Frank Capra: differenze tra le versioni

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|Immagine = Frank Capra.JPG
|Didascalia = Frank Capra
|Didascalia2 = {{Premio|Oscar|al miglior film|1935|x}}<br>{{Premio|Oscar|al miglior regista|1935|x}}<br>{{Premio|Oscar|al miglior regista|1937|x}}<br>{{Premio|Oscar|al miglior film|1939|x}}<br>{{Premio|Oscar|al miglior regista|1939|x}}
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È stato uno dei registi più importanti dell'epoca d'oro di [[Hollywood]], fra gli [[Anni 1930|anni trenta]] e gli [[Anni 1940|anni quaranta]], autore di alcuni film memorabili, commedie e apologhi morali, caratterizzati da tanto ottimismo, capaci di divertire e insieme commuovere il pubblico.
 
Esempio perfetto del ''self made man'', umile emigrante diventato celebrità internazionale, «un'ispirazione per chi crede nel [[sogno americano]]» ([[John Ford]])<ref>{{cita web|url=http://www.afi.com/tvevents/laa/laa82g.aspx|titolo=American Film Institute|lingua=en|accesso=5 gennaio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070918184712/http://www.afi.com/tvevents/laa/laa82g.aspx}}</ref>, è stato il massimo cantore dell{{'}}''[[American way|american way of life]]'', ma anche un mitografo, perché con il suo cinema non ha solo interpretato e rappresentato lo spirito dei tempi, ma ha anche contribuito in maniera determinante a produrre e plasmare una mitologia sociale, un [[immaginario collettivo]] popolare<ref>{{cita|Zagarrio 1995|p. 27}}.</ref>: in questo senso, l'artista del [[XX secolo|Novecento]] a lui più vicino è [[Walt Disney]]<ref>{{cita|Zagarrio 1995|p. 93}}.</ref>.
 
Fra le sue inimitabili commedie, si ricordano in particolare l"on the road" ''[[Accadde una notte]]'' (1934), la "trilogia sociale" ''[[È arrivata la felicità (film)|È arrivata la felicità]]'' (1936), ''[[Mr. Smith va a Washington]]'' (1939), ''[[Arriva John Doe]]'' (1941), oltre a ''[[L'eterna illusione]]'' (1938), la commedia nera ''[[Arsenico e vecchi merletti]]'' (1944) e ''[[La vita è meravigliosa]]'' (1946), «favola natalizia per eccellenza»<ref>''Il Morandini - Dizionario dei film 2000'', p. 1479</ref>.
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{{Approfondimento
|titolo = Le origini italiane
|contenuto = Di radoRaramente, all'interno dellanella sua opera, figuranosi deitrovano rimandiriferimenti alla propriasua origine [[italia]]naitaliana, cheun dielemento fatto per ilche registasembra non doveva essere stato un fattore determinante per la propriasua formazione artistico-culturale, peranche cuiperché anziemigrò arrivòdall'Italia unaalla voltagiovane adetà di 5 anni, senza avere probabilmente molti ricordi del periodo. Una volta affermareaffermò: «Quando partimmo da [[Palermo]] e arrivammo nell'oceano aperto, era una cosa così meravigliosa che tutta la memoria precedente era scomparsa. Quello è il momento originario. Da lì parte la mia memoria»<ref>{{cita|Zagarrio 1995|p. 5}}.</ref>. Saranno poi soprattutto gli "italiani" di terza generazione, i protagonisti della [[New Hollywood]] degli [[Anni 1970|anni settanta]] quali [[Martin Scorsese]] e [[Francis Ford Coppola]], a riscoprire le proprie radici.
 
