Isaac Newton: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|l'[[asteroide]]|8000 Isaac Newton}}
{{Vaglio|/2|arg=biografie|arg2=fisica}}
{{Bio
|Titolo = Sir
|Nome = Isaac
|Cognome = Newton
|PostCognomeVirgola = talvolta italianizzato in '''Isacco Newton'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Woolsthorpe-by-Colsterworth
|GiornoMeseNascita = 25 dicembre
|AnnoNascita = 1642
|NoteNascita = <ref name="nascita">Data secondo il [[calendario giuliano]] a quel tempo vigente in [[Inghilterra]]. Secondo il [[calendario gregoriano]], a quel tempo già adottato nei paesi cattolici e in vigore in Inghilterra dal [[1752]], Isaac Newton sarebbe invece nato il 4 gennaio [[1643]]. La differenza tra i due calendari era, al tempo della nascita di Newton, di 10 giorni mentre attualmente è di 13 giorni. Infatti il calendario gregoriano guadagna un giorno rispetto a quello giuliano ogni volta che "salta" l'anno bisestile: così la differenza, che era di 10 giorni nel 1582, è diventata di 11 giorni nel 1700 (l'anno 1600, come tutti quelli multipli di 400, è stato bisestile), di 12 nel 1800, di 13 nel 1900; sarà di 14 giorni nel 2100 (l'anno 2000 è stato bisestile), di 15 nel 2200 e così via. Secondo un uso diffuso tra gli storici, si utilizzano il toponimo e la data vigente in un dato posto e in un dato momento, senza trasformare i nomi in quelli attuali e le date di eventi passati secondo il calendario gregoriano attualmente in uso. Ad esempio, la fase finale della [[Rivoluzione russa]] ebbe inizio con l'insurrezione avviata a Pietrogrado (oggi [[San Pietroburgo]]) nella notte tra 24 e 25 ottobre 1917 del [[calendario giuliano]], allora localmente in uso. Tali date corrispondono al 6 e 7 novembre 1917
|LuogoMorte = Londra
|GiornoMeseMorte = 20 marzo
|AnnoMorte =
|NoteMorte = <ref name="morte">
|Epoca = 1600
|Attività = matematico
|Attività2 = fisico
|AttivitàAltre = , [[astronomia|astronomo]], [[filosofia della natura|filosofo naturale]], [[alchimia|alchimista]], [[teologia|teologo]], [[cronologia|cronologo]]
|Nazionalità = inglese
|Immagine = Portrait of Sir Isaac Newton, 1689.jpg
|Didascalia = Isaac Newton, ritratto ad olio su tela di [[Godfrey Kneller]] (1689)
}}
Considerato uno dei più grandi [[
[[File:Isaac Newton signature.svg|miniatura|Firma di Isacc Newton]]▼
▲Considerato uno dei più grandi [[scienziato|scienziati]] di tutti i tempi, ha anche ricoperto i ruoli di [[Presidenti della Royal Society|presidente]] della [[Royal Society]] (1703-1726), direttore della [[Zecca (moneta)|Zecca]] inglese (1699-1701) e membro del [[Parlamento d'Inghilterra|Parlamento]] (1689-1690 e 1701).
Noto soprattutto per la fondazione della [[meccanica classica]], la teoria della [[gravitazione universale]] e l'invenzione del [[calcolo differenziale|calcolo infinitesimale]], contribuì significativamente a più branche del sapere, occupando una posizione di preminente rilievo nella [[storia della scienza]] e della [[cultura]]. Il suo nome è associato a [[legge|leggi]] e [[teoria|teorie]] ancora oggi insegnate: si parla di ''dinamica newtoniana'', di leggi newtoniane del [[moto (fisica)|moto]], di [[legge di gravitazione universale]]. Più in generale, ci si riferisce al ''newtonianesimo'' come concezione del mondo, che ha influenzato la cultura europea per tutto il [[XVIII secolo]].▼
▲Noto soprattutto per la fondazione della [[meccanica classica]], la teoria della [[gravitazione universale]] e l'invenzione del [[calcolo differenziale
Nella sua opera ''[[Philosophiae Naturalis Principia Mathematica]]'' (nota anche come ''Principia'') del [[1687]], che segna la fine della [[rivoluzione scientifica]], definì le regole fondamentali della [[meccanica classica]] attraverso le sue [[Dinamica (fisica)|leggi del moto]]. Contribuì inoltre al progresso della [[teoria eliocentrica]]: a lui si deve la dimostrazione delle [[leggi di Keplero]] sul movimento dei pianeti. Oltre a dedurle matematicamente dalla soluzione del [[problema della dinamica]] applicato alla [[forza di gravità]] ([[problema dei due corpi]]), generalizzò le leggi di Keplero dimostrando che le [[Orbita|orbite]] delle [[cometa|comete]] potevano essere non solo [[ellisse|ellittiche]] (come quelle dei [[pianeta|pianeti]]), ma anche [[iperbole (geometria)|iperboliche]] o [[parabola (geometria)|paraboliche]]. Dimostrò l'universalità della [[interazione gravitazionale|gravitazione]]: la medesima [[legge di gravitazione universale]] governa i movimenti della [[Terra]] e di tutti gli altri corpi celesti.▼
▲Nella sua opera ''[[Philosophiae Naturalis Principia Mathematica]]'' (nota anche come ''Principia'') del
Attratto dalla [[filosofia della natura|filosofia naturale]], cominciò da giovane a leggere le opere di [[Cartesio]], in particolare ''[[La geometria]]'' del 1637, in cui le curve sono rappresentate per mezzo di [[equazione|equazioni]]. Nel [[1665]] dimostrò il [[teorema binomiale]] e quindi, nel giro di un anno, scoprì le [[identità di Newton]], il [[metodo di Newton]], approssimò la [[serie armonica]] tramite i [[logaritmo|logaritmi]] e cominciò a sviluppare il [[calcolo infinitesimale]]. I lavori sul calcolo infinitesimale del [[1666]] anticiparono di circa dieci anni quelli di [[Gottfried Wilhelm von Leibniz|Leibniz]], ma Newton pubblicò le sue scoperte solo nel ''De Quadratura Curvarum'' del [[1704]]. Condivise quindi con [[Gottfried Wilhelm von Leibniz]], suo malgrado, il merito per lo sviluppo del [[calcolo infinitesimale]].▼
▲Attratto dalla [[filosofia della natura|filosofia naturale]], cominciò da giovane a leggere le opere di [[Cartesio]], in particolare ''[[La geometria]]'' del 1637, in cui le curve sono rappresentate per mezzo di [[equazione|equazioni]]. Nel
Fu il primo a mostrare che la [[luce]] [[bianco|bianca]] è composta dalla somma di tutti i [[colore|colori]] dello spettro, avanzando l'ipotesi che la luce fosse composta da [[Fisica delle particelle|particelle]]. L{{'}}''Opticks'', del [[1704]], sarà un altro testo scientifico di riferimento per tutto il [[XVIII secolo]]. La [[teoria corpuscolare della luce]] era in contrapposizione alla [[teoria ondulatoria della luce]], sostenuta da [[Robert Hooke]], [[Christiaan Huygens]], [[Eulero]], [[Thomas Young]] e corroborata, nel [[XIX secolo]], dai lavori di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]] e [[Heinrich Rudolf Hertz|Hertz]]. La tesi corpuscolare trovò invece conferme, circa due secoli dopo, con l'articolo<ref>Albert Einstein, "Über einen die Erzeugung und Verwandlung des Lichtes betreffenden heuristischen Gesichtspunkt" (Su un punto di vista euristico riguardo alla produzione e alla trasformazione della luce), ''Annalen der Physik'', vol. 332, 1905, pp. 132-148.</ref> di [[Albert Einstein]] (1905) sull'interpretazione dell'[[effetto fotoelettrico]] a partire dal [[quanto]] di [[radiazione elettromagnetica]], poi denominato [[fotone]]. Queste due interpretazioni coesisteranno nell'ambito della [[meccanica quantistica]], fino al loro definitivo superamento (si veda: [[dualismo onda-particella]]).▼
▲Fu il primo a mostrare che la [[luce]] [[bianco|bianca]] è composta dalla somma di tutti i [[colore|colori]] dello spettro, avanzando l'ipotesi che la luce fosse composta da [[Fisica delle particelle|particelle]]. L{{'}}''Opticks'', del
Nel [[XX secolo]] la concezione newtoniana dello spazio e del [[tempo]] è stata superata. Nella [[teoria della relatività]] di [[Albert Einstein]] lo spazio e il tempo assoluti non esistono, sostituiti dallo [[spaziotempo]]. Ciò comporta dei cambiamenti nelle [[leggi del moto]] e della meccanica che, per [[velocità]] molto inferiori alla [[velocità della luce]] nel vuoto (c = {{M|299792458|ul=m/s}}), sono tuttavia praticamente impercettibili.
