Andrea Palladio: differenze tra le versioni
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|PostNazionalità = del [[Rinascimento]], cittadino della [[Repubblica di Venezia]]
|Immagine = Palladio.jpg
|Didascalia = Andrea Palladio nel 1576, in uno dei pochissimi ritratti ritenuti attendibili.<ref name="volto Puppi" /><ref>Benché [[Lionello Puppi]] identifichi l'autore in [[Giovanni Battista Maganza]], amico di Palladio, ipotesi credibile anche per [[Vittorio Sgarbi]], l'attribuzione non è unanime. Secondo [[Guido Beltramini]], direttore del [[Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio|CISA]] di Vicenza, sarebbe invece opera di un pittore toscano minore dell'Ottocento.
}}
Influenzato dall'[[architettura romana|architettura greco-romana]], anzitutto da [[Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio]], è considerato una delle personalità più influenti nella [[storia dell'architettura]] [[Civiltà occidentale|occidentale]], nonché il più famoso e alto rappresentante dell'architettura manierista<ref>
{{cita|Romanelli|p. 11|Romanelli}}.</ref>.
Fu l'architetto più importante della Repubblica Veneta, nel cui territorio progettò numerose [[ville palladiane|ville]] che lo resero famoso<ref name="Burns" />, oltre a chiese e palazzi, questi ultimi prevalentemente a [[Vicenza]], dove si formò e visse. Pubblicò il trattato ''[[I quattro libri dell'architettura]]'' (1570) attraverso il quale i suoi modelli hanno avuto una profonda influenza sull'architettura occidentale; l'imitazione del suo stile diede origine
Di lui, durante la sua permanenza a Vicenza, [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] disse:
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[[File:The Architecture of A. Palladio frontispiece.jpg|thumb|Un ipotetico ritratto giovanile di Palladio nel frontespizio di ''The Architecture of A. Palladio'', prima edizione pubblicata a Londra nel 1715 della traduzione inglese di [[Giacomo Leoni (architetto)|Giacomo Leoni]] dei ''[[I quattro libri dell'architettura|Quattro libri dell'architettura]]'' (1570)]]
Andrea nacque nel 1508 a [[Padova]], nella [[Repubblica di Venezia]], da una famiglia di umili origini: il padre Pietro, detto "''della Gondola''",<ref>"Petrus, dictus a Gondola", si legge in un documento del
A tredici anni Andrea iniziò a Padova l'[[apprendistato]] di [[scalpellino]], presso [[Bartolomeo Cavazza]]<ref>{{DBI|andrea-palladio|PALLADIO, Andrea|autore=Guido Beltramini|volume=80|anno=2014|accesso=17 gennaio 2016}}</ref>: vi spese diciotto mesi, fino a quando, nel 1523, la famiglia si trasferì a [[Vicenza]]. Qui nel 1524 Andrea risulta già iscritto alla [[fraglia]] dei muratori<ref>Le fraglie erano [[Corporazione|corporazioni]] di arti e mestieri o [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternite religiose]] allocate in Veneto e nei territori facenti parte della [[Repubblica di Venezia]].</ref>: lavorò infatti - rimanendovi per una dozzina d'anni - nella bottega del costruttore Giovanni di Giacomo da Porlezza e dello scultore [[Girolamo Pittoni]], con laboratorio in Pedemuro San Biagio<ref name="Fiolo" />, nella parte settentrionale di Vicenza.
