Moda sostenibile: differenze tra le versioni
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[[File:WANNER 18.jpg|miniatura|Vestiario coordinato. Moda sostenibile.]]
La '''moda sostenibile (o ecosostenibile)''', in inglese ''sustainable fashion'' (o ''eco fashion),'' è un movimento e un processo di promozione del cambiamento del sistema moda verso una maggiore integrità ecologica e [[Uguaglianza sociale|giustizia sociale]]. Il cambiamento auspicato non è indirizzato esclusivamente alla [[Filiera (tessile)|filiera tessile]] o del prodotto di [[Moda (abbigliamento)|moda]], bensì comprende un cambiamento di paradigma per l'intero sistema.
Ciò significa occuparsi di sistemi tra loro interdipendenti, come quello economico-finanziario, sociale, culturale ed ecologico
Le definizioni "moda sostenibile" o "moda per la sostenibilità" indicano dunque la consapevolezza delle influenze sistemiche ed interconnessioni complesse e di lungo periodo tra contesti materiali, sociali e culturali nella moda. La moda sostenibile è responsabilità dei cittadini, del [[settore pubblico]] e privato.
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=== La storia della moda sostenibile ===
Le origini del movimento della moda sostenibile si intrecciano con quelle del [[Ambientalismo|movimento ambientalista]] moderno, di cui fa parte, e in particolare la pubblicazione nel 1963 del libro ''Silent Spring'' ([[Primavera silenziosa|Primavera Silenziosa]]<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Carson, Rachel.|data=p2019|titolo=Silent spring|editore=Dreamscape Media, LLC|accesso=
Nei decenni successivi, l'impatto delle azioni umane sull'ambiente è stato oggetto di un'indagine più sistemica, che comprende gli effetti dell'attività industriale, e di nuovi concetti per mitigarne gli effetti, in particolare lo [[sviluppo sostenibile]], termine coniato nel 1987 dal [[Rapporto Brundtland]].<ref>{{Cita libro|titolo=Sustainable Development and Innovation in the Energy Sector|url=http://dx.doi.org/10.1007/3-540-26882-0_9|accesso=17 giugno 2019
All'inizio degli anni novanta e in concomitanza con la conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo del 1992, nota popolarmente come [[Summit della Terra]] (''Rio Earth Summit''), i "temi verdi" (come venivano chiamati all'epoca) sono entrati nelle pubblicazioni di moda e tessili.<ref>Anon, ''Textiles and the Environment'', in ''International Textiles'', vol. 726, 1991, p. 40–41.</ref><ref>Anon, ''Rethinking Ecology'', in ''Textile View'', nº 24, 1993, pp. 201–207</ref>
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Pertanto hanno commissionato una ricerca sugli impatti delle fibre utilizzate nelle loro aziende. Per Patagonia, questo ha portato ad una valutazione del [[Ciclo di vita del prodotto|ciclo di vita]] di quattro fibre: [[Cotone (fibra)|cotone]], [[lana]], [[nylon]] e [[Poliesteri|poliestere]].
