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'''Mivar S.r.l.''' è un'[[azienda]] [[Italia|italiana]] di [[elettronica di consumo]] con sede ad [[Abbiategrasso]].
Con lo stesso nome ma con il significato dell'acronimo cambiato in ''Milano Vichi Arredamenti Razionali''<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/2013/10/11/963845-mivar-chiusa-abbiategrasso-vichi.shtml|titolo=Televisori Mivar: fine dei programmi il 30 novembre|autore=Il Giorno|sito=Il Giorno|lingua=it|accesso=8 giugno 2021}}</ref>, ha successivamente esteso l'attività, per un breve periodo e senza successo, al settore dell'[[arredamento]].
==Storia==▼
▲== Storia ==
=== Le origini: la VAR (1945-1963) ===
[[File:Egadi Mivar.JPG|thumb|Radio-giradischi VAR Egadi del 1958]]
Le origini dell'azienda risalgono alla fine della [[seconda guerra mondiale]], quando [[Carlo Vichi]], perito [[Elettrotecnica|elettrotecnico]] originario del comune [[Toscana|toscano]] di [[Montieri]], dopo aver lavorato come operaio in alcune realtà del settore, il 1º ottobre 1945, avvia all'età di 22 anni una propria attività a Milano, la ditta ''Vichi Apparecchi Radio'' (VAR), il cui [[laboratorio]], situato in via Tommei 5, nel quartiere [[Calvairate]], si occupa della costruzione artigianale di [[radio (apparecchio)|radio]] a [[valvola termoionica|valvole]] come terzista per conto di altre società del settore, nonché della riparazione dei medesimi apparecchi.<ref name="bigazzi">{{cita libro | autore= | titolo= Gli archivi d'impresa nell'area milanese. Censimento descrittivo a cura di Duccio Bigazzi per conto dell'Istituto lombardo per la storia del movimento di liberazione in Italia| anno=1990 | editore=Editrice Bibliografica | p=84}}</ref><ref name="villani">{{cita pubblicazione |autore= G. Villani|titolo= Una intervista con Carlo Vichi: la MIVAR|rivista= La Scala Parlante|editore= AIRE|numero= 1|anno= 2020|mese= gennaio|pp=15-19}}</ref><ref name="quattro">{{cita pubblicazione |autore= S. Biagini|titolo= MIVAR: tutto iniziò in via Tommei|rivista= Quattro. Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini|editore= Associazione culturale Quattro|numero=85 |anno=2007 |mese= maggio|p=7|url=http://quattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro-85.pdf}}</ref> Nel 1950, la sede della VAR viene trasferita presso un altro laboratorio in via Curtatone, dove all'attività di assemblaggio delle radio viene affiancata la costruzione diretta dei [[componente elettronico|componenti elettronici]] da montare.<ref name="villani"/><ref name="quattro"/>
Nel 1954 Vichi, assieme ad un altro [[socio]], costituisce la [[società di fatto]] denominata ''Radio VAR di Vichi e Cesari'', che due anni più tardi, nel 1956, costruisce e mette in commercio la sua prima radio con sistema di [[modulazione di frequenza]], totalmente progettata e ingegnerizzata dalla ditta milanese.<ref name="bigazzi"/><ref name="quattro"/><ref name="job">{{cita pubblicazione |autore= B. Viganò|titolo= Mivar, fine della storia|rivista= Job.|editore= Job Network|numero= 1|anno= 2014|mese= febbraio-marzo|pp=18-21}}</ref> I locali di via Curtatone, insufficienti per ospitare la nuova produzione, vengono destinati alla sola produzione dei componenti, mentre l'attività di costruzione delle radio venne fatta in un seminterrato di via Strigelli.<ref name="quattro"/> In breve tempo il numero dei dipendenti cresce, raggiungendo le 200 unità, così come la capacità produttiva, passata dai 100 pezzi mensili a circa mezzo milione l'anno, ed il fatturato, che passa dai circa 96 milioni di lire l'anno ai circa 360 milioni.<ref name="quattro"/>
▲[[File:Radio Mivar Rodi del 1958-1960.jpg|miniatura|Radio Mivar Rodi del 1958-1960]]
