Terracina: differenze tra le versioni

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|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Tipo =
|Divisione amm grado 1 = Lazio
|Divisione amm grado 2 = Latina
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|Data istituzione =
|Altitudine =
|Abitanti = 44668
|Note abitanti = {{Istat|059|32|2024}}
|Aggiornamento abitanti = 31-5-2023
|Sottodivisioni = [[Borgo Hermada]], Frasso (in parte condivisa con il comune di [[Sonnino]]), La Fiora, San Vito
|Divisioni confinanti = [[Fondi]], [[Monte San Biagio]], [[Pontinia]], [[Sabaudia]], [[San Felice Circeo]], [[Sonnino]]
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}}
 
'''Terracina''' è un [[comuneComune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:44668Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Latina]] nel [[Lazio]].
 
== Geografia fisica ==
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La città è situata nell'[[Agro Pontino]] al bordo meridionale della pianura stessa, vicino al [[promontorio del Circeo]], in prossimità della foce del fiume [[Amaseno (fiume)|Amaseno]], sulla costa [[mar Tirreno|tirrenica]] ([[golfo di Gaeta]]).
 
La città si sviluppa da una propaggine del [[Monte Sant'Angelo, (Lazio)|Montesulla Sant'Angelo]],cui dovesommità giaceaffacciata sul mare si staglia il Tempio di Giove Anxur all'altezza di 226 m slm che troneggia sul centro storico, dalla spiaggia di levante fino al lungomare Circe. Lae rupela spiaggia di ponente. L''imponente rupe calcarea Pisco Montano, dell'altezza di 126,6 m slm, staccata dal Monte Sant'Angelo segna nettamente, a sud est, il confine meridionale del centro abitato; a est poi si apre la pianura di [[Fondi]], a nord l'urbanizzazione digradadegrada progressivamente verso la campagna aperta e i borghi rurali.
 
Nel territorio comunale scorre il [[Portatore (fiume)|fiume Portatore]] nelle cui acque confluiscono, nell'ultimo tratto, sia il [[Amaseno (fiume)|fiume Amaseno]] e sia il [[Ufente (fiume)|fiume Ufente]].
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{{vedi anche|Stazione meteorologica di Terracina}}
 
Particolarmente mite grazie alla protezione dei [[monti Ausoni]], situati a settentrione della città, che la proteggono dalle correnti di aria fredda. Il mese più freddo, gennaio, ha una temperatura minminima di 5&nbsp; °C, mentre quello più caldo, luglio, presenta una temperatura maxmassima tra i 30&nbsp; °C e i 35&nbsp; °C. La temperatura media su base annua è di 17,4&nbsp; °C. Le precipitazioni sono generalmente comprese fra gli 800 e i 1000&nbsp; mm annui.
 
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]]: zona C, 996 [[Grado giorno|GG]]
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L'area del Basso Lazio fu abitata da tempi remotissimi, come accertato dal rinvenimento di un ominide, detto [[Homo cepranensis|Homo Cepranensis]], che daterebbe la vita nella zona a 400.000 anni fa, prima ancora dell'[[Homo neanderthalensis|Homo di Neanderthal]] i cui resti sono stati rinvenuti nella [[Grotta Guattari]] sul promontorio del Circeo.
 
I ritrovamenti più antichi nel territorio terracinese, invece, si riferiscono a materiali [[Preistoria|preistorici]] rinvenuti nella [[Caverna della Catena]] al Pisco Montano, datati a circa 12.400 anni fa<ref>{{cita web | 1 = https://www.tesoridellazio.it/tesori/terracina-lt-riparo-salvini-sf/ | 2 = Terracina (LT) Riparo Salvini (sf) | urlmorto = sì }}</ref>.
 
La città fu probabilmente in origine un centro [[ausoni]]o, sorto su due modeste alture sotto il monte Sant'Angelo: su quella più elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l'[[acropoli]].
 
La città ebbe diversi nomi: uno etrusco, uno greco (Tarracina), uno volscodei volsci (Anxur).
 
Il nome di ''Tarracina'' (Ταρρακινή in greco antico), derivantederiva presumibilmente dalla tradizione di cenare a terra introdotta qui da coloni spartani<ref>{{cita web|https://www.romanoimpero.com/2010/04/terracina.html|TERRACINA (Lazio)}}</ref>.
 
Il termine, però, è legato anche al vocabolo [[Lingua etrusca|etrusco]] ''Trachna'', collegato anche al nome della città di [[Tarquinia]] e dei [[Età regia di Roma|re di Roma]] [[Tarquinio Prisco]] e [[Tarquinio il Superbo]]<ref>Tommaso Lanzuisi, ''Il Circeo nella leggenda e nella storia'', Editrice EEA, Roma, 1973, p. 92</ref>, dato che la città fu da essi colonizzata come base del proprio espansionismo lungo la fascia costiera tirrenica<ref>{{cita web|http://terracinablog.altervista.org/terracina-storia-millenni-lorigine-del-nome-della-nostra-citta/|Terracina: una storia di millenni. Ecco l’origine del nome della nostra città}}</ref>.
 
