Candragupta Maurya: differenze tra le versioni
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{{Monarca
| nome = Candragupta Maurya
| trattamento = Chanda-[[Śrī|siri]]<ref>{{cita|Raychaudhuri 1967|p. 139}}.</ref><br/>Piadamsana<ref>{{cita|Raychaudhuri 1967|pp. 139-140}}.</ref>
| immagine = Chandragupt maurya Birla mandir 6 dec 2009 (31) (cropped).JPG
|
| data di nascita = [[350 a.C.]] circa
| luogo di nascita = [[Pataliputra]]
| data di morte = [[295 a.C.]] circa
| luogo di morte = Kalbappu
| titolo = [[Impero Maurya|imperatore Maurya]]
| regno = [[322 a.C.|322]] - [[297 a.C.]]<ref name=britchandrag>{{cita|Raychaudhuri 1967|p. 139}}.</ref><ref>{{cita|Upinder Singh 2016|p. 330}}.</ref>
| incoronazione = [[322 a.C.]] circa
| predecessore = Dhana Nanda (''in veste di re di Magadha'')
| successore = [[Bindusara]]<ref>{{cita|Upinder Singh 2016|p. 331}}.</ref>
| consorte = Durdhara<br />una principessa [[seleucidi|seleucide]]
| figli = [[Bindusara]]
| dinastia = [[Impero Maurya|Maurya]]
| religione = [[bramanesimo]]; [[giainismo]] (secondo una tradizione giainista)
}}
{{Bio
|Nome = Candragupta
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 297 a.C.
|
|Epoca2 = -200
|Attività = sovrano
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato il sovrano fondatore dell'[[Impero Maurya]]
▲|Didascalia = Statua di Candragupta Maurya, [[Tempio di Laxminarayan]]
}}
[[File:Shravanabelagola2007 - 44.jpg|min|La grotta Bhadrabahu, dove secondo la tradizione Candragupta Maurya morì. [[Shravanabelagola]], Karnataka, India.]]▼
Approfittando delle guerre che indebolirono la [[dinastia Nanda]] e dell'invasione dell'India da parte di Alessandro Magno, riuscì dapprima a impossessarsi del regno di [[Magadha]] e quindi, per primo, a unificare l'India Settentrionale. Dopo
▲Poco si conosce della vita del fondatore dell'impero Maurya, a partire dalla sua data di nascita. Anche il suo presunto incontro alle foci dell'[[Indo]] con [[Alessandro Magno]] non è documentato, seppure ampiamente riportato dagli storici greci e latini.
Morì nel [[297 a.C.]]
▲Dopo una guerra durata alcuni anni, nel [[306 a.C.]] trattò con [[Seleuco I]], ottenendo le province indiane dell'impero macedone in cambio di 500 elefanti, che Seleuco intendeva usare nella sua lotta contro [[Antigono I|Antigono Monoftalmo]] nel contesto della guerra dei [[Diadochi]].
▲Morì nel [[297 a.C.]], e lasciò il trono al figlio [[Bindusara]], il cui titolo era semplicemente quello di "Rajah di [[Magaddha]]".
== La situazione dell'India al tempo di Alessandro Magno ==
Sconfitto il [[rajah]] [[Poro (re indiano)|Poro]] (''Purushottama'') sul fiume [[Jhelum|Idaspe]] (''Jhelum'') - dopo averlo guadato presso la cittadina di [[Bhera]] - nell'attuale [[Pakistan]] nell'aprile del [[326 a.C.]], fondò il mese successivo due città prospicienti, attraversate (all'epoca, poiché ora esso ha cambiato corso) dal fiume stesso, [[Alessandria Bucefala]] - secondo alcuni [[Jhelum]], secondo altri [[Jalalpur]], ma più probabilmente [[Mong]]) sul sito dove cadde il suo amato destriero [[Bucefalo]] - e [[
Fu così che il re macedone concepì di allargare il suo impero oltre i confini del precedente impero persiano. Durante il biennio [[327 a.C.|327]] - [[325 a.C.]], mentre sottometteva la XX [[satrapia]] persiana, corrispondente agli attuali [[Afghanistan]] e [[Pakistan]], [[Alessandro Magno]] s'informò circa le terre al di là dell'[[Indo]] ([[Sind]]), che venne attraversato sul ponte di barche che Alessandro aveva ordinato di costruire nei pressi del guado di [[Ohind]] ([[Udabhandapura]]), ad [[Efestione]] ed a [[Perdicca]], 25 chilometri a nord di [[Attock]].
