Ordine di Santo Stefano papa e martire: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|l'omonimo ordine
{{nota disambigua|l'ordine della corona ungherese|Ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria}}{{Onorificenza|nome=Ordine di Santo Stefano papa e martire|nomecompleto=Insigne sacro e militare ordine di Santo Stefano papa e martire|immagine=Cr Stefanus Paus en Martelaar aan lint.jpg|legenda=L'insegna dell'Ordine|concesso da={{simbolo|Bandiera del granducato di Toscana (1562-1737 ).png|40}} {{simbolo|State flag simple of the Grand Duchy of Tuscany.svg|40}}<br />[[Granducato di Toscana]]|tipologia=Ordine religioso-cavalleresco|motto=|status=cessato|data istituzione=15 marzo [[1562]]|primocapo=[[Cosimo I de' Medici]]|data cessazione= 17 gennaio [[1908]]|luogo cessazione=[[Salisburgo]]|gradi=Cavaliere di Gran Croce<br/>Commendatore<br/>Cavaliere|precedenza=[[Onorificenze degli Stati preunitari d'Italia|Precedenza]]|ordinepiùalto=-|ordinepiùbasso=[[Ordine del Merito sotto il Titolo di San Giuseppe]]|immaginenastro=TOSC Order of Santo Stefano BAR.svg|legendanastro=Nastro dell'ordine}}L{{'}}'''Ordine di Santo Stefano papa e martire''' (anche noto come '''Insigne sacro e militare ordine di Santo Stefano papa e martire''') era un [[ordine cavalleresco]], di natura religiosa, fondato nel [[1562]] da [[Cosimo I de' Medici]], primo [[Sovrani di Toscana|Granduca di Toscana]], divenendo l'onorificenza granducale più importante, fino al [[1859]], quando il Granducato fu conquistato ed [[Province Unite del Centro Italia|annesso dai Savoia]].
==Storia==
=== Fondazione ===
[[File:Naldini, Giovanni Battista - Official portrait of Cosimo I de' Medici as Grand Duke of Tuscany.jpg|sinistra|miniatura|[[Cosimo I de' Medici]].]]
[[Cosimo I de' Medici|Cosimo I de’ Medici]], primo [[Sovrani di Toscana|Granduca di Toscana]], per perseguire gli ambiziosi progetti che si era prefisso si avvalse di un Ordine equestre, sacro, militare e marittimo riservato ai fedelissimi alla sua dinastia. Il 1 ottobre [[1561]] il [[Pontefice]] [[Papa Pio IV|Pio IV]] emanò il “Dilecto Filio”, erigendo ed istituendo di fatto la “Religione” del Duca, che fece redigere a Firenze degli Statuti simili a quelli di Ordini già esistenti, in particolare l'[[Sovrano Militare Ordine di Malta|Ordine di Malta]], adottandone la croce ottagona, ma invertendone i colori <ref name=":02">{{Cita web|url=https://www.istituzionecavalieri.it/listituzione/|titolo=Ordine di Santo Stefano, storia}}</ref>.
Il 1 febbraio [[1562]] Pio IV con la Bolla “His quae Pro Religionis Propagatione” approvò gli Statuti e il 15 marzo consacrò l’Ordine sotto la [[Regola benedettina|regola Benedettina]] e la protezione di Santo Stefano Papa e Martire, conferendo a Cosimo I de’ Medici e ai suoi discendenti il titolo e l’abito di Gran Maestro. Il nuovo ordine fu intitolato a [[Papa Stefano I|Santo Stefano I]] [[papa]] e [[martire]], il cui papato durò dal [[254]] al [[257]], poiché nell'anniversario della sua morte, 2 agosto, le truppe medicee compirono due vittorie importanti: nella [[Battaglia di Scannagallo|Battaglia Scannagallo]] del 1554, e quella di [[Battaglia di Montemurlo|Montemurlo]], combattuta nel [[1559]]. Emblema dell'Ordine era una croce rossa in campo bianco. I gradi dell'ordine, dopo il Gran maestro, erano Commendatore maggiore, che aveva funzione di luogotenente, il Gran contestabile, al quale era affidato il comando delle truppe da sbarco, e l'Ammiraglio. Questi dignitari, dai quali dipendevano i priori e i balì, insieme con alcuni cavalieri nominati dal Gran maestro o dal Capitolo generale, formavano il Consiglio dei dodici che aveva il governo dell'Ordine <ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/santo-stefano-ordine-di_(Enciclopedia-Italiana)/#google_vignette|titolo=Treccani, Ordine di Santo Stefano fondazione}}</ref>.
