Unni: differenze tra le versioni
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{{Popolo
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|didascalia = <small>
|alternativi =
|sottogruppi =
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|note = forse lo stesso popolo degli [[Xiongnu|Hsiung-Nu]]
}}
Gli '''Unni''' erano un popolo guerriero [[nomade]], proveniente dalla [[Siberia]] meridionale, che giunse in [[Europa]] nel [[IV secolo]]. Sono particolarmente conosciuti per le incursioni compiute a metà del [[V secolo]] contro l'[[
== Origini ==
In passato è stata proposta un'identificazione con gli [[Xiongnu]] 匈奴 (una variante arcaica o una tribù completamente diversa), una popolazione nomade che, riportano fonti cinesi, nel [[I secolo a.C.]] minacciava la Cina. Durante la [[dinastia Han]] 漢 ([[206 a.C.]]-[[220]] d.C.), gli Xiongnu fondarono un regno nelle regioni a nord dell'Impero cinese sconfiggendo nel 162 a.C. gli [[Yuezhi]] ([[popolo indoeuropeo]]). Il potere degli Xiongnu si indebolì durante i secoli seguenti e alla fine, nel 48 a.C., si scisse in due gruppi: uno venne sottomesso e inglobato dai Cinesi, mentre l'altro, i Xiongnu meridionali, combatté contro l'Impero cinese ancora per un altro secolo fino a che non fu costretto a migrare verso occidente in seguito a una sconfitta subita ad opera degli Hsieng-Se, alleati dei Cinesi, nel 93 d.C. Durante la migrazione verso occidente attraverso la valle dell'[[Ili (fiume)|Ili]] - se l'identificazione con gli Unni è corretta - gli Unni si sarebbero poi stabiliti lungo il corso del [[Volga]], invadendo i territori degli [[Alani]] (in cinese: Ālánliáo 阿蘭聊), degli [[Ostrogoti]] e dei [[Visigoti]]. I Xiongnu
[[File:Hunnen.jpg|miniatura|Gli Unni in battaglia contro gli [[Alani]] (illustrazione ottocentesca di [[Johann Nepomuk Geiger]])]]
Addirittura, un principato unno che comprendeva i territori delimitati dai fiumi [[fiume Talas|Talas]] e [[fiume Tarim|Tarim]] e dai [[Monti Altaj]], arruolò come mercenari un gruppo di soldati capaci di combattere "uniti come le squame del pesce", in base a quanto scritto dalle cronache cinesi, nel [[36 a.C.]], provenienti dalle regioni orientali di confine del [[Regno dei Parti]]: ci sono fondati indizi che tali mercenari furono legionari romani presi prigionieri dai [[Parti]] tra il [[53 a.C.]] (disfatta di [[Marco Licinio Crasso|Crasso]] a [[Carre (città)|Carre]]) ed il 36 a.C. (disfatta di [[Marco Antonio]]). Se effettivamente la situazione stesse in questi termini, legionari romani, in seguito catturati dai cinesi, avrebbero combattuto per gli avi di coloro che furono i protagonisti della [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] mezzo millennio più tardi
Si diceva che dove passassero gli Unni non crescesse più l'erba. Questo fa bene intendere quali fossero le devastazioni arrecate dalle loro scorrerie.
Da quando [[Joseph de Guignes]] nel [[XVIII secolo]] ha identificato gli Unni con gli ''[[Xiongnu]]'', il dibattito sulla loro origine si è acceso. L'identificazione tra Unni e Xiongnu, seppur affascinante, non è comprovata con prove certe, e tra l'altro, se vi sono delle analogie tra le due popolazioni, vi sono anche notevoli differenze:<ref name=Kel17-36/><ref name=Hea187-200>{{cita|Heather|pp. 187-200
* Gli Unni e gli Xiongnu avevano un'organizzazione politica completamente differente: gli Unni nel IV secolo avevano molti re, i due gruppi di Xiongnu avevano invece un unico capo, lo Shan-Yu.
* Anche il modo di legare i capelli era differente: gli Xiongnu legavano i capelli in una coda di cavallo, a differenza degli Unni.
