Operazione Dragoon: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
m ortografia
 
(14 versioni intermedie di 7 utenti non mostrate)
Riga 18:
|Note =
}}
{{Campagnabox Operazione Dragoon}}
{{Campagnabox Fronte Occidentale (Seconda guerra mondiale)}}
{{Campagnabox Fronte del Mediterraneo (Seconda guerra mondiale)}}
 
'''Operazione Dragoon''' fu il [[nome in codice]] dell'invasione lanciata dalle forze degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati occidentali]] (principalmente [[Stati Uniti d'America|statunitensi]] e [[Francia|francesi]]) nella [[Midi (Francia)|Francia meridionale]] il 15 agosto 1944, nell'ambito dei più ampi scontri del [[Fronte occidentale (1939-1945)|fronte occidentale]] della [[seconda guerra mondiale]].
 
L'operazione si aprì con lo sbarco dei reparti della [[Seventh United States Army]] del generale [[Alexander Patch]] sulla costa della [[Provenza]] tra [[ Cavalaire-sur-Mer]] e [[Saint-Raphaël (VaroVar)|Saint-Raphaël]], cui fece seguito l'arrivo delle unità francesi dell'[[1re armée|Armée B]] del generale [[Jean de Lattre de Tassigny]]. La resistenza della [[19. Armee (Wehrmacht)|19. Armee]] [[Germania nazista|tedesca]] del generale [[Friedrich Wiese]], impoverita di uomini e mezzi inviati a combattere più a nord [[Battaglia di Normandia|in Normandia]], si sfaldò ben presto: mentre i francesi liberavano gli strategici porti di [[Tolone]] e [[Marsiglia]], gli statunitensi inseguirono le forze tedesche in ritirata lungo la valle del [[Rodano]], infliggendo loro gravi perdite pur senza riuscire ad accerchiarle a causa di vari problemi [[logistica militare|logistici]].
 
L'avanzata alleata portò alla liberazione di [[Lione]] il 3 settembre e al ricongiungimento con le forze uscite dalla [[Normandia]] l'11 settembre, portando alla creazione di un fronte continuo dal [[Mare del Nord]] al [[mar Mediterraneo]]; l'operazione si concluse poi il 14 settembre, quando elle forze franco-statunitensi avevano raggiunto le prime propaggini dei [[Vosgi]].
 
== Antefatti ==
Riga 31 ⟶ 32:
La genesi dell'operazione Dragoon fu questione alquanto controversa, oggetto sin dall'inizio di lunghi e animati dibattiti tra i supremi vertici militari e politici anglo-statunitensi, vittima degli interessi contrastanti che animavano i due massimi [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] occidentali e prodotto infine del cambiamento dei rapporti di forza che legavano [[Londra]] e [[Washington]]<ref name=Clarke-3-5>{{cita|Clarke & Ross|pp. 3-5}}.</ref>.
 
Nel corso della seconda guerra mondiale, la definizione concreta delle previste operazioni nei vari teatri bellici, l'allocazione delle risorse disponibili e la formulazione dei piani di impiego delle forze degli Alleati occidentali, decise in linea di massima a livello politico negli incontri tra il [[presidente degli Stati Uniti d'America]] [[Franklin D. Roosevelt]] e il [[primo ministro del Regno Unito]] [[Winston Churchill]], era responsabilità del [[Combined Chiefs of Staff]] (CCS), il massimo organo di coordinamento militare che riuniva i supremi [[stato maggiore|stati maggiori]] delle forze armate statunitensi ([[Joint Chiefs of Staff]] o JCS) e britanniche ([[Chiefs of Staff Committee]] o CSC). Per quanto tale organismo fosse formalmente paritario, dove le varie proposte erano discusse fino a trovare una mediazione che conciliasse le opinioni e gli interessi spesso divergenti degli Stati Uniti e del Regno Unito, il JCS era tendenzialmente dominato da una delle sue componenti interne (quella statunitense o quella britannica) in base ai rapporti di forza che i due Stati potevano esprimere in un certo momento. Nella prima fase della sua esistenza, in particolare, il JCSCCS fu dominato dalla componente britannica, principalmente perché quando gli Stati Uniti entrarono in guerra nel dicembre 1941 il Regno Unito era già nel conflitto da più di due anni: gli ufficiali britannici avevano accumulato una maggiore esperienza bellica concreta rispetto agli omologhi statunitensi, e con gli Stati Uniti ancora intenti a espandere le loro relativamente piccole forze armate del periodo di pace era il Regno Unito a esprimere, nel [[Teatro europeo della seconda guerra mondiale|teatro di guerra europeo]], il grosso dei reparti impegnati in combattimento<ref name=Clarke-3-5 />.
 
