Teatro alla Scala: differenze tra le versioni

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|Paese = Italia
|Tipologia = Sala a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi e due gallerie
|Capienza = 2.030{{m|2030}}<ref name="camcom">[http://www.milomb.camcom.it/documents/10157/158895/dentro-la-scala.pdf/44a69a60-2167-4538-aac3-4420e6c4ddd7 Camera di Commercio di Milano - "Dentro La Scala"] - secondo la fonte, la capienza ufficiale è di 2.030 posti, ma "i posti disponibili sono molto più numerosi: il teatro dispone di 2242 posti..."</ref>
|Immagine = MilanMilano - ScalaTeatro -alla Scala Facade3924.jpg
}}
Il '''Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala''',<ref>Maria Teresa Florio, ''Chiese di Milano'', sezione ''Santa Maria alla scala'', Electa, Milano, 2006.</ref><ref>Elena Biggi Parodi, ''Teatro alla Scala 1778: «Europa riconosciuta» inaugura a Milano l'opera europea'', in ''Salieri sulle tracce di Mozart'', pp. 35-44.</ref> semplicemente noto come '''Teatro alla Scala''' e colloquialmente chiamato '''la Scala''', è il principale [[teatro d'opera]] di [[Milano]]. Considerato tra i più prestigiosi [[Teatro (architettura)|teatri]] al mondo,<ref>{{cita libro|autore=Gianandrea Gavazzeni|titolo=Verdi, Messa da Requiem|anno=2008|editore=Pendragon|isbn=978-8883426223|p=147}}</ref> ospita dadal {{#expr:{{CURRENTYEAR}}-1778}} anni i principali artisti nel campo internazionale dell'[[opera]], del [[balletto]] e della [[musica classica]].
 
L'edificio, progettato da [[Giuseppe Piermarini]] e inaugurato nel [[1778]] con l'opera ''[[L'Europa riconosciuta]]'' composta per l'occasione da [[Antonio Salieri]], fu costruito a seguito della distruzione, nel [[1776]], a causa di un incendio, del [[Teatro Regio Ducale|Teatro Ducale]].
 
A partire dall'anno di fondazione è sede dell'[[Coro del Teatro alla Scala|omonimo coro]],<ref>[http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/coro/coro.html pagina] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150414002944/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/coro/coro.html |datedata=14 aprile 2015 }} dedicata al Coro nel sito del teatro.</ref> dell'[[Orchestra del Teatro alla Scala|orchestra]],<ref>[http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/orchestra/orchestra.html pagina] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130122050109/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/orchestra/orchestra.html |datedata=22 gennaio 2013 }} dedicata all'Orchestra nel sito del teatro.</ref> del [[Corpo di Ballo del Teatro alla Scala|corpo di Ballo]],<ref>[http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/corpo-di-ballo/corpo-di-ballo.html pagina] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130122050412/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/corpo-di-ballo/corpo-di-ballo.html |datedata=22 gennaio 2013 }} dedicata al Corpo di Ballo nel sito del teatro.</ref> e dal [[1982]] anche della [[Filarmonica della Scala|Filarmonica]].<ref>Cfr. il sito [http://www.filarmonica.it/ filarmonica.it].</ref> Il complesso teatrale è situato nell'[[piazza della Scala|omonima piazza]], affiancato dal [[Casino Ricordi]], sede del [[Museo teatrale alla Scala]].
 
== Storia ==
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Il progetto venne affidato al celebre architetto [[Giuseppe Piermarini]], il quale provvide anche al disegno del “Teatro Interinale”, una struttura temporanea costruita presso la [[cripta di San Giovanni in Conca|chiesa di San Giovanni in Conca]], e del [[Teatro Lirico di Milano|Teatro della Cannobiana]], dalla pianta assai simile a quella della Scala, ma in dimensione ridotta, dedicato a spettacoli più “popolari”.<ref>Annamaria Cascetta, Giovanna Zanlonghi, ''op. cit.'', p. 510.</ref> La decorazione pittorica fu realizzata da [[Giuseppe Levati]] e Giuseppe Reina. [[Domenico Riccardi]] dipinse invece il sipario, rappresentante, pare su suggerimento del [[Giuseppe Parini|Parini]], il “[[Parnaso]]”.<ref name="GroveMilan">''The New Grove Dictionary of Opera'', voce ''Milan''.</ref>
 
Il teatro sorse al posto della [[chiesa di Santa Maria alla Scala]], da cui prese il nome (la chiesa prese a sua volta il nome dalla sua fondatrice, [[Regina della Scala]], della dinastia degli [[Scaligeri]] di [[Verona]]), i cui lavori di demolizione iniziarono il 5 agosto [[1776]]; il 28 maggio [[1778]] si svolsero le prime prove di acustica e il 3 agosto, alla presenza del governatore di Milano, l'[[Duca|arciduca]] [[Ferdinando d'Asburgo-Este]], di [[Maria Beatrice d'Este (1750-1829)|Maria Beatrice d'Este]], del conte [[Carlo Giuseppe di Firmian]] e del duca [[Francesco III d'Este]], venne inaugurato il “Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala” da 3.000{{m|3000}} posti con la prima rappresentazione assoluta de ''[[L'Europa riconosciuta]]'' di Salieri.<ref>Cronologia di Milano dal 1776 al 1800 in [http://www.storiadimilano.it/cron/dal1776al1800.htm Storia di Milano].</ref> Il [[libretto]], opera dell'abate [[Mattia VerazziVerazi]], fu pensato per dare spazio ad arie ricche di virtuosismi, ed è caratterizzato dai numerosi [[duetto|duetti]], [[Terzetto|terzetti]] e complessi finali d'atto. La sera del 3 agosto, tra gli spettatori c'era anche [[Pietro Verri]], il quale scrisse al fratello [[Alessandro Verri|Alessandro]], in quel periodo a [[Roma]]: «la pompa dei vestiti è somma, le comparse ti popolano il palco di più di cento figure e fanno il loro dovere... gli occhi sono sempre occupati». Particolarmente suggestivo risultò l'inizio ''[[in medias res]]'', «mentre te ne stai aspettando quando si dia principio, ascolti un tuono, poi uno scoppio di fulmine e questo è il segnale perché l'orchestra cominci l'ouverture, al momento s'alza il sipario, vedi un mare in burrasca».<ref>{{Cita|Carlo Gatti|pp. 33-35}}.</ref><ref>Lettera ad Alessandro Verri, 7 agosto 1778, in ''Carteggio di Pietro e Alessandro Verri. Dal 1º luglio 1778 al 29 dicembre 1779'', Milano, Giuffrè, 1939, pp. 42-43.</ref> Allietarono gli intervalli i balli ''Pafio e Mirra, o sia I prigionieri di Cipro'', musica di Salieri, coreografia di [[Claudio Legrand]], e ''Apollo placato'', musica di [[Luigi de Baillou]], coreografia di [[Giuseppe Canziani]].<ref name="G22">{{Cita|Carlo Gatti|p. 22}}.</ref>
{{Doppia immagine verticale|right|EsternoScala2.JPG|EsternoScala1.JPG|250|La facciata dal teatro raffigurata in due diverse [[Incisione|incisioni]] storiche, una in rame del 1790 (sopra) e l'altra all'[[acquatinta]] del 1850 (sotto): si noti, in quest'ultima, il corpo laterale aggiunto nel 1835|}}
 
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Altre produzioni messe in scena dal compositore furono il successo della prima europea di ''[[Aida]]'' ([[1872]]) diretta da Faccio con la Stolz, [[Maria Waldmann]] e [[Ormondo Maini]], la nuova versione di ''[[Simon Boccanegra]]'' diretta da Faccio con Maurel, [[Anna D'Angeri]], [[Édouard de Reszke]] e [[Francesco Tamagno]] ([[1881]]), la seconda versione italiana in quattro atti del ''[[Don Carlo]]'' diretta da Faccio con Tamagno, [[Paul Lhérie]] e [[Giuseppina Pasqua]] ([[1884]]), il successo delle prime assolute di ''[[Otello (Verdi)|Otello]]'' diretta da Faccio con Tamagno, [[Romilda Pantaleoni]], Maurel e [[Francesco Navarrini]] ([[1887]]) e di ''[[Falstaff (Verdi)|Falstaff]]'' diretto da [[Edoardo Mascheroni]] con Maurel, [[Antonio Pini-Corsi]], [[Edoardo Garbin]], [[Emma Zilli]], la Pasqua e [[Virginia Guerrini]] ([[1893]]).
 
