Cappella Sassetti: differenze tra le versioni
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#''Esequie di san Francesco''.
Dal punto di vista dell'iconografia in genere si ritiene che il Ghirlandaio non conoscesse le ''Storie'' della [[Basilica di San Francesco di Assisi]], ma certamente aveva visto quelle della [[
===Scene esterne===
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In basso sulla parete sinistra è rappresentato san Francesco inginocchiato con le braccia aperte a ricevere il segno divino delle [[stimmate]] dal Crocifisso apparso in un nimbo tra un gruppo di [[serafino|serafini]]. Fu eseguito in dieci giornate e pur seguendo l'impostazione di [[Giotto]] in [[Santa Croce (Firenze)|Santa Croce]], il Ghirlandaio sembra prediligere come modello il rilievo marmoreo del pulpito, sempre in Santa Croce, opera di [[Benedetto da Maiano]]. Il miracolo avvenne al[[la Verna]], la cui rocca è fedelmente riprodotta al centro dello sfondo, con una mirabile rappresentazione naturalistica forse senza precedenti. A destra si riconosce una città su un lago, una rappresentazione fantasiosa di [[Pisa]] della quale si riconosce abbastanza chiaramente il [[duomo di Pisa|Duomo]] e la [[Torre di Pisa]]. Si tratta forse di un riferimento a una ipotesi di provenienza della famiglia Sassetti dal castello di [[Sassetta (Italia)|Sassetta]] nel territorio pisano.
La realizzazione pittorica è eccellente, anche nelle parti più difficili come i volti, le mani sottili del santo e il panneggio, con una pennellata rapida ed esperta peculiare del maestro. La luce divina dell'apparizione porta alcuni magici riflessi sul volto del santo e sul saio. Da notare anche l'abilità nel rappresentare un cervo in [[scorcio]], mentre gli uccelli che si congiungono in volo sono legati al tema dell'armonia dei cicli naturali, presenti anche in numerose altre opere rinascimentali. Il Cristo tra i serafini appare molto simile a quello di un frammento delle ''[[Stimmate di san Francesco (Paolo Uccello)|Stimmate di san Francesco]]'' di [[Paolo Uccello]] presente nella stessa chiesa, un tempo facente parte di un ciclo più ampio a cui il Ghirlandaio dovette inevitabilmente guardare.
===Conferma della Regola===
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La ''Conferma della Regola'', con il ''Miracolo del fanciullo resuscitato'', occupano la parete centrale e sono le più rappresentative dell'intero ciclo. Entrambe sono ambientate in un precisissimo scorcio fiorentino.
Nella parete centrale in alto, rappresenta san Francesco che viene ricevuto da [[
Un disegno ora a [[Berlino]] mostra come il Ghirlandaio avesse inizialmente pensato la scena in maniera più tradizionale, seguendo l'iconografia di Giotto in Santa Croce, senza i ritratti. Nell'elaborazione definitiva però creò i tre piani della scena, cioè la scalinata verso il basso, con alcune teste che emergono, la chiesa con la scena principale e lo sfondo. L'occhio dello spettatore veniva così guidato dalla serie di personaggi che compongono la scena.
A destra in primo piano compaiono il [[Gonfaloniere di Giustizia (Firenze)|Gonfaloniere di Giustizia]] [[Antonio Pucci (gonfaloniere)|Antonio Pucci]], cognato di Francesco Sassetti, [[Lorenzo il Magnifico]], Francesco Sassetti stesso e il figlio Federigo, destinato alla carriera religiosa. Lorenzo è quello che tende la mano ad [[Agnolo Poliziano]], in testa ai figli del Magnifico che stanno salendo le scale dietro di lui: [[Giuliano di Lorenzo de' Medici]] futuro [[Duca di Nemours]], [[Piero il Fatuo]] e Giovanni de' Medici futuro [[
Il Sassetti invece con un gesto della mano indica i suoi figli dall'altra parte della scala a sinistra, Galeazzo, Teodoro I e Cosimo. Precisa è la resa della loro dignità e del loro abbigliamento che testimonia l'appartenenza alla ricca borghesia fiorentina. I due gruppi laterali guidano l'occhio dello spettatore verso il centro come quinte teatrali, verso la scena religiosa. La composizione, così originale e perfettamente armoniosa, ne fa uno dei vertici più alti dell'arte del Ghirlandaio.
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In alto nella parete destra, viene rappresentato san Francesco che va a predicare dal [[sultano]] durante la [[Settima crociata]]: questi lo incita a passare sopra al fuoco per dimostrare la sua santità e a sua volta san Francesco sfida i consiglieri del sultano.
Lo schema compositivo ricalca abbastanza fedelmente la struttura dell'analogo affresco di Giotto [[Cappella Bardi (Santa Croce)|in Santa Croce]]: il sultano al centro, a destra san Francesco con i suoi confratelli e a sinistra i consiglieri del sultano, con l'innovazione però di mettere una figura di spalle in primo piano, che fa convergere l'attenzione sul centro della scena. Particolarmente bello è il manto cangiante di uno dei consiglieri. Non
===Esequie di san Francesco===
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==Stile==
Il ciclo affrescato della
La vena narrativa è ricca e feconda e, seppure sia quasi estranea al ''pathos'' concitato, privilegia l'armonia lineare, l'uso di colori luminosi e sereni, l'atmosfera serena.
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