Carmelo Bene: differenze tra le versioni
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|Attività2 = regista
|Attività3 = drammaturgo
|AttivitàAltre =
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Carmelo_bene.jpg
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== Biografia ==
{{Citazione|Teniamoci lontani dal nostro tempo, lontani da questo sociale che ci frana addosso come una montagna di nulla. Non ne posso più del sociale, della politica gestita dai partiti, delle masse, ovvero delle plebi che sono al potere sotto forma di opposizione, ma non sono più minoritarie<ref>''Carmelo Bene l'ultimo pornografo'', di [[Antonio Gnoli]], in ''La Repubblica'', 19 novembre 1995.</ref>}}
Nasce a [[Campi Salentina]], in [[provincia di Lecce]]<ref>Carmelo Bene fa riferimento alla regione Puglia al plurale chiamandola "le Puglie". Il [[dialetto salentino]] appartiene al [[gruppo siciliano]] (così come il [[lingua siciliana|siciliano]]), a differenza dei vicini idiomi pugliesi. {{Citazione|Non esiste la Puglia, ci sono le Puglie. Nasco in terra d'Otranto, nel sud del sud dei santi. Mettere insieme Bari e Otranto sarebbe come dire che Milano e Roma siano la stessa cosa. Tutta la terra d'Otranto è fuori di sé|{{Cita|Bene e Dotto|p. 12}}}}</ref>,
Frequenta la scuola degli [[Scolopi]] di Campi Salentina, mostrandosi critico verso i propri insegnanti, definiti successivamente nella sua autobiografia<ref>{{Cita|Bene e Dotto|pp. 23-24}}.</ref> come incompetenti in teologia, bestemmiatori e pedofili. Trascorre così l'infanzia perlopiù fra i vezzi di questa moltitudine di ragazze, la scuola degli Scolopi e le gite domenicali a Lecce. Dopo gli studi presso l'Istituto Calasanzio dei Padri Scolopi di Campi Salentina, ove frequenta le scuole medie e il [[liceo classico]] sino al secondo anno, conclude gli studi classici nel Collegio Argento dei Padri [[Gesuiti]] di Lecce.
[[File:Carmelo-bene-by-origa.jpg|thumb|upright|Bene, disegno di [[Graziano Origa]]]]
In seguito si iscrive, diciassettenne, alla Facoltà di Giurisprudenza all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", senza frequentarla troppo. Si iscrive anche al primo anno dell{{'}}''[[Accademia Sharoff]]''.
Nel 1957 si iscrive all'[[Accademia nazionale d'arte drammatica|Accademia nazionale d'arte drammatica «Silvio D'Amico»]] e ne frequenta i corsi per un anno, ritenendoli inutili<ref>Difficile stabilire se Bene si sia volontariamente allontanato dall'accademia o sia stato cacciato. [[Tonino Conte]], in ''L'amato bene'' (op. cit., pag. 15), tra gli altri, testimonia questa seconda possibilità, dicendo che Bene "era stato cacciato dopo uno spettacolo-saggio (un ''Caligola'' di Camus) considerato sgangherato e scandaloso dai docenti ma elogiato in un articolo di [[Nicola Chiaromonte]]".</ref>: esisteva un certo attrito fra lui e gli insegnanti, e lo stesso Carmelo Bene sintetizza i divergenti punti di vista affermando che «il metodo per risvegliare i sentimenti era l'[[accademia Sharoff]], quello per addormentarli la Silvio D'Amico». Aggiungendo: «Per fortuna, dopo un anno passai a ''non'' frequentare la Silvio D'Amico». Diventò presto famigerata la battuta: «Come va? Non c'è Bene, grazie»<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, op. cit., pagg. 44 e 47. [[Giuliana Rossi]] nel suo libro ''I miei anni con Carmelo Bene'', pag. 18, riferisce che all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico il giovane Carmelo Bene fosse stato inizialmente rifiutato. Gli riuscì in seguito di iscriversi, grazie alla sua testardaggine, combinandone di tutti i colori per il suo carattere "irriverente e inopportuno", da qui la fatidica battuta «Non c'è Bene grazie».</ref>. Bene ricorda che alla ''Silvio D'Amico'', solo due insegnanti credevano in lui: l'insegnante di metrica e la signora Morino<ref>«Non s'accorgono, qui ce n'è uno solo di vero attore». (''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 45</ref>, trent'anni prima attrice con [[Ruggero Ruggeri]].
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Il padre, in combutta con il primario, arriva a farlo internare al manicomio per un paio di settimane, con l'intenzione di scemare l'attrazione e l'intenzione a realizzare il matrimonio; Giuliana poi subisce esplicite minacce. Si sposano comunque a Firenze il 23 aprile 1960, «più per accontentare la suocera che per effettiva vocazione»<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, ''op. cit.'', pag. 119. - Nella biografia di ''[[Sono apparso alla Madonna]]'' il matrimonio fiorentino viene definito "grottesco". (''[[Opere (Carmelo Bene)|Opere, con l'Aut.]]'' op. cit., pag. 1061)</ref> e dalla loro unione nasce un figlio, Alessandro, che viene allevato prevalentemente dai nonni materni e muore di tumore in giovane età<ref>«Appresi la notizia solo quindici giorni dopo. Un telegramma molto secco. "Tanto non te ne fotte nulla", fu la spiegazione. Avevo chiesto due milioni ai miei per tentare un intervento disperato in Svizzera. Mi negarono questi soldi. Per loro Alessandro era "il figlio della colpa". Questo figliolo fu alla fine vanamente operato in Svizzera. Sei mesi dopo morì. Non aveva ancora sette anni. Stramaledissi i miei». Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, ''op. cit.'', pag. 188. Nell'autobiografia di ''[[Sono apparso alla Madonna]]'' risulta che il figlio Alessandro «morì a cinque anni» (''[[Opere (Carmelo Bene)|Opere, con l'Aut.]]'' op. cit., pag. 1062).</ref> il 3 ottobre 1965 all'ospedale Meyer di Firenze.