Per quanto riguardava l'[[Europa]] la strategia statunitense, sostenuta con fermezza dal capo di stato maggiore dell'[[United States Army]] generale [[George Marshall]], puntava tutto sulla realizzazione di un'invasione anfibia del nord della [[Francia]] attraverso il canale della [[La Manica|Manica]] (l'[[operazione Overlord]]), cui far seguire una conversione a est e un'avanzata verso il cuore della produzione bellica tedesca, la regione industriale della [[Regione della Ruhr|Ruhr]]. Pur concordando con questo piano, i britannici ritenevano necessario far precedere l'attacco attraverso la Manica da una serie di operazioni in zone periferiche rispetto alla Francia, principalmente nel [[Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale|teatro di guerra del Mediterraneo]] dove le loro forze erano in azione sin dal 1940, al fine di disperdere e logorare le risorse della [[Germania nazista]] e indebolire la difesa delle coste francesi da parte della [[Wehrmacht]]. La "strategia periferica" britannica rispondeva anche alla realizzazione degli interessi politici del Regno Unito circa l'assetto dell'Europa postbellica, in particolare sotto il profilo del mantenimento dell'influenza di Londra nella regione del Mediterraneo e del contenimento dell'influenza dell'[[Unione Sovietica]] nella [[Penisola balcanica]]; fini che tuttavia non interessavano agli Stati Uniti, e che erano apertamente osteggiati da Marshall e dai suoi colleghi del JCS come un inutile intralcio alle operazioni militari. La forza relativa dei britannici in seno al Combined Chiefs of Staff impose tuttavia l'adozione della loro strategia, e il primo massiccio impiego delle forze statunitensi nella guerra contro la Germania nazista si concretizzò quindi, nel novembre 1942, in uno sbarco in [[Nordafrica]] (l'[[operazione Torch]]) cui fece seguito un'impegnativa [[Campagna di Tunisia|campagna in Tunisia]] per cacciare gli ultimi reparti italo-tedeschi dalla sponda meridionale del Mediterraneo<ref name=Clarke-3-5 /><ref>{{cita|Zaloga|pp. 7-8}}.</ref>.
Riga 59 ⟶ 60:
== Forze in campo ==
=== Gli Alleati ===
===== Forze terrestri =====
[[File:SC 260011 (26306960903).jpg|thumb|left|upright=1.2|Truppe statunitensi in viaggio verso le coste della Provenza il 15 agosto]]
 
Riga 98 ⟶ 99:
[[File:Anvildragoon.png|thumb|upright=1.3|Settori di sbarco durante l'operazione Dragoon]]
 
Nella Francia meridionale dell'agosto 1944 gli Alleati godevano di una superiorità schiacciante sui tedeschi in fatto di mobilità, contromobilità, [[intelligence]] e comunicazioni. La supremazia navale consentiva agli Alleati di esercitare una minaccia potenziale su un'area vastissima, dalla costa atlantica della Francia fino al Mar Egeo, impedendo ai tedeschi di concentrare le loro truppe in pochi settori; la superiorità aerea consentiva agli Alleati di attaccare le linee di comunicazione tedesche, bombardando ponti, ferrovie e convogli, impedendo così alla WehmachtWehrmacht di reagire rapidamente a uno sbarco. Gli Alleati godevano di vantaggi di intelligence a quasi tutti i livelli, dalla possibilità di condurre impunemente ricognizioni fotografiche dall'aria alla raccolta di informazioni locale eseguita dalla Resistenza francese; i ''maquis'' contribuivano con il sabotaggio al caos delle comunicazioni tedesche: quando i partigiani misero fuori uso la rete telefonica francese, per mantenere i contatti i comandi tedeschi dovettero ripiegare sulle comunicazioni radio, intercettabili dagli Alleati e decifrabili dal sistema "[[Ultra (crittografia)|Ultra]]", con ulteriori vantaggi per l'intelligence<ref name=Zaloga-9>{{cita|Zaloga|p. 9}}.</ref>.
 
La controversa gestazione di Anvil/Dragoon fece sì che solo a giugno 1944 avesse inizio una minuziosa opera di pianificazione degli sbarchi. Con Tolone e Marsiglia come obiettivi principali, la scelta dei luoghi dello sbarco si concentrò nelle zone limitrofe alle due città: il terreno a ovest del Rodano fu escluso in quanto troppo paludoso, mentre la baia di [[La Ciotat]] in mezzo alle due città fu esclusa in quanto troppo battuta dalle munite postazioni di artiglieria costiere tedesche disposte attorno ai porti. La scelta finale cadde sulla costa orientale della [[Provenza]], lungo il litorale del [[Var (dipartimento)|Var]]: una zona sufficientemente vicina ai due porti ma lontana dalle batterie costiere che li difendevano, e che non appariva come troppo ben presidiata dai tedeschi. Tutta la pianificazione di Dragoon venne condizionata dall'esperienza concreta registrata durante gli sbarchi in Italia, e caratterizzata da una sorta di pessimismo di fondo e un alto livello di prudenza. I pianificatori alleati diedero per scontato che, come a Salerno e Anzio, la Wehrmacht avrebbe lanciato un immediato contrattacco contro la testa di ponte: di conseguenza l'enfasi iniziale era posta sulla necessità di stabilire immediatamente dopo lo sbarco un solido perimetro difensivo (Blue Line) su cui respingere i tedeschi, impossessandosi in particolare delle colline del [[Massiccio dei Maures]] da cui si dominavano le spiagge dello sbarco. I piani logistici seguivano questa impostazione difensivista, dando più priorità, per i primi giorni dell'operazione, allo sbarco dei proiettili per l'artiglieria e meno allo sbarco del carburante per i veicoli. Venne stabilito un piano di attacchi aerei preliminari, concentrato in particolare nella distruzione dei ponti sul Rodano per isolare il campo di battaglia e impedire i movimenti delle forze di contrattacco tedesche; gli attacchi aerei preliminari alle difese costiere furono accuratamente distribuiti lungo tutto il litorale francese (la regione del Var fu oggetto solo di un terzo delle missioni effettuate), in modo che i tedeschi non fossero messi sull'avviso circa il luogo prescelto per lo sbarco<ref>{{cita|Zaloga|pp. 34-35}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 81-83}}.</ref>.
[[File:Airborne Task Force mass at individual gliders prior to taking off for the invasion of Southern France. 14 August, 1944. (49483540487).jpg|thumb|left|upright=1.2|Soldati aviotrasportati statunitensi pronti a imbarcarsi sul loro aliante il 14 agosto 1944]]
 