Tra il 1535 e il 1538 avviene l'incontro fondamentale con il conte vicentino [[Gian Giorgio Trissino|Gian Giorgio Trissino dal Vello d'Oro]], che avrà grande importanza per l'attività di Palladio. Andrea conosce Trissino mentre lavora nel cantiere della sua [[Villa Trissino (Cricoli)|villa suburbana di Cricoli]]. Gian Giorgio Trissino, poeta e umanista, lo prenderà sotto la sua protezione. Sarà lui a conferirgli l'aulico soprannome di ''Palladio''<ref>"Palladio" era il nome del personaggio di un angelo nel poema epico di [[Gian Giorgio Trissino]] ''[[L'Italia liberata dai Goti]]'' (1527, pubbl. 1547), ed è anche un riferimento indiretto alla [[mitologia greca]]: [[Atena|Pallade Atena]] era la dea della [[Sapienza (filosofia)|sapienza]], particolarmente della [[saggezza]], della [[tessitura]], delle arti e, presumibilmente, degli aspetti più nobili della [[guerra]]; Pallade, a sua volta, è un'ambigua figura mitologica, talvolta maschio talvolta femmina che, al di fuori della sua relazione con la dea, è citata soltanto nell'[[Eneide]] di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]. Ma è stata avanzata anche l'ipotesi che il nome possa avere un'origine [[Numerologia|numerologica]] che rimanda al nome di [[Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio]], vedi {{cita libro||curatore=Paolo Portoghesi|titolo=La mano di Palladio|url=http://www.tecalibri.info/P/PORTOGHESI-P_palladio.htm|anno=2008|editore=Allemandi|città=Torino|p=177}}</ref>, lo guiderà nella sua formazione culturale e allo studio della cultura classica, conducendolo più volte a [[Roma]]. In questi anni Palladio realizza le sue prime opere significative, fra cui la [[Villa Godi|villa di Gerolamo Godi]] (1537) a Lonedo di [[Lugo di Vicenza]].
[[File:Bust of Andrea Palladio. Panteon Veneto; Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.jpg|thumb|left|Busto di Andrea Palladio, opera di Eugenio Pedon del 1871. Il busto fa parte del Panteon Veneto, conservato presso [[Palazzo Loredan (Campo Santo Stefano)|Palazzo Loredan]].]]
Nel 1534 Andrea sposò Allegradonna, di cui non si sa quasi nulla, salvo che era orfana del falegname Marcantonio e lavorava presso la nobildonna Angela Poiana. Questa le assegnò una magra dote: un letto, una trapunta, delle lenzuola, delle pezze di stoffa, che Andrea s'impegnò a rimborsare per metà in caso di morte della moglie senza figli.
Di figli ne misero al mondo almeno cinque: Leonida (morto in circostanze mai chiarite nel 1572, probabilmente ucciso per vendetta da parte dei famigliari di un uomo che Leonida uccise a pugnalate durante una rissa), Marcantonio, Orazio, Zenobia e Silla. Forse nel 1550 gli nacque un sesto figlio<ref>{{cita web|
[[File:Cimitero Maggiore-6.jpg|thumb|Monumento funebre di Palladio. Vicenza, [[Cimitero Maggiore di Vicenza|Cimitero Maggiore]].]]
Palladio morì nel 1580 a 72 anni, se non povero, godendo di una condizione economica assai modesta<ref name="volto Puppi">{{cita web|autore=Lionello Puppi|url=http://www.vicenzanews.it/a_184_IT_1541_1.html|titolo=Il volto del Palladio|anno=2003|accesso=11 settembre 2011}}</ref>. Le circostanze della sua morte rimangono sconosciute: non è nota né la causa, né il giorno preciso (nell'agosto del 1580, intorno al 19), né il luogo, che comunque la tradizione identifica con [[Maser (Italia)|Maser]], dove forse stava lavorando al [[Tempietto Barbaro|tempietto]] di [[villa Barbaro]], ma c'è chi sostiene possa essere morto a Venezia. I funerali furono celebrati senza clamore a Vicenza, dove l'architetto - grazie all'intercessione della [[Valmarana (famiglia)|famiglia Valmarana]] - fu sepolto presso la [[chiesa