Spini (famiglia bergamasca): differenze tra le versioni
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Fu ''Comino fu Zinino'' nel 1495 a aprire la prima tintoria in Borgo sant'Antonio cominciando la dinastia presente in Colognola.
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Pietro, scrittore e poeta, era figlio di Pellegrino di Lorenzo. Scrisse la [[biografia]] di [[Bartolomeo Colleoni]] e diverse poesie ora conservate presso la [[Biblioteca civica Angelo Mai]]<ref>{{cita libro|autore=Pietro Spino|titolo=Historia della vita et fatti dell'eccellentissimo capitano di guerra Bartholomeo Coglione|città=Venezia|anno=1569|isbn=no}}</ref>. Ebbe incarichi pubblici come consigliere anziano del comune di Bergamo, di cui fu anche tesoriere e nominato tra i cinque riformatori dello statuto della città<ref>{{cita web|url=http://www.bgpedia.it/spino-pietro/|titolo=Pietro Spini|editore=Bgpedia|accesso=21 agosto 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170821205023/http://www.bgpedia.it/spino-pietro/|dataarchivio=21 agosto 2017}}</ref>. Il figlio Marcantonio fu fosse l'interlocutore di [[Torquato Tasso]] quando si trovava imprigionato a [[Ferrara]]. Ad Albino iniziò l'attività di tintoria e di commercio di panni di lana e seta costruendo la ''Roggia Spini''<ref>{{cita web|url=http://www.asscolombera.it/progetti/hydrobg/template.html?HydroObj=comenduna|titolo=Rogge comunali|editore=associazione culturale di Osio Sopra|accesso=20 agosto 2017}}</ref>.
Un ''ritratto di ignoto'', considerato una sua raffigurazione, è conservato presso la Biblioteca Angelo Mai, anche se erroneamente era stato considerato autoritratto del [[Giovan Battista Moroni|Moroni]] perché copia di un ''ritratto'' conservato in palazzo Spini di Albino posto insieme ad altre sue opere<ref name="cita-Lo-sguardo-sulla-realtà-p-300-301">{{cita|Lo sguardo sulla realtà|pp. 300-301}}.</ref>, andrebbe identificato in Pietro Spini il [[Ritratto di vecchio seduto]] sempre del Moroni<ref>{{cita libro|autore=[[Simone Facchinetti]]|titolo=Giovann Battista Moroni Lo sguardo sulla realtà|url=https://archive.org/details/giovanbattistamo0000moro|editore=Silvana Editoriale|anno=2014I|isbn=978-88-8215-811-8}}</ref>.
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=== Bernardo Spini (-1532) ===
Bernardo, figlio di Giovanni e nipote di Andrea, si arricchì con l'attività di tintoria e commerciando di panni con il socio in affari Giovanni Marini. Insieme nel [[1525]] donarono a [[Ritratto della badessa Lucrezia Agliardi|Lucrezia Agliardi]] la casa dove fondare il [[Chiesa di Sant'Anna (Albino)|monastero di Sant'Anna]]. Egli ebbe due figli: Marcantonio e Gian Giacomo.<br /> Abitarono ad
Essi non divisero i loro beni ereditati dal padre, ma ne incrementarono l'attività con investimenti immobiliari e concedendo prestiti in denaro. La loro attività di tintoria e quella commerciale del Marini furono un ottimo connubio economico. Essi si avvalsero di numerosi collaboratori che portavano i loro prodotti in molte località d'Italia, in particolare nel [[Regno di Napoli]].
=== Gian Giacomo (...-1548) ===
Gian Giacomo, figlio di Giovanni, come il fratello, mantenne la cittadinanza di Bergamo pur abitando ad Albino, acquisendo inoltre anche quella di Brescia e di Lugo di Romagna. Ampliandole l'attività in altri campi, Gian Giacomo si aggiudicò l'appalto del dazio del vino, la gestione dei mulini che poi cedette in affitto. Delle attività di compravendite immobiliari, rimane un'abbondante raccolta di atti notarili, procure, arbitrati, fidejursioni, e appalti.
Ma molti furono gli incarichi pubblici che gli vennero assegnati, fu
=== Marcantonio (...-16 luglio 1570) ===
Marcantonio, figlio di Giovanni, continuò l'attività di famiglia. Dei suoi incarichi pubblici risulta che ebbe una lite con il comune contro il parroco don Giovanni Pietro Marini in riferimento all'ampliamento del sagrato della chiesa per il gioco della palla, scontro che finì con la demolizione di una parte a carico dello Spini. Il diverbio in questo modo non venne sanato e nel 1543 il comune ottenne l'allontanamento del parroco, il quale si procurò un breve apostolico con la scomunica di tutti gli amministratori comunali
Marcantonio nel 1549 commissionò a [[Giovan Battista Moroni]] la decorazione della sua abitazione e fece iniziare la costruzione della cappella maggiore della chiesa di san Giuliano a sue spese, lavori che subirono un arresto a causa della sua morte avvenuta il 16 luglio 1570<ref name="cita-Lo-sguardo-sulla-realtà-p-300-301"/>.
Mancantonio dalla moglie Camilla de Goincellis di Lovere
''Gian Francesco'' seguì l'attività del fratello primogenito, si sposò con Laura Martinoni di Riva di Solto. Attiva la sua presenza
Bernardo fu il primogenito a cui toccò il compito di proseguire le attività di famiglia.
[[File:Giovanni Battista Moroni 019.jpg|sinistra|thumb|Pace Rivola Spini]]
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Figlio di Marcantonio si incaricò delle attività paterne come era d'uso per i primogeniti pur mantenendo le proprietà in comunione con i due fratelli. La visita pastorale del [[1564]] registra Bernardo e il fratello Gian Francesco come ''inconfessi'', la conseguenza di una controversia con ''Giovan Alberto Signori'' che ospitava il vescovo durante nei giorni della visita pastorale. Moltissime furono le sue cariche pubbliche, dalla tutela di minori, a disposizione testamentarie, transazioni immobiliari con l'esercizio del credito. Sicuramente fece una vita licenziosa, risulta da lui stesso dichiarato nel testamento del 27 agosto 1612 che i suoi tre figli erano nati da relazioni extramatrimoniali: Giovanni figlio di Elisabetta di Gasparino da Mola di [[Valbondione|Bondione]] Marcantonio e Giulia figli di Pace di Giovan Antonio di [[Fiobbio]]<ref name="cita-Lo-sguardo-sulla-realtà-p-300-301"/>.
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