Sam Selvon: differenze tra le versioni
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Negli anni Cinquanta Selvon si trasferì a Londra, dove lavorò come receptionist per l'Ambasciata Indiana, dedicandosi alla scrittura nel tempo libero.<ref name="Britannica">[https://www.britannica.com/EBchecked/topic/533759/Samuel-Selvon "Samuel Selvon"], Encyclopædia Britannica.</ref> Proprio nel suo viaggio in nave verso Londra, incontrò [[George Lamming]], uno scrittore originario delle [[Barbados]].<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/George-Lamming|titolo=George Lamming|sito=Encyclopædia Britannica|editore=Encyclopædia Britannica, inc.|data=26 febbraio 2016|accesso=8 novembre 2017}}</ref> La loro amicizia, nata a bordo della nave, si sviluppò ulteriormente all'arrivo a Londra, dove i due scrittori vissero nello stesso ostello. Nelle loro opere si può riconoscere una certa affinità nell'approccio al tema della condizione degli immigrati, destinati ad affrontare lo stesso difficile percorso di integrazione sperimentato dai due scrittori nel vecchio continente.<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|autore=Esmeralda Palushaj, Michela Vanon|anno=2013|titolo=Caribbean immigration in the United Kingdom through the novel of Sam Selvon: The Lonely Londoners.|editore=Università Ca' Foscari Venezia|città=Venezia|lingua=inglese|pagine=17-18}}</ref>
I suoi racconti brevi e le sue poesie apparirono in varie pubblicazioni come il ''London Magazine'' e ''[[The Nation]]''. A Londra collaborò anche con la [[BBC]], producendo due copioni per la televisione, intitolati ''Anansi l'uomo ragno'' e ''Casa dolce India.''
Selvon è stato socio del progetto di scrittura creativa per il dipartimento di Inglese all'[[Università di Dundee]] dal 1975 al 1977. Alla fine degli anni Settanta si trasferì in Canada, dove lavorò come insegnante di scrittura creativa all'[[Università di Victoria]].<ref>{{Cita libro|autore=Nasta, Susheila|titolo=Critical Perspectives on Samuel Selvon|url=https://archive.org/details/criticalperspect00nast|anno=1988|editore=Washington, Three Continents Press|p=[https://archive.org/details/criticalperspect00nast/page/1 1]}}</ref> All'Università di [[Calgary]], invece, venne largamente ignorato dal dipartimento di letteratura, ricevendo pochissime recensioni durante la sua permanenza.
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== Opere ==
I romanzi più conosciuti di Selvon sono ''Londinesi solitari'' (''The Lonely Londoners'', 1956) e ''L'ascesa di Moses'' (''Moses Ascending''
=== Elenco per data
*1952. ''A Brighter Sun'', Harlow: Longman
*1955. ''An Island is a World'' (1955), London: Wingate
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*1972. ''Those Who Eat the Cascadura'', London: Davis-Poynter
*1975. ''Moses Ascending'', London: Davis-Poynter
*:''L'Ascesa di Moses'', 1992, Marina di Patti: Pungitopo, trad. P. Allegrezza
*1983. ''Moses Migrating''
*1989. ''Foreday Morning''
*1988. ''Eldorado West One'', collected one-act plays, Leeds: Peepal tree Press
*1991. ''Highway in the Sun and Other Plays'', Leeds: Peepal Tree Press
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Una caratteristica importante del romanzo è la voce narrante. Selvon cominciò scrivendo in inglese standard, ma notò subito come questo linguaggio non fosse adatto alle esperienze e ai pensieri dei suoi personaggi.<ref name=":1" /> Scelse quindi di farli parlare nella loro lingua, ovvero l'inglese creolo. Così facendo, aggiunse una nuova dimensione multiculturale alla tradizione romanzesca londinese, e incrementò la consapevolezza di una società in mutamento, caratterizzata da un lato dalla decolonizzazione e dall'altro dall'immigrazione dalle colonie al centro.<ref name=":2">{{Cita libro|autore=Susheila Nasta|titolo="Introduction". Sam Selvon: The Lonely Londoners|anno=2014|editore=London: Penguin Classics|p=6}}</ref>
La Londra rappresentata nelle opere di Selvon è una città di contraddizioni e contrasti, che riesce ad incantare e contemporaneamente ad alienare i nuovi residenti, i quali reagiscono in modi disparati e personali. Selvon illustra anche una visione d'insieme delle differenti "città" che si vivono a Londra, a causa delle distinzioni razziali e di classe.<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|autore=Klimkova, Simona.|anno=2016|titolo=Communication across Cultures: Ideological Implications of Sam Selvon's Linguistic Inventiveness|rivista=Ars Aeterna|volume=8|numero=2|p=28}}</ref> Ad esempio, la descrizione dell'arrivo del treno alla stazione di Waterloo offre un'immagine di straordinaria efficacia del miscuglio tra le attese, le speranze illusorie, la fiduciosa incoscienza degli immigrati appena arrivati e la consapevolezza di una realtà dura ed ostile delle persone immigrate molto tempo prima. Il libro infatti racconta da un lato l'insediamento del nuovo arrivato Harry, e dall'altro la storia di Moses, vecchio immigrato che diventa la sua guida. La sua voce con il procedere del racconto si allineerà a quella del narratore, condividendo la consapevolezza e la visione della condizione esistenziale e sociale specifica della comunità caraibica londinese.<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Bertinetti|autore2=|traduttore=Isabella Maria Zoppi|titolo=Prefazione|anno=1998|editore=Mondadori|città=Milano
