Impero partico: differenze tra le versioni
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{{Stato storico
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|nomeUfficiale =
|linkBandiera = Vexilloid of the Parthian Empire.svg
|paginaBandiera =
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}}
L{{'}}'''Impero partico'''
Sotto [[Mitridate I di Partia]] I Parti assorbirono vari aspetti delle civiltà dei popoli sottomessi, specie
I primi nemici dei Parti furono i [[Seleucidi]]
Le fonti native partiche, scritte in [[lingua partica|partico]], in [[lingua greca|greco]]
== Storia ==
=== Origini ===
{{Vedi anche|Partia (satrapia)|Iranici}}
Prima che [[Arsace I di Partia|Arsace I]] fondasse la dinastia arsacide, egli era il capo tribale dei [[Parni]], una delle diverse tribù [[nomadi]] facenti parte della confederazione dei [[Dahae]]. I Parti erano una [[popolazione indoeuropea]] proveniente dall'Asia Centrale
{{Citazione|
=== Inizi dell'Impero dei
[[File:Pdc 24586.jpg|thumb|left|[[Dracma]] d'argento di [[Arsace I di Partia|Arsace I]] (''r''. ''c''. 247-211 a.C.) con un'iscrizione in [[alfabeto greco]] del suo nome (ΑΡΣΑΚΟΥ).]]▼
{{Vedi anche|Arsacidi di Partia}}
▲[[File:Pdc 24586.jpg|thumb|left|[[Dracma]] d'argento di [[Arsace I di Partia|Arsace I]] (''r''. ''c''. 247-211 a.C.) con un'iscrizione in [[alfabeto greco]] del suo nome (ΑΡΣΑΚΟΥ).]]
Non è ben chiaro chi
[[File:Rome-Seleucia-Parthia 200bc.jpg|thumb|upright=1.4|La [[Partia (satrapia)|Partia]], in giallo, l'[[Seleucidi|Impero seleucide]] (blu) e la [[Repubblica romana]] (viola) nel 200 a.C.]]
Negli anni successivi, Arsace consolidò la sua posizione in Partia e in [[Ircania]] approfittando del fatto che i Seleucidi erano impegnati in una guerra contro il re ellenistico
Il successore di Seleuco II, [[Antioco III il Grande]] (r. 222-187 a.C.), fu incapace di intervenire immediatamente perché le sue truppe erano ancora impegnate a reprimere la rivolta di [[Molone (satrapo)|Molone]] in [[Media (regione storica)|Media]].<ref name="brosius_2006_85-86"/>
Antioco III lanciò una campagna massiccia per riconquistare la Partia e la Battria nel 210 o nel 209 a.C. Fallì nel suo intento, ma negoziò un accordo di pace con Arsace II. A quest'ultimo fu garantito il titolo di re (in greco antico: ''[[basileus]]'') in cambio della sua sottomissione a Antioco III e del riconoscimento della sua superiorità.<ref name="bivar_1983_29_brosius_2006_86 kennedy_1996_74">{{cita|Bivar 1983|p. 29}}; {{cita|Brosius 2006|p. 86}}; {{cita|Kennedy 1996|p. 74}}.</ref> I Seleucidi furono incapaci di intervenire ulteriormente negli affari partici a causa della crescente influenza acquisita dalla [[Repubblica romana]] in Asia Minore e della conseguente sconfitta seleucide [[Battaglia di Magnesia|a Magnesia]] nel 190 a.C.<ref name="bivar_1983_29_brosius_2006_86 kennedy_1996_74"/> [[Friapazio]] (''r''. ''c''. 191-176 a.C.) succedette ad Arsace II, seguito a sua volta da [[Fraate I]] (''r''. ''c''. 176-171 a.C.). Fraate I governò la Partia senza alcun interferenza seleucide.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 29-31}}; {{cita|Brosius 2006|p. 86}}.</ref>▼
▲Antioco III lanciò una campagna massiccia per riconquistare la Partia e la Battria nel 210 o nel 209 a.C. Fallì nel suo intento, ma negoziò un accordo di pace con Arsace II. A quest'ultimo fu garantito il titolo di re (in greco antico: ''[[basileus]]'') in cambio della sua sottomissione
=== Espansionismo (171-92 a.C.) ===
[[File:Xong-e Ashdar Parthian relief.jpg|thumb|left|Bassorilievo scavato nella roccia di [[Mitridate I di Partia]] (r. ''c''. 171-138 a.C.), che lo mostra cavalcare a cavallo, a Xong-e Ashdar, città dello [[Izeh]], [[Khūzestān]], [[Iran]].]]▼
{{vedi anche|Regno indo-parto}}
▲[[File:Xong-e Ashdar Parthian relief.jpg|thumb|left|Bassorilievo scavato nella roccia di [[Mitridate I di Partia]] (r. ''c''. 171-138 a.C.), che lo mostra cavalcare a cavallo, a Xong-e Ashdar, città dello [[Izeh]], [[Khūzestān]], [[Iran]].]]
