Orneore Metelli: differenze tra le versioni
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Orneore Metelli nacque a [[Terni]] da una famiglia borghese. Per la gran parte della vita svolse, come il padre, l'attività di calzolaio<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/orneore-metelli|titolo=Metèlli, Orneore nell'Enciclopedia Treccani|sito=treccani.it|accesso=2022-03-02}}</ref> e in questo ruolo ottenne vari riconoscimenti sia in ambito locale che nazionale. La calzoleria Metelli era in quegli anni un punto di riferimento per la produzione artigianale di calzature di ottima fattura e la clientela era costituita da nobili, alto-borghesi, ufficiali e prelati che vedevano in Orneore un sicuro interlocutore per scarpe create con ineccepibile maestria.
A questa attività Metelli affiancava un impegno nella musica entrando, come primo [[Flicorno baritono|bombardino]], nella fanfara cittadina e, come primo trombone, nell'orchestra del teatro Verdi.
A causa dei disturbi cardiaci sopravvenuti con l'età, gli fu proibito di bere vino e di affaticarsi suonando la tromba. Questa rinuncia gli costò moltissimo, ma decise di indirizzare la sua creatività verso la pittura, che già aveva cominciato ad esercitare come passatempo nei momenti liberi dal [[1922]].
Ovviamente considerava le sue creazioni come opere non degne di nota e le teneva più o meno nascoste.
Nel [[1936]] conobbe il giovane scultore ternano [[Aurelio De Felice]] che rimase folgorato dall'inventiva che il calzolaio metteva nelle sue creazioni e gli promise di "renderlo celebre".
Negli anni seguenti l'amicizia e la stima tra i due si consolidò e ad ogni incontro Metelli regalava al concittadino dei suoi quadri ricordandogli scherzosamente la sua promessa.<br/>
Metelli morì a [[Terni]] per un [[infarto]] il 26 novembre [[1938]].
==Dopo la morte==
Per tutta la vita non ebbe nessun rapporto con critici, galleristi o esperti d'arte, ma il suo concittadino De Felice, tenendo fede alla promessa fatta nel 1936, cominciò a mostrare le opere del Metelli in giro per valutare la reazione del pubblico.
La prima prova ufficiosa avvenne nel 1942, durante la mostra retrospettiva organizzata da Ugo Castellani e Aurelio De Felice a Terni, presso il palazzo Carrara.
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