{{Vedi anche|Marina del Granducato di Toscana}}
[[File:Galei of galjas van de Orde van Sint-Stephanus.JPG|sinistra|miniatura|Raffigurazione di un'unità della Marina dell'Ordine di Santo Stefano.]]
[[File:Coat of Arms of the Grand duchy of Tuscany.svg|miniatura|Stemma del Granducato con la croce rossa dell'ordine stefaneo.]]
L'amministrazione era diretta da un Conservatore generale, e alle spese si provvedeva con le decime del clero e con contributi dei cavalieri stessi. Questi erano divisi in tre categorie: militi, ecclesiastici e serventi. All'atto dell'ammissione dovevano prestare tre voti: di carità, di castità (ossia fedeltà) coniugale e di ubbidienza. La sede dell'Ordine fu a [[Pisa]], nella piazza che prese il nome. dai cavalieri. Nel [[Palazzo dei Cavalieri|Palazzo]], costruito dall'architetto Vasari, i militi trovavano una vera accademia nautica, che dava loro tutto l'addestramento necessario. Gli statuti dell'Ordine, approvati da Papa Pio IV, erano modellati su quelli dell'Ordine di Malta. Il Granduca Ferdinando I ne fece una revisione e li pubblicò nel 1559. Si ebbe poi una nuova revisione per opera di Ferdinando II nel 1665 ed e una terza durante la reggenza dei Lorena, ovvero nel 1746.
Le prime unità della flotta stefaniana furono costruite a [[Pisa]], ma poi si vennero trasferite all'arsenale di [[Livorno]], che aveva aumentato la sua efficienza sotto la direzione di Dudley. Non si può fare una netta distinzione tra marina granducale e marina dell'Ordine; al tempo di [[Cosimo I de' Medici|Cosimo I]], l'una era in completa decadenza, e l'altra ebbe il duplice compito, religioso ed economico, quindi di fermare la diffusione della fede musulmana e di liberare il commercio [[Mar Mediterraneo|mediterraneo]] dalla minaccia permanente dei pirati turchi. Dodici navi stefaniane, sotto bandiera pontificia ma con equipaggi dell'Ordine, combatterono a [[Battaglia di Lepanto|Lepanto]]. Dopo alcuni anni dì riorganizzazione la flotta ebbe il suo periodo di più gloriosa attività, dal [[1587]] al [[1609]], durante il governo di [[Ferdinando I de' Medici|Ferdinando I]], sotto la guida dell'[[Ammiraglio]] [[Jacopo Inghirami|Iacopo Inghirami]], che si distingue nell'espugnazione della Prevesa, avvenuta nel 1605, e nell'[[Battaglia di Bona|impresa di Bona]] del [[1607]]. L'esempio dell'Inghirami fu seguito dai suoi successori, [[Giulio Barbolani|Giulio Barbolani di Montauto]], che nel 1626 forzò i [[Dardanelli]], Lodovico da Verrazzano e Camillo Guidi. Così nel secolo XVII l'Ordine contribuì validamente a frenare l'audacia musulmana e riaffermò il prestigio dell'Italia nel Mediterraneo.
[[File:Galere di Santo Stefano.svg|miniatura|[[Galera|Galere]] di Santo Stefano.]]