Nel [[1876]] avvenne il successo della prima assoluta di ''[[La Gioconda]]'' di [[Amilcare Ponchielli]] diretta da Faccio con [[Gottardo Aldighieri]] e Maini, nel [[1881]] della ripresa di ''Mefistofele'' di Boito diretta da Faccio e di ''[[Ballo Excelsior]]'' di [[Romualdo Marenco]], nel [[1885]] di ''[[Marion Delorme (Ponchielli)|Marion Delorme]]'' di Ponchielli, nel [[1886]] di ''[[Edmea]]'' di [[Alfredo Catalani]] e nel [[1896]] di ''[[Andrea Chénier (opera)|Andrea Chénier]]'' di [[Umberto Giordano]] diretta da [[Rodolfo Ferrari (direttore d'orchestra)|Rodolfo Ferrari]] con [[Giuseppe Borgatti]].
 
Tra i titolari della gestione degli anni post unitari si possono ricordare i fratelli Corti (1876) e [[Luigi Piontelli]] (1884-1894).
 
Tra il [[1894]] e il [[1897]] la gestione del teatro passò in mano all'editore [[Edoardo Sonzogno]]. Sul palcoscenico scaligero apparvero in quegli anni opere di compositori francesi ([[Charles Gounod]], [[Fromental Halévy]], [[Daniel Auber]], [[Hector Berlioz]], [[Georges Bizet]], [[Jules Massenet]], [[Camille Saint-Saëns]]) e della cosiddetta scuola verista ([[Pietro Mascagni]], [[Ruggero Leoncavallo]], [[Umberto Giordano]]). Grande successo ebbero anche le opere di [[Richard Wagner]], che in quegli anni inauguranoinauguravano spesso la stagione operistica.
 
Tra il 1881 e il 1884 furono rinnovate le decorazioni degli ambienti al piano terra seguendo un progetto del 1862 degli architetti Savoia e Pirola. Nel [[1891]], per controllare meglio l'afflusso degli spettatori, furono aboliti i posti in piedi e vennero installate le prime poltrone fisse in platea.
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Si deve a Scandiani la costituzione formale dell'[[orchestra del Teatro alla Scala]], i cui musicisti, un centinaio,<ref name="GroveMilan"/> verranno d'ora in poi scelti secondo rigidi criteri di selezione e assunti con regolari contratti a tempo indeterminato. Alla direzione musicale ancora una volta Toscanini insieme ad [[Ettore Panizza]], promotori di una intensa e straordinaria stagione per il teatro. Il palco scaligero vide avvicendarsi i maggiori cantanti del tempo, tra cui [[Fëdor Ivanovič Šaljapin]], [[Magda Olivero]], [[Giacomo Lauri-Volpi]], [[Titta Ruffo]], [[Enrico Roggio]], [[Gino Bechi]], [[Beniamino Gigli]], [[Mafalda Favero]], [[Toti Dal Monte]], [[Gilda Dalla Rizza]], [[Aureliano Pertile]].
 
Nel [[1929]] lo Stato fascista riservò al capo del governo la facoltà di nomina del presidente dell'Ente e impose la partecipazione di un rappresentante del [[Ministeri del governo italiano soppressi o accorpati#Ministero dell'Educazione Nazionale|Ministero dell'Educazione Nazionale]] al [[consiglio di amministrazione]]. Di fronte a ciò, Toscanini, portata a termine l'impegnativa ''tournée'' a Vienna e Berlino, lasciò la direzione del teatro nel maggio dell'anno successivo e si trasferì a New York. Nel [[1931]], a seguito di un'aggressione subita a [[Bologna]], schiaffeggiato davanti al [[Teatro Comunale (Bologna)|Teatro Comunale]] per essersi rifiutato di eseguire la ''[[Marcia reale]]'' e ''[[Giovinezza (inno)|Giovinezza]]'', il maestro lasciò definitivamente il paese.
 
Nel [[1932]], [[Luigi Lorenzo Secchi]] progettò le "scale degli specchi" che collegano il [[foyer]] al [[ridotto (architettura)|ridotto]] dei palchi, anch'esso al centro di importanti lavori nel [[1936]]<ref>Descrizione dell'intervento, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00035/|titolo=Ridotti del Teatro alla Scala}}</ref><ref>Disegni del progetto di intervento, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA007F36/?tab=riproduzioni|titolo=Palchi e scala degli specchi (1936 - 1973)}}</ref>
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Subito dopo la caduta del fascismo, il [[Caduta del fascismo|25 luglio 1943]], comparvero sui muri del teatro manifesti inneggianti al ritorno di Toscanini ("''Evviva Toscanini''", "''Ritorni Toscanini''"). L'estate del '43 vide l'acuirsi dei [[Bombardamenti di Milano|bombardamenti alleati su Milano]]: il teatro riportò lievi danni dall'incursione avvenuta l'8 agosto, durante la quale gli addetti alla protezione antiaerea riuscirono a spegnere alcuni spezzoni incendiari caduti sul tetto. Nella notte tra il 15 e il 16 agosto la Scala subì un nuovo e ancora più devastante martellamento dall'alto: una bomba incendiaria esplose sul tetto provocando gravi danni alla sala (crollo del soffitto, distruzione dei palchi del sesto e quinto ordine di galleria, gravi danni ai sottostanti e alle strutture di servizio), con il palcoscenico che fu risparmiato solo perché era stato calato il sipario metallico a protezione; nei giorni seguenti altri attacchi colpirono il museo e lato su via Filodrammatici.<ref>{{Cita web |url=http://www.milanostoriadiunarinascita.it/2017/02/06/il-teatro-della-scala-milano-1943/ |titolo=Il teatro della Scala – Milano, 1943 |accesso=8 febbraio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170211075605/http://www.milanostoriadiunarinascita.it/2017/02/06/il-teatro-della-scala-milano-1943/ |dataarchivio=11 febbraio 2017 |urlmorto=sì }}</ref>
 
"Non potemmo che piangere" ricorda Nicola Benois, scenografo del Teatro, "dall'inizio della guerra facevamo spettacoli per militari e feriti, da quel momento il nuovo grande ferito era La Scala".<ref>{{Cita libro|autore=Giuseppe Barigazzi|titolo=La Scala racconta|anno=1998|editore=BUR|città=Milano}}</ref> Su iniziativa dell'assessore alla cultura [[Achille Magni]] e con il ''placet'' del sindaco di Milano [[Antonio Greppi]], si optò per ricostruire il teatro "''com'era e dov'era''" prima del conflitto. Fu perciò nominato un commissario straordinario ([[Antonio Ghiringhelli]]) che diede avvio ai lavori, guidati dall'ingegnere capo del Comune di Milano Secchi.<ref>Luigi Lorenzo Secchi, ''Come ho ricostruito la Scala''.</ref> Quest'ultimo continueràcontinuò fino al [[1982]] a sovraintendere alle opere di adeguamento e rinnovo del teatro.
 