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=== Etimologia ===
Il nome "Unni" è attestato nelle fonti classiche europee con il greco Οὖννοι (Ounnoi) e latino Hunni o Chuni.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gerhard|cognome=Doerfer|data=1971-01|titolo=Bemerkungen zur Methodik der türkischen Lautlehre|rivista=Orientalistische Literaturzeitung|volume=66|numero=1-6|p=8|accesso=6 aprile 2024
L'etimologia di "Unni" non è chiara. Varie etimologie proposte generalmente presuppongono almeno che i nomi dei vari gruppi eurasiatici conosciuti come Unni siano correlati. Sono state proposte numerose etimologie turche, che fanno derivare il nome variamente dal turco ön, öna (crescere), qun (ghiottone), kün, gün, un suffisso plurale «che presumibilmente significa 'popolo'»,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Otto|cognome=Maenchen-Helfen|nome2=Franz|cognome2=Altheim|data=1959-10|titolo=The Ethnic Name Hun|rivista=Journal of the American Oriental Society
== Cultura ==
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==== Indumenti ====
[[File:Hunnish - Bracelet - Walters 571082 - Detail Front.jpg|alt=Questo superbo bracciale tubolare si chiude con un fermaglio decorato con granulazione, un segno distintivo dell'artigianato unno, attorno a un granato rotondo centrale. I dorsi degli emisferi sono decorati con una filigrana. Mentre anche le donne unne indossavano gioielli, le grandi dimensioni di questo braccialetto suggeriscono che sarebbe stato indossato da un uomo, in alto sul braccio.|sinistra|miniatura|Bracciale Unno - del V secolo - Dettaglio frontale]]
Buone descrizioni degli abiti
Utilizzando reperti
{{Citazione|un berretto rotondo, come lo vediamo raffigurato in Ulisse, come se una palla fosse divisa a metà e una delle parti posta sulla testa. Questo i greci e il nostro popolo lo chiamano τιάραν, alcuni lo chiamano Galerus|[[San Girolamo]], Epistulae LXIV, 13|Rotundum pilleolum quale pictum in Ulixe conspicimus, quasi sphaera media sit divisa, et pars altera ponatur in capite. Hoc Graeci et nostri τιάραν, nonnulli galerum vocant|lingua=Latino}}
Poiché l'abbigliamento nomade non aveva bisogno di spille, l'assenza di questo oggetto altrimenti comune in alcune sepolture barbariche potrebbe indicare un'influenza culturale unna.<ref>{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=5 aprile 2024
==== Abitazioni ====
Ammiano riferisce che gli Unni non avevano edifici, ma menziona di sfuggita
=== Religione ===
Non si sa quasi nulla della religione degli Unni. Ammiano Marcellino sostenne che gli Unni non avevano religione, mentre lo scrittore cristiano del V secolo [[Salviano di Marsiglia|Salviano]] li classificò come [[Paganesimo|Pagani]]. La ''Getica'' di [[Giordane]] riporta anche che gli Unni adoravano "la spada di Marte", un'antica spada che significava il diritto di Attila di governare il mondo intero. Maenchen-Helfen nota un diffuso culto di un [[dio della guerra]] sotto forma di spada tra i popoli della steppa, inclusi gli [[Xiongnu]]. Denis Sinor, tuttavia, ritiene che il culto di una spada tra gli Unni sia apocrifo. Maenchen-Helfen sostiene anche che, mentre gli Unni stessi non sembrano aver considerato Attila divino, alcuni dei suoi sudditi lo facevano chiaramente.
==== Tengri ====
[[File:Tengrism1.svg|miniatura|Un simbolo usato dai tengristi, che rappresenta la struttura dell'universo, il dio Tengri, l'apertura del tetto di una yurta e il tamburo di uno sciamano.]]