[[File:Joseph Dorffmeister - Großherzog Ferdinand III. (1769-1824), Sohn von Leopold II., in seiner Bibliothek sitzend, Kniestück.jpg|sinistra|miniatura|[[Ferdinando III di Toscana]].]]
Ma dopo la morte di [[Ferdinando I de' Medici|Ferdinando I di Toscana]] e specialmente con [[Ferdinando II de' Medici|Ferdinando II]], la marina stefaniana andò decadendo. Gli [[Asburgo-Lorena di Toscana|Asburgo-Lorena]], saliti al trono mediceo nel [[1737]] a seguito della morte di [[Gian Gastone de' Medici|Gian Gastone]], riorganizzarono la forza navale dell'Ordine, ma i trattati firmati con i [[Impero ottomano|Turchi]], a metà del [[XVIII secolo]], le operazioni militari della marina terminarono. La marina stefanea possedeva un ricco [[Cartografia|patrimonio cartografico]], specialmente l'Atlante nautico del Cavallini del 1688. L'Ordine fu soppresso dai [[Primo Impero francese|francesi]] nel 1809, per poi essere ripristinato nel 1814 quando [[Ferdinando III di Toscana|Ferdinando III di Lorena]] ritornò nel [[Granducato di Toscana|Granducato]] e con ''[[motu proprio]]'' del 15 agosto [[1815]], ripristinò l'Ordine stefaniano riformandolo con successivo decreto del 22 dicembre [[1817]]. Venne nuovamente soppresso nel [[1859]], quando il [[Ferdinando IV di Toscana|Granduca Ferdinando IV]] fu costretto a lasciare [[Firenze]], con l'[[Province Unite del Centro Italia|annessione della Toscana]] ai [[Casa Savoia|Savoia]]. Il 20 dicembre 1866 la dinastia [[Asburgo-Lorena di Toscana|Asburgo-Toscana]] sparì confluendo definitivamente nella [[Asburgo-Lorena|Casa Imperiale d'Austria]], che accolse anche l'ultimo Granduca ed i membri della famiglia asburgica toscana. A Ferdinando fu permesso di mantenere il suo titolo, mentre i figli divennero [[Arciduca]] o [[Arciduca d'Austria|Arciduchesse d'Austria]], perdendo il trattamento Principi o Principesse di Toscana.
Nel 1870 Ferdinando IV abdicò ai diritti di pretendente al Granducato di Toscana a favore dell'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria]] <ref>Bernd Braun: Das Ende der Regionalmonarchien in Italien. Abdankungen im Zuge des Risorgimento. In: Susan Richter, Dirk Dirbach (Hrsg.): Thronverzicht. Die Abdankung in Monarchien vom Mittelalter bis in die Neuzeit. Böhlau Verlag, Köln, Weimar, Wien 2010, pagg. 251–266</ref><ref>Benedikt, Heinrich, Kaiseradler über dem Apennin. Die Österreicher in Italien 1700 bis 1866. Vienna: Herold Verlag, 1964</ref><ref>Karl Vocelka, Lynne Heller: Die private Welt der Habsburger: Leben und Alltag einer Familie, Styria, 1998, pag. 253, colonna I</ref><ref>Das Haus Habsburg: Vorspann; Register; Quellen; Das Haus Alt-Habsburg; Das Haus Habsburg-Lothringen, Alois Jahn, Selbstverl, 2002, pag. 59, 65</ref> e pertanto con lui cessò ogni pretesa politica sulla Toscana, per tutti i discendenti di [[Leopoldo II]] <ref>Annuario della Nobiltà Italiana, XXXII edizione, 2014, parte I</ref>. Il Gran Magistero dell'Ordine di Santo Stefano cessò invece con la morte di Ferdinando IV <ref>Rivista Araldica, anno 1913, volume 11, pagina 381, Roma, Collegio Araldico: "Da informazione ufficiale assunta a Vienna togliamo quanto segue «A Sua Altezza I. R. il defunto