Automotrice: differenze tra le versioni
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==Storia==
[[File:L'ALn 56.06 in sosta alla stazione di Misterbianco (1).jpg|thumb|left|L'ALn 56.06 della [[Ferrovia Circumetnea]] (appartenente alla serie delle [[Automotrice FCE ALn 56|ALn 56.01-06]]), del 1937, restaurata e riportata nella [[livrea]] originale, fotografata alla [[stazione di Misterbianco]] il 22
[[File:Novara - frazione Vignale - stazione ferroviaria - ALn 668.jpg|thumb|left|L'[[Automotrice FS ALn 668|ALn 668]].1551 delle [[Ferrovie dello Stato]], in arrivo a [[Stazione di Vignale|Vignale]].]]
Le automotrici vennero inizialmente progettate e realizzate soprattutto per risolvere una serie di problemi che affliggevano l'esercizio delle linee secondarie: il [[bilancio d'esercizio]] sempre più deficitario e l'eccessiva lentezza dei [[treno|treni]] composti di materiale ordinario e [[locomotiva a vapore]] nelle tratte con molte fermate, cose che le rendevano sempre meno competitive rispetto al crescente [[trasporto su strada|traffico su strada]].
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Agli inizi degli [[anni 1910|anni dieci]] furono realizzati i primi rotabili dotati di un [[motore endotermico]] il più delle volte a [[benzina]] e a [[ciclo Otto]]. Si trattava tuttavia di veri e propri [[autobus]] su [[rotaia]], [[cambio (meccanica)|cambio]] e [[Freno|freni]] di tipo [[Automobile|automobilistico]], di scarsa potenza che presentarono però molti inconvenienti, fra cui l'alto consumo di carburante e l'elevato rischio di incendio. Vennero realizzati in Ungheria anche rotabili con tale impostazione ma muniti di trasmissione elettrica usati a partire dal [[1903]] sulle linee ferroviarie della compagnia ungherese ACsEV.
[[File:08.11.02 Otranto FSE Ad58.jpg|sinistra|miniatura|L'[[Automotrici Ad 51-80|Ad 58]] delle [[Ferrovie del Sud Est]], in sosta ad [[Stazione di Otranto|Otranto]].]]
Che il problema di un mezzo di trazione leggero ed economico fosse molto sentito dagli esercenti ferroviari e che non fosse solo italiano lo dimostra l'interesse suscitato nel [[1925]] dall'esposizione dei rotabili ferroviari di [[Seddin (Seddiner See)|Seddin]], presso [[Berlino]], dove tra l'altro si concretizzò la decisione delle [[Ferrovie dello Stato]] di ordinare e sperimentare le [[automotrici DWK]] ivi esposte.
Nel [[1934]] la [[Fiat Ferroviaria]] consegnò alle [[Ferrovie dello Stato]] italiane le prime automotrici con
Le automotrici ovunque produssero incrementi, a volte incredibili, di traffico viaggiatori perché dimezzavano le percorrenze in molti casi e avevano in genere un [[comfort]] più elevato rispetto alle vecchie carrozze a due assi e terrazzini di uso generale. Nel settore delle automotrici [[elettricità|elettriche]] lo sviluppo è stato maggiormente precoce; già a partire dagli [[anni 1920|anni venti]] molte ferrovie secondarie private e pubbliche avevano adottato vari tipi di ''elettromotrici'' per economizzare sulla gestione.
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=== Le automotrici elettriche in Italia ===
[[File:Laveno FNM elettromotrici.jpg|thumb|left|Automotrice pesante elettrica e rimorchiate delle Ferrovie Nord Milano in arrivo a Laveno nel 1979]]
[[File:Ancona - stazione ferroviaria - ALe 601.jpg|thumb|left|L'elettromotrice FS ''ALe 601.016'' (serie [[Automotrice FS ALe 601|ALe 601]]), e la rimorchiata ''Le 780.008'' (in primo piano), in sosta ad [[Ancona]], il 12 settembre 2000.]]
Le prime automotrici italiane furono elettriche, non a [[vapore]]. Lo scopo principale è da collegare al disavanzo di bilancio delle società ferroviarie nel caso molto frequente di treni composti da una sola vettura e al più un [[carro ferroviario merci|carro merci]] o un bagagliaio.
Il sistema si diffuse nelle zone di produzione di [[energia idroelettrica]] in cui la vicinanza alle [[centrale idroelettrica|centrali]] di produzione ne conteneva i costi di trasporto e in seguito nelle aree suburbane attorno alle grandi città come [[Milano]], [[Napoli]] e [[Roma]].
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In entrambi i casi si trattava di automotrici pesanti, che dopo la trasformazione a 3 kV verranno denominate [[Automotrice FS E.623|E.623]]. Essendo dotate di avviatore automatico vennero permanentemente accoppiate alle rimorchiate pilota realizzando così dei complessi reversibili che presteranno servizio fino agli [[anni 1980|anni ottanta]].