Per ESPRIT l'attenzione si è concentrata sul cotone - e sulla ricerca di migliori alternative ad esso - che all'epoca rappresentava il 90% del loro business. È interessante notare che una simile attenzione all'impatto e alla selezione dei materiali è ancora la norma nella moda sostenibile da oltre trent'anni.<ref>{{Cita libro|nome=Kate|cognome=Fletcher|titolo=Sustainable Fashion and Textiles: Design Journeys|url=https://www.taylorfrancis.com/books/9781849772778|accesso=
I principi della moda "''green"''o "''eco''", come proposti da queste due aziende, si basavano sulla filosofia dell'[[Ecologia profonda|Ecologia Profonda]] di [[Arne Næss]], [[Fritjof Capra]], [[Ernest Callenbach]] e del teorico del design Victor Papanek.<ref>{{Cita libro|cognome=Papanek, Victor J.|titolo=The green imperative : natural design for the real world|url=https://www.worldcat.org/oclc/33252070|accesso=
Questo imperativo si basa anche sulla comprensione femminista delle relazioni uomo-natura,<ref>Gaard, Greta & Lori Gruen, ''Ecofeminism: Toward Global Justice and Planetary Health'', in ''Society and Nature'', vol. 2, 1993, pp. 1–35.</ref> sull'interconnessione e
Nel corso degli anni novanta e all'inizio degli anni 2000, il movimento della moda sostenibile si è esteso a molti marchi. Anche se l'attenzione primaria è rimasta incentrata sul miglioramento dell'impatto dei prodotti attraverso la lavorazione delle fibre e dei tessuti e la provenienza dei materiali, Doug Tompkins e Yvon Chouinard hanno presto notato la causa fondamentale dell'insostenibilità: la crescita esponenziale e il consumo.<ref>{{Cita libro|cognome=Meadows, Donella H.|cognome2=Club of Rome.|titolo=The Limits to growth; a report for the Club of Rome's project on the predicament of mankind|url=https://www.worldcat.org/oclc/307838|accesso=
Nel 2011 il marchio Patagonia ha pubblicato un ulteriore annuncio e una campagna di comunicazione dal titolo: "''Don't buy this jacket''" con un'immagine della propria merce. Il messaggio intendeva incoraggiare i consumatori a considerare l'effetto che il consumo di moda ha sull'ambiente e ad acquistare esclusivamente ciò di cui hanno bisogno.
Parallelamente all'agenda dell'industria, dall'inizio degli anni novanta si è sviluppata un'agenda di ricerca sulla moda sostenibile, che ora ha una propria storia, dinamica, politica, pratiche, sotto-movimenti ed evoluzione del linguaggio analitico e critico<ref>Hethorn, Janet and Ulasewicz, Connie (Eds.) (2008), ''Sustainable Fashion: Why Now?''. New York: Fairchild Books; Gwilt, Alison and Rissanen, T. (2011), ''Shaping Sustainable Fashion'': London: Earthscan. Fletcher, Kate. 2013. Sustainable Fashion in S. Walker and J. Giard (Eds.), ''The Handbook of Sustainable Design'', Oxford: Bloomsbury: 283- 298; Fletcher, Kate and Tham, Mathilda (Eds) (2015). ''Routledge Handbook of Sustainability and Fashion'', London: Routledge; Niinimaki, Kirsi (Ed) (2018). ''Sustainable Fashion in a Circular Economy''. Helsinki: Aalto ARTIS Books; Rissanen, Timo and McQuillan, Holly (2018). ''Zero Waste Fashion Design''. London: Bloomsbury.</ref>. Il settore ha una vasta portata e comprende progetti tecnici che cercano di migliorare l'efficienza delle risorse delle operazioni esistenti<ref>{{Cita libro|cognome=Gardetti, Miguel Angel,|titolo=Sustainability in Fashion and Textiles : Values, Design, Production and Consumption|url=https://www.worldcat.org/oclc/1058911289|accesso=
=== Gli obiettivi della moda sostenibile ===
L'industria della moda ha una chiara opportunità di agire diversamente e considerare il ruolo del profitto e della crescita, creando allo stesso tempo nuovo valore e ricchezza più profonda per la società e quindi per l'economia mondiale.
L'obiettivo della moda sostenibile è quello di creare ecosistemi e comunità fiorenti attraverso la sua attività<ref name="worldcat.org" />, che può comprendere: aumentare il valore della produzione e dei prodotti locali, prolungare il ciclo di vita dei materiali, aumentare il valore di capi di abbigliamento senza tempo, ridurre la quantità di rifiuti e ridurre i danni all'ambiente creati dalla [[produzione]] e dal [[consumo]].<ref>{{Cita libro|cognome=Brown, Sass.|titolo=Eco fashion|url=https://www.worldcat.org/oclc/717831001|accesso=
Un altro dei suoi obiettivi è quello di educare le persone a praticare un consumo rispettoso dell'ambiente promuovendo il "''green consumer''".