=== La ricostruzione e il ritorno di Toscanini ===
I lavori si protrassero fino al maggio [[1946]], ma nel frattempo non si cessò di far musica: l'attività scaligera continuò presso il [[Teatro Sociale (Como)|Teatro Sociale]] di [[Como]],<ref>[http://www.teatrosocialecomo.it/storia_del_teatro.aspx Storia] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120623142025/http://www.teatrosocialecomo.it/storia_del_teatro.aspx |data=23 giugno 2012 }} del teatro dal sito teatrosocialecomo.it.</ref> nel [[Teatro Gaetano Donizetti]] di [[Bergamo]] e, a Milano, nel [[Teatro Lirico di Milano|Teatro Lirico]] e nel [[Palazzo delle Scintille]] .
Il 13 dicembre [[1945]] per l'inizio della stagione nel Teatro Lirico, il maestro del coro [[Vittore Veneziani]] torna alla Scala.
L'11 maggio 1946 alle ore 21:00 "precise", come si legge sul cartellone, Toscanini inaugurò la nuova sala, dirigendo l'ouverture de ''[[La gazza ladra]]'', il ''coro dell'Imeneo'', il ''Pas de six'' e la ''Marcia dei Soldati'' del ''[[Guglielmo Tell (opera)|Guglielmo Tell]]'', la preghiera del ''[[Mosè in Egitto]]'', l'ouverture e il [[Va, pensiero|coro degli ebrei]] del ''[[Nabucco]]'', l'ouverture de ''[[I vespri siciliani]]'' e il ''Te Deum'' di Verdi, l'intermezzo e estratti dall'atto III di ''[[Manon Lescaut]]'', il prologo e alcune arie del ''[[Mefistofele (opera)|Mefistofele]]''.<ref>[http://www.allmusic.com/album/11-maggio-1946-la-riapertura-del-teatro-alla-scala-mw0001823009 Programma completo] del concerto.</ref> Il "concerto della ricostruzione", che vide tra gli interpreti anche [[Renata Tebaldi]] con Veneziani, [[Mafalda Favero]], [[Giuseppe Nessi]] e [[Tancredi Pasero]], fu un evento storico per tutta Milano. Come scrisse [[Filippo Sacchi]]:
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Solo un anno più tardi, nel 1979, Abbado lasciò la direzione artistica, mantenendo però quella musicale.
Nel 1982, inIn tale veste, nel 1982 fondò, sul modello dei [[Wiener Philharmoniker]], la [[Filarmonica della Scala]]. Nel [[1986]], ultimo anno della direzione Abbado, fu promotore di un importante "Omaggio a [[Claude Debussy|Debussy]]", coinvolgendo anche il coreografo [[Maurice Béjart]].<ref>[http{{Cita web|lingua=it|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/06/11/il-lungo-addio-di-abbado-sotto-una.html?ref=search |titolo=Il lungo addio di Abbado sotto una pioggia di fiori],|sito=Archivio ''La- Repubblica'',la 11 giugno 1986Repubblica.it|data=1986-06-11|accesso=2025-03-17}}</ref>
 
A sostituire Abbado fu chiamato il maestro napoletano [[Riccardo Muti]], il quale promuoveràpromosse una stagione di riscoperta di opere come ''[[Lodoïska]]'' di [[Luigi Cherubini]], ''[[Alceste (Gluck)|Alceste]]'' e ''[[Ifigenia in Aulide (Gluck)|Iphigénie en Aulide]]'' di [[Christoph Willibald Gluck]], con regie di ricerca e rinnovamento.
 
Con la nuova gestione di [[Carlo Fontana (direttore teatrale)|Carlo Fontana]], nominato sovrintendente nel [[1990]], la Scala ha continuato non solo la tradizionale attività, ma ha puntato sulle ''tournée'' all'estero (ad esempio il ''[[Requiem (Verdi)|Requiem]]'' di Verdi diretto da Abbado prima, da Muti poi, portato, tra l'altro, nella [[Cattedrale di Notre-Dame]] a [[Parigi]], o la versione di ''[[Falstaff]]'' che ha aperto la [[Stagioni liriche del Teatro alla Scala|stagione 1979-80]], regia di [[Giorgio Strehler]], scenografia di [[Ezio Frigerio]]).
 
=== Fondazione Teatro alla Scala ===
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Importanti lavori interessarono l'edificio dal gennaio [[2002]] al dicembre [[2004]] che ha affrontato il più profondo intervento di restauro dell'edificio storico e di modernizzazione del palcoscenico dalla fine della [[seconda guerra mondiale]]. In questo periodo il [[Teatro degli Arcimboldi]], nel quartiere decentrato della [[Bicocca (Milano)|Bicocca]], sorto sull'[[Area ex Pirelli (Milano)|Area ex Pirelli]], diventa il palcoscenico della Scala. Il teatro rinnovato venne ufficialmente restituito al pubblico il 7 dicembre con la rappresentazione della stessa opera che fu commissionata per l'inaugurazione della Scala nel [[1778]], ''[[L'Europa riconosciuta]]'', di [[Antonio Salieri]], fortemente voluta dal direttore musicale [[Riccardo Muti]].
 
Dopo poco più di un anno, complesse polemiche videro l'allontanamento di Muti<ref>«Una umiliante votazione assembleare dei dipendenti scaligeri, riuniti all'interno del teatro, sconfessò Muti ''in toto'' [...], costringendolo dopo una resistenza di 15 giorni alle irrevocabili dimissioni», cfr. {{cita web|autore=Enrico Stinchelli|url=http://www.enricostinchelli.it/site/note/82-la-verita-sullaffaire-muti-barcaccia.html|titolo=La verità sull'affaire Muti-Barcaccia|data=12 giugno 2010}}</ref> e la nomina, il 2 maggio [[2005]], del sovrintendente [[Stéphane Lissner]], già direttore del Festival di [[Aix-en-Provence]] (è il primo sovrintendente non italiano nella storia della Scala). [[Daniel Barenboim]], dopo l'esordio, il 7 dicembre [[2007]], con ''[[Tristano e Isotta (opera)|Tristano e Isotta]]'' di [[Richard Wagner]], venne nominato direttore musicale nel [[2011]], mantenendo allo stesso tempo la direzione dell'[[Staatsoper Unter den Linden|Opera di Stato di Berlino]]. Accanto a giovani direttori come [[Daniel Harding]] e [[Gustavo Dudamel]], Lissner riportò alla Scala, il 30 ottobre [[2012]], [[Claudio Abbado]], assente dal teatro milanese da ventisei anni. Innovative e talvolta discusse sono state le scelte di regia ([[Robert Carsen]], [[Emma Dante]], [[Claus Guth]], [[Nikolaus Lehnhoff]]). Nell'ottobre 2012 vengono confermate le voci circa l'addio di Lissner, che dal [[2015]] passeràpassa all'[[Opéra national de Paris|Opéra National de Paris]]. Gli succederà [[Alexander Pereira]]. Sempre dal 1º gennaio 2015, a Daniel Barenboim succederàsuccede [[Riccardo Chailly]].<ref>{{cita web|url=http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_10/riccardo-chailly-sara-nuovo-direttore-musicale-scala-72dc17e4-6187-11e3-9835-2b4fbcb116d9.shtml|titolo=Riccardo Chailly sarà il nuovo
direttore musicale della Scala|data=2013-12-10}}</ref> Nel 2020, invece, [[Dominique Meyer]] diviene il nuovo Sovraintendente del Teatro alla Scala.
 
Nel 2023 [[Paolo Conte]] è il primo cantautore della storia ad esibirsi alla Scala.<ref>{{Cita web|url=https://tg24.sky.it/spettacolo/musica/2023/02/20/paolo-conte-concerto-scala|titolo=''Paolo Conte, per la prima volta un cantautore sul palco della Scala in un concerto storico''|accesso=28 settembre 2023|data=20 febbraio 2023|autore=Chiara Ribichini}}</ref>
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Gli elementi architettonici che caratterizzano la facciata includono il timpano, le lesene e le semicolonne visibili quando il teatro sorgeva su una lunga e stretta strada, successivamente, dopo la costruzione della piazza antistante, diventano meno evidenti, poiché la prospettiva angolare lascia il passo al punto di vista centrale.
Con portico e terrazza aggettanti il teatro è una costruzione funzionale con emiciclo interno per la diffusione dei suoni.
I caratteri stilistici del Piermarini si possono riassumere nella sobrietà della struttura e degli elementi decorativi usati con rapporti modulari.<ref>[{{Cita libro|nome=Marcello|cognome=Tomei|titolo=TUTTO - Architettura|url=https://books.google.it/books?id=Q8faOpguBtIC&pg=PA194&dq=teatro+la+scala+architettura&hl=it&sa=X&ei=dA4QVZXHHIPXPJSwgdgE&ved=0CEUQ6AEwBw#v=onepage&q=teatro%20la%20scala%20architettura&f=false]|accesso=2025-03-17|data=2011-05-18|editore=De Agostini|lingua=it|ISBN=978-88-418-6930-7}}</ref>
 
