Augusto Frassineti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m disambigua, fix vari AWB
m Opere: clean up, replaced: dell''' → dell{{'}}''
 
(45 versioni intermedie di 27 utenti non mostrate)
Riga 4:
|Sesso = M
|LuogoNascita = Faenza
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[30 novembre]] [[1911]]
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 31 marzo
|AnnoMorte = 1985
|Attività = scrittore
|Epoca = 1900
|Attività = scrittore
|Attività2 = traduttore
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Augusto Frassineti.JPG
|DimImmagine = 150
}}
 
La sua produzione letteraria è tra le più complesse e raffinate nell'ambito della nostra [[letteratura postmoderna]]. La sua opera principale è ''[[Misteri dei Ministeri]]''.
 
== Biografia ==
Augusto Frassineti nasce dain unaun'abbiente famiglia del[[borghesia|borghese]].<ref>{{cita ceto medioweb|url=https://augustofrassineti.wordpress.com/2020/08/24/augusto-frassineti-biografia-e-foto/|titolo=Augusto Frassineti, biografie e foto|data=2 novembre 2023}}</ref> La prima parte della sua vita è simile all'[[infanzia]] e all'[[adolescenza]] di tanti giovani italiani di quegli anni, condizionata cioè da una rigida educazione tesa a un rigoroso controllo morale e a un severo indottrinamento [[religione|religioso]].
 
Negli [[anni 1930|anni trenta]] studia [[filosofia]] a [[Bologna]], frequentando in particolare le lezioni di [[Roberto Longhi (storico dell'arte)|Roberto Longhi]]. A questo periodo risalgono le sue prime amicizie intellettuali: [[Attilio Bertolucci]], [[Giorgio Bassani]], "Momi" [[MomiFrancesco Arcangeli]] e [[Cesare Gnudi]]. Si lega agli ambienti della lotta [[antifascismo|antifascista]] clandestina del movimento «"[[Giustizia e Libertà]]»".
 
[[Laurea]]tosi, ottiene i primi incarichi di scuolainsegnante. Nel [[1940]] sposa Enrichetta Giorgi, che resterà la compagna di tutta la sua vita.Dichiarerà:
 
<blockquote>Credo che fosse quello il mestiere giusto per me, e lo rimpiango.<ref>{{cita libro|autore=Claudio Marabini|titolo=''I Grandi di Romagna''|città=Bologna|editore=Poligrafici Editoriale|anno=1990|p= 62}}</ref></blockquote>
La [[seconda guerra mondiale]] rappresenta il tragico spartiacque della vita di Frassineti, come fu del resto per l'intera sua generazione. L'esperienza bellica segnerà in modo decisivo le sue scelte future: fatto prigioniero nel [[1943]] in [[Sicilia]], viene portato nei [[campo di concentramento|campi di concentramento]] degli [[alleati]] prima in [[Algeria]], poi in [[Tunisia]] e infine in [[Marocco]]. È costretto a patire umilianti privazioni fisiche e morali, e a [[Casablanca]] si ammala di una grave infiltrazione polmonare, i cui postumi lo segneranno per il resto della vita. Queste dolorose esperienze si ritrovano, quasi sempre deformate in chiave [[umorismo|umoristica]], in alcune delle più vivide pagine di ''[[Misteri dei Ministeri]]'', la sua opera maggiore.
 
