Elisabetta I d'Inghilterra: differenze tra le versioni
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|luogo di sepoltura = [[Abbazia di Westminster]]
|casa reale = [[Casato dei Tudor|Tudor]]
|padre = [[Enrico VIII d'Inghilterra
|madre = [[Anna Bolena]]
|religione = [[Anglicanesimo]] (in precedenza cattolica romana).
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}}{{Casato dei Tudor}}
Figlia di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] e di [[Anna Bolena]], e talvolta chiamata "regina vergine" o "la buona Regina Bess", fu l'ultima monarca della [[dinastia Tudor]]; liberata dalla prigionia alla quale era sottoposta nel 1558 per evitare che prendesse il potere, succedette nello stesso anno alla [[Parentela#Altri gradi di parentela|sorellastra]] [[Maria I d'Inghilterra]], morta a causa di
Coinvolta a più riprese nei conflitti religiosi della sua epoca, uscì vittoriosa dalla [[Guerra anglo-spagnola (1585-1604)|guerra contro la Spagna]]; sempre durante il suo regno furono poste le basi della futura potenza commerciale e marittima della nazione ed ebbe inizio la colonizzazione dell'America settentrionale.<ref>Erickson, p.41</ref> La sua epoca, denominata ''[[età elisabettiana]]'', fu anche un periodo di straordinaria fioritura artistica e culturale: [[William Shakespeare]], [[Christopher Marlowe]], [[Ben Jonson]], [[Edmund Spenser]], [[Francesco Bacone|Francis Bacon]] sono solo alcuni degli scrittori e pensatori che vissero durante il suo regno.
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==Biografia==
=== Origini e formazione ===
Elisabetta fu l'unica figlia sopravvissuta di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] e della regina consorte e sua seconda moglie, [[Anna Bolena]], con la quale il sovrano si era segretamente sposato tra la fine del 1532 e l'inizio del 1533
Nacque nel [[palazzo di Placentia]] a [[Greenwich]], il 7 settembre 1533 e venne battezzata tre giorni dopo con il nome delle nonne [[Elisabetta di York]] ed [[Elisabetta Howard]]. Enrico VIII avrebbe desiderato un maschio per assicurare la successione, ma, dato che [[Maria I d'Inghilterra|Maria]] era stata dichiarata illegittima con l'annullamento del matrimonio dei genitori, Elisabetta era, all'epoca, l'erede presunta. Dopo la nascita di Elisabetta, Anna Bolena rimase incinta almeno
[[File:El bieta I lat 13.jpg|
Elisabetta, che allora aveva tre anni, fu dichiarata illegittima, perse il titolo di principessa e fu cresciuta in esilio nel palazzo di [[Hatfield (Hertfordshire)|Hatfield]] con la sorellastra [[Maria I d'Inghilterra|Maria]], fino a che [[Jane Seymour]] non diede alla luce un figlio maschio, [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo]]. In seguito alle poco fortunate nozze del re con [[Anna di Clèves]], nobildonna tedesca, avvenute nel 1540, Elisabetta fu ammessa a corte e allacciò con la matrigna un'amicizia che durò fino alla morte di questa nel luglio 1557. In seguito, la sesta moglie di Enrico, [[Caterina Parr|Catherine Parr]], riconciliò il re con la figlia che, assieme alla sorellastra Maria, fu reinserita nella linea di successione dopo il principe [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo]], con l'[[Dichiarazione di successione|atto di successione]] del 1544.