[[John Man]] sostiene che gli Unni del tempo di Attila probabilmente adoravano il cielo e la divinità della steppa [[Tengri]], che è anche attestata come adorata dagli Xiongnu. Maenchen-Helfen suggerisce anche la possibilità che gli Unni di questo periodo possano aver adorato Tengri, ma osserva che il dio non è attestato nei documenti europei fino al IX secolo.<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=ΘΕΓΡΙ e Tengri|url=https://archive.org/details/sim_american-journal-of-philology_1966-01_87_1/page/81 |autore=J. Otto Maenchen-Helfen |rivista=The American Journal of Philology |volume=87 |numero=1 |anno=1966 |
==== Altre religioni ====
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=== Matrimonio e ruolo delle donne ===
Le élite dominanti degli Unni praticavano la [[poligamia]], mentre i cittadini comuni erano probabilmente [[Monogamia|monogami]]. Ammiano Marcellino sosteneva che le donne unne vivevano in isolamento, tuttavia il resoconto di prima mano di [[Prisco di Panion|Prisco]] le mostra muoversi liberamente
Prisco attesta anche che la vedova di [[Bleda]], fratello di Attila, era al comando di un villaggio attraversato dagli ambasciatori romani: il suo territorio potrebbe aver incluso un'area più ampia
=== Lacrime di "Sangue" e deformazione cranica ===
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== Organizzazione militare degli unni ==
=== Tattiche e strategie ===
I metodi di guerra degli Unni nel
{{Citazione|Combattono alle volte se sono provocati ed ingaggiano battaglia in schiere a forma di cuneo con urla confuse e feroci. E come sono armati alla leggera ed assaltano all’improvviso per essere veloci, così, disperdendosi a bella posta in modo repentino, attaccano e corrono qua e là in disordine e provocano gravi stragi. Senza che nessuno li veda, grazie all’eccessiva rapidità attaccano il vallo e saccheggiano l’accampamento nemico. Potrebbero poi essere considerati senz’alcuna difficoltà i più terribili fra tutti i guerrieri poiché combattono a distanza con giavellotti forniti, invece che d’una punta di ferro, di ossa aguzze che sono attaccate con arte meravigliosa, e, dopo aver percorso rapidamente la distanza che li separa dagli avversari, lottano a corpo a corpo con la spada senz'alcun riguardo per la propria vita. Mentre i nemici fanno attenzione ai colpi di spada, quelli scagliano su di loro lacci in modo che, legate le membra degli avversari, tolgono loro la possibilità di cavalcare o di camminare.|Storie di Ammiano Marcellino, 31.2.8–9 (p. 385).}}
Basandosi sulla descrizione di Ammiano, [[Maenchen-Helfen]] sostiene che le tattiche degli Unni non differivano notevolmente da quelle usate da altri arcieri nomadi a cavallo. Egli sostiene che le "schiere a forma di cuneo" (''cunei'') menzionate da Ammiano erano probabilmente divisioni organizzate da clan e famiglie tribali, i cui capi potrebbero essere stati chiamati ''cur''. Questo titolo sarebbe stato quindi ereditato man mano che veniva tramandato al clan. Come Ammiano, anche lo scrittore del VI secolo [[Zosimo (storico)|Zosimo]] sottolinea l'uso quasi esclusivo degli arcieri a cavallo da parte degli Unni e la loro estrema rapidità e mobilità. Queste qualità differivano dagli altri guerrieri nomadi in Europa in quel momento: i [[Sarmati]], per esempio, facevano affidamento su [[catafratti]] pesantemente corazzati armati di lance. L'uso da parte degli Unni di terribili grida di guerra si
Gli eserciti unni facevano affidamento sulla loro elevata mobilità e «un accorto senso di quando attaccare e quando ritirarsi». Un'importante strategia usata dagli Unni
Lo stile di vita nomade degli Unni incoraggiava caratteristiche come l'eccellente abilità nell'equitazione, mentre gli Unni si addestravano alla guerra con la caccia frequente. Diversi studiosi hanno suggerito che gli Unni avessero difficoltà a mantenere la loro cavalleria
Gli Unni sono quasi sempre noti come combattenti al fianco di popoli non unni, come [[germani]] o [[iranici]] o, in tempi precedenti, alleati.[215] Come nota Heather, "la macchina militare degli Unni crebbe, e crebbe molto rapidamente, incorporando un numero sempre maggiore di Germani dell'Europa centrale e orientale"<ref>{{cita libro |lingua=en |autore=Peter Heather |anno=2005 |titolo=The fall of the Roman Empire : a new history of Rome and the barbarians |città=New York |editore=Oxford University Press |
Una delle principali fonti di informazioni sulla guerra delle steppe dal tempo degli Unni proviene dallo [[Strategikon]] del VI secolo, che descrive la guerra di "Trattare con gli Sciti, cioè Avari, Turchi e altri il cui stile di vita ricorda quello dei popoli unni". Lo Strategikon descrive gli Avari e gli Unni come subdoli e molto esperti in materia militare.