Nel 1940 sposa Enrichetta Giorgi, che resterà la compagna di tutta la sua vita.
È quindi trasferito in [[Francia]], dove le sue condizioni migliorano al punto che, sul finire della guerra, partecipa attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], collaborando con le truppe degli Alleati. In virtù dell'attività svolta in questo periodo, nell'immediato [[secondo dopoguerra|dopoguerra]] il Ministro [[Emilio Lussu|Lussu]] gli affida la direzione del Servizio Reduci dell'appena costituito Ministero dell'Assistenza Postbellica. Si stabilisce dunque a [[Roma]], del tutto ignaro del nuovo terremoto che gli si prepara nella capitale. Sorgono presto, infatti, conflitti di competenza fra il Ministero in cui andava a ricoprire un ruolo dirigenziale e la pontificia opera di assistenza; conflitti che culminano di lì a breve nella soppressione del neonato organo istituzionale. Nonostante la legge vieti espressamente il declassamento, egli si ritrova trasferito in un altro Ministero, retrocesso al grado infimo della gerarchia burocratica: l'avventiziato. Questo fatto, con il drammatico corollario di disordini economici e morali che porta nella sua vita, costituisce il trauma definitivo, e al contempo la consacrazione alla sua "missione" di [[scrittore]] della Ministerialità, tutto votato alla ricerca e allo svelamento dell'[[irrazionalità]] disumana che sottende ai meccanismi della vita [[Stato|statale]].
 
La [[seconda guerra mondiale]] rappresenta il tragico spartiacque della vita di Frassineti, come fu del resto per l'intera sua generazione. L'esperienza bellica segnerà in modo decisivo le sue scelte future: fatto prigioniero nel 1943 in [[Sicilia]], viene portato nei [[campo di concentramento|campi di concentramento]] degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] prima in [[Algeria]], poi in [[Tunisia]] e infine in [[Marocco]]. È costretto a patire umilianti privazioni fisiche e morali, e a [[Casablanca]] si ammala di una grave infiltrazione polmonare, i cui postumi lo segneranno per il resto della vita.
Gli [[anni 1950|anni cinquanta]] segnano l'ingresso di Frassineti nel mondo delle lettere e della cultura del nostro paese. Al [[1952]] risale la prima edizione di ''[[Misteri dei Ministeri]]''. In questi anni Frassineti frequenta attivamente gli ambienti legati alla rivista letteraria «[[Il Caffè]]» di [[Giambattista Vicari]] (1952-[[1977]]). Nella redazione di questa coraggiosa pubblicazione indipendente, situata in realtà nella stessa casa romana di Vicari, Frassineti si farà conoscere e apprezzare da molti intellettuali di punta di quell'epoca, stringendo a volte duraturi sodalizi: da [[Ennio Flaiano]] a [[Mario Soldati]], da [[Giorgio Manganelli]] a [[Luigi Malerba]], da [[Mino Maccari]] a [[Gianni Celati]], da [[Italo Calvino]] a [[Pier Paolo Pasolini]]. Molti di questi personaggi elogiarono nei loro scritti le opere dell'autore, e Calvino lo chiamerà un «satirico senza illusioni», ricollegando la sua opera alla nobile tradizione che da [[Aristofane]] arriva a [[Ionesco]], passando per [[Jonathan Swift|Swift]]. «Prosatore di singolare e riposata raffinatezza, maneggiatore impassibile ed impeccabile di una arguta [[sintassi]], delicato deliberatore di [[sinonimo|sinonimi]] e contrari, [[lessicografia|lessicografo]] ghiotto e di molto palato» lo definirà invece Giorgio Manganelli nell'articolo "''Anche l'eden è burocrazia''" scritto nel [[1974]].
 