[[File:Un amleto di meno-02.jpg|thumb|Carmelo Bene in una scena del film ''[[Un Amleto di meno]]'']]
In questo periodo fiorentino avviene l'incontro letterario fondamentale della sua vita; legge l{{'}}''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]''<ref>[https://it.youtube.com/watch?v=831235Pe3PE&NR=1 Carmelo Bene su James Joyce] intervista di Antonio Debenedetti, tratta dal programma televisivo RAI "Una sera, un libro" (''YouTube'')</ref> di [[James Joyce]]<ref>Sebbene pubblicato nel [[1922]], in Italia la prima traduzione integrale si ebbe soltanto nel [[1960]], per opera di [[Giulio De Angelis (letterato)|Giulio De Angelis]] per la casa editrice [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]]</ref> che lo affascina talmente da sconvolgerne il modo di pensare, sottraendogli gli ultimi residui di ''[[esistenzialismo]]''<ref>{{Cita|Bene e Dotto|p.
{{Citazione|Giovanissimo capocomico, senza un soldo, circondato finalmente da guitti straordinari reperiti nel [[Borgo Santo Spirito]] dalla signora D'Origlia e dal cavalier Palmi, miei ottimi amici<ref>Carmelo Bene, ''Opere con l'Aut.'', op. cit., pag. 1071</ref>.}}
Dal 1961 fino al 1963 costituisce il cosiddetto "[[Teatro Laboratorio]]" (con gli attori prelevati dall'anzidetta compagnia), realizzato in un locale di [[Trastevere]], nel cortile al numero 23 di San Cosimato. Viene in seguito chiuso definitivamente a causa del fattaccio del «piscio» sulla platea e sull'ambasciatore argentino attribuito a Carmelo Bene, ma probabilmente perpetrato dal pittore argentino [[Alberto Greco]]. Al Teatro Laboratorio si allestiscono gli spettacoli cabaret con titoli significativi come ''[[Addio porco]]'', una specie di [[happening]], goliardata o presa in giro, che serviva a raggranellare denaro attirando gente snob e ricca a caccia di emozioni forti. Lo spettacolo ''[[Cristo '63]]'' (registrato da [[Alberto Grifi]] ma che viene censurato<ref>[http://www.lasinovola.it/archivio/letture/0601/GiulianaRossi.pdf lasinovola.it]</ref>) scatena più d'uno scandalo, fino ai tafferugli con la polizia. Bene racconta:
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Dopo il sequestro e la chiusura definitiva del Teatro Laboratorio trascorrono sei mesi con l'allestimento del ''[[Teatro Carmelo Bene]]'' al ''Divino Amore'' (1967), esperienza breve come l'altra precedente del ''[[Beat '72]]'', la cui apertura avviene nel 1966<ref>[[Lydia Mancinelli]] ricorda: « [...] trovai questo locale al ''Beat 72'' dove pagai 150.000 lire al mese, un certo Ulisse [Benedetti], [...] lo affittai per tutta la stagione invernale; mi feci dare dal comune dei banchi di scuola, perché non avevamo i soldi per le poltrone, quindi facemmo una specie di anfiteatro, di gradoni degradanti, il palcoscenico era in basso e lì debuttammo con ''[[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]]''». (Dal programma televisivo della RAI ''La voce che si spense'')</ref>. Inoltre, in questo stesso periodo, tra il 1965 e il 1966, Bene scrive i romanzi ''[[Nostra Signora dei Turchi]]'' e ''[[Credito italiano (romanzo)|Credito italiano]]'', portati poi a teatro. Ma, come tutta l'opera beniana di questo periodo, il successo ebbe più che altro un riscontro elitario. Viene portato in scena al Teatro delle Muse ''[[Il Rosa e il Nero]]'', rivisitazione<ref name="interprete" /> di ''The Monk'' di Matthew Gregory Lewis. Risale a questo periodo una testimonianza della trasmissione televisiva ''Avvenimenti 30''. La voce fuori campo del cronista commenta:
{{Citazione|Un giovanotto magro, nervoso, spiritato, venuto dalle Puglie per inventare a Roma un suo personalissimo teatro. Si chiama Carmelo Bene. Non ha ancora trent'anni. Ha già scritto un romanzo ''[[Nostra Signora dei Turchi (romanzo)|Nostra Signora dei Turchi]]''. Ha diretto come attore, autore, regista, una decina di spettacoli. Dieci spettacoli, dieci polemiche clamorose. È un istrione? Oppure: è un genio? È un mistificatore? Su questi giudizi il pubblico e la critica si danno battaglia...<ref>Dalla trasmissione ''Bene! Bravo!'' della RAI di [[Marco Giusti]]</ref>.}}
Carmelo Bene pensa ora di abbandonare il ''teatro'' per dedicarsi ad ''altro''. Nel 1967 [[Pier Paolo Pasolini]] lo invita a partecipare al suo film ''[[Edipo re (film)|Edipo re]]''. Intanto [[Nelo Risi]], avendo progettato un film su [[Pinocchio]], propone la parte della fatina a [[Brigitte Bardot]], quella di Pinocchio a Carmelo Bene e quella di [[Geppetto]] a [[Totò]]; ma questi morì proprio nel 1967, mandando in fumo il progetto. Nello stesso anno Bene inizia la sua esperienza da regista cinematografico, arrivando l'anno successivo a vincere il [[Leone d'Argento]] al [[Festival di Venezia]] con quello che viene considerato il suo capolavoro: ''[[Nostra Signora dei Turchi]]''. Fra i suoi principali amici e collaboratori di questo periodo vi furono il noto attore, autore e regista tarantino [[Cosimo Cinieri]], Mario Ricci, [[Leo de Berardinis]], [[Piero Panza]] e il noto pittore e scenografo leccese [[Tonino Caputo]]. Nel 1969 vediamo Bene partecipare come attore in ''[[Umano, non umano]]'', film di [[Mario Schifano]]. La ''parentesi cinematografica'' dura sino al 1973, costituita da una serie di lungometraggi come ''[[Capricci (film 1969)|Capricci]]'' (1969), [[Don Giovanni (film 1970)|Don Giovanni]] (1970), [[Salomè (film 1972)|Salomè]] (1972), oltre al già citato ''Nostra Signora dei Turchi'', che spesso producono in Italia reazioni sconsiderate, violenza gratuita e spaccatura di pubblico e critica, tra fautori e detrattori. ''[[Un Amleto di meno]]'' segna la fine di questa meteorica apparizione cinematografica di Carmelo Bene, esperienza mai più ritentata.
