Teoria dell'identità: differenze tra le versioni
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==L'identità tra la mente e i processi fisici==
[[David Malet Armstrong]] nel [[1968]] propose una variante della teoria dell'identità <ref>Armstrong, David M (1968), ''A Materialist Theory of Mind'', London, Routledge & Kegan Paul.</ref> in un libro famoso.
In questo articolo, Smart aveva criticato la nozione di correlazione in quanto, secondo lui, se<blockquote>... si dice che [gli stati della coscienza] sono ''correlati'' con i processi cerebrali, non si fa alcun passo avanti. Infatti, dire che i processi mentali siano ''correlati'' con i processi cerebrali implica che i primi siano qualcosa di diverso [''over and obove'']. (p. 142).</blockquote>Sempre per chiarire la sua posizione, Smart dichiara che <blockquote>... una frase a proposito di una sensazione è una frase che si riferisce a qualcosa e quel qualcosa è un processo cerebrale. Una sensazione non è nient'altro che un processo cerebrale. [...] Quando uso la copula "è", la uso nel senso stretto di identità (come quando si dice "il numero 7 è identico con il più piccolo numero primo più grande di 5"). (p.145) </blockquote>
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Sebbene la teoria dell'identità non abbia avuto grande successo, in tempi recente è stata ripresa, ma in termini molto diversi dal filosofo [[Riccardo Manzotti]] che difende una identità tra gli oggetti esterni e i corrispondenti stati percettivi. La sua ipotesi non riguarda l'identità tra mente e corpo (o tra stati coscienti e processi cerebrali), ma tra mente e oggetti esterni; una posizione
==Note ==
<references/>
==Bibliografia ==
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