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{{P|La scarsità di fonti, unita a una certa eterogeneità di argomenti trattati (dalla religione, alla filosofia a "i grandi personaggi del Novecento"), rendono la voce non organica ed è ipotizzabile che molti paragrafi siano ricerche originali.|storia|marzo 2019}}
[[File:Peace symbol (fixed width).svg|miniatura|[[Simbolo della pace]] creato nel 1958 da un artista e designer britannico, Gerald Holtom, come simbolo della Campagna per il Disarmo Nucleare per diventare poi simbolo dell'antimilitarismo negli anni sessanta. Rappresenta la sovrapposizione delle lettere N e D (''Nuclear Disarmament'') dell'[[alfabeto semaforico]].]]
[[File:Fountain_of_Time_full_frontFountain of Time full front.jpg|miniatura|La [[Fontana del Tempo]] onora i primi 100 anni di pace tra il [[Regno Unito]] e gli [[Stati Uniti d'America]] risultanti dalla firma del [[trattato di Gand]] del [[1814]]]]
 
La '''pace''' è una condizione [[sociale]], [[Relazione interpersonale|relazionale]], [[politica]] (per estensione anche personale ovvero intraindividuale, o eventualmente legata ad altri contesti), caratterizzata dalla presenza di condivisa armonia e contemporanea assenza di tensioni e conflitti.
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La pace che si instaura tra due nazioni in seguito a una guerra può trarre origine dalla cessazione del conflitto per comune accordo fra le nazioni coinvolte oppure essere imposta quando il suo mantenimento è possibile sotto il rispetto di condizioni dettate dalla nazione che ha vinto il conflitto o quando la superiorità di una delle parti è tale da scongiurare qualsiasi azione di rivolta da parte della nazione in condizione di inferiorità.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/pace_(Enciclopedia-dei-ragazzi)|titolo=pace in "Enciclopedia dei ragazzi"|accesso=6 marzo 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180626023955/http://www.treccani.it/enciclopedia/pace_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/|urlmorto=sì}}</ref>
 
Il termine deriva dal [[Lingua latina|latino]] ''pax'' (il quale a sua volta si fa derivare dalla [[radice (linguistica)|radice]] [[Lingua protoindoeuropea|indoeuropea]] ''pak-'', ''pag-'' fissare, pattuire,<ref>{{Treccani|pace|v=sì}}</ref> legare, unire, saldare<ref>[{{cita testo|url=http://www.etimo.it/?term=pace&find=Cerca |titolo=Etimologia: pace]}}</ref>; alla quale sono legate anche ''pagare''<ref>[{{cita testo|url=http://www.etimo.it/?term=pagare&find=Cerca |titolo=Etimologia: pagare]}}</ref> e ''pacare''<ref>[{{cita testo|url=http://www.etimo.it/?term=pacare&find=Cerca |titolo=Etimologia: pacare]}}</ref>) ed è il contrapposto di ''bellum'' ([[guerra]]) in senso politico e [[Sociologia|sociologico]], ovvero dello stato dei rapporti tra [[Individuo|individui]] o gruppi di individui.
 
Trattandosi di uno dei concetti più antichi e profondi in senso [[Antropologia|antropologico]], il termine ha assunto significati più estensivi e generali, compresi verbi come "appacificare" e "rappacificare", con i relativi riflessivi: "appacificarsi" e "rappacificarsi".
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[[File:Eiréné et Ploutos.JPG|miniatura|upright|sinistra|Rappresentazione scultorea di [[Eirene]], dea greca della pace, e il piccolo [[Pluto (mitologia)|Pluto]]]]
 