Granduca Ferdinando IV di Toscana era stato permesso dall'Impero austro-ungarico e dagli Stati dell'Impero germanico, di conferire i tre Ordini toscani, inerenti alla Sovranità, che anche spodestato, rimase all'Augusto principe fino alla sua morte. Il titolo di Principe di Toscana fu solo autorizzato ai membri della famiglia granducale nati prima del 1866. Dopo la morte del Granduca (1908) tutti gli augusti figli del defunto dovettero solennemente rinunciare ad ogni qualsiasi diritto di cui personalmente ed eccezionalmente godeva il padre. Quindi il Gran Magistero dell'Ordine di S. Stefano per volontà di S. M. l'Imperatore e Re è terminato col defunto granduca, né più sarebbe accettato dagli augusti principi lorenesi"</ref>. Francesco Giuseppe I aveva infatti proibito, dopo la morte del granduca [[Ferdinando IV di Toscana|Ferdinando IV]], avvenuta nel [[1908]], di assumere i titoli di granduca o di principe o principessa di Toscana; nessuno dei figli dell'ultimo Granduca nati dopo il 1866 si intitolò principe o granduca di Toscana né, correttamente, prese possesso degli estinti ordini dinastici già conferiti dai [[Sovrani di Toscana|Granduchi di Toscana]] <ref name="icocregister.org">{{Cita web|url=https://www.icocregister.org/ORDINI/antichistati/asburgolorenatoscana/stefano/toscana1.html|titolo=Santo Stefano con la caduta della monarchia toscana}}</ref>.
=== Composizione ===
[[File:Pisa Palazzo dei Cavalieri e Chiesa di Santo Stefano dei Cavaleri 1.jpg|miniatura|Palazzo dei Cavalieri a [[Pisa]].]]
[[File:Van der Werff, Adriaen - Gian Gastone de' Medici, 1698-1704.jpg|sinistra|miniatura|[[Gian Gastone de' Medici|Gian Gastone]], ultimo [[Sovrani di Toscana|Granduca di Toscana]] della [[Medici|famiglia de' Medici]].]]
L'amministrazione era diretta da un Conservatore generale, e alle spese si provvedeva con le decime del clero e con contributi dei cavalieri stessi. Questi erano divisi in tre categorie: militi, ecclesiastici e serventi. All'atto dell'ammissione dovevano prestare tre voti: di carità, di castità, ossia fedeltà, coniugale e di ubbidienza. Prima di venire arruolati nell’Ordine, gli insigniti dovevano seguire tre anni di noviziato, durante i quali venivano impartite nozioni di geometria, cosmografia, aritmetica, disegno, cartografia, storia, pratica delle armi da punta e da fuoco. Veniva inoltre provato l’imbarco su una galea dell’Ordine. La carica di Gran Maestro spettava al [[Granduca di Toscana]], prima [[Medici|de' Medici]] e poi [[Asburgo-Lorena di Toscana|Asburgo-Toscana]], Il governo interno era retto da un Capitolo generale, cioè l’assemblea di tutti i Cavalieri tenuta a scadenza triennale, da un consiglio provinciale e dal consiglio dei Cavalieri composto inizialmente di dodici membri, per poi venire ridotti alle cinque grandi cariche. Nella pratica però l’autorità si concentrava nelle mani dell’auditore, scelto direttamente dal sovrano, e poi subordinatamente ai Cavalieri di Gran Croce, i grandi dignitari dell’Ordine specializzati in vari settori organizzativi.
[[File:Sustermans, Justus - Official portrait of Ferdinando II de' Medici as Grand Duke of Tuscany.jpg|miniatura|[[Ferdinando II di Toscana]].]]