== Stile ==
Sam Selvon, attraverso la formazione letteraria ricevuta a Trinidad, improntata sul canone inglese a causa della colonizzazione, entrò fin da subito in contatto con le opere più importanti della letteratura britannica. Il loro influsso è riscontrabile nella descrizione della [[città di Londra]] e nell'utilizzo di un inglese pomposo, tipico della letteratura del XIX secolo, alternato all'inglese creolo degli immigranti arrivati in Inghilterra dopo la guerra.<ref name=":0">{{Cita news|autore=Rebecca Dyer|titolo="Immigration, Postwar London, and the Politics of Everyday Life in Sam Selvon's Fiction."|pubblicazione=Cultural Critique|data=2002|volume=nr. 52|pagine=110-112}}</ref>
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Selvon inizialmente adottò una scrittura strettamente legata all'oralità, scegliendo uno stile narrativo colloquiale, in sintonia con racconti di vita quotidiana rivolti ad un ampio pubblico. Il tipo di linguaggio scelto è però il risultato di uno studio sofisticato: l'autore infatti riteneva che per proporre un linguaggio letterario accessibile ad un pubblico sia inglese che internazionale,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Kathie Birat|anno=2009|titolo=Seeking Sam Selvon: Michel Fabre and the Fiction of the Caribbean|rivista=Transatlantica|editore=EFEA|volume=1|url= http://transatlantica.revues.org/4259}}</ref> fosse necessario padroneggiare alla perfezione l'inglese corrente, prima di potersi cimentare nell'utilizzo dei diversi dialetti.
L'originalità del suo stile sta nel tentativo di catturare il linguaggio parlato degli immigrati caraibici a Londra.<ref name=":0" /> Il linguaggio è fondamentale nella descrizione della città: le differenze linguistiche mettono in luce gli atteggiamenti razzisti e diffidenti degli inglesi bianchi che sfruttano la [[lingua inglese]] per affermare la loro superiorità e denigrare i parlanti non madrelingua. Ne "I Londinesi Solitari", ad esempio, il disagio provato dagli inglesi viene descritto in un passaggio nel quale Moses mette in guardia Parsifal sulla situazione che lo aspetta: "In questi giorni ci sono negri dappertutto, e l'arrivo di ogni nave fa notizia, e agli inglesi non piace che i ragazzi vengano in Inghilterra a starci e a lavorare." […] "hanno paura che ci pigliamo un lavoro prima di loro. L'altra cosa è che semplicemente non gli piacciono i negri" […] "Quaggiù è la vecchia diplomazia inglese: "grazie signore" e "piacere" e quel genere di cose. In America vedi un cartello che ti dice di stare alla larga, ma quaggiù non ne vedi, però quando vai in un albergo o al ristorante ti diranno educatamente di cambiare rotta-altrimenti ti tratteranno in modo freddo".<ref>{{Cita libro|autore=Sam Selvon|traduttore=Isabella Maria Zoppi|titolo=Londinesi Solitari|anno=1998|editore=Milano, Mondadori|
Attorno al 1970 lo stile di Selvon si evolve, di pari passo ai cambiamenti degli schemi linguistici utilizzati dagli immigrati di varie origini incontrati in una Londra che dopo vent'anni di contaminazioni linguistiche era diventata testimone di un notevole numero di accenti e varianti orali dell'inglese.
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*{{Cita news|autore=Dyer Rebecca|titolo=Immigration, Postwar London, and the Politics of Everyday Life in Sam Selvon's Fiction|pubblicazione=Cultural Critique|data=2002|pp=108-44|volume=52, n. 1}}
*{{Cita libro|autore=Forbes, Curdella|titolo=From Nation to Diaspora: Samuel Selvon, George Lamming and the Cultural Performance of Gender|anno=2005|editore=UWIPress|OCLC=212624974}}
*{{Cita libro|autore=Joseph, Margaret P.|titolo=Caliban in Exile: The Outsider in Caribbean Fiction|url=https://archive.org/details/isbn_0313281076|anno=1992|città=New York|editore=Greenwood Press|OCLC=24953717}}
*{{Cita libro|autore=Looker, Mark|titolo=Atlantic Passages: History, Community, and Language in the Fiction of Sam Selvon|url=https://archive.org/details/atlanticpassages00look|anno=1996|editore=New York: Peter Lang|OCLC=473249101}}
* {{Cita libro|autore=Nasta, Susheila|titolo=Critical Perspectives on Samuel Selvon|url=https://archive.org/details/criticalperspect00nast|anno=1988|città=Washington|editore=Three Continents Press|OCLC=503092707}}
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