Bruno Contrada: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
ripristino nota
 
(26 versioni intermedie di 13 utenti non mostrate)
Riga 52:
|Epoca2 = 2000
|PreAttività = è un ex
|Attività = funzionariopoliziotto
|Attività2 = agente segreto
|AttivitàAltre = {{sp}}e [[poliziotto]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = ; è stato dirigente generale della [[Polizia di Stato]], numero tre del [[SISDE]], capo della [[Squadra mobile]] di [[Palermo]], e capo della sezione siciliana della [[Criminalpol]]
Riga 64 ⟶ 63:
 
L'11 febbraio 2014 la [[Corte europea dei diritti dell'uomo]] (CEDU) ha condannato lo [[Italia|Stato italiano]] poiché ha ritenuto che la ripetuta mancata concessione degli [[arresti domiciliari]] a Contrada, sino al luglio 2008, pur se gravemente malato e malgrado la palese incompatibilità del suo stato di salute col regime carcerario, fosse una violazione dell'art. 3 Cedu (divieto di trattamenti inumani o degradanti)<ref name="cedu">{{cita testo|url=http://www.dirittoegiustizia.it/news/17/0000066544/Caso_Contrada_la_CEDU_condanna_l_Italia_per_avergli_negato_i_domiciliari_malgrado_fosse_gravemente_malato.html|titolo=Caso Contrada: la CEDU condanna l'Italia per avergli negato i domiciliari malgrado fosse gravemente malato|accesso=15 aprile 2015|dataarchivio=8 maggio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150508043556/http://www.dirittoegiustizia.it/news/17/0000066544/Caso_Contrada_la_CEDU_condanna_l_Italia_per_avergli_negato_i_domiciliari_malgrado_fosse_gravemente_malato.html|urlmorto=sì}}</ref>.
Il 13 aprile 2015 la stessa Corte europea dei diritti umani ha condannato lo Stato italiano stabilendo un risarcimento per danni morali da parte dello Stato italiano perché non doveva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa dato che, all'epoca dei fatti (1979-1988), il reato non era ancora previsto dall'[[ordinamento giuridico]] italiano (principio di ''[[nulla poena sine lege]]''), e nella sentenza viene affermato che ''«il reato non era sufficientemente chiaro, né prevedibile da lui. Contrada non avrebbe potuto conoscere le pene in cui sarebbe incorso»''.<ref name=garan>{{cita testo|url=http://ilgarantista.it/2015/04/15/il-mostro-e-innocente/|titolo=Davide Vari, ''Il mostro è innocente''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150424213308/http://ilgarantista.it/2015/04/15/il-mostro-e-innocente/ }}, Cronache del Garantista, 15 aprile 2015</ref><ref name="ilfattoquotidiano.it">{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/15/caso-contrada-fatti-confermati-ed-erano-gravissimi/1593466/|titolo=Blog {{!}} Bruno Contrada: fatti confermati, ed erano gravissimi|sito=Il Fatto Quotidiano|data=15 aprile 2015|lingua=it|accesso=21 luglio 2023}}</ref> In seguito a ciò, nel giugno 2015 è incominciata la [[revisione (ordinamento penale italiano)|revisione del processo]] di Contrada<ref name=revisione/>, poi respinta il 18 novembre. Gli avvocati di Contrada hanno presentato istanza di revoca della condanna, respinta dalla corte d'appello di Palermo, e infine accolta nel 2017 dalla corte di Cassazione<ref name="revoca">{{Cita web|url=https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/mafia-cassazione-revoca-la-condanna-inflitta-all-ex-007-bruno-contrada_3082796-201702a.shtml|titolo=Mafia, Cassazione revoca la condanna inflitta all'ex 007 Bruno Contrada|sito=Tgcom24|data=7 luglio 2017|lingua=IT|accesso=21 luglio 2023}}</ref>, che ha dichiarato "ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza di condanna". La Corte di Cassazione ha chiuso quindi la vicenda perché il fatto non era previsto come reato all'epoca degli eventi contestati, in accoglimento della sentenza di Strasburgo.
 