La sede dell'Ordine fu a [[Pisa]], nella piazza che prese il nome. dai cavalieri. Nel [[Palazzo dei Cavalieri|Palazzo]], costruito dall'architetto Vasari, i militi trovavano una vera accademia nautica, che dava loro tutto l'addestramento necessario. Gli statuti dell'Ordine, approvati da Papa Pio IV, erano modellati su quelli dell'Ordine di Malta. Il Granduca Ferdinando I ne fece una revisione e li pubblicò nel [[1559]]. Si ebbe poi una nuova revisione per opera di [[Ferdinando II de' Medici|Ferdinando II]] nel [[1665]] ed e una terza durante la reggenza dei Lorena, ovvero nel [[1746]]. Il 16 novembre [[1859]], con la formazione del Governo Provvisorio della Toscana, l'Ordine verrà nuovamente soppresso, ma gli studiosi hanno più volte richiamata l'attenzione sulla incompetenza del Governo Provvisorio di Toscana a sopprimere un Ordine, sanzionato ''dinastico'', da Bolle della Santa Sede. Fu prevista dallo Statuto e da apposito Regolamento l’emanazione di speciali promesse di castità coniugale, carità e obbedienza (“professione stefaniana”), dalla quale però il Gran Maestro potette dispensare.
Comunque, entro il [[1961]], anno della rinuncia alle pretese dinastiche e politiche di [[Ottone d'Asburgo-Lorena]], allora capo di tutta la ex Casa sovrana degli Asburgo Lorena, tutti i discendenti in linea maschile di [[Leopoldo II di Toscana]], ultimo granduca di Toscana già effettivamente regnante sino ala 1859, avevano rinunciato ai loro titoli e diritti dinastici. <ref>Wolfram Bitschnau. Heimkehr der Habsburger. Der Kampf um das Ende der Landesverweisung. Taschenbuch, Kapitel II "Der Fall Rudolph von Habsburg", pagina 23, Ares Verlag, 1 gennaio 2005, ISBN 3902475099 “Come già accennato, dopo la dichiarazione di rinuncia di Otto e di una parte dei suoi fratelli, restava aperta la questione di come i restanti membri della famiglia dovessero essere trattati in merito all'espulsione. Poiché la linea toscana aveva rilasciato una dichiarazione di rinuncia, nessuno di questa linea fu espulso dal paese" ("Wie schon erwähnt, blieb nach der Verzichtserklärung Ottos und eines Teiles seiner Geschwister die Frage offen, wie die restlichen Familienmitglieder hinsichtlich der Landesverweisung behandelt werden sollten. Da die Linie Toskana durchwegs eine Verzichtserklärung abgegeben hatte, war niemand aus dieser Linie des Landes verwiesen)</ref>
Nonostante l'estinzione del Gran Magistero nel [[1908]] con la morte di [[Ferdinando IV]], ultimo Granduca di Toscana anche se mai regnante, e nonostante le rinunce ai diritti dinastici dellal linea toscana prima del 1961, negli anni 1971-1972 uno dei suoi discendenti, non primogenito <ref>Almanach de Gotha, Justus Perthes, 1930</ref>, Goffredo d'Asburgo-Lorena, ignorando le rinunce di suo nonno Ferdinando IV ed, insieme, l'autorizzazione al conferimento degli Ordini dinastici toscani ottenuta personalmente da parte dell'Imperatore [[Francesco Giuseppe]] e solo ed esclusivamente sino alla morte dello stesso [[Ferdinando IV di Toscana|Ferdinando IV]], che avverrà nel 1908, riprese a fare conferimenti dell'Ordine di Santo Stefano e degli altri Ordini cavallereschi, già conferiti da Ferdinando IV e dai suoi predecessori nel governo del Granducato di Toscana, sotto la direzione di [[Giorgio Cucentrentoli]] creato nel contempo Conte di Monteloro dallo stesso Goffredo<ref>Giorgio Cucentrentoli, Gli ultimi Granduchi di Toscana, Bologna, 1975</ref>. Si trattò, in realtà, di una nuova fondazione dell'[[Ordine di Santo Stefano papa e martire (1971- / 2001-)]] che copiava degli Statuti e parte delle insegne del vecchio ordine cavalleresco e che neppure potette invocare una continuità nel gran magistero non avendo nessuno dei figli di Ferdinando IV, e quindi Pietro Ferdinando, padre di Goffredo, rivendicato nulla circa il gran magistero degli ordini toscani<ref>«[[Annuario della nobiltà italiana]]», XXXIII edizione (2015-2020), a cura di Andrea Borella, Teglio, Annuario della Nobiltà italiana foundation trust, 2021, ISBN 9788894286106, volume I, pagine CCCLXXIII-CCCLXXXIV.