Marmo di Carrara: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
m + Wikilink |
||
(8 versioni intermedie di 7 utenti non mostrate) | |||
Riga 89:
{{Citazione|Aronta è quel ch’al ventre li s’atterga, <br />
che ne’ monti di Luni, dove ronca <br />
lo Carrarese che di sotto alberga,
ebbe tra’ bianchi marmi la spelonca <br />
Riga 99:
== Storia ==
Le cave di pietra delle Alpi Apuane erano probabilmente già utilizzate durante l'[[età del ferro]] dai Liguri di [[Ameglia]] (località Cafaggio, SP). La necropoli di questo sito, a pochi chilometri a sud-ovest della colonia romana di [[Luna (colonia romana)|Luna]], è datata al IV secolo a.C. Il sito è caratterizzato da sepolture a incinerazione poste entro cassetta (cista) di lastre di pietra scistosa provenienti dal vicino promontorio del [[Capo Corvo|Corvo]]<ref>A.M. Durante, "La necropoli di Ameglia", in: ''Quaderni del centro studi Lunensi 6-7'', 1982, pp. 25-46</ref><ref>A.M. Durante, "La necropoli di Cafaggio", in: ''I Liguri. Un antico popolo europeo tra Alpi e Mediterraneo'', Catalogo della Mostra (Genova, 23 ottobre 2003-23 gennaio 2004), a cura di R. de Marinis e G. Spadea, Genova, 2004, pp. 374-378; 404-420.</ref>, ove sono pure presenti giacimenti di marmo bianco. Non a caso, la seconda fase di utilizzo del cimitero (I - II secolo d.C.), presenta cremazioni, ma pure sepolture a inumazione nella nuda terra con una rudimentale cassa di copertura composta da materiali di recupero; fra di essi, appunto, frammenti di marmo.
[[File:Fabbricazione di mortai, quadrette e balaustre di marmo nelle cave, Massa 1810 ca - san dl SAN IMG-00002965.jpg|thumb|Operai nelle cave intenti alla fabbricazione di mortai, quadrette e balaustre di marmo. <br/>Disegno a penna e acquerello di Saverio Salvioni, Massa, 1810 ca.]]
L'attività estrattiva vera e propria si sviluppò a partire dall'epoca romana, e conobbe il maggiore sviluppo sotto [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] (48-44 a.C.).
<br>L’esportazione, che avveniva tramite il porto di [[Luna (colonia romana)|Luni]] (ragion per cui il marmo delle Alpi Apuane è detto, in archeologia, ''marmo lunense''), assunse allora un’entità tale da rifornire le maestranze preposte alla costruzione delle maggiori costruzioni pubbliche di [[Roma (città antica)|Roma]] e del suo impero e di numerose dimore [[Patrizio (storia romana)|patrizie]]. ▼
▲
Delle cave più antiche, distribuite nei bacini di [[Torano (Carrara)|Torano]], [[Miseglia]] e [[Colonnata (Carrara)|Colonnata]], non resta molto, poiché l’attività estrattiva protrattasi nei secoli ha causato la loro progressiva distruzione. In tal modo, cave come quella di Polvaccio e Mandria (Torano) e Canalgrande (Miseglia) sono andate perdute. Sono, invece, ancora integre le cave di La Tagliata (Miseglia) e Fossacava (Colonnata)<ref>Sulle antiche cave lunensi vedere soprattutto E. Dolci, "La localizzazione ed il rilevamento delle cave lunensi", in ''Quaderni del Centro Studi lunensi''</ref>, sebbene scarsamente valorizzate da un punto di vista storico-archeologico e turistico<ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadimassaecarrara.it/politica/2021/03/fossacava/|titolo=Fossacava, la