di Santa Corona]]<ref>{{cita web|url=http://www.arteconomy24.ilsole24ore.com/news/2008/11/18/48_A.php|titolo=Palladio ha perso la faccia|autore=Guido Beltramini|sito=ArtEconomy24|editore=Il Sole 24 ore|data=16 novembre 2008|accesso=11 settembre 2011|dataarchivio=17 novembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111117152614/http://www.arteconomy24.ilsole24ore.com/news/2008/11/18/48_A.php|urlmorto=sì}}</ref>. Nel 1844 fu realizzata una nuova tomba in una cappella a lui dedicata nel [[Cimitero Maggiore di Vicenza]] su progetto dell'architetto [[Bartolomeo Malacarne]], grazie a un lascito del conte Girolamo Egidio di Velo; il monumento funebre fu scolpito da [[Giuseppe De Fabris]]. I pochi ritratti conosciuti di Palladio sono largamente ipotetici<ref name="volto Puppi" />.▼
▲Le circostanze della sua morte rimangono sconosciute: non è nota né la causa, né il giorno preciso (nell'agosto del 1580, intorno al 19), né il luogo, che comunque la tradizione identifica con [[Maser (Italia)|Maser]], dove forse stava lavorando al [[Tempietto Barbaro|tempietto]] di [[villa Barbaro]], ma c'è chi sostiene possa essere morto a Venezia. I funerali furono celebrati senza clamore a Vicenza, dove l'architetto - grazie all'intercessione della [[Valmarana (famiglia)|famiglia Valmarana]] - fu sepolto presso la [[chiesa di Santa Corona]]<ref>{{cita web|url=http://www.arteconomy24.ilsole24ore.com/news/2008/11/18/48_A.php|titolo=Palladio ha perso la faccia|autore=Guido Beltramini|sito=ArtEconomy24|editore=Il Sole 24 ore|data=16 novembre 2008|accesso=11 settembre 2011|dataarchivio=17 novembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111117152614/http://www.arteconomy24.ilsole24ore.com/news/2008/11/18/48_A.php|urlmorto=sì}}</ref>. Nel 1844 fu realizzata una nuova tomba in una cappella a lui dedicata nel [[Cimitero Maggiore di Vicenza]] su progetto dell'architetto [[Bartolomeo Malacarne]], grazie a un lascito del conte Girolamo Egidio di Velo; il monumento funebre fu scolpito da [[Giuseppe De Fabris]]. I pochi ritratti conosciuti di Palladio sono largamente ipotetici<ref name="volto Puppi" />.
=== Orientamenti artistici e culturali ===
[[File:VillaTrissinoTrettenero 2007 07 08 01.jpg|thumb|[[Villa Trissino (Cricoli)|Villa Trissino a Cricoli]], dove la tradizione colloca l'incontro di Palladio con [[Gian Giorgio Trissino]]]]
[[File:I dieci libri dell'architettura di M. Vitruvio tradutti et commentati da monsignor Barbaro eletto patriarca d'aquileggia MET DP-12965-001.jpg|thumb|''I dieci libri dell'architettura di M. Vitruvio tradutti et commentati da monsignor Barbaro'', con i disegni di Palladio, 1556
La formazione culturale di Andrea Palladio avvenne sotto la guida e tutela dell'[[umanesimo|umanista]] [[Gian Giorgio Trissino|Gian Giorgio Trissino dal Vello d'Oro]], probabilmente l'intellettuale più in vista in una città in cui l'artista più noto era, all'epoca, [[Valerio Belli]], cesellatore, in rapporti con [[Michelangelo Buonarroti]] e [[Raffaello Sanzio]], e la cui casa aveva tanto stupito
Gian Giorgio Trissino, nobile colto e raffinato, letterato studioso della lingua italiana, architetto per diletto, nel 1535 volle ristrutturare la propria [[Villa Trissino (Cricoli)|villa]] alle porte di Vicenza acquistata dal padre Gaspare nel 1482: nel disegnare la facciata principale esposta a sud si richiamò alle soluzioni di Raffaello per [[Villa Madama]], con una [[loggia]] a doppie arcate posta tra due torrette una delle quali preesistente: la torre a lato di un corpo composto da un [[portico]] con loggia al piano superiore è uno schema tipico dell'architettura vicentina quattrocentesca.