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C'è tuttavia una crescente preoccupazione che il modello del "''green consumer''" possa incentivare la [[crescita economica]] nonostante gli obiettivi dell'azienda sostenibile siano quelli di mitigare e invertire l'[[inquinamento]], lo sfruttamento del lavoro e le disuguaglianze che l'industria della moda promuove e da cui trae profitto.
Ciò è emerso chiaramente nelle discussioni che hanno fatto seguito al rapporto [[Burberry]], secondo cui nel 2018 il marchio ha bruciato merci invendute per un valore di circa 28,6 milioni di sterline (circa 37,8 milioni di dollari), esponendo non solo la sovrapproduzione e la successiva distruzione delle scorte invendute come una normale pratica commerciale, ma anche i comportamenti dei marchi che minano attivamente un'agenda della moda sostenibile.<ref>{{Cita pubblicazione|data=2019-2|titolo=Audit Committee, Foreign Ownership and Sustainability Report|rivista=Research Journal of Finance and Accounting|accesso=
La sfida per rendere la moda più sostenibile richiede un ripensamento dell'intero sistema. La ''Union of Concerned Researchers in Fashion'' sostiene che l'industria della moda stia ancora discutendo le stesse idee che erano state avanzate all'origine, alla fine degli anni ottanta e all'inizio degli anni novanta. Se si prende in considerazione il lungo termine e si esaminano i progressi della moda e della sostenibilità a partire dagli anni novanta, i progressi effettivi in termini ecologici sono pochi. Come osserva l'Unione: "Finora, la missione della moda sostenibile è stata un totale fallimento e tutti i piccoli e crescenti cambiamenti sono stati annegati da un'economia esplosiva di estrazione, consumo, sprechi e continui abusi sul lavoro ".
Una domanda che si pone spesso a chi opera nel campo della moda sostenibile è se il settore stesso sia un [[ossimoro]]<ref>{{Cita libro|cognome=Black, Sandy.|titolo=Eco-chic : the fashion paradox|url=https://www.worldcat.org/oclc/190393995|accesso=
== Sostenibilità sociale, ambientale ed economica ==
[[File:Sviluppo sostenibile.svg|
La sostenibilità si articola in [[
* Sostenibilità sociale<ref>{{Cita web|url=https://fpsshare.it/sostenibilita-sociale/|titolo=Sostenibilità sociale}}</ref>: è la capacità di garantire condizioni di benessere umano equamente distribuite per classi e genere
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== La moda ecosostenibile ==
La [[moda ecosostenibile]] rappresenta un nuovo approccio al design di vestiti. È una realtà basata e composta dall'etica e dalla sostenibilità. L’etica applicata alla moda<ref>{{Cita web|titolo=L'importanza delle borse artigianali Made in Europe nella moda sostenibile italiana |url=https://www.bagsup.it/limportanza-delle-borse-artigianali-made-in-europe-nella-moda-sostenibile-italiana/ |sito=BagsUp Blog |data=30 novembre 2024 |accesso=30 novembre 2024}}</ref> si riferisce alle condizioni di lavoro e al benessere dei lavoratori. Da un punto di vista sostenibile, invece, ha lo scopo di proteggere l’ambiente. La [[sostenibilità]] si basa principalmente sull'utilizzo di materiali non dannosi o dal minimo impatto sull'ambiente, sia in fase di produzione che di smaltimento, come la seta o la canapa.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.ethicalfashionforum.com/the-issues/ethical-fashion|titolo=Ethical Fashion Forum|accesso=5 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180405153100/http://www.ethicalfashionforum.com/the-issues/ethical-fashion
La moda etica viene ancora definita un'utopia, ma è in sviluppo grazie alle iniziative intraprese da grandi marche come [[Stella McCartney]] che utilizza materiali ecologici. Questa realtà sta diventando nota anche grazie ad alcuni paesi che organizzano eventi per pubblicizzarne le idee, come la [[Danimarca]].
