Autonomia scolastica: differenze tra le versioni

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Con '''autonomia scolastica''' o '''autonomia delle istituzioni scolastiche''' si intende l’attribuzione alle [[Scuola|scuole]] di competenze relative ad aspetti gestionali e organizzativi, per una gestione amministrativa più efficace, e ad aspetti didattici, per il miglioramento della qualità dell’istruzione. In [[Europa]], il processo che conduce al conferimento dell'autonomia alle scuole, pur in ambiti diversificati, prende avvio negli anni Ottanta del XX secolo, sino al primo decennio del Duemila. Le riforme in tale ambito sono state definite generalmente all'interno di quadri legislativi nazionali, senza un coinvolgimento attivo delle scuole, alle quali - ad eccezione del Paesi Bassi e dei paesi nordici - l'autonomia viene imposta.
 
In Italia, l'autonomia scolastica prevede il riconoscimento della [[personalità giuridica]] alle [[Scuola in Italia|istituzioni scolastiche statali]], di qualsiasi ordine e grado, con l’attribuzione di funzioni di gestione del servizio di istruzione attribuite agli uffici centrali e periferici del Ministero dell’Istruzione: svolgono gli adempimenti relativi alla carriera scolastica degli alunni e disciplinano, nel rispetto della legislazione vigente, le iscrizioni, le frequenze, le certificazioni, la documentazione, la valutazione, il riconoscimento degli studi compiuti in Italia e all'estero ai fini della prosecuzione degli studi medesimi, la valutazione dei crediti e debiti formativi, la partecipazione a progetti territoriali e internazionali, la realizzazione di scambi educativi internazionali. L’acquisizione dell’autonomia da parte delle scuole, tenuto conto delle caratteristiche dei territori, è correlata alle loro dimensioni, con la possibilità di eventuali aggregazioni.
 
== Storia ==
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Negli anni Novanta l’autonomia scolastica, oltre che per fronteggiare tale esigenza, risponde anche alla necessità di rendere più efficace la gestione delle amministrazioni, controllando le spese pubbliche attraverso il decentramento delle competenze ai territori. È quanto accade nella [[Repubblica Ceca|Repubblica ceca]], in [[Polonia]], in [[Slovacchia]], nei paesi baltici; nei paesi nordici le competenze attribuite alle municipalità possono a loro volta essere delegate alle scuole, di cui sono responsabili. In questo processo è coinvolto anche il Regno Unito, le cui scuole storicamente hanno goduto di grande autonomia in materia di insegnamento, in particolare nell’adattamento alle esigenze locali dei curricoli. Già nel 1988 sono trasferiti agli istituti competenze negli ambiti della gestione finanziaria e delle risorse umane, precedentemente affidati alle autorità educative locali (''Local Education Authorities'', LEA). Con la stessa legge si riduce tuttavia l’autonomia didattica delle scuole, con l'introduzione del controllo, a livello centrale, del programma di istruzione e dei provvedimenti per la valutazione degli studenti.
 
Nel terzo decennio delle riforme relative all’autonomia scolastica è la [[Germania]] ad avviare sperimentazioni, in diversi ''Länder''. Altri paesi, come la Spagna e la Francia, che già in precedenza avevano previsto l’autonomia «una sorta di “atto secondo” dell’autonomia scolastica» - la rafforzano ulteriormente<ref>{{Cita web|url=https://data.europa.eu/doi/10.2766/70336|titolo=L’autonomia scolastica in Europa : politiche e modalità di attuazione|autore=Unità italiana di Eurydice|editore=Commissione europea, Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura, Direzione generale dell’Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura|curatore=Desurmont, A., Coghlan, M.|ppp=9-10}}</ref>.
 
