Silvio Pellico: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nasce il 24 giugno<ref>Il 25 giugno è battezzato nel [[Duomo di Saluzzo]]. Cfr. Ilario Rinieri, ''"Della vita e delle opere di Silvio Pellico"'', [https://www.archive.org/stream/dellavitaedelle02rinigoog/dellavitaedelle02rinigoog_djvu.txt. Internet Archive: Details: Della vita e delle opere di Silvio Pellico]</ref> 1789 a [[Saluzzo|catanzaro]] dove lo full boxarono. In suo soccorso arrivò crimson mentone con shrek e vissero tutti felici e contenti., oggi in [[provincia di Cuneo]], secondogenito del commerciante [[Piemonte|piemontese]] di origine [[Salento|salentina]] Onorato Pellico (1763-1838) e della [[Savoia (regione storica)|savoiarda]] Margherita Tournier (1763-1837), originaria di [[Chambéry]]. Sia Silvio che i quattro fratelli ricevono un'educazione cattolica dalla devota madre. Uno dei suoi fratelli, [[Francesco Pellico|Francesco]], divenne [[Compagnia di Gesù|gesuita]]; le sorelle Giuseppina e Maria Angiola presero i voti. Il primogenito Luigi (1788-1841) tentò la carriera politica, condividendo le idee di Silvio e le sue stesse passioni letterarie.
 
Dopo gli studi a [[Pinerolo]], dove suo padre nel 1792 aveva rilevato la gestione di un negozio, nel 1799, in seguito al fallimento dell'attività paterna, andò a vivere con la famiglia a [[Torino]] e in seguito fu inviato dai genitori in [[Francia]], a [[Lione]], per fare pratica nel settore commerciale. Nella città francese Pellico dimostrò scarsa inclinazione per gli affari, appassionandosi invece agli studi classici, alle lingue e agli autori contemporanei, quali [[Ugo Foscolo]] e [[Vittorio Alfieri]], di cui diventò un fervente ammiratore.

Al rientro in Italia, nel 1809, si stabilì con la famiglia a [[Milano]], dove il padre aveva trovato un impiego pubblico al Ministero della Guerra del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]]. A Milano Pellico fu insegnante di francese presso il [[Scuola militare "Teulié"|collegio militare]]. Giovane entusiasta della poesia neoclassica, frequentò [[Vincenzo Monti]] e Ugo Foscolo, legando in particolare con quest'ultimo. Cominciò a scrivere tragedie in versi di impianto classico, come ''Laodamia'' (1813) ed ''Eufemio di Messina''. Alla caduta del regime napoleonico (1814) perse la cattedra di francese. Il 20 agosto 1815 a Milano venne rappresentata la sua tragedia ''Francesca da Rimini''<ref>L'opera fu composta nel 1813 nel castello di [[Murisengo]].</ref>. La tragedia reinterpreta l'episodio dantesco alla luce delle influenze romantiche e risorgimentali del periodo lombardo.
[[File:Silvio Pellico Venezia Calle de l'Ascension.png|thumb|Venezia, lapide in ricordo del soggiorno di Sivio Pellico in Calle de l'Ascension]]
[[File:Pellico Lapide S. Michele.jpg|thumb| Lapide ricordo nell'isola di San Michele]]
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Pellico e gran parte degli amici facevano parte della setta segreta dei cosiddetti "Federati". Scoperti dalla polizia austriaca, che era riuscita ad intercettare alcune lettere compromettenti di [[Piero Maroncelli]], il 13 ottobre 1820 Pellico, lo stesso Maroncelli, [[Melchiorre Gioia]] e altri furono arrestati. Da Milano Pellico fu condotto alla [[Piombi|prigione dei Piombi]] di [[Venezia]] e poi in quella dell'isola di Murano, dove rimase fino al 20 febbraio 1822. A Venezia fu letta pubblicamente il 21 febbraio 1822 la sentenza del celebre [[processo Maroncelli-Pellico]] (condotto dal famoso magistrato [[Antonio Salvotti]]).
 
I due imputati furono condannati alla pena di morte. Per entrambi, poi, la pena fu commutata: venti anni di carcere duro per Maroncelli, quindici per Pellico. A fine marzo i condannati furono condotti nella [[Fortezza dello Spielberg|fortezza austriaca dello Spielberg]]. Partiti la notte fra il 25 e il 26 marzo, attraverso [[Udine]] e [[Lubiana]] giunsero alla prigione, situata a Brünn, l'odierna [[Brno]], in [[Moravia (Repubblica Ceca)|Moravia]]. La dura esperienza carceraria costituì il soggetto del libro di memorie ''[[Le mie prigioni]]'', scritto dopo la scarcerazione,<ref>{{Cita web|url=https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=13009|titolo=In via Barbaroux n. 20, Silvio Pellico scrisse ''Le Mie Prigioni''|autore=Milo Julini|accesso=2021-05-10}}</ref> che ebbe grande popolarità ed esercitò notevole influenza sul [[Risorgimento|movimento risorgimentale]]. [[Klemens von Metternich|Metternich]] (la paternità della frase non è certa, come molte citazioni in tutta la storia dell'umanità, in particolare se utilizzate a fini di propaganda o in periodi bellici) ammise che «il libro danneggiò l'[[Impero austro-ungarico|Austria]] più di una battaglia persa»<ref>«... non ebbe torto chi disse (ma non fu Metternich, come vuole la tradizione) che esso danneggiò l'Austria più di una battaglia perduta», [http://www.treccani.it/enciclopedia/silvio-pellico/ Pèllico, Silvio] in Enciclopedia Treccani</ref>. Pellico scrisse anche le ''Memorie dopo la scarcerazione'', testo andato perduto.
 