cava romana più grande in Europa, ma Carrara non se ne accorge|sito=La Gazzetta di Massa e Carrara|lingua=it-IT|accesso=2021-08-17|dataarchivio=17 agosto 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210817070501/https://www.lagazzettadimassaecarrara.it/politica/2021/03/fossacava/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.voceapuana.com/cronaca/2021/03/04/a-carrara-la-cava-romana-piu-grande-deuropa-se-avessero-ampliato-gli-scavi/39462/|titolo=«A Carrara la cava romana più grande d'Europa... se si fossero ampliati gli scavi»|sito=La Voce Apuana|data=2021-03-04|lingua=it|accesso=2021-08-17}}</ref>. Un'altra cava di origine certamente antica, è la cosiddetta Cava Romana di Forno (Massa), oggetto di diatribe legali per violazioni ambientali<ref>{{Cita web|url=https://voceapuana.presscommtech.com/cronaca/2018/10/26/abusi-a-cava-romana-il-ministero-scrive-a-regione-e-comune/13508/|titolo=«Abusi a Cava Romana, il Ministero scrive a Regione e Comune»|sito=La Voce Apuana|data=2018-10-26|lingua=it|accesso=2021-08-17}}</ref> e alla quale nel 2017 non è stata rinnovata la compatibilità ambientale<ref>{{Cita web|url=http://www.parcapuane.toscana.it/Priv_File_Documento_Amministrativo/14371.pdf|titolo=Pronuncia di Compatibilità Ambientale n. 4 del 5 maggio 2017}}</ref>.▼
▲Delle cave più antiche, distribuite nei bacini di [[Torano (Carrara)|Torano]], [[Miseglia]] e [[Colonnata (Carrara)|Colonnata]], non resta molto, poiché l’attività estrattiva protrattasi nei secoli ha causato la loro progressiva distruzione. In tal modo, cave come quella di Polvaccio e Mandria (Torano) e Canalgrande (Miseglia) sono andate perdute. Sono, invece, ancora integre le cave di La Tagliata (Miseglia) e Fossacava (Colonnata)<ref>Sulle antiche cave lunensi vedere soprattutto E. Dolci, "La localizzazione ed il rilevamento delle cave lunensi", in ''Quaderni del Centro Studi lunensi''</ref>, sebbene scarsamente valorizzate da un punto di vista storico-archeologico e turistico<ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadimassaecarrara.it/politica/2021/03/fossacava/|titolo=Fossacava, la cava romana più grande in Europa, ma Carrara non se ne accorge|sito=La Gazzetta di Massa e Carrara|lingua=it
Dal [[V secolo]] l'attività estrattiva subì un periodo di stasi a seguito delle [[invasioni barbariche]]. Più tardi, con la maggiore diffusione del [[cristianesimo]], il marmo fu richiesto in grandi quantità per l'edificazione degli edifici religiosi e per il loro arredo interno. <br>La fervente attività delle cave si dovette soprattutto ai [[Maestri comacini]], a [[Nicola Pisano|Nicola]] e a [[Giovanni Pisano]], che lo utilizzarono per le loro opere nell'Italia centrale. ▼
▲Dal [[V secolo]] l'attività estrattiva subì un periodo di stasi a seguito delle [[invasioni barbariche]]. Più tardi, con la maggiore diffusione del [[cristianesimo]], il marmo fu richiesto in grandi quantità per l'edificazione degli edifici religiosi e per il loro arredo interno.
La fervente attività delle cave si dovette soprattutto ai [[Maestri comacini]], a [[Nicola Pisano|Nicola]] e a [[Giovanni Pisano]], che lo utilizzarono per le loro opere nell'Italia centrale.