Nel [[Antica Grecia|mondo greco antico]] la pace non era da intendersi come la semplice astensione dal conflitto militare o una sua cessazione, ma veniva sempre strettamente associata a concetti che ne esprimono bene le altre dimensioni citate: tale associazione è presente già in età arcaica quando, in [[Esiodo]]<ref>[[Esiodo]], ''[[Teogonia (Esiodo)|Teogonia]]'', 901-903. Uno sviluppo del tema è , ad esempio, in ''[[Le opere e i giorni]]'', 213 e segg.</ref>, la sua [[personificazione]], [[Eirene]],<ref name=eirene>[{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/eirene_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/ |titolo=Enciclopedia dell'Arte Antica (1960), "Eirene"]}}</ref> è associata a [[Eunomia (mitologia)|Eunomia]] (il ''buon governo'') e a [[Diche (mitologia)|Diche]] (''giustizia''), tutte figure delle [[Ore (mitologia)|Ore]] figlie di [[Temi]].<ref name=eirene/> Interessante è anche l'associazione con [[Pluto (mitologia)|Pluto]], che, in braccio a Eirene e con sembianze di bambino, personifica l'abbondanza recata dalla pace.<ref name=eirene/> L'iconografia è famosa per una raffigurazione di [[Cefisodoto il Vecchio]], padre di [[Prassitele]], una cui statua, posta sull'[[acropoli di Atene]], offriva la scena del bambino portato in braccio che accarezzava il volto della dea. Una significativa ripresa è nella [[commedia greca|commedia]] ''[[La pace (Aristofane)|Eirene]]'' di [[Aristofane]] il quale scrisse anche la commedia ''[[Lisistrata]]'', una protesta delle donne elleniche contro la guerra al tempo della [[guerra del Peloponneso]].
 
Secondo il filosofo [[Eraclito]] non può esistere una pace totale, assoluta ed eterna. Esiste una pace perché prima si è verificata una guerra, e la contrapposizione tra la pace e la guerra crea l'armonia nel divenire. La guerra, in quanto idea massima di distruzione, viene intesa come indispensabile strumento del divenire, e quindi del progresso: ''"Polemos'' (la guerra) ''è padre di tutte le cose"''.<ref>[{{cita testo|url=http://philoctetes.free.fr/heraclitefraneng.htm |titolo=Ippolito di Roma, Κατὰ πασῶν αἱρέσεως ἔλεγχος - Confutazione di tutte le eresie, IX, 9, 4; frammento 53]}}</ref>
 
In [[Platone]] il mantenimento dell'ordine e della pace all'interno della [[polis]] dipende da vari fattori, uno dei quali è la guerra. Essa non è un concetto negativo o condannabile ma un elemento che partecipa dell'attività di governo e quindi un lato necessario dell'arte politica. Platone sottolinea la naturalità e, quindi, la non eliminabilità definitiva della guerra.
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Sempre nella stessa ottica etico-politica si muoveva [[Aristotele]] quando, nel sesto libro della [[Poetica (Aristotele)|Poetica]], indicava la pace come il fine ultimo della [[città ideale|polis ideale]], al cui conseguimento doveva essere indirizzata e conformata l'educazione [[polis|politica]] del cittadino.<ref>Orazioni ''Sulla pace'' furono scritte dagli oratori [[Isocrate]] e [[Demostene]].</ref>
 
È lo stesso quadro delle relazioni politiche internazionali, maturato nel [[IV secolo a.C.]] a promuovere un'evoluzione del concetto di pace, quando questa, a seguito dei contatti più stretti con l'[[Persia|Oriente persiano]], non poteva essere più ricondotta alla dimensione delle relazioni tra le sole polis o, addirittura, all'angusto ambito dei rapporti interni alla singola polis: è il concetto [[della [[pace comune]] (''koinè eiréne''), un obiettivo tendenzialmente stabile e duraturo, che acquisiva il suo senso in una logica [[multilateralismo|multilaterale]] nel quale si componessero e bilanciassero gli interessi di un ambito di comunità più ampio di quelle in conflitto, venendo garantita in maniera anche coercitiva da un organismo sovraordinato alle singole individualità comunitarie. L'esempio proveniente dal IV secolo a.C. è quello della ''[[pace del Re]]'', ma il prototipo di questo tipo di relazioni può essere rintracciato nella genesi di quelle embrionali associazioni multilaterali che evolveranno nel fenomeno delle ''[[Anfizionia|anfizionie]]''.
 