Riga 122 ⟶ 123:
La campagna aerea preliminare nel sud della Francia ebbe inizio ai primi di luglio, concentrandosi inizialmente in attacchi alle vie di comunicazione e in lanci di armi a favore dei partigiani; dal 10 agosto iniziarono gli attacchi diretti alle fortificazioni costiere e agli impianti [[radar]] tedeschi lungo tutta l'area compresa tra [[Sète]] e [[Genova]], azioni che videro circa {{M|5400}} sortite dei velivoli alleati con il lancio di {{M|6400}} tonnellate di bombe. Gli effetti dei bombardamenti furono amplificati dai sabotaggi messi in atto dai partigiani, scatenati alla massima forza: entro il 15 agosto erano stati distrutti 37 ponti (compresi cinque dei sei ponti principali sul Rodano), le linee ferroviarie della zona erano state interrotte in oltre quaranta punti, e le linee telefoniche e telegrafiche erano completamente saltate, al punto che il quartier generale dell'Heeresgruppe G a Tolosa riusciva a comunicare solo sporadicamente con l'OB West a Parigi. L'aggressività dei partigiani divenne tale che i tedeschi riuscivano a spostarsi fuori dalle città solo riuniti in gruppi numerosi e bene armati<ref>{{cita|Zaloga|p. 36}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 96-97}}.</ref>.
 
Mentre la flotta di invasione andava ammassandosi davanti al litorale del Var, nelle ore che precedettero l'alba del 15 agosto furono condotte missioni diversive per sviare i tedeschi circa il luogo dello sbarco: una flottiglia di [[motosilurante|motosiluranti]] si diresse davanti a Genova, un cacciatorpediniere e alcune unità leggere statunitensi manovrarono davanti a La Ciotat e alcune [[cannoniera|cannoniere]] britanniche bombardarono [[Antibes]]; le unità simularono manovre di sbarco e trainarono riflettori dei segnali radar appesi a [[pallone aerostatico|palloni aerostatici]], in modo da apparire sugli schermi tedeschi come se fossero una grande flotta. Verso le 04:00 cinque aerei da trasporto della RAF rilasciarono una nube di ''[[chaff]]'' per accecare la rete radar tedesca, per poi lanciare una serie di manichini appesi a paracadute e generatori di rumore per simulare un lancio di paracadutisti nella zona di La Ciotat<ref>{{cita|Zaloga|pp. 36-38}}.</ref>. L'efficacia di questi stratagemmi fu tuttavia piuttosto bassa, e pochi specialisti radar e comandanti tedeschi si lasciarono ingannare<ref>{{cita|Clarke & Ross|p. 104}}.</ref>.
[[File:80-G-367887 (27954417674).jpg|thumb|left|upright=1.2|Le bocche da fuoco dell'incrociatore {{nave|USS|Quincy|CA-71|6}} in azione durante il bombardamento finale delle difese tedesche nelle zone di sbarco di Dragoon]]
 
Riga 128 ⟶ 129:
[[File:Two USAAF C-47A Skytrains.jpg|thumb|upright=1.2|Due aerei da trasporto [[Douglas C-47 Dakota/Skytrain|C47]] statunitensi in volo sulla Francia meridionale durante i lanci dei paracadutisti dell'operazione Dragoon]]
 
Intorno alle 03:30 gli aerei da trasporto iniziarono a lanciare gli esploratori paracadutisti che dovevano contrassegnare le zone di lancio per la 1st Airborne Task Force attorno a Le Muy. Gli aerei trovarono la zona immersa in una fitta [[nebbia]] e dovettero stimare approssimativamente la loro posizione: il risultato fu che solo tre delle nove squadre di esploratori (tutte britanniche) riuscirono a scendere nei punti previsti, le altre finirono disperse a distanze comprese tra otto e tredici chilometri dalle zone di lancio. La 1st Airborne Task Force iniziò i suoi lanci alle 04:30, con 396 aerei divisi in dieci ondate che trasportavano {{M|5600}} paracadutisti e 150 cannoni smontati; la nebbia e la mancanza di contrassegni sulle zone di atterraggio resero il lancio alquanto sparpagliato: solo un 40% dei reparti statunitensi atterrò entro un chilometro dal punto previsto, percentuale che nei reparti britannici, pure assistiti dagli esploratori, raggiunse un 60% circa. Quando, alle 06:00, arrivò l'alba, solo un 60% degli uomini delle prime ondate di paracadutisti si era radunato nei punti previsti attorno a Le Muy; gli ultimi dispersi riuscirono a ricongiungersi ai loro reparti solo sei giorni dopo il lancio. Gli arrivi dei primi alianti alle 08:15 furono ostacolati anch'essi dalla nebbia, e la maggior parte degli aerei che li rimorchiavano tornò indietro senza sganciarli; l'arrivo del quartier generale della 1st Airborne Task Force, sempre trasportato dagli alianti, iniziò alle 09:30 con un'ora di ritardo. La nebbia rimase persistente per tutto il giorno, ma con la luce del giorno e gli esploratori ora in posizione i lanci del pomeriggio furono molto più precisi: alle 18:00 gli aerei lanciarono praticamente alla perfezione altri 736 paracadutisti statunitensi, mentre l'atterraggio, a partire dalle 18:10, di circa 335 alianti raggiunse una precisione del 90% circa. In totale, gli Alleati sbarcarono dall'aria poco più di {{M|9000}} uomini ({{M|6400}} paracadutstiparacadutisti e {{M|2600}} truppe su alianti), con 213 cannoni e 221 veicoli leggeri<ref name=Zaloga-41>{{cita|Zaloga|pp. 39-41}}.</ref><ref name=Clarke-105>{{cita|Clarke & Ross|pp. 101-105}}.</ref>.
 