Secondo lo Strategikon, gli Unni non
[[Peter Heather]] nota che gli Unni furono in grado di assediare con successo città e fortezze fortificate nella loro campagna del 441: erano quindi in grado di costruire [[macchine d'assedio]].<ref>Heather, Peter (2005). ''The fall of the Roman Empire : a new history of Rome and the barbarians''. New York: Oxford University Press. pp. 301-302. ISBN <bdi>978-0-19-515954-7</bdi>.</ref> Heather annota i molteplici percorsi possibili per l'acquisizione di questa conoscenza, suggerendo che potrebbe essere stata riportata dal servizio sotto Ezio, acquisita da ingegneri romani catturati, o sviluppata attraverso la necessità di fare pressione sulle ricche città stato della via della seta, e trasferita in Europa. Lo storico David Nicolle è d'accordo con quest'ultimo punto, e suggerisce persino che gli unni avessero una serie completa di conoscenze ingegneristiche, comprese le abilità per la costruzione di fortificazioni avanzate, come la fortezza di Igdui-Kala in Kazakistan.<ref>{{cita libro |lingua=en |autore=David Nicolle |anno=2006 |titolo=Attila and the Nomad Hordes |città=Oxford |editore=Osprey Publishing |p=18}}</ref>
=== Equipaggiamento militare ===
Lo Strategikon afferma che gli Unni usavano tipicamente la [[cotta di maglia]], spade, archi e lance e che la maggior parte dei guerrieri unni erano armati sia di arco che di lancia e li usavano in modo intercambiabile secondo necessità. Dichiara inoltre che gli Unni usavano del lino trapuntato, lana o talvolta bardature di ferro per i loro cavalli e indossavano anche cuffie e caftani trapuntati.<ref>{{cita libro |lingua=en |autore=George T. Dennis |anno=1984 |titolo=Maurice's Strategikon: Handbook of Byzantine Military Strategy |url=https://archive.org/details/mauricesstrategi00maur |città=Philadelphia |editore=University of Pennsylvania Press |pp=
[[File:Bandhelm-Narona.JPG|miniatura|Bandhelm]]
[[File:Spangenhelm-Sinj.JPG|miniatura|[[Spangenhelm]] in ferro da Sinj; datato nel periodo delle [[Invasioni barbariche]] - Museo della regione Cetinska Krajina - Sinj, Dalmazia (Croazia).]]