Il 14 ottobre 2017 il [[Capo della polizia - direttore generale della pubblica sicurezza|capo della Polizia]] [[Franco Gabrielli]] ha revocato il provvedimento di destituzione di Bruno Contrada, reintegrandolo come pensionato nella Polizia di Stato. La revoca della destituzione è retroattiva e parte dal gennaio 1993, data della rimozione dal servizio.
 
== Biografia ==
Entrato in Polizia nel 1962, frequentò a [[Roma]] il corso di istruzione presso l'[[Scuola superiore di polizia|Istituto superiore di polizia]]. Dopo alcuni ruoli nel Lazio, nel [[1973]] gli venne affidata la direzione della [[squadra mobile]] di [[Palermo]].<ref>{{Cita web|url=https://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=CONTRADA+Bruno|titolo=Biografia di Bruno Contrada|lingua=it|accesso=21 luglio 2023}}</ref>
 
Contrada fu uno degli investigatori che indagarono sul caso della scomparsa di [[Mauro De Mauro]], giornalista rapito e assassinato dalla mafia nel [[1970]]. Secondo lui e secondo [[Boris Giuliano]] la scomparsa era legata alle indagini di De Mauro sull'attentato in cui morì [[Enrico Mattei]], presidente dell'[[Eni]], morto ufficialmente in un incidente aereo, mentre altri come [[Carlo Alberto dalla Chiesa]] pensavano fosse dovuta all'inchiesta sulla droga che stava svolgendo. In seguito nella vicenda entrarono anche i servizi segreti; alcuni hanno avvicinato la figura di un certo "signor X" (forse [[Vito Guarrasi]]) a Contrada.<ref>[[Giorgio Galli]], ''Enrico Mattei: petrolio e complotto italiano'', Baldini & Castoldi, 2005 - ISBN 88-8490-686-5</ref> Insieme a Contrada, Dalla Chiesa e Giuliano, lavorava al caso anche [[Giuseppe Russo (carabiniere)|Giuseppe Russo]]; Dalla Chiesa, Giuliano e Russo saranno in anni seguenti assassinati dalla mafia, anche se i metodi delldi quest'ultimo saranno contestati e su di lui graveranno alcune pesanti ombre (come per l'indagine sulla [[strage di Alcamo Marina]]).<ref>{{cita testo|url=http://ilgarantista.it/2014/11/07/gulotta-22-anni-in-carcere-da-innocente-per-un-crimine-di-stato/|titolo=Gulotta, 22 anni in carcere da innocente. Per un crimine di Stato |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304190732/http://ilgarantista.it/2014/11/07/gulotta-22-anni-in-carcere-da-innocente-per-un-crimine-di-stato/ }}</ref> Nel 1976 lasciò a Giuliano la guida della mobile palermitana per passare alla [[Criminalpol]].
 
Nel [[1982]] Contrada transitò nei ruoli del [[SISDE]] con l'incarico di coordinarne i centri della [[Sicilia]] e della [[Sardegna]]. Nel settembre del [[1982]] viene nominato dal prefetto [[Emanuele De Francesco]] Capo di Gabinetto dell'[[Alto commissario per il coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa|Alto Commissario per la lotta contro la mafia]], incarico che ricopre fino al dicembre del 1985; Nel [[1986]] fu chiamato a Roma presso il Reparto Operativo della Direzione del SISDE.<ref name=bio>{{cita testo|url=http://www.brunocontrada.info/bio.php|titolo=InformazioneInformazioni biografiche|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160221102257/http://www.brunocontrada.info/bio.php }}</ref>
 
Tra le azioni da lui dirette, numerosi arresti di [[traffico di droga|trafficanti di droga]] e una vasta operazione contro un'organizzazione mafiosa che faceva capo alle famiglie dei [[Clan dei Cursoti|Cursoti]], dei [[Francesco Madonia|Madonia]] e ai [[Corleonesi]], che aveva come base operativa l'autoparco di Milano.<ref name=bio/> Il 3 luglio 1993 (quindi sette mesi dopo l'arresto di Bruno Contrada) l'attività informativa da lui avviata portò al sequestro di beni mobili e immobili, titoli di credito e azioni che facevano capo a [[Totò Riina]] e [[Bernardo Provenzano]].<ref name=bio/>
Riga 82 ⟶ 81:
=== Il primo processo per concorso esterno in associazione mafiosa ===
 