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* Le condizioni di lavoro dei dipendenti. Dagli anni novanta combatte contro lo sfruttamento dei lavoratori e soprattutto dei bambini. Si combatte anche per aumentare gli stipendi dei lavoratori visto che in paesi meno sviluppati è frequente che gli operai ricevano stipendi molto bassi.
* Il riciclo è uno dei punti chiave del settore e si collega alla riduzione minima degli scarti perché nella moda ecosostenibile si cerca di riutilizzare tutto il possibile e di buttare via solo lo stretto necessario.
* I [[diritti degli animali]] sono molto importanti. L'associazione Animal Free valorizza le aziende di moda attente e rispettose verso gli animali. Il primo passo richiesto è la sostituzione delle [[Pelliccia|pellicce]] animali seguito poi dalla sostituzione di altri materiali come le [[Piumaggio|piume]] o la [[lana]].<ref>{{Cita web|url=http://www.animalfree.info/azienda.html|titolo=Animalfree.info|accesso=5 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180405153730/http://www.animalfree.info/azienda.html
* La produzione veloce ("''[[Fast fashion|Fast Fashion]]''") si riferisce alle aziende tipo [[H&M]], Topshop, [[Zara (azienda)|Zara]] o [[Benetton (azienda)|Benetton]] che producono circa 10/12 collezioni all'anno, ispirate all'[[alta moda]], ma a prezzi contenuti e aggiornate in molto poco tempo. Questo fenomeno della produzione veloce ha ricadute negative sull'ambiente e va contro l’etica. Producendo tanto e velocemente l'inquinamento aumento e l’industria della moda è già quella che inquina di più, dopo quella [[Industria petrolifera|petrolifera]]. A livello etico, invece, dietro una maglietta economica ci sono molti operai sottopagati che lavorano in scarse condizioni di sicurezza e salute.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfiorebiologico.it/abbigliamento-biologico/|titolo=Abbigliamento Biologico|sito=Il Fiore biologico|lingua=|accesso=21 marzo 2019
* I prodotti usati da chi segue la moda ecosostenibile sono quelli che sono stati valutati secondo la sostenibilità da A (ottima) a D (scarsa).
* L'uso di stoffe ecologiche è uno dei principi più aderito dalle aziende. Molte aziende negli ultimi anni hanno iniziato a usare stoffe ecologiche per i loro vestiti, quelle più utilizzate e conosciute sono il lino e la seta.
* L’ultima caratteristica consiste nella riduzione massima dell’uso dell’acqua per fabbricare vestiti.<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=http://www.green.it/industria-sostenibile-della-moda/|titolo=Green.it|accesso=5 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180405154100/http://www.green.it/industria-sostenibile-della-moda/
=== I materiali ecosostenibili per la moda ===
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* Il [[Bambuseae|bambù]] è un materiale adatto per la moda ecosostenibile nonostante sia un tessuto artificiale, ma non contiene OGM, è biodegradabile, non utilizza sostanze tossiche durante l’estrazione e la lavorazione del tessuto. Le certificazioni ecosostenibili del bambù sono la Organic Content Standard, la Oeko Tex Standard 100, la Reach, la Fair Wear Foundation e la Animal Free.
*
* Il [[Lyocell|tencel]], chiamato anche Lyocell, è un materiale scoperto di recente che si ottiene dagli alberi di eucalipto dai quali viene presa la polpa di legno, e ciò rende la fibra cellulosa artificiale più compatibile dal punto di vista ambientale. Il tencel è caratterizzato da alcune caratteristiche come la sua elasticità e inoltre è liscio, assorbe l’umidità naturalmente grazie al legno di eucalipto, viene prodotto ecologicamente ed è 100% biodegradabile. Inoltre il consumo dell’acqua richiesto per la produzione del tencel è 10-20 volte minore a quello richiesto per la produzione del cotone.<ref>{{Cita web|url=https://www.altramoda.net/it/material/tencel#|titolo=Altramoda.net|accesso=5 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180405214454/https://www.altramoda.net/it/material/tencel
*
* Anche il [[Cotone (fibra)|cotone]] ha le caratteristiche ecologiche che gli permettono di far parte dei materiali ecosostenibili per esempio è un materiale naturale, biologica, senza OGM, è biodegradabile, è una materia prima naturale, viene estratto con macchinari e non necessita l’uso di sostanze tossiche per l’estrazione e la lavorazione. La valutazione di sostenibilità è B e le certificazioni sono di nuovo la GOTS, la Organic Content Standard, la Oeko Tex Standard 100, la Reach, la Fair Wear Foundation e la Animal Free.