Il 1970 è l'anno in cui Carmelo Bene conosce [[Salvador Dalí]] ed [[Emilio Villa]]<ref>Emilio Villa dedicherà nei primi anni settanta all'artista salentino il libro "Letania per Carmelo Bene". (Vedi anche {{cita pubblicazione|autore=Marco Palladini |titolo=Carmelo Bene - Emilio Villa. La grande poesia? si rivolge solo ai poeti}})</ref>, che contribuiscono a segnare la sua esperienza artistica. In questo stesso anno un ''Don Chisciotte'' televisivo commissionato dalla RAI sfuma, poiché il progetto viene ritenuto "impopolare". Il cast d'eccezione contemplava, oltre a Carmelo Bene, artisti di fama come [[Eduardo De Filippo]], il clown sovietico Popov e [[Salvador Dalí]] (scenografo)<ref>{{Cita|Bene e Dotto|pp. 299-300}}.</ref>. Stessa sorte toccò a un altro progetto filmico fatto insieme con [[Eduardo De Filippo|Eduardo]], tratto da ''[[La serata a Colono]]'' di [[Elsa Morante]]. Scrive inoltre ''[[A boccaperta]]'', pensato inizialmente come una [[sceneggiatura]] dedicata a [[San Giuseppe da Copertino]]. Partecipa inoltre in qualità di attore a film come ''[[Necropolis (film 1970)|Necropolis]]'' di [[Franco Brocani]] e a ''[[Storie dell'anno mille]]'' di [[Franco Indovina]]. Nel 1972-1973, con il ritorno al teatro, dopo la parentesi cinematografica, Carmelo Bene ottiene un vero trionfo. Il primo spettacolo teatrale di ''[[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]]'', riportata di nuovo in scena, con le sue venticinque repliche romane, vede in platea un'infinità di "nomi che contano", tra cui [[Ennio Flaiano]], [[Alberto Arbasino]], [[Vittorio Gassman]], [[Mariangela Melato]], [[Giuseppe Patroni Griffi]], [[Alberto Moravia]], [[Renzo Arbore]], [[Gianni Morandi]], [[Gigi Proietti]], [[Elsa De Giorgi]], [[Enzo Siciliano]], [[Franco Franchi]] e tanti altri<ref>''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 319</ref>. Del 1973 sono le ''[[Le interviste impossibili|interviste impossibili]]'' radiofoniche con testi di Ceronetti, Sermonti e Manganelli, in cui Carmelo Bene e altri attori danno immaginificamente voce a vari personaggi storici e preistorici.
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Il 1979 segna l'inizio del suo periodo cosiddetto ''concertistico'' e della [[#La macchina attoriale|macchina attoriale]], culminando nell'esibizione alla [[Scala di Milano]] con un memorabile ''[[Manfred (Carmelo Bene)|Manfred]]'' in forma di concerto accompagnato dalle musiche di [[Robert Schumann]]. Di questo anno è un ''[[Otello, o la deficienza della donna|Otello televisivo]]'', realizzato a [[Torino]] insieme a [[Cosimo Cinieri]], ma il restauro e il montaggio vennero iniziati soltanto nel 2001, sotto la vigile ''direzione'' di Bene<ref>L{{'}}''[[Otello (Carmelo Bene)|Otello televisivo]]'' fu proiettato per la prima volta, per commemorarne la recente scomparsa dell'artista, il 18 marzo [[2002]] al ''[[Teatro Argentina]]'' di Roma dalle ore 17:00 fino a mezzanotte; fu messo inoltre in onda su RaiTre su Rai Edu Cultura con varie e successive repliche.</ref>. Il 1980 vede la V edizione dello ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij]]'' al Teatro Morlacchi di [[Perugia]] e l{{'}}''[[Hyperion (Carmelo Bene)|Hyperion]]''. In questo suo periodo di "approfondimento musicale", conosce e stringe amicizia con il tenore [[Giuseppe Di Stefano]], il quale amava appellarsi il "Carmelo Bene della musica", definito da questi a sua volta, in sintonia con Toscanini, "la più bella voce mai sentita"<ref>''Sono apparso alla madonna'', op. cit., pag. 1070</ref>.