Grazie a Caterine Parr, Elisabetta ricevette un'educazione in un ambiente rigidamente protestante, sotto la guida dell'insegnante umanista [[Roger Ascham]], apprese [[Lingua latina|Latino]], [[Lingua greca|Greco]], [[Lingua francese antica|Francese]] e [[Lingua italiana|Italiano]]<ref>«''Se testimonianze della sua perfetta padronanza del latino, greco e francese non mancano, sino ad ora erano però pochissime le testimonianze di una conoscenza realmente approfondita dell’italiano, in particolare a livello scritto''». Trenta lettere dell'epistolario di Elisabetta, alcune olografe, «''Ci restituiscono una Elisabetta che usava la nostra lingua con straordinaria abilità, oltre che con gusto per il gioco retorico e per le citazioni erudite da Petrarca e Tasso''». I destinatari sono importanti personaggi dell'epoca quali [[Ferdinando I de' Medici]], [[Antonio, priore di Crato]], pretendente al trono del Portogallo, [[Wanli]], imperatore della Cina, il [[Doge (Venezia)|Doge di Venezia]] per i reciproci interessi commerciali e lettere scritte di sua mano ad [[Alessandro Farnese]], Principe e Duca di Parma (capo delle truppe spagnole nei Paesi Bassi).(In Carlo Maria Bajetta, docente di letteratura inglese dell’Università della Valle d’Aosta, autore del libro ''Elizabeth I’s Italian Letters'', per i tipi di Palgrave Macmillan, New York, 2017)</ref>. Elisabetta era eccezionalmente intelligente e oltre a essere molto colta aveva una memoria prodigiosa.
La prima governante di Elisabetta fu lady Bryan, che poco dopo fu sostituita da Katherine Champernowne, la quale strinse un profondo legame con Elisabetta e rimase per tutta la vita sua intima confidente. Un altro personaggio importante nei primi anni di Elisabetta fu [[Matthew Parker]], il religioso protestante prediletto di Anna Bolena, che, prima di morire, gli aveva raccomandato di vegliare sulla salute spirituale della figlia. Dopo l'ascesa di Elisabetta al trono, Parker divenne il primo [[arcivescovo di Canterbury]] fuori dalla [[Chiesa
Nel 1553 Edoardo, non ancora sedicenne, di salute sempre più cagionevole, morì probabilmente di [[vaiolo]], lasciando un testamento che annullava le volontà del genitore e dichiarava sua erede lady [[Jane Grey]], che ascese al trono, ma fu deposta meno di due settimane dopo. Resa forte dal sostegno popolare, Maria d'Inghilterra entrò trionfalmente a [[Londra]] con la sorellastra al fianco, ma il suo matrimonio con [[Filippo II di Spagna|Filippo di Spagna]] risultò molto sgradito ai sudditi protestanti, tanto che ella, temendo di poter essere deposta e sostituita dalla sorella Elisabetta, la fece imprigionare nella [[Torre di Londra]] anche a seguito della fallita ribellione guidata da [[Thomas Wyatt]], un giovane protestante che si opponeva
Dopo 2 mesi nella Torre, a Elisabetta furono concessi gli arresti a [[Woodstock (Oxfordshire)|Woodstock]] nello [[Oxfordshire]] (dove poi sorgerà il [[Blenheim Palace]]), sotto la custodia di sir Henry Bedingfield. Alla fine dell'anno, quando Maria si riteneva in attesa di un figlio,<ref>{{cita web|url=http://www.historyextra.com/article/sex-and-love/mary-i%E2%80%99s-phantom-pregnancy|titolo=Mary I’s phantom pregnancy|autore=Emma Mason|data=12 maggio 2015|accesso=9 settembre 2016|dataarchivio=15 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160915193944/http://www.historyextra.com/article/sex-and-love/mary-i%E2%80%99s-phantom-pregnancy|urlmorto=sì}}</ref> Elisabetta poté tornare a corte con l'assenso di Filippo che, preoccupato che la moglie potesse morire di parto, preferiva che la corona inglese passasse a lei piuttosto che a [[Maria Stuarda|Mary Stuart]], regina di Scozia.