Il 24 dicembre 1992, alle 7 di mattina venne arrestato, con mandato di cattura richiesto dal procuratore [[Gian Carlo Caselli]], perché accusato di [[concorso esterno in associazione di tipo mafioso]] (estensione giurisprudenziale dell'art. 416 bis [[Codice penale italiano|Codicecodice penale]])<ref>{{Cita web|url=https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1992/12/24/Altro/I-FATTI-DEL-GIORNO-2A-EDIZIONE-4-LA-CRONACA_145900.php|titolo=I FATTI DEL GIORNO. 2/A EDIZIONE (4): LA CRONACA|autore=Adnkronos|sito=Adnkronos|data=24 dicembre 1992|accesso=21 luglio 2023}}</ref> sulla base delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia (tra i quali [[Gaspare Mutolo]], [[Tommaso Buscetta]], [[Giuseppe Marchese (criminale)|Giuseppe Marchese]], [[Salvatore Cancemi]])<ref name=busc>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/11/Contrada_aula_Stato_antistato_co_0_9404113628.shtml|titolo=Contrada, in aula Stato e antistato}}</ref> e rimase in regime di [[Misure cautelari personali coercitive#Custodia cautelare in carcere|carcere preventivo]] fino al 31 luglio [[1995]], detenuto, limitatamente a questo periodo, nel carcere militare di [[Forte Boccea]] ([[Roma]])<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/agosto/01/Contrada_libero_fiducia_nei_giudici_co_0_9508017764.shtml|titolo=Contrada libero: ho fiducia nei giudici}}</ref>.{{citazione|Nel 1979 Riccobono mi disse che potevo nascondermi nel territorio della sua famiglia. E soggiunse: io ci ho il dottor Contrada e posso avere tutte le informazioni...|Tommaso Buscetta<ref name=busc/>}}
 
Il primo processo a suo carico, incominciato il 12 aprile [[1994]]<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/12/voci_veleni_processo_Contrada_co_0_9404123471.shtml|titolo=Voci e veleni al processo Contrada}}</ref>, si concluse il 19 gennaio [[1996]], quando, al termine di una requisitoria protrattasi per ventidue udienze, il pubblico ministero [[Antonio Ingroia]] chiese la condanna a dodici anni<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/20/Contrada_tradi_polizia__co_0_960120095.shtml|titolo=Severa requisitoria del pm Ingroia: l'ex numero tre del Sisde "a totale disposizione di Cosa Nostra"}}, Corriere della Sera, Archivio</ref>. Il 5 aprile [[1996]] i giudici disposero dieci anni di reclusione e tre di libertà vigilata<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/06/Contrada_favoriva_boss_anni_co_0_9604062699.shtml|titolo="Contrada favoriva i boss": 10 anni}}</ref>.
 