Fraate I ampliò i possedimenti del suo impero fino alle [[Porte di Alessandro]], occupando [[Apamea Ragiana]], il cui sito è tuttora ignoto.<ref>{{cita|Bivar 1983|p. 31}}.</ref> Ma la più vasta espansione territoriale dell'Impero partico avvenne durante il regno del fratello e successore [[Mitridate I di Partia]] che Katouzian paragona a [[Ciro il Grande]], fondatore dell'Impero achemenide.<ref name="katouzian_2009_41"/>
Le relazioni tra la Partia e la Greco-Battria si erano nel frattempo deteriorate e le forze di Mitridate ne conquistarono due [[Eparchia (Età ellenistica)|eparchie]] durante il regno di [[Eucratide I]] (''r.''
Mentre [[Ecatompilo]] era stata la prima capitale dei Parti, Mitridate scelse come proprie residenze reali Mithradatkert ([[Nisa (città)|Nisa, nel Turkmenistan]]), dove furono costruiti i sepolcri dei re arsacidi, Seleucia al Tigri, Ecbatana, e [[Ctesifonte]], una nuova città da lui stesso fondata.<ref>{{cita|Brosius 2006|pp. 103, 110-113}}.</ref> Ecbatana divenne la principale residenza estiva del re arsacide.<ref>{{cita|Kennedy 1996|p. 73}}; {{cita|Garthwaite 2005|p. 77}}.</ref> Ctesifonte, invece, potrebbe non essere diventata la capitale ufficiale fino al regno di [[Gotarze I]] (''r''. ''c''. 90-80 a.C.).<ref>{{cita|Garthwaite 2005|p. 77}}; {{cita|Garthwaite 2005|pp. 38-39|Bivar 1983}}.</ref> Divenne il luogo dove avveniva la cerimonia di incoronazione del re e la città rappresentativa degli Arsacidi, secondo Brosius.<ref name="brosius_2006_103">{{cita|Brosius 2006|p. 103}}.</ref>
I Seleucidi non furono in grado di intervenire immediatamente in quanto intenti a reprimere una rivolta nella capitale [[Antiochia di Siria|Antiochia]] condotta dal generale [[Diodoto Trifone]] (142 a.C.).<ref>{{cita|Bivar 1983|p. 34}}.</ref> Malgrado la rivolta di Trifone fosse ancora in corso, nel 140 a.C. [[Demetrio II Nicatore]] lanciò una controffensiva contro i Parti in Mesopotamia: il suo obbiettivo era probabilmente non solo la riconquista delle province perdute ma anche il reclutamento di truppe fresche da quelle regioni per reprimere la rivolta di Trifone. Malgrado taluni successi iniziali, i Seleucidi vennero sconfitti e Demetrio stesso fu catturato dai Parti e condotto in prigionia in Ircania. Qui Mitridate trattò il suo prigioniero con grande ospitalità, consentendogli di sposare finanche sua figlia, la principessa partica Rhodogune.<ref>{{cita|Brosius 2006|p. 89}}; {{cita|Bivar 1983|p. 35}}.</ref>
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[[File:Mithridatesiiyoung.jpg|thumb|Dracma di [[Mitridate II di Partia]] (''r''. ''c''. 124-90 a.C.)]]
Nel frattempo [[Antioco VII|Antioco VII Sidete]] (''r''. 138-129 a.C.), fratello di Demetrio, ascese al trono seleucide e sposò la moglie di quest'ultimo [[Cleopatra Tea]]. Dopo aver sconfitto Diodoto Trifone, nel 130 a.C. Antioco lanciò una spedizione di riconquista della Mesopotamia, ora sottomessa al re dei Parti [[Fraate II]] (''r''. ''c''. 138-128 a.C.). In un primo momento il successo arrise ai Seleucidi: il generale partico Indate fu sconfitto presso il [[Grande Zab]], a cui seguì una rivolta locale nella quale il governatore partico di Babilonia rimase ucciso; dopo aver sconfitto i Parti in tre battaglie, Antioco conquistò Babilonia e occupò Susa, dove batté moneta.<ref name="bivar_1983_36-37 curtis_2007_11">{{cita|Bivar 1983|pp. 36-37}}; {{cita|Curtis 2007|p. 11}}.</ref> Dopo l'avanzata del suo esercito in [[Media (satrapia)|Media]], i Parti implorarono la pace ed Antioco impose loro la restituzione di tutte le terre conquistate dagli Arsacidi nei decenni precedenti salvo la Partia stessa, il pagamento di un pesante tributo e la liberazione dalla prigionia dell'ex re seleucide Demetrio. Fraate tuttavia rifiutò tali condizioni di pace, salvo il concedere la libertà a Demetrio, che inviò in [[Siria]].<ref>{{cita|Garthwaite 2005|pp. 76-77}}; {{cita|Bivar 1983|pp. 36-37}}; {{cita|Curtis 2007|p. 11}}.</ref> Nella primavera del 129 a.C., i Medi erano in rivolta aperta contro Antioco, il cui esercito aveva causato l'esaurimento delle risorse agricole durante l'inverno. Mentre l'esercito seleucide tentava di reprimere le rivolte, il grosso dell'[[esercito partico]] attaccò la regione e uccise Antioco in battaglia. Suo figlio Seleuco, accolto nella corte partica, fu trattato con onori degni di un principe, mentre una figlia entrò a far parte dell'[[harem]] di Fraate.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 37-38}}; {{cita|Garthwaite 2005|p. 77}}; cfr. anche {{cita|Brosius 2006|p. 90}} e {{cita|Katouzian 2009|pp. 41-42}}.</ref>