La facciata principale è la parte del teatro che ha subito, rispetto al progetto originario, il minor numero di modifiche. L'unica aggiunta è stata quella dei due piccoli corpi laterali sormontati da terrazzi (1835), i quali, se alterano lievemente la visione laterale rompendo la scansione dei tre diversi volumi della facciata, fanno salva la percezione frontale. L'aspetto più innovativo del progetto è sicuramente la galleria che l'architetto antepone agli accessi del teatro. Un tempo era possibile, grazie a questo accorgimento, arrivare a pochi metri dall'ingresso, e al coperto, con la carrozza.
I piani sono scanditi da cornicioni e dal diverso rivestimento murario. Al piano terreno e al [[mezzanino (architettura)|mezzanino]], su un basso [[bugnato]] si aprono sette arcate cieche, intonacate di chiaro come le superfici dei piani superiori. Originariamente le porte di accesso al teatro erano solo due, in corrispondenza delle arcate laterali della galleria. All'interno delle altre cinque aperture si aprivano, invece, altrettante finestre. Oggi, ogni [[fornice]] ospita un portone, sormontato dalle finestrelle arcuate del mezzanino. In corrispondenza dei [[piedritto|piedritti]] delle arcate corre un corso di blocchi più sporgenti. Sporgente è anche il [[Concio (architettura)|concio]].
[[File:Milano - Teatro alla Scala 0187.jpg|miniatura|destra|Particolare del timpano col bassorilievo di [[Giuseppe Franchi]]]]
 
Sopra alla galleria e ai corpi aggiunti dal Pestagalli, un parapetto a [[parapetto|balaustra]], il cui disegno è ripreso anche come [[Zoccolo (architettura)|zoccolo]] per le semicolonne e le lesene [[ordine corinzio|corinzie]] che scandiscono il ritmo dei diversi volumi al primo piano. In corrispondenza del terrazzo, in mezzo alle quattro coppie di semicolonne, si aprono tre porte [[timpano (architettura)|timpanate]]. Sulla parete del volume intermedio e sui terrazzi laterali si aprono altre quattro luci, sempre decorate da timpani triangolari, due a destra e due a sinistra. In corrispondenza dei capitelli corre un [[fregio]] spezzato a festoni in [[stucco]]. Al di sopra corre un'importante [[trabeazione]] su cui poggiano le basi delle basse lesene e le cornici delle aperture dell'odierno ridotto delle gallerie.
[[File:Teatro della Scala in Milano.jpg|miniatura|upright=0.7|La pianta del teatro nell'incisione in rame di Gaetano Mercoli (1789)]]
 
Corona il prospetto, in corrispondenza della galleria delle carrozze, un [[timpano (architettura)|timpano]] decorato, sempre su disegno del Piermarini, a [[bassorilievo]] in stucco da [[Giuseppe Franchi]]. Il soggetto è l'allegoria de ''Il carro del Sole inseguito dalla Notte'' (altrove detto ''Il carro di [[Apollo]]'' o ''di [[Fetonte]]'').<ref>{{cita|Pisaroni|p. 23}}.</ref> Ai due lati una balaustra interrotta, in corrispondenza delle sottostanti lesene, da parapetti ciechi decorati da vasi fiammati.
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=== Interno ===
[[File:Teatro della Scala in Milano.jpg|miniatura|upright=0.7|sinistra|La pianta del teatro nell'incisione in rame di Gaetano Mercoli (1789)]]
 
==== Foyer ====
La decorazione neoclassica e la stessa disposizione degli ambienti al piano terreno non sono quelle previste dal Piermarini. Originariamente, passato uno stretto corridoio parallelo alla facciata, analogo a quello attuale, si accedeva a due ambienti oblunghi. Sul lato esterno di quello di sinistra si trovavano il «camerino dei biglietti», la «camera per gli impresari» con l'attigua «camera per gli accordi», l'alloggio del custode. Sul lato esterno di quello di destra, il locale per il corpo di guardia con il «camerino per l'ufficiale» e la «bottega del caffè» per la platea. Al centro, una sala di transito dove il pubblico attendeva l'arrivo delle carrozze. Percorsi fino al fondo i due corridoi, si entrava nell'atrio, o «vestibolo per la servitù», oblungo e non molto ampio, e finalmente, attraverso tre porte, nella sala. Sempre da qui si accedeva ai palchi, grazie a un duplice sistema di scale, e a due «botteghe per chincaglierie».<ref name="G16">{{Cita|Carlo Gatti|p. 16}}.</ref><ref>Sezione longitudinale prima dell'intervento di Luigi Lorenzo Secchi, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA007F57/?tab=riproduzioni|titolo=Palcoscenico (1939 - 1963)}}</ref>
[[File:Teatro alla scala, foyer.jpg|miniatura|sinistra|Panoramica del ridotto dei palchi]]
 
Tra il 1881 e il 1884 furono rinnovate le decorazioni di questi ambienti seguendo i disegni di ornato previsti in un progetto del 1862 degli architetti Savoia e Pirola. Oggi, varcata la soglia di uno dei cinque portoni centrali (i due laterali danno accesso ad altrettanti ambienti minori ricavati nei corpi aggiunti nel [[1835]]) si accede a un ambiente, coperto da una volta a botte, lungo quanto l'originale corpo aggettante della facciata, assai stretto e basso. Da qui altrettante porte introducono nel [[foyer]] della platea e dei palchi. L'ambiente è diviso, parallelamente alla facciata, da una fila di sei alte colonne in marmo. Le pareti sono decorate a stucco con paraste che sorreggono fregi e una ricca trabeazione in parte dorata. Diversi specchi riflettono la luce dei lampadari di cristallo che pendono dalle volte.<ref>L'ingresso prima, durante e dopo gli interventi di restauro del XX secolo, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA007F48/?current=1&tab=riproduzioni|titolo=Platea (1934 - 1982)}}</ref>
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Il Piermarini, nel progettare la Scala, si ispirò al teatro di corte della [[reggia di Caserta]] di [[Luigi Vanvitelli|Vanvitelli]] e al [[Teatro San Carlo]] di [[Napoli]].<ref>{{cita|Curcio|p. 445}}.</ref> La sala si presenta a forma di ferro di cavallo impreziosita da decorazioni di gusto neoclassico.<ref>{{cita|Innamorati|p. 109}}.</ref><ref>{{cita|Innamorati|p. 131}}.</ref><ref>{{cita|Quagliarini|p. 10}}.</ref>
 
Fino al bombardamento del [[1943]] si era conservata la struttura originaria della [[volta (architettura)|volta]], costituita da uno spesso strato di intonaco pressato su "bacchette", strisce larghe circa cinque centimetri{{M||ul=cm}} ricavate da tondelli di castagno non del tutto essiccati e lasciati a macerare nell'acqua, inchiodate a [[centina|centine]] in legno di pioppo. Queste erano a loro volta appese mediante sottili tiranti in legno ai travettoni appoggiati sulle grandi [[capriata|capriate]] poste a sostegno delle falde del tetto. Questo sistema, quasi un [[controsoffitto]], è stato per certi versi ripreso nel [[Teatro degli Arcimboldi]], dove il soffitto che vede lo spettatore è in realtà composto da pannelli riflettenti rivolti verso la platea e fonoassorbenti rivolti verso l'orchestra.
[[File:Scala5.JPG|miniatura|upright=1.4|sinistra|"Spaccato per lungo", dal progetto originale (1789)]]
 
La semplice volta della sala era intonacata, come pure le pareti dei quattro ordini di palchi e le quattro grandi colonne che racchiudono i palchi di proscenio. La sala appariva all'origine in modo molto diverso da quanto si vede oggi: numerosi sono stati gli interventi, tra cui quello curato da [[Luigi Canonica]] ([[1808]]) e quello dello scenografo [[Alessandro Sanquirico]] (1830), ammirabile nel suo complesso ancora oggi.
 