L'allora [[Capo della polizia e direttore generale della pubblica sicurezza|Capocapo della Poliziapolizia]] [[Vincenzo Parisi]]<ref>{{Cita web |url=http://poliziadistato.it/articolo/1479-Vincenzo_Parisi |titolo=Vincenzo Parisi (Poliziadistato.it) |accesso=27 luglio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090907145316/http://www.poliziadistato.it/articolo/1479-Vincenzo_Parisi |urlmorto=sì }}</ref> si prodigò invece per difendere l'indagato.<ref>''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'' 27 dicembre 1992</ref> [[Antonino Caponnetto]] giudicò incauta la posizione assunta da Parisi.<ref>''[[La Stampa]]'' 28 dicembre 1992</ref> [[Luciano Violante]], nel frattempo divenuto presidente della [[Commissione parlamentareParlamentare Antimafia]], parlò in proposito di "caratteristica strutturale" circa il rapporto di [[Cosa nostra]] con il potere.<ref>''[[Il Messaggero]]'' 2 gennaio 1993</ref>
Il giudice [[Antonino Caponnetto]] disse che ''«quando Contrada venne interrogato sull'[[Piersanti Mattarella|omicidio Mattarella]] mi rimase impresso un gesto di Falcone: una volta che Contrada ebbe terminato, entrambi, io e Falcone, ci alzammo per stringergli la mano. Poi Falcone fissò la propria mano per qualche istante e la pulì vistosamente sui pantaloni. Era un chiaro segno di ribrezzo»''. Quando gli fu riferito che ciò non poteva essere accaduto (l'interrogatorio a Contrada non era stato verbalizzato dall'ufficio istruzione di Falcone ma dal procuratore della Repubblica Vincenzo Pajno) Caponnetto cambiò versione, ammettendo che forse si era sbagliato, che Falcone non lo fece in aula ma, “eventualmente”, nel suo studio.<ref name=garan>{{cita testo|url=http://ilgarantista.it/2015/04/15/il-mostro-e-innocente/|titolo=Davide Vari, ''Il mostro è innocente''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150424213308/http://ilgarantista.it/2015/04/15/il-mostro-e-innocente/ }}, Cronache del Garantista, 15 aprile 2015</ref>
 
L'allora [[Capo della polizia e direttore generale della pubblica sicurezza|Capo della Polizia]] [[Vincenzo Parisi]]<ref>{{Cita web |url=http://poliziadistato.it/articolo/1479-Vincenzo_Parisi |titolo=Vincenzo Parisi (Poliziadistato.it) |accesso=27 luglio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090907145316/http://www.poliziadistato.it/articolo/1479-Vincenzo_Parisi |urlmorto=sì }}</ref> si prodigò invece per difendere l'indagato.<ref>''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'' 27 dicembre 1992</ref> [[Antonino Caponnetto]] giudicò incauta la posizione assunta da Parisi.<ref>''[[La Stampa]]'' 28 dicembre 1992</ref> [[Luciano Violante]], nel frattempo divenuto presidente della [[Commissione parlamentare Antimafia]], parlò in proposito di "caratteristica strutturale" circa il rapporto di [[Cosa nostra]] con il potere.<ref>''[[Il Messaggero]]'' 2 gennaio 1993</ref>
 
Secondo Mutolo, la mafia era un'organizzazione dalla spiccata natura [[anticomunista]], che aveva servito la causa atlantica sia portando voti alla [[Democrazia Cristiana]], sia contrastando con ogni mezzo le iniziative delle formazioni progressiste (l'esempio più famoso nella [[strage di Portella della Ginestra]]). Questa attitudine aveva come contropartita una sorta di tacita ''pax mafiosa'': per anni, lo Stato aveva evitato di combattere efficacemente contro quell'organizzazione criminale. A metà degli [[anni 1970]] qualcosa era cambiato, poiché la politica sembrava aver accantonato i progetti di colpo di Stato. Nel mutato scenario, si osava attaccare i vertici mafiosi avvalendosi dello strumento giuridico dell'[[associazione per delinquere]]. L'incriminazione per tale reato, in buona sostanza, esponeva i boss al rischio di essere coinvolti nella responsabilità per ogni misfatto importante che accadesse nei rispettivi "[[Mandamento (mafia)|mandamenti]]".<ref>De Lutiis, ''I servizi,'' op. cit., pag. 382</ref>
Riga 94 ⟶ 91:
L'analisi mafiosa della situazione aveva naturalmente individuato dei soggetti responsabili: oltre al medesimo Contrada, [[Boris Giuliano]] e Tonino De Luca.<ref>{{Cita web |url=http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?___domain=rubriche&action=articolo&idArticolo=1661 |titolo=Polizia e Democrazia |accesso=27 luglio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150426014258/http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?___domain=rubriche&action=articolo&idArticolo=1661 |urlmorto=sì }}</ref> Nei confronti di questi uomini dello Stato, secondo Mutolo, la mafia avrebbe adottato una strategia del bastone e della carota: prima il tentativo di minaccia/corruzione e in seguito l'omicidio.<ref>Vi sono diversi atti processuali da cui trapela che Contrada avrebbe tra l'altro ottenuto dal mafioso {{cita testo|url=http://www.brunocontrada.info/arresto.php|titolo=Angelo Graziano|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150428002342/http://www.brunocontrada.info/arresto.php }} la disponibilità di un appartamento in cui consumava appuntamenti galanti. La vicenda sarebbe strettamente collegata al [[1992#Dicembre|suicidio del magistrato Domenico Signorino]]. Si confronti De Lutiis, ''I servizi,'' op. cit., nota a pag. 582.</ref>
 