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=== L'ascesa al trono e i primi anni di regno ===
[[File:Elizabeth I in coronation robes.jpg|
[[File:Elizabeth I Halfgroat.jpg|
Il 17 novembre 1558, alla morte di Maria per un tumore, Elisabetta
Una delle più importanti preoccupazioni dei primi anni di regno di Elisabetta fu la religione: la giovane sovrana si appoggiò a [[William Cecil, I barone Burghley|William Cecil]] per consigli in materia. L'[[Atto di uniformità del 1559]] rese obbligatorio l'uso del "''[[Book of Common Prayer]]''" per i servizi religiosi, ovvero una sintesi fra tradizione cattolica e innovazioni protestanti pensata per garantire da una parte l'uniformità religiosa e dall'altra un'ampia tolleranza di fedi. Il controllo papale sulla Chiesa d'Inghilterra, ripristinato da Maria, fu definitivamente abolito da Elisabetta. La regina assunse il titolo di "Supremo Governatore della Chiesa d'Inghilterra", piuttosto che di "Capo Supremo", prevalentemente perché diversi vescovi e molti membri della comunità ritenevano che una donna non potesse essere il capo della Chiesa.
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In Scozia la madre di Maria, [[Maria di Guisa]], che aveva governato la Scozia come reggente, tentò di aumentare l'influenza francese in Gran Bretagna concedendo all'esercito francese fortificazioni in Scozia. Un gruppo di lord scozzesi (protestanti) alleati di Elisabetta deposero Maria di Guisa e, posti sotto pressione dagli Inglesi, i rappresentanti di Maria firmarono il [[trattato di Edimburgo]], in base a cui le truppe francesi dovevano essere ritirate dalla Scozia. Sebbene Maria rifiutasse di ratificare il trattato, esso ottenne l'effetto desiderato e la minaccia francese fu allontanata dall'Inghilterra.<ref>Fraser>p. 77</ref>
Dopo la morte del marito Francesco II, Maria Stuart ritornò in Scozia, mentre per la Francia cominciava il periodo delle [[Guerre di Religione|guerre di religione]]: temendo ulteriori possibili minacce da parte francese, Elisabetta diede segretamente appoggio agli [[Ugonotti]], aiutando e appoggiando le rivolte del [[Luigi I di Borbone-Condé|Principe Luigi I di Borbone-Condé]]<ref>{{Cita libro|titolo="Blair's Chronological and Historical Tables from the Creation to the Present Time" John Blair - anno 1844 - TAVOLA N°52 (A.D. 1531-1600)|url=https://www.google.it/books/edition/Blair_s_Chronological_and_Historical_Tab/qomZScYrcZIC?hl=it&gbpv=1&dq=Elizabeth+Louis+Cond%C3%A9&pg=RA9-PP7&printsec=frontcover|anno=1844|lingua=
Traduzione in italiano: "La regina Elisabetta declina la sovranità delle province olandesi. - Gli ugonotti ricevono rifornimenti da Elisabetta, tramite il principe di Condé."}}</ref>. Questo aiuto aveva il fine di trovare sostegno tra i protestanti francesi per poi rivendicare il trono di Francia. Fece pace con la Francia nel 1564, rinunciando all'ultimo possedimento inglese in territorio francese, [[Calais]], ma non abbandonò la rivendicazione formale al trono di Francia che i monarchi inglesi mantenevano dal regno di [[Edoardo III d'Inghilterra|Edoardo III]], durante la [[Guerra dei Cent'Anni|guerra dei cent'anni]], e che fu abbandonata solo da [[Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III]], nel 1802 con il [[Trattato di Amiens (1802)|trattato di Amiens]].
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=== I complotti e le ribellioni ===
{{Vedi anche|Rivolta dei papisti|Complotto di Ridolfi}}
[[File:Queen Elizabeth I (1533-1603) by Steven van der Meulen (FL.1543-1568).jpg|
Alla fine del 1562 Elisabetta aveva contratto il [[vaiolo]], ma ne era guarita, anche se la malattia le lasciò il volto in parte deturpato. Nel 1563, allarmato per la malattia quasi fatale della regina, il [[Parlamento d'Inghilterra|Parlamento]] chiese che si sposasse o che nominasse un [[erede]] per evitare una guerra civile alla sua morte. Ella rifiutò di fare entrambe le cose e il [[Parlamento inglese|Parlamento]] non fu riunito fino a quando Elisabetta non ebbe bisogno della sua approvazione per alzare le tasse nel 1566. La [[Camera dei Comuni]] minacciò di trattenere i fondi fino a quando la regina non avesse preso provvedimenti per la successione, ma Elisabetta rifiutò ancora.