Nel 1981, con la [[Lectura Dantis (Carmelo Bene)|Lectura Dantis]] dalla Torre degli Asinelli di Bologna, porta la lettura della [[Divina Commedia]] davanti ad un pubblico di oltre centomila persone, in occasione del primo anniversario della [[strage di Bologna|strage della stazione]]. Terza edizione del Pinocchio al Teatro Verdi di Pisa. Nell'estate del 1982 a Forte dei Marmi scrive ''[[Sono apparso alla Madonna]]'', titolo che gli viene suggerito dall'inconsapevole [[Ruggero Orlando]],
Nel 1988 Carmelo Bene viene nominato clamorosamente direttore artistico della sezione teatro della [[Esposizione internazionale d'arte di Venezia|Biennale di Venezia]], suscitando non poche polemiche. La vicenda finì poi per degenerare in querele e contro-querele, ricorsi, per un'intricata faccenda di competenze e responsabilità, e addirittura di appropriazione indebita di opere d'arte. Il 12 gennaio 1989 vede la seconda edizione della ''[[La cena delle beffe (Carmelo Bene)|Cena delle beffe]], in collaborazione con David Zed,''
Alla fine del dicembre del 1990 Carmelo Bene è a Mosca per insistenza e intraprendenza di un suo grande ammiratore, [[Valerj Shadrin]]<ref>[[Valerij Šadrin]] era presidente dell{{'}}''Unione artisti sovietici'' ed ex ministro della cultura con [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]]. - [[Vita di Carmelo Bene|Vita di C.B.]]'', op. cit., sect. XIV, UNO ZAR A MOSCA, pag. 378''</ref>, realizzando un successo strepitoso. Al suo seguito troviamo, tra gli altri, [[Camille Dumoulié]], [[Jean-Paul Manganaro]], Gian Ruggero Manzoni ed Edoardo Fadini. Questa sua collaborazione e "ricerca teatrale" in terra russa durerà circa tre anni, suscitando, a dire di Bene, non pochi clamori e ostilità nell'ambito dell'[[Ente Teatrale Italiano|E.T.I.]]<ref>Nella sua ''[[Vita di Carmelo Bene|autobiografia]]'' leggiamo che la tournée di Bene in Russia venne mal tollerata dall'allora direttore dell'[[Ente Teatrale Italiano|E.T.I]], [[Bruno D'Alessandro]], e in seguito rinfacciata da [[Carmelo Rocca]] che gli avrebbe, secondo quanto dichiara Bene al [[Maurizio Costanzo Show|MCS]] del 1994, minacciato ritorsioni contro.</ref> Nel febbraio del 1992 Carmelo Bene spende 200 milioni di lire per far pubblicare<ref>Nella sua apparizione al [[Maurizio Costanzo Show|MCS]] del 1994, Bene però afferma, riguardo a queste inserzioni, che fu la sua Produzione e non lui a pubblicarle.</ref> e reiterare delle inserzioni pubblicitarie o propagandistiche sul "Messaggero" e la "Repubblica" che in definitiva si dimostreranno essere ''tout court'' potenti armi scagliate soprattutto contro il "Ministero dello spettacolo" e il ''Teatro Stabile''. Questo evento clamoroso fu infatti avvertito come una calunnia e un danno da parte degli interessati addetti ai lavori, tanto che seguiranno poi querele, con richiesta di risarcimento di due miliardi di lire, da parte del ''Teatro di Roma'', rivolte contro i quotidiani anzidetti e contro lo stesso Bene. Ecco l'incipit di uno stralcio estratto da quelle fatidiche inserzioni.
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{{Citazione|Non è solo l'amico che manca, ma quella voce, chissà dov'è andata, quella voce che ci dava calma e forza, quella voce che dà la nostalgia di tutto ciò che abbiamo perduto senza avere mai avuto.<ref>{{cita web|autore=Giancarlo Dotto|url=http://www.immemorialecarmelobene.it/images/giancarlodotto.pdf|titolo=L'ultimo spettacolo la cura maniacale dei dettagli. Il buio. Le urla. Le invocazioni. Il brusio delle donne. Ritratto di un genio che ha messo in scena la sua morte|formato=PDF|accesso=22 ottobre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120111130959/http://www.immemorialecarmelobene.it/images/giancarlodotto.pdf|urlmorto=sì}}</ref>}}
Per espressa sua volontà il suo corpo fu cremato e il suo funerale non reso pubblico. La lapide riporta solo il suo nome e cognome e le date
Come se non bastasse, alla successiva tumulazione ''ufficiale'' delle ceneri nel cimitero di Otranto è seguita una serie di contrasti sulla loro definitiva e giusta sistemazione, che vedono come protagonisti contrapposti la moglie [[Raffaella Baracchi]] e la sorella Maria Luisa insieme a Luisa Viglietti, entrambe assenti al funerale ''ufficiale'', data la loro esplicita disapprovazione. La sorella in particolare lo ha commemorato (senza la presenza dell'urna) nel camposanto di [[Vitigliano]] ([[Santa Cesarea Terme]]), laddove riposano le ceneri della madre Amelia<ref>{{cita news| titolo=Contrasti tra i familiari. Due cerimonie funebri per Carmelo Bene con una coda polemica| url=http://edicola.unionesarda.it/print.aspx?Id=653075&ty=a| data=25 marzo 2002| mese=marzo| anno=2002| accesso=9 ottobre 2010| pubblicazione=L'Unione Sarda.it| urlmorto=sì}}</ref>. Ad oggi la fondazione L{{'}}''[[Immemoriale di Carmelo Bene]]'' risulta impedita nel dare avvio alle attività prefissate, stagnazione dovuta più che altro alla battaglia legale non ancora conclusa fra le parti in causa: [[Raffaella Baracchi]], Luisa Viglietti e Maria Luisa Bene<ref name=Russo>{{Cita pubblicazione |autore = Paolo Russo |url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/14/carmelo-bene-giallo-sei-anni-dalla-morte.html |titolo = Carmelo Bene, giallo a sei anni dalla morte |pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] |giorno = 14 |mese = gennaio |anno = 2009 |p=11 |accesso = 20 ottobre 2010}}</ref>.
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Carmelo Bene è contro il teatro di testo, per un teatro da lui definito "scrittura di scena"<ref>La spiegazione di cosa sia la scrittura di scena è stata ampiamente spiegata in modo abbastanza esaustivo, sia da Carmelo Bene che da studiosi... Una fonte tra le altre è per esempio, la chiarissima spiegazione fornita da Carmelo Bene a ''Mixer Cultura''</ref>, un teatro del dire e non del detto. Fare "teatro del già detto" sarebbe un ripetere a memoria le parole di altri senza creatività, quello che [[Antonin Artaud|Artaud]] definiva un "teatro di invertiti, droghieri, imbecilli, finocchi: in una parola di Occidentali". È l'attore, con la scrittura di scena, a fare teatro ''hic et nunc''. Il testo viene considerato come "spazzatura", perché lo spettacolo va visto nella sua totalità. Il testo ha il medesimo valore di altri elementi come le luci, le musiche, le quinte. Il teatro di testo, di immedesimazione, viene definito da Bene come un teatro cabarettistico. Gli attori che si calano in dei ruoli, che interpretano, sono per lui degli intrattenitori, degli imbonitori, dei "trovarobe". Nel suo teatro, l'attore è l'Artefice. Il testo non viene più messo in risalto come nel teatro di testo, viene anzi martoriato, continuando un discorso iniziato da [[Antonin Artaud|Artaud]], che già aveva iniziato la distruzione del linguaggio, ma che per Bene fallì sulle scene, perché cadde nella interpretazione<ref name="interprete" />.