Negli [[anni 1930|anni trenta]], ebbero successo gli elettrotreni ETR 200. Nel [[1935]] furono ordinate 12 unità del tipo [[Automotrici FS ALe 792 e ALe 882|ALe 792]] con cassa a trave tubolare e con largo uso di leghe leggere, con ambedue le testate [[aerodinamica|aerodinamiche]]; dotate di avviatore automatico erano telecomandabili fino a tre unità
==Automotrici a vapore==
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|contenuto = Il termine "littorina" nell'immaginario popolare evocava fino a qualche tempo fa il materiale rotabile leggero a [[motore endotermico|trazione termica]] (Diesel, benzina, gas) di qualunque [[Scartamento ferroviario|scartamento]]. Dato che quantomeno nella colorazione i rotabili appartenenti alle classi [[Automotrice ALb 48|ALb 48]], [[Automotrice ALn 56|ALn 56]] e [[Automotrice ALn 772|ALn 772]] si rassomigliavano, l'uso popolare del termine si è esteso anche ad altri tipi di rotabili automotori, mentre nella terminologia ufficiale delle FS è sempre stato usato il termine "automotrice".
L'allora ''neologismo'', coniato intorno al 1932-1933, non è certo come sia nato: è probabilmente derivato dall’apposizione sul muso dell'automotrice Alb 48 di un fascio littorio (messo davanti alla locomotiva o all’automotrice come spesso accade per i simboli del potere; esempi ne sono le locomotive sovietiche o cinesi con altrettanto vistose simbologie comuniste). Da ricordare che nell'immaginario collettivo [[Futurismo|futuristico]] proprio di quell'epoca il treno era considerato un autentico mito di velocità e progresso. [[Benito Mussolini|Mussolini]] stesso contribuì al lancio d'immagine di questo mezzo effettuando appositamente un viaggio su una Alb 48 in visita alla [[Stazione di Latina|stazione di Littoria]] (oggi [[Latina]])<ref>Altre fonti (cf {{Cita|Pedrazzini, ''A.T.R. 100''|p. 5|CP-NMSF8-1976}}) sostengono che la denominazione di littorine deriva proprio da Littoria, città che vide il loro esordio.</ref><ref>Vedi [[Francesco Guccini]]: ''[[Dizionario delle cose perdute]]'', Arnoldo Mondadori editore, 2012 ISBN 9788852023378</ref>, qualche settimana prima della inaugurazione ufficiale della nuova città<ref>Giornale Luce B0172 del 2/12/1932 "S.E. il Capo del Governo si è recato nell'Agro Pontino su di una nuova auto-vettura ferroviaria che può raggiungere una velocità oraria di 118 km."</ref>. Il termine tuttavia risulta enfaticamente usato anche nelle locandine pubblicitarie delle prime ALb 48 dalla stessa casa costruttrice, [[Fiat]], e nell'annuncio della presentazione del nuovo rotabile sul quotidiano di regime ''[[Il Popolo d'Italia]]''.
Proprio a causa della capillarità di diffusione delle automotrici in tutta la rete ferroviaria italiana di stato e in concessione il termine si estese a macchia d’olio sopravvivendo ampiamente alla caduta del regime fino a quando la sempre maggiore diffusione dei rotabili moderni e innovativi e il cambio generazionale dell’utenza ferroviaria ha decretato la quasi scomparsa del termine.
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La [[Fiat Ferroviaria|Fiat]] costruì nel [[1931]], per la brevissima [[Ferrovia Cerignola Campagna-Cerignola Città|linea ferroviaria Cerignola Città-Cerignola Campagna]], un'automotrice a due assi [[Automotrice FS ALb 25|classificata ALb 25]] in grado di trainare un rimorchio di tipo analogo, a due assi. Si trattava di un vero e proprio [[autobus]] su rotaia da 25 posti.
[[File:Littorina36.jpg|thumb|left|upright=1.2|Littorina per il trasporto feriti [[Etiopia]] nel 1936]]
Tra il [[1932]] e il [[1933]] avvenne la presentazione di un nuovo tipo di automotrice Fiat, bidirezionale, con un singolo motore a benzina, della capienza di 48, 64 e 80 posti con delle prestazioni interessanti in termini di velocità; raggiungevano infatti agevolmente i 110 km/h. Si trattava della prima realizzazione che, abbandonati i vecchi concetti, adottava una cassa leggera montata su due carrelli a due assi di cui uno motore; uno dei carrelli alloggiava il motore, ma nella versione da 80 posti erano motorizzati ambedue. Il modello in oggetto venne al principio denominato '''''Auto 48.xx''''' e solo in seguito prese la numerazione [[Automotrice ALb 48|ALb 48.xx]].
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In [[Germania]] ebbe successo un modello di automotrice costruita dalla [[MAN AG|MAN]] (Maschinenfabrik Augsburg Nürnberg) a partire dal [[1934]] costruita su licenza anche in [[Italia]] dalle [[Officine Meccaniche della Stanga]] e dalle [[Officine Meccaniche Reggiane|Officine Meccaniche Italiane]] di [[Reggio Emilia]], acquistate dalla [[Società Veneta]] che le immatricolò come [[Automotrice SV ADn 500|ADn 500]]; dalle [[Ferrovie del Sud Est]] che le denominò [[Automotrice FSE Ad 01-10|Ad 01-10]]; e dalle [[Ferrovie Reggiane|CCFR]] dove furono numerate [[Automotrice ALn 9000|ALn 9000]].