In prossimità delle zone di lancio erano presenti solo poche pattuglie della polizia militare tedesca, e il grosso delle perdite registrate dai reparti aviotrasportati durante lo sbarco fu causato da incidenti: si ebbero 16 morti e 37 feriti tra i piloti degli alianti, mentre 80 paracadutisti e 150 truppe trasportate dagli alianti subirono ferite invalidanti. La dispersione dei lanci ritardò la cattura degli obiettivi previsti, per quanto ebbe l'effetto positivo di distrarre i tedeschi e convincerli che una forza di ben più numerose dimensioni fosse stata lanciata nelle loro retrovie. Gli aviotrasportati si assicurarono il terreno elevato a est di Le Muy lungo entrambe le sponde del fiume Angers, liberando una serie di villaggi e contrastando piccoli gruppi di rinforzi tedeschi che arrivarono nel pomeriggio; la stessa Le Muy tuttavia era occupata da un battaglione di trasporti tedesco, e gli attacchi dei paracadutisti britannici e statunitensi furono respinti per tutto il primo giorno. I lanci dei paracadutisti isolarono il quartier generale del LXII. Armeekorps, collocato a [[Draguignan]] sette chilometri a nord-ovest di Le Muy: come risultato, il generale Neuling non fu più in grado di comunicare né con il comando della 19. Armee né con le divisioni che, sulle spiagge, stavano per affrontare lo sbarco degli Alleati. Il ricongiungimento tra gli aviotrasportati e le truppe della 45th Division sbarcate dal mare si ebbe infine alle 20:30 di quello stesso 15 agosto<ref name=Zaloga-41 /><ref name=Clarke-105 />.
Riga 157 ⟶ 158:
[[File:Operation Dragoon - map.jpg|thumb|upright=1.3|Carta delle operazioni nel sud della Francia tra il 15 e il 28 agosto 1944]]
 
Gli ordini relativi alla 19. Armee prevedevano di far ripiegare verso nord il IV. Luftwaffen-Feldkorps lungo la sponda occidentale del Rodano e il LXXXV. Armeekorps (cui erano stati uniti i resti del LXII. Armeekorps dopo la perdita dei contatti con il suo quartier generale a Draguignan) lungo la sponda orientale; i resti della 242. Infanterie-Division dovevano difendere Tolone fino all'ultimo, mentre Marsiglia sarebbe stata tenuta dalla 244. Infanterie-Division; le unità del LXII. Armeekorps rimaste a est della zona di invasione (la 148. e la 157. Reserve-Division) dovevano ripiegare in direzione dell'Italia e attestarsi sulle Alpi. Blaskowitz e Wiese speravano di poter mettere in atto una ritirata ordinata, ripiegando a scaglioni su linee difensive prestabilite, ma la situazione volse al peggio sin dal subito. Intuendo la debolezza del nemico, già il 17 agosto Truscott aveva dato ordine al VI Corps di spingersi oltre le posizioni prefissate della Blue Line: a ovest della testa di ponte la 3rd Division, i commando francesi e un Combat Command dell'appena sopraggiunta 1re DB risalirono le vallate dei fiumi [[Real Martin]] e [[Gapeau]], infransero al resistenza di unità sparse della 242. Infanterie-Division e occuparono [[La Roquebrussanne]] il 18 agosto e [[Brignoles]] la mattina del 19 agosto; al centro, la 45th Division uscì fuori dalla zona di Le Luc - [[Vidauban]] e avanzò verso nord incontrando poca resistenza, raggiungendo [[Barjols]] il 1018 agosto: l'avanzata sfondò la linea difensiva che la 19. Armee stava ancora cercando di formare, e portò avanti l'accerchiamento da nord di Tolone e Marsiglia. A est la 36th Division completò il rastrellamento della parte settentrionale della valle dell'Argens, spingendo unità da ricognizione verso nord e nord-est le quali non incontrarono alcuna resistenza significativa. Questi rapporti spinsero Truscott a far entrare in azione la sua forza di sfruttamento mobile, la TF Butler, la mattina del 18 agosto: dopo aver raggiunto la zona di Barjols seguendo il percorso della 45th Division, la task force proseguì verso nord avanzando di dieci chilometri fino a portarsi oltre il corso del fiume [[Verdon (fiume)|Verdon]] quel pomeriggio; il giorno successivo l'unità riprese la marcia verso nord-ovest, superò il corso del fiume [[Durance (fiume)|Durance]] e prese le cittadine di [[Sisteron]] e [[Digne-les-Bains]] entro la fine della giornata. La resistenza tedesca fu quasi inesistente: a Digne i 400-500 membri della guarnigione tedesca (poliziotti e personale di retrovia), isolati e sotto assedio da parte dei partigiani francesi fin dal 14 agosto, si arresero poco dopo l'arrivo dei primi reparti statunitensi<ref>{{cita|Zaloga|p. 57}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 128-133}}.</ref>.
[[File:18 août 1944 - une section du 18e Régiment de Tirailleurs sénégalais sur la plage de Cavalaire.jpg|thumb|left|upright=1.3|Soldati senegalesi delle truppe coloniali francesi sbarcano a Cavalaire il 18 agosto]]
 