Bene distrugge l'Io sulla scena, l'immedesimazione in un ruolo<ref>Carmelo Bene realizzò una propria interpretazione di [[Amleto]] in cui recitava le parti più importanti privandole del rilievo meritato. Il monologo "Essere o non essere" era affidato ad un altro attore, che gli faceva da alter ego. Nelle diverse edizioni dei suoi ''Amleti'' (''[[Un Amleto di meno]]'', ''Hamlet Suite'', ''[[Hommelette for Hamlet]]'', ...), Carmelo Bene, non solo si priva del ''monologo'' dell'"essere o non essere", ma si discosta da tutte quelle parti significative (corroborate dalla tradizione recitativa teatrale) del ''testo a monte''; si svincola dal ''suo
=== Influenze sull'opera beniana ===
Sarebbe fuorviante parlare di "influenza" ''tout court'' sull'opera beniana, considerata l'impossibilità di trovare raffronti e/o filiazioni storico-geografiche, e come scrive [[Piergiorgio Giacchè]], "chi conosce Bene e il suo teatro, sa che la sua ''singolarità'' è assoluta".<ref>Piergiorgio Giacché, ''Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale'', op. cit., tav. XV.</ref> Bisogna considerare inoltre il fatto che già dagli esordi Bene si è dichiarato una volta per tutte "allievo di sé stesso".<ref>Gilles Deleuze scrive: «Si potrebbe dire che Bene non è il primo a fare un teatro della non-rappresentazione. Si possono citare a caso Artaud, Bob Wilson, Grotowski, il Living [...] Ma non crediamo alle utilità delle filiazioni. Le alleanze sono più importanti delle filiazioni e Bene ha alleanze estremamente diverse con essi tutti. Appartiene a un movimento che agita profondamente il teatro di oggi. Ma appartiene a un movimento solo per quanto egli stesso inventa, non inversamente». (da ''Un manifesto di meno'', in [[Sovrapposizioni]], op. cit. pag. 89).</ref>
Stabilita questa ''unicità'' e dando al termine "influenza" un valore puramente indicativo e convenzionale, possiamo allora dire che tra le non poche "influenze", più o meno decisive, riscontrabili nella sua opera, si possono citare: [[Dante Alighieri]], [[Giacomo Leopardi]], [[Marchese de Sade]], [[Gabriele D'Annunzio]], [[Dino Campana]], [[Tommaso Landolfi]], [[Antonio Pizzuto]], [[Elsa Morante]], [[Emilio Villa]], [[Oscar Wilde]], [[James Joyce]], [[Thomas Eliot]], [[Yukio Mishima]], [[Ezra Pound]],
Fuori dal campo dell'arte e della filosofia, hanno contribuito alla sua formazione (oltre alla famiglia e all'ambiente nativo salentino naturalmente), le influenze sospese tra una probabile storia e l'immaginario come [[Giuseppe da Copertino|San Giuseppe da Copertino]], [[Lorenzaccio]], la non-storia dei Santi.<ref>Piergiorgio Giacché precisa che: « [...] troppo importanti sono, per la ''sua'' arte, i fondamenti e i riscontri che gli offrono via via le vite e le opere di santi, poeti, filosofi, scrittori, pittori, musicisti... Un elenco sarebbe troppo incompleto e una loro gerarchia risulterebbe inammissibile, giacché non si tratta di cogliere qua e là contributi o di saccheggiare citazioni: per Bene "la cultura deve essere l'aria (non un'aria o l'area)" [...] E se si sceglie di abitare nell'''aria'', non può che essere una necessaria e necessitante libertà d'associazione ciò che ci guida in una ricerca che è pur sempre alla fin fine di "poesia". Su tutto il ''resto'', che è appunto soltanto "teatro", Carmelo Bene si lascia andare piuttosto a un eccessivo ed eccedente libertinaggio». (''Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale'', op. cit., pagg. 59-60)</ref> Decisive furono inoltre le esperienze delle migliaia di messe servite, dove l'infante Carmelo incominciò quasi inconsapevole ad avere a che fare con "il teatro come incomprensibilità e come incomprensione tra officianti e spettatori"<ref>{{Cita|Bene e Dotto|p. 25}}.</ref>. Altra esperienza indimenticabile fu il mesetto, poi ridotto a due settimane, di permanenza in manicomio dove incominciò a rendersi conto del "linguaggio istituzionale normale" e quello "'scombinato o impeccabile" dei ''pazzi'', delle vere "macchine demolitrici"<ref>{{Cita|Bene e Dotto|pp. 102-111}}.</ref>.