Negli [[Anni 1930|anni trenta]] il [[Fascismo|regime fascista]] non si fece sfuggire l'occasione d'esaltarlo come "il più grande regista italiano", uno dei maggiori successi nazionali nel mondo<ref>{{cita|Zagarrio 1995|p. 58}}.</ref>. Nel suo paesino natìo, in provincia di [[SiciliaPalermo]], Capra avrà modo di ritornare il 29 aprile del 1977, quando s'era ormai ritirato a vita privata, occasione in cui parve riconcilliarsiriconciliarsi con le sue radici, dichiarando, in un [[Lingua italiana|italiano]] stentato, alla popolazione cittadina che lo accolse festante: «Io ho lavorato sodo e ho avuto successo, ma il maggiore successo è quello vostro quando vi sentite vicini alla terra e a Dio».
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{{Citazione|Fra tanti film che ha fatto, la storia più bella è quella della sua vita. Piena di alti e di bassi, su e giù come le montagne russe. Una vita incredibile. Poteva succedere solo in America.|[[James Stewart]] nel 1982, alla serata in onore di Frank Capra organizzata dall'[[American Film Institute]]<ref name=Zagarrio20>{{cita|Zagarrio 1995|p. 20}}.</ref>}}
Capra nacque a [[Bisacquino]], in [[provincia di Palermo]], il 18 maggio del [[1897]], ultimogenito dei sette figli di Salvatore Capra, un fruttivendolo, e di Rosaria "Serah" Nicolosi<ref>{{cita|McBride 2011|pp. 18-19.}}.</ref>. All'età di cinque anni emigrò con la famiglia negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], stabilendosidove si stabilì nella ''West Side'' della città di [[Los Angeles]] (in [[California]]), alloraall'epoca una specie di [[ghetto]] [[Emigrazione italiana|italiano]], a detta dello stesso Capra<ref>{{cita|McBride 2011|p. 34}}.</ref>, eed oggi facente parte della locale [[Chinatown (Los Angeles)|Chinatown]] cittadina.
 
A causa delle precarie condizioni economiche in cui versava la famiglia, il futuro regista fu costretto a lavorare come "strillone" (ragazzino che, appostato agli angoli delle strade, vendeva i [[giornali]] ai passanti) per le strade del proprio quartiere sin dall'età di dieci anni;. unaUna volta diplomatosi però, anziché andare a lavorare come avrebbero voluto i genitori, scelse di continuare gli studi, riuscendo a entrare alla facoltà d'[[ingegneria chimica]] presso il ''Throop Institute'' (il futuro ''[[California Institute of Technology]]''),; mantenendosisi frattantomantenne agli studi con numerosi lavoretti presso lo stesso istituto (come svolgere il servizio di lavanderia del ''campus'', servire ai tavoli della mensa e pulire le attrezzature scientifiche), conseguendoed infine conseguì la laurea nella primavera del 1918.<ref>{{cita web|url=https://magazine.caltech.edu/post/100-years-ago-frank-capra|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110716194527/http://alumni.caltech.edu/distinguished_alumni/by_year?year=1966 |titolo=Caltech Alumni Association}}</ref>.
 
Quasi subito dopo, venne coscritto nelle file dell'[[Esercito degli Stati Uniti d'America|esercito statunitense]], nel quale ricoprì il grado di [[secondo tenente]] dopo aver superato l'addestramento del ''Reserve Officers' Training Corps (ROTC)'', ma ne venne poi congedato per motivi di salute (aveva infatti contratto l'[[influenza spagnola]]) nel 1920; nel corso di quello stesso anno però ebbe modo di conseguire la [[cittadinanza statunitense]], assumendoa seguito di cui assunse di conseguenza il nuovo nome legale di "Frank Russell Capra"<ref name="Wakeman_1987">{{cita|Wakeman 1987}}.</ref>. Al suo rientro a casa, pur avendo un titolo di studio superiore, risultava l'unico della sua famiglia a non riuscire a trovarsi un lavoro stabile; suo padre era deceduto per un incidente sul lavoro soltanto l'anno precedente al proprio congedo ede, essendogli stato poi diagnosticata un'[[appendicite]], si ritrovò inoltre, per sua somma frustrazione, costretto a letto sia per la malattia (all'epoca imperante in diversi Paesi del mondo), sia per il periodo di degenza obbligatoria per via dell'operazione<ref name="Wakeman_1987" />.
 
Ripresosi poi del tutto, decise di trasferirsi a [[San Francisco]] in cerca di offerte di lavoro migliori, ma riuscì a rimediare soltanto lavori precari e malpagati (come il bracciante a [[cottimo]], la [[Comparsa (cinema)|comparsa]], il giocatore di [[poker]] itinerante, il venditore porta a porta di libri, ecc.),. trovandosiNon costrettopotendosi pernemmeno dipermettere piùun alloggio tutto suo, si ritrovava costretto a dormire pressoin svariate pensioni e alberghetti cittadini d'infimo ordine, non potendosi permettere un alloggio tutto suo.<ref name="Wakeman_1987" /><ref>Stevens, George Jr. ''Conversations with the Great Moviemakers of Hollywood's Golden Age.'' New York: Alfred A. Knopf, 2006. {{ISBN|978-1-4000-4054-4|}}</ref>.
 
==== 1922-1926: l'apprendistato di un mestiere ====
L'incontro col [[cinema]] fu alquanto fortuito tutto sommato. Nel 1922, dopo aver compiuto limitate esperienze di aiuto-regia non accreditate presso diverse piccole produzioni locali, si propose come regista a [[Walter Montague]], produttore dei ''Fireside Studios'', dirigendo il [[cortometraggio]] ''Fultah Fisher's Boarding House''.
 
