Ferruzzi: differenze tra le versioni
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Figlio di agricoltori, Serafino Ferruzzi nacque a Ravenna nel 1908; dopo le scuole superiori, fino allo scoppio della guerra lavorò come rappresentante della [[Montecatini (azienda)|Montecatini]] per la [[Romagna]]. Nel 1942 si laureò in [[agraria]] a [[Bologna]] e nel 1948 costituì con due soci<ref>Due amici: Leo Manetti, trasportatore, e Lorenzo Benini, proprietario terriero. Manetti e Benini misero i soldi, Serafino le idee. Cesare Peruzzi, ''Il caso Ferruzzi'', Edizioni del Sole 24 Ore, pp. 50-51.</ref> la società a responsabilità limitata ''Ferruzzi Benini e C.'' (dal 1956 ''Ferruzzi e C.''); attività della società era il commercio di materie prime agricole, in particolare [[cereali]].
Inizialmente Ferruzzi si limitava a ritirare le partite di merce al porto di Ravenna, ma con l'aumentare dei traffici negli anni cinquanta la società iniziò a dotarsi di una rete di [[silo (struttura)|silo]] per lo stoccaggio situati inizialmente nei maggiori porti italiani<ref>Creando così la più potente e capillare rete di immagazzinaggio e smistamento d'Italia. Cesare Peruzzi, ''Il caso Ferruzzi'', op. cit. p. 53.</ref> e successivamente a noleggiare le navi per ritirare la merce direttamente ai porti d'imbarco degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e del [[America
Negli anni sessanta la Ferruzzi arrivò a insediarsi direttamente con i propri silos in [[Argentina]] e negli USA,<ref>Una trentina in totale, con mille betoniere e duecento vagoni ferroviari. Alberto Mazzuca, ''I potenti del denaro'', Editoriale Nuova, p.135.</ref> diventando una delle maggiori compagnie di compravendita del mondo e acquistando grandi tenute agricole. Aveva anche un posto alla Borsa merci di Chicago, la più grande del mondo: Serafino era l'unico italiano ad esserci. In Italia all'attività commerciale si erano aggiunte attività industriali nella lavorazione dei semi oleosi (''Italiana Olii e Risi'') e nella produzione del [[calcestruzzo]] (''Calcestruzzi''); nonostante l'esteso giro d'affari, a causa della riservatezza di Serafino Ferruzzi<ref>"Nessuno, neppure a Ravenna, immaginava che il dottore, quello delle granaglie, che si vedeva appena la domenica dal barbiere, che non andava mai in vacanza, fosse un personaggio così importante". Enzo Biagi, ''Dinastie'', Arnoldo Mondadori Editore, 1988, p. 168.</ref> l'azienda era poco conosciuta dal grande pubblico, pur essendo entrata nel capitale della ''Unicem'' (oggi [[Buzzi Unicem]]) in società con la [[Agnelli (famiglia)|famiglia Agnelli]].
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Dopo l'improvvisa morte del fondatore, gli eredi affidarono le deleghe operative per tutto il gruppo a [[Raul Gardini]], marito di [[Idina Ferruzzi]]. In anni in cui l'[[Europa]] andava trasformandosi da importatore a esportatore di cereali, le attività di compravendita persero importanza. Furono progressivamente sostituite dalla vendita sul mercato italiano della [[Glycine max|soia]] prodotta nelle tenute agricole della Ferruzzi in [[Argentina]]. In pochi anni Gardini trasformò la Ferruzzi, che fino ad allora traeva l'80% dei ricavi dal trading, in un gruppo prevalentemente industriale, grazie a una politica di continue acquisizioni: tra il 1981 e il 1986 rilevò il controllo del maggiore produttore di zucchero italiano, l'[[Eridania]], allora quotata in Borsa, e del produttore francese di zucchero ''[[Beghin Say]]''. Non riuscì invece il tentativo di acquisire l'inglese [[British Sugar]].
Negli anni Ottanta, Gardini ebbe l'intuizione di far produrre [[bioetanolo]] al Gruppo Ferruzzi a partire dalle eccedenze alimentari distrutte nell'[[Unione
Nel 1987 fu la volta della divisione [[amido]] dell'americana CPC, nel 1988 di ''Central Soya'' e ''Leiseur Koipe'' specializzate nella lavorazione della soia. Dopo quest'ondata di acquisti, Gardini non si fermò, ma si preparò all'acquisizione in Borsa della maggioranza del gruppo [[Montedison]], il principale polo chimico privato italiano. La maggioranza della Montedison fu acquisita in varie fasi tra il 1985 e il 1987 con un investimento finale di 2400 miliardi di lire,<ref>Marco Borsa con Luca De Biase, ''Capitani di sventura'', Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1992, p.152.</ref> grazie ad aumenti di capitale dalle varie società del gruppo, in anni in cui il mercato finanziario italiano conosceva una fase di euforia grazie alla nascita dei primi [[fondi comuni di investimento]]: questo permise alla Ferruzzi di raccogliere le necessarie risorse finanziarie da impiegare nelle acquisizioni.