Il boccascena è di {{M|16 |x |12 metri|u=m}} (identico a quello del teatro degli Arcimboldi, il quale è infatti stato costruito in modo tale che le scene possano passare da un teatro all'altro). L'originario sipario in tela dipinta che si apriva a caduta è stato sostituito dall'attuale in velluto cremisi, con apertura all'imperiale, riccamente decorato a ricami in oro. Nella parte superiore troneggia lo stemma del Comune di Milano. Sopra il boccascena, un orologio che indica l'ora (numero romano) e i minuti (numeri arabi, scanditi a intervalli di tempo di cinque minuti) è sorretto da due grandi figure femminili in basso rilievo.
 
Il palcoscenico, originariamente in assi di pioppo solcato dalle guide per i pannelli mobili delle scene, aveva dimensioni ragguardevoli (oltre trenta metri{{M|30|u=m}} di lunghezza e quasi ventisei di larghezza) e si prolungava un tempo nella sala fino oltre il proscenio, nello spazio oggi occupato dalla buca d'orchestra. In base al progetto iniziale avrebbe dovuto avere non sei ma sette campate, ridotte in corso d'opera a causa di difficoltà nell'acquistare i terreni necessari. Lunghi ballatoi permettevano ai macchinisti di manovrare le scene.
[[File:Teatro alla Scala interior Milan.jpg|thumb|left|upright=1.4|Da destra: vista globale della sala, con palchi, platea, fossa e palcoscenico]]
 
L'orchestra suonava fino agli inizi del [[XX secolo]] allo stesso livello della platea, dalla quale era separata grazie a un'"assata in pendio" che poteva essere rimossa in occasione delle feste da ballo. L'attuale fossa fu costruita all'inizio del Novecento.
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I sei livelli sono oggi organizzati in quattro ordini di palchi e due gallerie.
I primi tre ordini contano trentasei palchi, diciotto a destra e diciotto a sinistra, numerati in ordine crescente a partire dal proscenio; il quarto ordine ne conta invece trentanove, giacché tre palchi occupano lo spazio che negli ordini sottostanti è riservato al palco reale. Su entrambi i lati del proscenio si affacciano ulteriori quattro palchi di proscenio, corrispondenti ai primi quattro ordini.
[[File:Scala3.JPG|miniatura|upright=1.4|sinistra|Spaccato della sala nell'incisione di Mercoli (1789)]]
 
I palchi e i retrostanti camerini erano un tempo decorati dai singoli proprietari con tappezzerie di differenti colori, tappeti, mobili, specchi e sedie di loro scelta.
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La cromia prevalente delle pareti dei corridoi e delle scale è giallo/arancio, mentre le zoccolature sono nere. Sulle pareti delle scale d'accesso al primo ordine, invece, il [[marmorino]] è grigio-verde con la fascia verticale in prossimità del corridoio gialla, in continuità con la tinta delle pareti di quel piano.<ref name="Lonati171">Elisabetta Fabbri, Alessandra Favero, Giancarlo Lazzaretti, Pasquale Mariani Orlandi, ''Intonaci a marmorino'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 171}}.</ref> I pavimenti dei palchi sono oggi in cotto, lo stesso materiale previsto da Piermarini, i corridoi e i pianerottoli delle scale sono invece in [[terrazzo alla veneziana|terrazzo veneziano]].
[[File:0007sala4 011.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.2|sinistra|Una delle sale dell'attiguo [[Museo teatrale alla Scala]]]]
 
L'originaria unica galleria era collegata al vestibolo per la servitù tramite due scale a chiocciola. Gli spettatori con biglietti di galleria entrano oggi attraverso l'ingresso del [[Museo teatrale alla Scala|Museo teatrale]], in largo Ghiringhelli. Nello spazio occupato nei piani sottostanti dai camerini, si trovano in corrispondenza delle due gallerie i guardaroba, non dissimili da quelli della platea. Differente è invece il disegno delle rampe che collegano i due ultimi piani, ridisegnate nel corso del XX secolo.
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Il progetto della [[macchina scenica teatrale|macchina scenica]] fu affidato a [[Franco Malgrande]],<ref>Franco Malgrande, ''Il rinnovamento della macchina scenica per un teatro moderno'', in {{Cita|Enrico Lonati|pp. 43-47}}.</ref> l'architetto [[Mario Botta]], subentrato a [[Giuliano Parmegiani]], ha invece firmato il progetto della torre scenica, della torre ellittica e degli ambienti di servizio ospitati negli edifici retrostanti il Casino Ricordi, in via Filodrammatici.<ref>Emilio Pizzi, ''Mario Botta: il progetto architettonico esecutivo'', in {{Cita|Enrico Lonati|pp. 28-41}}.</ref>
 
Sin dall'inizio dei lavori, sorsero alcune difficoltà: la posizione centrale del teatro ha impedito di fare alcun affidamento sullo spazio intorno a esso e ha reso necessari un'attenta pianificazione, particolare coordinamento e monitoraggio della sicurezza.<ref>AA. VV., sezione ''L'organizzazione del cantiere'', in {{Cita|Enrico Lonati|pp. 192-203}}.</ref> I quattrocento operai e i vari tecnici hanno dunque operato all'interno del limitato recinto di lavoro, dal quale sono stati rimossi, in almeno 10.000{{m|10000}} viaggi dei mezzi di lavoro, 120.000&nbsp;m³{{M|120000|u=m3}} di macerie.<ref name="Molinari127">Luca Molinari, ''la nuova Scala, storia di un progetto'', in ''Teatro alla Scala'', direzione editoriale Eileen Romano, Skira / Corriere della Sera, 200, p. 127.</ref><ref>Gabriele Salvatoni, Aldo Bottini, Pier Giorgio Malerba, ''Opere di sostegno e demolizione'', in {{Cita|Enrico Lonati|pp. 89-94}}.</ref>
 
Anche le scelte di Botta sono state oggetto di un acceso dibattito, soprattutto relativamente l'impatto estetico dei due nuovi, massicci volumi: le torri [[Torre scenica|scenica]] ed ellittica.
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== Capienza ==
Come si desume dalla pianta ufficiale, oltre ai 676 posti in platea (comprensivi di tre posti per disabili e altrettanti per gli accompagnatori), il teatro può ospitare 195 spettatori nel primo ordine di palchi (95 in quelli di destra, 100 in quelli di sinistra), 191 nel secondo (96 nei palchi di destra, 95 in quelli di sinistra), 20 nel palco d'onore, 194 nel terzo ordine (96 nei palchi di destra, 98 in quelli di sinistra), 200 nel quarto (divisi equamente a destra e a sinistra), 256 spettatori in prima galleria e 275 in seconda galleria, per un totale di 2 007{{m|2007}} spettatori.<ref>[http://www.teatroallascala.org/includes/doc/pianta_teatro.pdf Pianta del teatro] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130401201308/http://www.teatroallascala.org/includes/doc/pianta_teatro.pdf |data=1º aprile 2013 }} (dettaglio della platea e delle gallerie), dal sito ufficiale.</ref><ref>[http://www.teatroallascala.org/includes/doc/pianta_dei_palchi.pdf Pianta dei palchi] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130401201829/http://www.teatroallascala.org/includes/doc/pianta_dei_palchi.pdf |data=1º aprile 2013 }}, dal sito ufficiale.</ref>
 
Nel provvedimento comunale di agibilità rilasciato tre mesi dopo la riapertura del Teatro nel 2004 i posti sono invece 2 030.<ref name="camcom"/> In realtà il Teatro stesso ha, in diverse occasioni, comunicato cifre ancora differenti.<ref>Sono 1991 i posti nel [https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/424728_10150550837448165_48043459_n.jpg grafico] pubblicato su ''La Repubblica'' il 12 novembre 2011.</ref>
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Ottenne in questo modo, secondo le fonti, un'[[acustica]] pressoché perfetta in ogni punto della sala, considerata tra le migliori dei suoi tempi.<ref>{{cita|Pisaroni|p. 22}}.</ref>
 