</ref>.L'ex primo ministro del Regno di Sassonia e I.R. ministro degli esteri e ministro della casa imperiale e reale Ferdinand von Beust (1809-1886) dichiarò: “La famiglia granducale toscana ha perso i suoi diritti sovrani a causa delle vicende politiche. Questo ramo della Famiglia Imperiale Austriaca è quindi naturalmente subordinato ai diritti e ai doveri di tutti gli altri membri dell'Altissima Famiglia Imperiale. I Granduchi Leopoldo e Ferdinando, così come i fratelli più illustri di quest'ultimo, sono quindi d'ora in poi solo da considerare come Arciduchi d'Austria e da trattare secondo lo Statuto dell'Altissima Famiglia del 3 febbraio 1839”<ref>Annuario della Nobiltà Italiana, XXXIII edizione, 2015-2020, parte I, pagg. CCCXL, citando: List, Joachim: “Beiträge zur Stellung und Aufgabe der Erzherzoge unter Kaiser Franz Josef I”, PhD tesi, inedita, vol. 1, Vienna, p. 225</ref><ref>Georg Frölichsthal: Fürstenrechtliche Überlegungen zur Eigenständigkeit des Hauses Toscana, Heraldisch-Genealogische Gesellschaft ADLER, ZSA 32 (XLVI), 2024, pagine 227–238</ref>.
Le classi dell'Ordine erano:
* Priore di Gran Croce
* Balì di Gran Croce
* Commendatori
* Cavalieri
{| class="wikitable" align="center" width="30%"
| colspan="3" align="center" |[[File:Divisa.Ord.S.StefanoPapaMartire.png|centro|350x350px]]
|-
|[[File:Insegna dell'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire (Cavaliere).png|centro|183x183px]]
|[[File:Insegna dell'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire (Commendatore).png|centro|101x101px]]
|[[File:Insegna dell'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire (Gran Croce).png|centro|152x152px]]
|-
| width="20%" valign="top" align="center" |[[File:TOSC_Order_of_Santo_Stefano_BAR.svg|centro|100x100px]]<small>Cavaliere</small>
| width="20%" valign="top" align="center" |[[File:TOSC_Order_of_Santo_Stefano_BAR.svg|centro|100x100px]]<small>Commendatore</small>
| width="20%" valign="top" align="center" |[[File:TOSC_Order_of_Santo_Stefano_BAR.svg|centro|100x100px]]<small>Balì/Priore di Gran Croce</small>
|}
La carica di [[Gran maestro|Gran Maestro]] veniva attribuita al [[Granduca di Toscana]].<gallery>
File:Portrait Ferdinando II de Medici.jpg|[[Ferdinando II de' Medici]]
File:Porträt des Großherzogs Cosimo III de Medici.png|[[Cosimo III de' Medici]]
File:Ritratto di Ludovico I di Etruria.jpg|[[Ludovico I di Etruria]]
File:Ritratto di Ferdinando III di Toscana.jpg|[[Ferdinando III di Toscana]]
File:Leopoldo II.jpg|[[Leopoldo II di Toscana]]
</gallery>Le insegne dell'Ordine stefaneo, in particolare la croce rossa, furono impiegate negli stemmi e nelle bandiera granducali di Toscana <ref name=":03">[http://www.rbvex.it/toscana.html Bandiere degli Stati italiani preunitari: Toscana].</ref>.<gallery>
File:Flag of the Grand Duchy of Tuscany (Medici period).svg|Bandiera granducale all'epoca dei Medici.
File:Flag of the Grand Duchy of Tuscany with Lesser Coat of arms.svg|Bandiera semplificata di Stato, nel [[XIX secolo]].