Riga 173 ⟶ 174:
[[File:Niemieckie jednostki zaopatrzeniowe w Wogezach (2-419).jpg|thumb|upright=1.2|Due soldati tedeschi trascinano il loro carretto ippotrainato attraverso una zona boscosa]]
 
L'attenzione dei due contendenti si stava nel frattempo spostando più a est. La 157. Reserve-Division era disseminata su una vasta area compresa tra Grenoble, [[Gap (Francia)|Gap]] e [[Aix-les-Bains]] a caccia di partigiani: la 19. Armee comandò alla divisione di tenere le posizioni fino al 30 agosto in modo da proteggere il fianco orientale del LXXXV. Armeekorps in ritirata lungo il Rodano, ma contemporaneamente il comando tedesco in Italia le ordinò di affrettare la prevista ritirata verso le Alpi per impedire che gli Alleati si impossessassero dei valichi alpini; il comandante della divisonedivisione, generale Karl Pflaum, ritenne più prudente eseguire questo secondo ordine e la 157. Reserve-Division si ritirò da Grenoble alla mezzanotte del 21 agosto, aprendo un enorme varco nel fianco orientale della 19. Armee dentro cui si tuffarono la TF Butler e, nella sua scia, la 36th Division. La TF Butler riprese a muovere da Sisteron la mattina del 20 agosto prendendo, con l'aiuto dei ''maquis'', Gap quel pomeriggio dopo una breve battaglia che lasciò 900 prigionieri in mano agli Alleati; nella notte tra il 20 e il 21 agosto, Butler ricevette nuovi ordini: invece di puntare su Grenoble come previsto, Truscott gli comandò di piegare a ovest e raggiungere il corso del Rodano all'altezza di [[Montélimar]], per tagliare la principale via di ritirata dei tedeschi lungo la sponda orientale del fiume. La mossa era alquanto azzardata, visto che le forze statunitensi avrebbero affrontato un numero imprecisato i tedeschi dovendo oltretutto mantenere un collegamento con la testa di sbarco unicamente tramite tortuose e pessime strade di montagna, ma la mattina del 21 agosto la TF Butler si mise in marcia verso ovest raggiungendo [[Crest (Drôme)|Crest]] dopo una marcia incontrastata di venticinque chilometri. Da qui gli uomini di Butler si spostarono prima a sud e poi di nuovo a ovest, occupando nel pomeriggio una piccola altura (Quota 300) a circa cinque chilometri a nord di Montélimar: l'altura dominava la sottostante Strada statale 7 che correva parallela alla sponda orientale del Rodano, lungo la quale stavano transitando centinaia di veicoli e migliaia di soldati tedeschi in ritirata verso nord. Le forze statunitensi erano troppo piccole per bloccare la strada, ma dalla loro posizione dominante iniziarono subito ad aprire un intenso fuoco sulle colonne tedesche<ref>{{cita|Zaloga|pp. 57-58, 70-71}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 144-149}}.</ref>.
[[File:Seventh Army tank passes destroyed German convoy littering road in a town north of Montelimar in Southern France, August, 1944. (49346786381).jpg|thumb|left|upright=1.2|Un carro armato statunitense nelle strade di Montélimar al termine della battaglia]]
 
Riga 183 ⟶ 184:
[[File:Advance S France.jpg|thumb|upright|Le direttrici dell'avanzata alleata nel sud della Francia dal 15 agosto al 15 settembre 1944]]
 