È quindi trasferito in [[Francia]], dove le sue condizioni migliorano al punto che, sul finire della guerra, partecipa attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], collaborando con le truppe degli Alleati. In virtù dell'attività svolta in questo periodo, nell'immediato [[secondo dopoguerra|dopoguerra]] il ministro [[Emilio Lussu|Lussu]] gli affida la direzione del Servizio Reduci dell'appena costituito Ministero dell'Assistenza Postbellica. Si stabilisce dunque a [[Roma]], ma, nonostante la legge vieti espressamente il declassamento, si ritrova trasferito in un altro Ministero, retrocesso al grado minore della gerarchia burocratica: l'avventiziato.
Ma il rapporto col mondo culturale di quegli anni non fu dei più facili, e l'autore si vide progressivamente emarginato, nonostante il plauso e i consensi che la sua opera da sempre suscita presso una limitata cerchia di lettori colti. Gli unici riconoscimenti pubblici gli verranno dalla sua attività di [[traduttore]]. La sua resa di ''[[Gargantua e Pantagruel]]'' di [[François Rabelais]] è unanimemente riconosciuta, negli ambienti specialistici, come la migliore e tutt’ora insuperata, e gli varrà il [[Premio Monselice]] [[1981]].
{{Approfondimento
|allineamento = sinistra
|larghezza = 300px
|titolo = All'origine della satira della ''ministerialità''
|contenuto = Le dolorose esperienze della prigionia nordafricana si ritrovano, quasi sempre deformate in chiave [[umorismo|umoristica]], in alcune delle più vivide pagine di ''Misteri dei Ministeri'', la sua opera maggiore. Ma furono le vicende del suo declassamento amministrativo ad incidere maggiormente nella sua vita. Era giunto a Roma su invito di un ministro e del tutto ignaro del nuovo terremoto che gli si preparava nella capitale. Sorsero presto conflitti di competenza fra il Ministero in cui andava a ricoprire un ruolo dirigenziale e la pontificia opera di assistenza; conflitti che culminano di lì a breve nella soppressione del neonato organo istituzionale. Il suo successivo trasferimento e [[demansionamento]], con il drammatico corollario di disordini economici e morali che porta nella sua vita, costituisce il trauma definitivo, e al contempo la consacrazione alla sua "missione" di [[scrittore]] della "Ministerialità", tutto votato alla ricerca e allo svelamento dell'[[irrazionalità]] disumana che sottende ai meccanismi della vita [[Stato|statale]].
}}
 
Gli anni Cinquanta segnano l'ingresso di Frassineti nel mondo delle lettere e della cultura dell'Italia. Al 1952 risale la prima edizione di ''Misteri dei Ministeri'', uno dei testi più corrosivi sulla burocrazia centrale.<ref>{{cita libro|autore=Vittorio Emiliani|titolo=''Romagnoli & romagnolacci''|città=Bologna|editore=Minerva Edizioni|anno=2014|p=90}}</ref> In questi anni Frassineti frequenta attivamente gli ambienti legati alla rivista letteraria "[[Il Caffè (Vicari)|Il Caffè]]" di [[Giambattista Vicari]] (1952-1977). Nella redazione di questa coraggiosa pubblicazione indipendente, situata in realtà nella stessa casa romana di Vicari, Frassineti si farà conoscere e apprezzare da molti intellettuali di punta di quell'epoca, stringendo a volte duraturi sodalizi: da [[Ennio Flaiano]] a [[Mario Soldati]], da [[Giorgio Manganelli]] — che lo aiuterà anche economicamente in momenti di difficoltà<ref>{{cita libro|autore=Lisetta Manganelli|titolo=''Album fotografico Giorgio Manganelli''|città=Macerata|editore=Quodlibet|anno=2010|isbn=9788874623136}}</ref> — a [[Luigi Malerba]], da [[Mino Maccari]] a [[Gianni Celati]], da [[Italo Calvino]] a [[Pier Paolo Pasolini]]. Molti di questi personaggi elogiarono nei loro scritti le opere dell'autore, e Calvino lo chiamerà un "satirico senza illusioni", ricollegando la sua opera alla nobile tradizione che da [[Aristofane]] arriva a [[Ionesco]], passando per [[Jonathan Swift|Swift]].
Muore nel sonno, a Roma, ormai sua città d'elezione, nel [[1985]]. In un suo aforisma aveva così sintetizzato il suo impegno intellettuale:
:''Il solo impiego razionale della ragione sta nella ricerca ragionata delle ragioni delle infinite sragionevolezze dell'animale ragionevole uomo.''
 