Utilizzando questi materiali si abbassa il consumo dell’acqua per la produzione, i [[Pesticida|pesticidi]] e i [[Fertilizzante|fertilizzanti]] non vengono utilizzati e si emette meno [[anidride carbonica]] nell'atmosfera visto che ogni anno poi, circa 73 milioni di tonnellate di abiti vengono buttati e almeno con l’utilizzo di questi materiali l’ambiente ne risentirebbe meno.<ref name=":2" /><ref>{{Cita web|url=http://www.manrepeller.com/2016/06/sustainable-fashion-materials.html|titolo=Materials|accesso=5 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190415082758/https://www.manrepeller.com/2016/06/sustainable-fashion-materials.html
=== Le marche che producono abbigliamento ecosostenibile ===
L'industria della moda ecosostenibile è in crescita e sempre più marche stanno aderendo a questa realtà come per esempio la [[Reebok]] che ha prodotto le scarpe biodegradabili fatte di cotone e mais. Molte altre marche come [[Zara (azienda)|Zara]], [[Puma (abbigliamento)|Puma]], [[Adidas]], [[Valentino (azienda)|Valentino]] e [[Levi Strauss (azienda)|Levi’s]] si sono uniti a questa visione rivoluzionaria grazie al contributo di [[Greenpeace Italia|Greenpeace]] con la sua campagna Detox.<ref>{{Cita web|url=https://www.vestilanatura.it/top-10-brand-moda-sostenibile-italiana-blog|titolo=Vestilanatura.it|accesso=5 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180405154621/https://www.vestilanatura.it/top-10-brand-moda-sostenibile-italiana-blog
== La moda etica ==
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* i lavoratori sono obbligati a operare in strutture la cui capacità è minore rispetto alla quantità di lavoratori effettivamente presenti.
* una tipica giornata di lavoro inizia alle 8:00 e termina alle 22:00, per un totale di 14 ore al giorno.
* le fabbriche utilizzano la gestione patriarcale, che mette le donne e i minori in una posizione per la quale sono costretti all’obbedienza.
* i dipendenti sono obbligati a utilizzare attrezzature pericolose, lavorare con prodotti chimici dannosi, in condizioni di scarsa igiene, illuminazione e ventilazione, o trasportare carichi troppo pesanti.
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== La moda responsabile ==
Negli ultimi anni l'attenzione da parte dei consumatori verso la [[sostenibilità]] è cresciuta notevolmente; infatti il 70% circa è disposto a spendere il 5% o il 10% in più per abiti ecosostenibili.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/la-sostenibilita-e-importante-ma-vende-si-secondo-buyer-e-sempre-piu-ABYVH7iB|titolo=La sostenibilità è importante, ma vende? Sì, secondo i buyer, e sempre di più|sito=Il Sole 24 ORE|lingua=it|accesso=
L'interesse verso una moda responsabile ha portato allo sviluppo di nuove tipologie di moda. Esistono infatti tre possibili filoni della moda responsabile: la moda biologica, la moda solidale e la moda dell’usato.<ref name=":4">{{Cita libro|titolo=Lunghi C., Montagnini E., La moda della responsabilità, FrancoAngeli, Milano, 2007}}</ref>
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La '''''moda biologica''''' è caratterizzata da un'attenzione e una sensibilità verso la natura, vista come bene da difendere e valorizzare. Gli individui e le imprese che fanno parte di questo filone acquistano e producono prodotti ecocompatibili, realizzati con materiali a basso [[impatto ambientale]], facilmente smaltibili e/o riciclabili. Un grande brand leader nel settore dell’abbigliamento ecologico e sportivo è [[Patagonia (azienda)|Patagonia]]. Il suo principio organizzatore, infatti, è “fabbricare il prodotto migliore, non provocare alcun danno non necessario, usare il business per ispirare e implementare soluzioni alla crisi ambientale”.<ref name=":4" />
La '''''moda solidale''''' riflette la dimensione altruistica della responsabilità, dando sempre importanza all’ambiente. Un esempio di tale realtà è BDS (acronimo di Botteghe della Solidarietà), un insieme di cooperative che contribuiscono allo sviluppo di un'economia solidale attraverso attività socialmente utili, che ripartiscano in modo equo le risorse del pianeta.