Mutolo sostiene di aver appreso da [[Rosario Riccobono]] che Contrada "era ormai passato a disposizione della mafia".<ref>Corte d'assise di Palermo, Sentenza contro Bruno Contrada, pag. 183</ref> Dalla medesima fonte, Mutolo sapeva che il primo mafioso di rango a stabilire un rapporto di amicizia con Contrada sarebbe stato [[Stefano Bontate]], avvalendosi dei buoni uffici prestati dal conte [[Arturo Cassina]],<ref>{{cita testo|url=http://www.santosepolcro.sicilia.it/luogotenenza/index.html|titolo=Luogotenenza Italia Sicilia - Santo Sepolcro: Nel 1964 il conte Arturo Cassina ha voluto dare all'Ordine una signorile sede, dove riunirsi e svolgere attività culturale. ...|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130315022709/http://www.santosepolcro.sicilia.it/luogotenenza/index.html }}</ref> una sorta di vicino di casa per il mafioso, nonché confratello del funzionario SISDE presso l'[[Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme|Ordine del Santo Sepolcro]].<ref name="ad">{{Cita web|url=https://www.antimafiaduemila.com/content/view/1610/78/|titolo=Tendenze attuali del fenomeno mafioso e problemi conseguenti|autore=Giovanni Falcone|sito=Antimafia Duemila {{!}} Fondatore Giorgio Bongiovanni|data=11 novembre 2007|lingua=it|accesso=21 luglio 2023}}</ref> Questa duplicità di relazioni risulta dalle carte processuali. L'Ordine del Santo Sepolcro confermò l'appartenenza dei due soggetti che abbiamo richiamato (d'altronde le liste di quella confraternita sono di pubblico dominio), ma smentì che avessero un rapporto personale. Al contrario, i magistrati ritennero non solo l'esistenza di questo contatto, ma anche una sorta di collaborazione piuttosto spinta tra Contrada e il nominato Riccobono, al punto che più volte il secondo sarebbe stato informato dal primo dei vari tentativi di catturarlo a opera della polizia,<ref name=ad/> il tutto attraverso l'avvocato Cristoforo Fileccia.<ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/soggetti/16851/cristoforo-fileccia|titolo=Interventi di Cristoforo Fileccia|sito=Radio Radicale|lingua=it|accesso=21 luglio 2023}}</ref>
 
L'ex magistrato Gian Carlo Caselli sul caso Contrada ha osservato che: «Tutte le sentenze di condanna a suo carico concludono dicendo che l'imputato ha dato il contributo sistematico e consapevole sia alla conservazione sia al rafforzamento di Cosa Nostra. Ci sono state “soffiate” per consentire la fuga di latitanti in occasioni di imminenti operazioni di polizia. Tre volte in favore di Totò Riina e di altri due latitanti mafiosi nel 1981. Risulta che l’imputato si sia mosso con la Questura per far avere la patente a Stefano Bontate e a Michele Greco detto “Il Papa”. A monte delle soffiate c'erano amichevoli contatti con Bontate, Salvatore Inzerillo, Michele Greco e Salvatore Riina: tutti mafiosi ai vertici di Cosa Nostra. In sostanza, secondo un pentito, dire che Contrada era nelle mani di Cosa Nostra era come dire pane e pasta: tutti lo sapevano».
Riga 102 ⟶ 99:
 
=== Il nuovo processo ===
Il 12 dicembre [[2002]] la [[Corte di cassazione]] annullò la sentenza di secondo grado, ordinando un nuovo processo, davanti a una diversa sezione della Corte d'Appelloappello di Palermo<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/12/13/contrada-il-processo-da-rifare.html|titolo=Contrada, il processo è da rifare - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=13 dicembre 2002|lingua=it|accesso=21 luglio 2023}}</ref>.
 