Così ne parla Giorgio Manganelli nell'articolo "Anche l'eden è burocrazia" scritto nel 1974:
== Opere ==
Frassineti fu autore di un solo "[[romanzo]]", ''[[Misteri dei Ministeri]]'', di cui si susseguirono nel tempo tre edizioni:
*la prima, con una ristampa, risale al [[1952]], e uscì per l'editore [[Guanda]] di [[Parma]];
*la seconda edizione apparve nel [[1959]] per i tipi di [[Longanesi]], con una ristampa nel [[1964]]
*la terza e definitiva edizione, edita nel [[1973]] dalla [[Einaudi]], è stata ristampata solo di recente, nel [[2004]], sotto una nuova veste grafica e una nuova casa editrice, la romana [[Kami]].
Le altre opere [[narrativa|narrative]] pubblicate da Frassineti sono:
*le raccolte di [[novella|novelle]] ''L'unghia dell'asino'' ([[Garzanti]] [[1959]]),
*''Un capitano a riposo'' ([[Feltrinelli]] [[1963]]),
*''Tre bestemmie uguali e distinte'' (Feltrinelli [[1969]]),
*Una quarta, breve [[silloge]] di novelle apparve postuma, nel [[1989]], per le edizioni [[Il Mulino]] di [[Bologna]]. Intitolata ''Lo spirito delle leggi'', comprendeva in realtà, rielaborati e rivisti all'inizio degli anni ottanta, quattro racconti tratti dalle due precedenti raccolte ''L'unghia dell'asino'' e ''Un capitano a riposo''.
 
<blockquote>Prosatore di singolare e riposata raffinatezza, maneggiatore impassibile ed impeccabile di un'arguta [[sintassi]], delicato delibatore di [[Sinonimia|sinonimi]] e contrari, [[lessicografia|lessicografo]] ghiotto e di molto palato.</blockquote>
«Autore di un solo libro (poiché i pochi altri sono in pratica corollari e annessi della sua "summa ministerialis")» è definito Frassineti dall'autore della nota in appendice a ''Lo spirito delle leggi''.<br /> Anche a un confronto poco approfondito, infatti, emerge chiaramente come tutti questi racconti mantengano inalterati lo stile e le tematiche di ''[[Misteri dei Ministeri]]'', e si presentino quali integrazioni e varianti del macrocosmo che si squaderna nell'opera maggiore.
Frassineti ci ha lasciato anche due sillogi [[poesia|poetiche]].
*La prima si intitola ''Vita! Vita! Vita!'', e uscì nel [[1966]] per i tipi dell'editrice Alfa di Bologna, con veste grafica a cura dell'artista concettuale [[Gastone Novelli]]. In questa raccolta si apprezzano riprese dal [[futurismo]], soprattutto per quanto riguarda l'impostazione tipografica.
*La seconda, ''Tutto Sommato'', stampata dall'editrice [[Milano|milanese]] All'insegna del pesce d'oro nel [[1985]], anno della morte di Frassineti, raccoglie versi composti dal [[1959]] al [[1983]], una meditazione amara e realistica sulla vita in poesie di impianto tradizionale e di tono [[epigramma]]tico.
Il rapporto col [[teatro]] è stato molto importante per Frassineti. Egli vi profuse molta energia, non ottenendo sempre i riscontri sperati. Paradossalmente il suo più grande successo teatrale non gli derivò dall'impegno diretto, ma dalla sua narrativa: l'[[11 novembre]] [[1959]], infatti, [[Dario Fo]] e [[Franca Rame]] riportarono un buon risultato, sui [[palcoscenico|palcoscenici]] milanesi, con la pièce ''[[Gli arcangeli non giocano a flipper]]'', ispirata ad alcuni brani di ''Misteri dei Ministeri'' e delle raccolte di novelle.<br />
I suoi primi lavori sono frutto di collaborazioni.
*Con lo scrittore [[Sardegna|sardo]] [[Giuseppe Dessì]] compose nel [[1955]] ''Isabella comica gelosa''.
*Dalla collaborazione con Manganelli nacque, nel [[1966]], il [[dramma]] umoristico ''Teo, o L'acceleratore della storia. Ipotesi fantastiche ma probabili sui fasti e nefasti della cibernetica nella civiltà di massa'', che fu trasmesso in [[Radio (mass media)|radio]] dalla [[RAI Radiotelevisione Italiana|RAI]] il [[18 aprile]] [[1967]].
 