Mentre i Parti riconquistavano i territori perduti in occidente, un'altra minaccia sorse ad oriente. Nel 177-176 a.C. la confederazione nomade [[Xiongnu]] scacciò gli [[Yuezhi]] dalle loro terre, corrispondenti all'odierna provincia di [[Gansu]] in Cina nordoccidentale;<ref>{{cita|Torday 1997|pp. 80-81}}.</ref> gli Yuezhi di conseguenza migrarono ad occidente in Bactria e scacciarono le tribù [[Saci|Saka]] (Sciti), a loro volta costrette a spostarsi ulteriormente ad occidente, dove invasero le frontiere nordorientali dell'Impero partico.<ref>{{cita|Garthwaite 2005|p. 76}}; {{cita|Bivar 1983|pp. 36-37}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 89, 91}}.</ref> Il re partico Mitridate fu quindi costretto a ritirarsi in Ircania dopo aver conquistato la Mesopotamia.<ref name="brosius_2006_89">{{cita|Brosius 2006|p. 89}}.</ref>
Alcuni dei Saka
[[File:Silk from Mawangdui 2.jpg|thumb|left|Seta cinese da [[Mawangdui]], [[II secolo a.C.]], [[dinastia Han]]; la seta proveniente dalla Cina era forse la merce di lusso più lucrosa che i Parti commerciavano nell'estremità occidentale della [[Via della seta]].<ref name="garthwaite_2005_78">{{cita|Garthwaite 2005|p. 78}}.</ref>]]
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=== Parti, Roma e la questione armena (92 a.C.-31 a.C.) ===
[[File:Butler Oriens.jpg|thumb|upright=1.4|L'Impero dei Parti ed i suoi regni nella sua massima espansione, [[60 a.C.]] circa]]▼
{{Vedi anche|Guerre romano-partiche}}
▲[[File:Butler Oriens.jpg|thumb|upright=1.4|L'Impero dei Parti ed i suoi regni nella sua massima espansione, [[60 a.C.]] circa]]
{{Campagnabox Guerre romano-partiche}}
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[[File:Roman HanEmpiresAD1.png|thumb|upright=1.4|L'[[Impero romano]] (a sinistra in rosa), l'Impero dei Parti (al centro in marrone) e l'[[Impero cinese]] (a destra in giallo). Tra i Parti e i Cinesi si trovava l'[[Impero Kushan]].]]
Nel 97 d.C., il generale cinese [[Ban Chao]], il protettore generale delle [[Xiyu|Regioni
=== Continuazione delle ostilità e declino dei Parti (58-224) ===
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=== Fine degli Arsacidi: i Sasanidi (dal 224/226) ===
[[File:Bas relief nagsh-e-rostam couronnement.jpg|thumb|Il bassorilievo [[Sasanidi|sasanide]] a [[Naqsh-e Rostam]] mostrando l'[[investitura]] di [[Ardashir I]]]]▼
{{Vedi anche|Sasanidi}}
▲[[File:Bas relief nagsh-e-rostam couronnement.jpg|thumb|Il bassorilievo [[Sasanidi|sasanide]] a [[Naqsh-e Rostam]] mostrando l'[[investitura]] di [[Ardashir I]]]]
Poco tempo dopo, [[Ardashir I]], il capo locale iranico di Persis (la regione della Perside, diventato in epoca [[islam]]ica Fārs, in [[Iran]]) da [[Istakhr]] cominciò a sottomettere i territori circostanti a scapito del dominio arsacide.<ref name="brosius_2006_101 bivar_1983_95-96 curtis_2007_14 katouzian_2009_44">{{cita|Brosius 2006|p. 101}}; {{cita|Bivar 1983|pp. 95-96}}; {{cita|Curtis 2007|p. 14}}; cfr. anche {{cita|Katouzian 2009|p. 44}}.</ref> Si confrontò con Artabano IV [[Battaglia di Hormozdgan|in battaglia]] il 28 aprile 224, forse presso [[Esfahan]], sconfiggendolo e fondando l'Impero sasanide.<ref name="brosius_2006_101 bivar_1983_95-96 curtis_2007_14 katouzian_2009_44"/> Vi sono però prove secondo cui Vologase VI continuò a battere moneta a Seleucia fino al 228.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 95-96}}.</ref>
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L'Impero partico non disponeva di un esercito permanente, sebbene fosse in grado di arruolarne uno in modo assai rapido in momenti di gravi crisi.<ref>{{cita|Brosius 2006|pp. 116, 122}}; {{cita|Sheldon 2010|pp. 231-232}}.</ref> Vi era un corpo di guardia armata permanente a difesa della persona del re, comprendente nobili, servi e [[mercenari]], tale corpo era molto esiguo.<ref name="kennedy_1996_84">{{cita|Kennedy 1996|p. 84}}.</ref> Le guarnigioni nelle fortezze di frontiera erano invece permanenti; le iscrizioni partiche rivelano alcuni dei titoli militari garantiti ai comandanti di queste guarnigioni.<ref name="kennedy_1996_84"/> Le forze militari potevano anche essere adoperate in mosse diplomatiche. Per esempio, quando inviati cinesi visitarono la Partia alla fine del II secolo a.C., il ''Shiji'' narra che {{formatnum:20000}} cavalieri vennero inviati sulla frontiera orientale per scortare l'ambasceria, sebbene questa cifra sembri esagerata.<ref>{{cita|Wang 2007|pp. 99-100}}.</ref>