[[File:Boston and Maine RDC 6127 on Railroad Enthusiasts fantrip at West Peabody, April 27, 1969 (26151951526).jpg|thumb|left|upright=1.2|Treno di automotrici Budd della ferrovia Boston and Maine]]
[[File:ALn668-1061.jpg|thumb|left|upright=1.2|[[Automotrice FS ALn 668.1000|Automotrice Fiat 668 della serie 1000]] di [[Trenitalia]] con motore turbocompresso]]
Nel Dopoguerra si diffuse l'uso di motori sottocassa nei rotabili nella soluzione del [[motore a sogliola]].
Negli [[Stati Uniti d'America]] intorno al 1932 la [[Budd Company]] iniziò a produrre automotrici, ma la produzione di una grande serie avvenne intorno al 1949 quando produsse una serie di veicoli definiti [[Budd Rail Diesel Car]].
[[File:Lecce - Stazione - FSE Ad44.jpg|sinistra|miniatura|[[Automotrici Ad 31-45|Automotrice Fiat Ad 44]] (variante della ALn 668) delle [[Ferrovie del Sud Est]] con motore turbocompresso]]
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A partire dal 2000, in conseguenza di una maggiore sensibilità ai problemi ambientali, iniziò la progettazione di veicoli automotori più rispondenti alla necessità di abbattere le emissioni inquinanti.
Nel 2012 in [[Germania]] la compagnia ferroviaria statale [[LNGV]] iniziò a sostituire le locomotive diesel da manovra con nuove a idrogeno. Nacque così anche la progettazione di automotrici, per servizio viaggiatori, alimentate ad idrogeno<ref>{{cita web|url=https://www.stadlerrail.com/it/flirt-h2/details/|accesso=13 gennaio 2024|titolo=Stadler FLIRT H<sub>2</sub>|}}</ref> e altre soluzioni sperimentali con alimentazione ad accumulatori di nuova generazione. La [[Stadler Rail|Stadler]] ha venduto il suo primo [[Stadler FLIRT|FLIRT]] H₂, per trasporto passeggeri negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nel 2019. Il 17 settembre 2018, un treno a idrogeno, virtualmente a zero emissioni, [[Alstom Coradia-LINT|Alstom Coradia]] iLint da 300 passeggeri ha iniziato a circolare in Bassa Sassonia, nel Nord della Germania, sulla tratta Cuxhaven - Bremerhaven - Bremervörde - Buxtehude di circa 160 chilometri; è il primo di una serie di 14 treni già ordinati<ref>{{cita web|url=https://www.touringclub.it/notizie-di-viaggio/in-germania-il-primo-treno-al-mondo-a-idrogeno|accesso=13 gennaio 2024|titolo=In Germania il primo treno al mondo a idrogeno|}}</ref>. In Italia [[Gruppo FNM|FNM]] e [[Alstom]] hanno presentato nel corso di [[EXPO Ferroviaria]] 2023 il 1° treno a idrogeno HMU 214.003, che dopo una prima fase di prove, entrerà in servizio sulla [[Ferrovia Brescia-Iseo-Edolo|linea Brescia-Iseo-Edolo]]<ref>{{cita web|url=https://www.rinnovabili.it/le-aziende-informano/fnm-alstom-treno-a-idrogeno-italia/|accesso=13 gennaio 2024|titolo=FNM e Alstom presentano il primo treno a idrogeno in Italia}}</ref> nel 2025. Nel marzo 2024 il secondo treno ad idrogeno HMU 214.002, è stato inviato da [[Savigliano]] allo stabilimento [[Alstom]] di [[Salzgitter]] per dei test. Quattro convogli identici sono in produzione per le [[Ferrovie del Sud Est]] al fine di utilizzarli sulle tratte non elettrificate e, quindi, candidate all'uso dell'idrogeno, ovvero le linee [[Ferrovia Novoli-Gagliano del Capo|Novoli-Gagliano del Capo]], [[Ferrovia Casarano-Gallipoli|Casarano-Gallipoli]] e [[Ferrovia Lecce-Gallipoli|Lecce-Gallipoli]], con riutilizzo dell'attuale scalo merci abbandonato di [[Melissano]], riconvertito appositamente per la sosta e il rifornimento di queste unità ad idrogeno.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=La Redazione|url=https://www.rinnovabili.it/mobilita/ferrovie/alstom-primo-treno-a-idrogeno-italia-2025/|titolo=Il primo treno a idrogeno italiano sta per partire|sito=Rinnovabili|data=2024-09-03|accesso=2025-09-05}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://openpnrr.it/progetti/380821/|titolo=Progetto PNRR per acquisto Treni ad Idrogeno}}</ref>
==Note==
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