Morano Calabro: differenze tra le versioni
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|Data rielezione =
|Data istituzione =
|Sottodivisioni = Campotenese
|Divisioni confinanti = [[Castrovillari]], [[Chiaromonte]] (PZ), [[Mormanno]], [[Rotonda (Italia)|Rotonda]] (PZ), [[San Basile]], [[Saracena]], [[Viggianello (Italia)|Viggianello]] (PZ)
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|Didascalia mappa = Posizione del comune di Morano Calabro all'interno della provincia di Cosenza
}}
'''Morano Calabro''' {{IPA|[ˌmoˈraːno ˈkaːlabro]}} (''Murènu'' {{IPA|[ˌmuˈrɛːnu]}} in dialetto moranese<ref>Sul dialetto moranese cfr. Gerhard Rohfls, ''Dizionario dialettale delle tre Calabrie''. Milano-[[Halle sul Saale|Halle]], 1932-1939; Id., ''[[Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria]]''. Longo, Ravenna, 1977 ISBN 88-8063-076-8 (sesta ristampa, 2001).</ref>) è un
La sua posizione strategica nell'alta valle del fiume [[Coscile]] (antico ''Sybaris'' di epoca magno-greca) alle pendici del [[massiccio del Pollino]], ha contribuito al suo sviluppo in epoca antica ed al suo splendore nei periodi medievale e rinascimentale, in particolare sotto la signoria dei Sanseverino di Bisignano.
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Fondata nel [[1097]] al di fuori della cinta muraria come piccola cappella, l'accresciuto numero di fedeli rese necessario ampliarla nella seconda metà del [[XVI secolo]] per mandato del [[parroco|prevosto]] don Giuseppe La Pilosella. Assunto il titolo di ''collegiata'' il 3 febbraio [[1737]] con [[Bolla pontificia|bolla]] di [[papa Clemente XII]], nel [[1732]] venne ristrutturata un'ultima volta in [[Pianta (architettura)|pianta]] basilicale a croce latina a tre [[Navata|navate]], mentre l'apparato decorativo commissionato a Donato Sarnicola, le conferì la sua attuale veste tardo barocca ritenuta fra gli esempi più ispirati dell'arte del tempo in Calabria. Il [[campanile]] ([[1817]]) e la [[cupola]] ([[1794]]) furono rivestiti successivamente di [[Maiolica|maioliche]] in stile campano di colore giallo e verde nel [[1862]]. La [[facciata]], completata negli [[Anni 1840|anni '40 del XIX secolo]] in stile [[Neoclassicismo|neoclassico]], è ripartita in due livelli divisi da una [[cornice marcapiano]] costituita da [[Triglifo|triglifi]] e [[Metopa|metope]] con simbologie classicheggianti con [[Parasta|paraste]] [[Ordine ionico|doriche]] e [[Ordine ionico|ioniche]] contornate negli spazi da ghirlande.<ref>Mainieri, Barbara, ''La gran donna di Maddalo; L'architettura'', saggio contenuto in ''(AA. VV.) Memorie riscoperte'', Ed. Amm. comunale di Morano Calabro, Castrovillari, 1995; pagg. 76-89</ref>
Fra le numerose opere d'arte, appartengono alla scuola di [[Pietro Bernini]] un [[ciborio]] e due ''angeli oranti'' facenti parte del corredo sacro; mentre è del celebre scultore del [[rinascimento]] meridionale [[Antonello Gagini]] la ''Madonna degl'Angioli'' ([[1505]]) proveniente dal monastero di San Bernardino e posta su un altare del [[transetto]] destro. In chiesa è anche una ''Adorazione dei Magi'' che riporta una firma frammentaria, ma riconducibile al pittore locale Francesco Schifino, a lungo attivo anche a Firenze. La pala non è databile con certezza e non è possibile sapere se sia stata eseguita prima o dopo il soggiorno toscano.<ref name=":0">Alessandro Nesi, ''Don Giuseppe Schifino (1580-1640), un prete pittore calabrese alla corte dei Medici'', in "Arte Cristiana", n. 881, CII, Milano, 2014, pag. 127.</ref>
La [[Pittura napoletana|scuola napoletana]] del [[XVIII secolo|Settecento]] è ben rappresentata da alcune [[Pala d'altare|pale d'altare]]. Fra gli autori e le opere più significative si citano: [[Francesco Lopez]], autore de ''[[Immacolata Concezione|L'immacolata]]'' ([[1747]]), ''L'Addolorata, [[san Giovanni Battista]] e alcuni santi'' ([[1748]]); famiglia Sarnelli, ''Miracolo di [[San Francesco di Sales]]'' (1747), ''L'incoronazione della Vergine'' (1747) e la ''Madonna del Rosario e alcuni Santi''; Giuseppe Tomajoli, ''Morte di [[San Giuseppe]]'' ([[1742]]) e la [[cimasa]] di ''San Giovannino'' dello stesso periodo; ed infine, del pittore moranese [[Lo Tufo]], ''La Vergine fra i santi Silvestro e Giovanni Battista'' ([[1763]]) e ''Le anime del Purgatorio.''<ref>AA. VV. ''Memorie riscoperte'', Ed. Amm. comunale di Morano Calabro, Castrovillari, 1995; Cfr. Parte II ''le opere''</ref>
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La chiesa si sviluppa su due piani sovrapposti. La [[cripta]] sottostante di epoca altomedievale, è dedicata a ''Santa Maria delle Grazie'' ed è considerata fra le costruzioni più antiche del borgo.<ref>Salmena, barone Antonio, op.cit. Libro III</ref> Fra le opere custodite si annoverano: un ''giudizio universale'' in [[Pittura ad olio|olio su tela]] di Angelo Galtieri ([[1737]]), alcune statue lignee e tele del [[XVII secolo|Seicento]], e nella sagrestia un [[Espositorio]] in argento fuso [[Sbalzo (arte)|sbalzato]] e [[Cesello|cesellato]] del [[XVIII secolo]], corone di santi della seconda metà del secolo XVIII e del terzo decennio del [[Anni 1830|XIX secolo]], calici in argento fuso del [[XVII secolo]], un [[reliquiario]] del [[XVI secolo]], oltre ad una piccola scultura in [[alabastro]] dorato del [[XVI secolo|secolo XVI]] raffigurante la ''Madonna del Buon Consiglio''.
Il piano superiore, in navata unica, è stato edificato negli anni intorno al
==== Convento dei Padri Cappuccini ====
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