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{{Bio
|Nome = Giorgio
|Cognome = Bertin
|Sesso = M
|LuogoNascita = Candiana
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1939
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = scultore
|Attività2 = pittore
|Attività3 = poeta
|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiano
|Immagine =
}} Ideatore del riciclaggio artistico dei [[Rifiuto|rifiuti]], sintetizzato nel termine ''Garbart'' (da ''Garbage'' e ''Art'').<ref>{{Cita libro|titolo=Garbart - Riciclaggi di Giorgio Bertin|anno=1988|editore=Casa Usher|p=55|citazione=Claudio Cantella: "Garbage, infatti, è il vocabolo inglese per indicare i rifiuti, ed è appunto dalla fusione di questa parola con art, arte, che nasce Garbart, da allora Garbart diventa sinonimo di Bertin e indica tutta al produzione artistica dell'autore a partire dal 1966"}}</ref><ref>{{YouTube|autore=Enzo Antonio Cicchino|DNzVuu0Q0yo|LO SCULTORE che ha mutato L'ABBANDONO in ARTE|data=2021}}</ref>
[[File:Giorgio_Bertin_con_la_scorta_del_dipartimento_di_sanità_di_New_York.jpg|alt=Giorgio Bertin con la scorta di tre persone del dipartimento di sanità di New York, davanti al deposito automezzi.|miniatura|Giorgio Bertin con la scorta del dipartimento della sanità di New York, che lo ha assistito nell'esecuzione del documentario sullo smaltimento dei rifiuti (via fluviale e terrestre) della città]]
 
== Biografia ==
Giovanissimo, si reca a [[Parigi]] per il suo interesse verso l'arte contemporanea, in particolare degli impressionisti, e visita altri paesi d’Europa, dedicandosi al lavoro di decoratore e illustratore di grafica araldica. Al rientro in Italia, si sviluppa il suo interesse ecologico e artistico per i rifiuti abbandonati nelle periferie delle città, iniziando così la produzione delle prime sculture. <!--Già prima degli anni '60, con l'avanzare delle nuove tecnologie, le società occidentali iniziarono a produrre oggetti di consumo non più assimilabili dall'ambiente. L'uso di nuove materie, genericamente chiamate plastiche o composti polimerici, ampliò ulteriormente il consumismo, con l'utilizzo massiccio di questi materiali.-->
 
A metà degli anni '60 si trasferisce a [[Firenze]] per documentarsi sulla cultura figurativa rinascimentale. Agli inizi degli anni '70, si sposta per motivi di lavoro come entomologo per il [[Consiglio Nazionale delle Ricerche]]<ref>{{Cita libro|cognome=Museo civico di storia naturale di Milano.|nome2=Museo civico di storia naturale di|cognome2=Milano|nome3=Società italiana di scienze|cognome3=naturali|titolo=Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale in Milano|url=https://www.biodiversitylibrary.org/item/268745|accesso=22 giugno 2024|data=2000|editore=Società Italiana di Scienze Naturali ; Museo Civico di Storia Naturale in Milano|p=199|volume=v.141(2000)}}</ref>, in vari paesi d’Europa, Africa e Medio Oriente. Durante questo periodo, compie ricerche e studi comparati sulla composizione dei R.S.U. (Rifiuti Solidi Urbani) in rapporto ai regimi politici e ai rispettivi livelli economico-industriali. Giorgio Bertin, si recò a New York tra il 1981 e il 1982 per vedere e documentare lo smaltimento, via fiume e via terra, dei rifiuti della città, (si trattava allora della città con la maggiore produzione: 15.000 t/giorno ca.)
 
=== New York (anni '80) ===
[[File:Gallina_estrogenata.jpg|alt=Scultura rappresentante una gallina, assemblata con RSU (Rifiuti Solidi Urbani)|miniatura|Gallina estrogenata (1983)]]
Spinto dal suo interesse per le problematiche ambientali, nel 1981, con i permessi e l’appoggio logistico del Dipartimento di Sanità di New York (compresa una scorta per i distretti problematici), raccoglie un’ampia documentazione sull'espulsione (via terra e via fluviale) dei rifiuti dalla città fino agli inceneritori e alle discariche di [[Brooklyn]] e [[Staten Island]].
 