Gran parte delle cave erano di proprietà dei marchesi [[Malaspina]] che a loro volta le affittavano a famiglie di maestri di Carrara che gestivano sia l’estrazione sia il trasporto del prezioso materiale. Alcune di esse, come i Maffioli, i quali avevano in locazione alcune cave a nord di Carrara, nella zona di [[Torano (Carrara)|Torano]], o, negli anni ’90 del Quattrocento, Giovanni Pietro Buffa, che acquistava a credito il marmo da cavatori locali per poi rivenderlo sul mercato veneziano, furono in grado di organizzare una fitta rete commerciale, esportando il marmo anche in località lontane<ref>{{Cita libro|autore=Christiane Klapisch-Zuber|titolo=Les maitres du marbre : Carrare, 1300-1600|anno=1969|editore=J. Touzot|città=Paris|lingua=fr|pp=129-192}}</ref>. Solo per citare un esempio, a partire dal 1474, prima i Maffioli, poi il Buffa, fornirono il marmo per la facciata della [[Certosa di Pavia]], occupandosi anche del trasporto del materiale che, per nave, dopo aver circumnavigato l’Italia, giungeva al cantiere del monastero dopo aver risalito con imbarcazioni il [[Po]] e il [[Ticino (fiume)|Ticino]]<ref>{{Cita web|url=https://www.fondazionefranzoni.it/wp-content/uploads/2021/12/MARMORA_2-2021_04_STUDIA_Gemelli_HD.pdf|titolo=L’approvvigionamento lapideo tra XIV e XV secolo nei cantieri del Duomo
e della Certosa di Pavia}}</ref>. A partire dal XVI secolo, in questo florido commercio, si inserirono anche scalpellini-mercanti genovesi<ref>{{Cita libro|autore=Christiane Klapisch-Zuber|titolo=Les maitres du marbre : Carrare, 1300-1600|anno=1969|editore=J. Touzot|città=Paris|lingua=fr|p=192}}</ref>.
Durante il Rinascimento fu il marmo utilizzato da [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], che veniva a scegliere personalmente i blocchi su cui lavorare.
Nel [[XX secolo]] si fece ampio uso del marmo di Carrara durante il [[fascismo]]: {{
Nel [[Dopoguerra]], in particolare nel secondo, l'attività estrattiva è cresciuta a dismisura in termini di materiale rimosso, tanto che, la rivista [[Focus (periodico 1992)|Focus]] ha affermato che ''"negli ultimi 20 anni, qui si è scavato più che in duemila anni di storia"''<ref>{{Cita web|url=https://www.focus.it/ambiente/ecologia/alpi-apuane-le-montagne-che-scompaiono-per-cavare-il-marmo|titolo=Alpi Apuane, le montagne che scompaiono per cavare il marmo|sito=Focus.it|accesso=2021-08-17}}</ref>, tuttavia il numero degli occupati diretti nelle cave è passato, secondo il [[Corriere della Sera]], dai 16.000 degli [[Anni 1950|anni '50]] ai circa 1.000 di oggi<ref name="corriere.it">{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_23/concessioni-abusive-cave-marmo-profitto-cosi-muoiono-alpi-apuane-2d40f7b0-14f7-11eb-b371-ea3047c1855f.shtml|titolo=Concessioni abusive, cave di marmo e profitto: così muoiono le Alpi Apuane|autore=Rita Rapisardi|sito=Corriere della Sera|data=2020-10-23|lingua=it|accesso=2021-08-17}}</ref>. In risposta a tale fenomeno è nato il movimento [[No Cav]].
Riga 122 ⟶ 125:
{{P|questa voce riporta notizie in maniera approssimativa e non completamente esatta|tecnologia|arg2=storia|agosto 2021}}
[[File:Carrara - Cave di marmo.JPG|thumb|upright=0.9|Le cave viste da [[Campocecina]] e il relativo impatto sulla morfologia dei luoghi.]]
Le cave sono luoghi dove da molti secoli avviene l'escavazione e la lavorazione del marmo e possono essere di due tipi: chiuse e a cielo aperto. Per il modo con il quale viene prelevato il marmo, la profondità di prospettiva delle pareti bianche, gli ampi spazi, la precisione simmetrica dei gradoni, i piani di lavorazione, sembrano gradinate di anfiteatri.