Secondo uno studio del 1962, firmato Beranek, il Teatro alla Scala ha un'acustica eccellente, comparabile, tra i maggiori teatri europei, alla sola, ma ben più tarda, [[Wiener Staatsoper|Staatsoper]] di [[Vienna]] (1869).<ref>L. L. Beranek, ‘'Music, Acoustics & Architecture'’, 1962.</ref> È stato all'epoca rilevato un tempo iniziale di ritardo (Initial Time Delay Gap) di soli {{M|0,.015|ul=s}} secondi e solo tre [[Riflessione (fisica)|riflessioni]] nell'arco di 60 millesimi di secondo. I valori del T30 ({{M|1,.2 secondi|u=s}}), del tempo di decadimento iniziale (Early Decay Time: {{M|1,.3 |u=s}}) e C80 (che, essendo la sala [[Riverbero|riverberante]], risultava pari a {{M|-0,.11&nbsp;|u=[[Decibel|dB]]}}) permettevano di equiparare la sala scaligera a quella del [[Teatro della Pergola]] di [[Firenze]].<ref name="Pezzi">Alfonso Pezzi, ''[http://acustica.ing.unibo.it/Researches/room/tesinaAPezzi/AcusticaSale.pdf Considerazione sull'acustica delle sale] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130512085540/http://acustica.ing.unibo.it/Researches/room/tesinaAPezzi/AcusticaSale.pdf |datedata=12 maggio 2013 }}'', 2002.</ref> Il “calore” del suono, cioè la ricchezza dei toni a bassa [[frequenza]], era garantito da un lungo RT alle basse frequenze ({{M|125 e 250&nbsp;|and|25|ul=Hz}}).<ref name="Pezzi" />
 
In occasione degli ultimi lavori è stato inclinato il piano della platea per migliorare l'acustica in sala, oltre la visibilità. Si è provveduto, per lo stesso motivo, a rimuovere la moquette. A diretto contatto con il [[massetto]] in [[cemento]] (listoni in legno annegati in cemento magro) è stato posto uno strato di [[compensato marino]] dello spessore di {{M|15&nbsp;|ul=mm}} e quindi un «sandwich elastico», il cui foglio inferiore di [[gesso (materiale)|gesso]] e [[truciolato]] (spessore {{M|15&nbsp;|u=mm}}) è reso solidare con il compensato sottostante. Lo strato successivo, di [[polietilene]] reticolato ({{M|5&nbsp;|u=mm}}), non ha agganci rigidi con un secondo strato di gesso e truciolato, fissato invece a un ulteriore strato di compensato marino ({{M|16&nbsp;|u=mm}}). Sopra quest'ultimo, uno strato di granulato di gomma, attraversato dai supporti delle poltrone, fa da base ai listoni di [[Quercus petraea|rovere]] del ''parquet'' (spessore {{M|22&nbsp;|u=mm}}).<ref>Higini Arau, Alessandro Cocchi, ''Le attenzioni riservate all'acustica'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 76}}.</ref>
A seguito dell'ultimo intervento di restauro, le tappezzerie all'interno dei palchetti sono state modificate per rispondere ai nuovi requisiti di resistenza al fuoco.
 
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{{vedi anche|Prime stagionali al Teatro alla Scala}}
{{Citazione|Di tanti palpiti e di tante pene è davvero cosparso il cammino che conduce non a una semplice prima, ma alla Prima per antonomasia<ref name="Prima">''La prima alla Scala'', Rizzoli, 2008.</ref>|[[Plácido Domingo]]}}
 
[[File:Inauguration of the 2022-2023 opera and ballet season of the Teatro alla Scala (11).jpg|miniatura|Inaugurazione della stagione 2022-2023]]
 
Tradizionalmente la stagione di Carnevale cominciava il 26 dicembre. L'attuale consuetudine di inaugurare la stagione lirica il 7 dicembre, giorno di [[Sant'Ambrogio]], patrono di Milano, fu introdotta nel [[1940]] e poi, stabilmente, per volere di [[Victor de Sabata]], a partire dal [[1951]].<ref>{{Cita web |url=http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/storia_slide_6.html |titolo=teatroallascala.org |accesso=7 settembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130401213857/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/storia_slide_6.html |dataarchivio=1º aprile 2013 |urlmorto=sì }}</ref> Proprio il 7 dicembre di quell'anno [[Maria Callas]], che aveva debuttato sul palcoscenico meneghino pochi mesi prima, ottenne il suo primo trionfo milanese cantando ne ''[[I vespri siciliani]]'' diretti dallo stesso De Sabata.<ref>[http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=4edceddc559a9 cinquantamila.it]</ref>
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Lo spettacolo della sera di Sant'Ambrogio è insieme un evento culturale, istituzionale e mondano profondamente radicato nella vita italiana.<ref name="Prima" />
 
A partire dal [[2008]] la serata inaugurale è preceduta dall{{'}}''anteprima giovani'', una recita dell'opera inaugurale dedicata al pubblico con meno di trent'anni.<ref>[http{{Cita web|url=https://wwwst.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2008/05/scala.shtml?uuid=f7b97e5e-2cca-11dd-92a8-00000e251029&DocRulesView=Libero |titolo=Teatro alla Scala: il Don Carlo apre la stagione. Anteprima il 4 dicembre], [[Il Sole 24 Ore]], 28 maggio 2008|sito=st.ilsole24ore.com|accesso=2025-03-17}}</ref>
 
Nel [[2020]], a causa della [[Pandemia di COVID-19 del 2019-2021|pandemia di COVID-19]], la "prima" è stata annullata e sostituita da un concerto a porte chiuse intitolato ''A riveder le stelle''.<ref>{{Cita web |url=https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2020/12/Rai-e-Scala-insieme-A-riveder-le-stelle--c34f6781-12a5-4eae-8f02-cf4b8b91cb93-ssi.html|titolo=Rai e Scala insieme "A riveder le stelle"|sito=Ufficio Stampa [[Rai]]|data=7 dicembre 2020}}</ref>
 
== Responsabili del teatro ==
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;Impresari
* [[Ercole Castelbarco]], [[Giacomo II Fagnani|Giacomo Fagnani]], [[Bartolomeo Calderara]] e [[Antonio Menafoglio]] (1778-1788)
* [[Bartolomeo Calderara]] (1789 - 1790)<ref name="Petracchi15">{{Cita|Angelo Petracchi|p. 15}}.</ref>
* [[Gaetano Maldonati]] (1790 - 1798)<ref name="Petracchi15"/>
* [[Francesco Benedetto Ricci]] (1799 - 1800)<ref name="Petracchi15"/>
* [[Gaetano Maldonati]] (1800)<ref name="Petracchi15"/>
* [[Francesco Benedetto Ricci]] (1800 - 1814)<ref name="Petracchi15"/><ref>In società con Giuseppe Crivelli, Giovanni Battista Gherardi, Domenico Barbaja, i fratelli Villa (1807 - 1814), Andrea Dati della Somaglia e altri.</ref>
* [[Angelo Petracchi]] (1816 - 1820)<ref>{{Cita|Angelo Petracchi|p. 16}}.</ref>
* [[Domenico Barbaja]] (1826 - 1832)<ref name="BaiaCurioni27"/><ref>In società con i fratelli Villa (1826 - 1829) e Balochino.</ref>
* [[Carlo Visconti di Modrone (1770-1836)|Carlo Visconti di Modrone]] (1833 - 1836)
* [[Bartolomeo Merelli]] (1836 - 1850)<ref name="BaiaCurioni27"/>
* [[Alberto Mazzucato]] (1855 - 1856)<ref>{{Cita|Istituto di studi verdiani|vol. 16, p. 172}}.</ref>
* [[Ercole Marzi|Ercole]] e [[Luciano Marzi]] (1857 - 1861)<ref>{{Cita|Istituto di studi verdiani|vol. 16, p. 197}}.</ref>
* [[Bartolomeo Merelli]] (1861 - 1863)
* [[Giuseppe Bonola]], [[Giuseppe Brunello]] e [[Moltini]] (1869 - ?)<ref>{{Cita|Istituto di studi verdiani|vol. 16, p. 179}}.</ref>
* fratelli Corti (1876)
* [[Luigi Piontelli]] (1884 - 1894)
* [[Edoardo Sonzogno]] (1894 - 1897)
 