Un elmo tardo romano del tipo "Ridge Berkasovo" è stato trovato con una sepoltura unna a [[Concești]].<ref name="Glad, Damien 2010">{{cita libro |lingua=en |autore=Damien Glad |anno=2010 |titolo=The Empire's Influence on Barbarian Elites from the Pontus to the Rhine (5th–7th Centuries): A Case Study of Lamellar Weapons and Segmental Helmets |capitolo=The Pontic-Danubian Realm in the Period of the Great Migration |pp=
==== Archi e
[[File:02019 0565 Reflexbogen, Fürsten-Grab von Jakuszowice.jpg|sinistra|miniatura|Un "arco unno" riflesso cerimoniale ricostruito da una lamina d'oro trovata in una sepoltura nomade a Jakuszowice, nella moderna Polonia.<ref name="brill.com">{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=5 aprile 2024
Le antiche fonti romane sottolineano l'importanza dell'arco per gli Unni,
Gli archi unni scagliavano frecce più grandi dei precedenti
==== Spade e altre armi ====
[[File:02019 0566 (2) Spatha of Jakuszowice.jpg|sinistra|miniatura|Una
Ammiano riferisce che gli Unni usavano spade di ferro,<ref>{{Cita libro|nome=E. A.|cognome=Thompson|nome2=Peter J.|cognome2=Heather|titolo=The Huns|collana=The peoples of Europe|data=1996|editore=Blackwell|p=59|ISBN=978-0-631-15899-8}}</ref> e spade cerimoniali, pugnali e foderi decorati sono reperti frequenti nelle sepolture del periodo degli Unni. Inoltre, molte spade sono adornate con delle perle; questi elementi decorativi potrebbero aver avuto un significato religioso.<ref>{{Cita libro|nome=Alexander|cognome=Sarantis|nome2=Neil|cognome2=Christie|titolo=War and Warfare in Late Antiquity (2 vols.): Current Perspectives|url=https://brill.com/view/title/24219|accesso=5 aprile 2024
Thompson è scettico sul fatto che gli Unni potessero fondere la ghisa da soli,<ref>{{Cita libro|nome=E. A.|cognome=Thompson|nome2=P. J.|cognome2=Heather|titolo=The Huns|collana=The peoples of Europe|data=1996|editore=Blackwell|
Alcuni Unni o le popolazioni a loro sottomesse potrebbero anche aver portato lance pesanti, come attestato per alcuni mercenari unni nelle fonti romane.<ref>{{Cita libro|nome=Otto J.|cognome=Maenchen-Helfen|titolo=The World of the Huns|url=https://www.degruyter.com/document/doi/10.1525/9780520310773/html|accesso=5 aprile 2024
== Storia ==
Ad inizio del II secolo [[
=== Gli Unni in Europa ===
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[[File:450 roman-hunnic-empire 1764x1116.jpg|thumb|upright=1.4|left|Massima espansione dell'impero unno (arancione chiaro), 451 circa]]
Gli Unni, originari dell'Asia centrale, arrivarono in [[Europa]] alla fine del IV secolo, scacciati dalla Cina grazie alle armi e alle strutture di difesa avanzate sviluppate dai cinesi, come nuovi usi per gli esplosivi, catapulte più precise e la balestra in bronzo e l'arco. La calata delle orde nomadi degli Unni sulle pianure dell'[[Ucraina]] e della [[Bielorussia]] avvenne tra il [[374]] ed il [[376]] sotto il Re [[Octar]] e si concretizzò come il classico "[[effetto domino]]": vennero travolti dapprima [[Sarmati]], [[Alani]], [[Ostrogoti]], [[Sciri]], [[Rugi]] ([[Battaglia del fiume Erac]]) e, quindi, [[Visigoti]], [[Eruli]], [[Gepidi]], [[Burgundi]], [[Franchi]], [[
Nel 395 grandi concentrazioni di Unni erano ancora a nord del Mar Nero, da cui partirono in quello stesso anno incursioni che devastarono sia l'Impero romano d'Oriente che la Persia.<ref>{{cita|Heather|p. 252
{{Citazione|Ma proprio un anno fa, eccoti piombare su di noi, dalle più lontane regioni rupestri del Caucaso, dei lupi. Non erano dell'Arabia, no, erano del Nord, e in poco tempo hanno traversato immensi territori. Quanti monasteri hanno requisito! Quanti fiumi si sono visti cambiare l'acqua in sangue umano!... Branchi di prigionieri vennero trascinati via. L'Arabia, la Fenicia, la Palestina e l'Egitto sono in preda al terrore, come paralizzate. Potessi avere anche cento lingue e cento bocche e una voce di ferro, non potrei ugualmente fare una rassegna completa di tutti questi disastri.}}
Fu intorno all'inizio del V secolo che presumibilmente avvenne la migrazione nella grande pianura ungherese: nel 412-413, anno in cui lo storico e ambasciatore [[Olimpiodoro di Tebe]] condusse un'ambasceria presso gli Unni, erano già stanziati lungo il corso medio del Danubio,<ref>{{cita|Heather|p. 253