Lo status giuridico della proprietà di molte cave apuane è piuttosto complesso e trae origine dai concetto di "''beni estimati''" e da un editto della contessa [[Maria Teresa Cybo-Malaspina|Maria Teresa Cybo Malaspina]] del [[1751]]. Sebbene nel [[1995]] la [[Corte costituzionale (Italia)|Corte Costituzionale]] avesse disposto che le concessioni delle cave fossero sempre temporanee<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/04/carrara-strada-dei-marmi-pedaggio-per-i-costi-non-ce-perche-serviva-unalternativa/1582711/|titolo=Carrara, Strada dei marmi (e dei debiti): "Pedaggio per coprire i costi". Mai pagato|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2015-05-04|lingua=it|accesso=2021-08-03}}</ref>, nell'[[ottobre]] [[2016]] ha accolto parzialmente il ricorso di alcune società private, tra le quali [[Omya]], contro la [[Legge regionale|Legge Regionale]] 35/2015 che avrebbe assimilato le cave tra i beni indisponibili comunali, stabilendo che alcune (le più "antiche") fossero da ritenersi "''private"'', altre "''pubbliche"'' ed altre ancora con quote variabili dei due regimi<ref>{{Cita web|url=https://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2016&numero=228|titolo=Corte costituzionale - Decisioni|accesso=2021-08-03}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://firenze.repubblica.it/cronaca/2016/10/24/news/le_cave_antiche_restano_private_la_consulta_da_ragione_al_governo-150505367/|titolo=Le cave "antiche" restano private, la Consulta dà ragione al Governo|sito=la Repubblica|data=2016-10-24|lingua=it|accesso=2021-08-03}}</ref>, nonostante l'appello di numerosi intellettuali contro la presunta "''[[privatizzazione]]''"<ref>{{Cita web|url=https://ilmanifesto.it/perche-le-cave-apuane-devono-essere-pubbliche/|titolo=Perché le cave Apuane devono essere pubbliche|sito=il manifesto|data=2016-09-19|lingua=it|accesso=2021-08-03}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/massa-carrara/cronaca/cave-marmo-privatizzazione-1.2486500|titolo=Cave, "no alla loro privatizzazione" / AUDIO|autore=|sito=La Nazione|lingua=it|accesso=2021-08-05}}</ref>. La classificazione dei terreni sui quali insistono le cave è stata spesso oggetto di contenziosi legali<ref>{{Cita web|url=https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2021/04/03/mentre-una-cava-di-marmo-finisce-sotto-sequestro-la-regione-toscana-attacca-il-comune-di-vagli-sotto-sugli-usi-civici/|titolo=Mentre una cava di marmo finisce sotto sequestro, la Regione Toscana attacca il Comune di Vagli Sotto sugli usi civici.|sito=Gruppo d'Intervento Giuridico odv|data=2021-04-02|lingua=it|accesso=2021-10-22}}</ref>. La [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]] ha inoltre escluso nel [[2018]] che possa essere applicato l'[[usucapione]] sugli agri marmiferi<ref>{{Cita web|url=https://
Alcune cave site nei comuni di [[Vagli Sotto]] e [[Stazzema]] ([[Arni (Stazzema)|Arni]]) insistono su terreni ''ad [[uso civico]]'', nonostante che su essi sia proibita l'attività di escavazione, ai sensi della sentenza n. 6132 del 21 settembre 2021 della Corte di Appello di Roma<ref>{{Cita web|url=https://www.voceapuana.com/attualita/2021/10/09/niente-escavazione-nei-territori-di-uso-civico-apuane-libere-la-regione-ha-sbagliato-ora-paghi-di-tasca-propria/47877/|titolo=Niente escavazione nei territori di uso civico, Apuane Libere: «La Regione ha sbagliato: ora paghi di tasca propria»|sito=La Voce Apuana|lingua=it|accesso=2021-10-22}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/lucca/cronaca/apuane-libere-diffida-la-regione-toscana-1.6901175|titolo=Apuane Libere diffida la Regione Toscana|sito=La Nazione|data=2021-10-10|lingua=it|accesso=2021-10-22}}</ref>.