Negli anni successivi, Capra ricoprì il ruolo di tuttofare del set (''jack-of-all-trades''), svolgendo gli incarichi più disparati (impiegato in un laboratorio di sviluppo e stampa, [[montatore]], [[trovarobe]], ecc.), fino a diventare [[Sketch|battutista]], e poi [[sceneggiatore]] poi, per la serie comica di ''[[Simpatiche canaglie]]'' (''Our Gangs''), prodotta da [[Hal Roach]].
 
Cominciò la propria formazione come regista sotto [[Mack Sennett]], alla [[Keystone Pictures Studio|Keystone]], quindi lavorò alla [[First National]] con il comico [[Harry Langdon]], per il quale diresse ''[[La grande sparata]]'' (1926), la sua prima regia di un [[lungometraggio]], e ''[[Le sue ultime mutandine]]'' (1927). Si trattò di un sodalizio professionale proficuo, ma di breve durata, a causa di divergenze artistiche e ambizioni personali: Capra voleva che il personaggio interpretato da Langdon restasse, come in questi primi film, un eterno ragazzo (prototipo di quella che sarà poi la "maschera" ricorrente dei film maggiori del regista, il Mr. Deeds o Smith di turno); Langdon puntava invece a evolvere verso una comicità anarchica sul genere di [[W.C. Fields]] e, convinto di poter competere allo stesso livello dei già affermati [[Charlie Chaplin|Chaplin]] e [[Buster Keaton|Keaton]], pensava di poter fare a meno di Capra e dirigersi da solo<ref>{{cita|Brunetta 2005|p. 293}}.</ref>. In realtà, per lui l'apice della carriera era già stato raggiunto e lo attendevano solo insuccessi e declino.
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{{Approfondimento
|titolo = L'avvento del sonoro
|allineamento = sinistra
|contenuto = ''[[Il cantante di jazz (film 1927)|Il cantante di jazz]]'', uscito nelle sale nell'ottobre del 1927, segnò l'inizio di un passaggio epocale per il cinema. Una così radicale evoluzione di un mezzo espressivo dall'ancor breve storia, in casuale concomitanza con l'avvento della grande Crisi, fece molte vittime fra i protagonisti del cinema delle origini, travolti dall'inarrestabile progresso tecnologico, mentre per Frank Capra, all'epoca non ancora maturo né affermato, si rivelò una grande occasione per dimostrare le proprie capacità registiche. Così scriverà poi nella sua autobiografia: «Il sonoro non mi spaventava, soprattutto perché, paradossalmente, quello che conosci bene non ti spaventa, ma non ti può spaventare neanche quello che non conosci per niente»<ref>{{cita|Zagarrio 1995|p. 38}}.</ref>.
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Non ha aiutato il fatto che lo stesso Capra accreditasse una lettura conservatrice del suo cinema e della sua vita, recitando un ruolo volutamente naif e legittimando una visione qualunquista dei suoi film, basati sui buoni sentimenti e sulla semplicità. E non è un caso che il presidente [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|repubblicano]] [[Ronald Reagan]] citasse il discorso di ''[[È arrivata la felicità (film)|È arrivata la felicità]]'' per spiegare alla gente il suo programma economico.<ref name=Zagarrio20 />
 
Secondo altri critici l'ottimismo di Capra, a una lettura più profonda, ha invece risvolti più disincantati e amari.<ref>{{cita|Campari 1983|}}.</ref><ref>{{cita|Zagarrio 1995|}}.</ref> A ben guardare i suoi ''happy-ending'' hanno sempre una facilità troppo ovvia, quasi banale tanto da sembrare ambigui e posticci, come se fosse una scusa per coprire una realtà ben più amara. Le sue storie sono infatti pessimiste fino all'ultima sequenza, quando improvvisamente e senza una logica apparente le cose si capovolgono, in maniera poco verosimile e quasi miracolosa. In ''[[Mr. Smith va a Washington]]'' ad esempio una banda di politici corrotti, contro la quale il protagonista ha lottato per tutto il film, sembra avere la meglio finché sul finale il capo dei truffatori non decide di confessare spontaneamente le sue colpe. Questo approccio, derivante dal teatro della Grecia antica, con finale risolto col "deus ex machina" potrebbe essere classificato come squisitamente derivante dalla cultura greco-cattolica, pertanto in linea sia con l'uomo-regista, sia con la matrice socio-culturale dell'epoca. Lo spettatore può scegliere: credere al finale e continuare a sognare, oppure ripensare a come le cose vanno nella realtà, pur con la speranza però che la realtà possa cambiare.
 
