Piazza Solferino (Torino): differenze tra le versioni

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|quartiere=[[Quadrilatero Romano]] ([[Centro storico di Torino|Centro]])}}
'''Piazza Solferino''' è una grande [[piazza]] del [[Centrocentro storico di Torino|centro storico]] della [[Torino|città sabauda]], limitata da [[via Pietro Micca]], via Santa Teresa e [[via Cernaia]] da una parte, enonché da via dell'Arcivescovado dall'altra.<br/> La piazza si presenta piuttosto stretta e lunga e rappresenta il punto d'inizio di corso Re Umberto.
 
Prende il nome dal comune di [[Solferino]] in [[provincia di Mantova]], dove avvenne l'importante [[Battaglia di Solferino e San Martino|battaglia]] che il 24 giugno [[1859]], vide la vittoria delle truppe franco-piemontesi contro gli austriaci durante la [[seconda guerra d'indipendenza italiana]].
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===Fontana Angelica===
Inaugurata il 28 ottobre 1930 dai vicepodestà Pietro Gianolio ed [[Euclide Silvestri]] dopo una vicenda decennale, è costituita da quattro imponenti gruppi di statue che si richiamano alle quattro stagioni. Fu voluta dal sindaco [[Riccardo Cattaneo]], grazie al finanziamento per legato testamentario del ministro plenipotenziario del re [[Paolo Bajnotti]] (1842-1919), e prese il nome di sua madre Angelica Cugiani Bajnotti. Secondo le disposizioni testamentarie la fontana avrebbe dovuto essere neogotica e posta avanti al Duomo. La commissione appositamente incaricata di avviare il concorso, formata da [[Carlo Francesetti di Mezzenile]], [[Leonardo Bistolfi]], [[Giovanni Chevalley]], [[Edoardo Rubino]] ed [[Enrico Thovez]], scartò queste indicazioni per identificare la testata della piazza Solferino come luogo urbanisticamente più adatto, favorito anche dalle alberate retrostanti. Al concorso di primo grado parteciparono 51 scultori e risultò favorito [[Guido Bianconi]], allievo di [[Leonardo Bistolfi|Bistolfi]]. La prova di secondo grado vide emergere i bozzetti di [[Giovanni Riva]], anche lui collaboratore di [[Leonardo Bistolfi|Bistolfi]]; quello dedicato alle ''Stagioni'', che prevedeva quattro giganteschi gruppi in bronzo, posti su un basamento di [[sienite]] della Balma ad elementi architettonici curvi, vinse il terzo grado di concorso e lo scultore ebbe assegnata l'opera il 2 agosto 1921. Dopo alcune modifiche secondarie il lavoro gli fu assegnato definitivamente il 31 ottobre dello stesso anno. Le sculture, elaborate in gesso nella palestra della scuola Silvio Pellico di via Madama Cristina e poi fuse, giunsero sui basamenti a rilento; i gruppi dell{{'}}''Autunno'' e dell{{'}}''Inverno'' sono datati nel bronzo al 1926, quelli della ''Primavera'' e dell{{'}}''Estate'' rispettivamente al 1928 ed al 1929. Con quest'opera, Riva portò a Torino, per la prima volta, riferimenti alle novità della scultura parigina posteriore ad [[Auguste Rodin]], in particolare ad [[Aristide Maillol]] e a [[Émile-Antoine Bourdelle]]. Purtroppo, il forte ritardo nella realizzazione, ne smorzò in parte l'impatto culturale.
 
* ''Primavera'': statua femminile sul lato inferiore orientale esterno, ha in grembo un nido di uccellini e un bimbo con uno stormo di rondini.
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===Palazzo Fiorina===
Anch'esso oltre il limite settentrionale della piazza, in realtà dà l'inizio di [[via Pietro Micca]], concepito da [[Carlo Ceppi]] nel [[1860]] e finanziato dalla ricca famiglia Fiorina, è un condominio rossiccio a tre piani, con ricche decorazioni tra il liberty torinese e il tardo-[[architettura barocca|barocco]], più eleganti porticati con capitelli [[neoclassicismo|neoclassici]].<br />All'angolo con via Botero, storico locale fu il Bar [[Birreria ''Voigt'']], poi divenuto [[Bar ''Norman'']], dove fu costituita per la prima volta, nel [[1906]], la squadra del [[Torino Football Club]].
 