=== Origini mitologiche ===
* . {{Senza fonte|Nei racconti [[mitologia|mitologici]] la città fu identificata con la sede della maga [[Circe]] ([[Odissea]])}}{{Senza fonte|L’Acropoli di Terracina, oggi colle San Francesco, sarebbe il luogo da cui, come racconta [[Omero]], [[Ulisse]] salì per guardarsi intorno, osservando il contorno dell’isola [[Eea (isola)|Eea]] (attuale promontorio del [[Circeo]]). Se storia e la leggenda combaciassero, allora sul Pisco Montano avrebbero dovuto esserci le attrezzature della nave di Ulisse, messe in deposito, in attesa della ripartenza dell’eroe per [[Itaca]]}}<ref>{{Cita web|url=http://www.circei.it/palazzo-di-circe.html|titolo=Il Palazzo di Circe - Circeo - Storia e Leggenda|autore=Carlo Gallone|sito=www.circei.it|lingua=it-IT|accesso=2023-01-22}}</ref>.
 
* Altre ipotesi identificherebbero Terracina nella città di Lamo, un florido centro abitato dai [[Lestrigoni]], nel cui porto sarebbe approdato Ulisse<ref>Domenico Testa, ''Lettere pontine'', Luigi Perego Salvioni, 1794, p. 75.</ref>.
 
{{q|Bello e ampio n'è il porto; eccelsi scogli Cerchianlo d'ogni parte, e tra due punte, Che sporgon fuori e ad incontrar si vanno, S'apre un'angusta bocca…}}
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{{q|La via diretta seguitar, per dove i carri conducevano alla cittade dagli alti monti la troncata selva.}}
 
Il centro abitato era quindi situato in collina, a ridosso dei monti più alti. A conforto di questa tesi il 7 aprile del [[1848]] a [[Roma]] su un muro in opera reticolata di un portico all'interno di una [[domus]] di via Graziosa sull'Esquilino furono rinvenuti una serie di affreschi con paesaggi dell'Odissea collocati nella parte alta della parete dell'ambiente principale. I soggetti sono i viaggi di Ulisse con sfondo di paesaggi. La rappresentazione è molto minuziosa, col nome di ciascun personaggio scritto vicino in greco, con un accurato filologismo che lascia supporre la presenza di modelli ben precisi, magari forniti dalle illustrazioni dei poemi effettuate nell'ambito della [[Biblioteca di Alessandria]]. Gli affreschi vennero distaccati dalle pareti della domus, acquistati dal Comune di Roma e successivamente donati pochi anni dopo al [[Papa Pio IX|pontefice Pio IX]]. Nelle operazioni di distacco il ciclo fu diviso in otto scomparti, con il taglio a destra e sinistra dei pilastri interni; gli otto pezzi furono poi ricongiunti a due a due in modo tale da formare quattro quadri rettangolari. Gli affreschi presentano alcuni aspetti che richiamano fortemente alla mente una Terracina di 2000 anni fa, a cominciare dalla forma rocciosa che richiama il Pisco Montano.<ref>Pietro Matranga, ''La Città di Lamo stabilita in Terracina secondo la descrizione di Omero e due degli antichi dipinti già ritrovati sull'Esquilino i quali la rappresentano.'', 1852 [http://www.fileserve.com/file/kSkaMsZ Free File Hosting, Online Storage &amp File Upload with FileServe].</ref>
Gli affreschi presentano alcuni aspetti che richiamano fortemente alla mente una Terracina di 2000 anni fa, a cominciare dalla forma rocciosa che richiama il Pisco Montano.<ref>Pietro Matranga, ''La Città di Lamo stabilita in Terracina secondo la descrizione di Omero e due degli antichi dipinti già ritrovati sull'Esquilino i quali la rappresentano.'', 1852 [http://www.fileserve.com/file/kSkaMsZ Free File Hosting, Online Storage &amp File Upload with FileServe].</ref>
 
* Secondo una leggenda erudita, riportata da [[Dionigi di Alicarnasso]], invece, i primi colonizzatori del territorio terracinese furono alcuni profughi di [[Sparta]] che si sarebbero stabiliti a [[Feronia]], ai piedi del [[Monte Leano]], dove poi sorse un luogo di culto dedicato aalla taledivinità [[Marica (divinità)|Marìca]]<ref>Dionigi di Alicarnasso, ''R.A.'', II, 49.</ref>. Anche nell'[[Eneide]], infatti, Terracina viene citata indirettamente tramite il [[Monte Circeo|Circeo]], il fiume [[Ufente (fiume)|Ufente]] e, appunto, il nome del bosco sacro ''Feronia luco'', del bosco sacrodedicato alla dea Marica<ref>{{cita web|https://journals.openedition.org/mefra/4175#ftn56|Angizia, Feronia, Marica : divinità e culti italici nell’Eneide}}</ref>.
 
''Aen''. 7, 799-802 : ''Circaeumque iugum : quis Iuppiter Anxurus arvis / praesidet et viridi gaudens Feronia luco ; / qua Saturae iacet atra palus gelidusque per imas / quaerit iter vallis atque in mare conditur Ufens''
 
=== Epoca romana ===
[[File:Tempio di Giove Anxur (Terracina).jpg|miniatura|sinistra|La [[sostruzione]] del [[Tempio di Giove Anxur]] vista da Piazza Garibaldi.]]
 