== Il ''Grande Teatro'' o
Il linguaggio e la terminologia usati per spiegare il suo modo di concepire e "dis-fare" il teatro sono unici e inequivocabili, mai tentati prima, perciò Carmelo Bene si sente sempre necessitato a precisare, dicendo che
{{Citazione|... un non-luogo soprattutto; quindi è al riparo da qualsivoglia storia. È intestimoniabile. Cioè, lo spettatore per quanto Martire, testimone, nell'etimo [da ''martyr''], per quanti sforzi possa compiere lo spettatore, dovrebbe non poter mai raccontare ciò che ha udito, ciò da cui è stato posseduto nel suo abbandono a teatro.<ref>Video, ''[https://www.youtube.com/watch?v=Pkh6hd5vkm8 La macchina attoriale]'', a cura di Pietro Ruspoli & Tonino del Colle.</ref>}}
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{{Citazione|... lettura intanto, come nella poesia, nella concertistica,... (Io) ho bisogno sempre [...] di leggere, di essere detto, non di riferire la cosa... [...] non per ricordare, o nella presunzione che lo scritto corrisponda all'orale. [...] Lo faccio per dimenticare. La lettura come oblio. La lettura paradossalmente come non ricordo<ref>"È proprio per essere nell'oblio, che bisogna leggere! Perché se questo occupa anche un dieci per cento della memoria, della memoria d'attore, il gioco è finito". (''Un dio assente'', op. cit., pag. 87)</ref>.}}
Nel seminario del 1984 Carmelo Bene spiega molto chiaramente il perché di una "lettura come non ricordo": il grande attore o la macchina attoriale è obbligata a stornare l'attenzione dal ricordo onde controllare quella che in musica viene detta ''fascia'' (che comprende timbri e toni), laddove è racchiuso tutto il "delirio [della voce], della concentrazione", dal cui limite non si può uscire. "Questa è la ragione fondamentale perché", nonostante C.B. conosca "a memoria Leopardi come pochi", è costretto a leggere onde "controllare questa fascia e al tempo stesso verificare "l'idiosincrasia" tra quanto si sta leggendo e quanto sta divenendo di lui.<ref name="seminario 1984" /> Stornare completamente l'attenzione dalla "cadaverina mnemonica" è ''[[
{{Citazione|I foniatri spiegherebbero benissimo l'immane fatica che bisogna fare a tirare una nota alta, mettiamo un SI, e poi scendere, scalare d'ottava, quindi andare due tonalità sotto, una sopra, senza uscire da questa ''fascia'' [...] Le corde vocali giocano nel palato... viene un gran mal di testa dopo un po'... e bisogna stare molto attenti perché si perde la voce con nulla.<ref name="seminario 1984" />}}
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=== Atto e azione, kronos e aion ===
L'altro pilastro su cui si basa il tipico modo di ''dis-fare'' il teatro di Bene è quello dell'impossibilità di una qualunque azione di
Mentre con attore s'intende per solito colui che fa avanzare l'azione, porgendo la voce al personaggio, io mi muovo in senso contrario. Vado verso l{{'}}''atto'', e cioè l'instaurazione del vuoto. Questo è il senso della sovranità o super-umanità attoriale. Ma per far questo si deve decostruire il linguaggio, spostando l'accento dai significati ai significanti che, come dice Lacan, sono stupidi, sono il sorriso dell'angelo. Occorre arrivare all'inconscio, a quanto non si sa, all'oblio di sé". (''Un dio assente'', op. cit., pag. 124)</ref>. Anche in questo caso abbiamo a che fare con
=== L'osceno, il porno, l'eros ===
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=== Il femminile e l'avvento della donna a teatro ===
In età elisabettiana i
Spesso Carmelo Bene è stato accusato dalle femministe di maltrattare le donne a teatro<ref name="sessismo">Onde risolvere l'equivoco, Gilles Deleuze spiega: «È strano a tal proposito che alcune donne in collera, e anche alcuni critici, abbiano potuto rimproverare a Bene la sua messa in scena del corpo femminile, accusandolo di sessismo o di fallocrazia. La donna-oggetto di S.A.D.E., la ragazza nuda, passa attraverso tutte le metamorfosi che il padrone sadico le impone, trasformandola in una serie successiva di oggetti usuali; ma appunto, attraversa queste metamorfosi, senza mai assumere pose avvilenti». (''Un manifesto di meno'', in ''Sovrapposizioni'', op. cit., pag. 101)</ref>, alle quali ribatte fornendo l'esempio dell'[[Otello (Carmelo Bene)|Otello]] che è il
=== Il degenere ===
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Durante gli ultimi anni della sua vita, Bene prese parte a numerosi programmi televisivi, che lo resero noto anche al pubblico generalista che non conosceva la sua produzione teatrale e cinematografica. Tra queste le più note sono quelle al [[Maurizio Costanzo Show]] nel 1994 e 1995, quest'ultima motivata dalla pubblicazione delle sue opere nella collana [[Classici Bompiani]]. A tal proposito partecipò, sempre nel 1995, a una puntata di [[Tappeto volante (programma televisivo)|Tappeto Volante]], durante la quale, in linea con il suo tipico modo di fare, si prese gioco del giornalista [[Roberto Cotroneo]], per aver scritto un articolo in cui lo attaccava.
Celebri furono i suoi contributi per tutte e otto le puntate del programma Sushi, andato in onda su [[MTV (Italia)|MTV]] nel 1999, al termine di ciascuna delle quali veniva mandato in onda un suo breve monologo (3-5 minuti) sul tema che era stato trattato nel corso della trasmissione. In particolare i temi degli episodi furono: Cultura, Lavoro, Fede, Tempo, Identità, Morte, Sentimento. Questo programma contribuì a far conoscere
== Il rapporto con la critica ==
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== Teatro ==
Dove non altrimenti specificato, autore, regista e interprete<ref name="interprete" /> è Carmelo Bene.
=== Gli esordi: il rifiuto delle Accademie e il Teatro Laboratorio ===
* N/D, ''Il vento, la luce, il silenzio.'' Carmelo Bene.