Il reparto principale dell'esercito dei Parti era costituito dai [[catafratti]], reggimenti di cavalleria pesante costituiti da uomini e cavalli indossanti [[maglia di ferro|maglie di ferro]].<ref name="brosius_2006_120 garthwaite_2005_78">{{cita|Brosius 2006|p. 120}}; {{cita|Garthwaite 2005|p. 78}}.</ref> I catafratti erano equipaggiati con una lancia per sfondare le linee nemiche, come anche di arco e frecce.<ref>{{cita|Brosius 2006|p. 120}}; {{cita|Kennedy 1996|p. 84}}.</ref> A causa dell'elevato costo del loro equipaggiamento e della loro armatura, i catafratti erano reclutati tra gli aristocratici che, in cambio dei loro servigi, ottenevano un certo livello di autonomia a livello locale dai re arsacidi.<ref>{{cita|Brosius 2006|pp. 116-118}}; cfr. anche {{cita|Garthwaite 2005|p. 78}} e {{cita|Kennedy 1996|p. 84}}.</ref> La cavalleria leggera era, invece, reclutata tra il popolo ed era costituita soprattutto da arcieri a cavallo; essi indossavano in battaglia una semplice tunica e dei pantaloni.<ref name="brosius_2006_120 garthwaite_2005_78"/> Adoperando [[arco composito|archi compositi]], erano in grado di mirare e scagliare frecce ai nemici stando a cavallo; questa tecnica, nota come [[tiro alla partica]], era una tattica altamente efficace.<ref>{{cita|Brosius 2006|p. 120}}; {{cita|Garthwaite 2005|p. 78}}; {{cita|Kurz 1983|p. 561}}.</ref> La cavalleria leggera e pesante partica giocarono un ruolo decisivo nella [[Battaglia di Carre]] dove una forza persiana sconfisse un esercito romano di molto maggiore in numero condotto da Crasso. Le unità di fanteria leggera, reclutate tra il [[Coscrizione|popolo]] e i mercenari, erano adoperate per disperdere le truppe nemiche dopo le cariche della cavalleria.<ref>{{cita|Brosius 2006|p. 122}}.</ref>
Le dimensioni dell'esercito partico sono ignote, come anche l'ammontare della popolazione totale dell'Impero. Tuttavia, scavi archeologici in ex centri urbani partici hanno portato alla luce insediamenti che potrebbero aver sostenuto grandi popolazioni e dunque una grande risorsa di manodopera.<ref name="kennedy_1996_83">{{cita|Kennedy 1996|p. 83}}.</ref> Centri ad alta densità abitativa in regioni come Babilonia erano senza dubbio attraenti ai Romani, le cui armate potevano così permettersi di vivere della terra occupata.<ref name="kennedy_1996_83"/>
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Capitale dell'antica ''Partia'' era ''[[Hecatompylos]]'' (letteralmente "''città delle cento porte''"),<ref name="PlinioNatHistVI,44">[[Plinio il Vecchio]], VI, 44.</ref> al centro del territorio originario.<ref name="PlinioNatHistVI,113"/> Altre importanti città di quella che una volta rappresentava una [[Partia (satrapia)|satrapia]] dell'Impero degli [[Achemenidi]], e quindi territorio originario degli antichi ''Parthi'' erano: [[Calliope (Partia)|Calliope]] e ''[[Issatis]]'' (nella parte occidentale, a protezione dei [[Medi]]),<ref name="PlinioNatHistVI,44"/> ''[[Pyropum]]'' (nella parte sud-est),<ref name="PlinioNatHistVI,113"/> ''Maria'' (a sud-est),<ref name="PlinioNatHistVI,113"/> Arsace ed ''Alexandria'' (nella regione della ''[[Nisiaea]]'').<ref name="PlinioNatHistVI,113"/>
Attorno alla seconda metà del [[II secolo a.C.]] i Parti fondarono la nuova capitale,
L'Impero dei Parti era composto da diciotto regni al tempo di [[Plinio il Vecchio]] ([[I secolo|I secolo d.C.]]).<ref name="PlinioNatHistVI,112">[[Plinio il Vecchio]], VI, 112.</ref> Si estendeva dal [[Golfo Persico]], a sud, al [[Mare Ircanio]] ed alla catena del [[Caucaso]], a nord.<ref name="PlinioNatHistVI,41">[[Plinio il Vecchio]], VI, 41.</ref> I regni sono poi divisi in "superiori", in numero di undici, ed "inferiori" in numero di sette.<ref name="PlinioNatHistVI,112"/> I regni superiori confinavano a nord con il [[regno d'Armenia]], il [[Mare Ircanio]] e gli [[Sciti]], con i quali "''i Parti vivevano su un piano di parità''".<ref name="PlinioNatHistVI,112"/>
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[[File:ParthianVotiveReliefIranKhuzestan2ndCenturyCE.jpg|upright=0.7|left|thumb|Bassorilievo votivo partico dalla provincia del [[Khūzestān]], [[Iran]], [[II secolo]] d.C.]]
