occasione dell'anniversario dell'incoronazione della [[Luisa Maria di Baden|zarina Elisaveta]], Bennigsen ordinò un assalto generale sui fronti nord ed est: l'unico risultato di questa offensiva, che costò 700 perdite al XIII Corpo e 300 ai russi, fu la conquista della chiesa di Hamm; a seguito di questo assalto, Davout ordinò la distruzione di gran parte delle abitazioni del borgo di Altona<ref name=Hulot-197>{{Cita|Hulot|p. 197}}.</ref><ref>{{Cita|Tissot|p. 306}}.</ref>.
[[File:Hamburg 1790 große karte varendorf.jpg|thumb|Carta della regione del basso [[Elba (fiume)|Elba]] con le città di Amburgo, Altona e Haarbourg]]
 
Il 9 febbraio, dopo aver ricevuto l'appoggio del corpo d'armata del generale [[Pëtr Aleksandrovič Tolstoj|Tolstoj]], Bennigsen lanciò un nuovo assalto generale, anche se la collocazione da parte di Davout di un posto di osservazione in cima al campanile della chiesa di Saint-Michel privò russi dell'effetto sorpresa. L'attacco principale fu diretto verso l'isola di Wilhelmsburg, che divenne oggetto di intensi combattimenti durante la giornata: i russi inizialmente presero il vantaggio, e la colonna del generale [[Yevgeni Ivanovich Markov|Markov]] da Altona e quella del generale Emme da sud-est aggirarono Haarbourg convergendo verso l'ingresso del ponte che collegava l'isola con Amburgo; con i loro comandanti messi fuori combattimento (il colonnello del 29º Reggimento di fanteria di linea rimase ucciso e il generale Osten ferito), i francesi iniziarono a ripiegare disordinatamente sul ponte, ma il maresciallo Davout si fece avanti in prima persona per comandare l'azione e ordinò di lanciare al contrattacco le riserve rimaste ad Amburgo. Nel tardo pomeriggio il generale [[Louis Nicolas Marin Leclerc des Essarts|Leclerc]], dopo aver sconfitto una colonna russa comandata da Tolstoj, fu in grado di inviare rinforzi sul ponte mentre, allo stesso tempo, il generale Pécheux ad Haarbourg, che difese con successo dall'assalto di una colonna russa, liberò la sezione di ponte che lo collegava a Wilhelmsburg e prese i russi alle spalle. Respinti dal contrattacco, i russi ripiegarono quindi su Altona; questa battaglia costò alla guarnigione francese circa 1.200{{formatnum:1200}} tra morti, feriti e prigionieri<ref>{{Cita|Tissot|pp. 310-311}}.</ref><ref>{{Cita|Hulot|pp. 197-199}}.</ref>.
 
Il 17 febbraio i russi tentarono un nuovo assalto di massa che non riuscì a sopraffare la resistenza delle truppe dei generali Vichery e [[Jean-François Rome|Rome]]. Le perdite ammontano a 200 uccisi per i francesi, mentre i russi persero quasi 5.000{{formatnum:5000}} uomini. Dopo un ultimo attacco tentato la notte del 27 febbraio, le operazioni si limitarono scaramucce finché l'inizio del disgelo del corso dell'Elba a partire dal 23 marzo mise al sicuro la città da altri tentativi di espugnazione mediante assalto<ref>{{Cita|Tissot|p. 312}}.</ref><ref>{{Cita|Hulot|p. 199}}.</ref>. Il tardo inverno e l'inizio della primavera videro Bennigsen moltiplicare gli inviti alla defezione del presidio e le misure di disinformazione: nonostante alcuni singoli episodi di diserzioni, questi tentativi non raggiunsero il loro scopo ma installarono un clima di estrema sfiducia nei confronti del comando russo nel personale francese<ref>{{Cita|Hulot|pp. 199-200}}.</ref>. Il 29 marzo, la guarnigione francese lanciò una serie di attacchi nei dintorni di Haarbourg per procurarsi foraggio e rifornimenti.
 
=== La resa ===
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Il 19 aprile, il comandante delle truppe assedianti furono avvertiti dell'avvenuta abdicazione di Napoleone e inviarono un parlamentare a Davout per avvertirlo: non avendo fiducia in Bennigsen, il maresciallo accolse la notizia e la proposta di un [[armistizio]] avanzata dal generale russo con la massima circospezione; tuttavia, la notizia dell'avvenuta abdicazione fu confermata da una lettera dello zar [[Alessandro I di Russia]] recapitata da un ufficiale olandese, spingendo Davout a sollecitare l'invio del generale Delcambre per prendere istruzioni dal nuovo governo<ref>{{Cita|Hulot|p. 200}}.</ref>. Per forzare la mano al suo avversario, Bennigsen fece innalzare davanti agli avamposti francesi una bandiera bianco-fiordaliso, l'emblema del re [[Luigi XVIII di Francia]], sperando che la guarnigione si sollevasse e aderisse al nuovo cambio di regime; di fronte a questa sfida, il maresciallo Davout fece prendere a cannonate il vessillo. Mentre le ostilità tra le potenze alleate e la Francia cessarono ufficialmente con la proclamazione dell'abdicazione il 6 aprile, ad Amburgo gli scontri continuarono e il 27 aprile i russi, appoggiati da [[cannoniera|cannoniere]] britanniche, assaltarono nuovamente Haarbourg: questo attacco non riuscì e aumentò ulteriormente la sfiducia dei francesi verso le intenzioni dei russi<ref>{{Cita|Hulot|p. 201}}.</ref>.
 