L'alleanza tra romani e Unni durò dal 401, anno in cui il re [[Uldino]] portò la testa di [[Gainas]] all'imperatore [[Arcadio]], al 450,<ref name=":0">{{Cita libro|autore=[[Michel Rouche]]|traduttore=Marianna Matullo|titolo=[[Attila]]|collana=I protagonisti della storia|anno=2019|editore=
Nel [[V secolo]] gli Unni costituirono un regno nell'Europa centrorientale, e come gli orientali Xiongnu, incorporarono gruppi di popolazioni tributarie, arrestando il flusso migratorio ai danni dell'Impero da essi stessi provocato, in quanto, volendo dei sudditi da sfruttare, impedirono ogni migrazione da parte delle popolazioni sottomesse. Nel caso europeo, [[Alani]], [[Gepidi]], [[Sciri]], [[Rugi]], [[Sarmati]], [[Slavi]] e specialmente le tribù [[goti]]che, vennero tutti uniti sotto la supremazia militare della famiglia degli Unni. Guidati dai re [[Rua]], [[Attila]] e [[Bleda]], gli Unni si rafforzarono molto. Attila (406-453) apparteneva alla famiglia reale. Nel [[432]] gli Unni avevano un tale potere che lo zio di Attila, il re Rua, riceveva un consistente tributo dall'impero. Ottennero la supremazia sui loro rivali, molti dei quali altamente civilizzati, grazie alla loro abilità militare, mobilità e ad armi come l'[[arco unno]].
Negli anni 430 furono impiegati come mercenari dal ''[[magister militum]]'' [[Flavio Ezio|Ezio]] per le sue campagne in Gallia, ottenendo, in cambio del loro appoggio, parte della [[Pannonia]]; grazie al sostegno degli Unni, Ezio riuscì a vincere nel 436 i [[Burgundi]], massacrati dall'esercito romano-unno di Ezio, ridotti all'obbedienza e insediati come ''foederati'' intorno al lago di Ginevra; gli Unni risultarono poi decisivi anche nella repressione della rivolta dei [[bagaudi]] in Armorica e nelle vittorie contro i Visigoti ad [[battaglia di Arles|Arelate]], e [[battaglia di Narbona (436)|a Narbona]],<ref>{{cita|Heather|pp. 350-351
==== Campagne balcaniche di Attila ====
{{vedi anche|Campagne balcaniche di Attila}}
[[File:Ulpiano Checa La invasión de los bárbaros.jpg|thumb|upright=1.7|Gli Unni all'attacco.]]
La situazione cambiò drasticamente quando a capo degli Unni salì [[Attila]] nel [[445]], la cui ferocia è rimasta leggendaria. Questi, già nel 441-442, quando condivideva ancora il governo con il fratello Bleda, attaccò i territori dell'Impero romano d'Oriente approfittando dello sguarnimento del fronte danubiano dovuto all'invio di una potente flotta da parte dell'Impero d'Oriente nel tentativo di recuperare Cartagine ai Vandali. Gli Unni espugnarono rapidamente Vidimacium, Margus e Naissus, costringendo l'Impero d'Oriente a rinunciare alla guerra contro i Vandali, richiamando la flotta, e poco tempo dopo, a comprare la pace accettando di pagare un tributo di 1.400 libbre d'oro all'anno.<ref>{{cita|Heather|pp. 372-373
{{Citazione|[Tutti] i fuggiaschi dovettero essere riconsegnati agli Unni, e bisognò versare 6.000 libbre d'oro per le rate arretrate del tributo; e di lì in avanti il tributo stesso sarebbe stato di 2.100 libbre d'oro all'anno; per ogni prigioniero di guerra romano [preso dagli Unni] che fosse scappato e riuscito a tornare in patria senza [che per lui fosse pagato alcun] riscatto, si sarebbero versati dodici solidi ... e ... i Romani non avrebbero dovuto accogliere gli Unni fuggiaschi.|Prisco, ''Storie''.}}
Inoltre l'Impero d'Oriente dovette evacuare la zona a sud del Danubio «larga cinque giorni di viaggio».<ref>{{cita|Heather|p. 380
==== Campagne occidentali di Attila ====
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Forte di un esercito che si diceva potesse contare oltre 500.000 uomini, il più grande in Europa da duecento anni a quella parte, Attila attraversò la [[Gallia]] settentrionale provocando morte e distruzione. Conquistò molte delle grandi città europee, tra cui [[Reims]], [[Strasburgo]], [[Treviri]], [[Colonia (Germania)|Colonia]], ma fu sconfitto contro le armate dei [[Visigoti]], dei [[Franchi]] e dei [[Burgundi]] comandati dal generale [[Flavio Ezio|Ezio]] nella [[Battaglia dei Campi Catalaunici]].