* 1959, ''[[Caligola (Carmelo Bene)|Caligola]]'', di [[Albert Camus]]. Versione italiana di [[Alberto Ruggiero]] e Carmelo Bene. Regia di Alberto Ruggiero. Con Antonio Salines, Flavia Milanta (La Spezia 1934 - Perugia 2010). Scene e costumi di Titus Vossberg. Roma, Teatro delle Arti
* 1960, ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij]]'', da [[Vladimir Vladimirovič Majakovskij|Majakovskij]], [[Alexander Blok|Blok]], [[Sergej Aleksandrovič Esenin|Esenin]] e [[Boris Leonidovič Pasternak|Pasternak]]. Musiche dal vivo: [[Sylvano Bussotti]]. Bologna, Teatro alla Ribalta
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* ''[[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]]'' (II edizione). Regia di Carmelo Bene. Scene di Gino Marotta. Interpreti: Carmelo Bene, Luciana Cante, [[Lydia Mancinelli]]. Bologna, Teatro Eleonora Duse, 7 aprile [[1972]]
* ''[[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]]''. Regia di Carmelo Bene. Scena di Gino Marotta. Interpreti: Carmelo Bene, [[Lydia Mancinelli]], Imelde Marani, Isabella Russo, Alfiero Vincenti, Bruno Baratti, Franco Lombardo, Gerardo Scala, Roma, Teatro delle Arti, 10 ottobre [[1972|1973]]
* ''[[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]]''. Regia di Carmelo Bene. Scena di Gino Marotta. Interpreti: Carmelo Bene, [[Lydia Mancinelli]], Simona Ranieri, Isabella Russo, Alfiero Vincenti, Bruno Baratti, Giuliana Salandra, Luca Temata, Macerata, Teatro Stabile dell'Aquila, Teatro Comunale L. Rossi, 28 Aprile [[1972|1974]]
* ''[[La cena delle beffe (Carmelo Bene)|La cena delle beffe]]'' da [[Sem Benelli]]. Adattamento, regia, scene e costumi di Carmelo Bene. Musiche di Vittorio Gelmetti. Interpreti: Carmelo Bene e [[Luigi Proietti|Gigi Proietti]], Aleiardo Barrera, Roberto Caporali, Carla Cassola, Carlo Colombo, Alessandro Haber, Roberto Lattanzio, Franco Leo, [[Lydia Mancinelli]], Fedele Massimo, Carlo Monni, Stefania Nelli, Simona Ranieri, Isabella Russo. Firenze, Teatro La Pergola, 11 gennaio [[1974]]
* ''[[S.A.D.E.|S.A.D.E. ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della Gendarmeria salentina]]'' di Carmelo Bene. Regia di Carmelo Bene. Scene e costumi di Giancarlo Bignardi. Musiche di Sante Maria Romitelli. Direttore d’orchestra: Luigi Zito. Interpreti: Carmelo Bene, Luciana Cante, Giuseppe Castronuovo, [[Cosimo Cinieri]], Franco Cosolito, Francesco De Rosa, Massimo Fedele, Walter Francesconi, Vincenzo Iadicicco, [[Lydia Mancinelli]], Stefania Nelli, Isabella Russo, Giorgio Tieghi, [[Alfiero Vincenti]], Vladimiro Waiman. Milano, Teatro Manzoni, 3 ottobre [[1974]]
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* ''[[Lorenzaccio]] al di là di [[Alfred De Musset]] e [[Benedetto Varchi]]'' di Carmelo Bene. Regia di Carmelo Bene. Interpreti: Carmelo Bene, Mauro Contini, George Isaac. Firenze, Ridotto del Teatro Comunale, 4 novembre [[1986]]
* ''[[Canti (Carmelo Bene)|Canti]]'' di [[Giacomo Leopardi]]. Con Carmelo Bene. Recanati, Piazza Leopardi, 12 settembre [[1987]]
* '' [[Hommelette for Hamlet|
* ''[[La cena delle beffe (Carmelo Bene)|La cena delle beffe]]'' da Sem Benelli (II edizione). Adattamento e regia, scene e costumi di Carmelo Bene. Musiche di scena di Lorenzo Ferrero. Interpreti: Carmelo Bene, David Zed, [[Raffaella Baracchi]], Achille Brugnini, Stefania De Santis, Davide Riboli. Voce di Ginevra: [[Susanna Javicoli]]. Perugia, Teatro Morlacchi, 3 dicembre [[1988]]
* ''[[Pentesilea (Carmelo Bene)|Pentesilea la macchina attoriale - attorialità della macchina]] da Kleist, Omero e Post-Omerica nella versione di Carmelo Bene''. Momento nº 1 del progetto-ricerca "Achilleide". Interpreti: Carmelo Bene, Anna Perino. Elaborazioni musicali elettroniche di Carmelo Bene. Milano, Cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco, 26 luglio [[1989]]
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* ''[[La voce di Narciso]]'' (Contiene interventi di S. Colomba, [[Maurizio Grande|M. Grande]], A. Signorini), Il Saggiatore, Milano 1982.
* ''[[Sono apparso alla Madonna|Sono apparso alla Madonna. Vie d'(h)eros(es)]]'', Longanesi, Milano 1983.
* ''[[Adelchi (Carmelo Bene)|L'Adelchi o della volgarità del politico]]'' (Con [[Giuseppe Di Leva|G. Di Leva]]), Longanesi, Milano, 1984.
* ''[[Lorenzaccio]]'' (Contiene lo studio di [[Maurizio Grande|M. Grande]], La grandiosità del vano), [[Nostra Signora Editrice]], Roma 1986.
* ''La ricerca teatrale nella rappresentazione di Stato (o dello spettacolo fantasma prima e dopo C.B.)'', in AA. VV., La ricerca impossibile. Biennale Teatro '89 (Contiene saggi di [[Umberto Artioli|U. Artioli]], C. Dumoulié, E. Ladini, [[Maurizio Grande|M. Grande]], [[Jean-Paul Manganaro|J-P. Manganaro]], A. Scala), Marsilio, Venezia 1990.
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* ''[[Pentesilea (Carmelo Bene)|Vulnerabile invulnerabilità e necrofilia in Achille. Poesia orale su scritto incidentato. Versioni da Stazio Omero Kleist]]'', Nostra Signora Editrice, Roma, 1993.
* ''Lorenzaccio e Il teatro di Bene e la pittura di Bacon'' (Edizione fuori commercio per gli abbonati di Linea d'ombra, allegato al n. 78 del gennaio 1993), Milano - Roma, Linea d'ombra - Nostra signora, 1993
* ''[[Opere (Carmelo Bene)|Opere, con l'Autografia d'un ritratto]]'', Bompiani, Milano 1995. (contiene l'opera omnia di Bene, selezionata e revisionata dall'autore, più un'antologia critica).