Durante il regno di Elisabetta furono prese in considerazione diverse linee di successione. Una possibile era quella di [[Margherita Tudor]], la sorella maggiore di Enrico VIII: erede in quel caso sarebbe stata [[Maria Stuarda|Mary Stuart]] ([[Regina regnante|regina]] di [[Scozia]], [[regina consorte]] di [[Francia]] [<nowiki/>[[1559]]-[[1560]]], [[Duca|duchessa consorte]] d'[[Alba (Scozia)|Albany]] [<nowiki/>[[1565]]-[[1567]]], [[Conte|contessa consorte]] di [[Ross-shire|Ross]] [<nowiki/>[[1565]]-[[1567]]], [[Signore (titolo nobiliare)|lady consorte]] Darnley [<nowiki/>[[1565]]-[[1567]]], [[Duca|duchessa consorte]] d'[[Isole Orcadi|Orkney]] [<nowiki/>[[1567]]-[[1578]]], [[Marchese|marchesa consorte]] di [[Fife]] [<nowiki/>[[1567]]-[[1578]]], [[Conte|contessa consorte]] di [[Bothwell|Bothewell]] [<nowiki/>[[1567]]-[[1578]]] e [[Matrimonio|consorte]] del [[Lord grand'ammiraglio di Scozia]] [<nowiki/>[[1567]]-[[1578]]]); una linea alternativa era quella di [[Maria Tudor (regina di Francia)|Maria Tudor]], la sorella minore di Enrico VIII: l'erede in tal caso sarebbe stata lady [[Catherine Grey]] ([[Conte|contessa consorte]] di [[Pembrokeshire|Pembroke]] [<nowiki/>[[1553]]-[[1554]]], [[Barone|baronessa Herbert consorte]] di [[Cardiff]] [<nowiki/>[[1553]]-[[1554]]] e [[Conte|contessa consorte]] di [[Hertford]] [<nowiki/>[[1560]]-[[1568]]]); un altro possibile successore era [[Henry Hastings]]
Mary Stuart, nel frattempo, aveva i suoi problemi in Scozia. Elisabetta aveva suggerito che, se avesse sposato il protestante [[Robert Dudley, I conte di Leicester|Robert Dudley, conte di Leicester]], un favorito della stessa Elisabetta, lei avrebbe "proceduto a considerare il suo diritto e titolo a essere la sua cugina più prossima ed erede". Maria rifiutò e sposò il cattolico [[Enrico Stuart, Lord Darnley|Henry Steward]] o Stuart, conte di Darnley, suo cugino e, in quanto nipote di Margherita Tudor, anch'egli possibile pretendente al trono inglese. Il matrimonio però non fu felice: lui era iroso e violento. Il 9 febbraio 1567 la residenza del conte andò a fuoco e lui fu strangolato mentre tentava la fuga. Non è chiaro se dietro l'assassinio ci fosse la stessa Maria oppure la nobiltà scozzese. In seguito Maria sposò il presunto assassino dell'ex marito, James Hepburn, conte di Bothwell, causando la sollevazione dei nobili protestanti scozzesi che esiliarono James e costrinsero lei ad abdicare in favore del figlio ancor bambino.