;Direttori generali della Società Anonima
* [[Giulio Gatti Casazza]] (1898 - 1907)
* [[Vittorio Mingardi]] (1907 - 1918)<ref name="Gatti237">{{Cita|Carlo Gatti|p. 237}}.</ref>
 
;Direttori generali dell'Ente Autonomo
* [[Angelo Scandiani]] (1921 - 1929)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|p. 274}}.</ref>
* [[Anita Colombo]] (1929 - 1931)<ref>Per il biennio 1929-31 è anche nominato un commissario straordinario, [[Senatore Borletti]];{{Cita|Carlo Gatti|p. 341}}.</ref>
 
;Sovrintendenti
* [[Jenner Mataloni]] (1932 - 1942)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|p. 351}}.</ref><ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,1121_01_1942_0040A_0003_22718868/anews,true/ Il maestro Carlo Gatti nuovo sovrintendente alla Scala], ''La Stampa'', 16 febbraio 1942.</ref>
* [[Carlo Gatti]] (1942 - 1944)<ref>[http://www.{{treccani.it/enciclopedia/|carlo-gatti_(Dizionario-Biografico) Voce] "|Carlo Gatti" sul [[Dizionario biografico degli italiani|Dizionario Biografico degli Italiani]].}}</ref>
* [[Gino Marinuzzi (1882-1945)|Gino Marinuzzi]] (1944 - 1945)<ref>[http://www.{{treccani.it/enciclopedia/|marinuzzi-giovanni-detto-gino-senior_(Dizionario-Biografico) Voce] "|Giovanni Marinuzzi " sul [[Dizionario biografico degli italiani|Dizionario Biografico degli Italiani]].}}</ref>
* [[Antonio Ghiringhelli]] (1948 - 1972)<ref>Commissario straordinario a partire dal 1945.</ref><ref>[http://www3.varesenews.it/lombardia/articolo.php?id=13058 La carriera di Antonio Ghiringhelli] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131109180706/http://www3.varesenews.it/lombardia/articolo.php?id=13058 |data=9 novembre 2013 }}, ''Lombardia Nord Ovest'', 1999.</ref>
* [[Paolo Grassi]] (1972 - 1977)<ref>''Quarant'anni di palcoscenico'', a cura di Emilio Pozzi, Mursia, Milano 1977.</ref>
* [[Carlo Maria Badini]] (1977 - 1990)<ref name="Stampa1977">[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,1091_01_1977_0032_0009_15572064/anews,true/ Confermate in comune le nomine per la Scala], ''La Stampa'', 16 febbraio 1977.</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/07/19/badini-addio-alla-scala.html?ref=search Badini: 'Addio alla Scala'], ''La Repubblica'', 19 luglio 1990.</ref>
* [[Carlo Fontana (direttore teatrale)|Carlo Fontana]] (1990 - 2005)<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/30/carlo-fontana-dal-31-luglio-vado-alla.html?ref=search Carlo Fontana: 'dal 31 luglio vado alla Scala'], ''La Repubblica'', 30 maggio 1990.</ref><ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/02_Febbraio/24/fontana.shtml La Scala licenzia Fontana, subentra Meli], ''Corriere della Sera'', 24 febbraio 2005.</ref>
* Mauro Meli (2005)
* [[Stéphane Lissner]] (2005 - 2014)<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/04/21/meli-si-dimette-arriva-lissner.html?ref=search Meli si dimette, arriva Lissner], ''La Repubblica'', 21 aprile 2005.</ref><ref>[http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/10/08/news/lissner_confermato_laddio_alla_scala_passer_allopera_di_parigi_dal_2015-44098863/?ref=HREC1-4 Lissner, ufficiale l'addio alla Scala], ''La Repubblica'', 8 ottobre 2012.</ref>
* [[AlexanderStéphane PereiraLissner]] (2005-2014 - 2020)<ref name="Chi siamo">''Chi siamo'' in [http://wwwricerca.teatroallascalarepubblica.org/it/fondazionerepubblica/chi-siamoarchivio/chi-siamo.html teatroallascala.org] {{Webarchive|url=https:repubblica/2005/web.archive.org04/web21/20120720114950/http://www.teatroallascala.org/it/fondazione/chimeli-siamo/chisi-dimette-siamoarriva-lissner.html |date?ref=20search luglioMeli 2012si dimette, arriva Lissner], }}''La Repubblica'', 21 aprile 2005.</ref><ref>[http://milano.repubblica.it/cronaca/20132012/0610/0408/news/pereira_da_salisburgo_alla_scala_sar_lui_il_nuovo_sovrintendentelissner_confermato_laddio_alla_scala_passer_allopera_di_parigi_dal_2015-6035456344098863/?ref=HREC1-4 PereiraLissner, daufficiale Salisburgol'addio alla Scala, sarà lui il nuovo sovrintendente], ''La Repubblica'', 48 giugnoottobre 20132012.</ref>
* [[Alexander Pereira]] (2014-2020)<ref name="Chi siamo">''Chi siamo'' in [http://www.teatroallascala.org/it/fondazione/chi-siamo/chi-siamo.html teatroallascala.org] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120720114950/http://www.teatroallascala.org/it/fondazione/chi-siamo/chi-siamo.html |data=20 luglio 2012 }}.</ref><ref>[http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/06/04/news/pereira_da_salisburgo_alla_scala_sar_lui_il_nuovo_sovrintendente-60354563/ Pereira da Salisburgo alla Scala, sarà lui il nuovo sovrintendente], ''La Repubblica'', 4 giugno 2013.</ref>
* [[Dominique Meyer]] (2020 - in carica2025)<ref name="Chi siamo" />
* [[Fortunato Ortombina]] (2025-2030)<ref name="teatroallascala.org">[https://www.teatroallascala.org/it/media/la-scala-rivista-del-teatro/il-teatro-d-opera-ha-un-grande-futuro-intervista-fortunato-ortombina.html], ''Teatro alla Scala'', Marzo 2025.</ref>
 
;Primi violini capo d'orchestra
per l'opera
* [[Luca Felice Roscio]] (1778 - 1779)
* [[Luigi de Baillou]] (1780 - 1802)
* [[Alessandro Rolla]] (1803 - 1833)
 
per il balletto
* [[Giuseppe Perruccone]] (1780 - 1802)
 
;Maestri concertatori
* [[Vincenzo Lavigna]] (1802 - 1833)<ref name="cembalo">Maestro al [[Clavicembalo|cembalo]].</ref><ref>{{Cita|Istituto di studi verdiani|vol. 16, p. 225}}.</ref>
* [[Giacomo Panizza]] (1833 - 1848)<ref name="cembalo"/>
* [[Alberto Mazzucato]] (1854 - 1868)
* [[Eugenio Terziani]] (1868 - 1871)<ref>{{Cita|Istituto di studi verdiani|vol. 16, pp. 177-189}}.</ref>
* [[Ettore Gelli]] (1871)<ref>''Ad interim''.</ref><ref>{{Cita|Istituto di studi verdiani|vol. 16, p. 189}}.</ref>
* [[Franco Faccio]] (1871 - 1889)<ref name="GroveMilan"/>
 