Al termine del nuovo processo, il 25 febbraio [[2006]] i giudici di secondo grado confermarono, dopo 31 ore di camera di consiglio, la sentenza di primo grado che condannava Bruno Contrada a 10 anni di carcere e al pagamento delle spese processuali<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/02_Febbraio/25/contrada.shtml|titolo=Corriere della Sera - Mafia, confermati 10 anni per Contrada|accesso=21 luglio 2023}}</ref>.
Riga 129 ⟶ 126:
Il 2 gennaio [[2008]] rientrando in carcere ha assegnato mandato al proprio legale di presentare istanza di revisione del processo che lo ha condannato in via definitiva a 10 anni di detenzione<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/caso-contrada/torna-in-carcere/torna-in-carcere.html|titolo=Contrada torna in carcere "Ora chiederemo la libert�" - cronaca - Repubblica.it|accesso=21 luglio 2023}}</ref>. L'8 gennaio il tribunale di Napoli ha respinto ogni istanza di differimento della pena insieme alla richiesta degli [[arresti domiciliari]]<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/08_gennaio_08/contrada_pena_tribunale_711ad9b2-bdf1-11dc-8e86-0003ba99c667.shtml|titolo=Niente pena differita per Contrada Corriere della Sera|accesso=21 luglio 2023}}</ref>.
 
Il 10 gennaio 2008 il Presidentepresidente della Repubblica ha inviato una lettera al ministero della Giustizia per revocare l'avvio dell'iter, ponendo fine, di fatto, alla ''querelle'' giudiziaria<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/caso-contrada/quirinale-grazia/quirinale-grazia.html|titolo=Contrada, il Quirinale frena ritirato l'iter per la grazia - cronaca - Repubblica.it|accesso=21 luglio 2023}}</ref>. Il 16 aprile 2008 chiede che gli venga praticata l'[[eutanasia]]. La richiesta è stata presentata al giudice tutelare del tribunale di [[Santa Maria Capua Vetere]] dalla sorella, che ha spiegato che Contrada «vuole morire» perché «questa sembra l'unica strada percorribile per mettere fine alle sue infinite pene»<ref>{{cita testo|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=255485|titolo=La sorella di Contrada: "Eutanasia per Bruno"}}, da [[il Giornale]], 17 aprile [[2008]]{{Ci}}</ref>.
 
Il 21 luglio dello stesso anno i suoi legali hanno diffuso la notizia che Contrada in carcere sarebbe dimagrito di 22 chili per dimostrare l'incompatibilità dell'ex dirigente del Sisde col regime carcerario<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/luglio/24/Procura_Contrada_malato_scarcerato_co_9_080724101.shtml|titolo=La Procura su Contrada: è malato, va scarcerato}}</ref>. I familiari ed il legale hanno omesso di dichiarare che il dimagrimento del detenuto era derivante dal suo rifiuto di nutrirsi. Il 24 luglio 2008 sono stati concessi a Contrada gli arresti domiciliari per motivi di salute; al provvedimento è seguita la scarcerazione<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/luglio/25/Contrada_lascia_carcere_giudici_ancora_co_9_080725110.shtml|titolo=Contrada lascia il carcere I giudici: ancora pericoloso}}</ref>. Il provvedimento di concessione dei domiciliari ha una durata di 6 mesi e prevede l'obbligo di domicilio, negando la possibilità di recarsi a Palermo in quanto i giudici confermano la pericolosità sociale di Bruno Contrada<ref>{{cita testo|url=http://bp3.blogger.com/_Nm7YdDMIRRY/SIh2zimjqQI/AAAAAAAAAj4/uyJ0qcCqluQ/s1600-h/Immagine.JPG|titolo=«Estratto del Provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Napoli»}}</ref>. A [[Salvatore Borsellino]] (fratello di Paolo) che dichiarò la sua disapprovazione per la sua scarcerazione, ha risposto con una querela<ref>{{cita testo|url=http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/palermo-16:11/3234930|titolo=CONTRADA: LEGALE, È SERENO MA QUERELA FRATELLO BORSELLINO|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150519091449/http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/palermo-16:11/3234930 }}, AGI, 26 luglio 2008.</ref>.
Riga 148 ⟶ 145:
In seguito alla pronuncia europea, Contrada ha presentato per la quarta volta richiesta di revisione del processo. Per effetto della pronuncia della [[Corte costituzionale]] sul [[caso Dorigo]], la Cassazione ha ammesso automaticamente la richiesta al tribunale di Caltanissetta, che ha accolto l'istanza di revisione, riservandosi di giudicare.<ref name=revisione/>
 