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== Biografia ==
=== Infanzia e giovinezza ===
[[File:Woolsthorpe manor.jpg|
Nacque a [[Woolsthorpe-by-Colsterworth]], nel [[Lincolnshire]], il 25 dicembre
Nel
A quel tempo gli insegnamenti universitari a [[Università di Cambridge|Cambridge]] erano basati su [[Aristotele]] ([[
=== Maturità ===
[[File:
Nel
I lavori sul calcolo infinitesimale alla metà degli anni '60 anticiparono di circa dieci anni quelli di [[
Dal
{{Citazione|''Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti''.|Isaac Newton|''If I have seen further it is by standing on ye
▲{{Citazione|''Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti''|Isaac Newton|''If I have seen further it is by standing on ye sholders of Giants''||lingua=en}}
Benché questa frase, coniata nel [[Medioevo]] da [[Bernardo di Chartres]], appaia come segno di modestia, da alcuni è ritenuta pungente: Hooke era un uomo di bassa statura e Newton potrebbe aver alluso di essersi ispirato a studiosi di statura intellettuale ben maggiore di quella di Hooke. Forse non è casuale che il testo newtoniano sulla luce (''Opticks'', ''Ottica'') sia stato pubblicato solo nel 1704, un anno dopo la morte di Hooke.
La dedizione di Newton alla scienza è chiaramente dimostrata da un esperimento sull'ottica. Credendo che il colore fosse provocato dalla pressione sull'occhio, s'infilò un ago da calza nell'orbita oculare fino a quando poté stimolare il retro del suo bulbo oculare, annotando freddamente «cerchi bianchi, scuri e colorati fintanto che continuava ad agitarlo».<ref name=bizzarro/>
Newton pensava che la luce fosse composta di particelle. Altri fisici, tra i quali Hooke, preferirono una spiegazione [[Onda (fisica)|ondulatoria]]. Nel suo ''Hypothesis of Light'' (''Ipotesi sulla luce'') del
Ai tempi di Newton, tutti i ''[[fellow]]'' di [[Cambridge]] avevano l'obbligo di prendere gli ordini sacri entro sette anni dalla nomina. Newton fece un primo tentativo di evitare l'ordinazione cercando invano di procurarsi un posto vacante di ''fellow'' in giurisprudenza, poiché in questo caso si era esentati dall'obbligo. Verso la fine del 1674 Newton si adoperò, assieme all'amico Francis Aston, per ottenere la dispensa dall'obbligo di prendere gli ordini. Mentre Aston non riuscì nell'intento, Newton ottenne la dispensa dall'ordinazione a [[chierico]] [[anglicanesimo|anglicano]], firmata dal re [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]] in data 2 marzo 1675<ref>Rob Iliffe, Newton - Il sacerdote della natura, 2019, pp. 130-132.</ref>. I motivi del rifiuto di Newton erano di natura [[teologia|teologica]]: essendo segretamente [[antitrinitarismo|anti-trinitario]], era di fatto eretico rispetto all'ortodossia della [[chiesa anglicana]].
=== La mela, la gravità e i
{{Approfondimento
|larghezza = 350px|
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Hooke elaborò il principio di attrazione gravitazionale nel 1665 nel volume ''Micrographia''. Nel 1666 collaborò alla stesura di ''On Gravity'' (''Sulla Gravità'') per la Royal Society, in cui compariva la trascrizione della sua conferenza sui ''Movimenti Planetari come Problema Meccanico'', tenuta presso la Royal Society il 23 maggio 1666. Nel 1674 pubblicò le sue idee sulla gravitazione nel libro ''An Attempt to prove the motion of the Earth by Observations'' (''Un tentativo di dimostrare il moto della Terra mediante osservazioni'').
Nella monografia del 1674 Hooke postulò chiaramente la mutua attrazione tra il Sole e i pianeti, con una intensità che cresceva con la vicinanza fra i corpi, insieme
{{Citazione|''Assolutamente tutti i corpi celesti possiedono un’attrazione o un potere di gravitazione verso i loro stessi centri, per cui essi attraggono non solo le loro stesse parti e le trattengono dal volar lontano da loro, come si può vedere che fa la Terra, ma essi attraggono anche tutti gli altri corpi celesti che sono nella sfera della loro attività''|Robert Hooke, 1674|}}
Tale ipotesi non era tuttavia accompagnata da prove e dimostrazioni matematiche soddisfacenti. Su questo aspetto glissò, dicendo che avrebbe affrontato il problema al termine dei lavori che stava compiendo. Soltanto cinque anni dopo, il 6 gennaio 1679, Hooke suppose che l'attrazione tra due corpi raddoppiasse con il dimezzarsi della distanza tra i centri di massa dei due corpi.
Nel novembre del 1679 iniziò uno scambio di lettere con Newton, che sono state recentemente pubblicate. Hooke disse a Newton di essere stato nominato responsabile della corrispondenza per la [[Royal Society]], e chiedeva a Newton pareri su vari argomenti tra cui la spiegazione del moto dei pianeti tramite il moto rettilineo lungo la tangente all'orbita più una forza attrattiva diretta verso il centro oppure sulle sue ipotesi riguardo alle leggi e alle cause dell'elasticità. Newton in risposta propose un esperimento "dei suoi" (di Hooke) che avrebbe potuto rivelare il movimento della Terra, consistente in un corpo inizialmente sospeso in aria, poi lasciato cadere per misurarne la deviazione dalla verticale e ipotizzò come avrebbe continuato a muoversi il corpo (con una traiettoria a spirale verso il centro), se la Terra non lo avesse fermato.
«Il 13 dicembre 1679 Newton scrisse
Nella prima edizione dei ''Principia'' (1687),
{{Citazione|''Egli [Hooke] non sapeva come metterci mano. Adesso non è invece molto elegante? I matematici che scoprono, risolvono e fanno tutto il lavoro devono accontentarsi di essere
Nella seconda edizione (1713), Newton permise che il suo editore, Roger Cotes, scrivesse nella prefazione
{{Citazione|''che la forza di gravità sia in tutti i corpi universalmente, altri lo hanno sospettato o immaginato, ma Newton è stato il primo e unico capace di dimostrarlo dai fenomeni e di renderlo un solido fondamento delle sue brillanti teorie''|Roger Cotes, 1713|}}
Ma anche questa modesta concessione venne cancellata dalla terza (1726) e definitiva edizione dei Principia.
</div>
}} Si racconta che Newton nel 1666, il suo ''[[annus mirabilis]]'', fosse seduto sotto un [[malus domestica|melo]] nella [[Woolsthorpe Manor|sua tenuta a Woolsthorpe]], quando una mela gli cadde in testa. Ciò, secondo la leggenda diffusa
La storia della mela è un'esagerazione di un episodio narrato da Newton stesso, secondo il quale egli sedeva a una finestra della sua casa a Woolsthorpe, quando vide una mela cadere dall'albero. A ogni modo, si ritiene che anche questa versione sia stata inventata da Newton, per dimostrare quanto egli fosse abile a trarre ispirazione da eventi quotidiani. Uno scrittore suo contemporaneo, William Stukeley, registrò nelle sue ''Memoirs of Sir Isaac Newton's Life'' (''Memorie della vita di Sir Isaac Newton'') una conversazione avvenuta a Kensington un anno prima della morte di Newton, nella quale ricordava «quando, per la prima volta, la nozione di forza di gravità si formò nella sua mente. Fu causata dalla caduta di una mela, mentre sedeva in contemplazione. 'Perché la mela cade sempre perpendicolarmente al terreno?' pensò tra sé e sé. Perché non potrebbe cadere a lato o verso l'alto, ma sempre verso il centro della [[Terra]]
Nel
«[[Londra]], 14 gennaio
Newton avrebbe probabilmente tenuto per sé la propria scoperta del 1680, se nell'agosto 1684 [[Edmund Halley]] non fosse andato a trovarlo, chiedendogli di dimostrare che dalla legge dell'inverso del quadrato della distanza derivano le orbite ellittiche di Keplero. Newton gli rispose di aver già dimostrato tale connessione anni prima, ma di non avere sotto mano gli appunti. Tuttavia nel novembre 1684 inviò
[[File:
Halley convinse Newton a pubblicare quelle carte ed egli, inserendo il manoscritto in un'opera più ampia, nel luglio
In realtà, nella prima edizione dei ''Principia'', Newton non darà risposta al problema posto da Halley: calcolare l'orbita di un pianeta, data la forza centrale d'attrazione del Sole che dipende dall'inverso del quadrato della distanza.<ref name=guicciardini_1>{{Cita libro|autore=[[Niccolò Guicciardini]]|titolo=Newton. Un filosofo della natura e il sistema del mondo|editore=Le Scienze|anno=2013²|p=100}}</ref> Newton dimostra invece, nelle Proposizioni 11, 12 e 13 che, se le orbite sono sezioni coniche e la forza attrattiva è diretta verso un fuoco dell'orbita, allora la forza varia con l'inverso del quadrato della distanza.<ref name=guicciardini_1/> Sostanzialmente egli deriva, dalle leggi cinematiche di Keplero, la dipendenza della legge dinamica d'attrazione gravitazionale dalla distanza.