Durante queste operazioni si accentua il suo interesse per le aree marginali, ovvero fasce di territorio dove sono stati sepolti i rifiuti, che si estendono dalle estreme periferie delle grandi città fino al loro perimetro, dove discariche e inceneritori sono ancora in funzione.
 
Qui entra in contatto con gruppi di “recycling artists” e “street artist” non solo americani, ma provenienti da ogni parte del mondo: pittori, scultori e musicisti, gente di spettacolo, in gran parte senza dimora, che abita e si esibisce nelle “marginal zones” e nei “boroughs” abbandonati e in gran parte crollati. Le esibizioni, comunemente chiamate "exhibitions", sorta di esibizioni artistiche clandestine, chiamate anche T.A.EX. (Total Artistic EXhibitions).<ref name="ref_A">{{Cita libro|autore=Giorgio Bertin|titolo=L'uomo che si butta via|anno=2019|editore=MnM Print|p=161|ISBN=978-8894394450}}</ref> Le strutture scelte erano molto grandi, in grado di contenere centinaia di opere e gli artisti che le producevano.<ref>{{Cita pubblicazione|anno=1984|mese=marzo|titolo=T.A.EX.|rivista=Panorama Mese|citazione=T.A.EX. (Total Artistic EXhibition) Esponente dell'espressionismo metropolitano, Giorgio Bertin visse a New York agli inizi degli anni ottanta, dove, con i permessi e l'aiuto del Dipartimento della Sanità, realizzò un documentario sulle varie fasi di espulsione dei rifiuti solidi urbani di questa città: raccolta, trasporto terrestre e fluviale negli inceneritori o interramento nei sanitary landfill (SPASMO-PLUS 1982 edizioni Stampa Alternativa Roma suppl. N.14276).
 
Durante la sua permanenza a New York, partecipò più volte alla T.A.EX. (Total Artistic EXhibition): enormi esibizioni artistiche “clandestine” che si tenevano in grandi edifici abbandonati dell'estrema periferia newyorkese, nelle quali tutte le forme espressive erano ammesse.
 
I materiali per l'arte figurativa: porte, finestre, legno, metallo, plastiche, cartone, erano in gran parte recuperati nelle aree circostanti agli edifici scelti per le esibizioni.
 
Come si ricava anche da vari frammenti biografici, sembra che lo stesso Jean-Michel Basquiat abbia partecipato sia come musicista che come pittore a più di una di queste esibizioni. Questo è confermato sia dal graffitismo e dall'uso di materiali recuperati, nonché dalle sue commistioni espressive che lo accomunano indelebilmente agli elementi fondanti delle T.A.EX.
 
Il termine Garbart, da "garbage" (rifiuti) e "arte", adottato da Giorgio Bertin per definire tutta la propria produzione artistica: pittura e scultura, è nato all'interno di questa esperienza unica e irripetibile.}}</ref>
 
Nel 1982 continua la sua attività poetica con il journal ''Spasmo Plus''<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Giorgio Bertin|traduttore=Rita Weil, Bixby, Orlando Arango|titolo=Spasmo-Plus|anno=1982|editore=Stampa alternativa|città=Vicenza}}</ref>, che riporta foto e poesie del lavoro svolto a New York.<ref>{{YouTube|autore=Enzo Cicchino|G7epm021Y78|SPASMO PLUS - "NEW YORK NEW YORK!" TRA I RIFIUTI SOLIDI URBANI libro di fotografia e poesia}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giuliano Serafini|anno=1983|mese=settembre|titolo=Recensione "Spasmo-plus"|rivista=Eco d'Arte}}</ref>
 
==== Il rapporto con l'Arte povera ====
Giorgio Bertin, al rientro in Italia, dopo l'esperienza americana, venne contattato da enti culturali, associazioni ecologiche e da esponenti dell'[[Arte povera]]. A suo parere l'Arte Povera non era abbastanza povera rispetto alla quantità di materiali rifiutati a disposizione, ritenendo anche che questo movimento non si rapportasse in modo adeguato alle problematiche ambientali.
 