Nell'Impero partico, essendo eterogeneo sia dal punto di vista politico che da quello di vista culturale, erano diffuse diverse religioni, tra cui le più diffuse erano quelle politeiste [[mitologia greca|greca]] e [[mitologia persiana|persiana]].<ref name="katouzian_2009_45">{{cita|Katouzian 2009|p. 45}}.</ref> A parte una minoranza di [[Giudaismo|ebrei]]<ref>{{cita|Neusner 1983|pp. 909-923}}.</ref> e [[Cristianesimo|cristiani]],<ref>{{cita|Asmussen 1983|pp. 924-928}}.</ref> la maggioranza dei Parti era [[politeismo|politeista]].<ref name="brosius_2006_125">{{cita|Brosius 2006|p. 125}}.</ref> A causa del sincretismo tra le divinità greche e persiane sorto già in epoca seleucide e perpetuatosi in età partica, esse vennero spesso fuse in una: per esempio, [[Zeus]] fu spesso confuso con [[Ahura Mazdā]], [[Ade (divinità)|Ade]] con [[Angra Mainyu]], [[Afrodite]] e [[Era (mitologia)|Hera]] con [[Anahita]], [[Apollo]] con [[Mitra (divinità)|Mitra]], e [[Hermes]] con [[Šamaš|Shamash]].<ref>{{cita|Garthwaite 2005|pp. 68, 83-84}}; {{cita|Colpe 1983|p. 823}}; {{cita|Brosius 2006|p. 125}}.</ref> Oltre ai dei e alle dee principali, ogni città e gruppo etnico aveva le proprie divinità caratteristiche.<ref name="brosius_2006_125"/> Come i re seleucidi,<ref>{{cita|Duchesne-Guillemin 1983|pp. 872-873}}.</ref> l'arte partica attesta che i re arsacidi si consideravano essi stessi delle divinità; questo [[culto imperiale|culto dell'imperatore]] era forse il più diffuso.<ref>{{cita|Colpe 1983|p. 844}}.</ref>
L'estensione del patronato arsacide dello [[zoroastrismo]] è dibattuto nella storiografia moderna: il [[Mazdaismo]] si era evoluto in una prima forma di Zoroastrismo già in epoca partica, ma non è chiaro fino a quale portata la corte arsacide aderì a questa religione.<ref>{{cita|Katouzian 2009|p. 45}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 102-103}}.</ref> I seguaci di [[Zoroastro]] avrebbero trovato i sacrifici sanguinolenti di alcuni culti persiani di epoca partica inaccettabili.<ref name="katouzian_2009_45"/> Tuttavia vi è evidenza che Vologese I abbia favorito la presenza di sacerdoti [[magi (zoroastrismo)|magi]] zoroastriani a corte e abbia promosso la redazione dei testi sacri dello Zoroastrismo che successivamente formarono l'[[Avestā]]; va tuttavia osservato che la maggioranza degli specialisti in materia è incline a respingere la teoria che un testo scritto dell'Avesta esistesse già in epoca arsacide, asserendo, invece, che i contenuti di questi testi sacri venissero trasmessi, almeno inizialmente, per via orale.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 85-86}}; {{cita|Garthwaite 2005|pp. 80-81}}; {{cita|Duchesne-Guillemin 1983|p. 867}}.</ref> La corte sasanide avrebbe in seguito adottato lo Zoroastrismo come religione ufficiale di stato dell'Impero.<ref>{{cita|Garthwaite 2005|p. 67}}; {{cita|Asmussen 1983|pp. 928, 933-934}}.</ref>
Anche se il profeta [[Mani (profeta)|Mani]] (216-276 d.C.) fondò il [[Manicheismo]] solo nel 228/229 d.C., agli inizi del periodo sasanide, Bivar ritiene che ci sia un collegamento con la fine della dinastia arsacide; egli sostiene che la sua nuova fede conteneva "elementi di credenze [[Mandeismo|
Vi è scarsa evidenza archeologica per la diffusione del [[Buddhismo]] dall'[[Impero Kusana]] all'Iran vero e proprio; secondo Emmerick, "su basi archeologiche sembra possibile dedurre che non fiorì mai a ovest della linea congiungente Balch con Qandahar", implicando che la diffusione del Buddhismo nell'Impero partico fu limitata alle regioni orientali.<ref>{{cita|Emmerick 1983|p. 957}}.</ref> Tuttavia, è noto da fonti cinesi che alcuni monaci buddhisti partici rivestirono un ruolo determinante nella diffusione del Buddhismo in Cina: viene menzionato ad esempio [[Ān Shìgāo]] ([[II secolo]] d.C.), nobile partico e monaco buddhista, che viaggiò fino a [[Luoyang]] nella Cina Han come [[trasmissione del Buddismo tramite la via della seta|missionario buddhista]] e tradusse alcuni sutra del [[canone buddhista]] in [[lingua cinese|Cinese]].<ref>{{cita|Demiéville 1986|p. 823}}; {{cita|Zhang 2002|p. 75}}.</ref>
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=== Commercio ===
[[File:Map of the Periplus of the Erythraean Sea.jpg|thumb|upright=1.8|Commercio romano con l'India secondo il ''[[Periplus maris erythraei]]'', [[I secolo|I secolo d.C.]], che di fatto tagliava fuori la ''[[Partia (satrapia)|Partia]]''.]]▼
{{vedi anche|Commercio romano con l'India|Relazioni diplomatiche sino-romane}}
▲[[File:Map of the Periplus of the Erythraean Sea.jpg|thumb|upright=1.8|Commercio romano con l'India secondo il ''[[Periplus maris erythraei]]'', [[I secolo|I secolo d.C.]], che di fatto tagliava fuori la ''[[Partia (satrapia)|Partia]]''.]]