=== Mondo romano ===
[[File:Ara Pacis Roma.JPG|miniatura|L'[[Ara Pacis]], altare romano dedicato alla pace (9 a.C.)|alt=]]
Storicamente la prima enunciazione del concetto di pace in ambito romano risale a Cicerone, che all'inizio del I secolo a.C. la definiva come ''tranquilla libertas'' nelle ''Filippiche'' (II, 44, 113). Dunque secondo Cicerone la libertà (assieme alla ''securitas'') era una prerogativa per il raggiungimento della pace.<ref name=soctrec>[{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pace_%28Enciclopedia-delle-scienze-sociali%29/ |titolo=Enciclopedia delle scienze sociali Treccani, "Pace"]}}</ref> La definizione di Cicerone si sovrapponeva a quella platonica e a quella aristotelica per costituire il punto di vista romano in generale, ma in senso politico prevaleva il significato espresso dal celebre adagio: ''si vis pacem para bellum'' (se vuoi la pace prepara la guerra).
 
Lo storico [[Publio Cornelio Tacito]] visse al tempo della più ferrea applicazione del concetto di ''[[pax romana]]'', che indicava l'assenza di conflitti nell'impero e ai suoi margini, ottenuta attraverso la sottomissione dei popoli bellicosi e la riduzione di essi all'impotenza ''manu militari'' (cioè per mezzo del potere militare). Tale condizione di pace si allontanava dalla definizione di Cicerone, in quanto negava la ''libertas'' a favore della ''securitas''.<ref name=soctrec/>
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==== I papi nel Novecento ====
{{Vedi anche|Pio XII e l'Olocausto}}
La [[presa di Roma]] nel [[1870]] e la conseguente perdita del [[potere temporale]] da parte del Papa mise fine alla impressionante serie di guerre intestine e imprese militari di cui fu protagonista lo Stato Pontificio dal primo Medioevo al Rinascimento. La corruzione politica e la dissoluzione morale di papi emblematici quali [[Bonifacio VIII]], [[Alessandro VI]] e [[Giulio II]] {{Senza fonte|fece posto a figure più spirituali.}}
{{Citazione|[La guerra è] un'inutile strage.|[[Papa Benedetto XV|Benedetto XV]], [[1917]]}}
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{{Senza fonte|È però doveroso dire che la difficoltà e l'importanza cruciale delle scelte connaturate all'attraversamento, durante il suo pontificato, di un periodo storico caratterizzato da scontri ideologici e militari tra i più duri che la storia ricordi, non potevano che porre Pio XII al centro d'una controversia storiografica – ben lungi dall'esser conclusa – e di aspre critiche e polemiche relative al suo operato.}}{{chiarire||chiarire}}
{{Vedi anche|Pio XII e l'Olocausto}}
 
{{Citazione|Le disuguaglianze economiche, sociali e culturali troppo grandi tra popolo e popolo provocano tensioni e discordie, e mettono in pericolo la pace. Come dicevamo ai padri conciliari al ritorno dal nostro viaggio di pace all'ONU: «La condizione delle popolazioni in via di sviluppo deve formare l'oggetto della nostra considerazione; diciamo meglio, la nostra [[carità]] per i [[povertà|poveri]] che si trovano nel mondo - e sono legione ìnfinita - deve divenire più attenta, più attiva, più generosa»<ref>(AAS 57 (1965), p. 896)</ref>. Combattere la [[miseria]] e lottare contro l'[[ingiustizia]], è promuovere, insieme con il miglioramento delle condizioni di vita, il progresso umano e spirituale di tutti, e dunque il [[bene comune]] dell'[[Homo sapiens|umanità]]. La pace non si riduce a un'assenza di guerra, frutto dell'equilibrio sempre precario delle forze. Essa si costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini.|[[papa Giovanni XXIII]] nell'enciclica ''[[Pacem in Terris]]'' dedicata al tema della pace. ''Acta Apostolicae Sedis - A.A.S.'', 55 (1963), p. 301}}
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{{Vedi anche|Bahá'í}}
[[File:Shrine-of-Bahaullah.jpg|miniatura|Il [[mausoleo di Bahá'u'lláh]] nel 1868]]
[[Bahá'u'lláh]] ([[1817]]/ [[1892]]), il cui nome in [[Lingua araba|arabo]] significa "La Gloria di Dio") è stato il fondatore della Fede [[Bahá'í]] il cui principio fondamentale è che la verità religiosa non sia assoluta, ma relativa: c'è un unico [[Dio]] inconoscibile, che progressivamente si rivela all'umanità attraverso il suo verbo che si manifesta attraverso i vari messaggeri divini [[Rivelazione progressiva bahai]]. Tutte le religioni sono viste come stadi della rivelazione della volontà e degli scopi di Dio e i loro insegnamenti sono sfaccettature di un'unica verità.
 
