Alea iacta est: differenze tra le versioni
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[[File:Cesare varca rubicone bartolomeo pinelli.png|thumb|Giulio Cesare varca il [[Localizzazione dell'antico Rubicone|Rubicone]] (incisione di [[Bartolomeo Pinelli]], 1819)]]
'''''Alĕa iacta est''''', tradizionalmente tradotta in [[Lingua italiana|italiano]] come '''''Il dado è tratto''''', cioè "il dado è stato tirato",<ref>Per l'espressione ''trarre il dado'', di uso antico e letterario per "tirare il dado", vedi il lemma [https://www.treccani.it/vocabolario/trarre ''trarre''], significato 4c, nel ''[[Vocabolario Treccani]] on line''.</ref><ref>Si noti anche che in latino ''alĕa'' significa più propriamente "gioco dei dadi" e, per estensione, "gioco d'azzardo, rischio". Il dado in senso stretto, ossia lo strumento del gioco, era denominato piuttosto ''tessera'' o ''talus''. Pertanto l'espressione latina è più pregnante della traduzione italiana, in quanto ''alĕa'' significa sia l'oggetto che viene lanciato sia il rischio e l'azzardo a cui si va incontro.</ref> è una [[Locuzioni latine|frase]] [[lingua latina|latina]] divenuta proverbiale nel senso [[Metafora|metaforico]] di "la decisione è presa", "la sfida è ormai lanciata". Tale espressione si cita quando si prende una decisione dalla quale non si può più
Secondo [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] (''Divus Iulius'', 32), la frase, nel diverso ordine di parole '''''Iacta alĕa est''''', fu pronunciata da [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] il 10 gennaio [[49 a.C.]] prima di attraversare il fiume [[Rubicone]] con il suo [[Legio XIII (Cesare)|esercito]] e dare così inizio alla [[Guerra civile romana (49-45 a.C.)|guerra civile]] contro [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]].
Lo stesso evento storico ha ispirato un altro modo di dire, entrato nell'uso comune col medesimo significato: ''varcare il Rubicone'', o ''passare il Rubicone''.<ref>{{Cita libro|curatore=Giovanna Turrini et al.|titolo=Capire l'antifona: dizionario dei modi di dire con esempi d'autore|url=https://archive.org/details/capirelantifonad0000unse/page/380/mode/1up|città=Bologna|editore=Zanichelli|anno=1995|p=380|ISBN=88-08-09654-8|citazione=''Passare il Rubicone'': prendere una decisione importante e rischiosa che non consente ripensamenti.}}</ref>
Il motto compare nel cartiglio sia dello stemma del [[Rimini|Comune di Rimini]] sia in quello della [[Provincia di Forlì-Cesena]]: nel primo, tuttavia, nella forma <small>JACTA EST ALEA</small>, nel secondo nella versione <small>ALEA IACTA EST</small> divenuta corrente.<ref>L'uso della "j" anziché della "i" è un arcaismo grafico, senza rilievo sulla pronuncia.</ref>▼
==Fonti e interpretazioni==
[[File:9BFE00 -roman lead die (FindID 103936).jpg|thumb|Immagine composita di tutti i sei lati di un dado romano.]]
[[File:Rimini088.jpg|thumb|Colonna che segna il punto in cui secondo la tradizione [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] arringò l'esercito a [[Rimini]], dove giunse dopo aver attraversato il [[Rubicone]].]]
{{Citazione|{{sic|
È una frase attribuita da [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] — che la riprende probabilmente da [[Gaio Asinio Pollione|Asinio Pollione]]<ref name=Canfora/> — nel suo ''[[Vite dei Cesari|De vita Caesarum]]'' (''Divus Iulius''), a [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], che l'avrebbe proferita la notte del 10 gennaio del [[49 a.C.]] prima di varcare il fiume [[Rubicone]] (o il [[Pisciatello]])<ref>Susanna Calandrini, ''Storia di San Mauro Pascoli'', Cesena, Il Ponte Vecchio, 2000, ISBN 88-8312-105-8. Vedi anche [[Localizzazione dell'antico Rubicone]].</ref> alla testa delle proprie truppe, violando apertamente la legge che proibiva l'ingresso armato entro i confini dell'[[Italia romana|Italia]] e dando il via alla [[Guerra civile romana (49 a.C.)|seconda guerra civile]].
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[[Erasmo da Rotterdam]]<ref>{{Cita libro|autore-sezione=C. Suetonius Tranquillus|sezione=XII Caesares. Divus Iulius Caesar|url_capitolo=https://books.google.it/books?id=PzWEAWhjDMcC&pg=PA9#v=onepage&q&f=false|autore=C. Suetonius Tranquillus, Dion Cassius Nicaeus, Aelius Spartianus [et al.]|titolo=Opera|edizione=Ex recognitione Des. Erasmi Roterodami|anno=1518|editore=apud Ioannem Frobenium|città=Basileae|p=9 in nota a margine|postscript=nessuno}}: {{Citazione|(Iacta est alea) Suspicor legendum "Iacta esto alea". Sic enim citatur a Plutarcho.}}</ref> avanzò la congettura che la lezione usualmente riportata del testo svetoniano sia il risultato di un [[Errore (filologia)#Tipi di errore|errore di trascrizione]], che ha causato la perdita dell'ultima lettera, mutando ''esto'' (imperativo futuro di 2ª/3ª persona singolare) in ''est'' (indicativo presente di 3ª singolare); ''iacta alea esto'' avrebbe dovuto essere la forma corretta, più efficace e meglio accordantesi con l'imperativo di terza persona tramandato da Plutarco: «ἀνερρίφθω κύβος» (''anerrìphthō kỳbos'') ovvero "che il dado sia tratto", "si getti il dado".<ref name=Canfora>{{cita libro |autore=Luciano Canfora |titolo=Giulio Cesare. Il dittatore democratico |editore=Laterza |città=Roma-Bari |annooriginale=1999 |anno=2006 |isbn=88-420-8156-6 |pp=160-161 }}</ref>
▲Il motto compare nel cartiglio sia dello stemma del [[Rimini|Comune di Rimini]] sia in quello della [[Provincia di Forlì-Cesena]]: nel primo, tuttavia, nella forma <small>JACTA EST ALEA</small>, nel secondo nella versione <small>ALEA IACTA EST</small> divenuta corrente.<ref>L'uso della "j" anziché della "i" è un arcaismo grafico, senza rilievo sulla pronuncia.</ref>
==Note==
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