Dopo Montélimar gli Alleati riorganizzarono il loro schieramento in vista del successivo obiettivo, Lione: la 45th Division, che nel frattempo aveva raggiunto senza colpo ferire Grenoble, doveva proseguire verso nord, superare il basso corso del Rodano e portarsi a [[Bourg-en-Bresse]] per tagliare la via di ritirata ai tedeschi; la 36th Division, seguita dalla 3rd Division, doveva proseguire nell'inseguimento del nemico risalendo la sponda orientale del Rodano dritta fino a Lione; sulla sponda occidentale avanzavano in parallelo ai reparti statunitensi due divisioni del 2e corps d'armée francese, la 1re DMI a contatto del fiume e la 1re DB più larga a ovest. Dopo notizie dello scoppio di un'insurrezione da parte della Resistenza francese a Lione, Wiese affrettò il IV. Luftwaffen-Feldkorps perché riprendesse il controllo della città e proteggesse il ripiegamento del decimato LXXXV. Armeekorps; a protezione dello scoperto fianco orientale fu invece spedita la relativamente intatta 11. Panzer-Division. Catturati due ponti intatti sul Rodano, tra il 30 e il 31 agosto la 45th Division avanzò fino a [[Meximieux]] e [[Pont-d'Ain]]; la divisione fu poi ingaggiata dalle avanguardie dell'11. Panzer-Division in una serie di scaramucce dall'esito altalenante il 1º settembre, mentre i suoi attacchi il 2 e 3 settembre alle difese allestite dai tedeschi intorno a Bourg-en-Bresse furono inizialmente bloccati. Uno squadrone di cavalleria corazzata statunitense cercò di aggirare le posizioni tedesche a Bourg, avanzando verso nord fino a [[Marboz]] e raggiungendo il 3 settembre [[Montrevel-en-Bresse|Montrevel]]; qui però gli statunitensi furono contrattaccati da un ''Kampfgruppe'' dell'11. Panzer-Division: dotato solo di veicoli leggeri, lo squadrone fu soverchiato lasciando 126 prigionieri in mano ai tedeschi. La 45th Division prese infine Bourg il 4 settembre, ma per quella data la 19. Armee aveva superato Lione e continuato la sua ritirata verso nord attraverso [[Mâcon]]. Truscott lasciò ai francesi l'onore di liberare Lione il 3 settembre; aggirando la città da ovest, la 1re DB riuscì a intrappolare parte della retroguardia del IV. Luftwaffen-Feldkorps una ventina di chilometri più a nord della città, prendendo quasi {{M|2000}} prigionieri<ref>{{cita|Zaloga|pp. 81-87}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 171-181}}.</ref>.
[[File:SC 195549 - The first meeting of American troops of General Patton's Third U.S. Army forces with French troops of General Patch's Seventh U.S. Army took place recently (52597158402).jpg|thumb|left|upright=1.2|L'incontro tra le avanguardie di Overlord e Dragoon a Saulieu replicato a favore di fotografo il 13 settembre]]
 
La ritirata della 19. Armee proseguì verso nord in direzione di [[Besançon]] e [[Digione]], verso cui stavano confluendo anche i reparti della 1. Armee ritirati dalla costa atlantica; gli ordini per l'Heeresgruppe G erano di attestarsi saldamente a Digione, per proteggere il fianco meridionale di una manovra di contrattacco in preparazione contro la Third Army statunitense (che, superata la Senna, stava continuando ad avanzare verso sud-est in direzione della [[Lorena (regione francese)|Lorena]]) e impedire agli statunitensi di superare il "varco di [[Belfort]]" (l'area relativamente aperta tra i [[Vosgi]] a nord e il [[Massiccio del Giura]] a sud) da cui si accedeva direttamente al [[Reno]] e al confine tedesco. Le truppe tedesche erano tuttavia pesantemente disorganizzate, e l'avanzata degli Alleati proseguì: a ovest, la 1re DB sfondò le fragili difese del IV. Luftwaffen-Feldkorps, prese [[Givry (Saona e Loira)|Givry]] e [[Chalon-sur-Saône]] il 5 settembre e, fermandosi solo per fare rifornimento di carburante, raggiunse [[Beaune]] l'8 settembre dove almeno {{M|3000}} ritardatari dei reparti tedeschi evacuati dalla costa atalantica, con veicoli, cannoni e rifornimenti, furono catturati dai francesi. Il VI Corps avanzava con in testa la 3rd Division al centro, la 36th Division sulla sinistra e la 45th Division in retroguardia, mentre la 3e DIA proteggeva il suo fianco orientale fino al confine con la [[Svizzera]]: il LXXXV. Armeekorps allestì una linea difensiva sul fiume [[Doubs (fiume)|Doubs]], ma gli statunitensi superarono il corso d'acqua il 6 settembre e accerchiarono Besançon, caduta l'8 settembre con circa {{M|2000}} tedeschi presi prigionieri. La 19. Armee dovette continuare a ritirarsi in direzione dei Vosgi, anche se all'estremità orientale del suo fronte l'11. Panzer-DivisonDivision riuscì a bloccare i tentativi della 3e DIA di aprirsi la strada verso il "varco di Belfort" per la via più breve. Il VI Corps virò verso est facendo perno sulla 45th Division, ma il 10 settembre la 3rd Division al centro impattò in una forte resistenza tedesca attorno a [[Vesoul]] che la tenne bloccata per giorni; solo il 12 settembre, dopo che la 36th Division ebbe iniziato una manovra di accerchiamento da nord, i tedeschi si ritirarono<ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 181-192}}.</ref>.
 
La campagna volgeva ormai al termine. Disturbata solo dalla resistenza di di sparpagliati gruppi tedeschi, e più significativamente dalla mancanza di carburante, la 1re DB liberò senza opposizione Digione l'11 settembre e proseguì la marcia verso nord in direzione di [[Langres]], con la 1re DMI sul suo fianco occidentale; le due divisioni avevano stabilito contatti telefonici con le prime avanguardie della Third Army più a nord, giunte a [[Châtillon-sur-Seine]], e il contatto fisico fu stabilito infine nel pomeriggio di quello stesso 11 settembre quando pattuglie della 1re DMI da sud e della [[6th Armored Division]] da nord si incontrarono a [[Saulieu]], sancendo il ricongiungimento delle forze delle operazioni Overlord e Dragoon e la costituzione di un fronte alleato continuo dalla manicaManica al Mediterraneo. Tra il 13 e il 14 settembre le unità del VI Corps raggiunsero una linea che correva tra le cittadine di [[Fougerolles (Alta Saona)|Fougerolles]], [[Luxeuil-les-Bains|Luxeuil]], [[Lure (Alta Saona)|Lure]] e [[Villersexel]], con altre unità francesi sul loro fianco destro da Villersexel al confine svizzero; la 19. Armee era in completo disordine e vicina al collasso, ma l'ulteriore spinta che Truscott stava progettando in direzione del varco di Belfort venne bloccata per ordine di Patch il 14 settembre. Quel giorno le forze dell'operazione Dragoon passarono ufficialmente dalla direzione strategica dell'AFHQ di Wilson a quella dello SHAEF di Eisenhower il quale, impegnato in altre ben più pressanti operazioni in altri settori del fronte e alle prese con gravi problemi di rifornimento delle sue sovraestese armate, non aveva alcuna intenzione di alimentare un'offensiva verso il varco di Belfort; questo sancì la fine della campagna<ref>{{cita|Zaloga|pp. 87-88}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 192-194, 223}}.</ref>.
 
