Guerra di Ferrara (1482-1484): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
PAWBot (discussione | contributi)
 
(4 versioni intermedie di 4 utenti non mostrate)
Riga 28:
[[File:Federico montefeltro and son.jpg|thumb|[[Pedro Berruguete]], ''[[Ritratto di Federico da Montefeltro col figlio Guidobaldo|Federico di Montefeltro con il figlio Guidobaldo]]'']]
 
La '''guerra di Ferrara''' o '''guerra del sale''' è stato un conflitto armato combattuto nel nord-est e il sud-est dell'[[Italia]] tra il [[1482]] e il [[1484]].
 
Agli inizi del 1482 su suggerimento di [[Girolamo Riario]] (nipote di [[Sisto IV]]) che si era già impossessato di [[Forlì]], la [[Repubblica di Venezia]] dichiarò guerra a [[Ferrara]], a quel tempo retta da [[Ercole I d'Este]]. Venezia si mosse contro Ferrara anche a causa delle sue mire espansionistiche sulla terraferma e per il commercio del [[Cloruro di sodio|sale]], che la città estense aveva iniziato a raccogliere presso [[Comacchio]].
Riga 45:
Il 6 gennaio 1483 [[Sisto IV]] abbandonò l'alleanza con i veneziani passando dalla parte di Milano, Ferrara, Firenze e Napoli e la nuova lega si trovò a Mantova per discutere di una nuova guerra contro i veneziani. Nel marzo l'esercito della lega, guidato da [[Alfonso II di Napoli|Alfonso di Calabria]], sconfisse i veneziani a [[Massa Fiscaglia|Massafiscaglia]]. Non potendo fronteggiare da soli le forze della lega, i veneziani chiesero aiuto al [[Renato II di Lorena|duca di Lorena]], nominandolo generale di uno dei due eserciti, essendo l'altro guidato da Roberto Sanseverino. Il primo fu inviato di nuovo nel ferrarese, il secondo nel bresciano. Alfonso d'Aragona riuscì a sconfiggere i veneziani a [[Bondeno]]. In seguito alla sconfitta, [[Galeazzo Sanseverino]], figlio di Roberto, si mise al servizio dei milanesi, il fratello maggiore [[Gianfrancesco Sanseverino d'Aragona|Gian Francesco]] si mise al servizio degli aragonesi e [[Papa Sisto IV|Sisto IV]] emise un interdetto contro i veneziani.
 
Questi, per mezzo di [[Costanzo I Sforza|Costanzo Sforza]], che era passato al loro soldo, escogitarono un piano per fare in modo che la nobiltà milanese convincesse il duca ad abbandonare la lega. Per fare ciò contattarono un nobile milanese, ex segretario della duchessa Bona di Savoia, Luigi Becchetto che a sua volta informò Vercellino Visconti, prefetto del castello di Trezzo, di non opporre resistenza al passaggio delle truppe di Roberto Sanseverino.
 
Il 22 giugno [[1483]] il papa lanciò l'[[interdetto]] su Venezia, allo scopo di arrestarne l'avanzata.
Riga 53:
Il 28 luglio i brianzoli, guidati da [[Gabriele Calco]], assaltarono vittoriosamente le bastìe, assumendo il controllo del ponte di [[Trezzo sull'Adda|Trezzo]], per poi saccheggiare la [[Valle San Martino]]. L'8 agosto Alfonso d'Aragona passò l'[[Oglio]], entrando nel bresciano e incontrandosi con [[Girolamo Riario]] e il cardinale di Mantova. Il 10 agosto il Moro e il fratello [[Ascanio Maria Sforza|Ascanio]] marciarono alla testa di un esercito di 2 000 fanti e 4 000 cavalieri nella bergamasca, costringendo alla resa molti castelli e minacciando la stessa [[Bergamo]], per poi catturare [[Romano di Lombardia|Romano]] dopo tre giorni d'assedio. Nel frattempo [[Ercole I d'Este|Ercole d'Este]], sfruttando la debolezza dei veneziani, riuscì a catturare parte dei territori che gli erano stati sottratti nel ferrarese. All'inizio di settembre Alfonso d'Aragona passò il [[Mincio]] con 12 000 cavalieri, 5 000 fanti e 400 balestrieri e saccheggiò le campagne veronesi; poi il 26 settembre assediò [[Asola (Italia)|Asola]], che cadde dopo otto giorni e venne ceduta a [[Federico Gonzaga]]. I veneziani nel frattempo erano molestati nell'[[Adriatico]] da una flotta di galee pontificie e aragonesi e subirono la defezione dei genovesi e del duca di Lorena. Per cercare di contenere l'avanzata dell'esercito della lega inviarono 4 000 cavalieri e 2 000 fanti al comando di Roberto Sanseverino. Malgrado i ripetuti successi, nessuno degli eserciti della lega sfruttò la debolezza veneziana per infliggere un colpo decisivo; infatti il Moro, dopo aver catturato Romano, tornò a Milano, mentre Alfonso d'Aragona, dopo aver catturato Asola, si diresse verso Ferrara e poi in novembre a Cremona.<ref>{{cita|Corio, 1856|pp. 359-382}}.</ref>
 