Da qui in poi la vita artistica
Grazie all'influenza dei [[Barbaro (famiglia)|Barbaro]], Palladio iniziò a lavorare a [[Venezia]], soprattutto nell'architettura religiosa. Nel 1570,
Quando morì nel 1580, buona parte delle sue architetture erano solo parzialmente realizzate; alcuni cantieri (come quello per la Rotonda) furono proseguiti da [[Vincenzo Scamozzi]], mentre altre opere (come [[Palazzo Chiericati]]) furono completate solo molti anni dopo, sulla base dei disegni pubblicati nei ''Quattro libri''.
Palladio affronta il tema, dibattuto nel Cinquecento, del rapporto fra civiltà e natura e lo risolve "affermando il profondo senso naturale della civiltà, sostenendo che la suprema civiltà consiste nel raggiungere il perfetto accordo con la natura senza perciò rinunciare a quella coscienza della storia che è la sostanza stessa della civiltà".<ref name=Argan>{{cita|Argan|p. 227|Argan}}.</ref> Questo "spiega l'enorme fortuna che il pensiero e l'opera
Ciò è stato possibile anche grazie all'opera di [[Ottavio Bertotti Scamozzi]] (1719-1790) che eseguì il rilievo quotato di tutte le opere di Andrea Palladio. Ogni edificio fu rappresentato in pianta, prospetto e sezione attraverso tavole nitidissime. L'unità di misura utilizzata fu il piede vicentino pari a
== Teoria delle proporzioni architettoniche ==
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Secondo Palladio le dimensioni di un edificio pubblico o di una villa, dei suoi elementi costruttivi (archi, travi, colonne) e dei suoi elementi stilistici ([[capitello|capitelli]], [[fregio|fregi]], [[balaustra|balaustre]], [[decorazione|decorazioni]]) potevano essere ricavati in proporzione dalle tavole del trattato.
Nei ''Quattro libri''<ref>Vedi edizione Venezia 1750, libro primo, p. 16.</ref> Palladio indica di far riferimento al [[diametro]] della [[colonna]] di un edificio come unità di misura di riferimento (detta ''[[modulo (architettura)|modulo]]'') per proporzionare tutti gli altri elementi costruttivi e stilistici della costruzione. Ad esempio lo spessore di una [[trave]] di [[ordine tuscanico]] poteva essere dimensionato come i 3/4 del diametro della colonna, l'altezza della colonna come
In modo analogo anche per gli altri ordini architettonici sono definite le relative proporzioni: per l'[[ordine dorico]], [[ordine ionico|ionico]], [[ordine corinzio|corinzio]] e per l'[[ordine composito]]. Ad esempio per l'ordine composito Palladio indica<ref>Vedi ''I quattro libri dell'architettura'', Venezia 1750, ''libro primo'', p. 45.</ref> di dimensionare lo spessore della trave e delle cornici superiori come il doppio del diametro della colonna (
Il trattato di Palladio è stato fino
== Opere ==
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[[File:Palazzo del Capitanio - Vicenza.jpg|thumb|[[Palazzo del Capitaniato|Palazzo del Capitanio]], Vicenza]]
La reputazione di Palladio agli inizi, come pure dopo la morte, si è fondata sulla sua abilità di [[Ville palladiane|progettista di ville]].<ref name="Burns">{{cita web|autore=Howard Burns|url=http://www.cisapalladio.org/cisa/doc/bio_i.php?lingua=i&sezione=4|titolo=Andrea Palladio (1508-1580)|editore=[[Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio]]|accesso=11 settembre 2011
Maestoso è il [[Teatro Olimpico]] di Vicenza, ultima opera dell'artista: la ripida [[cavea]] si sviluppa direttamente dall'[[orchestra (architettura)|orchestra]] per culminare nel solenne [[colonnato]] trabeato. Il [[palcoscenico]] appena rialzato è definito da un fondale architettonico fisso da cui partono cinque strade illusionisticamente lunghissime (opera di [[Vincenzo Scamozzi]], che completò il [[teatro (architettura)|teatro]] alla morte del maestro). Qui trionfa tutta l'esperienza del maestro in una felice sintesi con la poetica di [[Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio]]. L'architettura