Nel Corollario 1 alla tre Proposizioni citate, Newton afferma che vale anche il contrario: se un corpo è
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=== Il successo e gli ultimi anni ===
Con i ''Principia'', Newton venne riconosciuto internazionalmente e conquistò un circolo di ammiratori, fra cui fu importante il matematico di origini [[
Nel preparare una serie di otto sermoni (''Boyle Lectures'') tenuti a [[Londra]] tra il 1691 e il 1692, il reverendo [[Richard Bentley]] interpellò Newton per essere certo di dare una descrizione accurata dell'universo newtoniano. Le quattro lettere di risposta (inedite fino al 1756) che Newton scrisse a Bentley testimoniano la complessità del suo pensiero. Nella concezione newtoniana dell'universo, resta difficile separare le sue idee religiose da quelle scientifiche. Newton sosteneva la semplicità, uniformità e infinitezza dell'universo, creato da un Dio trascendente, onnipotente ed eterno. Newton si era astenuto fino ad allora dal pronunziarsi in materia teologica per evitare controversie che l'avrebbero costretto a far trapelare le sue convinzioni, generando (legittimi) dubbi sulla sua fedeltà alla [[chiesa anglicana]]. Sollecitato, poco dopo la pubblicazione dei ''[[Philosophiae Naturalis Principia Mathematica|Principia]]'', a tradurre alcuni aspetti della sua fisica in termini di apologia della religione, lo fece per interposta persona. Da credente convinto, autorizzò Bentley a usare i suoi argomenti scientifici e filosofici contro i materialisti epicurei e hobbesiani, i cartesiani e gli agnostici. Il sermone del 7 novembre 1692 era significativamente intitolato ''Una confutazione dell'[[ateismo]] dalle origini e struttura del mondo''. Da parte di Bentley, «''La filosofia naturale di Newton venne largamente utilizzata come un'ideologia.''»<ref>{{Cita libro|autore=[[Paolo Rossi Monti|Paolo Rossi]]|titolo=La nascita della scienza moderna in Europa|editore=Laterza|anno=1997|p=270}}</ref>
Nel 1696 [[Charles Montagu]] gli offrì un posto alla [[zecca (moneta)|Zecca]] reale. Oltre all'amicizia personale tra i due, contarono la fama di Newton come scienziato, le sue conoscenze tecniche di chimico, fisico, matematico, e l'aver parteggiato contro il partito cattolico durante la [[Gloriosa Rivoluzione]] del 1688-1689, vinta dai protestanti. Newton si trasferì a Londra nel 1696 per prendere il posto di guardiano della [[Zecca (moneta)|Zecca]] reale, mantenendo il ruolo di professore a [[Università di Cambridge|Cambridge]]. Si fece carico del programma di nuova coniazione delle [[moneta|monete]] inglesi, seguendo la strada indicata da Lord Lucas e favorendo la nomina di [[Edmond Halley]] a sovraintendente della zecca di Chester. Divenne direttore della Zecca alla morte di Lucas nel 1699. A seguito della nuova nomina, si dimise da professore a [[Università di Cambridge|Cambridge]] a da membro del [[Trinity College (Cambridge)|Trinity College]] nel dicembre 1701. Questi incarichi erano solitamente intesi come sinecure, ma Newton li prese seriamente, esercitando il suo potere per riformare la moneta e punire i falsari. Introdusse la zigrinatura del contorno delle monete in oro e argento per evitarne la limatura, finalizzata a ricavare polvere dei metalli preziosi, spendendo poi la moneta limata. La riforma monetaria di Newton anticipò il ''[[sistema aureo|gold standard]]'' che l'[[Inghilterra]] adotterà per prima nel 1717, seguita da altre nazioni nei secoli successivi, fino all'adozione [[statunitense]] all'inizio del [[XX secolo]]. Newton stabilì un cambio fisso fra la [[sterlina]] e l'[[oncia d'oro]] ed elaborò metodi per aumentare la produttività della zecca. Riuscì in questo modo a chiudere le filiali provinciali della Banca d'Inghilterra e a tornare a una produzione centralizzata della moneta. Mantenne il suo incarico alla Zecca, lautamente compensato, fino alla sua morte. Newton fu anche un membro del [[Parlamento]] dal 1689 al 1690 e nel 1701, ma il suo solo intervento registrato fu per lamentarsi di una corrente d'aria fredda e la richiesta che venisse chiusa la finestra. Nel 1705 fu investito del titolo di [[Knight Bachelor|cavaliere (Sir)]] dalla regina [[Anna di Gran Bretagna|Anna]].
[[File:Newton Opticks titlepage.jpg|
Nel 1697 gli arrivò una copia del [[problema della brachistocrona]] che [[Johann Bernoulli|Bernoulli]] aveva ideato come una sfida a tutti matematici d'[[Europa]]. Newton risolse il problema in una notte e inviò la risposta in forma anonima al matematico svizzero. Bernoulli capì immediatamente chi fosse il solutore del problema e disse
{{Citazione|''Il leone [si riconosce] dall'artiglio''.| [[Johann Bernoulli]] |''[[Ex ungue leonem]]''.|lingua=la}}
Nel 1701 Newton pubblicò anonimamente nei ''Philosophical Transactions of the Royal Society'' una legge [[termodinamica]] ora conosciuta come ''legge di Newton del raffreddamento''. Nel 1703 venne associato alla [[Académie des Sciences]] e divenne [[Presidenti della Royal Society|presidente]] della [[Royal Society]], ruolo che mantenne fino alla morte. Nella sua posizione alla Royal Society si inimicò [[John Flamsteed]], [[Astronomo reale]], tentando di rubare il suo catalogo di osservazioni celesti e redasse anonimamente il rapporto del [[1714]] contro il suo avversario [[Gottfried Wilhelm von Leibniz]] (si veda l'approfondimento ''La disputa con Leibniz sulla paternità del calcolo infinitesimale''). ▼
▲Nel 1701 Newton pubblicò anonimamente nei ''Philosophical Transactions of the Royal Society'' una legge [[termodinamica]] ora conosciuta come ''legge di Newton del raffreddamento''. Nel 1703 venne associato
Newton non si sposò mai, né ebbe figli riconosciuti. Le sue cospicue sostanze vennero ereditate da Catherine Barton, sua nipote. Le sue ultime parole, secondo il nipote Benjamin Smith, furono:
{{Citazione|''Non so cosa posso sembrare al mondo; ma a me stesso sembra di essere stato come un ragazzo che gioca sulla riva del mare e si diverte a trovare di quando in quando un ciottolo più liscio o una conchiglia più bella, mentre il grande oceano della verità si stende ignoto tutt'intorno.''<ref name=white>{{Cita web |url=http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010526a.htm |titolo=L'altro Newton: alchimista, eretico, occultista... |accesso=8 febbraio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130602000320/http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010526a.htm |urlmorto=sì}}</ref> |Isaac Newton |''I do not know what I may appear to the world; but to myself I seem to have been only like a boy playing on the sea-shore, and diverting myself in now and then finding a smoother pebble or a prettier shell than ordinary, whilst the great ocean of truth lay all undiscovered before me.''<ref>David Brewster, ''Memoirs of the Life, Writings, and Discoveries of Sir Isaac Newton'', vol. 2, cap. 27, Cambridge Univerity Press, 2010, ISBN 9781108025560.</ref>|lingua=en}}
Morì a [[Royal Borough of Kensington and Chelsea|Kensington]], [[Londra]], all'età di 84 anni il 20 marzo 1726 secondo il calendario giuliano,<ref name="morte"/> ossia il 31 marzo 1727 del calendario gregoriano,<ref name="morte_2"/> e fu sepolto otto giorni dopo nell'[[Abbazia di Westminster]]. [[Voltaire]], che era presente al funerale, disse che era stato sepolto come un re. Per lui [[Alexander Pope]] scrisse un famoso poemetto che comincia così:
{{Citazione|''La natura e le leggi della natura giacevano nascoste nella notte;<br />Dio disse: «Che Newton sia!», e luce fu''| [[Alexander Pope]] |''Nature and nature's laws lay hid in night;<br />God said: «Let Newton be!», and all was light''|lingua=en}}▼