Infine, esiste la '''''moda dell’usato''''' che si occupa del recupero, [[riciclo]] e riutilizzo degli oggetti, sempre prestando attenzione all’ambiente e alla tutela dei diritti dei lavoratori. Nel 2020 circa un terzo degli italiani ha acquistato capi di [[seconda mano]] e circa la metà degli acquisti è stata effettuata online. Coloro che prestano attenzione al consumo responsabile, infatti, hanno iniziato ad utilizzare alcune applicazioni online, come per esempio Vinted. Si tratta di un [[marketplace]] lituano che consente ai suoi utenti di vendere, acquistare e scambiare capi di abbigliamento e accessori di seconda mano. Negli ultimi mesi è diventata la più grande piattaforma europea online close to customer dedicata all'usato.<ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/blog-italia/idee/post/2021-03-22/abiti-occasione-noleggio-usati-moda-circolare-11878194/|titolo=Abiti d’occasione, a noleggio o usati; in Italia la moda diventa sempre più circolare|sito=Agi|lingua=it|accesso=
== Agenda 2030: il settore della moda
[[File:Obiettivi di sviluppo sostenibile.svg|
La moda sostenibile e la sostenibilità nel mondo della moda seguono i canoni di sviluppo sostenibile suggeriti dall’[[Obiettivi di sviluppo sostenibile|Agenda 2030]] nel piano per raggiungere i 17 obiettivi che sono stati adottati da tutti gli Stati membri delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] nel 2015.<ref>{{Cita web|url=https://unric.org/it/agenda-2030/|titolo=ONU Italia La nuova Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile}}</ref>
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La Lohas è una tendenza sempre più popolare che riguarda l’utilizzo di beni e risorse in modo sostenibile.
Fino a poco tempo fa venivano chiamati ''green chic''<ref>{{Cita web|url=https://www.greenplanner.it/2019/05/09/lohas-moda-green/|titolo=Lohas, i nuovi consumatori, più giovani, vogliono vestirsi green|autore=Redazione Green Planner|sito=Magazine Green Planner|data=9 maggio 2019
Elevata sarebbe invece la frequentazione dei gruppi d'acquisto solidali.
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== Le sfilate di moda sostenibili ==
[[File:Stylefw new york.jpg|
L'inno della primavera-estate 2019 è stato "Buy Less, Dress Up", ovvero "Compra meno,Vestiti" di Vivienne Westwood<ref>{{Cita web|url=https://www.amica.it/2020/01/08/alta-moda-sostenibile-progetti-maison/|titolo=Alta moda sostenibile: le case del lusso cambiano passo|sito=Amica|data=8 gennaio 2020
Da poco si è avvicinata al tema della sostenibilità anche [[Stella McCartney]], che ha appena lanciato insieme ad [[Adidas]] le nuove sneaker Stan Smith vegan e che, lo scorso marzo, ha lanciato con la sua Fondazione una challenge che usa i social per salvare il Pianeta. Alle ultime sfilate la designer inglese ha portato una collezione realizzata con il 75% dei prodotti sostenibile, dal cashmere rigenerato alla nappa eco, fino a Koba, pelliccia di origine vegetale.
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In più è stato il primo brand del lusso a sottoscrivere un prestito legato ad obiettivi sostenibili.