Lo scopo ultimo della religione bahá'í è l'unità del genere umano e la pace universale. Dice Bahá'u'lláh: "''La Terra è un solo paese e l'umanità i suoi cittadini''" <ref>{{Cita libro|cognome=Bahāʼuʼllāh.|titolo=Spigolature dagli scritti di Bahá'u'lláh.|url=https://www.worldcat.org/oclc/955278590|accesso=2023-02-16 febbraio 2023|edizione=3. ed. riveduta e corretta|data=2003|editore=Bahá'í|OCLCoclc=955278590|ISBN=88-7214-089-7}}</ref> . La fede tende all'instaurazione di una comunità mondiale in cui tutte le religioni, razze, credenze e classi siano strettamente e definitivamente unite. Secondo Bahá'u'lláh una società globale per poter fiorire deve basarsi su certi principi fondamentali, che includono: la libera indipendente ricerca della verità, l'eliminazione di tutte le forme di pregiudizio; piena parità di diritti tra uomo e donna; riconoscimento della unicità essenziale delle grandi religioni mondiali; unicità di Dio, eliminazione degli estremi di povertà e ricchezza; istruzione universale; armonia tra religione e scienza; equilibrio sostenibile tra natura e tecnologia; una lingua ausiliaria universale e lo stabilirsi di un sistema federativo mondiale, basato sulla sicurezza collettiva.
 
Seguendo il suo insegnamento, [[Shoghi Effendi]] ([[1897]] – [[1957]]) definì la sua epoca come l'età formativa, coincidente con l'emergere della religione bahá'í dall'oscurità e l'espansione del credo in tutto il mondo. L'età formativa sarebbe seguita da una situazione di crisi mondiale tale da costringere i popoli e le nazioni a rivedere i loro concetti di politica internazionale fondando una confederazione mondiale, dotata di vero governo mondiale espressione di un vero parlamento mondiale eletto dai popoli del mondo e non dai loro governi, e dotata, inoltre, di un tribunale internazionale per dirimere le contese di interessi tra nazioni ed evitare la guerra con sentenze vincolanti fatte valere da uno stabile esercito mondiale con totale abolizione degli eserciti nazionali da esso sostituiti; questa situazione di unità confederale mondiale e semplice cessazione della guerra è definita "pace minore" a cui poi, nei secoli, seguirà una futura età d'oro in cui la religione bahá'í sarà abbracciata dalla maggioranza delle persone in un gran numero di stati confederati del mondo e che viene chiamata "pace maggiore" e nella quale l'unità mondiale non sarà solo istituzionale e confederale ma anche sentita dai popoli come parte ed espressione dell'unità divina.
 