Nel 1958, gli uffici e le linee di produzione dell'azienda vengono trasferiti in un capannone in via Giordani 30, nel quartiere di [[Lorenteggio]], periferia sudovest del capoluogo lombardo, giungendo ad impiegare fino a 400 dipendenti.<ref name="villani"/> In tale sede vengono prodotti, accanto ai normali apparecchi radiofonici da tavolo, dei modelli portatili e degli apparecchi dotati di [[giradischi]] con meccanica quasi sempre di fabbricazione [[Laboratori Elettrotecnici Società Anonima|Lesa]]. Tra i modelli della VAR più rappresentativi del periodo si ricordano le radio Capri, Cipro, Delo, Samar, Egadi e Rodi, ancor oggi apprezzate dai collezionisti espressamente per il loro [[Disegno industriale|design]].<ref name="villani"/><ref>{{Cita web|url=https://www.radiomuseum.org/m/mivar_i_it_noindex_1.html|titolo=Mivar ; Milano from Audiphon to Trader, 703 pictures, 124 sc|autore=[Maker]|accesso=13 giugno 2018}}</ref> Nel frattempo, la [[televisione]] diventa una realtà in Italia e alle industrie del settore elettronico si impone il raddoppio della produzione: la VAR incomincia a produrre [[televisore|televisori]], che si caratterizzano per il basso costo e la semplicità costruttiva.<ref name="villani"/><ref name="job"/> Al 1960, il valore delle vendite della VAR raggiunge la cifra di 1 miliardo di lire.<ref>{{Cita libro|coautori = F. Amatori; A. Colli|titolo = Impresa e industria in Italia: dall'Unità a oggi|editore =
L'11 luglio 1962 avviene la trasformazione in [[società in accomandita semplice]] con la ragione sociale ''Radio VAR di Vichi Carlo e C. S.a.s.'' e capitale sociale di lire 6 milioni.<ref name="bigazzi"/>
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In controtendenza rispetto alle altre aziende italiane del settore, precipitate in grave crisi e costrette, per poter proseguire le attività, a ricorrere all'erogazione di denaro pubblico dalla finanziaria pubblica [[REL (finanziaria pubblica)|REL]], istituita nel 1984 dal [[Ministero dello sviluppo economico|Ministero dell'Industria]], negli anni ottanta Mivar riesce a reggersi con le proprie risorse e diventa il secondo produttore nazionale dopo [[Sèleco]], con una quota di mercato del 9,8% nel 1986.<ref name="rel">{{Cita news|autore=F. Saulino|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/04/nuovo-assalto-al-carrozzone-rel.html|titolo=NUOVO ASSALTO AL CARROZZONE REL|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|p=57|accesso=6 marzo 2021}}</ref> Le difficoltà per le aziende di elettronica che hanno impiegato gli aiuti dalla REL non cessano, mentre Mivar, sempre in controtendenza, continua a crescere: nel 1988, con una quota di mercato del 12%, i suoi televisori sono al secondo posto tra i più diffusi in Italia dopo quelli del colosso olandese [[Philips]], gli apparecchi prodotti sono {{formatnum:300000}} a colori e {{formatnum:60000}} in bianco e nero ed il fatturato è di 176 miliardi di lire.<ref name="rel"/><ref>{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/03/15/la-mivar-fa-utili-senza-spendere-per.html?ref=search|titolo=LA MIVAR FA UTILI SENZA SPENDERE PER LA PUBBLICITA'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=15 marzo 1989|p=44|accesso=6 marzo 2021}}</ref>
L'aggressiva concorrenza dei produttori di elettronica di consumo [[
In questo periodo la Mivar inizia la vendita di apparecchi televisivi dotati della modalità [[Picture-in-Picture|PIP]] (“immagine nell'immagine”), disponibile a richiesta su televisori di maggior formato (uno dei modelli più popolari fu il 28 S1 Stereo PIP TVD), oltre a fornire grossi quantitativi di televisori a numerose emittenti ed aziende del settore radiotelevisivo italiano, tra cui gli operatori [[Rai]] e [[Mediaset]], e a vendere, insieme ai televisori, dei carrelli porta televisore in plastica a scomparti, progettati internamente e da acquistare a parte e a discrezione del cliente, ad esempio per alloggiarvi apparecchi aggiuntivi da collegare alla TV, come [[videoregistratore|videoregistratori VHS]] ed in seguito [[lettore DVD|lettori DVD]]. La gamma dei prodotti Mivar di questo periodo è formata da due linee specifiche, quella dei televisori a piccolo schermo (14, 16 e 20 pollici) e quelli dei televisori a grande schermo (21, 25, 28 e 33 pollici).
