Origini del cristianesimo: differenze tra le versioni
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[[File:Comodilla Catacomb Iesus 4th century.JPG|thumb|upright=1.3|Pittura murale raffigurante Gesù ([[catacomba di Commodilla]] a Roma, fine [[IV secolo]]-inizi del [[V secolo|V]])]]
Le '''origini del cristianesimo''' vanno individuate nella predicazione e negli atti di [[Gesù]], che agli occhi dei suoi seguaci e dei suoi discepoli, rappresentò la realizzazione delle aspettative [[messia]]niche presenti nella tradizione del pensiero e degli scritti sacri della civiltà [[Ebrei|ebraica]], che però, più in generale e in conformità all'istanza nazionalistica, sperava anche in una liberazione politica dalla dominazione romana.
== Contesto storico ==
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== Le due anime del cristianesimo delle origini: ''ecclesia ex circumcisione'' ed ''ex gentibus'' ==
{{vedi anche|Dottrine cristologiche dei primi secoli}}
{{quote biblico|Non andrete sulla via dei gentili e non entrerete nella città dei Samaritani, ma andrete piuttosto dalle pecore della casa di Israele|Mt|10,5}}
[[File:Apsis mosaic, Santa Pudenziana, Rome W6.JPG|thumb|upright=1.6|[[Basilica di Santa Pudenziana]] (fine del [[IV secolo]]): ai lati del Cristo, posto al centro, stanno i cristiani ''ex gentibus'' (Paolo, a sinistra) e quelli ''ex circumcisione'' (Pietro, a destra)]]
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Tramite le scarne notizie di [[Egesippo]] ([[II secolo]]) e di [[Sofronio Eusebio Girolamo|Girolamo]] sembra potersi desumere che il giudeo-cristianesimo si sia diffuso oltre i confini della Palestina ed anche in Siria.
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I tre termini soprarazionali irriducibili del pensiero cristiano sono: la ''creazione del mondo'' dal nulla per un atto libero della volontà divina; l{{'}}''Incarnazione divina'' in cui il corporeo assunto dal Figlio di Dio nell'unità della propria persona restaura la creazione violata dal peccato dell'uomo; la ''resurrezione dei corpi'' che chiude il ciclo della storia divina cominciato con l'atto creativo e culminata con l'incarnazione del [[Verbo (cristianesimo)|Verbo]]. L'uomo è quindi rivalutato, è divinizzato una volta saldata la lacerazione fra Divino e umano per opera dell'incarnazione; perciò la dignità della persona è centro del messaggio cristiano insieme con l'incarnazione di Cristo e da essa inseparabile.<ref>{{cita|Faggin 1983|pp. 181-}}.</ref>
Quanto al Male, esso assume un significato [[etico]] dato che non costituisce più col Bene un insanabile [[dualismo]] [[ontologico]]<ref group=Nota>Esempi di dualismo ontologico sono quelli delle antiche religioni iraniche ([[Zoroastrismo]], [[Zervanismo]], [[Mandeismo]]), del [[Manicheismo]] e dello [[Gnosticismo]].</ref> e non è nemmeno — come pensavano i [[Socrate|socratici]] intellettualisti — un venir meno dell'intelligenza, un atto di pura ignoranza, ma è un atto di ribellione della volontà che sovverte l'ordine [[cosmo|cosmico]] nei cieli (ribellione di [[Lucifero]]) e nella terra ([[peccato originale]] di [[Adamo]]).<ref>{{cita|Faggin 1983|pp. 182-184}}.</ref> Il messaggio cristiano è riportato nei testi del ''[[Nuovo Testamento]]''. Il Cristo storico dei ''[[Vangeli]]''<ref group=Nota>"Vangelo" significa "buona novella", dal greco cristiano "evangèlion" che è dal greco classico ἐὖ (bene) e άγγελος (messaggero). Nel Vangelo secondo Matteo il ''[[Discorso della montagna]]'' con le Beatitudini rappresenta un cardine della fede cristiana ed un capovolgimento di valori rispetto alla mentalità del mondo.