Morano Calabro: differenze tra le versioni
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|Data rielezione =
|Data istituzione =
|Sottodivisioni = Campotenese
|Divisioni confinanti = [[Castrovillari]], [[Chiaromonte]] (PZ), [[Mormanno]], [[Rotonda (Italia)|Rotonda]] (PZ), [[San Basile]], [[Saracena]], [[Viggianello (Italia)|Viggianello]] (PZ)
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|Didascalia mappa = Posizione del comune di Morano Calabro all'interno della provincia di Cosenza
}}
'''Morano Calabro''' {{IPA|[ˌmoˈraːno ˈkaːlabro]}} (''Murènu'' {{IPA|[ˌmuˈrɛːnu]}} in dialetto moranese<ref>Sul dialetto moranese cfr. Gerhard Rohfls, ''Dizionario dialettale delle tre Calabrie''. Milano-[[Halle sul Saale|Halle]], 1932-1939; Id., ''[[Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria]]''. Longo, Ravenna, 1977 ISBN 88-8063-076-8 (sesta ristampa, 2001).</ref>) è un
La sua posizione strategica nell'alta valle del fiume [[Coscile]] (antico ''Sybaris'' di epoca magno-greca) alle pendici del [[massiccio del Pollino]], ha contribuito al suo sviluppo in epoca antica ed al suo splendore nei periodi medievale e rinascimentale, in particolare sotto la signoria dei Sanseverino di Bisignano.
{{TOClimit|3}}
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
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==== Caratteristiche del suolo ====
La singolare conformazione [[Pedologia|pedologica]] della zona del Pollino, nonché la differenza di altitudine che si riscontra, contribuiscono alla caratterizzazione del territorio. Si evidenzia infatti un suolo di tipo collinare e montano, con formazioni sedimentarie e vulcaniche, spesso con un substrato calcareo e carsico in particolare nelle [[dolina carsica|doline]] d'alta quota dove si alternano a zone brulle o radure, ad aree fitte di vegetazione e riaffioramenti rocciosi, in particolare lungo le gole. Concernentemente all'utilizzo delle risorse del suolo, in linea meramente macroscopica esso è sfruttato per [[Agricoltura|colture agricole]] al 27,02 % della sua estensione totale, mentre le aree boschive e gli ambienti semi-naturali coprono il 72,37 %. Appare evidente che le zone artificiali, ovvero la superficie comunale comprendente l'area urbanizzata e industriale costituisce il restante 0,62 %, pari a 69,64 Ha. L'area boschiva in particolare è piuttosto vasta: oltre al già citato piano di [[Campotenese]] e le sue estese aree limitrofe, ricordiamo il piano di Ruggio, i boschi del ''Monaco'', di ''Pollinello'' e ''della Principessa''.<ref>[http://www.parcopollino.it/comuni/morano%20calabro.htm ''Profilo del comune di Morano Calabro'' Parco nazionale del Pollino] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081011031905/http://www.parcopollino.it/comuni/morano%20calabro.htm |data=11 ottobre 2008 }}</ref> Le [[Bosco|zone boschive]] sono così suddivise: 12 % boschi misti, 9 % boschi di [[Latifoglia|latifoglie]], 27 % di [[conifere]], mentre al pascolo naturale e alle praterie in quota è riservato il 18 % della superficie.<ref>{{Cita web
===== Colture ed utilizzo del suolo, flora e fauna =====
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== Storia ==
=== Epoca antica ===
==== Considerazioni sul
[[File:Polla via popilia da reggio a capua.jpg|miniatura|[[Lapis Pollae]] (il nome "''Muranum''" appare all'inizio della quinta riga)]]