=== Cronologia delle opere ===
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* 1564?: Palazzo Angaran, per Giacomo Angaran, Vicenza (progetto non realizzato)
* Dopo il 1564: Palazzo Capra al Corso, per Giulio Capra, Vicenza (progetto non realizzato)
* Dopo il 1564 (costruzione 1565 - 1570): [[Villa Forni Cerato
* 1565 (costruzione 1565 - 1576): [[Basilica di San Giorgio Maggiore|chiesa del monastero di San Giorgio Maggiore]], per la Congregazione di Santa Giustina, Venezia (conclusa postuma tra il 1607 e il 1611 con una diversa facciata)
* 1565 (costruzione 1571 - 1572): [[Palazzo del Capitaniato|Loggia del Capitanio]], per il Consiglio cittadino, Vicenza
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== Lo stile di Palladio ==
[[File:UVa Rotunda.jpg|thumb|Il palladianesimo negli Stati Uniti: la ''Rotunda'' dell'[[Università della Virginia]], progettata in stile palladiano da [[Thomas Jefferson]]
{{Vedi anche|Palladianesimo}}
L'architettura del Palladio, benché quasi totalmente confinata nel [[Veneto]], divenne presto famosa e studiata in tutta Europa e da qui negli altri paesi di tradizione anglosassone, dando vita a un fenomeno culturale noto come [[palladianesimo]], diffuso in particolare nel [[Regno Unito]], in [[Irlanda]], negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], come pure in [[Russia]]. In [[Inghilterra]] tra i primi
La [[Casa Bianca]], residenza del [[presidente degli Stati Uniti d'America]], è progettata in stile palladiano, così come la [[Monticello (casa)|residenza di Monticello]] progettata per sé da [[Thomas Jefferson]]<ref>{{Cita libro|titolo=[[Breve storia della vita privata]]|autore=[[Bill Bryson]]|editore=Guanda|anno=2011|annooriginale=2010|pp=309-311|ISBN=978-88-6088-415-2}}</ref>. Con la risoluzione n. 259 del 6 dicembre 2010 il [[Congresso degli Stati Uniti d'America]] ha riconosciuto Palladio come "padre dell'architettura americana"<ref>{{cita web|editore=[[Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio|CISA]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130530093220/http://www.cisapalladio.org/cisa/news.php?news=98&lingua=i|url=http://www.cisapalladio.org/cisa/news.php?news=98&lingua=i|titolo=Il Congresso degli Stati Uniti riconosce in Palladio "il padre dell'architettura americana"|accesso=11 settembre 2011|dataarchivio=30 maggio 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.eccellenzeitaliane.it/notizie-ecc.php?lg=it&art=15132|titolo=Palladio, Padre della cultura americana (intervista a Guido Beltramini)|autore=Roberto Ciliberto|data=|accesso=12 novembre 2013|dataarchivio=12 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131112094526/http://www.eccellenzeitaliane.it/notizie-ecc.php?lg=it&art=15132|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.villaemo.org/documenti/risoluzione-italiano.pdf|titolo=Testo tradotto della risoluzione|sito=Villaemo.org|accesso=30 novembre 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160308195920/http://www.villaemo.org/documenti/risoluzione-italiano.pdf|dataarchivio=8 marzo 2016}}</ref>.
== Pubblicazioni ==
* {{cita libro|curatore=Paola Marini, Licisco Magagnato|titolo=I quattro libri di architettura (edizione a stampa, con note storico-critiche)|autore=Andrea Palladio|editore=edizioni Il Polifilo|città=Milano|anno=1980}} {{NoISBN}}.
* {{cita libro|autore=Andrea Palladio|titolo=I quattro libri di architettura (copia anastatica prima edizione Venezia 1570)|editore=Hoepli|anno=1990}}
* {{Cita libro
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|isbn= 978-88-98768-04-2
}}
* Andrea Palladio, ''Delle case di villa'', U. Allemandi & C., 2005, ISBN 88-422-1350-0.