La decisione, prevista per il 18 giugno 2015, è in seguito slittata ad ottobre; il presidente del collegio giudicante Aloisi e il giudice a latere della corte d'appello di Caltanissetta si sono infatti astenuti, perché avevano in precedenza già respinto la richiesta e hanno deciso di non pronunciarsi due volte sullo stesso fatto. L'inizio del processo di revisione è stato quindi fissato prima per il 15 ottobre 2015 e poi per il 18 novembre, con la corte chiamata a pronunciarsi per un nuovo respingimento o un nuovo processo con tre esiti possibili (assoluzione per non aver commesso il fatto, conferma della condanna per il reato di concorso esterno, proscioglimento per intervenuta prescrizione del reato di favoreggiamento).<ref name=revisione>{{Cita web|url=http://www.antimafiaduemila.com/2015061855766/giustizia-in-italia/contrada-slitta-la-revisione-del-processo.html|titolo=Contrada, slitta la revisione del processo|sito=Antimafia 2000|accesso=26 giugno 2021|urlarchivio=https://archive.todayis/20150726102810/http://www.antimafiaduemila.com/2015061855766/giustizia-in-italia/contrada-slitta-la-revisione-del-processo.html}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://caltanissetta.blogsicilia.it/slitta-revisione-processo-contrada-si-comincia-il-15-ottobre/300419/|titolo=''Slitta revisione processo Contrada. Si comincia il 15 ottobre''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151017214548/http://caltanissetta.blogsicilia.it/slitta-revisione-processo-contrada-si-comincia-il-15-ottobre/300419/ }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.opinione.it/politica/2015/04/16/buffa_politica-16-04/|titolo=Contrada, la revisione si decide a giugno|sito=L'Opinione delle Libertà|data=16 aprile 2015|lingua=en|accesso=21 luglio 2023}}</ref>
 
La Corte d'Appelloappello di Caltanissetta ha respinto la richiesta di revisione del processo il 18 novembre 2015, confermando la sentenza definitiva.<ref>{{Cita web |url=http://livesicilia.it/2015/11/18/contrada-respinta-la-richiesta-di-revisione_686789/ |titolo=''Contrada, respinta la richiesta di revisione'' |accesso=19 novembre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151119151102/http://livesicilia.it/2015/11/18/contrada-respinta-la-richiesta-di-revisione_686789/ |urlmorto=sì }}</ref> La sentenza è stata confermata in Cassazione.<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/16_luglio_07/contrada-cassazione-no-revisione-condanna-mafia-dcb18004-4416-11e6-a4dc-8aa8f57c2afd.shtml|titolo=Contrada: Cassazione, no a «revisione condanna per mafia»|sito=Corriere della Sera|data=7 luglio 2016|lingua=it|accesso=21 luglio 2023}}</ref>
 