Non si riconoscevano, inoltre, negli enunciati dell'Arte Povera avulsi dalla decadenza culturale e sociale indotta dal consumismo. In risposta a questo nacque il motto del gruppo: "''I rifiuti sono i fiori del male / del nostro tempo / e hanno tanto da raccontare / e da testimoniare"''<ref>{{Cita libro|autore=Giorgio Bertin|titolo=Anni di Cellophane|anno=2021|editore=Ibiskos Ulivieri|ISBN=978-8832721676}}</ref>.
 
=== Garbart ===
La '''Garbart''' nasce contestualmente alla [[Arte di strada|Street art]]; con essa condivide i fermenti artistico-culturali sviluppatisi soprattutto nelle aree marginali, e nelle periferie, in parte abbandonate, di questa città. Una coabitazione che non impedisce, nel tempo, la formazione di modalità espressive sempre più distinte, ben identificabili anche nella diversità tecnica e nell'uso dei materiali, che nel caso di artisti aderenti alla Garbart (''garbartist'') sono, in gran parte riciclati.
 
La peculiarità espressiva della Garbart, si delinea via via, e poi si concretizza nell'esprimersi con materiali e oggetti progettati, prodotti, consumati e [[Rifiuto|gettati dall'uomo]]; una modulazione espressiva implicitamente connessa al tempo in cui viene prodotta. Si basa infatti sul [[Riciclaggio dei rifiuti|riciclaggio]] artistico dei rifiuti, ideato agli inizi degli anni 70 da Giorgio Bertin (motivato anche dalle nuove problematiche ambientali causate dal consumismo). Oggetti e materiali cambiano destinazione e anche il loro destino, possono diventare una scultura, un bassorilievo, anziché finire in discariche o inceneritori.<ref>{{Cita libro|nome=Omar|cognome=Calabrese|nome2=Gerhart|cognome2=Schroeder|nome3=Claudio|cognome3=Cantella|titolo=Garbart: riciclaggi di Giorgio Bertin.|anno=1988|editore=La casa Usher.}}</ref> Successivamente, fenomeni assimilabili alla Garbart, (difficilmente documentabili in quanto poco indagati dalla critica ufficiale) oltre che negli USA, si riscontrano anche nelle aree marginali e di smaltimento delle più grandi città europee: [[Londra]], [[Parigi]], [[Berlino]]… dove schiere di garbartists si istallano dando il via agli "[[Atelier|ateliers]] collettivi"; in seguito questa tendenza artistica viene accolta da [[Omar Calabrese]] nel perimetro semantico del [[Neobarocco]].<ref name=":02">{{Cita libro|nome=Omar|cognome=Calabrese|titolo=Caos e bellezza: immagini del neobarocco|edizione=1. ed|data=1991|editore=Domus Academy|ISBN=978-88-7184-010-9}}</ref>
 
Il termine "Garbart" è stato creato da Gianmaria Mussio combinando le parole inglesi ''garbage'' (rifiuto) e ''Art'' (arte).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gianmaria Mussio|anno=1984|mese=aprile|titolo=La società dei rifiuti di Giorgio Bertin|editore=Istituto universitario di Architettura, Venezia|curatore=Prof G. Zecchi (corso di Igiene Edilizia)|citazione="The Garb Age/Letà del Garbo"}}</ref>
 
Nel libro di poesie ''Percorsi'' è presente una poesia della poetessa Giovanna Bruco dal titolo ''Garbart''.<ref>{{Cita libro|autore=Giovanna Bruco|titolo=Percorsi|anno=2022|pp=45-46|citazione=garbart \ arte di una garbage \ garbata \ nauseante e poetica ...|ISBN=9788832722222}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Garbart - Riciclaggi di Giorgio Bertin|ed=La Casa Usher|p=62}}</ref>
 