Invece sulla tomba fu inciso l'epitaffio: {{Citazione|''Si rallegrino i mortali perché è esistito un tale e così grande onore del genere umano''| |''Sibi gratulentur mortales tale tantumque exstitisse humani generis decus''|lingua=la}}▼
▲{{Citazione|''La natura e le leggi della natura giacevano nascoste nella notte;<br />Dio disse: «Che Newton sia!», e luce fu''.| [[Alexander Pope]] |''Nature and nature's laws lay hid in night;<br />God said: «Let Newton be!», and all was light''.|lingua=en}}
Dopo la morte, il corpo fu riesumato e fu trovata un'alta quantità di mercurio nei suoi capelli, probabilmente per via dei numerosi esperimenti di alchimia.<ref>{{Cita web|url=https://scienceworld.wolfram.com/biography/Newton.html|titolo=Newton, Isaac (1642-1727) -- from Eric Weisstein's World of Scientific Biography|autore=Eric W. Weisstein|sito=scienceworld.wolfram.com|lingua=en|accesso=2023-07-20}}</ref>▼
Invece sulla tomba fu inciso l'epitaffio:
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▲Dopo la morte, il corpo fu riesumato e fu trovata un'alta quantità di mercurio nei suoi capelli, probabilmente per via dei numerosi esperimenti di alchimia.<ref>{{Cita web|lingua=EN|autore=[[Eric W. Weisstein]]|url=https://scienceworld.wolfram.com/biography/Newton.html|titolo=Newton, Isaac (1642-1727)
===Personalità e peculiarità===
[[File:Isaac Newton grave in Westminster Abbey.jpg|
Newton era a detta di molti un uomo scorbutico e sgradevole, tanto che si era sparsa la notizia - diffusa ancor oggi, sebbene il suo amico [[William Stukeley]] l'abbia smentita<ref>[[Piergiorgio Odifreddi]], ''Il matematico impertinente'', [[Longanesi]], Milano, 2005, pag. 273.</ref> - che egli avesse riso solo una volta in vita sua: quando uno studente gli chiese se valesse la pena di studiare gli ''[[Elementi (Euclide)|Elementi]]'' di [[Euclide]].<ref name="laught">{{Cita pubblicazione|nome=Ernest Peter|cognome=Fisher|anno=1997|titolo=Aristotele, Einstein e gli altri|p=139}}</ref> Era paranoico e temeva la povertà e le critiche degli altri. Fu inoltre litigioso e si imbarcò in dispute accanite con molti suoi contemporanei come [[Robert Hooke|Hooke]], [[Leibniz]] o [[John Flamsteed|Flamsteed]].
Temeva, con fondati motivi, che le sue convinzioni [[religione|religiose]] eretiche potessero causargli problemi e per questo tenne segreti i suoi scritti su tali argomenti. Pubblicò molto tardi o non pubblicò anche gran parte dei suoi scritti scientifici, probabilmente temendo delle [[critica|critiche]]. Alcuni ritengono che fosse guidato da convinzioni molto vicine al [[pitagorismo]] e al [[neoplatonismo]], oltre che al [[neostoicismo]],<ref>{{cita pubblicazione |autore= Alessio A. Miglietta |anno= 2015 |mese= 1 |titolo= Newton nell'orto degli Stoici |rivista= Anthropos & Iatria |editore= Nova Scripta |città= Genova |volume= XIX|numero= 1 |pp= 63-77 }}</ref> e che considerasse il sapere come bene da condividere solo tra pochi eletti.<ref>{{cita pubblicazione |autore= Alessio A. Miglietta |anno= 2014 |mese= 1 |titolo= Lo sguardo e il silenzio. Le ragioni del Newton più occulto |rivista= Anthropos & Iatria |editore= Nova Scripta |città= Genova |volume= XVIII |numero= 1 |pp= 42-54 }}</ref>
Forse per i suoi interessi alchemici è stato più volte accostato a presunte organizzazioni segrete come la setta dei [[Rosacroce]] e il fantomatico [[Priorato di Sion]], di cui si dice che sia stato anche grande maestro. È stato [[
Ebbe probabilmente una sola [[relazione sentimentale]] con una donna, Catherine Storer, quando era ancora un ragazzo.<ref>{{Cita web|url=https://h2g2.com/edited_entry/A72024905|titolo=h2g2 - Isaac Newton: Celibate or Closet Homosexual? - Edited Entry|autore=Not Panicking Ltd|sito=h2g2.com|data=23 luglio 2010|accesso=20 luglio 2023}}</ref> Non si sposò mai. Nonostante sia opinione diffusa che morì [[verginità|vergine]], come affermarono figure quali il matematico [[Charles Hutton]],<ref>{{Cita libro|nome=Charles|cognome=Hutton|titolo=A Philosophical and Mathematical Dictionary Containing... Memoirs of the Lives and Writings of the Most Eminent Authors|url=https://books.google.ca/books?id=_xk2AAAAQAAJ&pg=PA100&lpg=PA100&dq=Charles+Hutton+Isaac+Newton+constitutional+indifference&source=bl&ots=gxI1T-5UzL&sig=NJHnmCqkPwNalnOSrUXZZgkfODs&hl=en#v=onepage&q=Charles%20Hutton%20Isaac%20Newton%20constitutional%20indifference&f=false|accesso=
▲Non si sposò mai. Nonostante sia opinione diffusa che morì [[verginità|vergine]], come affermarono figure quali il matematico [[Charles Hutton]]<ref>{{Cita libro|nome=Charles|cognome=Hutton|titolo=A Philosophical and Mathematical Dictionary Containing... Memoirs of the Lives and Writings of the Most Eminent Authors|url=https://books.google.ca/books?id=_xk2AAAAQAAJ&pg=PA100&lpg=PA100&dq=Charles+Hutton+Isaac+Newton+constitutional+indifference&source=bl&ots=gxI1T-5UzL&sig=NJHnmCqkPwNalnOSrUXZZgkfODs&hl=en#v=onepage&q=Charles%20Hutton%20Isaac%20Newton%20constitutional%20indifference&f=false|accesso=2023-07-20|data=1815|editore=the Author|lingua=en|p=100|volume=2}}</ref>, l'economista [[John Maynard Keynes]]<ref>{{Cita web|url=https://mathshistory.st-andrews.ac.uk/Extras/Keynes_Newton/|titolo=John Maynard Keynes: Newton, the Man|sito=Maths History|lingua=en|accesso=2023-07-20}}</ref> e il fisico [[Carl Sagan]] <ref>{{Cita libro|nome=Carl|cognome=Sagan|titolo=Cosmos|url=https://books.google.ca/books?id=_-XhL6_xsVkC&pg=PA55&lpg=PA55&dq=Isaac+Newton+virgin&source=bl&ots=pfxDt6lG8I&sig=u4GtOW8G0jCFdrppKL2o0j9ZAKU&hl=en&sa=X&ei=jrJJULeTIYnDigLs14Fo&ved=0CEMQ6AEwAzge#v=onepage&q=Isaac%20Newton%20virgin&f=false|accesso=2023-07-20|data=1985|editore=Ballantine Books|lingua=en|p=55|ISBN=978-0-345-33135-9}}</ref>, [[Voltaire]], che presenziò al funerale di Newton, affermò che tale notizia gli era stata confermata «dal medico e dal chirurgo che erano con lui quando morì»<ref>''Letters on England'', 14, pp. 68-70</ref> (cosa in realtà impossibile da constatare per un medico); inoltre nel [[1733]] il filosofo francese ribadì che Newton «non aveva né passioni né debolezze» e che «non si era mai avvicinato a nessuna donna».<ref>{{Cita libro|nome=Derek|cognome=Gjertsen|titolo=The Newton Handbook|url=https://books.google.ca/books?id=cqIOAAAAQAAJ&pg=PA105&lpg=PA105&dq=Isaac+Newton+virgin&source=bl&ots=Sf2QL1yV2J&sig=0m7VW3Ca0_jKFl-k-P8FNAATuaY&hl=en#v=onepage&q=Isaac%20Newton%20virgin&f=false|accesso=2023-07-20|data=1986-01-01|editore=Routledge & Kegan Paul|lingua=en|p=105|ISBN=978-0-7102-0279-6}}</ref><ref>Patricia Fara, ''Newton: The Making of Genius'', Pan Macmillan, 2011</ref>
== Contributi scientifici ==
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|titolo = La disputa con Leibniz sulla paternità del calcolo infinitesimale
|contenuto = <div style="font-size:90%">
[[File:Gottfried Wilhelm von Leibniz.jpg|
Newton sostenne di aver cominciato a lavorare alla versione algebrica del [[calcolo infinitesimale]] (da lui chiamata "metodo delle flussioni e dei fluenti",<ref>«Come osserva lo storico A. Koyré nei suoi "Studi newtoniani" (Ed. Einaudi, 1972), la geometrizzazione del mondo fisico implica una matematica in cui "Le curve e le figure non risultano costituite da diversi elementi geometrici, non vengono formate nello spazio dall'intersezione di corpi e piani geometrici, e neppure rappresentano un'immagine spaziale delle relazioni strutturali espresse in esse da formule algebriche. Sono invece determinate e descritte dal moto di punti e linee nello spazio".
