Arche scaligere: differenze tra le versioni
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{{Opera d'arte
|immagine = Arche scaligere (Verona).jpg
|didascalia = Le arche scaligere
|titolo = Arche scaligere
|artista = (diversi)
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Morto nel 1329 il più noto dei signori di Verona, [[Cangrande I della Scala]], probabilmente già entro l'anno successivo venne eretto il monumento funebre in suo onore sopra l'entrata laterale della chiesetta, in parte diverso rispetto a come appare oggi: il tetto piramidale sormontato dalla statua equestre e il sarcofago con la figura giacente del cavaliere sono infatti aggiunte successive. Sembra invece che l'originale sarcofago che conteneva le spoglie di Cangrande fosse un altro, che è stato individuato in un sarcofago lavorato in rilievo ancora oggi presente all'interno del recinto del cimitero scaligero. La prima versione del monumento meglio si inserisce nella tradizionale locale, con un'[[Edicola (architettura)|edicola]] [[Architettura romanica|romanica]] caratterizzata da una copertura a [[volta a botte]] e [[archi a tutto sesto]] che furono successivamente sostituiti da una con copertura a [[volta a crociera]] [[Costolone|costolonata]] e [[archi a sesto acuto]] trilobati; una seconda versione in [[Architettura gotica|stile gotico]] quindi, che aveva un precedente nella tomba di Dussaini, collocata lungo il muro perimetrale della [[Chiesa di San Pietro Martire (Verona, Città Antica)|chiesa di San Pietro Martire]], e nell'arca di Castelbarco, situata tra la stessa chiesa e la [[basilica di Santa Anastasia]]. Il sarcofago originale, che come già detto si trova ancora all'interno del cimitero, rispetto a quelli precedenti della famiglia presenta degli elementi figurativi, mantenendo però la forma ravennate: questi elementi in rilievo presentano delle caratteristiche che lo fanno identificare come opera di [[scultura romanica]] con alcune influenze [[Arte bizantina|bizantine]].<ref>{{Cita|Seiler|p. 126 e p. 130}}.</ref>
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Dopo la conquista dell'intera [[marca trevigiana]] da parte di Cangrande, il successore [[Mastino II della Scala|Mastino II]] ampliò ancor di più i domini di Verona impadronendosi di [[Brescia]], [[Parma]] e [[Lucca]], pertanto la signoria scaligera raggiunse la sua massima espansione territoriale. Visto l'ampio potere conseguito, Mastino II ebbe la possibilità di aumentare la sua attività di [[Mecenatismo|mecenate]]: tra le opere che finanziò vi fu la ristrutturazione del cimitero di Santa Maria Antica, che sarebbe dovuto divenire un elegante complesso gotico il cui fine doveva essere quello di glorificare la famiglia scaligera. Il progetto, affidato al cosiddetto "maestro delle arche scaligere", determinò il rinnovamento del monumento funebre di Cangrande, che assunse così l'aspetto che ancora oggi lo caratterizza, la realizzazione della recinzione del cimitero, coronata da statue, e la realizzazione dell'arca per Mastino II stesso. Il maestro risolse in modo audace l'incarico che gli fu assegnato, fondendo nella sua opera elementi iconografici e formali sia locali che stranieri, derivati in particolare dalla Germania meridionale, e rinnovando la tradizionale locale delle tombe romaniche grazie all'utilizzo di sculture in rilievo, di figure a tutto tondo, di [[frontoni]] a [[ghimberga]] e [[pinnacoli]].<ref>{{Cita|Seiler|p. 132}}.</ref>
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[[File:Anton Brioschi Scagliergräber in Verona.jpg|miniatura|Raffigurazione della arche in un dipinto di Anton Brioschi di inizio Novecento]]