Il 28 aprile un cugino del maresciallo Davout, François Davout, si presentò alla sede del comando russo e fu subito accompagnato alle posizioni francesi: egli portava lettere della moglie del maresciallo spedite per informarlo degli eventi avvenuti a [[Parigi]], le quali convinsero infine Davout a capitolare. I due comandanti in capo conclusero quindi un armistizio: il generale Delcambre ricevette il permesso di andare a Parigi a chiedere istruzioni, e il 29 aprile la bandiera regia bianca con i gigli fu innalzata sulla città. Se era chiaro che Amburgo dovesse essere restituita alle autorità tedesche, la questione del trattamento da riservare alla guarnigione fu fonte di discussioni: Bennigsen ritenne di dover trasferire i soldati francesi in Russia come prigionieri di guerra e frappose diversi ostacoli all'evacuazione della guarnigione dalla città. Il 5 maggio arrivò ad Amburgo il generale [[Louis François Foucher de Careil]], incaricato dal nuovo governo francese di trattare la resa della città; l'11 maggio il generale [[Étienne Maurice Gérard]], incaricato dal capo del governo [[Carlo X di Francia|conte di Artois]] e dal nuovo ministro della guerra generale [[Pierre Dupont de l'Étang]], rilevò il maresciallo Davout dal comando del XIII Corpo. I 26.000{{formatnum:26000}} uomini ancora in forza alla guarnigione lasciarono Amburgo alla volta della Francia muovendo in tre colonne partite il 27, 29 e 31 maggio 1814, portando con sé un centinaio di pezzi d'artiglieria e 4.000{{formatnum:4000}} cavalli; i 5.000{{formatnum:5000}} feriti e malati ancora ricoverati negli ospedali di Amburgo tornarono in Francia alla fine della loro convalescenza<ref>{{Cita|Hulot|pp. 202-203}}.</ref>.
 
== Conseguenze ==
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Napoleone impose alla città di Amburgo un forte contributo di guerra come punizione per la sua ribellione nel marzo 1813<ref name="Hulot-188"/>. Tuttavia, l'elemento di cassa del XIII Corpo d'armata venne immediatamente inviato in Francia e il 15 settembre 1813 il conte di Chaban, sovrintendente generale delle finanze della 32ª Divisione militare, informò Davout che l'esercito non poteva più fornire il normale funzionamento del servizio di paga a partire da fine ottobre, anche in considerazione del fatto che il maresciallo aveva dato disposizione di pagare in contanti tutte le forniture, onde evitare di spingere la popolazione alla rivolta. Per quanto il termine per il pagamento del contributo di guerra fissato al 1º ottobre non fu onorato, al comando francese pervennero delle informazioni circa il trasferimento di lingotti dalla Banca di Amburgo alla città danese di Altona, e il 2 novembre venne presa la decisione di requisire i fondi bancari della [[Hamburger Bank]]<ref name=Hulot-196>{{Cita|Hulot|p. 196}}.</ref>.
 
I francesi misero le mani su 7.489.343{{formatnum:7489343}} [[Mark Banco]] (una [[moneta di conto]] utilizzata per le operazioni bancarie ad Amburgo), l'equivalente di circa 13 milioni di [[franco francese|franchi]]; dopo che i commercianti di Amburgo si rifiutarono di essere pagati con lingotti provenienti dalla banca, i francesi installarono due zecche dove fondere i lingotti e coniare monete aventi corso legale in città: questo denaro fu poi impiegato per pagare il soldo della guarnigione, gli stipendi dei lavoratori civili impegnati nei lavori di fortificazione e per mantenere l'attività economica nella città assediata<ref name=Hulot-196 />.
 
Una contabilità dell'uso di tali monete fu mantenuta dal conte di Chaban e poi, dopo la sua morte il 23 marzo 1814, da una commissione creata per questo scopo; entro la fine dell'assedio, molte voci tuttavia furono sollevate contro il sequestro della banca di Amburgo e alcuni accusarono poi Davout di essersi intascato parte dei fondi. Il caso segnò l'opinione pubblica e fu successivamente utilizzato per rilanciare il sentimento anti-francese in Germania: così, nel 1890 il maresciallo [[Helmuth Karl Bernhard von Moltke]] utilizzò il ricordo di questo evento per ottenere l'approvazione del bilancio dell'esercito da parte del Parlamento tedesco; più in generale, la storiografia tedesca mantenne l'immagine di un periodo buio e l'occupazione francese è ancora presente nella memoria collettiva di Amburgo come una "catastrofe"<ref name="cita-Hulot-p205">{{Cita|Hulot|p. 205}}.</ref>
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== Bibliografia ==
* Louis Nicolas Davout, ''Memorie del Maresciallo Davout, Principe d'Eckmühl, al Re'', tr. it. Francesco Rubini, Pubblicazione indipendente, Mosca, 2023.
* {{cita libro|autore=Frédéric Hulot|titolo=Le Maréchal Davout|editore=Pygmalion|anno=2003|isbn=2-85704-792-4|cid=Hulot}}
* {{cita libro|autore=François-Guy Hourtoulle|titolo=Davout le Terrible: duc d'Auerstaedt, prince d'Eckmhül, le meilleur lieutenant de Napoléon, colonel-général des grenadiers, 1770-1823|città=Parigi|editore=Maloine|anno=1975|isbn=2-224-00175-4|cid=Hourtoulle}}