Riga 134 ⟶ 137:
L'escavazione del marmo nelle [[Alpi Apuane]] risale a epoche assai remote ([[I secolo a.C.]]) e ha subito nel secolo scorso profonde trasformazioni. Anticamente l'escavazione avveniva con metodi ed utensili molto semplici, quali picconi e piccozze, e con gran dispendio di tempo e lavoro per ottenere risultati modesti. Le indagini archeologiche hanno restituito alcuni degli strumenti impiegati nel corso del tempo, oggi conservati in gran parte al Museo del Marmo e dei Beni Culturali della città di Carrara.
Anticamente il lavoro essenzialmente manuale era svolto da una manodopera costituita in gran parte da condannati a lavori di fatica, schiavi e cristiani. I primi cavatori sfruttavano le fratture naturali della roccia nelle quali inserivano dei cunei di legno di fico che poi bagnavano con acqua, la naturale dilatazione provocava il distacco del masso. Per ottenere blocchi di dimensioni stabilite, i Romani ricorsero alla tecnica della "formella". Si praticava nel masso prescelto, lungo la linea di taglio, una scanalatura profonda 15–20
La vera e grande rivoluzione nella tecnica estrattiva avvenne alla fine dell'Ottocento con le invenzioni del filo elicoidale e della puleggia penetrante. Il filo di acciaio è un cavo di 4–6 mm di diametro, ottenuto dalla torsione ad elica di tre fili. Le scanalature così determinate hanno la funzione di trasportare e distribuire, lungo il taglio eseguito dal cavo, l'acqua e la sabbia silicea, originariamente proveniente da [[Lago di Massaciuccoli|Massaciuccoli]], che servono all'azione abrasiva. Il filo elicoidale, disposto in circuito su speciali pulegge di rinvio fissate ad appositi paletti detti ''potò'', è lungo in genere alcune centinaia di metri e si muove a una velocità di 5–6 m/s, mentre incide il marmo a un ritmo di 20 cm l'ora. La puleggia penetrante è un disco d'acciaio caratterizzato, sulla circonferenza, da una scanalatura e da piccoli denti diamantati.
Riga 148 ⟶ 151:
Infine venne introdotto il filo diamantato, attualmente in uso, la cui introduzione inizialmente creò problemi di sicurezza lavorativa causa la facilità di sganciamento, problematica ora corretta.
Una volta estratto il blocco di marmo dalla cava, viene segato in lastre (2, 3
Nel [[2021]] il canale televisivo [[DMAX (Italia)|Dmax]] ha realizzato il programma ''Uomini di Pietra''<ref>{{Cita web|url=https://dmax.it/programmi-dmax/uomini-di-pietra-dove-vederlo-tv-streaming/|titolo=Uomini di pietra: guarda la nuova serie dal 12 novembre su discovery+|autore=© 2019 Discovery Italia Srl Tutti i diritti riservati P.IVA 04501580965|sito=© 2019 Discovery Italia Srl Tutti i diritti riservati P.IVA 04501580965|lingua=it|accesso=2021-08-06|dataarchivio=26 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211026054319/https://dmax.it/programmi-dmax/uomini-di-pietra-dove-vederlo-tv-streaming/|urlmorto=sì}}</ref>, distribuito da [[Discovery+]], relativo all'estrazione del marmo sulle [[Alpi Apuane]], e in particolare nelle cave della società [[Henraux Spa]]<ref>{{Cita web|url=https://www.henraux.it/it/comunicati-stampa/uomini-di-pietra.asp|titolo=“UOMINI DI PIETRA”|autore=THETIS Srl Grafica- Multimedia|sito=HENRAUX|lingua=it|accesso=2021-08-06}}</ref>, suscitando le critiche del mondo [[Ambientalismo|ambientalista]]<ref>{{Cita web|url=http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/11/forti-critiche-del-mondo-ambientalista-al-documentario-uomini-di-pietra/|titolo=Forti critiche del mondo ambientalista al documentario “Uomini di Pietra”|lingua=it
== Il trasporto del marmo nel tempo ==
Riga 157 ⟶ 160:
Il primo rudimentale metodo di trasporto si chiamava "abbrivio" e consisteva nel fare rotolare il masso giù dalle pendici, senza alcun controllo, fino a farlo fermare su un letto di detriti più fini. Il procedimento, ampiamente praticato nei tempi antichi, era tanto pericoloso che fu vietato per legge quando si affermò il metodo della "[[lizzatura]]".