Ma il rapporto col mondo culturale di quegli anni non fu dei più facili, e l'autore si vide progressivamente emarginato, nonostante il plauso e i consensi che la sua opera da sempre suscita presso una limitata cerchia di lettori colti. Gli unici riconoscimenti pubblici gli verranno dalla sua attività di [[traduttore]]. La sua resa di ''[[Gargantua e Pantagruel]]'' di [[François Rabelais]] è unanimemente riconosciuta, negli ambienti specialistici, come la migliore e tuttora insuperata, e gli varrà il [[Premio Monselice]] 1981.<ref>{{Cita web|url = http://www.bibliotecamonselice.it/wp-content/uploads/2018/04/vincitoremonselice.pdf|titolo=I vincitori del Premio "Monselice" per la traduzione|sito=bibliotecamonselice.it|accesso=5 novembre 2019}}</ref>
Il primo testo teatrale scritto totalmente di suo pugno è ''Il tubo e il cubo'' del 1967.<br />
Seguirono
*''Innamorati in trappola'' ([[1968]]),
*''Tre bestemmie uguali e distinte, magari quattro'' ([[1969]])
*''La farsa dei tre gobi'' ([[1974]]).
 
Muore nel sonno, a Roma, ormai sua città d'elezione, nel 1985.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,1002_01_1985_0065_0003_13858737/ Scompare Frassineti, lo scrittore che tradusse Diderot e Rabelais] Archiviolastampa.it</ref>
Compose anche il [[libretto]] per l'[[opera lirica]] ''Gargantua'' di [[Azio Corghi]], la cui prima andò in scena al [[Teatro Regio]] di [[Torino]] la sera del [[2 maggio]] [[1984]]. Fu infine coautore, intorno alla metà degli [[anni 1970|anni settanta]], insieme a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], [[Alberto Moravia|Moravia]], [[Carlo Levi]], [[Furio Colombo]] ed [[Enzo Siciliano]] tra gli altri, di un [[recital]] poetico e musicale scritto per l'attrice [[Laura Betti]], dal titolo ''Potentissima signora'', che non fu mai rappresentato.
Frassineti collaborò anche ad alcune [[sceneggiatura|sceneggiature]] [[cinema]]tografiche: ricordiamo qui:
*la collaborazione per ''[[Lo svitato]]'' ([[1956]]) di e con [[Dario Fo]],
*e soprattutto ''[[Italiani brava gente]]'' ([[1966]]) di [[Giuseppe De Santis]], alla cui sceneggiatura lavorò in tandem con lo stesso [[regista]] e con [[Ennio De Concini]].
È la sua attività di traduttore a valergli, a tutt’oggi, i riconoscimenti più unanimi. Frassineti, assertore di una traduzione libera in grado di essere più fedele al testo proprio nel momento in cui se ne distacca, tradusse molto, dal [[lingua francese|francese]] e dall'[[lingua inglese|inglese]]. Ricordiamo, in ordine sparso:
*la già citata traduzione di ''Gargantua e Pantagruele''
*''Il romanzo dei comici di campagna'' da [[Scarron]] (Firenze, Sansoni 1982),
*''L'arte di fare fortuna'' da [[Béroalde de Verville]] (Torino, Einaudi, collana I Millenni, 1989),
*''Il nipote di Rameau'' da [[Diderot]] (Torino, Einaudi, 1984),
*la ''Pantagruelina prognosticazione'' ancora da [[Rabelais]].
 