Il ceo di Gucci [[Marco Bizzarri (dirigente d'azienda)|Marco Bizzarri]] ha lanciato la "Ceo Carbon Neutral Challenge",<ref>{{Cita web|url=https://equilibrium.gucci.com/it/sfilate-di-moda-sostenibili/|titolo=Sfilate di moda sostenibili – Gucci Equilibrium|lingua=it
Ha, inoltre, dichiarato che la catena di fornitura sarà a emissione zero e che verranno compensate le emissioni che non possono essere evitate.
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* Gardetti, Miguel Ángel; Torres, Ana Laura, eds. (2013). ''Sustainability in fashion and textiles: values, design, production and consumption''. Sheffield, UK: Greenleaf Publishing. ISBN 9781906093785. OCLC 827952084.
* Gwilt, Alison; Rissanen, Timo (2010). ''Shaping sustainable fashion: changing the way we make and use clothes''. London; Washington, DC: Earthscan. ISBN 9781849712415. OCLC 656849440.
*{{Cita libro|curatore-cognome1=Choi |curatore-nome1=Tsan-Ming |curatore-cognome2=Cheng |curatore-nome2=T. C. Edwin |data=2015 |titolo=Sustainable fashion supply chain management: from sourcing to retailing |anno=2015 |url=https://archive.org/details/sustainablefashi0000unse_v3p4 |serie=Springer series in supply chain management |città=New York |editore=[[Springer Science+Business Media|Springer]] |isbn=978-3-319-12702-6 |oclc=907012044 |doi=10.1007/978-3-319-12703-3 |cid=
* {{Cita libro|cognome1=Farley|nome1=Jennifer|cognome2=Hill|nome2=Colleen|data=2015|titolo=Sustainable fashion: past, present, and future|anno=2015|url=https://archive.org/details/sustainablefashi0000farl|città=New York|editore=Bloomsbury Academic|isbn=978-0-85785-185-7|oclc=860754344|cid=
* {{Cita libro|cognome=Fletcher|nome=Kate|data=2014|annooriginale=2008|titolo=Sustainable fashion and textiles: design journeys|edizione=2nd|città=London; Washington, DC|editore=Earthscan|isbn=978-0-415-64455-6|oclc=846847018|cid=
* {{Cita libro|cognome1=Fletcher|nome1=Kate|cognome2=Grose|nome2=Lynda|data=2012|titolo=Fashion & sustainability: design for change|anno=2012|url=https://archive.org/details/fashionsustainab0000flet|città=London|editore=Laurence King Publishing|isbn=978-1-85669-754-5|oclc=778610112|cid=
* {{Cita libro|curatore-cognome1=Fletcher |curatore-nome1=Kate |curatore-cognome2=Tham |curatore-nome2=Mathilda |data=2015 |titolo=Routledge handbook of sustainability and fashion |serie=Routledge international handbooks |città=London; New York |editore=[[Routledge]] |isbn=978-0-415-82859-8 |oclc=820119510 |cid=
* {{Cita libro|curatore-cognome1=Gardetti |curatore-nome1=Miguel Ángel |curatore-cognome2=Torres |curatore-nome2=Ana Laura |data=2013 |titolo=Sustainability in fashion and textiles: values, design, production and consumption |città=Sheffield, UK |editore=Greenleaf Publishing |isbn=978-1-906093-78-5 |oclc=827952084 |cid=
* {{Cita libro|cognome1=Gwilt|nome1=Alison|cognome2=Rissanen|nome2=Timo|data=2010|titolo=Shaping sustainable fashion: changing the way we make and use clothes|anno=2010|url=https://archive.org/details/shapingsustainab0000gwil|città=London; Washington, DC|editore=Earthscan|isbn=978-1-84971-241-5|oclc=656849440|cid=
==Voci correlate==
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*[https://friendoftheearth.org/it/mangiare-e-vivere-sostenibile/moda-sostenibile/ Certificazioni per la Moda Sostenibile]
{{portale|
[[Categoria:Moda]]
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