La lizzatura è un metodo tradizionale di trasporto del marmo su slitta, ancora praticato nei primi decenni del [[XX secolo]]. Fondamentalmente il blocco di marmo veniva saldamente fissato ad una slitta di legno trattenuta a monte da un sistema di funi scorrevoli. La slitta veniva gradualmente abbassata lungo il pendio da una squadra di uomini che allentava le funi e controllava il percorso della slitta. Alla lizzatura partecipavano dodici uomini: era un lavoro di squadra molto rischioso. Davanti alla slitta si poneva il capo lizza, in genere l'operaio più esperto della squadra, con il delicato compito di controllare che la discesa procedesse per il meglio. Il capo lizza disponeva i "parati" sul terreno davanti alla lizza, e dava il segnale ai mollatori di allentare o stringere i cavi al momento giusto. I "parati" erano robuste assi di legno di ciliegio, insaponate dal più giovane della compagnia, che erano aggiunte anteriormente al carico mano mano che questo procedeva nella discesa, consentendogli di scivolare senza incontrare ostacoli.[[File:Marina di Carrara - Monumento al ''Buscaiol''.JPG|thumb|upright=1.1|''[[Monumento
A partire dagli ultimi decenni del [[XIX secolo]] si affermò il trasporto del marmo su rotaia, grazie alla costruzione di un apposito tracciato ferroviario poco dopo l'[[Proclamazione del Regno d'Italia|Unità d'Italia]]. La [[Ferrovia Marmifera Privata di Carrara|Ferrovia Marmifera]] fu adibita per quasi un secolo al trasporto del marmo in concorrenza con la tradizionale lizzatura, i convogli di carri trainati da buoi e i primi tentativi di trasporto su strada con trattrici e su gomma. Costruita fra il [[1876]] e il [[1890]] la ferrovia collegava i principali centri di stoccaggio dei blocchi dei tre bacini marmiferi carraresi - Torano, Miseglia e [[Colonnata (Carrara)|Colonnata]] - con le segherie in pianura, il porto di Marina di Carrara e la rete ferroviaria nazionale. La costruzione del tracciato rappresentò un'impresa ingegneristica considerevole dati i mezzi dell'epoca: si dovevano superare
La "marmifera" operò a lungo in sostituzione della rete stradale, ma la costruzione di sempre più numerose strade di arroccamento e la conseguente concorrenza con i moderni mezzi di trasporto su gomma la rese antieconomica. Dopo un breve travaglio la ferrovia cessò la sua attività nel [[1964]] e il suo tracciato venne in gran parte smantellato. Alcuni tratti vennero trasformati in strade.
Riga 166 ⟶ 169:
== Destinazione del marmo estratto dalle cave ==
[[File:Carrare exploitation du marbre.jpg|thumb|upright=1.2|Sfruttamento intensivo del marmo di Carrara e il relativo [[Paesaggio|impatto paesaggistico]].]]
Circa il 75% dell’estratto nelle cave è costituito da marmo in scaglie e polvere, impiegato come [[carbonato di calcio]], destinato a usi industriali, mentre il 25% è marmo in blocchi<ref name=":2">{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/01/carrara-il-disastro-continua-salviamo-le-apuane-dalla-gruviera-delle-cave/5817806/|titolo=Blog {{!}} Carrara, il disastro continua. 'Salviamo le Apuane' dalla gruviera delle cave|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2020-06-01|lingua=it
Per effettuare le operazioni di segagione e [[lucidatura]] vi sono in attività nella [[provincia di Massa-Carrara]] centinaia di segherie le quali, per attrezzatura e per il grado di specializzazione raggiunto, lavorano marmi e graniti provenienti da tutto il mondo.