Newton abbandona quindi una definizione statica (quale quella algebrica cartesiana) degli enti geometrici per una definizione dinamica. Questa concezione delle grandezze geometriche come generate da moti continui, e quindi tutte dipendenti dal tempo — piuttosto che come aggregati di elementi infinitesimi — è alla base del "Methodus fluxionum et seriarum infinitarum" (1671). In quest'opera si introducono i concetti di fluente e di flussione; fluente è una quantità generata da un moto continuo: si pensi
[[Gottfried Wilhelm von Leibniz]] iniziò
Risale al
La disputa ebbe inizio nel
A seguito della pubblicazione nel
Nel
Leibniz si appellò alla [[Royal Society]] chiedendo giustizia e, a seguito della sua insistenza, la Royal Society nominò una commissione incaricata di studiare la questione. Sembra che Newton, nella sua carica di presidente, abbia influito sulla scelta della commissione. Questa diede ragione a Newton sostenendo la sua paternità dell'invenzione del calcolo e accusando Leibniz di plagio. A fine
|titolo=An account of the book entituled Commercium epistolicum Collinii et aliorum, de analysi promota
|accesso=9 gennaio 2022}}</ref> ''An account of the book entituled Commercium epistolicum Collinii et aliorum, de analysi promota'', rapporto finale anonimo ma probabilmente redatto dallo stesso Newton.
Ancora nel
</div>
}} Durante la sua giovinezza Newton si dedicò alla [[matematica]] pura, anche se essa gli serviva prevalentemente per risolvere problemi fisici. In questo campo si dedicò soprattutto all'[[analisi matematica|analisi]] scoprendo alcune formule per il calcolo di [[pi greco]] e l'espansione in serie del [[logaritmo naturale]], ossia le [[serie di Mercator]], e trovò un metodo per approssimare
Newton e Leibniz ripresero e svilupparono un metodo scoperto circa cinquanta anni prima da Fermat per trovare i ''massimi'' e i ''minimi'' di una funzione attraverso la sua [[derivata]].<ref>La prima formulazione di questo metodo da parte di Pierre Fermat è chiaramente illustrata nella sua opera ''metodo per trovare i massimi e minimi delle tangenti alle linee curve'' edito a Tolosa nel 1637. Vedi in proposito: ''Geymonat'', ''Storia e filosofia dell'analisi infinitesimale'', Torino 2008, pagg. 107-110.</ref> A differenza di molti suoi contemporanei Newton applicò questo procedimento anche alle [[funzione trascendente|funzioni trascendenti]], anche se il concetto di [[limite (matematica)|limite]] non era all'epoca affatto definito. Egli usava nei suoi scritti [[sinonimi]] ambigui come «flussione» o «infinitesimo». Newton si rese conto che «il problema delle tangenti» e quello «delle quadrature» erano uno l'inverso dell'altro ossia che la [[derivata|derivazione]] era l'inverso dell'[[integrale|integrazione]]. Per la verità passi importanti verso la dimostrazione di questo [[teorema]], che non a caso è noto come [[teorema di Torricelli Barrow]], erano già stati compiuti, ma il contributo di Newton fu comunque di grande importanza.
Uno dei maggiori contributi di Newton nel campo della matematica consiste nell'introduzione del "metodo delle flussioni e dei fuenti", ossia del calcolo [[calcolo differenziale|differenziale]] e [[integrale]], espresso mediante simboli algebrici. Anche se questa scoperta era fondata su basi poco chiare e rigorose, avrebbe avuto un'importanza fondamentale per lo sviluppo non solo della [[matematica]], ma anche della [[fisica]]. Questa invenzione era stata già preannunciata da matematici come [[John Wallis|Wallis]], [[Isaac Barrow|Barrow]], [[
=== Principi della dinamica ===
{{vedi anche|Principi della dinamica|Philosophiae Naturalis Principia Mathematica}}
L'opera più influente di Newton fu senza dubbio ''Philosophiae Naturalis Principia Mathematica'' (''Principi matematici della filosofia naturale''). La pubblicazione, avvenuta nel 1687, è considerata sia come data di nascita della [[meccanica classica]], sia come atto conclusivo della [[rivoluzione scientifica]]. Per la prima volta la [[Meccanica (fisica)|meccanica]] è trattata in modo ''sistematico'' e ''geometrico-matematico'', anche se per la sua formulazione mediante l{{'}}''analisi matematica'' si dovranno attendere le opere di meccanica del [[XVIII secolo]], a cominciare con quelle di [[Eulero]]. L'opera è divisa in tre libri: i primi due riguardano la matematica, applicata ai moti dei corpi nel vuoto e nei mezzi resistenti come l'aria o l'acqua. Nel terzo libro, ''De Mundi Systemate'' (''Sul sistema del mondo''), Newton presentò la sua cosmologia, basata sull'idea che i pianeti si muovono nello spazio vuoto, attratti verso il Sole da una forza inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Mentre l'effetto di tale forza viene illustrato nei dettagli, la sua causa rimane misteriosa.
Nei ''Principi'' Newton tratta lo [[Spazio (fisica)|spazio]] e il [[tempo]] come enti assoluti ma, come già aveva fatto [[
{{Citazione|Non esistono luoghi immobili salvo quelli che dall'infinito e per l'infinito conservano, gli uni rispetto agli altri, determinate posizioni; e così rimangono sempre immobili e costituiscono lo spazio che chiamiamo immobile.|Isaac Newton<ref name="principia">{{Cita pubblicazione| cognome = Rossi (a cura di)| nome = Paolo| anno = 2006| titolo = Storia della scienza |vol= 1 |p=427}}</ref>}}
In una lettera a Richard Bentley del luglio 1691<ref>''The Correspondence of Isaac Newton'' a cura di H. W. Turnbull, J. F. Scott, A. R. Hall, Cambridge, Cambridge University Press, 1959-1977 (sette volumi), III volume, pp. 155-156.</ref><ref>Andrew Janiak (ed.), ''Newton: Philosophical Writings'', Cambridge, Cambridge University Press, 2014 (revised edition), pp. 119-120.</ref> Newton fornisce alcune indicazioni sui testi da leggere per comprendere i ''Principi'' e conclude:
{{Citazione|Alla prima lettura del mio libro è sufficiente che tu capisca le proposizioni con alcune delle dimostrazioni più facili del resto. Così capirai più facilmente quello che verrà in seguito e questo ti illuminerà nelle parti più difficili. Dopo aver letto le prime 60 pagine [le prime tre sezioni], passa al terzo libro e quando hai colto il senso puoi tornare indietro alle proposizioni che avresti il desiderio di conoscere o esaminare, o sfoglia tutto il libro se lo ritieni opportuno.|Isaac Newton, 1691}}
Nel primo e nel secondo volume Newton dà alcune importanti definizioni:
# la [[Massa (fisica)|massa]] viene definita come "quantità di materia", prodotto della densità per il volume;
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# Terzo principio (azione e reazione) ''A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria''.
Da notare che il termine "azione e reazione" potrebbe trarre in inganno, poiché
Nessuno prima di Newton aveva esposto questi principi in modo così chiaro e conciso. A queste leggi seguono alcuni corollari come per esempio la regola del [[parallelogramma delle forze|parallelogramma per le forze]], secondo cui due ''forze oblique'' si sommano con una ''risultante'' che è pari alla diagonale del parallelogramma che ha per lati le due forze.<ref>La legge del parallelogramma delle forze di Newton è contenuta nel capitolo ''Assiomi o leggi del movimento'' del trattato ''Principia'' del 1687. Vedi Newton, ''Principi Matematici della filosofia naturale'', nei ''Classici della scienza'', Torino Utet, 1997 (pagg. 120-122).</ref> Dopo ciò Newton comincia a descrivere il moto dei corpi, ad analizzare casi particolari e a enunciare teoremi sul movimento. Il tutto è trattato geometricamente senza far ricorso al [[calcolo infinitesimale]] la cui scoperta voleva ancora tenere segreta, né tanto meno al "[[metodo degli indivisibili]]" anche se riconosce esplicitamente che in questo modo potrebbero essere trattate in modo più semplice.