''"Il benessere dell'umanità, la sua pace e la sua sicurezza saranno irraggiungibili, ammenoché e finché la sua unità non sia saldamente stabilita"'' <ref>{{Cita libro|autore=Casa Universale di Giustizia|titolo=La Pace}}</ref>
 
== La pace e i grandi personaggi del Novecento ==
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{{Senza fonte|L'esercizio della non-violenza richiede lo straordinario coraggio di non temere la morte e di soffrire senza desiderio di vendetta, e si ottiene solo con preghiera, disciplina e fede. La non violenza va esercitata sempre, non è solo non cooperazione con le ingiustizie ma costante rifiuto di qualunque cosa sia inaccettabile per la coscienza.}}
 
.{{Senza fonte|La guerra può essere evitata perché nessun uomo, nessuna nazione, nessun gruppo sociale è inevitabilmente guerriero. Le frustrazioni e i contrasti d'interesse che sono alla radice delle guerre possono essere ridotti ed indirizzati diversamente, come ad esempio contro gli ostacoli che impediscono lo sviluppo economico e sociale. Quando le cose sembrano non andare per il verso giusto, l'uomo tende ad addossare le responsabilità alla società oppure a poteri superiori che vogliono decidere del futuro di tutti. Invece ciascuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità e la parte di lavoro che gli spetta per opporsi alla guerra, trasformandosi in un costruttore di pace. Gandhi ha dimostrato che la forza di un singolo individuo può diventare la forza di un popolo intero perché la pace è legata alla crescita della coscienza umana e può nascere solo dall'impegno unitario di tutti gli uomini.}}
 
{{Citazione|La Pace non si ottiene con un parziale adempimento delle condizioni, così come una combinazione chimica è impossibile senza l'osservanza completa delle condizioni necessarie per ottenerla. Se i capi riconosciuti dell'Umanità che controllano gli strumenti di distruzione rinunciassero completamente al loro uso, con piena conoscenza delle relative implicazioni, si potrebbe ottenere la pace permanente. Questo è evidentemente impossibile, se le grandi potenze della terra non rinunciano al loro programma imperialistico. E questo sembra a sua volta impossibile, se le grandi nazioni non cessano di credere nella competizione che uccide l'anima e di desiderare la moltiplicazione dei bisogni e, quindi, l'accrescimento dei beni materiali.}}Il 30 gennaio di ogni anno, per l'anniversario della morte di Mahatma Gandhi, viene praticata la ''Giornata Scolastica della Non-violenza e della Pace ([[DENIP]]),'' fondata nel 1964.
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[[Martin Luther King]] fu un [[battismo|pastore battista]] afro-americano nell'[[Alabama]], ''leader'' dei [[diritti civili]] della minoranza di colore negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. È stato il più giovane [[premio Nobel per la pace]] della storia, riconoscimento conferitogli nel [[1964]] all'età quindi di soli trentacinque anni. Significativo è il discorso che tenne il 28 agosto [[1963]] durante la "''[[Marcia su Washington per il lavoro e la libertà|marcia per il lavoro e la libertà]]''" davanti al [[Lincoln Memorial]] di [[Washington]] e nel quale pronunciò più volte la celebre frase "[[I have a dream]]" (''Ho un sogno''), che sottintendeva la (spasmodica) attesa che egli coltivava, assieme a molte altre persone, perché ogni uomo venisse riconosciuto uguale a ogni altro, con gli stessi diritti e le stesse prerogative
 
{{Citazione|La vera pace non è solo la assenza di tensione: è la presenza della giustizia<ref>[{{cita testo|url=https://www.sas.upenn.edu/African_Studies/Articles_Gen/Letter_Birmingham.html |titolo=M.L.King - Lettere dal carcere (in inglese)]}}</ref>}}
 
Più volte imprigionato, perseguitato dagli ambienti [[Apartheid|segregazionisti]] del Sud degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], nel mirino dell'[[FBI]], King fu assassinato a colpi d'arma da fuoco prima di una marcia il 4 aprile [[1968]], mentre si trovava su un balcone del Lorraine Motel di [[Memphis]], [[Tennessee]].
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Il quel movimento si impegnarono figure come [[Luciana Castellina]], [[Chiara Ingrao]], [[Tom Benettollo]], [[Davide Ferrari]].
 