[[File:Leoattila-Raphael.jpg|upright=1.4|thumb|left|''Incontro tra Leone il Grande e Attila'', Affresco, 1514, Stanza di Eliodoro, Palazzi Pontifici, Vaticano. L'affresco fu completato durante il pontificato di Leone X (papa dal 1513 al 1521). Secondo la leggenda, la miracolosa apparizione dei Santi Pietro e Paolo armati con spade durante l'incontro tra Papa Leone e Attila (452) avrebbe spinto il re degli Unni a ritirarsi, rinunciando al sacco di Roma.]]
Attila tornò in Italia nel [[452]] per reclamare nuovamente le sue nozze con Onoria. Gli Unni cinsero d'assedio per tre mesi [[Aquileia romana|Aquileia]], e, secondo la leggenda, proprio mentre erano sul punto di ritirarsi, da una torre delle mura si levò in volo una cicogna bianca che abbandonò la città con il piccolo sul dorso; il superstizioso Attila a quella vista ordinò al suo esercito di rimanere: poco dopo crollò la parte delle mura dove si trovava la torre lasciata dalla [[cicogna]]. Attila conquistò poi Milano e si stabilì per qualche tempo nel [[palazzo Reale di Milano|palazzo reale]]. Famoso è rimasto il modo singolare con cui affermò la propria superiorità su Roma: nel palazzo reale c'era un dipinto in cui erano raffigurati i Cesari seduti in trono e ai loro piedi i principi sciti. Attila, colpito dal dipinto, lo fece modificare: i Cesari vennero raffigurati nell'atto di vuotare supplici borse d'oro davanti al trono dello stesso Attila. Attila si fermò finalmente sul [[Mincio]], dove incontrò un'ambasciata formata dal [[Prefetto (storia romana)|prefetto]] [[Trigezio]], il [[Console (storia romana)|console]] Avienno e [[papa Leone I]] (la leggenda vuole che il papa gli mostrò il crocifisso e Attila gli vide al seguito una schiera di angeli, e spaventato tornò indietro). Dopo l'incontro Attila tornò indietro con le sue truppe senza pretese né sulla mano di Onoria, né sulle terre in precedenza reclamate. Sono state date diverse interpretazioni della sua azione. La fame e le malattie che accompagnavano la sua invasione (in [[Italia]], infatti, stava infuriando un'epidemia di [[colera]] e di [[malaria]] e la [[Pianura padana]] non era in grado di dar sostentamento all'orda<ref>La parola ''orda'' viene spesso riferita agli Unni con una valenza semantica decisamente ma è interessante sapere che il sostantivo è perfettamente adeguato, significano ''ordu'' in [[lingua turca]] "esercito".</ref> barbarica) potrebbero aver ridotto la sua armata allo stremo, oppure mentre [[Marciano (imperatore)|Marciano]] mandò delle truppe oltre il Danubio, l’armata di Ezio era discesa dalla Francia e si trovava in Liguria diretta verso Attila per braccarlo, e questi potrebbero avergli dato ragione di retrocedere. La "favola che è stata rappresentata dalla matita di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] e dallo scalpello di [[Alessandro Algardi|Algardi]]" (come l'ha chiamata [[Edward Gibbon]]) di [[Prospero d'Aquitania]] dice che il papa, aiutato da [[Pietro apostolo]] e [[Paolo di Tarso]], lo convinse a girare al largo della città. Vari storici hanno supposto che l'ambasciata portasse un'ingente quantità d'oro al leader unno e che lo abbia persuaso ad abbandonare la sua campagna,<ref>{{cita|Luttwak|p. 62