==== La conquista ====
Sembra che la città sia entrata nell'orbita [[Storia romana|romana]] già alla fine del [[VI secolo a.C.]]: secondo [[Tito Livio]], infatti, il re etrusco di Roma, [[Tarquinio il Superbo]] (VI sec. a C.) avrebbe inviato coloni a ''[[Signia]]'' e a ''[[Circeo|Circeii]]'', perché fossero di presidio sulla terra e sul mare<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe Condita'', I, 56, 3.</ref>. Terracina viene successivamente menzionata nel [[Trattati Roma-Cartagine|primo trattato tra Roma e Cartagine]],<ref>{{cita|Polibio|III, 22.4-13}}.</ref> tradizionalmente datato al primo anno della [[Repubblica romana]] (509 a.C.).
 
Negli ultimi anni dello stesso secolo sarebbe stata occupata (o rioccupata) dai [[Volsci]], che le diedero il nome di ''Anxur'', come riporta [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]]<ref>[[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis historia|Naturalis Historia]]'', III, 59 ([http://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Pliny_the_Elder/3*.html#59 testo latino on line] sul sito LacusCurtius): "''lingua Volscorum Anxur dictum''".</ref>. Riconquistata dai Romani nel [[406 a.C.]]<ref>Tito Livio, ''cit.'', IV, 4, 58.</ref> per l'iniziativa militare del tribuno consolare [[Numerio Fabio Ambusto]], e poi ancora una seconda volta nel [[400 a.C.]]<ref>Tito Livio, ''cit.'', V, 2, 13.</ref>, dal tribuno consolare [[Lucio Valerio Potito (tribuno consolare 414 a.C.)|Lucio Valerio Potito]]:
 
{{q|Nel territorio dei Volsci, invece, dopo aver saccheggiato le campagne, tentarono di espugnare Anxur che era situata su una collina. Quando però si resero conto dell'inefficacia dell'azione di forza, guidati da Valerio Potito cui era toccato in sorte il comando dell'operazione, cominciarono ad assediare la città costruendo un fossato e una trincea di protezione|Tito Livio, Ad Urbe Condita, V, 12}}
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==== La battaglia di Lautulae e la Via Appia ====
Secondo alcuni studiosi nel [[316 a.C.]] si svolse nei pressi della città la [[battaglia di Lautulae]], nell'ambito della [[seconda guerra sannitica]]. Tito Livio riporta che mentre si apprestava ad assediare Sora, [[Quinto Fabio Massimo Rulliano]] intercettò i Sanniti a Lautulae, una località tra Terracina e Fondi, e attaccò battaglia. Sempre Livio riporta che "''obuiam itum hosti atque ad fuga alterius partis sed nox incertos uicti uictoresne essent diremit''" "A dividere i contendenti non furono né le perdite né la fuga dell'altrui parte quanto la notte che ha lasciato incerti sisu chi avesse vinto e chi avesse perso (la battaglia)"<ref>Tito Livio, [http://www.progettovidio.it/dettagli1.asp?id=3246&opera=Ab%20urbe%20condita&libro=Libro%20IX Ad Urbe Condita, IX, 23]</ref>.
[[File:TerracinaForoEmilianoViaAppia.jpg|miniatura|sinistra|Il lastricato (in parte ricostruito) della [[via Appia]] nel centro della città romana (Foro Emiliano)]]
 
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==== La Tarracina traianea ====
Proprio per velocizzare il traffico sull'Appia, a [[Traiano]] si deve il taglio del Pisco Montano rupe calcarea alta 126.6 m slm, un'opera ingegneristica imponente, eseguita per un'altezza di 12837,88 [[Piedemt romano|piedislm romani]]ed (37,88&nbsp;m)una larghezza di 296 mt, di cui restano ancora visibili i numeri romani incisi nella roccia. Tale lavoro permise il nuovo tracciato della via Appia, detta Via Appia Traianea, che ovviando alle salite dei Monti Ausoni collegò località non attraversate dalla precedente Via Flacca e stimolò spostamenti e comunicazioni. Inoltre ingrandì il porto<ref name=":1">{{Cita libro|titolo=Mari, Malizia, Longo, Pasquali, La Via Appia a Terracina - La strada romana e i suoi monumenti, Comune di Terracina e Archeoclub, 1988, pag. 79}}</ref>. Inoltre, Traiano dovrebbe avere avuto un ruolo fondamentale nell'impianto delle Terme alla Marina.
 
Traiano aveva anche una statua nel Foro Emiliano (attuale Piazza Municipio), che gli fu donata dal municipio e dai facoltosi cittadini di Anxur-Tarracina per riconoscenza del suo provvedimento dell'[[Institutio Alimentaria|Institutio alimentaria]]<ref name=":1" />.
 
==== San Cesareo e la diffusione del Cristianesimo ====
Ai tempi di Traiano il Cristianesimo era ormai una religione ampiamente diffusa. Qui sbarcò il giovane diacono [[Cesario di Terracina|Cesareo]] il quale, cristiano, protestando per il rituale del sacrificio umano del giovane più bello della città, sarebbe stato arrestato ad opera di Firmino, sacerdote di [[Apollo]], e del nobile Lussurio che chiama il consolare Leonzio perché venga processato.
 