Il 24 aprile 1484 un consiglio di guerra dei principali esponenti della lega anti-veneziana, riunitosi nel castello di Porta Giovia, deliberò di proseguire la guerra contro la Repubblica di Venezia. Il giorno successivo Alfonso d'Aragona marciò verso Cremona, seguito dieci giorni dopo dal Moro. In giugno le truppe milanesi e aragonesi si unirono a quelle mantovane e ferraresi, formando un esercito di 6.600{{formatnum:6600}} fanti e 13.400{{formatnum:13400}} cavalieri che invase il bresciano, mentre i brianzoli invadevano e saccheggiavano ancora una volta la [[Valle San Martino]]. I veneziani opposero alla lega un esercito di 5 000 fanti e 6 000 cavalieri al comando di Roberto Sanseverino.
 
Nel maggio 1484 la flotta Veneziana espugna la città di [[Gallipoli]] in Puglia nel Regno di Napoli.
 
=== Pace di Bagnolo ===
Il 15 luglio morì [[Federico I Gonzaga]] e il marchesato di Mantova passò a [[Francesco II Gonzaga]]. La morte del Gonzaga creò dissidi tra Alfonso d'Aragona, che voleva che il mantovano passasse al genero, e il Moro, che agognava al possesso di Mantova, riteneva ingiusto che nell'eventualità della caduta di [[Verona]] questa passasse al Gonzaga e a cui la guerra in favore di Ercole d'Este era costata una gran somma di denaro. I veneziani sfruttarono le divisioni e, sapendo che Ludovico aveva speso molto denaro in favore del suocero, gli proposero la pace in cambio di una certa somma di denaro, a patto che il [[Polesine]] restasse in mano loro. Il 7 agosto a [[Bagnolo Mella|Bagnolo]] fu stipulata la pace tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, per lo sdegno degli altri membri della lega. Venezia mantenne quasi tutti i possedimenti conquistati. [[Ercole I d'Este]] riottenne [[Ariano nel Polesine|Ariano]], [[Corbola]], [[Adria]], [[Melara]], [[Castelnovo Bariano|Castelnuovo]] e [[Ficarolo]], ma perse tutti gli altri territori a nord del Po. La pace suscitò l'odio dei ferraresi nei confronti di Ludovico e dei napoletani.<ref>{{cita|Corio, 1856|pp. 405-407}}.</ref>
 
== Note ==
Riga 65:
== Bibliografia ==
* Cessi, Roberto: ''Storia della repubblica di Venezia, ''Giunti editore, Firenze 1973
* De Pinto, Francesca, ''La Guerra di Ferrara. 1482-1484'', Biblion edizioni, Milano 2023.
* Moro, Federico: ''Ercole e il Leone, 1482 Ferrara e Venezia duello sul Po'', Studio Lt2 editore, Venezia 2008.
* Moro, Federico: ''Venezia in Guerra, quattordici secoli di storia, politica e battaglie, ''Studio Lt2 editore, Venezia 2011
* Romanin, Samuele: ''Storia documentata di Venezia, ''Filippi editore, Venezia 1973
* A. Bonaglia, S. Guerrini, G. Ceruti
* {{Cita libro |autore =Fabio Romanoni |titolo =La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italia settentrionale |url=https://www.academia.edu/100479472/La_guerra_d_acqua_dolce_Navi_e_conflitti_medievali_nell_Italia_settentrionale |editore =Clueb |città=Bologna |anno=2023 |isbn=978-88-31365-53-6}}
* Bulgarelli, Mario: ''La feudalizzazione estense,'' in ‘Studi Veneziani’, Fondazione Cini Venezia, ed. F. Serra 2015.
* {{Cita libro|autore=[[Bernardino Corio]]|curatore=Egidio De Magri, Angelo Butti e Luigi Ferrario|titolo=Storia di Milano|url=https://books.google.it/books?id=v5sBAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|anno=1856|editore=Francesco Colombo|città=Milano|volume=2|cid=Corio, 1856|SBN=IT\ICCU\LO1\0619498LO10619498}}
* "Pace di Bagnolo (7 agosto 1484) e aspetti del '400 locale", "editore comune di Bagnolo Mella" Bagnolo Mella 2003