La considerazione critica dell'opera di Capra quindi è cambiata a cominciare dai primi anni ottanta, con una serie di studi che ne hanno recuperato e riletto l'opera e soprattutto con il premio speciale alla carriera dell'[[American Film Institute]].
 
== Influenze sul cinema successivo ==
[[File:Walk of fame, frank capra.JPG|thumb|La stella di Frank Capra sulla [[Hollywood Walk of Fame]]]]
Il cinema di Capra ha inciso così profondamente nell'immaginario collettivo, non solo americano, che di fatto è patrimonio condiviso di qualsiasi cineasta. Qui ci limitiamo a citare quei film che ne richiamano esplicitamente temi e forme.
 
La commedia fantastica degli [[Anni 1980|anni ottanta]], ad esempio, dimostra non pochi echi della poetica capriana,: è il caso di ''[[Gremlins]]'' (1984) di [[Joe Dante]] o ''[[Ritorno al futuro]]'' (1985) di [[Robert Zemeckis]],; macosì soprattuttocome di quellele commedie che mettono in scena il mondo della finanza, comequali ''[[Una poltrona per due]]'' (1983) di [[John Landis]], non smentiscono tale ascendenza che lo stile di Capra è stato capace di esercitare. UnParimenteli, un'altra opera di quegli anni «alla quale non è estranea la lezione di Frank Capra»<ref>''Il Mereghetti - Dizionario dei Film 2000'', p. 1884</ref> è ''[[Tucker, un uomo e il suo sogno]]'' di [[Francis Ford Coppola]], il quale aveva offerto invano proprio a Capra di ricoprire il ruolo di produttore esecutivo.<ref>{{cita|Brunetta 2005|p. 297}}.</ref>
 
C'è stato poi tra gli [[Anni 1990|anni novanta]] e i primissimi anni del [[2000|anni duemila]] il caso d'un curioso ''revival'' del suo cinema: ''[[I soldi degli altri (film 1991)|I soldi degli altri]]'' (1991) di [[Norman Jewison]], ''[[Eroe per caso]]'' (1992) di [[Stephen Frears]], ''[[Dave - Presidente per un giorno]]'' (1993) di [[Ivan Reitman]], ''[[Mister Hula Hoop]]'' (1994) dei [[Joel ed Ethan Coen|Fratelli Coen]], ''[[Forrest Gump]]'' (1994) di Robert Zemeckis, ''[[Può succedere anche a te]]'' (1994) di [[Andrew Bergman]], ''[[The Family Man]]'' (2000) di [[Brett Ratner]] e ''[[Mr. Deeds]]'' (2002) di [[Steven Brill]], quest'ultimo tra l'altro un [[rifacimento]] abbastanza lampante d'uno dei suoi film più famosi, ''[[È arrivata la felicità (film)|È arrivata la felicità]]'' (1936).
 
== Filmografia ==
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== Riconoscimenti ==
[[File:Walk of fame, frank capra.JPG|thumb|La stella di Frank Capra sulla [[Hollywood Walk of Fame]]]]
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* [[Premio Oscar]]
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* {{cita libro|autore=Paola Cristalli|titolo=Storia del cinema - Commedia americana in cento film|città=Recco|editore=Le Mani|anno=2007|ISBN=88-8012-386-6|cid=Cristalli 2007}}
* {{cita libro|autore-capitolo=Leonardo Gandini|capitolo=La regia. Il difficile cammino del nome sopra il titolo|titolo=Storia del cinema americano|curatore=Gian Piero Brunetta|città=Torino|editore=Einaudi|anno=2006|ISBN=88-06-18096-7|cid=Gandini 2006}}
* {{cita libro|autore-capitolo=Lorraine Lanzelotti|capitolo=Frank Capra|titolo=Italian Americans of the Twentieth Century|curatore=George Carpetto|curatore2=Diane M. Evanac|città=Tampa|editore=Loggia Press|anno=1999|pp=68–6968-69|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Joseph McBride|titolo=Frank Capra: The Catastrophe of Success|editore=University Press of Mississippi|anno=2011|ISBN=978-1-60473-839-1|url=https://books.google.at/books?id=DMkLpTFBEtUC|lingua=en|cid=McBride 2011}}
* {{cita libro|curatore=John Wakeman|titolo=World Film Directors: Volume One, 1890–1945|città=New York|editore=H.W. Wilson Co.|anno=1987|lingua=en|ISBN=978-0-8242-0757-1|cid=Wakeman 1987}}