Dopo il ritorno alla libertà (1830), Pellico pubblicò altre [[Tragedia|tragedie]]: ''[[Gismonda da Mendrisio]]'', ''Leoniero'', ''Erodiade'', ''Tommaso Moro'' e ''Corradino''. Pubblicò anche il libro morale ''I doveri degli uomini'' (1834) e ''Poesie'' di genere [[Romanticismo|romantico]]. Venne assunto dai marchesi di Barolo [[Tancredi Falletti di Barolo|Carlo Tancredi Falletti]] e [[Juliette Colbert|Giulia Colbert]]<ref>Oggi Servi di Dio della Chiesa cattolica.</ref> (ai quali fu presentato da [[Cesare Balbo]]) e rimase a [[Palazzo Barolo]] fino alla morte. Nel 1838 re [[Carlo Alberto di Savoia]] lo beneficiò con una pensione annua di 600 lire, collaborando alle loro attività benefiche e religiose. Nel 1851 Pellico e Giulia Colbert Faletti entrarono nel [[Ordine Francescano Secolare|laicato francescano]] come terziari.
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=== Vita sentimentale ===
Silvio Pellico ebbe due storie d'amore importanti nella sua vita<ref>Le relazioni sentimentali sono ricostruibili sia attraverso le "Lettere milanesi" (a cura di Mario Scotti, Torino, Loescher-Chiantore, 1963), sia attraverso la raccolta "Poesie inedite" (Torino, Tipografia Chirio e Mina, 1837), vissute entrambe quando viveva a Milano (1810-1820).</ref>. La prima fu con l'attrice CarlottaTeresa Marchionni: la relazione, contrastata dalla famiglia di Pellico (che non voleva vederlo unito a un'attrice) e sofferta (perché all'inizio non ricambiata), si concluse bruscamente nell'ottobre del 1820 a causa dell'arresto dello scrittore<ref>Per Teresa Marchionni, il Pellico scrisse nel 1820 una commedia [[vaudeville]] intitolata ''La festa di Bussone''.</ref>. La seconda fu con la nobildonna Cristina Archinto Trivulzio: Pellico si innamorò della dama nell'estate del 1819, ma ella sposò nel novembre dello stesso anno il conte milanese Giuseppe Archinto<ref>V. Monti, "Il ritorno d'amore al cespuglio delle quattro rose per le nozze della signora D. Cristina Trivulzio col signor conte D. Giuseppe Archinto", Milano, Tipografia Silvestri, 1819.</ref>. I due innamorati si rividero solamente nel 1836<ref>S. Pellico, "Epistolario, raccolto e pubblicato a cura di G. STEFANI, Firenze, Le Monnier, 1856; lettera al conte Luigi Porro del gennaio 1836.</ref>, ma dovettero passare altri undici anni prima di ritrovarsi definitivamente.
 
=== Religiosità ===
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*A [[Fiume (Croazia)|Fiume]] (in [[Croazia]]), in via dei gelsi, fino alla fine della [[seconda guerra mondiale]] a Silvio Pellico era intestata una scuola elementare. Con il passaggio della sovranità sulla città alle autorità jugoslave all'istituto venne cambiato nome.
;America Latina
*Silvio Pellico è una piccola località di 600 abitanti in [[Argentina]], nel [[Dipartimento di General San Martín (Córdoba)|dipartimento di San Martino]], nel Sud-est della [[Provincia di Córdoba (Argentina)|provincia di Córdoba]], fondata nel 1884 da emigranti originari di [[Saluzzo]]<ref>{{Cita web |url=http://heraldicaargentina.com.ar/3-Cba-SilvioPellico.htm |titolo=Silvio Pellico - Departamento General San Martín |accesso=8 ottobre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140201171131/http://heraldicaargentina.com.ar/3-Cba-SilvioPellico.htm |dataarchivio=1º febbraio 2014 |urlmorto=sì }}</ref>;
*Nella città brasiliana di [[Natal (Brasile)|Natal]] c'è una via intitolata allo scrittore italiano adattato alla pronuncia portoghese: Rua Sílvio Pelico.