Nel 1568 l'ultima possibile erede inglese al trono, Catherine Grey, morì: lasciava un figlio, che era però stato dichiarato illegittimo, e una sorella, nana e gobba. Elisabetta fu di nuovo costretta a prendere in considerazione un successore scozzese, nonostante la situazione confusa del paese. Maria Stuarda, che era stata imprigionata dopo la sua abdicazione, riuscì a scappare e fuggì in Inghilterra, dove fu catturata da forze inglesi. A quel punto, Elisabetta si trovò di fronte a un grave dilemma. Riconsegnarla agli scozzesi era ritenuto un gesto troppo crudele, mandarla in Francia avrebbe significato mettere nelle mani del re francese una potente arma; reinsediarla con la forza sul trono di [[Scozia]] poteva essere un gesto eroico, ma avrebbe causato un conflitto troppo aspro con gli Scozzesi; imprigionarla in Inghilterra le avrebbe permesso di partecipare a complotti contro lei stessa. Elisabetta optò per l'ultima soluzione: Maria fu tenuta confinata per 19 anni (1568-1587), per lo più nel castello di [[Sheffield]], in custodia di [[George Talbot, VI conte di Shrewsbury|George Talbot]]
[[File:Darnley stage 3.jpg|
Nel 1569 Elisabetta fronteggiò una grande ribellione conosciuta come la ''[[Rivolta dei papisti|ribellione settentrionale]]'', istigata dal [[Thomas Howard, IV duca di Norfolk|duca di Norfolk]], dal conte di Westmorland e dal conte di Northumberland. [[Papa Pio V|Pio V]] aiutò la ribellione cattolica scomunicando la regina e dichiarandola deposta con una [[bolla papale]] del 1570, la ''[[Regnans in Excelsis]]'' che però fu promulgata solo dopo che la ribellione era stata domata. Dopo la bolla però Elisabetta poteva difficilmente continuare la sua politica di tolleranza religiosa e cominciò a perseguitare i suoi nemici religiosi, provocando così per reazione varie cospirazioni cattoliche volte a rimuoverla dal trono.<ref>Kotnik, p.88</ref>
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=== La riconquista dell'Irlanda e il conflitto con la Spagna ===
{{Vedi anche|Riconquista Tudor dell'Irlanda|Guerra anglo-spagnola (1585-1604)}}
[[File:Elizabeth I (Armada Portrait).jpg|
Nel 1580 [[papa Gregorio XIII|Gregorio XIII]] inviò un contingente di truppe in aiuto delle [[Rivolte dei Desmond]] in Irlanda ma il suo tentativo fallì e la ribellione stessa fu domata nel 1583. Nel frattempo Filippo II annetté il [[Portogallo]] e con il trono portoghese ottenne il controllo dei mari. Dopo l'assassinio dello [[Statolder]] [[Guglielmo I d'Orange]], l'Inghilterra cominciò a parteggiare apertamente per le [[Province Unite]] d'Olanda, che si erano ribellate alla dominazione spagnola. Questo, assieme al conflitto economico con la Spagna e la pirateria inglese contro le [[Impero spagnolo|colonie spagnole]], condusse allo scoppio della [[Guerra anglo-spagnola (1585-1604)|guerra anglo-spagnola]] nel 1585 e all'espulsione dell'ambasciatore spagnolo nel 1586 per la sua partecipazione ai complotti contro Elisabetta.
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Temendo tali cospirazioni il Parlamento aveva approvato l'"Atto di Associazione" del 1584, in base al quale chiunque fosse stato coinvolto in un complotto per uccidere il sovrano sarebbe stato escluso dalla linea di successione. Nonostante l'Atto un nuovo complotto, il [[Complotto Babington]], fu ordito contro di lei, ma sventato da [[Francis Walsingham]], che controllava la rete di spie di Elisabetta. Maria Stuarda fu accusata di complicità nel complotto e giustiziata nel [[castello di Fotheringhay]], l'8 febbraio 1587.<ref>Erikson, p.120</ref> Nel suo testamento Maria lasciò in eredità a Filippo la sua rivendicazione del trono inglese e Filippo cominciò a progettare un'invasione.