Le opinioni sull’autonomia scolastica sono diverse<ref>Vedi, ad esempio, {{Citacita articolonews|autore=Vincenzo Sorella|url=https://www.doppiozero.com/mastrocola-e-ricolfi-quale-e-il-vero-danno-scolastico|titolo=Un libro discutibile / Mastrocola e Ricolfi: quale è il vero danno scolastico?|pubblicazione=Doppiozero|data=8 dicembre 2021}}</ref>: da un lato, è considerata come possibilità di ottimizzare le risorse, rispondendo in modo più adeguato, rispetto ad un sistema centralizzato, alle esigenze del territorio e degli [[Studente|studenti]]<ref>{{Citacita articolonews|autore=Ezio Delfino|url=https://www.ilsussidiario.net/news/scuola-autonomia-istruzioni-per-non-soffocare-il-bambino-nella-culla/2081318/|titolo=Scuola/Autonomia, istruzioni per non soffocare il bambino nella culla|pubblicazione=Il Sussidiario|data=19 ottobre 2020}}</ref>; dall’altro si critica, interpretandola come freno al perseguimento della qualità dell’istruzione e alle [[pari opportunità]], per la diversificazione dell’offerta formativa<ref>{{Citacita articolonews|autore=Francesco Provinciali|url=http://www.ildomaniditalia.eu/il-danno-scolastico-la-scuola-progressista-come-macchina-della-disuguaglianza/|titolo=Se l’insegnamento scade a servizio sociale a subirne il danno sono i ragazzi. Mastrocola e Ricolfi dialogano sulla crisi della scuola|pubblicazione=il domani d'Italia|data=6 dicembre 2021|accesso=2 agosto 2022}}</ref>; da un altro lato ancora si denunciano i difetti di attuazione dell'autonomia<ref>{{Citacita articolonews|autore=Pino Turi|autore2=Carlo Scognamiglio|url=https://www.micromega.net/scuola-vera-autonomia/|titolo=La scuola della Costituzione ha bisogno di vera autonomia|pubblicazione=Micromega|data=2 dicembre 2021}}</ref>.
 
=== L'introduzione dell'autonomia scolastica in Italia ===
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==== La gestione delle risorse ====
L'autonomia scolastica in Italia, come in molti altri paesi, non riguarda né l'ampliamento, né i vari interventi di manutenzione, compresi quelli relativi alla tutela della sicurezza, degli edifici scolastici, dei locali e delle relative attrezzature: le sedi delle scuole materne e del primo ciclo sono patrimonio dei Comuni, mentre le scuole secondarie di secondo grado appartengono alle Province.
 
Come la maggior parte dei paesi, l'autonomia delle scuole italiane, riguarda invece le spese di funzionamento, compresa l’acquisizione di materiale informatico, seguendo specifiche procedure sugli acquisti pubblici.
 
L'autonomia scolastica in Italia non riguarda le assunzioni del dirigente, che avviene per corso-concorso, né l'assunzione dei docenti, che avvengono attraverso graduatorie diverse: per assunzioni a tempo indeterminato, attraverso le graduatorie di merito dei concorsi per titoli ed esami, e quelle ad esaurimento; per le supplenze, attraverso le graduatorie ad esaurimento, per i contratti annuali a tempo determinato, e attraverso le graduatorie di istituto, per supplenze brevi. Diversamente, ad esempio, da Belgio (Comunità francese – settore sovvenzionato – e Comunità fiamminga), Estonia, Irlanda, Lettonia, Slovacchia, Svezia e Regno Unito (Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord), dove gli istituti scolastici sono liberi di «scegliere nella selezione degli insegnanti per le assunzioni (in caso di posti vacanti o di sostituzione)»<ref>Commissione europea, Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura, Direzione generale dell’Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura, ''L’autonomia scolastica in Europa: politiche e modalità di attuazione'', cit., p. 25.</ref>. In Italia l'autonomia scolastica si esercita nel rispetto della libertà di insegnamento prevista dall'art. 33 della Costituzione<ref>Su questo tema vedi, ad esempio, {{Cita web|url=https://www.dirittoscolastico.it/la-liberta-di-insegnamento-dei-docenti-limiti-giuridici/|titolo=https://www.dirittoscolastico.it/la-liberta-di-insegnamento-dei-docenti-limiti-giuridici/|data=19 novembre 2021|accesso=1º agosto 2022}}</ref>.
 