==Note==
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* {{cita libro|autore=Giulio Carlo Argan|wkautore=Giulio Carlo Argan|titolo=Storia dell'arte italiana|volume=vol.3|p=227|cid=Argan}}
* {{cita libro|autore=Guido Beltramini|wkautore=Guido Beltramini|titolo=Palladio privato|editore=Marsilio|città=Venezia|anno=2008|isbn=978-88-317-9473-2}}
* F. Canali, Andrea Palladio e il lessico dell'ordine architettonico nei "Quattro libri" (1570), Altralinea Edizioni, Firenze, 2021.
* {{cita libro|url=http://books.google.com/books?id=rDFyiFxjMwkC&pg=PA11&lpg=PA11|titolo=Palladio|edizione=Volume 98 di Art dossier|autore=Giandomenico Romanelli|editore=Giunti Editore|città=Firenze|anno=1995|isbn=88-09-76194-4|cid=Romanelli}}
* {{cita libro|autore=Lionello Puppi|wkautore=Lionello Puppi|titolo=Andrea Palladio|città=Milano|editore=Electa|anno=1973|isbn=978-0-7148-1625-8}}
;Approfondimenti
* Guido Bertramini (a cura di), ''Andrea Palladio. Il mistero del volto'', catalogo della mostra (Vicenza, Palladio Museum, 3 dicembre 2016 – 4 giugno 2017), Milano, Officina Libraria, 2016, ISBN 978-88-99765-18-7.
* Fritz Burger, ''Le ville di Andrea Palladio'', U. Allemandi & C., 2005, ISBN 88-422-1350-0.
* {{cita libro|autore=Corrado Buscemi|titolo=Il sigillo del Palladio|editore=Cierre Grafica|città=Caselle di Sommacampagna, Verona|anno=2008|isbn=978-88-95351-05-6}}
* {{cita libro|curatore=[[André Chastel]], Renato Cevese|titolo=Andrea Palladio: nuovi contributi|editore=Electa|città=Milano|anno=1990}} {{NoISBN}}.
* Sören Fischer, ''Das Landschaftsbild als gerahmter Ausblick in den venezianischen Villen des 16. Jahrhunderts - Sustris, Padovano, Veronese, Palladio und die illusionistische Landschaftsmalerei'', Petersberg 2014, ISBN 978-3-86568-847-7.
* {{cita libro|autore=Emanuela Garofalo, Giuseppina Leone|titolo=Palladio e la Sicilia|editore=Caracol|città=Palermo|anno=2004|isbn=88-89440-01-5}}
* {{cita libro|autore=[[Decio Gioseffi]]|titolo=Andrea Palladio|editore=Ibiskos Editrice Risolo|città=Empoli|anno=2007|isbn=978-88-546-0418-6}}
* {{cita libro|autore=Stefano Mazzoni|titolo=L'Olimpico di Vicenza: un teatro e la sua perpetua memoria|editore=Le Lettere|città=Firenze|anno=1998|isbn=978-88-7166-324-1}}
* [[Vincenzo Scamozzi]], Intorno alle ville, U. Allemandi & C., 2005, ISBN 88-422-1150-8.
* {{cita libro|autore=Robert Tavenor|titolo=Palladio e il Palladianesimo|città=Milano|anno=1992|isbn=978-88-18-91031-5}}
* [[Rudolf Wittkower]], ''Architectural Principles in the Age of Humanism'' (1949); ''Principî architettonici nell'età dell'Umanesimo'', tr. it. di Renato Pedio, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1964. ISBN 88-06-13556-2.
* Gianpietro Olivetto, "Andrea Palladio, la famiglia, l'opera, il suo tempo", Itinera Progetti Editore, Bassano del Grappa (VI), 2022, ISBN 978-88-32239-30-0.
== Voci correlate ==
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* [https://web.archive.org/web/20190329150250/http://www.visitpalladio.com/ Andrea Palladio e gli itinerari turistici] (Consorzio di promozione turistica di Vicenza e provincia)
{{Andrea Palladio}}
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