In un suo aforisma aveva così sintetizzato il suo impegno intellettuale:
Anche sul versante della traduzione poetica Frassineti si è cimentato con dei giganti: la sua traduzione dell'''Ode sopra un'urna greca'' di [[John Keats]], ad esempio, è considerata magistrale (A. Frassineti, Una traduzione da Keats, edizione limitata con esemplari numerati; Roma, Marsia, 1959)
 
<blockquote>Il solo impiego razionale della ragione sta nella ricerca ragionata delle ragioni delle infinite sragionevolezze dell'animale ragionevole uomo.</blockquote>
==Collegamenti esterni==
*[http://www.delteatro.it/dizionario_dello_spettacolo_del_900/f/frassineti.php Augusto Frassineti sull'Enciclopedia dello Spettacolo del '900]
 
== Opere ==
;Narrativa
* ''Misteri dei Ministeri'', unico "[[romanzo]]" di Frassineti, di cui si susseguirono nel tempo tre edizioni:
** la prima, con una ristampa, risale al 1952, e uscì per l'editore [[Guanda]] di [[Parma]];
** la seconda edizione apparve nel 1959 per i tipi di [[Longanesi]], con una ristampa nel 1964
** la terza e definitiva edizione, edita nel 1973 dalla [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], con nota in sovracoperta di [[Italo Calvino]], è stata ristampata solo di recente, nel 2004, sotto una nuova veste grafica da una nuova casa editrice, la romana [[Kami]].
* Le altre opere [[narrativa|narrative]] pubblicate da Frassineti sono le raccolte di [[novella|novelle]]:
** ''L'unghia dell'asino'' ([[Garzanti]] 1959);
** ''Un capitano a riposo'' ([[Feltrinelli]] 1963), che contiene:
*** Atti della vita di un Capitano a riposo
*** Un Cesarino o due
*** Leggina Leggina Legge Regina
*** Lo Spirito delle Leggi
*** Relazione al Congresso
** ''Tre bestemmie uguali e distinte'' (Feltrinelli 1969), che contiene:
*** Bambini da questa parte
*** Il Faro delle Genti
*** Il cittadino di Bellagio
** Una quarta, breve [[silloge]] di novelle apparve postuma, nel 1989, per le edizioni [[Il Mulino]] di [[Bologna]]. Intitolata ''Lo spirito delle leggi'', comprendeva in realtà, rielaborati e rivisti all'inizio degli anni ottanta, quattro racconti tratti dalle due precedenti raccolte (''L'unghia dell'asino'' e ''Un capitano a riposo''), cioè:
*** Leggina Leggina Legge Regina
*** Il futuro è già terminato
*** Celestino Calò
*** Relazione al Congresso
::::::"Autore di un solo libro (poiché i pochi altri sono in pratica corollari e annessi della sua 'summa ministerialis')" è definito Frassineti dall'autore della nota in appendice a ''Lo spirito delle leggi''. Anche a un confronto poco approfondito, infatti, emerge chiaramente come tutti questi racconti mantengano inalterati lo stile e le tematiche di ''Misteri dei Ministeri'', e si presentino quali integrazioni e varianti del macrocosmo che si squaderna nell'opera maggiore.
;Poesia
* Frassineti è autore di due sillogi [[poesia|poetiche]]:
** ''Vita! Vita! Vita!'': uscì nel 1966 per i tipi dell'editrice Alfa di Bologna, con veste grafica a cura dell'artista concettuale [[Gastone Novelli (artista)|Gastone Novelli]]. In questa raccolta si apprezzano riprese dal [[futurismo]], soprattutto per quanto riguarda l'impostazione tipografica.
** ''Tutto Sommato'', stampata dall'editrice [[Milano|milanese]] All'insegna del pesce d'oro nel 1985, anno della morte di Frassineti, raccoglie versi composti dal 1959 al 1983, una meditazione amara e realistica sulla vita in poesie di impianto tradizionale e di tono [[epigramma]]tico.
;Teatro
Il rapporto col [[teatro]] è stato molto importante per Frassineti. Egli vi profuse molta energia, non ottenendo sempre i riscontri sperati. Paradossalmente il suo più grande successo teatrale non gli derivò dall'impegno diretto, ma dalla sua narrativa: l'11 novembre 1959, infatti, [[Dario Fo]] e [[Franca Rame]] riportarono un buon risultato, sui [[palcoscenico|palcoscenici]] milanesi, con la pièce ''[[Gli arcangeli non giocano a flipper]]'', ispirata ad alcuni brani di ''Misteri dei Ministeri'' e delle raccolte di novelle.
I suoi primi lavori sono frutto di collaborazioni.
* ''Isabella comica gelosa'', 1955, con lo scrittore [[Sardegna|sardo]] [[Giuseppe Dessì]]
* ''Teo, o L'acceleratore della storia. Ipotesi fantastiche ma probabili sui fasti e nefasti della cibernetica nella civiltà di massa'', nato dalla collaborazione con Manganelli, nel 1966; il [[dramma]] umoristico che fu trasmesso in [[Radio (mass media)|radio]] dalla [[RAI Radiotelevisione Italiana|RAI]] il 18 aprile 1967.
* ''Il tubo e il cubo'', 1966 (primo testo teatrale scritto totalmente di suo pugno, a cui seguirono:
** ''Innamorati in trappola'' (1968),
** ''Tre bestemmie uguali e distinte, magari quattro'' (1969)
** ''La farsa dei tre gobi'' (1974).
 