Il primo libro dei ''Principia'' è chiamato ''Sul moto dei corpi'' ed è dedicato allo studio della dinamica dei corpi liberi, immersi nel vuoto ed è formato da 14 sezioni. Sono trattati i problemi del moto di un punto materiale soggetto a una forza centripeta, che descrive nei diversi casi orbite circolari, ellittiche, paraboliche o iperboliche. Si tratta soprattutto di problemi astronomici legati alla determinazione del moto di pianeti attorno al Sole, dei satelliti attorno ai pianeti o del moto delle comete.<ref>Nel primo volume dei ''Principia'' sono particolarmente significative le ''sezioni II e III'' in cui si svolge la ricerca delle forze centripete per i corpi che descrivono orbite circolari, ellittiche, paraboliche o iperboliche. Vedi Newton, ''Principi matematici della filosofia naturale'', nei ''Classici della scienza'', Torino Utet, 1997 (pagg. 159-193).</ref>
Nel secondo libro dei ''Principia'' viene trattato il moto di un corpo in un [[fluido]] resistente. Questo libro espone le leggi dell{{'}}''idrostatica'' e dell{{'}}''idrodinamica'' classica. Anche se in questa sezione Newton compie qualche errore, i risultati raggiunti sono notevoli. Per esempio Newton, grazie alla [[legge di Boyle]], ottiene un valore, seppur impreciso, per la [[velocità del suono]]. Sono esposti nel 2º libro anche difficili teoremi dinamici sul ''moto di un pianeta immerso in un fluido''. Il motivo di questi teoremi è dovuto al fatto che al tempo di Newton la fisica
=== Legge di gravitazione universale ===
[[File:NewtonsPrincipia.jpg|
Nel terzo libro dei ''Principia'', chiamato ''Sul sistema del mondo'' Newton espone la [[legge di gravitazione universale]] che agisce, secondo Newton, in ogni luogo e per ogni corpo. La forza di attrazione gravitazionale su un corpo di massa ''m'', generata dal campo gravitazionale di un corpo di massa ''M'', è data da:
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<div align="center"><math> \vec F = - \, G \, \frac{m \, M}{r^2} \, \frac{\vec r}{|r|}</math></div>
dove <math> \vec r </math> è il vettore che congiunge i centri di massa (da M a m), e ''G'' è la [[costante di gravitazione universale]] che fu determinata sperimentalmente solo da [[Henry Cavendish]] nel
Tale formula sarà poi espressa nei trattati successivi, in particolare quelli compilati dal matematico svizzero-tedesco [[Leonhard Euler]], dalla matematica francese [[Émilie du Châtelet]] e dai successivi trattati di [[
La forma della legge di gravitazione universale non era nuova (era stata enunciata, per esempio, da [[Ismaël Boulliau]] nel
Grazie a questa teoria, descritta compiutamente nei ''Philosophiae naturalis principia mathematica'', il mondo veniva presentato come una sorta di enorme macchina, il cui comportamento poteva essere spiegato e in buona parte previsto in base a pochi principi teorici. La nozione di gravitazione universale, ossia di azione istantanea a distanza, incontrò comunque una fortissima opposizione da parte di Leibniz e dei [[Cartesio|cartesiani]], che vedevano in essa un elemento di forte sapore metafisico, essendo detti filosofi convinti che l'unico modo di un corpo per influire su un altro fosse quello del contatto diretto.
Newton compie l'unificazione tra la fisica [[Galileo Galilei|galileiana]] e l'[[astronomia]] di [[Keplero]]. Infatti lo scienziato inglese riconduce a un'unica causa la [[legge di gravitazione universale]], le [[leggi di Keplero]] e quelle della caduta dei gravi. Questo risultato ha un'importanza cruciale in quanto Newton unifica i moti del [[cielo]] e della [[
=== Cosmologia ===
La descrizione newtoniana del sistema solare eredita le caratteristiche [[Cinematica|cinematiche]] di quella kepleriana (le tre leggi di Keplero) ma introduce, con la [[Legge di gravitazione universale|forza di gravitazione universale]], la causa che spiega la [[Dinamica (fisica)|dinamica]] planetaria. Il titolo del suo trattato non potrebbe essere più appropriato: ''Principi matematici della filosofia naturale''. In esso non si cerca, come nel caso <nowiki>dell'</nowiki>''astronomia matematica'' medievale, di trovare modelli matematici ''[[ad hoc]]'' per i fenomeni fisici. Al contrario, il formalismo matematico della teoria fisica dispiega qui tutta la sua potenza: «non si limita a fotografare l'esistente, ma formula e dischiude proposte di senso.»<ref>Reif Larsen, ''Le mappe dei miei sogni'', Mondadori, Milano 2010.</ref> Se le capacità descrittive della teoria della gravitazione universale appaiono sorprendenti, le sue potenzialità predittive hanno quasi dell'incredibile,<ref>«Non si può fare a meno di pensare che queste formule matematiche hanno un'esistenza indipendente e una intelligenza propria, che ne sanno più di noi, anche di coloro che le hanno scoperte e che da esse traiamo più cose di quante ne fossero state messe all'origine» [[Heinrich Hertz]], riferendosi alle equazioni dell'elettromagnetismo di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]]. In Arthur Koestler, ''I sonnambuli. Storia delle concezioni dell'universo'', Jaca Book, 1982¹ 1991², p. 391.</ref> e verranno usate dai fisici e dagli astronomi del '700 e dell'800 per formulare le teorie pre-relativistiche sulla natura e la struttura dell'universo.
Nella concezione newtoniana dell'universo, resta difficile separare le sue idee religiose da quelle scientifiche. Newton sosteneva la semplicità, uniformità e infinitezza dell'universo, creato da un Dio trascendente, onnipotente ed eterno. Accortosi del fatto che, a causa dell'influenza degli altri pianeti, le orbite di ciascun pianeta non sono perfettamente ellittiche e non si richiudono su
{{Citazione|i movimenti dei pianeti non avrebbero potuto originare solo da una causa naturale, ma furono impressi da un Essere intelligente.|Isaac Newton, [http://www.newtonproject.ox.ac.uk/view/texts/normalized/THEM00254 ''Lettera a Richard Bentley del 10 dicembre 1692'']|the motions which the Planets now have could not spring from any naturall cause alone but were imprest by an intelligent Agent.|lingua=en}}▼
▲Newton sosteneva la semplicità, uniformità e infinitezza dell'universo, creato da un Dio trascendente, onnipotente ed eterno. Accortosi del fatto che, a causa dell'influenza degli altri pianeti, le orbite di ciascun pianeta non sono perfettamente ellittiche e non si richiudono su se stesse dopo una rivoluzione, Newton sostenne che Dio manda periodicamente i propri angeli a spostare i pianeti quanto basta per rimetterli su un'orbita perfettamente ellittica.
▲{{Citazione|i movimenti dei pianeti non avrebbero potuto originare solo da una causa naturale, ma furono impressi da un Essere intelligente|Isaac Newton, [http://www.newtonproject.ox.ac.uk/view/texts/normalized/THEM00254 ''Lettera a Richard Bentley del 10 dicembre 1692'']|the motions which the Planets now have could not spring from any naturall cause alone but were imprest by an intelligent Agent|lingua=en}}
Circa le dimensioni dell'universo, la convinzione di [[Henry More]], filosofo britannico appartenente alla scuola platonica di Cambridge, sull'infinitezza dell'universo potrebbe avere influenzato Newton, che
=== Ottica ===
[[File:Light dispersion conceptual waves.gif|
Newton studiò la [[dispersione ottica]] di un raggio di luce bianca che attraversa un [[prisma]] di [[vetro]] e si scompone nei vari colori. Si accorse per primo che cambiando la direzione dei raggi colorati con una lente, in modo che convergessero in un secondo prisma, si riotteneva la luce bianca. Invece isolando un raggio colorato e facendolo passare per un prisma esso rimaneva invariato. Newton concluse che la luce bianca era formata dalla combinazione di vari colori. Gli studi sulla natura della luce portarono Newton a capovolgere la teoria di Hooke, secondo il quale i colori derivavano dalla rifrazione sui diversi materiali. Newton affermò invece che il colore non è una qualità dei corpi bensì della luce stessa. Dopo alcuni dubbi iniziali, egli divenne un convinto sostenitore della teoria corpuscolare della luce. In base a tale concezione, la luce è costituita da microscopiche particelle che vengono lanciate dalla sorgente in tutte le direzioni e con velocità elevatissima. Le ricerche di Newton sulla luce sono raccolte in tre libri chiamati ''[[Opticks]]''. In essi vengono descritte le leggi dell'ottica geometrica e i fenomeni della riflessione e della rifrazione. Vi si afferma anche che a ciascun colore corrisponde un diverso indice di rifrazione e che la luce bianca del Sole può essere scomposta, mediante prismi, nei sette colori dello spettro che la compongono.
