Max Scheler: differenze tra le versioni

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|Attività = filosofo
|Nazionalità = tedesco
|Immagine = SchelerMax maxScheler.jpg
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=== Il valore e la gerarchia dei valori ===
Premettendo al volere la ''materia'' dei valori e indagando le componenti emozionali della vita morale, Scheler ha inteso operare una revisione critica del formalismo e dell'intellettualismo dell'etica di [[Immanuel Kant]], di cui peraltro egli accetta l'apriorismo anti psicologistico e anti utilitaristico; infatti, il coglimento del valore non è il contagio affettivo dei comportamenti gregari, ma l'atteggiamento simpatetico, in cui la presenza del valore unisce le persone senza abolire la loro distanza.
 
Secondo Scheler non è (come in Kant) la volontà buona (la purezza dell'intenzione) che definisce il valore, ma al contrario l'altezza del valore scelto che qualifica l'intenzione. Le classi di valore sono ordinate secondo una gerarchia non convenzionale:1) i valori sensibili, 2) i valori vitali, 3) i valori spirituali e 4) i valori del sacro. A questi valori corrisponde un graduale incremento oggettivo dell'apertura, che porta, dalla chiusura ambientale, all'apertura al mondo (''Weltoffenheit''), in un processo esoterico, la cui espressione massima è raggiungibile attraverso il valore del sacro. Di particolare importanza sono i valori vitali: l'avere preso in grande considerazione i valori vitali, procurò a Scheler il celebre appellativo di"Nietzsche cristiano".
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=== Influsso del pensiero ===
Scheler fu sempre di difficile collocazione, ma anche uno dei filosofi più segretamente influenti del XX secolo<ref>Franco Volpi, ''Scheler incognitus'', in: «Verifiche» 1978, 85-104</ref> e diversi accenti del suo pensiero sono facilmente riconoscibili ad es. nell'analisi esistenziale dell'essere-nel-mondo del ''Dasein'' specialmente nell'attenzione alla dimensione affettiva (la ''Grundstimmung'') in [[Heidegger]], in [[María Zambrano]]<ref>"L'amore e la morte, eluse dalla filosofia pura, mi diedero coraggio, quando scoprii l{{'}}''ordo amoris'' di Max Scheler, per me più decisivo del concetto di angoscia di Kierkegaard" (M. Zambrano, Verso un sapere dell'anima, Milano 1996, 7). "Così ci sentiamo di fronte alla rivelazione che ci offre la Ragione secondo il suo nuovo significato: quello di essere guida, cammino di vita. In questo cammino avvertiamo la necessità di un sapere dell'anima, di un ordine della nostra interiorità. A ciò mirano gli scritti postumi di Max Scheler, Ordo amoris e Morte e sopravvivenza" (ibid., 13).</ref>, in Hannah Arendt (ad es. sul concetto di ''homo faber''),<ref>Cfr. L. Allodi, ''La modernità controversa'', Roma 2000, 178-180; P. Terenzi, ''Per una sociologia del senso comune: studio su Hannah Arendt'', Rubbettino 2002, 71-73,
</ref> nella fenomenologia della corporeità di [[Merleau Ponty]] (decisiva è ad es. la distinzione proposta da Scheler fra ''Leib'', corpo-vivo, e ''Körper'', corpo-fisico già a partire dal 1913)<ref>R. Guccinelli, ''Le direzioni del sentire. Intersoggettività e conoscenza interpersonale tra Scheler e Merleau-Ponty'', in: https://mondodomani.org/dialegesthai/rgu01.htm; inoltre: M. Spina, ''Al cuore dell'esperienza. Scheler nella prospettiva di Merleau-Ponty'', in: https://mondodomani.org/dialegesthai/msp01.htm</ref>. Attraverso [[Alfred Schütz]] importante fu il suo influsso sulla sociologia.<ref>{{Cita libro|autore = A. Schütz|titolo = Max Scheler. Epistemologia, etica, intersoggettività|anno = 2015|editore = |città = Brescia}}</ref> Elementi della sua visione tragica del divino sono rintracciabili nel testo di [[Hans Jonas]] sul concetto di Dio dopo Auschwitz e nella teologia di Moltmann. Notevole è anche la convergenza fra la tesi di Scheler della ''Selbstgegebenheit'' come rivelazione del fenomeno da raggiungere attraverso la riduzione e quella di J.-L. Marion di un rapporto direttamente proporzionale fra riduzione e donazione: per più versi Marion segue un percorso parallelo a quello tracciato da Scheler nella critica a Husserl relativamente al concetto di ''Gegebenheit'' e di sensibilità. Va poi segnalata una convergenza fra la tesi di uno spazio "noi-centrico" pre-individuale - espressa da Scheler nel ''Sympathiebuch'' (1913), prima ancora di [[Vygotskij]] e [[Winnicott]], e i recenti sviluppi della fenomenologia dell'intersoggettività. La concezione della persona di Scheler influenzò anche [[Papa Giovanni Paolo II|Karol Wojtyla]]<ref name="philarchive, 2006">{{cita web|url=https://philarchive.org/archive/MALLDK|titolo=L’antropologia di K. Wojtyla come sintesi del pensiero classico e della modernità|autore=A. Malo|sito=philarchive.org|lingua=it|formato=doc|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181206143217/https://philarchive.org/archive/MALLDK|dataarchivio=6 dicembre 2018|urlmorto=no|pagine=7,8-10|anno=2006|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>, in particolare alcune opere filosofiche scritte prima dell'elezione al Soglio petrino.<ref name="avvenire.it">{{cita web|url=https://www.avvenire.it/amp/agora/pagine/scheler-davanti-al-male-come-ivan-karamazov|titolo=Scheler davanti al male come Ivan Karamazov|data=19 gennaio 2024}}</ref>
 