Compose anche il [[libretto]] per l'[[opera lirica]] ''Gargantua'' di [[Azio Corghi]], la cui prima andò in scena al [[Teatro Regio (Torino)|Teatro Regio]] di [[Torino]] la sera del 2 maggio 1984. Fu infine coautore, intorno alla metà degli [[anni 1970|anni settanta]], insieme a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], [[Alberto Moravia|Moravia]], [[Carlo Levi]], [[Furio Colombo]] ed [[Enzo Siciliano]] tra gli altri, di un [[recital]] poetico e musicale scritto per l'attrice [[Laura Betti]], dal titolo ''Potentissima signora'', che non fu mai rappresentato.
;Sceneggiature cinematografiche
Frassineti collaborò anche ad alcune [[sceneggiatura|sceneggiature]] [[cinema]]tografiche, quali:
* ''[[Lo svitato]]'' di e con [[Dario Fo]] (1956)
* ''[[Ti-Koyo e il suo pescecane]]'' con [[Ottavio Alessi]] e con il regista [[Folco Quilici]] (1962)
* ''[[Italiani brava gente (film 1965)|Italiani brava gente]]'' con [[Ennio De Concini]] e con il regista [[Giuseppe De Santis]] (1966).
;Traduzioni
È la sua attività di traduttore a valergli, a tutt'oggi, i riconoscimenti più unanimi. Frassineti, assertore di una traduzione libera in grado di essere più fedele al testo proprio nel momento in cui se ne distacca, tradusse molto, dal [[lingua francese|francese]] e dall'[[lingua inglese|inglese]]. Ricordiamo, in ordine sparso:
* la già citata traduzione di ''Gargantua e Pantagruele''
* ''Il romanzo dei comici di campagna'' da [[Paul Scarron|Scarron]] (Firenze, Sansoni 1982),
* ''L'arte di fare fortuna'' da [[Béroalde de Verville]] (Torino, Einaudi, collana "[[I millenni]]", 1989),
* ''Il nipote di Rameau'' da [[Diderot]] (Torino, Einaudi, 1984; nuova edizione: Macerata, [[Casa editrice Quodlibet|Quodlibet]], 2010),
* la ''Pantagruelina prognosticazione'' ancora da [[François Rabelais|Rabelais]].
 
Anche sul versante della traduzione poetica Frassineti si è cimentato con dei giganti: la sua traduzione dell{{'}}''Ode sopra un'urna greca'' di [[John Keats]], ad esempio, è considerata magistrale (A. Frassineti, ''Una traduzione da Keats'', edizione limitata con esemplari numerati; Roma, Marsia, 1959)
 
== Note ==
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Premio Monselice}}
{{Antifascismo}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie|letteratura|teatro}}
 
[[Categoria:Partigiani italiani]]