Plinio racconta che il commercio era fiorente, prima di tutto tra Romani e Parti:
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{{Vedi anche|Lingua partica}}
I Parni molto probabilmente parlavano una lingua iranica orientale, descritta dalle fonti antiche come una via di mezzo tra il medo e
== Cultura ==
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=== Arte ===
[[File:Duraeuropa-1-.gif|thumb|upright=1.2|left|Un murale ritraente una scena tratta dal [[Libro di Ester]] nella [[Sinagoga di Dura Europos]], datata al 245 d.C., che Curtis<ref>{{cita|Curtis 2007|p. 18}}.</ref> e Schlumberger<ref>{{cita|Schlumberger 1983|pp. 1052-1053}}.</ref> descrivono come un esempio fine di 'frontalità partica']]▼
{{Vedi anche|Arte partica}}
▲[[File:Duraeuropa-1-.gif|thumb|upright=1.2|left|Un murale ritraente una scena tratta dal [[Libro di Ester]] nella [[Sinagoga di Dura Europos]], datata al 245 d.C., che Curtis<ref>{{cita|Curtis 2007|p. 18}}.</ref> e Schlumberger<ref>{{cita|Schlumberger 1983|pp. 1052-1053}}.</ref> descrivono come un esempio fine di 'frontalità partica']]
L'arte partica può essere suddivisa in tre fasi geo-storiche: l'arte della Partia propriamente detta; l'arte dell'[[Iran|plateau iranico]]; e l'arte della Mesopotamia partica.<ref name="brosius_2006_127">{{cita|Brosius 2006|p. 127}}.</ref> Le prime opere d'arte genuinamente partiche, rinvenute a Mithridatkert/Nisa, combinavano elementi di arte greca e persiana in linea con le tradizioni achemenidi e seleucidi.<ref name="brosius_2006_127"/> Nella seconda fase, l'arte partica trasse ispirazione dall'[[arte achemenide]], come esemplificato dal bassorilievo dell'investitura di Mitridate II sul Monte Behistun.<ref name="brosius_2006_128"/> La terza fase si sviluppò gradualmente dopo la conquista partica della Mesopotamia.<ref name="brosius_2006_128"/>
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[[File:Hatra (17).jpg|thumb|Un ''[[Iwan (architettura)|iwan]]'' a volta a botte all'ingresso dell'antico sito di [[Hatra]], odierno [[Iraq]], costruito nel 50 d.C. circa]]
L'architettura partica, pur adottando elementi dell'architettura [[architettura persiana|achemenide]] e [[Architettura greca|greca]], rimase ben distinta dalle due. Lo stile è attestato per la prima volta a ''Mithridatkert
Un elemento caratteristico dell'architettura partica era l{{'}}''[[Iwan (architettura)|iwan]]'', un ingresso sostenuto da archi o volte a botte e aperto da un solo lato.<ref name="garthwaite_2005_84 brosius_2006_128 schlumberger_1983_1049">{{cita|Garthwaite 2005|p. 84}}; {{cita|Brosius 2006|p. 128}}; {{cita|Schlumberger 1983|p. 1049}}.</ref> L'uso della volta a botte sostituì l'uso ellenistico di colonne per sostenere i tetti.<ref name="brosius_2006_128">{{cita|Brosius 2006|p. 128}}.</ref> Sebbene l{{'}}''iwan'' fosse già noto persino anteriormente al periodo achemenide e adoperato in strutture più piccole e sotterranee, furono i Parti i primi a costruirli su scala monumentale.<ref name="garthwaite_2005_84 brosius_2006_128 schlumberger_1983_1049"/> I primi ''iwan'' partici sono stati rinvenuti a Seleucia, e sono datati al I secolo d.C.<ref name="brosius_2006_128"/> ''Iwan'' monumentali sono stati rinvenuti anche negli antichi templi di Hatra e furono forse modellati sullo stile partico.<ref name="brosius_2006_134-135">{{cita|Brosius 2006|pp. 134-135}}.</ref> Gli ''iwan'' partici più grandi di quel sito avevano una lunghezza di 15 m.<ref>{{cita|Schlumberger 1983|p. 1049}}.</ref>
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Resoconti locali ed esteri, come anche fonti non scritte, come rinvenimenti archeologici, sono stati adoperati per ricostruire la storia dei Parti.<ref name="widengren_1983_1261-1262">{{cita|Widengren 1983|pp. 1261-1262}}.</ref> Anche se la corte partica conservava i registri, i Parti trascurarono lo studio sistematico della propria [[storia]]; la prima [[storia universale]] dell'Iran, il ''[[Khwaday-Namag]]'', fu completata solo durante il regno dell'ultimo [[Scià|Shahanshah]] sasanide [[Yazdegerd III]] (r. 632-651 d.C.).<ref>{{cita|Yarshater 1983|p. 359}}.</ref> Le [[fonte primaria|fonti]] indigene riguardanti la storia partica sono molto poche, molto meno rispetto a qualsiasi altro periodo della storia della Persia.<ref name="widengren_1983_1261">{{cita|Widengren 1983|p. 1261}}.</ref> La maggior parte dei resoconti scritti coevi sulla Partia è costituita da iscrizioni in greco, partico o aramaico.<ref name="garthwaite_2005_75-76">{{cita|Garthwaite 2005|pp. 75-76}}.</ref>