Sull'origine del [[toponimo]] non si hanno precise concordanze storiche e si sono ipotizzate varie teorie. Fra le tante, la congettura creatasi sull'erronea supposizione che Morano sia stata fondata o abitata dai ''[[Saraceni|mori]]'', giustificata sulla base di una presunta assonanza etimologica. Questa tesi è in realtà del tutto infondata, visto che l'insediamento (accertato dal [[II secolo a.C.]]) era preesistente alle [[Saraceni|incursioni saracene]]. Lo storico Gaetano Scorza, secondo il quale Morano avrebbe origini più remote rispetto a quelle documentabili (forse [[Magna Grecia|magno-greche]]), convalida la sua ricostruzione rifacendosi al verbo greco μερυω (''merùo''), cioè "raccogliere insieme, cumulare",<ref>Mele, Michela, ''Morano Calabro, Passeggiate in luoghi d'arte'', Morano Calabro 1997; pag. 29</ref> chiara allusione alla singolare struttura urbana nella quale gli edifici paiono essere gli uni attaccati agli altri: anche questa proposta però appare poco realistica, perché il borgo ha assunto questo aspetto solo nel lungo corso dei secoli. Da ultimo, lo scrittore [[Vincenzo Padula]] nella ''Protogea'' del [[1871]], immagina che il toponimo derivi dall'ebraico ''Mòren'' adoperato nel [[Talmud]] con il significato di ''castello'', il che proverebbe la fondazione di un fortilizio contemporaneamente allo svilupparsi di un centro urbano, benché sia inverosimile confermare tale esotica etimologia.<ref>(citato in) Salmena, barone Antonio, ''Morano Calabro e le sue case illustri'', Raccolta Daugnon, Milano 1878; pag. 4</ref>
[[File:Morano calabro vue ville.JPG|miniatura|Morano Calabro, scorcio dal centro storico]]
Dunque il ''Muranum'' [[Lingua latina|latino]] storicamente attestato dalle fonti, pone chiara luce sulla sua esistenza in epoca romana e riapre la questione sulle origini, avvalorando un'ipotesi fortemente plausibile, ma non suffragata da risultanze storiche inconfutabili. Poiché il [[suffisso]] latino [[prediale]] ''-anum'' indica in questi casi vasti fondi e proprietà di una data famiglia importante della zona, non appare senza fondamento supporre che si tratterebbe di un [[antroponimo]], derivante di ''Murus'' o ''Murrus'', da cui il nome ''Muranum.''<ref>Biagio Cappelli, ''Profilo di Morano'' in ''Morano Calabro e la sua odonomastica'', Castrovillari, 1989; pag. 21.</ref>
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Fondata nel [[1097]] al di fuori della cinta muraria come piccola cappella, l'accresciuto numero di fedeli rese necessario ampliarla nella seconda metà del [[XVI secolo]] per mandato del [[parroco|prevosto]] don Giuseppe La Pilosella. Assunto il titolo di ''collegiata'' il 3 febbraio [[1737]] con [[Bolla pontificia|bolla]] di [[papa Clemente XII]], nel [[1732]] venne ristrutturata un'ultima volta in [[Pianta (architettura)|pianta]] basilicale a croce latina a tre [[Navata|navate]], mentre l'apparato decorativo commissionato a Donato Sarnicola, le conferì la sua attuale veste tardo barocca ritenuta fra gli esempi più ispirati dell'arte del tempo in Calabria. Il [[campanile]] ([[1817]]) e la [[cupola]] ([[1794]]) furono rivestiti successivamente di [[Maiolica|maioliche]] in stile campano di colore giallo e verde nel [[1862]]. La [[facciata]], completata negli [[Anni 1840|anni '40 del XIX secolo]] in stile [[Neoclassicismo|neoclassico]], è ripartita in due livelli divisi da una [[cornice marcapiano]] costituita da [[Triglifo|triglifi]] e [[Metopa|metope]] con simbologie classicheggianti con [[Parasta|paraste]] [[Ordine ionico|doriche]] e [[Ordine ionico|ioniche]] contornate negli spazi da ghirlande.<ref>Mainieri, Barbara, ''La gran donna di Maddalo; L'architettura'', saggio contenuto in ''(AA. VV.) Memorie riscoperte'', Ed. Amm. comunale di Morano Calabro, Castrovillari, 1995; pagg. 76-89</ref>
Fra le numerose opere d'arte, appartengono alla scuola di [[Pietro Bernini]] un [[ciborio]] e due ''angeli oranti'' facenti parte del corredo sacro; mentre è del celebre scultore del [[rinascimento]] meridionale [[Antonello Gagini]] la ''Madonna degl'Angioli'' ([[1505]]) proveniente dal monastero di San Bernardino e posta su un altare del [[transetto]] destro.