Dopo vari racconti tra cui la morte di Firmino e Lussurio e la conversione di Leonzio, Cesario ed il suo compagno Giuliano sarebbero stati uccisi gettati in mare con dei pesi in sacco precipitato da Monte Sant'Angelo (detto Monte Giove)<ref>{{Cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/90482|titolo=San Cesario (Cesareo) di Terracina|sito=Santiebeati.it|accesso=2023-01-27}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=De La Blanchere Marie René, Terracina - Saggio di storia locale, Altracittà, 1983, pag. 148-149;}}</ref>
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=== Medioevo ===
[[File:TerracinaDuomo.jpg|miniatura|verticale|La cattedrale di San Cesareo, nella città alta]]
 
==== Da Teodorico ai Bizantini ====
[[TeodoricoIl ilre Grande|ostrogoto [[Teodorico]] rafforzò la città irrobustendo le mura. Per tutto il Medioevo il santuario di Monte Giove sarà chiamato "Palazzo di Teodorico", a ricordo dell'importanza che il re ostrogoto seppe dare alla città. Fu il re, infatti, a favorire opere pubbliche d'intesa con il console del 486 d.C., Decio, per la conservazione dell'Appia<ref name="tortreponti.com" /><ref>{{Cita libro|titolo=AA.VV., Terracina e il Medioevo, un punto di osservazione sul Primo Millennio alla fine del Secondo Millennio, Casa Editrice Qasar, pag. 26;}}</ref> e sulle mura perimetrali.
 
"Il nostro gloriosissimo e illustrissimo Re Teodorico... felicemente e con l'aiuto di Dio ha reso di nuovo praticabili e ammirevolmente sicuri per i viaggiatori il Decennovium della via Appia e i punti (della via) che, sotto tutti i regni precedenti, erano stati inondati dallo straripamento delle paludi sia di destra che di sinistra"
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Le milizie di [[papa Adriano I]], infatti, ancora nel [[778]] respinsero il tentativo di occupare la città condotto dalla bizantina [[Gaeta]] alleata al [[Longobardi|longobardo]] [[ducato di Benevento]] fino a quando essi non riuscirono a compiere il saccheggio. Gregorovius, infatti, che "la città greca di Terracina fu presa con le armi"<ref>{{Cita libro|autore= Ferdinand Gregorovius |titolo= Geshichte der Stadt Rom im Mittelater |città= Stoccarda |anno= 1858 |p= 479 |lingua= de}}</ref>.
 
Con la crisi dell'impero carolingio e la perdita di prestigio dell'autorità papale, però, Terracina e la [[Golfo di Gaeta|costa gaetana]] furono oggetto di violenze e saccheggi da parte dei pirati arabi. Nell'883 la città subì il saccheggio<ref>{{Cita web|url=https://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/arabi_lazio.html|titolo=Gli arabi nel Lazio nei secoli nono e decimo|sito= qitaliamedievale.org|accesso=2023-01-21}}</ref>.
 
Anche se i secoli di abbandono di manutenzione delle strade principali, l'opera di briganti e le frequenti scorrerie saracene avevano reso difficile muoversi, sul vecchio tragitto dell'Appia si tornò a spostarsi. Nacque il sistema viario delle [[Via Francigena|Vie Francigene del Sud]] che da Fossanova portava verso Fondi attraversando il centro storico di Terracina<ref>{{Cita web|url=https://www.parchilazio.it/schede-29350-ripulito_il_percorso_della_via_francigena_del_sud|titolo=Ripulito il percorso della Via Francigena del Sud da Terracina a Monte San Biagio|accesso=2023-01-21}}</ref>.
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Nel [[1074]] venne solennemente consacrata la cattedrale dal [[vescovo]] Ambrosio e qui ebbe luogo nel [[1088]] l'elezione di [[papa Urbano II]].
 
[Gregorio da Terracina<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/gregorio-di-terracina_%28Dizionario(Dizionario-Biografico%29)/ |titolo=Gregorio dadi Terracina]terracina - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-06-06}}</ref>, monaco benedettino poi vescovo della sua città, ospitò nel 1117 il [[papa Pasquale II]] che aveva dovuto lasciare Roma in seguito alle tensioni con l'imperatore.
 
La città continuò ad essere interessata dalle lotte tra le grandi famiglie romane sostenitrici del Papato: i [[Crescenzi]] eressero un castello, detto anche Rocca Traversa, nella parte alta, il quale fu poi conquistato dai [[Frangipane (famiglia)|Frangipane]] nel [[1153]].
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La tradizione afferma che il convento francescano realizzato sul colle omonimo, antica sede dell'acropoli della città spartana, fosse stato fondato nel 1222 dallo stesso [[Francesco d'Assisi|poverello di Assisi]]<ref>{{cita web|url=https://www.icicero.it/iC/Pdi-dettaglio.asp?id=36&n=Chiesa%20e%20convento%20di%20S.%20Francesco&l=&cat=1&C=1&p=1|titolo=Chiesa e convento di S. Francesco}}</ref>.
 