[[File:Queen Elizabeth I ('The Ditchley portrait') by Marcus Gheeraerts the Younger.jpg|
Nell'aprile 1587 [[Francis Drake]] bruciò la flotta spagnola alla fonda nel porto di [[Cadice]], ritardando i piani del re, ma nel 1588 l'[[Invincibile Armata]], una grande flotta di 130 navi e 24.000 uomini (20.000 soldati e 4.000 marinai) salpò nella speranza di aiutare l'esercito spagnolo, allora in Olanda sotto il comando di [[Alessandro Farnese, duca di Parma e Piacenza|Alessandro Farnese]], ad attraversare la Manica e invadere l'Inghilterra. Elisabetta, nel grande pericolo del momento, tenne un famoso discorso alle truppe inglesi radunate a [[Tilbury]], noto come il [[discorso alle truppe a Tilbury]]. La flotta spagnola fu sconfitta da quella inglese, comandata da [[Charles Howard, I conte di Nottingham]] e da [[Francis Drake]] nella [[battaglia di Gravelinga]], con il favore del maltempo. L'"Armada" fu costretta a ritornare in Spagna e la vittoria aumentò molto la popolarità ed il prestigio di Elisabetta, anche se lo scontro non fu però decisivo e la guerra con la Spagna continuò, come pure quella con l'Olanda, che combatteva per l'indipendenza, e quella in Francia, dove un protestante, [[Enrico IV di Francia|Enrico di Borbone]], aveva rivendicato il trono. Elisabetta appoggiò con 20.000 uomini e 300.000 sterline Enrico e con 8.000 uomini e aiuti per oltre un milione di sterline gli olandesi.<ref>Fraser, p.200</ref>
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=== La ribellione di Tyrone, gli ultimi anni e la morte ===
{{Vedi anche|Assedio di Kinsale}}
[[File:Elizabeth-I-Allegorical-Po.jpg|
Nel 1598 morì Cecil, il principale consigliere di Elisabetta. Il suo ruolo politico fu ereditato dal figlio, [[Robert Cecil, I conte di Salisbury|Robert Cecil]], che era divenuto Segretario di Stato nel 1590. Elisabetta si era guadagnata una certa impopolarità per l'abitudine di garantire [[monopolio|monopoli]] reali. Il Parlamento continuò a richiedere l'abolizione dei monopoli. Elisabetta, nel suo famoso "Discorso d'Oro" promise riforme e poco dopo dodici monopoli reali furono aboliti, e ulteriori sanzioni rese possibili attraverso le corti di ''[[common law]]''. Queste riforme, tuttavia, erano superficiali e la pratica di ricavare fondi dalla concessione di monopoli continuò.
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Nel novembre del 1602 cadde in un profondo [[Disturbo depressivo|stato depressivo]]. Non sopportava più i discorsi di governo, sentiva la morte vicina e si lasciava andare. Morì il 24 marzo nel [[Richmond upon Thames|Palazzo di Richmond]], prossima ai settant'anni, poco dopo aver pronunciato la frase "Chiamatemi un prete: ho deciso che devo morire".
