Johnny Hallyday: differenze tra le versioni
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Nacque a [[Parigi]] da madre francese, Huguette Eugénie Pierrette Clerc, e padre belga, Léon Smet, in una famiglia di artisti risalente al XVII secolo. I genitori lo portarono con loro in tournée per l'Europa e, quando si divisero, lo affidarono alla sorella del padre, Hélène Mar (conosciuta col nome d'arte [[Eleen Dosset]]), cantante ed ex attrice del [[cinema muto]].
Nel 1956 intraprese la carriera di cantante, adottando il nome d'arte dei cugini Hallyday, accoppiandolo a Johnny (versione inglese di Jean). Negli anni successivi si avvicinò professionalmente al nuovo [[rock'n'roll]] proveniente dagli USA e la sua apparizione nella trasmissione radio "Paris-Cocktail" del dicembre 1959 fu il primo passo che lo fece diventare uno dei primi rocker francesi di grande successo. Nel marzo 1960 pubblicò il suo primo disco, ''Hello Johnny''.
In oltre 50 anni di attivissima e instancabile carriera, con un repertorio che spaziava dal rock al blues, fu un'icona della musica mondiale; fu anche uno degli scopritori di [[Jimi Hendrix]]. Cantò diverse volte in italiano; il suo successo maggiore in Italia fu ''Quanto t'amo'' (''Que je t'aime''). Tradusse in francese alcuni brani di [[Adriano Celentano]] fra cui ''24 000 baci'' (''24 000 baisers'').
== Contaminazioni ==
[[Françoise Hardy]] apre la propria autobiografia citando Johnny Hallyday con un tocco umoristico ricordando che nella stessa clinica Marie-Louise dove lei vide la luce durante un'allerta, situata lungo la rue des Martyrs, qualche mese prima era nato un certo Jean-Philppe Smet. Nella nota l'Autrice scrive che nel 2007 percorrendo la stessa via si ritrovò in un vicolo cieco chiuso da un cancello e che l'associazione: allerta, martiri, vicolo cieco, cancello, la fece ridere.<ref>{{cita pubblicazione |nome=Françoise |cognome=Hardy |titolo=Le désespoir des singes ...et autres bagatelle |rivista= |editore=Robert Laffont |città=Paris |anno=2008 |mese=octobre |p=9 |lingua=fr}}</ref> Nel 1966 la stessa Françoise Hardy, accompagnata dalla grande orchestra di Raymond Lefebre, interpreta ''Douce violence'' di Johnny Hallyday, che a sua volta ospiterà la cantante, in novembre, in uno storico programma televisivo, ''Palmarès des Chansons'', che lo vedeva protagonista.<ref>{{cita pubblicazione |nome=Erik Doorme|titolo=Avril 1966|rivista=Blog |url=https://erikdoorme.be/0466/ |lingua=fr |accesso=17 febbraio 2025}}</ref>
[[Cabu]] pubblica un volume, che dovrà essere il suo ultimo per le Edizioni [[Charlie Hebdo]], dedicato ai cinquant'anni di attività della rock star francese intitolato ''Johnny c'est la France''.
Molti furono i suoi concerti indimenticabili, come quello ai piedi della [[Torre Eiffel]] o quello assieme ai [[The Rolling Stones|Rolling Stones]]. Duettò anche con il collega e amico [[Zucchero Fornaciari]] (nella cover di ''[[Blue Suede Shoes]]'' e in ''[[Madre dolcissima/Nice che dice|Mama]]'') e con molte cantanti, come [[Lara Fabian]] (''Requiem pour un fou''), [[Isabelle Boulay]] (''Tout au bout de nos peines''), [[Chimene Badi]], [[Maurane]], [[Céline Dion]] (''L'envie'', ''Blueberry Hill'', ''L'hymne à l'amour''), [[Laura Pausini]] (''La loi du silence - Parole e silenzio'', ''Come il sole all'improvviso''). Nel 2007, insieme ad altri musicisti, sostenne la candidatura di [[Nicolas Sarkozy]] alla [[Presidente della Repubblica francese|Presidenza della repubblica]].
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*1961 - ''[[Johnny et ses fans au festival de Rock'n'Roll]]''
*1961 - ''[[Nous les gars, nous les filles]]''
*1962 - ''[[Douce violence]]''
*1962 - ''[[Madison twist]]''
*1962 - ''[[Sings America's rockin'hits]]''
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* [[Sergio Graziani]] in ''Gli specialisti''
* [[Michele Gammino]] in ''Consiglio di famiglia''
* [[Umberto Orsini]] in ''L'uomo del treno''
* [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]] in ''Crime Spree - In fuga da Chicago''
* [[Roberto Draghetti]] in ''Titeuf - Il film''
==Note==
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