Quali che fossero le sue ragioni, Attila lasciò l'Italia e ritornò al suo palazzo attraverso il Danubio. Da lì pianificò di attaccare nuovamente Costantinopoli e reclamare il tributo che Marciano aveva tagliato. Morì, invece, nei primi mesi del [[453]]; la tradizione, secondo Prisco, dice che la notte dopo un banchetto che celebrava il suo ultimo matrimonio (con una principessa [[goti|gota]] di nome [[Krimhilda]], poi abbreviato con [[Ildikó]]), egli ebbe una copiosa [[epistassi]] e morì soffocato. I suoi guerrieri, dopo aver scoperto la sua morte, si tagliarono i capelli e si sfregiarono con le loro spade in segno di lutto così che, dice [[Giordane]], "il più grande di tutti i guerrieri dovette essere pianto senza lamenti femminili e senza lacrime, ma con il sangue degli uomini". La causa del decesso pare esser attribuibile ad un'[[emorragia cerebrale]] (in base a quanto attestato dai cronisti del tempo, ripresi dal goto [[Giordane]] ([[500]] - [[570]]), Attila era soggetto a sanguinamenti), occorsa durante la notte in cui sposò Krimhilda. Venne sepolto un paio di giorni dopo non lontano dalla capitale del suo regno (in realtà un campo trincerato in legno) nella pianura ungherese. Il suo corpo venne posto in tre sarcofagi: il più interno in legno, racchiuso da un secondo in argento puro e da un terzo in oro massiccio. Lo seguirono nella tomba tutte le sue ricchezze, il suo cavallo,<ref>Le sepolture di guerrieri con il loro cavallo era pratica usuale in numerose popolazioni nomadi, fra cui gli [[Avari]].</ref> le mogli, i servi ed anche gli schiavi che scavarono la fossa, per precauzione, in modo che nessuno fosse in grado di rivelare il luogo esatto della sepoltura (... "Ed un silenzio di morte avvolse il sepolcro la notte medesima, accomunando allo stesso tempo il morto e i becchini", ebbe a scrivere Giordane) [http://users.libero.it/riccardo.zelioli/jordanes.htm].
==== Collasso dell'impero di Attila ====
Le lotte per la successione, seguite alla morte di Attila, dissolsero la potenza degli Unni. Dopo il suo decesso, l'Impero unno si disgregò rapidamente: infatti i tre figli di Attila ([[Dengizico|Dengizich]], [[Ellac]] e [[Ernakh|Ernac]]) non riuscirono a sedare le rivolte per l'indipendenza dei sudditi degli Unni, portando alla rapida caduta dell'Impero unno. Il primo gruppo ad ottenere l'indipendenza fu quello dei [[Gepidi]], guidati da re [[Ardarico]], che sconfissero nel 453-454 l'esercito unno nella [[Battaglia del fiume Nedao]] ([[454]]), costringendo gli Unni a riconoscere loro l'indipendenza.<ref>{{cita|Heather|p. 426
La memoria dell'invasione degli Unni è stata trasmessa oralmente fra le [[tribù germaniche]], ed è una componente importante nella [[Völsunga Saga]] e [[Hervarar Saga]], in [[norvegese antico]], e nel [[Nibelungenlied]], in [[antico germanico]]. Tutte ritraggono gli eventi di questo periodo di migrazioni, avvenute circa un millennio prima della loro trascrizione. Nella ''Hervar Saga'', i Goti hanno i loro primi contatti con gli arcieri unni, e si incontrano in un'epica battaglia sulle rive del [[Danubio]]. Nella Völsunga Saga e in Nibelungenlied, re Attila (''Atli'' in Norvegese e ''Etzel'' in Germanico) sconfigge il re [[Franchi|franco]] [[Sigisberto I]] (''Sigurðr'' o ''Siegfried'') e il re [[Burgundi|burgundo]] [[Gontran I]] (''Gunnar'' or ''Gunther'') ma è successivamente assassinato dalla regina [[Gudrun (mitologia)|Crimilde]] (''Gudrun'' o ''Kriemhild''), sorella di quest'ultimo e moglie di Attila.
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== Collegamenti esterni ==
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