In seguito, in città nel 1257 venne assassinato Pietro Ruffo, conte di Catanzano<ref>{{DBI|pietro-ruffo|RUFFO, Pietro}}</ref> da sicari di [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] che volle così vendicarsi del tradimento subito dal nobile e del suo tentativo insurrezionale.
 
Sotto il pontificato di [[Papa Niccolò III|Niccolò III]], Terracina fu conquistata dal conte [[Annibaldo da Ceccano]]. Egli fu eletto podestà nel 1274 e mantenne una notevole influenza sulla città fin quasi alla fine del secolo, così come la sua famiglia.
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Durante il soggiorno dei papi ad [[Avignone]], nel [[XIV secolo]] il Comune si oppose ai [[Caetani]] di [[Fondi]].
 
I Caetani, potentissimi signori del [[Regno di Napoli]], insidieranno sempre il territorio terracinese, in particolare compiendo razzie al Salto di Fondi, all'epoca appunto dominato dallo Stato Pontificio.
 
Nel 1338 la guerra fra Niccolò Caetani e Terracina si concluse con una pace momentanea. Il conflitto, tuttavia, si protrasse per anni, con in mezzo il tentativo di Niccolò di impadronirsi della città (1341) ma alla fine esso si concluse grazie alla mediazione tra Giovanna Orsini, contessa di Fondi, e il vescovo terracinese Sergio Perunti<ref>{{Cita libro|autore= Arturo Bianchini | titolo= Saggi su Terracina e sulla regione pontina |editore= Amministrazione Comunale di Terracina |anno= 1975 |p= 311 }}</ref>.
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=== Epoca moderna ===
[[File:Terracina porto.JPG|miniatura|Il porto canale oggi, visto dal [[tempio di Giove Anxur]]]]
 
Nel 1525 sarebbe morto in città [[Fanfulla da Lodi]], famoso capitano di ventura e uno dei vincitori italiani della [[Disfida di Barletta]].
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Il ripopolamento fu favorito nel [[XVII secolo]] dai pontefici con la distribuzione gratuita delle terre e le esenzioni fiscali e nuove famiglie abbienti restaurano e ricostruiscono le case signorili; si edificano o si restaurano le chiese.
 
Nonostante le difficoltà e la lenta ripresa demografica, Terracina rappresentava sempre e comunque una località strategica, di passaggio, - come si è visto - per quanti volessero lasciare il Regno di Napoli e rifugiarsi nello Stato della Chiesa. Così anche nel 1587 quando i fratelli còrsi Agostino e [[Antonio Belmosto]], si rifugiarono in città dopo il crack del loro banco a Cosenza, portando con sé 75.000 ducati di "tesoro" sottratti ai sottoscrittori.
 
Nel 1589, in particolare, papa [[Papa Sisto V|Sisto V]] volle fare visita alle terre di Campagna e Marittima che intendeva risanare. Dimorò a Terracina tra il 15 ed il 16 Ottobre di quell'anno, presso il convento dei francescani<ref>{{Cita libro|titolo=Scarnicchia Epifanio, Il francescanesimo nell'Agro pontino, Centro Studi Francescani, Roma, 1973, pag. 18;}}</ref>. Su proposta di Ascanio Fenizi, impiegò 2.000 operai per far confluire le acque dei fiumi tra Terracina ed il Circeo (nell'attuale zona di Badino)<ref>{{Cita libro|titolo=Scarnicchia Epifanio, Il francescanesimo nell'Agro pontino, Centro Studi Francescani, Roma, 1973, pag. 62;}}</ref>.
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; Palazzo Braschi
Un intervento di particolare importanza si ebbe con la costruzione da parte del nipote del papa, di Palazzo Braschi ([[1787]]-[[1795]]), destinato a sede papale. Il nuovo palazzo inglobò palazzi più antichi e le rovine della chiesa di Santa Maria in Posterula, e venne collegato nel [[1792]] per mezzo di una rampa (oggi via Posterula) e l'abbattimento di un tratto di mura, sia alla città alta e alla via Appia, sia al nuovo Borgo Pio nella città bassa.
 
;Palazzo della Bonificazione Pontina
Situato a sud del centro storico, fu costruito nel 1785.<ref>{{Cita web|url=https://www.retedimorestorichelazio.it/dimora/lt/terracina/palazzo-della-bonificazione-pontina/|titolo=Palazzo della Bonificazione Pontina}}</ref>
 
=== Architetture militari ===
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Sul lato meridionale della piazza si eleva alla stessa altezza del campanile la contemporanea torre Frumentaria o "torre dei Rosa" (XII-XIII secolo), che fu probabilmente in possesso di questa famiglia.
 