Anche per questo, la politica di riservatezza di Serafino Ferruzzi fu abbandonata e Gardini fu un personaggio molto esposto sui mass media. Nel 1985 Gardini lanciò anche un progetto, che poi non fu realizzato, per sfruttare le eccedenze agricole della [[Comunità Europea]] per produrre [[etanolo]], da impiegare come [[antidetonante]] per la [[benzina]]. Gardini ha sempre avuto l'idea innovativa di sviluppare prodotti chimici a basso impatto ambientale utilizzando materie prime di origine agricola.
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=== La crisi ===
Dopo avere preso il controllo della [[Montedison]] con una spesa di
che le controllate. Attraverso Montedison, la Ferruzzi si ritrovò coinvolta
Nel giugno 1991, in modo abbastanza inaspettato, Gardini fu estromesso da tutte le cariche che ricopriva nelle società del gruppo, sostituito in Ferfin da Arturo Ferruzzi (presidente) e in Montedison da Carlo Sama (AD), anche lui genero di Serafino Ferruzzi (aveva sposato la figlia Alessandra)<ref name="Huff">{{Cita news |url=https://www.huffingtonpost.it/2013/07/22/raul-gardini-un-film-ricorda-vita-imprenditore_n_3634061.html |titolo=Dalla scalata al suicidio: il film-verità su Raul Gardini |pubblicazione=L’Huffington Post |data=22 luglio 2013 |accesso=14 settembre 2018}}</ref>.
Nel 1993 la crisi finanziaria del gruppo si andò intrecciando con la fase più acuta di [[Mani pulite|Tangentopoli]], con le indagini sul caso Enimont che portarono al coinvolgimento e all'incarcerazione di numerosi dirigenti del gruppo, tra cui [[Sergio Cusani]], [[Giuseppe Garofano]] e [[Carlo Sama]]<ref>{{Cita news |nome=Ferruccio |cognome=Pinotti |url=https://www.corriere.it/cronache/cards/grandi-intuizioni-raul-gardini-l-uomo-che-invento-chimica-verde/avventura-imprenditoriale-unica-col-vento-poppa_principale.shtml |titolo=Le grandi intuizioni di Raul Gardini, l’uomo che inventò la «chimica verde» |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 settembre 2018}}</ref>; lo stesso Gardini si suicidò nel luglio del 1993 quando era imminente il suo arresto.
Negli stessi giorni la Ferfin dichiarò la propria incapacità di fare fronte al pagamento degli interessi sul debito e la famiglia Ferruzzi conferì a un comitato di banche creditrici (coordinato da [[Mediobanca]]) un «mandato esclusivo ed irrevocabile» per la predisposizione di un piano di ristrutturazione, rinunciando nel contempo a tutte le cariche societarie, a qualsiasi decisione strategica riguardante il gruppo e infine alle proprie azioni, conferite in pegno ai creditori. Il 30 giugno le banche esautorarono i Ferruzzi, Carlo Sama e gli altri amministratori costringendoli alle dimissioni. Arturo Ferruzzi fu sostituito da [[Guido Rossi]] e Carlo Sama da [[Enrico Bondi]]<ref name="CRaggi"/>.
Anni dopo, Carlo Sama definì l'accaduto «un esproprio» e affermò in un'intervista:
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=== Fersam ===
A metà degli anni novanta Alessandra Ferruzzi ha riacquistato all'asta parte delle tenute agricole appartenute al padre Serafino, in particolare in [[America
== Note ==
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*Luigi Locatelli, ''La saga dei Ferruzzi: una vicenda che inquieta ancora l'Italia'', Lo Specchio Economico, luglio-Agosto 2004.
*Daniela Minerva, Silvio Monfardini, ''Il bagnino e i samurai. La ricerca biomedica in Italia: un'occasione mancata'', Torino, Codice Edizioni, 2013.
*{{Cita libro|nome=Alberto
*
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web |
* {{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/gruppo-ferruzzi_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=Gruppo Ferruzzi}}
{{Portale|aziende|agricoltura|
[[Categoria:Ferruzzi]]
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