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=== Gli anni 2000: il passaggio alle nuove tecnologie ed il declino ===
{{Doppia immagine verticale|destra|Mivar 32LED1 100 Hz bianco.png|Mivar 32LED1 100 Hz.png|200|Il televisore Mivar 32LED2 100Hz del 2013, nelle versioni bianco e nero|}}
Negli anni 2000 il settore degli apparecchi televisivi è caratterizzato da una profonda mutazione. L'avvento della [[globalizzazione]] dell'economia mondiale favorisce la [[delocalizzazione (economia)|delocalizzazione produttiva]] da parte delle multinazionali occidentali, giapponesi e sudcoreane, che, attratte dal minor [[costo del lavoro]], spostano intere produzioni nei paesi dell'[[Europa dell'Est]] e in [[Cina]].<ref name="devecchi">{{cita libro | autore=C. Devecchi | titolo= Problemi, criticità e prospettive dell'impresa di famiglia| volume = 1| anno= 2007| editore= Vita e Pensiero| pp=167-169}}</ref> Sul piano tecnologico, poi, i televisori si evolvono con l'introduzione dello [[schermo piatto]] e, soprattutto, con il progressivo affiancamento e superamento del sistema [[Schermo a tubo catodico|a tubo catodico]], fino ad allora unica tecnologia esistente per la visualizzazione di immagini, da parte della tecnologia al [[televisore al plasma|plasma]] e in seguito di quella [[LCD]].<ref name="devecchi"/> A favorire l'affermazione di questi nuovi tipi di apparecchi è l'innovativo ''[[design industriale|design]]'', divenuto argomento fondamentale che ha superato per importanza l'affidabilità e la qualità.<ref name="devecchi"/>
L'affermazione dello schermo a matrice di [[pixel]] rappresenta per l'azienda abbiatense l'inizio del suo declino.<ref name="villani"/><ref name="job"/><ref name="devecchi"/><ref>{{cita web|autore=G. Rusconi|url=https://st.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2006/01/mc260106-RUSCONI-tv2_PRN.shtml|titolo=Il tubo catodico non è morto. E batterà ancora i «flat»|data=gennaio 2006|accesso=6 marzo 2021}}</ref> La concorrenza sul mercato dei televisori dei produttori orientali degli anni novanta, che Mivar è stata capace di mitigare attraverso oculate scelte aziendali per quel che concerne il contenimento dei costi di produzione, nel decennio successivo si
Nel 2004, nel tentativo di recuperare mercato, Mivar mette in commercio la prima linea di TV a cristalli liquidi, ritrovandosi a dover acquistare i componenti per tali prodotti da aziende concorrenti (ad esempio, per quanto riguarda i pannelli LCD, da [[AU Optronics|AUO]], [[LG Display|LG]] e [[Samsung Electronics|Samsung]]).<ref name="pannellilcd">{{cita pubblicazione |autore= M. Lanari|titolo= Lotta all'ultimocristallo (liquido)|rivista= Job|editore= Calendario|numero= 1|anno= 2008|mese= gennaio|p=11}}</ref><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.tag24.it/175398-carlo-vichi-patron-mivar/|titolo=Carlo Vichi (patron Mivar) a Radio Cusano: “Nessuno del governo si è preoccupato quando la mia azienda è andata in crisi”|pubblicazione=Unicusano Tag24|data=16 marzo 2017|accesso=6 marzo 2021}}</ref> Nel maggio 2006, nonostante si producano ancora circa {{formatnum:700000}} apparecchi all'anno, si ricorre nuovamente alla cassa integrazione a zero ore, che stavolta riguarda tutti i dipendenti.<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=http://www.adnkronos.com/Speciali/P_Lp/It/18.html|titolo=Settimana dal 2 all’8 maggio|pubblicazione=[[ADN Kronos]].it|data=19 giugno 2006|accesso=6 marzo 2021|dataarchivio=19 ottobre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061019211652/http://www.adnkronos.com/Speciali/P_Lp/It/18.html|urlmorto=sì}}</ref>
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Nel giugno 2013 Mivar presenta il suo primo modello di [[Smart TV]], un apparecchio da 40 pollici con accesso a [[Internet]] su piattaforma [[Android]] e supporto a Google Play; denominato 40LED1 Smart TV, si tratta di una rielaborazione di un modello già a listino, la TV LCD Full HD 40LED1, che con l'aggiunta di hardware e di collegamenti ulteriori rende possibile il collegamento ad [[Internet]] sia tramite [[Wi-Fi]] che tramite cavo [[Ethernet]]. Il TV consente utilizzo delle applicazioni ed alla riproduzione di file multimediali di vario tipo e consente di interagire con il televisore collegandovi mouse e tastiere, anche wireless<ref>{{Cita web|url=https://www.avmagazine.it/news/televisori/mivar-smart-tv-android-da-40-pollici_8098.html|titolo=Mivar: Smart TV Android da 40 pollici|lingua=it|accesso=8 giugno 2021}}</ref>. Nonostante il prezzo competitivo per un apparecchio con caratteristiche del genere (circa 650 euro), complice la situazione di crisi, questo modello non riesce ad essere prodotto in adeguata serie.