; [[Castello dei Frangipane]]
;{{vedi anche|Castello Frangipane}}
 
In posizione dominante sull'abitato si erge il [[castello]] dei Frangipane, costruito in più fasi successive a partire dalla fine del [[X secolo]] e ingrandito fino al [[XV secolo]]. Gravemente danneggiato dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]] conserva solo il maschio centrale, parte più antica, e parte dell'ala sud.
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=== Altro ===
;==== Terracina alta o antica ====
 
[[File:TerracinaCapitolium.jpg|miniatura|Il ''Capitolium'' romano]]
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[[File:TerracinaDuomoInternoVolta.jpg|miniatura|verticale|L'interno della cattedrale, con la nuova [[Volta (architettura)|volta]] settecentesca]]
Sul lato occidentale sorgeva un grande tempio [[storia del marmo nell'età antica|marmoreo]] di età [[Impero romano|imperiale]], in seguito inglobato nella cattedrale, che conserva parte dell'alto podio, in cui si aprivano locali per il deposito degli oggetti sacri, oggi trasformati in botteghe. A fianco di questo, verso nord, un secondo tempio più piccolo, identificato nel Capitolium della [[colonia romana]]. Il tempio in origine con quattro colonne in facciata di stile [[Ordine tuscanico|tuscanico]], era infatti dotato di tre celle affiancate, costruite in [[opera reticolata]] in cui si alternano tufelli di tufo giallo e di calcare scuro.
 
;==== Città bassa ====
 
La parte bassa della città ebbe due momenti di espansione: il primo sotto i [[Civiltà romana|Romani]], lungo la via ''ad Portum'', tra il porto e la fertile valle [[Agricoltura|agricola]] a nordovest (soprattutto tra [[I secolo a.C.]] e [[I secolo|I secolo d.C.]]), ed il secondo soprattutto nel [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo]].
Riga 405 ⟶ 403:
 
Lo sviluppo crebbe con il cambiamento di percorso della [[via Appia]], reso possibile dal taglio del Pisco Montano, e con la ricostruzione del porto (tradizionalmente attribuiti all'epoca [[Traiano|traianea]], ma secondo un'ipotesi di Filippo Coarelli da retrodatare al [[I secolo a.C.]]). Sono tuttora visibili i resti dei due moli antichi e dei magazzini portuali. La collina di sabbia del ''Montuno'', oggi parco pubblico, si formò probabilmente in seguito ai lavori di scavo per la realizzazione del porto.
 
;====Borgo Pio====
A partire dal [[1785]] [[papa Pio VI]] diede nuovo impulso alla città, avviando la bonifica delle paludi pontine, organizzata intorno al nuovo insediamento di Borgo Pio, sul nuovo canale, scavato nell'antico porto insabbiato. Sorsero diversi edifici pubblici: il palazzo del "Pozzo del Grano" o dei "Granari", oggi palazzo Cardinali, costruito come magazzino e dotato di un piccolo porto circolare (lo "Squero"), poi interrato; "Granai dell'Abbondanza" e "Palazzino Camerale", sorti sul molo settentrionale romano, distrutti dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]]. Vi si ebbero anche costruzioni di edilizia popolare (ad esempio le "Case Pellegrini" per i pescatori, oggi scomparse) e la piccola chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, edificata nel [[1783]] e ridotta in rovina dai bombardamenti, era stata voluta dal papa come parrocchia del nuovo borgo marinaro.
 
;====Piazza Garibaldi e Chiesa del Santissimo Salvatore====
[[File:TerracinaPiazzaGaribaldi.jpg|miniatura|centro|upright=1.3|Piazza Garibaldi e la chiesa del Santissimo Salvatore nella città bassa viste dal [[tempio di Giove Anxur|santuario di Giove Anxur]]]]
Il futuro sviluppo della città venne impostato secondo un progetto urbanistico coerente, impostato sull'asse del canale e della "strada Pia" (via Roma). Lungo questa via principale [[Giuseppe Valadier]] progettò nel [[1794]] la [[Neoclassicismo|neoclassica]] semicircolare ''piazza Garibaldi'', che venne realizzata progressivamente nel secolo seguente dagli architetti Pietro Bracci e Antonio Sarti e dall'ingegnere Luigi Mollari.
 
;====Il porto-canale====
L'attuale porto-canale, già previsto dal [[1777]], fu realizzato sotto [[papa Gregorio XVI]] e completato dopo il [[1843]], con lo scavo del canale nell'insabbiamento dell'antico porto romano e la costruzione di un nuovo molo verso est.
 
Riga 429 ⟶ 428:
=== Lingue e dialetti ===
{{F|centri abitati del Lazio|arg2=Società|giugno 2015}}
Terracina è quasi sempre appartenuta allo [[Stato Pontificio]] (e dal [[1870]] è compresa nel [[Lazio]]), ma è situata a breve distanza dal confine con l'antico [[Regno di Napoli]]. Inoltre, la sua posizione geografica, in zona costiera, ha favorito nel corso dei secoli l'attività peschereccia con contatti prevalentemente con i comuni costieri del [[città metropolitana di Napoli|napoletano]], a cui va aggiunta una vera e propria immigrazione organizzata di pescatori da quelle aree nell<nowiki>''800. Il substrato mediano ha potuto parzialmente rafforzarsi, tuttavia, grazie all'immigrazione di genti provenienti dai piccoli comuni dell'entroterra (anche dell'</nowiki>attuale [[provincia di Frosinone]]), il che consente di far osservare una notevole mescolanza lessicale, caratteristica di questa parlata. Non è infrequente, comunque, nelle nuove generazioni, l'utilizzo di vocaboli ed espressioni del [[dialetto romanesco]], data la non lontananza con i centri di [[Latina]] e [[Sabaudia]].
 