{{Colonne spezza}}
;Direttori musicali
* [[Arturo Toscanini]] (1898 - 1903)<ref name="GroveMilan"/>
* [[Cleofonte Campanini]] (1903-1905)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|pp. 222-29}}.</ref><ref>[http://www.{{treccani.it/enciclopedia/|cleofonte-campanini_(Dizionario-Biografico) Voce] "|Cleofonte Campanini" sul [[Dizionario biografico degli italiani|Dizionario Biografico degli Italiani]].}}</ref>
* [[Leopoldo Mugnone]] (1905 - 1906)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|pp. 229-31}}.</ref>
* [[Arturo Toscanini]] (1906 - 1907)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|pp. 231-37}}.</ref>
* [[Edoardo Vitale]] (1907 - 1910)<ref name="Gatti237"/>
* [[Tullio Serafin]] (1910 - 1914)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|pp. 245-55}}.</ref>
* [[Gino Marinuzzi (1882-1945)|Gino Marinuzzi]] (1914 - 1917)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|p. 257}}.</ref>
* [[Tullio Serafin]] (1917 - 1918)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|p. 267}}.</ref>
* [[Arturo Toscanini]] (1921 - 1929)<ref>Tra il 1924 e il 1929, accanto a Toscanini vi fu [[Gabriele Santini]], da lui chiamato come direttore d'orchestra aggiunto.</ref>
* [[Victor de Sabata]] (1929 - 1953)<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,avanzata/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0117_01_1967_0293_0003_7066334/ Morto a 75 anni Victor De Sabata successore di Toscanini alla Scala], ''La Stampa'', 12 settembre 1967.</ref>
* [[Franco Capuana]] (1949 - 1952)
* [[Carlo Maria Giulini]] (1953 - 1956)
* [[Guido Cantelli]] (1956)
* [[Antonino Votto]] (1956 - 1965)
* [[Gianandrea Gavazzeni]] (1965 - 1968)
* [[Claudio Abbado]] (1972 - 1986)<ref>Nel 1968 diviene direttore musicale dell'orchestra e nel 1972 direttore musicale del teatro. [http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/storia_slide_8.html teatroallascala.org] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140201163426/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/storia_slide_8.html |data=1º febbraio 2014 }}.</ref>
* [[Riccardo Muti]] (1986 - 2005)<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/12/27/la-scala-saluta-muti-direttore.html?ref=search La Scala saluta Muti direttore], ''La Repubblica'', 27 dicembre 1985.</ref><ref>[http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/spettacoli_e_cultura/scala/dimissioni/dimissioni.html?ref=search Riccardo Muti si dimette], ''La Repubblica'', 2 aprile 2005.</ref>
* [[Daniel Barenboim]] (2011 - 2015)<ref name="Chi siamo" /><ref>"Maestro Scaligero" dal 2007.</ref>
* [[Riccardo Chailly]] (2015 - in carica2026)<ref>Direttore Principale dal 1º gennaio 2015</ref><ref>[http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/12/10/news/scala_pisapia_conferma_chailly_sar_direttore_musicale_dal_2015-73212244/ Al vertice della Scala arriva Chailly. Sarà il direttore musicale del teatro], ''La Repubblica'', 10 dicembre 2013.</ref>
* [[Myung-Whun Chung]] (2027-2030)<ref>[https://www.teatroallascala.org/it/myung-whun-chung-prossimo-direttore-musicale-dal-2027.html], ''Teatro alla Scala'',</ref><ref>[https://tg24.sky.it/spettacolo/2025/05/12/myung-whun-chung-direttore-scala], ''Spettacolo Sky tg24'', 12 maggio 2025</ref>
<ref>[https://www.avvenire.it/agora/pagine/chi-e-myung-whun-chung-il-nuovo-direttore-della-scala], ''Avvenire'', 12 maggio 2025</ref>
<ref>[https://www.ilpost.it/2025/05/12/nuovo-direttore-scala-milano-myung-whun/], ''Il Post'', 12 maggio 2025</ref>
 
;Direttori artistici
* [[Erardo Trentinaglia]] (1931 - 1932)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|p. 344}}.</ref><ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1146_01_1932_0110_0004_24344960/anews,true/ Voci di dimissioni del direttore artistico della Scala], ''La Stampa'', 8 maggio 1932.</ref>
* [[Mario Rossi (direttore d'orchestra)|Mario Rossi]] (1945)
* [[Tullio Serafin]] (1946 - 1947)
* [[Mario Labroca]] (1947 - 1949)<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0041_01_1947_0186_0001_24636594/anews,true/ Il maestro Labroca alla direzione della Scala], ''La Stampa'', 8 agosto 1947.</ref><ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,1603_02_1949_0030_0003_22344066/ Aria di burrasca sotto la volta della Scala], ''La Stampa'', 4 febbraio 1949.</ref>
* [[Victor de Sabata]] (1949 - 1952) ''ad interim''
* [[Victor de Sabata]] (1953 - 1957)<ref>Sovrintendente artistico. Dal 1957 al 1963 Alto commissario artistico, cfr.</ref><ref>[http://www. {{treccani.it/enciclopedia/|victor-de-sabata_(Dizionario-Biografico)/ Voce] "|Victor de Sabata" sul [[Dizionario biografico degli italiani|Dizionario Biografico degli Italiani]].}}</ref>
* [[Francesco Siciliani]] (1957 - 1966)<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0020/articleid,0672_01_1996_0348_0022_9164252/ Siciliani, l'inventore della Callas], ''La Stampa'', 19 dicembre 198961996</ref>
* [[Gianandrea Gavazzeni]] (1966 - 1968)
* [[Luciano Chailly]] (1968 - 1971)<ref>[http://www.{{treccani.it/enciclopedia/|luciano-chailly/ Voce] "|Luciano Chailly" sul [[Dizionario biografico degli italiani|Dizionario Biografico degli Italiani]].}}</ref>
* [[Massimo Bogianckino]] (1972 - 1974)
* [[Francesco Siciliani]] (1974 - 1976)<ref>Consulente.</ref>
* [[Claudio Abbado]] (1977 - 1979)<ref name="Stampa1977"/><ref>Siciliani e Strehler consulenti alla direzione artistica</ref>
* [[Francesco Siciliani]] (1980 - 1983)
* [[Cesare Mazzonis]] (1983 - 1992)<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0018/articleid,1025_01_1983_0049_0018_22014230/ Scala: Mazzonis succede a Siciliani], ''La Stampa'', 1º marzo 1983.</ref>
* [[Alberto Zedda]] (1992 - 1995)
* [[Roman Vlad]] (1995 - 1997)<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1995/febbraio/02/Roman_Vlad_nuovo_direttore_artistico_co_0_9502028526.shtml Roman Vlad nuovo direttore artistico della Scala: "Già programmate due stagioni"], ''Corriere della Sera'', 2 febbraio 1995.</ref>
* [[Paolo Arcà]] (1997 - 2003)<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/22/SCALA_PAOLO_ARCA_DIRETTORE_ARTISTICO_co_0_9701221905.shtml Scala: Paolo Arcà direttore artistico], ''Corriere della Sera'', 22 gennaio 1997.</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/02/19/carlo-felice-dalla-scala-in-arrivo-paolo.html Carlo Felice: dalla Scala è in arrivo Paolo Arcà], ''La Repubblica'', 19 febbraio 2003.</ref>
* [[Fortunato Ortombina]] (2003 - 2005)<ref>Coordinatore della direzione artistica.</ref>
* [[Stéphane Lissner]] (2005 - 2014)
* [[Alexander Pereira]] (2014 - 2020)
* [[Dominique Meyer]] (2020 - in carica2025)<ref name="Chi siamo" />
* [[Fortunato Ortombina]] (2025-2030)<ref name="teatroallascala.org"/>
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* {{Cita libro|autore=Giampietro Tintori|titolo=Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), Cronologia completa degli spettacoli e dei concerti|città=Milano|editore=Ricordi|volume=II|anno=1964}}
* Luigi Lorenzo Secchi, ''1778- 1978. Il Teatro alla Scala: architettura, tradizione, società'', Milano, Electa, 1977.
* [[Remo Giazotto]], ''Le carte della Scala. Storie di impresari e appaltatori (1778-1860)'', Lucca, Akademos e Lim, 1990.
* {{Cita libro|autore=AA. VV. |titolo=Studi verdiani|città=Parma|editore=Istituto di studi verdiani|anno=2002|cid=Istituto di studi verdiani|url=http://books.google.it/books?id=5Yc9yxGbU30C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* ''Salieri sulle tracce di Mozart'', Catalogo della Mostra, Milano, Palazzo Reale 2 dicembre 2004-30 gennaio, Bärenreiter, 2004. ISBN 978-3-7618-1833-6.
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* Lorenzo Arruga, ''Placido Domingo alla Scala'', Scala, 2001.
* ''Verdi e la Scala'', Rizzoli, 2001.
* [[Vittoria Ottolenghi]], ''Nureyev alla Scala'', Scala, 2002.
* Vittoria Crespi Morbio, ''Usellini alla Scala'', Allemandi, 2003.
* Vittoria Crespi Morbio, ''Picasso alla Scala'', Allemandi, 2004.