== Conseguenze ==
[[File:80-G-364052 Aerial view of the destruction to the harbor and installations at Marseille, France.jpg|thumb|left|upright=1.2|Veduta aerea del porto di Marsiglia pochi giorni dopo la liberazione della città]]
 
La valutazione complessiva della campagna alleata nel sud della Francia diede adito a discussioni complesse quasi quanto quelle che portarono alla genesi dell'operazione Dragoon. L'operazione si tradusse in un successo di vaste proporzioni per le forze degli Alleati, una delle loro maggiori vittorie nell'estate del 1944: circa due terzi della Francia furono liberati con una campagna di circa un mese. Gli assalti anfibi del 15 agosto furono portati felicemente a termine superando diversi ostacoli organizzativi, dalla carenza di mezzi da sbarco alla pianificazione frettolosa e alla mancanza di addestramento preliminare; memore dell'esperienza di Anzio, Truscott non aveva nessuna intenzione di rimanere intrappolato nella testa di ponte e spinse per lanciare un'offensiva a tutto campo, a maggior ragione dopo che gli Alleati si furono resi conto di quanto debole fosse la resistenza tedesca nella Francia meridionale. Questo si tradusse in un'avanzata spettacolare: al 9 settembre il VI Corps era avanzato in linea d'aria di circa 300 chilometri dalle spiagge dello sbarco; per tenere il passo dell'avanzata il quartier generale del corpo venne spostato di località in località così di continuo che i suoi membri lo paragonarono a un circo itinerante. A titolo di confronto, le forze alleate sbarcate in Normandia coprirono alla stessa distanza di quelle dell'operazione Dragoon nell'arco di novantasei giorni contro i ventisei delle seconde. Le forze di Eisenhower affrontarono una resistenza tedesca incomparabilmente più feroce di quella incontrata dalle forze di Devers, ma avevano anche molte più divisioni su cui ripartire l'onere dei combattimenti: la campagna nel sud della Francia cadde interamente sulle spalle di un piccolo numero di divisioni alleate che operarono praticamente senza tregua per tutta la sua durata, con i soldati spesso costretti a procedere a piedi perché i (relativamente pochi) automezzi disponibili erano dirottati al trasporto di carburante e munizioni per le unità d'avanguardia. Alla metà di settembre 1944 i reparti di Devers erano logori e bisognosi di un periodo di riposo e riorganizzazione: al 9 settembre il VI Corps contava circa {{M|4500}} perdite in battaglia (tra cui {{M|2050}} morti, dispersi o prigionieri) e {{M|5300}} perdite al di fuori dei combattimenti;. leLe perdite dei reparti francesi sono più incerte a seconda che si includano o meno le vittime nei ranghi della Resistenza, ma sono solo leggermente più elevate di quelle del VI Corps<ref name=Zaloga-91>{{cita|Zaloga|pp. 88-91}}.</ref><ref name=Clarke-198>{{cita|Clarke & Ross|pp. 194-198}}.</ref>.
 