[[File:NewtonsTelescopeReplica.jpg|
Newton analizzò anche quelli che oggi sono detti [[anelli di Newton]] (descritti anche da [[Robert Hooke]] nella sua ''Micrographia'' del
Secondo Newton la luce era formata da corpuscoli di dimensioni diverse, a cui corrispondevano i diversi colori della luce. La tesi corpuscolare newtoniana fu prevalente per tutto il '700, ma venne progressivamente abbandonata nel corso dell'800 in favore della teoria ondulatoria, originariamente formulata da [[Christiaan Huygens|Huygens]]. L'[[elettromagnetismo]] di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]] segnò la definitiva affermazione del modello ondulatorio nell'ambito della [[fisica classica]]. Nel 1905 Einstein introdusse come costituente microscopico della luce il [[quanto]] di luce, una particella priva di massa oggi nota in [[meccanica quantistica]] col nome di [[fotoni|fotone]]. Le sue proprietà, che si discostano notevolmente da quelle di una particella classica, sono descritte dall'[[elettrodinamica quantistica]]. A seconda delle condizioni specifiche, nel contesto del [[dualismo onda-particella]], la luce viene oggi descritta o come una [[radiazione elettromagnetica]] o come un fascio di fotoni.
== Pensiero filosofico ==
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Per Newton spazio e tempo sono due grandezze assolute, indipendenti dalla natura e dal moto della materia. Newton, sia nel ''De Gravitatione'' sia nei ''Principia'', prende posizione contro [[Cartesio]], il quale identificava l'estensione con la materia e definiva il moto come spostamento relativo di due corpi adiacenti. Alla base del rifiuto del pensiero di Cartesio ci sono ragioni sia metafisico-teologiche (lo spazio definito da Newton come ''sensorium divinitatis''), sia fisico-astronomiche. Per Newton, a differenza di Cartesio, il moto dei corpi deve essere riferito allo spazio assoluto. La quantità misurata mediante unità come il metro o il pollice, e strumenti come la riga o il calibro non è lo spazio, ma la distanza tra due oggetti.
Newton sosterrà che il tempo assoluto, vero e matematico, è senza relazione ad alcun fattore esterno, ma fluisce in modo sempre uguale (''aequabiliter fluit'') e, come lo spazio assoluto, non ha relazione con fattori esterni. Il tempo assoluto è garante dell'invariabilità delle leggi della fisica in qualsiasi istante di tempo. Quello che viene misurato in anni, mesi, giorni, minuti e secondi non è il tempo, ma la durata o intervallo temporale.
Egli afferma che si può parlare di posizione e moto dei corpi solo e soltanto rispetto a spazio e tempo assoluti. Circa la distinzione tra moto relativo
Le concezioni di Newton sullo spazio e sul tempo furono criticate sia da contemporanei ([[Gottfried Wilhelm von Leibniz]], [[George Berkeley]]) sia da pensatori successivi ([[David Hume]], [[Immanuel Kant]], [[Ernst Mach]]), e definitivamente superate dallo [[spaziotempo]] quadridimensionale della [[relatività ristretta]], formulata nel 1905 da [[Albert Einstein]].
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=== Ontologia primitiva ===
L'[[Ontologia (fisica)|ontologia primitiva]] di Newton assume un universo composto da [[
In alcuni passi di ''Hypothesis of Light'' (1675) e dell{{'}}''[[Opticks]]'' (1704) Newton postulò l'esistenza dell'[[etere luminifero|etere]], sostanza "finissima" che avrebbe riempito lo spazio per trasmettere le forze tra le particelle. Secondo Newton la luce avrebbe riscaldato l'etere facendolo vibrare mentre esso avrebbe rifratto la luce. Aggiunse che la luce avrebbe subito accelerazioni e decelerazioni per via delle variazioni di densità di questo mezzo. Alle variazioni di densità di questo presunto etere Newton attribuiva anche la gravità. Tuttavia, non essendo sicuro di questa supposizione, non si espresse mai pubblicamente in proposito. I riferimenti all'etere restano sporadici e Newton non lo nominò mai come componente della struttura dell'universo.
=== Anti-meccanicismo ===
L'universo di Newton, costituito di forze e particelle, ''non'' funziona come un orologio che, una volta caricato, continua a segnare l'ora esatta in modo autonomo. La metafora dell'orologio per indicare un modello [[meccanicismo|meccanicista]] dell'universo si trova in [[
Certamente meccanicista fu [[Cartesio]] che, nei suoi trattati ''[[Discorso sul metodo]]'' e ''Il mondo'', descrive i risultati dell'applicazione del metodo matematico a tutti gli aspetti della conoscenza. Analogamente lo furono quanti ne condivisero l'[[ontologia]] geometrico-meccanicistica, tra i quali [[Hobbes]] e [[
=== Il metodo scientifico ===
Il metodo newtoniano, fondamentale nell'evoluzione delle sue scoperte scientifiche, consisteva, secondo il pensatore, in due parti fondamentali, ovvero un procedimento analitico ([[Induzione|induttivo]]), dagli effetti alle cause, a cui succede un procedimento sintetico ([[
▲* Non dobbiamo ammettere nelle spiegazioni ipotesi superflue ([[Rasoio di Occam]]);
* a uguali fenomeni corrispondono uguali cause;
* le qualità uguali di corpi diversi debbono essere ritenute universali di tutti i corpi;
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Questa ultima regola può essere ricollegata alla celebre affermazione di Newton, «''[[Hypotheses non fingo]]''», in base alla quale il filosofo si ripromette di rifiutare qualsiasi spiegazione della natura che prescinda da una solida verifica sperimentale; non fingo ipotesi significa perciò l'impegno a non assumere alcuna ipotesi che non sia stata indotta da una rigida concatenazione di esperimenti e ragionamenti basati sulla relazione di causa e effetto. Ne restano perciò escluse tutte quelle "finte" ipotesi scientifiche sui fenomeni, proclamate, fino a quel momento, dalla [[metafisica]].