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Qui gli venne incontro il regnante locale, [[Omfi]] ([[Ambhi]], poi chiamato ufficialmente Taxila). Egli non solo aveva già offerto il suo aiuto ad Alessandro in [[Sogdiana]], con 30 elefanti e 700 cavalieri, ma aveva anche rifornito Efestione durante la costruzione del ponte e si ripropose ad attendere l'intero contingente quando questo avrebbe attraversato il fiume. Gli venne riferito dal re di [[Taxila]] ([[Takshicila]]), una trentina di chilometri a nordovest della moderna [[Islamabad]], che la terra tra l'Indo ed il [[Gange]] era "vasta quanto quella compresa tra il [[Tigri]] e l'Indo medesimo, ma frammentata in tanti regni in perenne lotta fra di loro e retta da re che avrebbero potuto esser figli di un barbiere" (frase offensiva per designare dei re-travicello, ostaggi dei dignitari di corte e/o dei generali dell'esercito).
Una missione esplorativa che il Macedone inviò nell'attuale regione indiana di [[
Alessandro desiderava ardentemente giungere "all'estremo confine della terra, laddove essa si getta nel grande Oceano". Alessandro voleva spingersi oltre il fiume [[Beas]], e oltre quel confine fluviale sembra vi fosse un popolo numeroso, retto da un'[[oligarchia]], ricco di elefanti, forse i [[Prasii]] o i [[Gangaridi]], che governava il bacino del Gange, della dinastia [[Nanda]], la cui capitale, [[Pataliputra]] (la greca {{lang-grc|Παλίμβοθρα|Palímbothra}}) era situata alla confluenza del [[Son (fiume)|fiume Son]] col Gange, presso la moderna città di [[Patna]].
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== La campagna antimacedone e la conquista del potere ==
[[File:EasternSatrapsAfterAlexander.jpg|
Il satrapo della [[Partia (satrapia)|Partia]], [[Peitone]] perse il controllo della satrapia dell'Indo già nel [[322 a.C.]], a causa del suo stolto tentativo di limitare il potere dei governatori locali, cosicché l'anarchia e la guerra civile scoppiarono tra i rajah che Alessandro aveva sottomesso precedentemente. Candragupta si mise a capo di una coalizione intenzionata a cacciare i macedoni al di là della catena montuosa dell'[[Hindukush]]. Per certi versi, la sua vita mostra un parallelismo con quella del primo re persiano e fondatore della dinastia achemenide, [[Ciro il
Nel frattempo, i seleucidi intervennero in prima persona nel Punjab per stroncare la ribellione, e tra le vittime cadde pure il rajah [[Poro (re indiano)|Poro]] ([[Pururava]] in [[Sanscrito]]), fatto assassinare, perché sospettato di tradimento, da [[Eumene di Cardia|Eumene]] proprio su ordine di [[Seleuco I Nicatore]] nel [[317 a.C.]]. A questo punto lo scontro con Candragupta fu inevitabile, ma il re indiano possedeva un esercito poderoso di 30 000 cavalieri, 600 000 fanti (tra fanti pesanti armati di spada e fanti leggeri armati di lancia), 9.000 elefanti, diverse migliaia di arcieri<ref>[http://www.1911encyclopedia.org/Chandragupta_Maurya Chandragupta Maurya<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110912220623/http://www.1911encyclopedia.org/Chandragupta_Maurya |data=12 settembre 2011 }}</ref>, ed a poco servì la famosa [[falange (militare)|falange]] macedone di fronte a una così imponente armata nemica. Solo nel [[305 a.C.]] in una battaglia campale in un'ignota località compresa tra il [[Deserto di Thar]] e la sponda orientale dell'Indo, l'esercito indiano ebbe infine ragione su quello macedone-persiano. la pace, siglata nel [[301 a.C.]] fu assai umiliante per i macedoni, che persero per sempre tutti i territori del Punjab, del bacino dell'Indo, degli attuali [[Pakistan]] ed [[Afghanistan]] ([[Gedrosia]] ed [[Aracosia]]). In cambio ebbe 500 elefanti, l'instaurazione di rapporti diplomatici ([[Megastene]], autore del perduto trattato "Indike chora", era l'ambasciatore ufficiale di Seleuco presso Candragupta ed a lui dobbiamo tutte le notizie circa la società e la politica Maurya) e le nozze tra la figlia di Seleuco con Candragupta medesimo. Le successive campagne belliche, tra il [[300 a.C.|300]] ed il [[290 a.C.]] vennero intraprese da Candragupta nei territori tra il [[Bangladesh]] e gli [[Stati Shan]] (nelle regioni settentrionali dell'attuale [[Birmania]]