File:Flag of the Grand Duchy of Tuscany with Great Coat of arms.svg|Bandiera con Grande Stemma, nel [[XIX secolo]].
File:Flag of the Grand Duchy of Tuscany (1848-1849).svg|Bandiera statale di Toscana ([[1848]] - [[1849]])
</gallery>
== Note ==
<references />
==Bibliografia==
*AA.VV. ''L'Ordine di Santo Stefano e l'amministrazione delle sue fattorie'', Pisa, Ets, 1999.
*AA.VV. ''Rivista Araldica'', Roma, 1913
*AA.VV. ''Adler'', Vienna, 1954
*Benedikt, Heinrich ''Kaiseradler über dem Apennin. Die Österreicher in Italien 1700 bis 1866", Vienna: Herold Verlag, 1964
*Bernardini, Rodolfo ''Il Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, Ordine dinastico-familiare della Casa Asburgo Lorena'', Pisa, 1990
*Borella, Andrea ''Annuario della Nobiltà Italiana'', XXXIII edizione (2015-2020), Annuario della Nobiltà italiana foundation trust, Teglio, 2021, ISBN 978-88-94286-10-6
*Braun, Bernd "Das Ende der Regionalmonarchien in Italien. Abdankungen im Zuge des Risorgimento". In: Susan Richter, Dirk Dirbach (Hrsg.): Thronverzicht. Die Abdankung in Monarchien vom Mittelalter bis in die Neuzeit. Böhlau Verlag, Köln, Weimar, Wien 2010, pagg. 251–266
*Ciano, Cesare ''Santo Stefano per mare e per terra. La guerra mediterranea e l'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano dal 1563 al 1716'' (edizione bilingue in italiano e inglese), Pisa, CLD Libri, 2020. ISBN 978-88-7399-386-5
*Cappelletti, Licurgo ''Storia degli Ordini Cavallereschi'', ristampa anastatica, Sala Bolognese, 1981.
*Cibrario, Giovanni Antonio Luigi: ''Descrizione storica degli ordini cavallereschi'', 2 voll., Stabilimento Tip. Fontana, 1846
*Cibrario, Luigi ''Descrizione storica degli ordini cavallereschi antichi e moderni'', Napoli 1894.
*Cuomo, Franco ''Gli Ordini cavallereschi nel mito e nella storia'', Roma 1992.
*Cuomo, Raffaele ''Ordini Cavallereschi Antichi e Moderni'', vol. II, Napoli, 1894.
*
*Guarnieri, Gino ''L'ordine di Santo Stefano'', Pisa, 1966.
*Jahn, Alois " Das Haus Habsburg: Vorspann
*Libertini, Domenico ''Dagli antichi cavalieri agli attuali ordini cavallereschi'', Città di Castello 2009.
*Moroni,Gaetano ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica'', vol. LXX, Venezia 1854.
*Reina de Jancour, Maurizio ''Gli ordini cavallereschi «non nazionali» nella legge 3 marzo 1951 n. 178'', Milano, Jouvence, 2020, ISBN 978-88-7801-734-4
*Sodi, Stefano e Renzoni, Stefano ''La chiesa di Santo Stefano e la piazza dei Cavalieri'', collana Mirabilia Pisana, edizioni Ets, Pisa 2003.
*Viviano Marchesi, Giorgio ''La Galeria dell'Onore ove sono descritte le segnalate memorie del Sagr'Ordine Militare di S. Stefano P. e M. e de' suoi Cavalieri...'', Fratelli Marozzi, Forlì 1735.
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==Collegamenti esterni==
* {{Collegamento interrotto|1=https://www.istituzionecavalieri/
{{Onorificenze stati preunitari Italia}}
{{Medici}}
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Medici|Toscana}}
[[Categoria:Monarchia medicea|Santo Stefano]]
[[Categoria:Ordini religiosi cavallereschi|Stefano Papa e Martire, Ordine di Santo]]
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