Nei tempi moderni, il filosofo americano [[Robert L. Holmes]] ha anche sostenuto che tutte le forme di guerra sistematica nell'era della distruzione di massa sono generalmente "prima facie" non etiche per diverse ragioni. Sostiene inoltre che è possibile per tutta l'umanità diventare "pacifisti pragmatici" nonostante lo sviluppo di armi avanzate di distruzione di massa e terrorismo nel 21° secolo.<ref>{{cita libro|autore=Holmes, Robert L.|altri=Recensione del libro presentata da Cheyney Ryan, Università di Oxford|titolo=Pacifism a Philosophy of Nonviolence|url=https://ndpr.nd.edu/reviews/pacificism-a-philosophy-of-nonviolence/|accesso=28 settembre 2024|anno=2017|editore=Bloomsbury|città=Londra|lingua=en|pp=265-266|volume=https://ndpr.nd.edu/|opera=Notre Dame Philosophical Reviews|via=The University of Notre Dame}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.icrc.org/en/law-and-policy/jus-ad-bellum-and-jus-bello|titolo=Jus ad bellum and jus in bello {{!}} ICRC|data=28 luglio 2014|lingua=en|accesso=28 settembre 2024}}</ref><ref>{{Cita news|cognome=Meyers|nome=Diana T.|data=1992|titolo=Reviewed work: On War and Morality, Robert L. Holmes|url=https://www.jstor.org/stable/pdf/2185583.pdf|rivista=The Philosophical Review|volume=101|id=2|pp=481–484481-484|doi=10.2307/2185583|jstor=2185583|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news|cognome=Rock|nome=Stephen R.|data=1989|titolo=Reviewed work: On War and Morality, Robert L. Holmes; Paths to Peace: Exploring the Feasibility of Sustainable Peace, Richard Smoke, Willis Harman|url=https://www.jstor.org/stable/pdf/1961738.pdf|rivista=The American Political Science Review|volume=83|id=4|pp=1447–14481447-1448|doi=10.2307/1961738|jstor=1961738|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news|cognome=Lee|nome=Steven|data=1992|titolo=Reviewed work: On War and Morality., Robert L. Holmes|url=https://www.jstor.org/stable/pdf/2216042.pdf|rivista=Noûs|volume=26|id=4|pp=559–562559-562|doi=10.2307/2216042|jstor=2216042|lingua=en}}</ref>
 
== Studi sulla pace ==
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{{Citazione|per garantire l'esercizio del diritto dei popoli alla pace, è indispensabile che la politica degli stati tenda alla eliminazione delle minacce di guerra, soprattutto di quella nucleare, all'abbandono del ricorso alla forza nelle relazioni internazionali e alla composizione pacifica delle controversie internazionali sulla base dello Statuto delle Nazioni Unite.}}
 
Ma questa appare oggi una visione assolutamente riduttiva del problema. Dall'insegnamento di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] e attraverso le parole di [[Martin Luther King]] e gli scritti di [[Johan Galtung]], si è fatta strada l'idea di una pace positiva<ref>La pace positiva è l'assenza di ogni forma di violenza strutturale, di quella violenza cioè, più o meno nascosta, subdola, indiretta, ma non per questo meno grave o lesiva, che caratterizza i rapporti sociali ed economici, che opprime l'individuo, viola i diritti fondamentali e impedisce di esprimere pienamente le potenzialità personali. In definitiva la pace positiva coincide con l'assenza di ingiustizia sociale e più in generale, di sfruttamento umano. [http://www.arieteweb.org/pages/approfondimento.asp?articolo=2 ARIETE] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080201012145/http://www.arieteweb.org/pages/approfondimento.asp?articolo=2 |data=1º febbraio 2008 }}</ref>, considerata non semplicisticamente come ''assenza di guerra'' bensì come presenza di condizioni di giustizia reciproca tra i popoli che permettano a ciascun popolo il proprio libero sviluppo in condizioni di auto-governo.
 