Il dialetto di Terracina viene solitamente considerato "[[dialetti italiani mediani|mediano]]"<ref>Pellegrini G. B, Carta dei dialetti d'Italia, Pacini ed., Pisa 1977.</ref>, ma lo è sicuramente molto di meno di altri paesi "pontifici" collinari, soprattutto quelli dei vicini [[Monti Lepini]]. È dunque da considerare una parlata a sé stante, di transizione tra il gruppo mediano e meridionale, insieme a quella della vicina San Felice Circeo.
 
Esplorando il lessico troviamo sicuramente termini tipicamente "[[dialetti italiani mediani|mediani]]", affini alle parlate dell'area più settentrionali ed interne della provincia di Latina e di Frosinone o all'[[Dialetti d'Abruzzo|abruzzese]], come ''mammòcce'' (ragazzo), l'articolo ''jù'' (il), il verbo servile ''dènga'' (devo), ''zàmpa'' (gamba), ''capòcce'' (testa), ''déndo'' (dentro) ecc. Anche l'utilizzo del verbo ausiliare "essere", per la costruzione verbale è in accordo con le parlate del restante [[Lazio]] "pontificio", di una parte di quello "borbonico" e dell'[[Abruzzo aquilano]] (es. ''so vìste'' = ho visto, ''mé sì chiamàte'' = mi hai chiamato ecc.).
Tuttavia, vi sono alcune "spie" linguistiche che riconducono ai [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]], soprattutto nella fonetica con le vocali atone finali, che sono esattamente le stesse del [[dialetti italiani meridionali|napoletano]] e di alcuni comuni del [[Lazio]] appartenuti al [[Regno delle Due Sicilie|Regno delle due Sicilie]]. Vi è quindi il conguaglio in ''e'', che abbiamo già visto in alcuni esempi di cui sopra, che viene definito "[[schwa velarizzato]]". Per le vocali all'interno della parola, alcune volte si assiste al "dileguo" di esse, soprattutto nel discorso veloce (es. ''v'r'tà'' per dire "verità", che nel discorso veloce capita anche nei vicini paesi di [[Fondi]] e [[Monte San Biagio (Italia)|Monte San Biagio]]).
 
Possiamo trovare alcuni vocaboli napoletani, anche se in forma molto minoritaria come l'avverbio di luogo ''accà''. Per dire "là" è utilizzato ''allà'' o anche ''allàne'', mentre "in codesto posto" è detto ''a ssà'', come nei vicini dialetti di Fondi e Monte San Biagio.
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* [[San Giuseppe]], 19 marzo (Caratteristici "focheracci" la sera della vigilia).
 
;Festività minori
Fra le festività minori, perché di tradizione più recente e a carattere parrocchiale, troviamo quella in onore dei [[Cosma e Damiano|SS. Medici Damiano e Cosma]], nell'omonima Parrocchia (località le Arene) l'ultimo fine settimana di settembre; quella di [[Domenico Savio|San Domenico Savio]] nell'omonima parrocchia la settimana di maggio; la festa di [[Antonio di Padova|Sant'Antonio da Padova]] presso [[Borgo Hermada]], la 1ª domenica di luglio.
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
;Strutture ospedaliere:
* Ospedale "Alfredo Fiorini", Presidio Ospedaliero Centro - [[Azienda sanitaria locale|ASL]] di Latina
* Villa Azzurra, RSA-Hospice-Poliambulatorio
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=== Istruzione ===
==== Università ====
A partire dall'anno accademico 2004-2005 l'[[Sapienza - Università di Roma|Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]] ha istituito presso l'ospedale "Alfredo Fiorini" di Terracina un corso di laurea in "Infermieristica".
Dal 1999 è sede distaccata della Facoltà di Economia dell'[[Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale|Università degli studi di Cassino]] con due corsi di laurea di primo livello in "Economia del sistema agroalimentare e dell'ambiente" e in "Economia e gestione delle imprese turistiche". A partire dall'anno accademico 2008/2009 è stato istituito un nuovo corso di laurea in "Economia e gestione delle piccole e medie imprese" che ha sostituito i due precedenti corsi.
 
A partire dall'anno accademico 2004-2005 l'[[Sapienza - Università di Roma|Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]] ha istituito presso l'ospedale "Alfredo Fiorini" di Terracina un corso di laurea in "Infermieristica".
 
====Biblioteche====
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==== Musei ====
[[File:TerracinaCittàAltaPanorama.jpg|miniatura|Torre Frumentaria sede del museo civico, il duomo di San Cesareo e la torre del castello]]
* Museo civico, fondato nel 1894 da Pio Capponi, da cui prende il nome, allorché bisognava sistemare numerosi reperti archeologici raccolti nel territorio comunale e, soprattutto, i rinvenimenti dello scavo condotto nel sito archeologico del [[tempio di Giove Anxur|santuario romano di Monte Sant'Angelo]]. Ricche famiglie locali contribuirono con donazioni ad arricchire le collezioni del museo, raccolte nel primo inventario del 1907 redatto dallo stesso Pio Capponi, allora direttore dell'istituto. È localizzato nel primo prianopiano della Torre Frumentaria, una torre del [[XIII secolo]] costruita sul Foro Emiliano, vicino all'attuale sede del municipio nel centro storico. Dagli [[anni 1930|anni trenta]] al 1999 fu collocato presso l'attuale istituto professionale di stato. La collezione esposta nel museo è una raccolta di reperti archeologici che vanno dalle prime testimonianze di presenza umana a Terracina dal paleolitico superiore (resti di fauna fossile ed industria litica emersi in località Riparo Salvini) all'epoca romana. È proprio lo sviluppo storico della presenza romana che costituisce il nucleo più consistente della raccolta, tipologicamente eterogeneo. Varie epigrafi che documentano una sviluppata società civile si sommano una serie di ritratti di età tardo-repubblicana ed imperiale, nonché molte sculture a figura intera.
 