===Revoca della condanna===
Riga 163 ⟶ 160:
Nel luglio 2017, Bruno Contrada s'iscrive al [[Partito Radicale Transnazionale]].<ref>{{Cita web|url=https://gds.it/articoli/politica/2017/07/31/bruno-contrada-si-e-iscritto-al-partito-radicale-91db5c85-861b-46dc-ad54-6621f6a6bcef/|titolo=Bruno Contrada si è iscritto al Partito Radicale|sito=Giornale di Sicilia|data=31 luglio 2017|lingua=it|accesso=21 luglio 2023}}</ref>
====Risarcimento====
Il 6 aprile [[2020]] la Corte d'Appelloappello di Palermo ha liquidato a favore dell'ex dirigente del SisdeSISDE la somma di 667.000 euro, a titolo di riparazione per l'ingiusta detenzione patita nel procedimento penale.<ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2020/04/07/news/ingiusta_detenzione_risarcimento_a_bruno_contrada-253358931/|titolo="Ingiusta detenzione", risarcimento per Contrada. La protesta del padre dell'agente ucciso: "Decisione sbagliata"|sito=la Repubblica|data=7 aprile 2020|lingua=it|accesso=21 luglio 2023}}</ref> Il 21 gennaio 2021 la IV Sezionesezione Penalepenale della Corte di Cassazionecassazione ha annullato con rinvio la suddetta ordinanza, disponendo che la Corte d'Appelloappello di Palermo riesamini la propria decisione.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/21/la-cassazione-ha-annullato-il-risarcimento-per-ingiusta-detenzione-di-bruno-contrada/6073407/|titolo=La Cassazione ha annullato il risarcimento per ingiusta detenzione di Bruno Contrada|sito=Il Fatto Quotidiano|data=21 gennaio 2021|lingua=it|accesso=21 luglio 2023}}</ref>
 
== Opere ==
* ''Ultimo incarico: criminale!'', con [[Andrea Tornielli]], Palermo, Arbor, 1995. ISBN 88-86325-26-6.
* ''La mia prigione. Storia vera di un poliziotto a Palermo'', con Letizia Leviti, Venezia, Marsilio, 2012. ISBN 978-88-317-1413-6.
==Filmografia==
* ''[[Boris Giuliano - Un poliziotto a Palermo]]'', Contrada è interpretato da [[Antonio Gerardi]]
 
== Onorificenze ==
Riga 202 ⟶ 197:
 
== Bibliografia ==
* [[Felice Cavallaro]], ''Il caso Contrada. Tra Stato e cosa nostra'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 1996., ISBN 88-7284-467-3.
* Enzo Battaglia, ''L'intrigo. La vicenda Contrada'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000., ISBN 88-7284-915-2.
* [[Angelo Vecchio]], ''Condannato a difendersi. I pentiti di mafia contro Bruno Contrada. L'arresto, il carcere, il processo, la condanna e l'assoluzione'', Palermo, Antares, 2001.
* [[Lino Jannuzzi]], ''Lo sbirro e lo Stato'', prefazione di [[Stefania Craxi]], Koiné, 2008.
* ''[[Boris Giuliano - Un poliziotto a Palermo]]'', Contrada è interpretato da [[Antonio Gerardi]]
 
== Voci correlate ==
Riga 212 ⟶ 208:
* [[Criminalpol]]
* [[Giovanni Falcone]]
* [[Luigi Lombardini]]
* [[Paolo Borsellino]]
* [[Polizia di Stato]]
Riga 219 ⟶ 216:
* [[Strage di via D'Amelio]]
* [[Trattativa Stato-mafia]]
* [[Luigi Lombardini]]
 
== Altri progetti ==
Riga 227 ⟶ 223:
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita testo|url=http://www.societacivile.it/previsioni/articoli_previ/contrada.html|titolo=''Perché Bruno Contrada è colpevole''}}, articolo di ricostruzione del caso scritto dopo la sentenza di assoluzione in appello da Giorgio Bongiovanni, direttore di ''Antimafia Duemila''
* {{cita web|url=http://www.brunocontrada.info/|titolo=Sito in favore Bruno Contrada}}
 
Riga 236 ⟶ 232:
[[Categoria:Casi giudiziari]]
[[Categoria:Poliziotti italiani del XX secolo]]
[[Categoria:Sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo]]