In queste condizioni, la pace è molto più che il risultato di trattati tra governi o di accordi tra persone potenti, come molti credono. La pace risulta dal modo in cui un popolo si relaziona con un altro popolo, nel rispetto dei reciproci diritti e doveri riconosciuti dalla comunità internazionale.
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Il 13 settembre 1999 l'Assemblea generale dell'ONU approvò la risoluzione 53/243 adottando con essa la [[Cultura della Pace|Dichiarazione per una cultura della pace.]]<ref>{{cita web|url=http://www.un-documents.net/a53r243a.htm|titolo=Archivio delle Nazioni Unite}}</ref>
 
Educare sé stessi alla cultura della pace<ref>[{{cita testo|url=http://www.unesco.it/attivita/c_pace/c_pace.htm |titolo=Commissione Italiana per l'UNESCO] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20071020222757/http://www.unesco.it/attivita/c_pace/c_pace.htm |data=20 ottobre 2007 }}</ref>, informandosi e prendendo consapevolezza dei problemi e delle scelte da fare per risolverli, è il dovere di tutti coloro che, nelle varie forme culturali e associative, esprimono una volontà di contribuire alla costruzione della pace nel mondo.
 
{{Citazione|La pace esiste quando tutti sono liberi di sviluppare sé stessi nel modo che desiderano, senza dover lottare per i propri diritti.<ref>[[Bruno Picozzi|Picozzi, Bruno]] (2007). [{{cita testo|url=http://www.bippi.org/bippi/menu_left/conflicts.htm |titolo=BIPPI] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20080424091701/http://www.bippi.org/bippi/menu_left/conflicts.htm |data=24 aprile 2008 }} iniziativa indipendente per la pace</ref>}}
 
=== Le operazioni di pace e il ruolo dell'ONU ===
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La [[Costa Rica]] è uno Stato del tutto privo di esercito e le sole unità in divisa fanno parte delle varie attività di polizia, comprese quelle antidroga.
Al contrario di quanto affermato da [[Michael Crichton]] nei suoi libri, la Costa Rica non possiede nessuna "Guardia Nazionale" tantomeno dotata di gas nervino.
 
==Università==
Nel 2024, in collaborazione con 36 atenei, l'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]] ha attivato il primo "[[dottorato di ricerca|Dottorato]] per la pace" al mondo.<ref>{{Cita web|url=https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2024-11/dottorato-per-la-pace-alessandro-saggioro-radio-vaticana-con-voi.html|titolo=Al via il Dottorato per la Pace, un progetto unico al mondo - Vatican News|data=1º novembre 2024|lingua=it|accesso=22 novembre 2024}}</ref>
 
== Note ==
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* {{cita web | url = http://www.internetforpeace.org/ | titolo = Sito del movimento per candidare Internet al Nobel per la Pace | accesso = 28 novembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20091120090502/http://www.internetforpeace.org/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.odcpace.org/ | titolo = Sito del Servizio Obiezione di Coscienza e Pace A.P.G. XXIII | accesso = 30 maggio 2008 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140110082631/http://odcpace.org/ | urlmorto = sì }}
* [{{cita testo|url=http://www.martinauer.net/KINDER/krieg |titolo=La Strana Guerra - Racconti per una Cultura di Pace] {{Webarchive|urlpostscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071011113014/http://martinauer.net/KINDER/krieg/ |date=11 ottobre 2007 }} di [[Martin Auer]]
* {{cita web|url=http://www.unipax.org|titolo=UNIPAX}}
* {{cita web |url=http://www.visionofhumanity.org/gpi/home.php |titolo=Sito dell'Indice della Pace (Global Peace Index) |accesso=12 febbraio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080704165325/http://www.visionofhumanity.org/gpi/home.php |urlmorto=sì }}
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[[Categoria:Sociologia politica]]
[[Categoria:Guerra]]
[[Categoria:Frutti dello Spirito Santo]]