===Torre Solferino===
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Detta anche ''Casa Alta'', fu eretta tra la [[Via Pietro Micca]] e Via Santa Teresa (lato nord-est della piazza), in sostituzione di un preesistente palazzo signorile costruito dal [[Carlo Ceppi|Ceppi]] e distrutto l'8 dicembre [[1942]], durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. La costruzione della Torre Solferino risale al [[1950]], su progetto di [[Gualtiero Casalegno]] (1912-1999), alta 50 metri e costituita da 15 piani fuori terra.<ref>{{cita libro|autore=Magnaghi Monge Re|titolo=Guida all'architettura moderna di Torino|editore=Newton Compton Editori|città=Torino|anno=1995|p=173}}</ref>
===Opere recenti===
All'inizio del 2004 fu inaugurato ''Atrium'', un doppio padiglione progettato da [[Giorgetto Giugiaro]], in occasione dei [[XX Giochi olimpici invernali]]; a seguito di polemiche circa l'opportunità di provvedere all'eliminazione di almeno uno dei due padiglioni, ormai caduti in disuso e fortemente degradati, nel corso del 2010 furono totalmente smantellati entrambi e fu realizzato un parcheggio sotterraneo <ref>{{cita web|autore=Marilena De Giorgio|url=http://torino.blogosfere.it/2009/10/piazza-solferino-al-via-la-riqualificazione-parcheggi-privati-addio-ai-gianduiotti-di-atrium.html|titolo=Piazza Solferino, al via la riqualificazione, parcheggi privati, addio ai "gianduiotti" di Atrium|accesso=10 novembre 2012|dataarchivio=8 dicembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111208160619/http://torino.blogosfere.it/2009/10/piazza-solferino-al-via-la-riqualificazione-parcheggi-privati-addio-ai-gianduiotti-di-atrium.html|urlmorto=sì}}</ref>.
[[File:La meridian di Piazza Solferino.JPG|thumb|upright=0.8|La nuova meridiana di Lucio Morra (2013)]]
Ultimati i lavori, il Comune inaugurò la nuova piazza il 16 giugno 2013 e, nell'occasione, fu ricollocato il monumento a [[Giuseppe La Farina|La Farina]], restaurato dopo essere stato rimosso nel 2003.<br /> Alla nuova pavimentazione in cubetti di porfido, fu inserita al suolo una meridiana colorata, opera di [[Lucio Morra]]. Parallelamente, un volto di bronzo di 4 metri chiamato "Hoy es hoy" (Oggi è oggi), opera contemporanea del messicano Javier Marin, fu collocato all'angolo con Palazzo Ceriana; dono della famiglia Giubergia, il volto, con i tratti femminili, rappresenta l'aspetto intellettuale e quello emotivo dell'umanità.
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==Curiosità==
{{curiosità}}
Piazza Solferino è stata l'ambientazione di molte scene del film ''[[La seconda volta]]'' ([[1995]]), del regista torinese d'adozione [[Mimmo Calopresti]].
 
==Note==
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==Bibliografia==
* {{cita libro|Renzo|Rossotti|Le Strade di Torino|editore=Newton Compton Editori|città=Roma|anno=1995|pp=590-594590–594}}
* ''Dove, Come, Quando - Guida di Torino '98-99'', Torino, Gruppi di Volontariato Vincenziano, 1997
 
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== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{cita web|1=https://www.storiepiemontesi.it/i-luoghi-malfamati-nella-torino-dellottocento-dovera-meglio-non-avventurarsi/|2=I luoghi malfamati nella Torino dell'Ottocento dov'era meglio non avventurarsi}}
 
{{Portale|architettura|Piemonte|Torino}}