Le fonti di maggior valore per la ricostruzione di una accurata cronologia dei re arsacidi sono i [[dracma]] di metallo fatte battere da ogni re.<ref>{{cita|Garthwaite 2005|p. 67}}; {{cita|Widengren 1983|p. 1262}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 79-80}}.</ref> Queste rappresentano una "transizione dai resti non-testuali a quelli testuali", secondo lo storico Geo Widengren.<ref name="widengren_1983_1262">{{cita|Widengren 1983|p. 1262}}.</ref> Altre fonti partiche adoperate per ricostruire la loro cronologia comprendono tabelle astronomiche in caratteri [[cuneiformi]] e colophon rinvenuti a Babilonia.<ref name="widengren_1983_1265">{{cita|Widengren 1983|p. 1265}}.</ref> Fonti scritte indigene comprendono inoltre [[iscrizioni]] in pietra, [[pergamene]] e [[papiri]], oltre a ''[[ostraca]]'' di ceramica.<ref name="widengren_1983_1262"/> Tali fonti scritte indigene forniscono inoltre informazioni determinanti per la conoscenza di vari aspetti della civiltà partica: per esempio, il rinvenimento di ''ostraca'' di ceramica nella capitale partica (primo periodo) di Mithradatkert/Nisa in Turkmenistan ha permesso ai studiosi di reperire informazioni utili sulla vendita e sul deposito di merce come il vino in epoca partica;<ref>{{cita|Garthwaite 2005|pp. 75-76}}; {{cita|Widengren 1983|p. 1263}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 118-119}}.</ref> insieme alle pergamene rinvenute in siti come Dura-Europos, queste ostraca di ceramica forniscono inoltre informazioni di valore sull'amministrazione e sul governo partico, come l'organizzazione delle province o il sistema fiscale, nonché sui titoli militari in uso all'epoca.<ref>{{cita|Widengren 1983|p. 1263}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 118-119}}.</ref>
Le opere storiche [[storiografia greca|greche]] e [[storiografia romana|latine]], che rappresentano la maggioranza dei materiali riguardanti la storia dei Parti, non sono considerate interamente attendibili perché scritte dalla prospettiva dei rivali e nemici in tempo di guerra.<ref>{{cita|Garthwaite 2005|pp. 67, 75}}; {{cita|Bivar 1983|p. 22}}.</ref> Tali fonti estere in genere si soffermano sui principali avvenimenti militari e politici, trascurando spesso gli aspetti sociali e culturali della storia partica.<ref>{{cita|Garthwaite 2005|p. 75}}; {{cita|Bivar 1983|pp. 80-81}}.</ref> I Romani in genere dipingevano i Parti come guerrieri fieri ma anche come popolo culturalmente raffinato; l'inclusione di ricette di pietanze tipicamente partiche nel manuale di ricette del buongustaio romano [[Marco Gavio Apicio|Apicio]] esemplifica l'ammirazione da parte dei Romani per la cucina partica.<ref>{{cita|Kurz 1983|p. 564}}; cfr. anche {{cita|Brosius 2006|p. 138}} per ulteriori analisi: "Curiously, at the same time as the Parthian was depicted as uncivilised, he was also 'orientalised' in traditional fashion, being described as luxury-loving, leading an effeminate lifestyle, and demonstrating excessive sexuality." ("Curiosamente, allo stesso tempo in cui i Parti erano dipinti come incivilizzati, erano anche "orientalizzati" alla maniera tradizionale, venendo descritti come amanti della lussuria, effeminati e con eccessiva sessualità").</ref> [[Apollodoro di Artemita]] e [[Arriano]] scrissero delle storie che si soffermavano particolarmente sulla Partia, ma queste opere si sono perdute e sopravvivono solo in frammenti inclusi in altre opere storiche.<ref>{{cita|Widengren 1983|pp. 1261, 1264}}.</ref> [[Isidoro di Carace]], vissuto durante il principato di Augusto, fornisce un resoconto dei territori della Partia, probabilmente compilato utilizzando documenti ufficiali del governo partico.<ref name="widengren_1983_1264">{{cita|Widengren 1983|p. 1264}}.</ref> In minor dettaglio, diverse notizie importanti sulla storia dei Parti sono fornite nelle opere di [[Marco Giuniano Giustino]], [[Strabone]], [[Diodoro Siculo]], [[Plutarco]], [[Cassio Dione]], [[Appiano di Alessandria|Appiano]], [[Flavio Giuseppe]], [[Plinio il Vecchio]], e [[Erodiano]].<ref>{{cita|Widengren 1983|pp. 1265-1266}}.</ref>
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;Fonti antiche
* [[Agatangelo (storico)|Agatangelo]], ''Storia degli Armeni'', I.