L'ultima delle arche monumentali ad essere edificata fu quella di [[Cansignorio della Scala|Cansignorio]]: il suo governo, terminato con la sua morte nel 1375, fu caratterizzato da delitti e congiure, tuttavia anche lui volle lasciare in sua memoria un sepolcro monumentale, commissionato ad uno dei più illustri scultori del tempo, [[Bonino da Campione]], che iniziò l'opera nel 1364, quando il signore veronese era ancora in vita. Cansignorio spese la considerevole cifra di diecimila fiorini, ottenendone in cambio l'arca con l'apparato decorativo più complesso e sontuoso.<ref name=Arche>{{cita web|url=https://www.finestresullarte.info/viaggi-e-tour/arche-scaligere-verona-complesso-monumentale|titolo=Le arche scaligere: l'imponente e maestoso mausoleo dei signori di Verona|accesso=1
Intorno alla fine del XVI secolo il monumento cominciò a mostrare problemi relativi alla sua conservazione, tema che nel corso dei secoli successivi emerse più volte e quindi periodicamente riproposto ai politici locali. Un primo intervento di restauro sull'arca di Mastino venne effettuato solamente nel 1786, mentre a partire dal 1838, con la spinta data della visita in città dell'imperatore [[Ferdinando I d'Austria|Ferdinando I]], si decise di ampliare l'intervento coinvolgendo l'intero complesso monumentale.<ref>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1988, n. 3.</ref>
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=== Arca di Cangrande ===
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Il sarcofago di [[Cangrande I della Scala|Cangrande I]], posto sopra la porta laterale d'ingresso alla chiesa di Santa Maria Antica, è sostenuto da cani recanti il suo vessillo; la statua posta sopra lo raffigura sdraiato e forse morto ma, nonostante questo, ancora con un sorriso. Il fronte anteriore del sarcofago presenta tre altorilievi raffiguranti una ''Pietà'' al centro, a sinistra una ''Vergine Annunciata'' e a destra un ''Angelo Annunciante'', questi ultimi due circondati da formelle in bassorilievo in cui sono raffigurate le storie del principe veronese.<ref name=1989BPV2>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1989, n. 2.</ref>
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=== Arca di Mastino II ===
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Il monumento funebre a [[Mastino II della Scala|Mastino II]] è a base quadrangolare e si caratterizza per la presenza di quattro pregevoli altorilievi con scene di storia sacra collocati nei timpani dell'edicola: ''La tentazione di Adamo ed Eva'', ''Il lavoro dei progenitori'', ''L'uccisione di Caino'' e infine ''Lo scherno fatto a Noè''. Dunque tutti richiami al dramma dell'umanità in conseguenza del peccato.<ref name=1989BPV3>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1989, n. 3.</ref>
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=== Arca di Cansignorio ===
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Il monumento funerario di [[Cansignorio della Scala|Cansignorio]] venne realizzato su disegno di [[Bonino da Campione]], come rivela un'iscrizione che gli attribuisce il merito: ''«Hoc opus sculpsit et fecit Boninus de Campolione mediolanensis diocesis»''. Esso è a pianta esagonale, come lo è anche il recinto che la protegge, e in ogni spigolo si trovano pilastri gotici che reggono [[Edicola (architettura)|edicole]] in cui trovano spazio sei santi guerrieri: Ludovico, Martino, Sigismondo, Valentino, Giorgio e Luigi re di Francia. Altre sei colonne reggono il piano di marmo rosso dove si trova il sarcofago del signore, circondato da coppie di [[Putto|putti]]. Qui corre un'iscrizione in latino attribuita allo stesso Cansignorio:<ref name=1989BPV4>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1989, n. 4.</ref>
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|curatore1=Martina Bagnoli|curatore2=Valentino Pace|titolo=Il gotico europeo in Italia|url=https://archive.org/details/ilgoticoeuropeoi0000unse|autore-capitolo=Peter Seiler|capitolo=La trasformazione gotica della magnificenza signorile. Committenza viscontea e scaligera nei monumenti sepolcrali dal tardo Duecento alla metà del Trecento|città=Napoli|editore=Electa|anno=1994|isbn=88-435-4800-X|cid=Seiler}}
* {{cita libro|autore=Mario Carrara|titolo=Gli Scaligeri|anno=1966|editore=Dall'Oglio|città=Varese|sbn=
== Voci correlate ==
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