== Altri studi e ricerche ==
[[File:StatueOfIsaacNewton.jpg|
Dei
=== Alchimia ===
Newton cominciò a interessarsi di [[alchimia]] studiando gli scritti di [[Robert Boyle]]. Un altro dei punti di riferimento per la riflessione alchemica di Newton fu l'alchimista americano [[
Newton dedicò molto tempo e
L'interesse di Newton per l'alchimia non può essere isolato dai suoi contributi alla scienza moderna: se non avesse creduto nell'idea occulta dell'azione a distanza, attraverso il vuoto, probabilmente non avrebbe sviluppato la sua teoria sulla gravità. Da un manoscritto lasciato inedito sappiamo che egli non considerava l'alchimia come una forma di sapere diversa dalle scienze esatte. In tale ambito, era sua intenzione dedicarsi allo studio dei processi di [[crescita]] dei vegetali per indagare lo ''spirito vegetativo'' che, secondo le teorie alchemiche, sta alla base della crescita. Lo scienziato trascorreva il settembre di ogni anno immerso nelle pratiche alchemiche, nelle quali si faceva ampio uso di [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]]. I suoi esaurimenti nervosi ed eccentricità caratteriali furono in seguito attribuiti ai sintomi psichici e neurologici dell'[[avvelenamento da mercurio]] o, in alternativa, a un [[disturbo bipolare]].<ref name=bizzarro/>
L'apice della riflessione alchemica di Newton venne raggiunto con il saggio intitolato ''Praxis'', scritto nel
=== Scritti di esegesi biblica e anti-trinitari ===
Newton si interessò molto anche di religione. Un'analisi di tutti gli scritti di Newton rivela che di circa
Newton credeva in un [[Dio]] trascendente, creatore dell'universo e autore dei testi biblici
Negli [[anni 1690|anni sessanta]] del [[XVII secolo]] Newton scrisse numerosi opuscoli religiosi
{{Citazione|Pertanto il senso è chiaro e semplice, e l'argomento esauriente e vigoroso; ma se vi inserite la testimonianza dei 'Tre in Cielo' lo interrompete e lo rovinate.|Isaac Newton, ''An Historical Account of Two Notable Corruptions of Scripture'', Londra, 1830, pag. 60.}}
Newton, basando le proprie convinzioni religiose su un rigoroso [[monoteismo]] [[antitrinitarismo|antitrinitario]], si dimostra estremamente scettico nei confronti sia della [[Chiesa cattolica]],<ref>Rob Iliffe, ''Those "Whose Business It Is To Cavill": Newton's Anti-Catholicism'', in James E. Force, Richard H. Popkin (eds.), ''Newton and Religion. Context, Nature, and Influence'', Dordrecht, Springer, 1999, pp. 97-120.</ref> sia di quella [[
=== Escatologia e cronologia antica ===
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{{citazione|E se Dio fu così adirato con gli Ebrei perché non avevano esaminato più diligentemente le profezie che egli aveva dato loro per riconoscere Cristo, perché dovremmo pensare che ci scuserà se non esamineremo le profezie che ci ha dato per riconoscere l'Anticristo? Poiché certamente aderire all'Anticristo deve essere per i cristiani un errore tanto pericoloso e tanto facile quanto lo fu per gli Ebrei rifiutare Cristo. E perciò è tanto nostro dovere sforzarci di essere in grado di riconoscerlo, noi che possiamo evitarlo, quanto lo fu il loro di riconoscere Cristo che potevano seguire.| Isaac Newton, ''Trattato sull'Apocalisse'', a cura di M. Mamiani, Bollati e Boringhieri, Torino, 1994, p. 7}}
In un manoscritto del 1704, nel quale descrive i suoi tentativi di estrarre informazioni dalla ''[[Bibbia]]'', stimò che la [[fine del mondo]] sarebbe avvenuta nell'anno 2060.<ref>{{Cita web|url=https://www.huji.ac.il/cgi-bin/dovrut/dovrut_search_eng.pl?mesge118215035732688760|titolo=The Hebrew University of Jerusalem - Division of Marketing & Communication|sito=www.huji.ac.il|accesso=
Newton riteneva che le sue ricerche più impegnative fossero quelle dedicate agli studi sulla cronologia antica, nei quali la Bibbia era usata come testo storico, non teologico. Il suo metodo, del tutto originale, si basava anche sull'uso della [[precessione degli equinozi]] per la datazione di eventi storici.<ref>Alessio A. Miglietta, ''La scienza delle origini: Newton storico e cronologo'' in Isaac Newton, ''Cronologia emendata degli antichi regni'', Virtuosa-Mente, 2016, pp. 30-100.</ref> Secondo Newton gli
I suoi lavori più tardi – ''The Chronology of Ancient Kingdoms Amended'' (1728) e ''Observations Upon the Prophecies of Daniel and the Apocalypse of St. John'' (1733) – furono pubblicati dopo la sua morte ed ebbero fortuna editoriale per circa un quarto di secolo.
== Influenza sui posteri ==
[[File:Newton-WilliamBlake.jpg|
Le idee di Newton ebbero una rapida diffusione in [[Inghilterra]] anche grazie a persone come [[Edmund Halley]]. Così non fu per il continente europeo, nel quale ebbero diffusione più lenta.
Soprattutto in [[Francia]], rimase a lungo diffusa la teoria [[Cartesio|cartesiana]] dei [[vortice|vortici]] che, rispetto a quella di Newton, aveva il vantaggio di essere comprensibile intuitivamente e senza l'uso della matematica. Inoltre la gravità era giudicata dai cartesiani come una forza occulta. Voltaire, nelle ''Lettere filosofiche'' (
[[File:Newton memorial boullee.jpg|
[[File:Boullée - Cénotaphe à Newton - Coupe.jpg|
L'esperimento decisivo venne compiuto nel
Nell'immaginario popolare Newton divenne l'eroe intellettuale per eccellenza, colui che aveva ricondotto la [[Natura]] a puri principi razionali abbandonando cause occulte. Concezione questa sbagliata in quanto Newton fu anche un [[alchimia|alchimista]], ma che ebbe vasta importanza. Il filosofo tedesco [[Immanuel Kant]] fu influenzato dalla visione newtoniana del [[mondo]]. L'ammirazione per Newton è ben testimoniata dai vari omaggi che molti artisti gli fecero: il poemetto di [[Alexander Pope]] e il suo epitaffio, il [[Newton (Blake)|quadro]] di [[William Blake]] che lo rappresenta come divino geometra e il progetto utopistico di [[Étienne-Louis Boullée]] del suo [[Mausoleo di Newton|cenotafio]] (
A Newton sono stati intitolati [[cratere Newton (Luna)|un cratere]] sulla [[Luna]]
Nel [[XX secolo]], la concezione newtoniana dello spazio e del [[tempo]] è stata superata. Nella [[teoria della relatività]] di [[Albert Einstein]] lo spazio e il tempo assoluti non esistono, sostituiti dallo [[spazio-tempo]]. Ciò comporta dei cambiamenti nelle [[leggi del moto]] e della meccanica che, per [[velocità]] molto inferiori alla [[velocità della luce]] nel vuoto (c = {{M|299792458|ul=m/s}}), sono tuttavia praticamente impercettibili.
== Opere ==
[[File:Newtons cradle animation book.gif|
=== Pubblicate in vita ===
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* ''Short Chronicle''
I manoscritti segreti di Newton, di carattere teologico e iniziatico (''in primis'' il ''Trattato sull'Apocalisse''<ref>
Tutti i manoscritti noti di Newton sull'alchimia sono in corso di pubblicazione dal 2004 sul sito ''
=== Edizioni antiche ===
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* {{Cita libro|editore= Marc Michel Rey|lingua= la|cognome= Newton|nome= Isaac|titolo= Arithmetica universalis. 1|città= Amsterdam|accesso= 11 marzo 2015|data= 1761|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=809507&search_terms=DTL10}}
* {{Cita libro|editore= Marc Michel Rey|lingua= la|cognome= Newton|nome= Isaac|titolo= Arithmetica universalis. 2|città= Amsterdam|accesso= 11 marzo 2015|data= 1761|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=810326&search_terms=DTL8}}
* {{Cita libro|editore= Giovanni Tevernin|lingua=
* {{Cita libro|editore= William Innys|lingua= la|cognome= Newton|nome= Isaac|titolo= Lectiones opticae|città= Londra|accesso= 11 marzo 2015|data= 1729|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1317443&search_terms=DTL6}}
* {{Cita libro|editore= T Browne, John Darby|lingua= en|cognome= Newton|nome= Isaac|titolo= Observations upon the prophecies of Daniel and the Apocalypse of St. John|città= London|accesso= 11 marzo 2015|data= 1733|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1382090&search_terms=DTL4}}
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* Isaac Newton, ''Principi matematici della filosofia naturale'', a cura di Franco Giudice, Torino, Einaudi, 2018.
== Onorificenze ==
* [[File:200px ribbon bar of the Knight Bachelor medal (UK).svg|40 px]] – [[Knight Bachelor]]
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* [[Niccolò Guicciardini]], ''Newton. Un filosofo della natura e il sistema del mondo'', Le Scienze, 1998¹ 2013².
* [[Niccolò Guicciardini]], ''Isaac Newton. Filosofo della Natura, interprete della Scrittura, cronologo degli Antichi Regni'', Carocci, Roma 2021.
* [[Stephen Hawking]] (a cura di), ''On the Shoulders of Giants: The Great Works of Physics and Astronomy'', Brani tratti dai ''Principia'' di Newton nel contesto di altri scritti selezionati di Copernico, Keplero, Galileo ed Einstein, ISBN 0-7624-1698-X
* {{cita libro | autore = Rob Iliffe| titolo = Newton. Il sacerdote della natura | editore= [[Ulrico Hoepli Editore]] | anno=2019| isbn=978-8820390822}}
* {{Cita web|autore=Isabella Maria Lepore
* [[Jean-Pierre Luminet]], ''La parrucca di Newton'', Roma, La Lepre edizioni, 2011.
* [[John Maynard Keynes]], ''Essays in Biography'', W W Norton & Co, 1963.
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{{Portale|astronomia|biografie|filosofia|fisica|matematica}}
[[Categoria:Isaac Newton| ]]
[[Categoria:Nati nel Lincolnshire]]
[[Categoria:Alchimisti britannici]]
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