Riga 172 ⟶ 175:
In ogni segheria funzionano particolari telai dotati di lame d'acciaio intervallate alla distanza corrispondente allo spessore richiesto dalle lastre. Ad ogni telaio è impresso un movimento orizzontale ed un continuo abbassamento, mentre le lame, realizzate con una miscela di diamanti e acciaio servono a creare l'azione abrasiva completando il taglio.
A Carrara ha sede un "Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato del Marmo", che è in grado di conferire una qualificazione specifica ai lavoratori di questo settore.
== Minerali del marmo di Carrara ==
Riga 187 ⟶ 190:
{{P|voce che riporta soltanto un punto di vista fazioso sull'argomento, fonti citate non sono verificate ed autorevoli, scarsa rilevanza delle fonti e degli argomenti trattati|ecologia|arg2=tecnologia|agosto 2021}}{{Vedi anche|No Cav|Estrattivismo}}
[[File:Cava di Gioia (Carrara).jpg|miniatura|Cava di Gioia ([[Carrara]]) e la relativa modifica irreversibile della forma di vetta]]
L'attività estrattiva ha tuttavia anche risvolti negativi per la collettività e per l'ambiente naturale: ha un impatto negativo<ref>{{Cita web|url=https://vdnews.tv/article/salvare-alpi-apuane-marmo|titolo=Dobbiamo salvare le nostre montagne|sito=vdnews.tv|lingua=it
Il fatto che circa il 75% dell’estratto nelle cave sia costituito da scaglie successivamente polverizzate per produrre il [[carbonato di calcio]], lavorato da multinazionali quali: [[Omya]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/01/carrara-il-disastro-continua-salviamo-le-apuane-dalla-gruviera-delle-cave/5817806/|titolo=Blog {{!}} Carrara, il disastro continua. 'Salviamo le Apuane' dalla gruviera delle cave|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2020-06-01|lingua=it
Non mancano nemmeno i sospetti di [[Cosa nostra|infiltrazione mafiosa]] nel mondo delle cave carraresi dagli [[Anni 1980|anni '80]] al [[1992]]<ref>{{Cita web|url=http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2017/01/16/news/quando-la-mafia-conquisto-le-cave-1.14723631|titolo=Quando la mafia conquistò le cave|sito=Il Tirreno|data=2017-01-16|lingua=it
Contro l'attività estrattiva intensiva sulle Alpi Apuane si battono da anni<ref>{{Cita web|url=https://it.ejatlas.org/conflict/la-devastazione-delle-alpi-apuane-a-causa-dellescavazione-del-marmo|titolo=La distruzione delle Alpi Apuane a causa dell'estrazione del marmo {{!}} EJAtlas|autore=EJOLT|sito=Environmental Justice Atlas|lingua=it|accesso=2021-08-16}}</ref> numerose<ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/massa-carrara/cronaca/le-richieste-degli-ambientalisti-1.6430961|titolo=Le richieste degli ambientalisti|sito=La Nazione|data=2021-06-01|lingua=it|accesso=2021-08-16}}</ref> associazioni ambientaliste ([[Legambiente]]<ref>{{Cita web|url=https://www.legambientecarrara.it/category/temi-locali/marmo/cave/|titolo=Legambiente Carrara » CaveLegambiente Carrara|accesso=2021-08-03}}</ref>, [[Gruppo d'Intervento Giuridico|Gruppo d’Intervento Giuridico]]<ref>{{Cita web|url=https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/tag/alpi-apuane/|titolo=Alpi Apuane|sito=Gruppo d'Intervento Giuridico odv|lingua=it
Sono comparsi numerosi articoli di denuncia della situazione ambientale apuana su quotidiani e riviste<ref name=":2" /><ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_23/concessioni-abusive-cave-marmo-profitto-cosi-muoiono-alpi-apuane-2d40f7b0-14f7-11eb-b371-ea3047c1855f.shtml|titolo=Concessioni abusive, cave di marmo e profitto: così muoiono le Alpi Apuane|autore=Rita Rapisardi|sito=Corriere della Sera|data=2020-10-23|lingua=it|accesso=2021-08-03}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/green-and-blue/2018/04/20/news/montagna_alpi_cave-301057722/|titolo=La montagna scomparsa|sito=la Repubblica|data=2018-04-20|lingua=it|accesso=2021-08-03}}</ref
