Rotari: differenze tra le versioni

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|AnnoMorte = 652
|Attività = re
|Nazionalità = Longobardo
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato [[re dei Longobardi]] e [[re d'Italia]] dal [[636]] al [[652]]
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==Biografia==
{{dx|[[File:Rotari's Italy-it.svg|thumb|left|I domini longobardi dopo le conquiste di Rotari|339x339px]]}}
Già [[duca di Brescia]], [[arianesimo|ariano]]<ref>{{Cita libro|autore=[[Giovanni Polara]]|titolo=Letteratura latina tardoantica e altomedievale|editore=Jouvence|p=163|capitolo=L' "Età del ferro": il VII secolo- L'Italia|ISBN=88-7801-069-3}}</ref>, apparteneva alla stirpe degli [[Arodingi]], termine che potrebbe indicare la discendenza da una popolazione, gli [[Arudi]], anticamente stanziata nello [[Jutland]]. Ascese al trono nel [[636]] alla morte di [[Arioaldo]], del quale sposò la vedova [[Gundeperga]], [[chiesa cattolica|cattolica]] e portatrice del carisma dell'antica dinastia dei [[Letingi]] ereditato dalla madre [[Teodolinda]].
 
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Rotari condusse numerose campagne militari, che portarono quasi tutta l'[[Italia settentrionale]] sotto il dominio del [[regno longobardo]]. Ciò fu possibile in quanto l'Impero Bizantino attraversava una grave crisi interna, che lo distoglieva dall'Occidente. Rotari, pertanto, conquistò ([[642]]) la [[Liguria]] (compresi il capoluogo [[Genova]] e [[Luna (colonia romana)|Luni]]) e [[Oderzo]]. Tuttavia, neppure la schiacciante vittoria ottenuta sull'[[esarcato d'Italia|esarca]] [[impero bizantino|bizantino]] di [[Ravenna]], sconfitto e ucciso insieme a ottomila suoi uomini presso il fiume [[Panaro]], fu sufficiente a sottomettere l'Esarcato.
 
[[File:Rotari's Italy-it.svg|thumb|left|I domini longobardi dopo le conquiste di Rotari|339x339px]]
Governò con energia e colpì con durezza i [[Duca (Longobardi)|duchi]] che gli si opponevano, facendone eliminare molti; questo tuttavia non gli alienò il sostegno e l'affetto del suo popolo, che in lui ammirava il legislatore e, soprattutto, il guerriero. Anche il [[Ducato di Benevento]], che durante il suo regno espanse a sua volta il suo dominio conquistando la [[Puglia]] e la città di [[Salerno]], riconobbe l'autorità del re; il duca [[Arechi I di Benevento|Arechi]] inviò alla corte di [[Milano]] il proprio figlio ed erede Aione.