* [[Appiano di Alessandria]], ''Guerre mitridatiche'', versione inglese [http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_mithridatic_02.html#%A78 qui] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110721005514/http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_mithridatic_02.html#%A78 |
* [[Aurelio Vittore]], ''Liber de Caesaribus''. Testo in latino [http://www.thelatinlibrary.com/victor.caes.html qui].
* [[Aurelio Vittore]], ''De Caesaribus''. Testo in latino disponibile [http://www.thelatinlibrary.com/victor.caes.html qui].
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* ''Antica Persia: i tesori del Museo Nazionale di Teheran e la ricerca italiana in Iran'', catalogo della mostra (Roma, Museo nazionale d'arte orientale), Roma, De Luca, 2001. ISBN 88-8016-437-6.
* [[Maria Gabriella Angeli Bertinelli]], ''Roma e l'Oriente: strategia, economia, società e cultura nelle relazioni politiche fra Roma, la Giudea e l'Iran'', Roma, L'Erma di Bretschneider, 1979.
* Maria Gabriella Angeli Bertinelli, ''I Romani oltre l'Eufrate nel II secolo d.C. (le province di Assiria, di Mesopotamia e di Osroene)''. ''Aufstieg und niedergang der Römischen welt: geschichte und kultur Roms im spiegel der neueren forschung'', Vol. 2 Bd. 9.1, 1976, pp.
* [[Federico Arborio Mella]], ''L'impero persiano. Da Ciro il Grande alla conquista araba. Storia, civiltà, culture'', Milano, Mursia, 1980.
* [[Giovanni Brizzi]], ''Il guerriero, l'oplita, il legionario: gli eserciti nel mondo classico'', Il Mulino, Bologna, 2002 e successive rist.; altra ediz. Il Giornale, Milano, 2003 (vedi il cap. V: ''L'età imperiale''). ISBN 88-15-08907-1.
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;Fonti storiografiche moderne in lingua straniera
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* {{cita libro|autore=[[Jes Peter Asmussen]]|capitolo=Christians in Iran|pp=
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* {{cita libro|autore=[[Adrian David Hugh Bivar]]|capitolo=The Political History of Iran Under the Arsacids|pp=
* {{cita libro|cognome=Bivar|nome=Adrian David Hugh|capitolo=Gondophares and the Indo-Parthians|pp=[https://archive.org/details/ideairanvolumeii00curt/page/26 26]–36|titolo=The Age of the Parthians: The Ideas of Iran|url=https://archive.org/details/ideairanvolumeii00curt|volume=2|anno=2007|editore=I.B. Tauris & Co Ltd., in association with the London Middle East Institute at SOAS and the British Museum|città=Londra e New York|curatore=Vesta Sarkhosh Curtis e Sarah Stewart|ISBN=978-1-84511-406-0|cid=Bivar 2007}}
* {{cita libro|autore=[[Mary Boyce]]|capitolo=Parthian Writings and Literature|pp=
* {{cita libro|cognome=Brosius|nome=Maria|titolo=The Persians: An Introduction|url=https://archive.org/details/persiansintroduc0000bros|anno=2006|editore=Routledge|città=Londra e New York|ISBN=0-415-32089-5|cid=Brosius 2006}}
* {{cita libro|autore=[[Carsten Colpe]]|capitolo=Development of Religious Thought|pp=
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* {{cita libro|autore=Paul Demiéville|capitolo=Philosophy and religion from Han to Sui|pp=
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* {{cita libro|autore=Ronald E. Emmerick|capitolo=Buddhism Among Iranian Peoples|pp=
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* {{cita libro|autore=[[Gene Ralph Garthwaite]]|titolo=The Persians|anno=2005|editore=Blackwell Publishing, Ltd.|città=Oxford & Carlton|ISBN=1-55786-860-3|cid=Garthwaite 2005}}
* {{cita libro|autore=[[Homa Katouzian]]|titolo=The Persians: Ancient, Medieval, and Modern Iran|url=https://archive.org/details/persiansancientm0000kato|anno=2009|editore=Yale University Press|città=New Haven e Londra|ISBN=978-0-300-12118-6|cid=Katouzian 2009}}
* {{cita libro|autore=David Kennedy|capitolo=Parthia and Rome: eastern perspectives|pp=
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* {{Cita pubblicazione|autore=Christopher S. Lightfoot|anno=1990|titolo=Trajan's Parthian War and the Fourth-Century Perspective|rivista=The Journal of Roman Studies|volume=80|url=https://www.jstor.org/discover/10.2307/300283?uid=3738296&uid=2134&uid=2&uid=70&uid=4&sid=21101378889231|pp=
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* {{cita libro|autore=[[Jacob Neusner]]|capitolo=Jews in Iran|pp=
* {{cita libro|autore=[[Walter Posch]]|capitolo=Chinesische Quellen zu den Parthern|pp=[https://archive.org/details/daspartherreichu0000unse/page/355 355]–364|lingua=de|titolo=Das Partherreich und seine Zeugnisse|url=https://archive.org/details/daspartherreichu0000unse|curatore=Weisehöfer Josef|serie=Historia: Zeitschrift für alte Geschichte, vol. 122|città=Stoccarda|editore=Franz Steiner|anno=1998|cid=Posch 1998}}
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{{Portale|Antica Roma|Iran|storia}}
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