===L'influsso di Scheler sulla psicopatologia fenomenologica===
Ancora poco noto è l'influsso di Scheler sulla psicopatologia fenomenologica.<ref>Su Scheler e la psicopatologia cfr. {{Cita libro|autore = G. Cusinato, ''Biosemiotica e psicopatologia dell'ordo amoris. In dialogo con Max Scheler'', FrancoAngeli, Milano 2018}};</ref> Eppure Kurt Schneider conseguì nel 1922 un dottorato sotto la guida di Max Scheler e applicò la sua teoria della stratificazione emozionale alla classificazione delle psicopatologie, in particolare della malinconia,<ref>Su Scheler e Schneider cfr. in particolare {{Cita libro|autore = R. Glazinski,|titolo = Zur Philosophie und Psychopathologie der Gefühle bei Max Scheler und Kurt Schneider : systematische und historische Überlegungen|anno = 1997|editore = |città = }}; Krahl A./ M. Schifferdecker, ''Max Scheler and Kurt Schneider. Scientific influence and personal relationship'', "Fortschriftte der Neurologie-Psychiatrie", 1998, 66, pp. 94–100.</ref> ma un profondo influsso è individuabile anche in W. Stern, P. Schilder, von Gebsattel, V. von Weizsäcker, V. Frankl<ref>{{Cita pubblicazione|autore = M. Arndt,|titolo = Max Scheler und der seelenkundliche Diskurs der 20er Jahre, in: https://www.psycharchives.org/handle/20.500.12034/207}}</ref> e inoltre in [[Erwin Straus]] ed [[Eugène Minkowski]].<ref>{{Cita libro|autore = Herbert Spiegelberg|titolo = Phenomenology in Psychology and Psychiatry: A Historical Introduction|anno = |editore = |città = |p = 236}}</ref> Degno di nota è che uno dei maggiori esperti attuali di schizofrenia, lo psichiatra inglese John Cutting, veda proprio in Scheler il miglior punto di riferimento filosofico per l'analisi di questa patologia.<ref>Cfr. J. Cutting, ''Scheler, Phenomenology, and Psychopathology, in: "''Philosophy, Psychiatry, & Psychology", Volume 16, Number 2, June 2009, pp. 143-159; L. Sass, ''On Scheler and Psychiatry,'' in: "Philosophy, Psychiatry, & Psychology", Volume 16, Number 2, June 2009, pp- 171-174. Cfr. anche la recente traduzione italiana di Norbert Andersch e John Cutting, ''Schizofrenia e malinconia. Implicazioni psicopatologiche e filosofiche'', Giovanni Fioriti Editore 2013.</ref> Nella psichiatria italiana influssi del suo pensiero sono rintracciabili ad esempio in Giovanni Enrico Morselli e [[Eugenio Borgna]], che a proposito della situazione attuale della psichiatria così si esprime:
 
''"una indagine descrittiva degli stati depressivi si è ormai inaridita; mentre riannodare la psicopatologia dell'esperienza malinconica alla fenomenologia scheleriana ci sembra orizzonte teleologico di una qualche rilevanza e di una qualche attualità. La fenomenologia scheleriana della vita emozionale ancor oggi consente di ricondurre i diversi aspetti clinici della malinconia in un orizzonte di significato psicologicamente unitario [...] la fenomenologia scheleriana è venuta collocandosi nello sfondo della mediazione schneideriana [...] che solo negli ultimi scritti si è incrinata in senso quasi daseinanalitico, e dall'altro nella fenomenologia scheleriana ritroviamo una fondazione teoretica e una rigorosa articolazione di alcune fondamentali strutture psicopatologico-cliniche che l'indagine descrittiva è andata individuando nel circolo delle malinconie. Del resto alla dottrina scheleriana è largamente ancorata, nelle sue linee generali, la riflessione di Erwin Straus, e a essa si richiamano Lòpez Ibor, Schulte e Wyrsch''"<ref>E. Borgna, ''Fenomenologia scheleriana e psicopatologia degli strati depressivi'', in: Id., ''Nei luoghi perduti della follia'', Milano 2008, 245-246. SembreSempre Borgna osserva: "''Nel 1965/66 uscirono alcuni lavori di Morselli e miei in contrapposizione alla linea fenomenologico-esistenziale sostenuta da Cargnello, da Callieri e da Bovi. In questi lavori avevo cercato di attribuire un maggiore spessore metodologico a quello che Morselli aveva scritto fondandosi esclusivamente sulla sua intuizione, sulla lettura di Scheler e di Minkowski"''{{Cita web|url = http://www.humantrainer.com/articoli/borgna-psichiatria-fenomenologia.html|titolo = Eugenio Borgna tra Psichiatria e Fenomenologia}}</ref>
 
===Ricezione delle opere e fondazione della ''Max-Scheler-Gesellschaft''===
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*W. Mader, ''Scheler'', Hamburg 1995 (II ed.).
*G. Mancuso, ''Il giovane Scheler'', Milano 2007.
* A. Marocco, ''Max Scheler. L'antropologia integrale della persona'', Roma 2025.
* M. A. Marquez, ''Derecho y valor'', Madrid 2004.
*R. Racinaro, ''Il futuro della memoria. Filosofia e mondo storico fra Hegel e Scheler'', Napoli 1985.