* ''Nulla patria in profeta'', in AA. VV., L'immemoriale (Con scritti di [[Gilles Deleuze|G. Deleuze]], [[Goffredo Fofi|G. Fofi]], P. Giacc<!--nobot-->hè, N. Savarese, F. Taviani, Argo, Lecco), 1995.
* ''[[Discorso su due piedi|Discorso su due piedi (il calcio)]]'' (Con [[Enrico Ghezzi|E. Ghezzi]]), Bompiani, Milano 1998.
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* 1981
** ''Carmelo Bene - [[Lectura Dantis (Carmelo Bene)|Lectura Dantis]]''; voce recitante C.B.; musiche introduttive di S. Sciarrino; musicista solista D. Bellugi (flauto); produzione R. Maenza; registrazione live Bologna, Torre degli Asinelli, 31 luglio.- CGD.
** ''Carmelo Bene in Pinocchio'' (storia di un burattino da Collodi); nel centenario della nascita di Pinocchio; regia, elaborazione testi e voce principale C.B.; musiche di G. Giani Luporini; la Fatina L. Mancinelli; tecnici della registrazione: G. Burroni, M. Contini, B. Bucciarelli; Mixer L. Torani; produzione a cura di R. Maenza; registrazione effettuata a [[Forte dei Marmi]] - CGD.
* 1984 ''Carmelo Bene – “L'Adelchi di Alessandro Manzoni”''; uno studio di Carmelo Bene e Giuseppe Di Leva; musiche di G. Giani Luporini, orchestra sinfonica e coro di Milano della Rai; Direttore E: Collina, maestro del coro M. Balderi; voce principale C.B.; Ermengarda: A. Perino; percussioni A. Striano; registrato in occasione delle recite al Teatro lirico di Milano febbraio – marzo 1984; produzione a cura di A, Pischedda; regia del mixaggio C.B.; tecnici del suono L. Cavallarin, G. Jametti; Fonit-Cetra.
* 1994 ''Carmelo Bene in Hamlet suite – spettacolo-concerto''; collage di testi e musiche di C.B.; interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.; Kate-Ofelia: M. Chiarabelli, P. Boschi; mixer P. Lovat; assistente L. Viglietti; produzione a cura di M. Bavera; registrato al Teatro Morlacchi di Perugia il 25 novembre 1994, Nostra Signora S.r.l.
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* ''Quattro seminari straordinari di Carmelo Bene'', Palazzo delle Esposizioni, Roma, 12-15 dicembre 1990.
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;[[Premio Ubu]] ▼
:Stagione 1977/1978: Migliore attore protagonista, migliori costumi per ''Riccardo III''▼
:Stagione 1978/1979: Miglior spettacolo, migliore regia, migliore attore protagonista, migliore scenografia per ''Otello''▼
:Stagione 1994/1995: Premio speciale▼
**[[Nastri d'argento 1970|1970]] – Candidatura al [[Nastro d'argento al migliore attore protagonista|miglior attore protagonista]] per ''[[Nostra Signora dei Turchi]]''
▲;[[Festival di Cannes]]
▲:[[Festival di Cannes 1973|1973]] - Candidatura [[Palma d'oro]] per ''[[Un Amleto di meno]]''
▲;[[Mostra internazionale d'arte cinematografica]]
▲:[[29ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|1968]] - [[Leone d'argento - Gran premio della giuria|Gran premio della giuria]] per ''[[Nostra Signora dei Turchi]]''
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▲;[[Nastro d'argento]]
== Omaggi ==
* Il singolo dei [[Negramaro]] ''Io non lascio traccia'' è dedicato proprio a Carmelo Bene.
* Una parodia di Carmelo Bene è stata rappresentata da [[Emilio Solfrizzi]] durante la produzione televisiva Tele Durazzo e ''[[Il Polpo]]'' (1993), con lo pseudonimo di Carmelo Meglio.
* Una successiva parodia è stata portata in scena da [[Maurizio Crozza]] a [[Mai dire gol]] (1999-2000).
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* {{Cita libro|autore=Carmelo Bene|autore2=Giancarlo Dotto|titolo=[[Vita di Carmelo Bene]]|editore=Bompiani|anno=1998|isbn=9788845233500|cid=Bene e Dotto}}
* {{Cita libro|autore=Tonino Conte|titolo=L'amato bene|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2002|isbn=8806161164}}
* {{Cita libro|autore-capitolo=[[Lietta Tornabuoni]]|autore-capitolo2=[[Oreste Del Buono]]|autore-capitolo3=[[Ennio Flaiano]]|capitolo=Carmelo Bene|autore=AA.VV.|titolo=Gli scandalosi. Santi, furfanti, geni, provocatori del nostro tempo|anno=2002|editore=
* {{Cita libro|autore=Antonio Attisani|autore2=Marco Dotti|titolo=Bene crudele. Cattivario di Carmelo Bene|editore=
* {{Cita libro|autore=Giuliana Rossi|wkautore=Giuliana Rossi|titolo=I miei anni con Carmelo Bene|editore=Meridiana|città=Firenze|anno=2005|isbn=8887478791}}
* {{Cita libro|autore=Cosetta G. Saba|titolo=Carmelo Bene|collana=[[Il Castoro Cinema]]|editore=
* {{Cita libro|autore=Umberto Artioli|titolo=Carmelo Bene. Un dio assente. Monologo a due voci sul teatro|editore=Medusa|città=Milano|anno=2006|isbn=8876980512}}
* {{Cita libro|curatore=Bruno Di Marino|curatore2=Marco Meneguzzo|curatore3=Andrea La Porta|titolo=Lo sguardo espanso. Cinema d'artista italiano 1912-2012|editore=Silvana Editoriale|anno=2012|isbn=9788836625468}}
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[[Categoria:Attori radiofonici italiani]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Ubu]]
[[Categoria:Studenti della Sapienza - Università di Roma]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine delle arti e delle lettere]]
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