La Garbart, dice Giorgio Morales, assessore alla Cultura, poi sindaco, del Comune di Firenze<ref>{{Cita web|url=https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/politica/20_novembre_29/addio-giorgio-morales-fu-sindaco-piu-volte-assessore-firenze-af50b8a2-323a-11eb-af22-b420aa05c0ff.shtml|titolo=L’addio a Giorgio Morales, fu sindaco|autore=Mauro Bonciani|sito=Corriere Fiorentino|data=2020-11-29|lingua=it|accesso=2024-10-16}}</ref>, è l'arte dei rifiuti, ma non solo dei rifiuti, rivendica con pieno diritto la propria essenza di arte, combinandola con l'intenzione provocatoria di travalicarne i confini. La Garbart accetta e trasforma i rifiuti, non cerca di sublimarli ma di suggerire e provocare. Come Bertin scrive ne "La cultura dei rifiuti", un tempo l'arte celebrava la natura e la vita; oggi, invece, dobbiamo difenderle, e lui lo fa attraverso l'uso dei rifiuti. Ci costringe a riflettere sui rifiuti oltre i problemi tecnici e sociali della loro gestione, ponendo una questione più profonda: come affrontare la logica del consumo, dell'emarginazione e dei sottoprodotti indesiderati della tecnologia.<ref>{{Cita web|url=https://www.garbart.net/wnew/biografia/|titolo=Biografia|sito=Garbart|lingua=it|accesso=15 giugno 2024}}</ref>
 
=== Mostre ===
La prima mostra personale di Bertin è a Firenze, alla Galleria di Marcello Innocenti con la presentazione di Gerhart Schroeder.<ref>{{Cita web|url=http://www.florenceartgallery.com/|titolo=FLORENCE ART GALLERY - FIRENZE|lingua=it|accesso=15 giugno 2024}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.galleriaimmaginaria.com/2020/07/15/gianni-dorigo/|titolo=Gianni Dorigo {{!}} Galleria Immaginaria|lingua=it|accesso=15 giugno 2024}}</ref><!--http://159.213.233.182/ImageViewer/servlet/ImageViewer?idr=TECA00000112378#page/1/mode/2up mostra di giorgio bertin alla galleria la piramide firenze marzo 83, la nazione in link firenze 28 marzo 83, paese sera roma 29 marzo 83-->
 
Nel 1988, dal 28 maggio al 28 giugno, con il patrocinio del Comune di Firenze, della Provincia omonima e della Regione Toscana, gli viene offerto il Cortile della Dogana di [[Palazzo Vecchio]] per esporre oltre 100 opere prodotte dal 1967 al 1986. La mostra, ideata e coordinata dalle dottoresse Giovanna Bruco e Rita Albera, allestita dall’architetto [[Cristiano Toraldo di Francia]], ha come titolo “Garbart, riciclaggi di Giorgio Bertin”.<ref>{{Cita libro|nome=Omar|cognome=Calabrese|nome2=Gerhart|cognome2=Schroeder|nome3=Claudio|cognome3=Cantella|titolo=Garbart: riciclaggi di Giorgio Bertin.|anno=1988|editore=La casa Usher.|p=4|citazione=Ideazione e coordinamento: Giovanna Bruco; organizzazione: Rita Albera, consulenza: Claudio Cantella; allestimento: Cristiano Toraldo di Francia; responsabile della progettazione: Moreno Biagioni; Responsabile mostra: Daniela Romanelli; Foto del catalogo: Mauro Pocci}}</ref> Vista la grande affluenza di visitatori sia italiani che internazionali, tradottasi successivamente in richieste da parte di altre importanti città europee, viene iterata alla [[Festa de l'Unità|festa Nazionale dell’Unità]] a [[Campi Bisenzio]] dello stesso anno.
 