== Organizzazione dell'Impero Maurya ==
▲[[File:Shravanabelagola2007 - 44.jpg|min|La grotta Bhadrabahu, dove secondo la tradizione Candragupta Maurya morì. [[Shravanabelagola]], Karnataka, India
Il Regno dei Nanda - in base alle fonti storiche<ref>Megastene: "Indike Chora", opera in 4 libri, perduta, ma utilizzata da Ammiano Marcellino e Plutarco</ref> era molto oppressivo e dispotico, ragion per cui non fu impresa difficile per Candragupta rovesciarlo. Già aveva capeggiato un'insurrezione nel [[328 a.C.]] fallita grazie all'intervento dell'esercito reale, cosa che costò a lui l'esilio<ref name="A" />. Il vero protagonista nell'organizzazione dell'Impero, però, fu [[Cāṇakya]] ([[Kauṭilya]]), maestro di Candragupta dal momento del loro esilio. I due s'incontrarono della [[Foresta di Vindhya]], nella regione centrale del [[Deccan]] e peregrinarono assieme fino a Taxila, al momento dell'invasione macedone. Mentre il futuro imperatore Chadragupta osservava l'organizzazione militare greca, il suo maestro ne apprendeva la legislazione e l'organizzazione civile. Al momento dell'ascesa al trono, Candragupta nominò il proprio maestro alla carica di Primo Ministro. A lui si deve tutta l'organizzazione interna dell'impero. Il regno era diviso in quattro vicereami suddivisi a loro volta in province rette da funzionari (pradeshika), che amministravano le province, raccoglievano i dazi ed amministravano la giustizia locale attraverso un proprio apparato burocratico. Tutti i governatori locali rispondevano ai funzionari centrali i quali riportavano direttamente all'imperatore. La forza motrice dell'economia maurya erano i commerci e la monetazione. Anche l'agricoltura era ben sviluppata, favorita dal suolo fertile e dal clima tropicale dell'India. Anche l'attività estrattiva era fiorente: molto commerciati erano i diamanti e l'oro. Infine le spezie ed altri generi di lusso (perle, corallo, legname pregiato) concorrevano all'economia dell'impero. Il regno Maurya si avvaleva di forze militari molto numerose ed anche ben organizzate ed addestrate, in cui si fondevano le concezioni macedoni (cavalleria e falange) con la fanteria pesante indiana (arcieri e lancieri issati sugli elefanti). Rapporti diplomatici stabili erano instaurati coi regni ellenistici, coi principati cinesi, con l'isola di [[Ceylon]] ("[[Taprobane]]") e con l'attuale [[Indocina]]. La religione di Stato era l'[[induismo]], ma i sovrani e gli altri dignitari, per sottrarsi all'influenza dei sacerdoti induisti, professavano altre fedi: Candragupta si convertì, fondatore della dinastia, al [[giainismo]], mentre suo nipote, [[Aśoka]] professò il [[buddismo]]. Candragupta, all'età di 45 anni, nel [[298 a.C.]], abdicò in favore del figlio [[Bindusara]].
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* {{cita libro|autore=Paddy Docherty|titolo=Khyber Pass: Una storia d'imperi e d'invasioni|editore=Il Saggiatore|anno=2012|pp=67-68|cid=Docherty 2012|url=https://books.google.it/books?id=phYFOSEhYFgC&lpg=PA65}}
* {{cita pubblicazione|autore-capitolo=H.C. Raychaudhuri|lingua=en|url=https://indianculture.gov.in/ebooks/age-nandas-and-mauryas-0|cid=Raychaudhuri 1967|
* {{Cita pubblicazione|autore=[[Edward Thomas (antiquario)|Edward Thomas]]|titolo=Jainism or The early faith of Asoka|rivista=Nature|volume=16|numero=407|p=329|url=https://archive.org/details/jainism_00thom|anno=1877|editore=London, Trübner & co.|città=Londra|lingua=en|doi=10.1038/016329a0}}
* {{cita libro|lingua=en|autore=Upinder Singh|anno=2016|cid=Singh 2016|titolo=A History of Ancient and Early Medieval India: From the Stone Age to the 12th Century|editore=Pearson Education|url=https://books.google.it/books?id=Pq2iCwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|isbn=978-93-325-6996-6}}
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