La [[Pittura napoletana|scuola napoletana]] del [[XVIII secolo|Settecento]] è ben rappresentata da alcune [[Pala d'altare|pale d'altare]]. Fra gli autori e le opere più significative si citano: [[Francesco Lopez]], autore de ''[[Immacolata Concezione|L'immacolata]]'' ([[1747]]), ''L'Addolorata, [[san Giovanni Battista]] e alcuni santi'' ([[1748]]); famiglia Sarnelli, ''Miracolo di [[San Francesco di Sales]]'' (1747), ''L'incoronazione della Vergine'' (1747) e la ''Madonna del Rosario e alcuni Santi''; Giuseppe Tomajoli, ''Morte di [[San Giuseppe]]'' ([[1742]]) e la [[cimasa]] di ''San Giovannino'' dello stesso periodo; ed infine, del pittore moranese [[Lo Tufo]], ''La Vergine fra i santi Silvestro e Giovanni Battista'' ([[1763]]) e ''Le anime del Purgatorio.''<ref>AA. VV. ''Memorie riscoperte'', Ed. Amm. comunale di Morano Calabro, Castrovillari, 1995; Cfr. Parte II ''le opere''</ref> Fra i manufatti lignei sono assai pregevoli il coro ([[1792]]), il [[pulpito]] ed alcuni stipi sacri realizzati fra la fine del Settecento e i primi anni dell'Ottocento da Mario ed Agostino Fusco. Sul fondo dell'[[abside]], proveniente dal monastero di Colloreto, è un fastigio in marmi [[Policromia|policromi]] dei primi del La sagrestia, è ricoperta da un raro [[Cassettone|soffitto a cassettoni]] di manifattura locale [[Anni 1590|tardo cinquecentesco]] appartenente all'antico apparato, contemporaneo ad un fonte per oli sacri in marmo; qui è inoltre esposto il c.d. ''[[Polittico Sanseverino]]'' di [[Bartolomeo Vivarini]] del [[1477]]. Sono custodite inoltre numerose [[Reliquia|reliquie]] di santi, fra cui una pietra del [[Santo Sepolcro (biblico)|Santo Sepolcro]] e un'orma del sandalo di [[S. Francesco da Paola]] lasciata su una roccia del monte Sant'Angelo nell'atto di benedire la [[Calabria]] prima di recarsi in [[Francia]].<ref>Mele, Michela, op. cit. §''Santa Maria Maddalena, una chiesa museo''</ref>
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La chiesa si sviluppa su due piani sovrapposti. La [[cripta]] sottostante di epoca altomedievale, è dedicata a ''Santa Maria delle Grazie'' ed è considerata fra le costruzioni più antiche del borgo.<ref>Salmena, barone Antonio, op.cit. Libro III</ref> Fra le opere custodite si annoverano: un ''giudizio universale'' in [[Pittura ad olio|olio su tela]] di Angelo Galtieri ([[1737]]), alcune statue lignee e tele del [[XVII secolo|Seicento]], e nella sagrestia un [[Espositorio]] in argento fuso [[Sbalzo (arte)|sbalzato]] e [[Cesello|cesellato]] del [[XVIII secolo]], corone di santi della seconda metà del secolo XVIII e del terzo decennio del [[Anni 1830|XIX secolo]], calici in argento fuso del [[XVII secolo]], un [[reliquiario]] del [[XVI secolo]], oltre ad una piccola scultura in [[alabastro]] dorato del [[XVI secolo|secolo XVI]] raffigurante la ''Madonna del Buon Consiglio''.
Il piano superiore, in navata unica, è stato edificato negli anni intorno al
==== Convento dei Padri Cappuccini ====
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{{Demografia/Morano Calabro}}
'''Dati statistici generali'''
Secondo i dati dell'ultimo [[censimento]] nazionale dell'[[Istat]], al 31 dicembre [[2011]] la popolazione del comune di Morano Calabro era composta da 4.623 abitanti di cui 2.299 maschi e 2.324 femmine; gli abitanti totali nel precedente censimento del [[2001]] erano 4.966, il che evidenzia un decremento totale pari al -7,1 %, il più drastico dal censimento del [[1931]] quando era calcolato al -12,1 %. Il numero massimo di abitanti residenti si riscontra invece nel terzo censimento generale, nel quale risultavano al 31 dicembre [[1881]] 9.974 abitanti; al successivo del [[1901]], la popolazione subì il più drastico calo della sua storia mai riscontrato dall'inizio della serie statistica, esso era pari al -33,9 % per un totale di 6.596 abitanti, causato da una forte ondata migratoria.<ref>{{Cita web|url=https://www.tuttitalia.it/calabria/79-morano-calabro/|titolo=Morano Calabro (CS)|sito=Tuttitalia.it|lingua=it|accesso=2024-08-08}}</ref>
=== Etnie e minoranze straniere ===
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