Nel 1992, nell’ambito delle manifestazioni culturali per la commemorazione del cinquecentenario del primo viaggio di Cristoforo Colombo ([[Expo 1992 (Genova)|le Colombiadi]]), su incarico del Comune di Genova, [[Omar Calabrese]] organizza una mostra internazionale dal titolo "Caos e Bellezza: Immagini del Neobarocco". Insieme a [[Fabrizio Plessi|Plessi]], [[Aldo Mondino|Mondino]], [[Valerio Adami|Adami]] e altri, Bertin è invitato a partecipare con alcune opere.<ref>{{Cita libro|nome=Omar|cognome=Calabrese|titolo=Caos e bellezza: immagini del neobarocco|edizione=1. ed|data=1991|editore=Domus Academy|ISBN=978-88-7184-010-9}}</ref><ref>{{YouTube|autore=Giovanna Bruco|VB2XoXxdD2s|Sculture di Giorgio Bertin (1960-1986)}}</ref><ref>{{YouTube|autore=Enzo Antonio Cicchino|QqrcffvZIEI|sculture 1968-1986}}</ref>
 
=== Premio Laura Nobile ===
{{Vedi anche|Premio Laura Nobile}}
 
Nel 1993 Bertin è fra i cinque poeti premiati del Premio Laura Nobile, premio biennale nazionale patrocinato dall'università di Siena.<ref>{{Cita libro|titolo=5 [cinque] poeti del premio Laura Nobile; Giorgio Bertin, Paola Febbraro, Luca Ferrieri, Guido Mazzoni, Marco Munaro|collana=Collana della rassegna biennale di poesia Laura Nobile|data=1995|editore=All'insegna del pesce d'oro di Vanni Scheiwiller|città=Milano|ISBN=978-88-444-1268-5}}</ref>
 
La giuria, che fa il punto sulla poesia italiana al 1993, è composta da [[Pietro Cataldi]], [[Andrea Zanzotto]], [[Francesco Leonetti]], [[Giulio Ferroni]], [[Guido Guglielmi]], [[Biancamaria Frabotta|Bianca Maria Frabotta]] e Sandro Briosi. È coordinata da [[Romano Luperini]] e presieduta da [[Luigi Berlinguer]], all'epoca rettore dell'[[Università degli Studi di Siena|università di Siena]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Marco Corsi|titolo=Canone e Anticanone. Per la poesia negli anni Novanta|p=46|url=https://flore.unifi.it/retrieve/e398c378-e449-179a-e053-3705fe0a4cff/Marco%20Corsi%20-%20Canone%20e%20Anticanone.%20Per%20la%20poesia%20negli%20anni%20Novanta%20%28Tesi%20Dottorato%20discussa%20in%20data%208%20aprile%202013%29.pdf}}</ref>
 
Successivamente continua la sua attività pittorica e poetica.<ref>{{Cita web|url=https://www.italiabookfestival.it/case-editrici/cataloghi/item/anni-di-cellophane-2|titolo=Anni di Cellophane - Italia Book Festival|accesso=17 giugno 2024}}</ref>
 
== Opere ==
 
* {{Cita libro|autore=Giorgio Bertin|titolo=L'uomo che si butta via|anno=2019|editore=MnM Print|ISBN=978-8894394450}}
* {{Cita libro|autore=Giorgio Bertin|titolo=Anni di cellophane|anno=2021|editore=Ibiskos Ulivieri|ISBN=978-8832721676}}
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
 
* {{Cita pubblicazione|anno=1988|titolo=I due lavori segnalati nella scultura|rivista=Eco d'arte moderna|città=Firenze|numero=66}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Enrico Mannucci|anno=1984|mese=marzo|titolo=La spazzatura racconta|rivista=Panorama mese|editore=Arnoldo Mondadori|numero=19|p=8}}
* {{cita libro|autore=Omar Calabrese|wkautore=Omar Calabrese|titolo=Garbart: riciclaggi di Giorgio Bertin|anno=1988|editore=La Casa Usher}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Gianmaria Mussio|anno=1984|titolo=La società dei rifiuti di Giorgio Bertin - Corso di Igiene Edilizia - Prof. G. Zecchi|editore=Istituto Universitario di Architettura|città=Venezia}}
 
== Collegamenti esterni ==
 
* [https://www.garbart.net/ Sito ufficiale]
{{Portale|biografie|pittura|scultura}}