Forma (filosofia): differenze tra le versioni

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Ancora collegato ad un'impostazione kantiana è la ''filosofia delle forme [[simbolo|simboliche]]'' di [[Ernst Cassirer]] mentre per [[Edmund Husserl]], ormai lontano dal kantismo, il concetto di forma nella [[fenomenologia]] s'inserisce in una filosofia dal carattere rigorosamente scientifico.
 
Ad una un'impostazione fenomenologica si rifà la [[psicologia della forma]] o ''Gestaltpsychologie''.
 
===Ultimi sviluppi===
I recenti sviluppi del concetto di forma si possono ritrovare infine in quello di struttura, ad opera dello [[strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]].
 
Se il determinismo newtoniano aveva escluso del tutto l'idea di una causalità formale, portando così la maggioranza dei fisici al materialismo, negli ultimi anni si assisterebbe ad un cambio di paradigma, in cui assumono un ruolo centrale i [[sistema dissipativo|sistemi caotici ''dissipativi'']], dove si osserva l'emergere di un ordine strutturale che non sembra derivare dalle condizioni iniziali ma da una sorta di causalità "globale", indipendente dal tempo, che costringerebbe a una revisione della concezione humiano-kantiana di causalità.{{#tag:ref|Una prima falsificazione del riduzionismo sarebbe stata fornita con la scoperta dell’''instabilità dinamica'': vi sono sistemi il cui comportamento è impredicibile ''intrinsecamente'', non per un’insufficienza di dati prettamente epistemica''.'' Uno sviluppo successivo è avvenuto poi con lo studio dei sistemi caotici, una particolare classe di sistemi instabili che non soddisfano l’ipotesi ergodica di Boltzmann (per mezzo della quale si poteva conciliare l’irreversibilità del sistema con il vecchio determinismo ''à la'' Laplace), e che dunque non sono riducibili ai sistemi stocastici studiati dalla meccanica statistica. Lo stesso vale anche per altri tipi di sistemi dinamici, come ha dimostrato negli anni ’50 il teorema di Kolmogorov-Arnold-Moser (KAM). I sistemi caotici ''dissipativi'', cioè capaci di ''generare informazione'', su suggerimento di [[Ilya Prigogine]], ora prendono il nome di ''strutture dissipative'', basate su una causalità che non è più fondata sulla relazione di tra antecedente logico e conseguente della dimostrazione (implicazione materiale →) ma sulla relazione ontologica di potenza-atto, che segue invece la logica dell’implicazione inversa (←), o più precisamente sulla sua versione modale “stretta”. È in questo contesto che riaffiora l’idea di una causa formale.<ref>{{Cita web|url=https://www.stoqatpul.org/lat/materials/cosmologia_metafisica/basti_phil_nat_sci_first_ed.pdf|titolo=Philosophy of Nature and of Science|pp=143-169}}</ref> Bisognerà però aspettare l’avvento della QFT termica (modellizzata coalgebricamente) per avere un quadro più completo. Essa infatti permette non soltanto di spiegare dei fenomeni rispetto a cui la meccanica quantistica e la fisica del Modello Standard risultano inadeguate (si pensi al caos quantistico<ref>{{Cita libro|autore=Ilya Prigogine|titolo=Le leggi del caos|anno=1999|editore=Laterza}}</ref> o al neutrino), ma fornisce altresì la giustificazione di almeno cinque aspetti estremamente fertili sul piano teoretico:<!--{{probabile ro|
1) Viene giustificato al livello fondamentale il [[Terzo principio della termodinamica|teorema di Nerst]] grazie alla nozione di Vuoto Quantistico (VQ).
2) Viene giustificata la nozione aristotelica di materia prima<ref>{{Cita web|url=http://www.rifl.unical.it/index.php/rifl/article/download/741/721/|titolo=Materia prima ≡ Vuoto quantistico: una correlazione a lungo raggio}}</ref> (''prote dynamis''; nel Genesi assimilabile al ''[[:en:Tohu_wa-bohu|tohu wa-bou]]'') come coincidente con il VQ.
3) Viene giustificata l’idea di una causalità globale per mezzo del principio di indeterminazione, in cui la relazione (ΔnΔφ>=φ(h/2π)) non è tra rappresentazioni statistiche (quindi di natura epistemica), come nella meccanica quantistica, ma è tra grandezze indipendenti dall’osservatore (quindi di natura ontico-dinamica). L'indeterminazione si ha infatti tra il numero di quanti del campo di forze e la fase del campo, sicché, quando quest’ultima è ben definita, il numero dei singoli quanti risulta indeterminato. Bisogna perciò considerare il processo come “un tutto”.<ref>{{Cita web|url=http://www.stoqatpul.org/lat/materials/logicaiii/basti_logica3_3_17.pdf|titolo=LOGICA III: LOGICA FILOSOFICA E FILOSOFIA FORMALE - Parte III|pp=312-318}}</ref>
4) Viene giustificata la distinzione tra energia e informazione, in cui l’informazione non è logicamente ‘sintattica’, cioè relativa all’incertezza epistemica di un osservatore, ma ‘semantica’, costituisce cioè una grandezza fisica indipendente dall’osservatore: è una ''neghentropia termodinamica''. Vi è quindi una dualità tra la componente energetica (bosoni di gauge) e informazionale (bosoni NGB) di un dominio di coerenza di fase.<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.sitabologna.it/wp-content/uploads/2020/03/Basti_paper_published.pdf|titolo=The quantum field theory (QFT) dual paradigm in fundamental physics and the semantic information content and measure in cognitive sciences}}</ref> Si tratta, questo, di un paradigma duale strettamente relato al vecchio ilemorfismo. Da un lato abbiamo infatti l’energia, qualitativamente ascrivibile (ma non coincidente) alla potenza e dunque alla materia in senso filosofico (da non confondere con il senso moderno che la identifica nel corpo dotato di massa... che in fondo è una riduzione analogica di quello antico, come mostrato nella formula di equivalenza massa-energia); dall’altro abbiamo l’informazione, correlata alla nozione di atto e quindi di forma.
5) Viene giustificata la relazione tra necessitazione causale e necessitazione logica prima introdotta: non solo per analogia con il formalismo della teoria basato sulla dualità algebra-coalgebra, ma anche per la possibilità identificare univocamente mediante un numero il valore di un condensato NGB da cui dipende un dato dominio di coerenza di fase. In un calcolo logico coalgebrico di tipo finitario, infatti, tale numero corrisponde ad una "funzione identità" che costituisce il predicato soddisfatto da tale dominio. Trattandosi queste "funzioni identità" di espressioni di uno straordinario strumento formale - la nozione di co-appartenenza del calcolo dei predicati coalgebrico -, ciò permette una soluzione originale al problema della referenza.<ref name=":0" />-->}}
 
== Note ==