Molti dei dibattiti sull'utilità dell'operazione Dragoon ruotano sul mancato accerchiamento e distruzione dell'Heeresgruppe G tedesco. Pur non colti particolarmente di sorpresa dallo sbarco, Blaskowitz e Wiese non potevano fare molto più di quanto effettivamente fecero per contrastare lo strapotere delle forze degli Alleati, per quanto le loro prime reazioni furono più disorganizzate del dovuto. Se Blaskowitz fosse stato autorizzato ad avviare il ripiegamento verso nord delle sue forze ai primi di agosto 1944, come aveva in effetti proposto, l'Heeresgruppe G si sarebbe potuto ritirare subendo perdite minime; autorizzando la ritirata solo il 17 agosto, l'alto comando tedesco condannò il gruppo d'armate a subire tutto il peso delle offensive alleate, e fu una relativa fortuna che Blaskowitz fosse riuscito in qualche modo a districare circa metà dei suoi effettivi dalla Francia meridionale e centrale fino a ricostruire una linea difensiva più o meno solida ai piedi dei Vosgi, ancora lontano dal confine della Germania. Le perdite tedesche furono comunque pesanti: le stime per l'Hereesgruppe G riportano al 14 settembre un totale di circa {{M|7000}} morti e {{M|21000}} feriti durante la campagna cui sommare circa {{M|106250}} prigionieri caduti in mano agli Alleati, compresi i reparti isolati e costretti ad arrendersi nella Francia centrale dopo il ricongiungimento delle forze di Overlord e Dragoon; aggiungendo i {{M|25000}} tedeschi lasciati nelle piazzeforti lungo la costa atlantica e, di fatto, non più impegnati fino alla fine della guerra, l'Heeresgruppe G perse un totale di {{M|143250}} uomini. Alla fine della campagna la 19. Armee era l'ombra di sé stessa: l'11. Panzer-Division aveva ancora circa {{M|6500}} uomini, ma la sua componente corazzata schierava non più di una dozzina di carri armati; molte divisioni di fanteria erano ridotte a {{M|3000}} uomini o anche meno, con la 189. Infanterie-Division che ne aveva meno di {{M|1000}}<ref name=Zaloga-91 /><ref name=Clarke-198 />.
Riga 200 ⟶ 201:
Molti soldati tedeschi riuscirono a salvarsi fondamentalmente per via dei problemi logistici degli Alleati: la carenza di carburante e mezzi di trasporto impedì uno sfruttamento rapido del successo degli sbarchi e la riuscita delle manovre di accerchiamento degli Alleati, in particolare a Montélimar. La mancanza di ambizione del piano originario, troppo prudente, fu la causa di queste carenze, ma era difficile da evitare: il piano venne basato sull'esperienza concreta degli sbarchi in Italia, dove i tedeschi avevano reagito subito sferrando contrattacchi alle teste di ponte. Con il senno di poi era facile sostenere che un crollo generale delle forze tedesche nel nord della Francia avrebbe portato a un crollo anche delle forze a sud se non a un loro ritiro generale (come in effetti era nei piani di Blaskowitz), ma questo era difficile da prevedere quando l'operazione Dragoon venne pianificata: il contrattacco tedesco dell'operazione Lüttich in Normandia terminò il 10 agosto, mentre le manovre di chiusura della sacca di Falaise presero avvio il 13 agosto; per questa data l'operazione Dragoon era ormai avviata e le truppe già imbarcate e pronte a partire per le spiagge dell'invasione. Una diversa configurazione del piano logistico dell'invasione non avrebbe portato a grossi cambiamenti della successione degli eventi, visto che la cattura dei porti avrebbe comunque mantenuto la priorità sull'avanzata a nord all'inseguimento dei tedeschi in fuga: qualsiasi quantitativo di carburante e autocarri sbarcato in più sarebbe stato quasi certamente offerto ai francesi per affrettare la loro avanzata in direzione di Tolone e Marsiglia, e le divisioni di fanteria statunitensi non avrebbero potuto spostarsi molto più velocemente di quanto fecero quantomeno fino a che uno dei porti non fosse stato catturato e riaperto al traffico (per tacere dei collegamenti stradali e ferroviari in uscita dai porti, il cui ripristino richiese anche più tempo della riapertura dei porti stessi)<ref name=Zaloga-91 /><ref name=Clarke-198 />.
 
Il valore strategico dell'operazione Dragoon è stato più volte oggetto di dibattito, soprattutto sotto il profilo della sua convenienza rispetto a un'offensiva in Italia. La cattura dei porti del Mediterraneo fu di fondamentale importanza per garantire l'approvvigionamento delle forze degli Alleati (da Marsiglia transitò circa un terzo di tutti i rifornimenti destinati alle armate alleate del fronte occidentale), e non farlo avrebbe reso più complicata la spinta finale verso la Germania. Aver portato le armate di Devers verso nord fino ai Vosgi fu un fatto meno significativo, visto che lo sforzo maggiore di Eisenhower era diretto molto più a settentrione in direzione della Rhur, e quello del Sixth Army Group rimase un settore secondario almeno fino ai mesi finali dell'avanzata alleata in Germania; non far sbarcare le unità franco-statunitensi in Provenza, tuttavia, avrebbe aperto a un forte rischio per gli Alleati. A metà settembre 1944 i tedeschi avevano radunato sufficienti forze corazzate per sferrare un contrattacco sul fronte occidentale: se a quella data la Francia centrale e meridionale fosse stata ancora in mano lorosua, la Wehrmacht avrebbe potuto attaccare lungo la Loira il fianco sud della Third Army statunitense, in quel momento quasi completamente scoperto visto che l'armata era lanciata in piena avanzata verso est in Lorena. Persa la Francia meridionale e centrale a causa di Dragoon, la Wehrmacht dovette ripiegare su un attacco frontale alla Third Army in Lorena, azione conclusasi con un fallimento dopo le sconfitte tedesche nelle battaglie [[Battaglia di Dompaire|di Dompaire]] e [[Battaglia di Arracourt|di Arracourt]]. E se anche questa controffensiva fosse fallita in ogni caso, l'avanzata alleata verso la Germania sarebbe stata comunque ritardata visto che Eisenhower avrebbe dovuto spostare forze a protezione del suo vulnerabile fianco meridionale, o organizzare una campagna di liberazione della Francia centrale a partire da quella settentrionale. Di per contro, impiegare le forze di Dragoon in Italia avrebbe certamente portato a una più rapida avanzata nella valle del Po e a una liberazione completa della penisola entro la fine del 1944; ma le Alpi, terreno molto più facilmente difendibile da parte dei tedeschi, avrebbero impedito ulteriori spinte verso l'obiettivo finale degli Alleati: l'avanzata verso il cuore della Germania<ref name=Zaloga-91 /><ref name=Clarke-198 />.
 
== Note ==