Gli ultimi televisori Mivar ad uscire di produzione sono 6 modelli a LED (da 19',
I valori del [[fatturato]] e l'[[utile]] dell'azienda meneghina avevano del resto registrato un costante calo fin dal 2000, con costanti [[perdita (economia)|perdite]] nonostante riuscisse a vendere tutti i pezzi prodotti: lo stesso Carlo Vichi ha dichiarato di aver speso in totale 100 milioni di euro di fondi propri per ripianare le perdite e consentire alla sua azienda di ottenere bilanci formalmente in pareggio, poiché dal punto di vista industriale era praticamente decotta.<ref name="job" /><ref>{{cita news|autore=V. Conte|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/03/07/affitto-gratis-la-mia-mivar-chi-assume.html?ref=search|titolo="Affitto gratis la mia Mivar a chi assume 1200 italiani"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=7 marzo 2014|p=28|accesso=7 marzo 2021}}</ref> L'ultimo dato disponibile sul fatturato è relativo al 2006, anno in cui esso si aggirava sui 40 milioni di euro.<ref name="pannellilcd" />
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=== L'assistenza tecnica post chiusura e la nuova fabbrica ===
Dopo la chiusura della fabbrica, dei 60 dipendenti dell'ultimo periodo<ref name="fagnani" /> ne rimangono in servizio circa 20, addetti alla sorveglianza dell'immobile di via Dante 45 ed all'assistenza tecnica ai clienti<ref>{{Cita web|url=https://www.avmagazine.it/news/televisori/mivar-chiude-a-dicembre_8528.html|titolo=Mivar chiude a dicembre!|lingua=it|accesso=8 giugno 2021}}</ref>; in un reportage televisivo realizzato dalla trasmissione di [[Rai 3]] [[I dieci comandamenti (programma televisivo)|''I dieci comandamenti'']] le maestranze hanno riferito infatti di continuare regolarmente a ricevere richieste di riparazione di apparecchi Mivar, anche dei modelli più datati. L'assistenza, almeno formalmente, ha continuato ad essere assicurata anche presso i concessionari territoriali, fino allo scoppio della [[pandemia di COVID-19]]<ref>{{Cita web|url=http://www.mivar.it/concessionari.htm|titolo=Concessionari
Tra il 1990 e il 2001, approfittando dell'ottima situazione in cui si trovava in tale periodo, la Mivar aveva realizzato sempre ad Abbiategrasso un nuovo impianto produttivo<ref name="job" /><ref>{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/23/mivar-miracolo-ad-abbiategrasso.html?ref=search|titolo=MIVAR, MIRACOLO AD ABBIATEGRASSO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=23 novembre 1990|p=23|accesso=6 marzo 2021}}</ref>, progettato e curato personalmente in tutte le sue fasi di costruzione da Carlo Vichi. Il nuovo polo è costato 100 miliardi di lire e sarebbe in grado di produrre teoricamente fino a 2 milioni di apparecchi all'anno, impiegando una forza lavoro di 1200 persone ed estendendosi su una superficie complessiva di {{M|120000|ul=m²}}, di cui 60.000 adibiti a parco alberato e {{M|30000|u=m²}} coperti su due piani, con aree di parcheggio, una grande mensa e un presidio medico<ref>{{Cita web|url=https://www.fanpage.it/attualita/la-mia-mivar-chiude-ma-io-l-affitto-gratis-a-chi-assume-1200-italiani/|titolo=“La mia Mivar chiude, l’affitto gratis a chi assume 1200 italiani”|sito=Fanpage|lingua=it|accesso=8 giugno 2021}}</ref>. La fabbrica, complice la crisi già evidente all'inizio degli anni 2000 - da una quota di mercato del 35% nel 1999, la medesima si era ridotta ad appena l'8% nel 2006<ref name="pannellilcd" /> - non è mai divenuta operativa<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/notizie/cronaca/13_ottobre_15/mivar-addio-tv-made-italy-carlo-vichi-produrremo-mobili-207063b0-3578-11e3-9c0c-20e16e3a15ed.shtml|titolo=Mivar, addio alla tv made in Italy Carlo Vichi: «Produrremo mobili»|sito=Corriere della Sera|data=15 ottobre 2013|lingua=it|accesso=8 giugno 2021|urlmorto=sì}}</ref>; nel 2014 il proprietario offre, senza successo, di cederla gratuitamente a qualsiasi realtà del settore,