[[File:Elizabeth I of England grave (left) 2013 crop2.jpg|
== Il dibattito sulla figura ==
Secondo alcuni storici la morte della regina sarebbe stata causata dall'uso quotidiano del "ceruso veneziano", un cosmetico a base di [[carbonato di piombo]] molto diffuso all'epoca e utilizzato per sbiancare il volto<ref>Cfr. per esempio [https://books.google.it/books?id=9wpdAgAAQBAJ&pg Alessandro Pedrazzi, ''Qualcosa da leggere'', p. 63.]</ref>. Il piombo, fissato con una glassa di [[Albume|bianco d'uovo]], era usato dalla regina per coprire le cicatrici causate dal vaiolo, che l'aveva lasciata quasi calva, ma è tossico, deteriorando la pelle e causando la perdita dei capelli. Elisabetta ricorse a una quantità maggiore di glassa per coprire anche le cicatrici causate dal piombo, e nell'ultima parte della sua vita, il suo trucco era molto spesso, di ben due millimetri e inoltre, all'epoca, le donne non si struccavano la sera, ma i cosmetici rimanevano attaccati per una settimana, con la regina che ogni tanto apportava qualche aggiunta di piombo. Quando lo strato di trucco doveva essere rimosso, era così spesso e compatto che era necessario ricorrere a un materiale tossico, il [[mercurio (elemento chimico)|mercurio]], per eliminarlo, e quando tornava in superficie, la pelle aveva un aspetto piagoso. Anche il rossetto a base di mercurio, che dava alle sue labbra un colore rosso acceso, era un cosmetico tossico che usava spesso, e l'intossicazione da mercurio provocava perdite di memoria, irritabilità e depressione, tutte notate nell'ultima parte della vita della regina secondo le sue biografie ufficiali. Elisabetta fu sepolta nell'[[Westminster Abbey|abbazia di Westminster]], di fianco alla sorella Maria I. L'iscrizione sulla loro tomba recita: "Compagne nel trono e nella tomba, qui noi due sorelle, Elisabetta e Maria, riposiamo, nella speranza di un'unica resurrezione".
[[File:Funeral Elisabeth.jpg|
=== Le vicende testamentarie ===
Il testamento di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] stabiliva che a lui sarebbe succeduto il figlio [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo]]; se quest'ultimo fosse morto senza eredi avrebbero fatto seguito la sorella [[Maria I d'Inghilterra|Maria]] e se anche questa fosse rimasta a sua volta senza eredi, anche la figlia Elisabetta sarebbe salita al trono. Solo dopo la morte di Elisabetta, nel caso che anche questa non avesse avuto figli, dovevano succedere i discendenti della propria sorella minore, [[Maria Tudor (regina di Francia)|Maria Tudor]], avuti con [[Charles Brandon, I duca di Suffolk|Charles Brandon]]. Erano invece esclusi dalla successione i discendenti stranieri, quindi quelli scozzesi della sorella maggiore [[Margherita Tudor]], dei quali, oltre a [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo Stuart]], all'epoca della morte della regina Elisabetta I, ve ne erano altri in vita. Alcuni storici riferiscono che Elisabetta I, sul letto di morte, dichiarò Giacomo suo erede; altri, invece sostengono che fino alla fine della sua vita ella mantenne il silenzio su questa decisione presa insieme alla cugina [[Maria Stuarda|Maria Stuart]]. In ogni caso nessun pretendente era abbastanza forte da poter seriamente contrastare la rivendicazione al trono di Giacomo Stuart che, poco dopo la morte di Elisabetta, fu proclamato re [[Giacomo I d'Inghilterra]]. Tale proclamazione ruppe la consuetudine, perché non fu fatta dal nuovo sovrano stesso, ma dal Consiglio di Accessione, come sarebbe poi divenuta consuetudine nella pratica moderna della successione monarchica.<ref>Erickson, p.233</ref>
=== Una regina senza consorte ===
[[File:Metsys Elizabeth I The Sieve Portrait c1583.jpg|
Poco dopo la sua ascesa al trono, molti si chiedevano chi Elisabetta avrebbe sposato; i motivi per cui la regina non si unì mai in matrimonio restano oscuri anche se molte ipotesi in proposito sono state avanzate.
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== L'eredità storica e culturale ==
Elisabetta è uno dei sovrani più popolari dell'intera storia inglese. Tuttavia molti storici valutano il suo regno in modo non eccezionalmente positivo.
[[File:Elizabeth I Rainbow Portrait.jpg|
Negli anni successivi fu spesso descritta come grande sostenitrice del [[protestantesimo]] in [[Europa]], mentre, in realtà, i suoi interventi a favore degli alleati protestanti furono spesso colmi di esitazioni.
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==Onorificenze==
{{Onorificenze
|immagine = Order of the Garter UK ribbon.
|nome_onorificenza = Sovrana del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera
|collegamento_onorificenza = Ordine della Giarrettiera
|