</ref> di ''[[Vangelo di Marco|Marco]]'', ''[[Vangelo di Luca|Luca]]'' e ''[[Vangelo di Matteo|Matteo]]'' assume significati dogmatico-dottrinali più rigorosi e si trasforma nel Cristo [[mistico]] nel ''[[Vangelo di Giovanni]]'' e nella predicazione di [[San Paolo]]. In quest'ultimo la [[teologia]] si fa decisamente cristocentrica, l'opera della redenzione s'inserisce nella storia illuminandone il senso universale ed il messaggio cristiano assume una formulazione dottrinale destinata ad esercitare un influsso notevolissimo sugli sviluppi del pensiero ecclesiastico.<ref>{{cita|Faggin 1983|p. 186}}.</ref> Con [[Adamo]] comincia il regno della morte e della colpa per cui l'umanità si allontana da Dio e la legge mosaica non riesce, con i suoi precetti, a infondere alla coscienza una forza morale che la salvi (''[[Lettera ai Romani]]'', 7, 7 sgg.). Cristo, antitesi di Adamo, instaura il regno della vita e della grazia: Egli è l'unico mediatore fra Dio e gli uomini, con lui tutti moriamo al peccato e rinasciamo alla vita eterna (''[[Lettera agli Ebrei]]'' 4, 14; 5, 5, ''[[Prima lettera a Timoteo]]'', 2, 5); del Suo corpo noi partecipiamo formando un'unità divina (''[[Prima lettera ai Corinzi]]'', 10, 17) e di questo corpo mistico lo Spirito è l'anima vivificante, nella quale l'uomo, riscattato dalla tirannia della legge, ritrova la sua libertà interiore: "dove è lo Spirito del Signore ivi è la libertà" (''[[Seconda lettera ai Corinzi]]'', 3, 17). E nel prologo del ''Vangelo di Giovanni'' Gesù Cristo è il Verbo incarnato; Egli è la Vita, la Luce e l'Amore: " In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta." (I, 1-5).<ref name="Faggin186-188">{{cita|Faggin 1983|pp. 186-188}}.</ref> A differenza dei tre [[sinottici]] in cui prevale lo stile parabolico<ref group=Nota>La parabola (παραβολή) è un racconto con cui viene espresso un insegnamento morale o religioso utilizzando [[allegorie]], comparazioni, similitudini. I Vangeli ci testimoniano che Gesù Cristo utilizzava la parabola frequentemente nella sua predicazione che aveva un carattere parenetico, cioè di esortazione, di ammonizione. La parenèsi sarà poi un aspetto essenziale anche delle [[Lettere di Paolo|epistole di San Paolo]].</ref>, nel ''Vangelo di Giovanni'' emerge in primo piano il mistero salvifico di Cristo. Già nel prologo Giovanni affronta la questione della divinità di Cristo con un linguaggio teologico denso di influssi [[platonici]]. Cristo è il ''Lògos'' (Verbo) incarnato: il significato della presenza del divino nella storia umana è chiaro, come già ricordato, attraverso il costante ripetersi dei temi della Luce, della Verità e della vita.<ref>"Vangeli" in ''Letteratura'', le Garzantine, 2003, p. 1114.</ref><ref group=Nota>Il ''Lògos'' di Giovanni non è solo il supremo principio intelligibile, ma anche una persona concreta, Gesù Cristo. L'evangelista Giovanni, dunque, se ha ripreso il linguaggio dei filosofi greci
Dai Padri Apostolici, agli Apologisti, alla [[Patristica]], alla [[Scolastica (filosofia)|Scolastica]] la riflessione razionale sulla Rivelazione originaria è tutta mirata a costruire un inequivocabile, sicuro edificio dogmatico unitario e compatto. Si tratta di un'elaborazione dottrinale molto complessa e completa dal punto di vista teologico, ottenuta attraverso i vari Concili ecumenici i quali fissano le varie formule teologiche con la diretta assistenza dello Spirito Santo. E la Verità del Cristianesimo si dichiara evidentemente come super-storica.<ref>{{cita|Faggin 1983|
Il Cristianesimo è dunque fautore di una concezione volontaristica e personalistica dell'uomo ma i fatti mondani, la natura fisica, l'universo nella sua totalità sono subordinati alla sorte spirituale della persona e al problema della sua salvezza.
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== Voci correlate ==
* [[Arte paleocristiana]]▼
* [[Bibliografia sulla storia del cristianesimo]]
* [[Cristianesimo e mitraismo]]
* [[Dottrine cristologiche dei primi secoli]]
* [[Età Apostolica]]
* [[Gesù nel cristianesimo]]
* [[Storicità di Gesù]]
▲* [[Arte paleocristiana]]
* [[Storia del cristianesimo]]
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