==== Autonomia didattica e organizzativa ====
Con l'autonomia si introduce per la prima volta il "''[[Piano dell'offerta formativa]]''"<ref>D.P.R. 275/1999, art. 3.</ref> (P.O.F., dal 2015 P.T.O.F.<ref>l. 107/2015, art. 1, comma 12.</ref>), documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche, nel quale si esplicita la [[progettazione]] curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia, valorizzando anche le proposte di gruppi minoritari. Nel rispetto delle direttive nazionali, ogni decisione riguardante le scelte didattiche e organizzative, assunta nell'ambito dell'autonomia, deve essere discussa e condivisa dagli Organi collegiali, [[Collegio dei docenti]] e [[Consiglio d'istituto]]. In Italia quest'ultimo organo è composto da personale interno, da genitori e da studenti, nelle scuole secondarie di secondo grado. Non esistono membri nominati dalla comunità locale, o da varie istituzioni, pubbliche o private, o co-optati dal consiglio come ad esempio nel ''governing body'' cui è affidata la governance delle scuole inglesi<ref>{{Citacita articolonews|autore=Gianni De Fraja|url=https://www.lavoce.info/archives/31657/decide-scuola-made-in-england/|titolo=Chi decide nella scuola made in England|pubblicazione=La Voce|data=25 novembre 2014}}</ref>.
 
Con l'autonomia scolastica si è inteso realizzare interventi educativi e formativi mirati allo sviluppo della persona e al suo successo formativo<ref>D.P.R. 275/1999, art. 4, in part. comma 1.</ref> in coerenza con le finalità generali del [[Istruzione in Italia|sistema di istruzione]] stabiliti a livello nazionale organizzando, da un lato, interventi di recupero e di orientamento<ref>D.P.R. 275/1999, art. 4, comma 4.</ref>, ampliando l'offerta formativa<ref>D.P.R. 275/1999, art. 9.</ref>, tenuto conto del contesto, delle richieste delle famiglie e delle caratteristiche sociali, culturali ed economiche del territorio<ref>D.P.R. 275/1999, art. 1, comma 2.</ref>.
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==== Autonomia e garanzia delle pari opportunità ====
Come accade, ad esempio, nel Regno Unito, ad evitare che le diversificazioni delle offerte formative declinate sui bisogni degli studenti e del territorio comportino diversi livelli nei risultati di apprendimento, l'autonomia scolastica viene esercitata nel rispetto di indicazioni ed obiettivi nazionali a livello di istruzione. In tal senso, nella riforma dei cicli tracciata nella [[Riforma Moratti|L. 53/2003]] e nelle successive norme attuative si prevede, per i profili di studio, l'indicazione dei risultati di apprendimento attesi in termini di competenze. Ad esempio, nelle ''[[Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione]]'' del 2012 (p. &nbsp;13)<ref>{{Cita web|url=https://www.miur.gov.it/documents/20182/51310/DM+254_2012.pdf/1f967360-0ca6-48fb-95e9-c15d49f18831?version=1.0&t=1480418494262|titolo=Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione|autore=Ministero dell'Istruzione|data=2012|p=13|accesso=1º agosto 2022}}</ref> si precisa: «Nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono criteri per la valutazione delle competenze attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrittivi, impegnando così le istituzioni scolastiche affinché ogni alunno possa conseguirli, a garanzia dell’unità del sistema nazionale e della qualità del servizio. Le scuole hanno la libertà e la responsabilità di organizzarsi e di scegliere l’itinerario più opportuno per consentire agli studenti il miglior conseguimento dei risultati».
 
Analoghe considerazioni hanno portato, in Inghilterra e in Scozia, alla definizione del ''National'' ''Curriculum'' e del ''Curriculum for Excellence'', contenenti i risultati di apprendimento che gli studenti debbono conseguire.
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* {{Cita web|url=https://www.miur.gov.it/web/guest/-/l-autonomia-scolastica-per-il-successo-formativo|titolo=L'autonomia scolastica per il successo formativo|autore=Ministero dell'istruzione|data=14 agosto 2018|accesso=1º agosto 2022}}
* {{Cita web|url=https://www.glistatigenerali.com/scuola/autonomia-scolastica/|titolo=L’autonomia scolastica: una occasione sprecata|autore=Salvatore Salzano|data=12 marzo 2019|accesso=1º agosto 2022}}
* {{Citacita articolonews|autore=Maurizio Tiriticco|url=https://www.scuola7.it/2019/144/il-rilancio-dellautonomia-scolastica/|titolo=Il rilancio dell’autonomia scolastica|pubblicazione=Scuola7|data=08/07/2019|accesso=2 agosto 2022}}
* {{Cita web|url=https://www.orizzontescuola.it/lautonomia-scolastica-il-piano-scuola-2020-2021-e-le-grandi-dimenticanze/|titolo=L’autonomia scolastica, il Piano Scuola 2020-2021 e le grandi dimenticanze|autore=Antonio Fundarò|data=27 giugno 2020|accesso=1º agosto 2022}}