Nel [[2020]] il [[Partito politico|partito]] [[Europa Verde]], che si prefigge la chiusura delle cave ricadenti nel parco e l'abrogazione delle deroghe regionali, ha sollevato la questione nelle sedi istituzionali e ha proposto un [[Referendum|referendum abrogativo]] riguardante le [[Legge regionale|norme regionali]] più favorevoli alle cave<ref name=":0" /><ref name=":1" />.[[File:Carrara - Cave di marmo3.JPG|thumb|upright=0.9|Le cave viste da [[Campocecina]], con la modifica irreversibile di alcune [[Alpi Apuane|vette]].]]Ulteriore visibilità internazionale alle cave apuane e ai danni da loro provocati è stata data dalla vittoria della serie di fotografie intitolata ''White Gold'' di [[Luca Locatelli]] nel ''[[Sony World Photography Awards]]'' del [[2018]]<ref>{{Cita web|url=https://www.worldphoto.org/sony-world-photography-awards/winners-galleries/2018/professional/winners/landscape/1st-place-white|titolo=1st Place, "White Gold" by Luca Locatelli|sito=World Photography Organisation|lingua=en|accesso=2021-08-05}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/2018/04/20/sony-world-photography-awards-tre-italiani-tra-i-vincitori-luca-locatelli-roselena-romistella-gianmaria-gava_a_23415963/|titolo=Le foto più belle dell'anno sono di tre italiani. Tutti i vincitori del Sony 2018|sito=L'HuffPost|data=2018-04-20|lingua=it|accesso=2021-08-05}}</ref>. Infatti, questi scatti erano stati pubblicati dal [[The New York Times|New York Times]] a corredo di un articolo sul marmo di Carrara che, sebbene non affrontasse direttamente il tema dell'impatto ambientale e paesaggistico dell'escavazione, poneva l'accento sulla massiccia diffusione globale del marmo di Carrara per usi edilizi e non più artistici<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Luca|cognome=Locatelli|nome2=Sam|cognome2=Anderson|url=https://www.nytimes.com/2017/07/26/magazine/the-majestic-marble-quarries-of-northern-italy.html|titolo=The Majestic Marble Quarries of Northern Italy|pubblicazione=The New York Times|data=2017-07-26|accesso=2021-08-05}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://stonenews.eu/it/le-maestose-cave-di-marmo-del-nord-italia/|titolo=Le maestose cave di marmo del Nord Italia|autore=stonenews|sito=StoneNews.eu|data=2020-12-25|lingua=it
Più direttamente connessa alla causa "''no cav''" è stata data dalla vittoria del ''[[Wildlife Photographer of the Year]]'' nel [[2020]] di una fotografia notturna di [[Canis lupus|lupi]] nei pressi del [[Monte Corchia]]<ref name="nhm.ac.uk">{{Cita web|url=https://www.nhm.ac.uk/discover/wildlife-photographer-of-the-year-save-the-apuan-alps.html|titolo=Wildlife Photographer of the Year: the fight to save the Apuan Alps|lingua=en|accesso=2021-08-03}}</ref> intitolata ''Wolf Mountain'' e realizzata da [[Lorenzo Shoubridge]], [[Fotografo|artista]] che in varie interviste si è espresso contro le cave<ref>{{Cita web|url=https://voceapuana.presscommtech.com/cultura-e-spettacolo/2020/05/02/ad-ali-aperte-nella-notte-lo-scatto-di-lorenzo-shoubridge-vola-a-londra/27801/|titolo=Ad ali aperte nella notte, lo scatto di Lorenzo Shoubridge vola a Londra|sito=La Voce Apuana|data=2020-05-02|lingua=it|accesso=2021-08-05}}</ref>.
|