=== Lo sviluppo di prodotti per l'arredamento e la scomparsa del marchio ===
Dopo lo stop delle attività nel campo dell'elettronica, all'interno del vecchio stabilimento di Abbiategrasso è iniziata un'attività di progettazione (a cura sempre del patron Carlo Vichi) e fabbricazione di [[mobili]], più precisamente di [[tavolo|tavoli]] con sedie incorporate estraibili destinati ai luoghi pubblici, denominati in base alle sedute da S2 a S6; l'acronimo Mivar viene mantenuto cambiandone il significato, da ''Milano Vichi Apparecchi Radiofonici'' a ''Milano Vichi Arredamenti Razionali''.<ref name="fagnani" /><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.ilgiorno.it/cronaca/abbiategrasso-mivar-coniugi-1.4539597|titolo=Abbiategrasso, signore & signora Mivar: 75 anni da fiaba|pubblicazione=[[Il Giorno]].it|data=13 aprile 2019|accesso=6 marzo 2021}}</ref> Per alcuni anni questi vengono messi a listino e pubblicizzati sul sito della Mivar<ref>{{Cita web|url=http://www.mivar.it/arredi__razionali.htm|titolo=Arredi razionali
Il 20 settembre 2021 muore
=== La sinergia con Bolva Italia per il ritorno nell'ambito televisivo ===
Nel gennaio 2022, a quattro mesi dalla scomparsa del fondatore, è stata resa nota la notizia dell'avvio di una trattativa di collaborazione tra gli eredi della famiglia Vichi e Bolva Italia, società italo-[[Cina|cinese]] attiva da alcuni anni ad Abbiategrasso nel settore dei televisori, allo scopo di far riapparire il marchio Mivar nel mercato dell'elettronica di consumo, come annunciato alla stampa milanese dall'amministratore delegato di Bolva Italia Davide Marsella. Il primo obiettivo di questa iniziativa vuole essere la realizzazione di un centro assistenza congiunto Bolva-Mivar all'interno della struttura di via Dante 45<ref>Con Bolva rinasce il marchio Mivar, Ordine e Libertà Abbiategrasso, 21 gennaio 2022, p. 13.</ref>. Dall'11 febbraio 2022 ritorna funzionante il sito internet Mivar, nel quale sono disponibili tutte le informazioni relative ai primi nuovi televisori marchiati Mivar, il cui assemblaggio avviene in [[Polonia]] con componentistica cinese, nella stessa fabbrica dove sono prodotti i televisori a marchio Bolva. Dalla stessa data i centri assistenza Bolva Italia assumono l'incarico di eseguire gli interventi di manutenzione dei nuovi apparecchi a marchio Mivar.
Attualmente la presidenza della società Mivar è stata assunta da Marco Eugenio Tacchella, genero di Carlo Vichi<ref>{{Cita web|url=http://ecodellacitta.it/la-mivar-che-verra-intervista-a-marco-tacchella-2/|titolo=La Mivar che verrà, intervista a Marco Tacchella|autore=Francesco Russo|sito=L'eco della città|data=8 febbraio 2022
A partire da fine 2024 il sito internet di Mivar è nuovamente e definitivamente disattivato.
▲Attualmente la presidenza della società Mivar è stata assunta da Marco Eugenio Tacchella, genero di Carlo Vichi<ref>{{Cita web|url=http://ecodellacitta.it/la-mivar-che-verra-intervista-a-marco-tacchella-2/|titolo=La Mivar che verrà, intervista a Marco Tacchella|autore=Francesco Russo|sito=L'eco della città|data=2022-02-08|lingua=it-IT|accesso=2022-05-26}}</ref>.
== Note ==
<references />
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{{Industria elettronica in Italia}}
{{portale|aziende|elettrotecnica|elettronica|lombardia}}
[[Categoria:Mivar| ]]
[[Categoria:Abbiategrasso]]
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