* Museo della Città, inaugurato nel 2016, è ospitato all’interno del Palazzo della Bonificazione Pontina, è diviso in due sezioni, archeologico e della bonifica.<ref>{{Cita web|url=https://terracinaturismo.it/contenuti/1290610/museo-citta|titolo=Il Museo della Città}}</ref>
Fra i reperti di maggior interesse archeologico troviamo:
* Base onoraria con dedica alla provvidenza di Traiano
* Statua in nudità eroica identificata con Zeus
* Ritratto di sovrano ellenistico
* Testa femminile a grandezza maggiore del vero raffigurante la dea [[Feronia]]
* Busto femminile panneggiato
* Testa virile proveniente dall'area del teatro nel Foro Emiliano
* Statua di divinità maschile con consistenti tracce dell'originaria policromia
* Ritrovamenti sottomarini (anfore, oggetti navali o commerciali)
 
== Economia =Teatri===
{{Senza fonte|Terracina è un centro [[turismo|turistico]]-storico, meta di visitatori provenienti soprattutto dall'[[Europa settentrionale]], dalla [[Russia]] e dalle regioni limitrofe.}}
 
*Teatro Romano<ref>{{Cita web|url=https://www.finestresullarte.info/archeologia/teatro-romano-terracina-restaurato-e-restituito-alla-citta|titolo=Restituito alla città il Teatro Romano di Terracina. Rinvenuto al suo interno il ritratto di Giulio Cesare}}</ref>
La città di Terracina è prima nella provincia per numero di alloggi utilizzabili per vacanza<ref>Stando al censimento ISTAT{{Senza fonte}}, gli alloggi per vacanza sono {{formatnum:6835}} per un totale di {{formatnum:33423}} posti letto. Il 40º rapporto sul turismo dell'APT di Latina{{Senza fonte}} annovera nel 2005, {{formatnum:188000}} arrivi e {{formatnum:3145000}} presenze, di gran lunga il più alto numero del territorio pontino.</ref>.
*Teatro Flaiano<ref>{{Cita web|url=https://www.italia.it/it/lazio/terracina/dove-mangiare/cinema-teatro-traiano|titolo=Cinema Teatro Traiano}}</ref>
 
== Economia ==
La{{Senza cittàfonte|Terracina è un centro [[turismo|turistico]]-storico, meta di Terracinavisitatori èprovenienti soprattutto da [[Roma]] e [[Napoli]].}} È prima nella provincia di Latina per numero di alloggi utilizzabili per vacanza<ref>Stando al censimento ISTAT{{Senza fonte}}, gli alloggi per vacanza sono {{formatnum:6835}} per un totale di {{formatnum:33423}} posti letto. Il 40º rapporto sul turismo dell'APT di Latina{{Senza fonte}} annovera nel 2005, {{formatnum:188000}} arrivi e {{formatnum:3145000}} presenze, di gran lunga il più alto numero del territorio pontino.</ref>.
 
Le attività principali, oltre il turismo, sono la [[pesca (attività)|pesca]], l'[[agricoltura]] ([[ortaggio|ortaggi]] e [[floricoltura]]), l'allevamento delle [[bubalus bubalis|bufale]] per la produzione della [[mozzarella]], e dei [[settore terziario|servizi]].
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=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Stazione di Terracina|Stazione di La Fiora}}
La piccola stazione locale di Terracina non si trova sulla tratta principale Roma-Napoli, ma è il terminale di una [[Ferrovia Velletri-Terracina|linea secondaria]] che parte dalla [[stazione di Priverno-Fossanova]] (posta sulla tratta principale [[Ferrovia Roma-Formia-Napoli|Roma-Formia-Napoli]].) e giunge a Terracina dopo circa 20&nbsp; km. Alla fine degli anni settanta la linea fu elettrificata e il traffico passeggeri era abbastanza sostenuto, ma ina seguito alladella diminuzione dei trenidell'offerta successivamenteferroviaria il traffico passeggeri si ridusse fortemente. Negli anni novanta, ingrazie seguitoalla allecrescente richiestedomanda, il traffico ripresesi maintensificò attualmentedi vinuovo sonoper soloarrestarsi collegamentinel automobilistici2012 a causa di una frana che ne decretò la sospensione al traffico.<ref>[{{cita web|http://www.lestradeferrate.it/mono53.htm Lestradeferrate.it - |La ferrovia Roma - Velletri - Priverno - Terracina<!-- Titolo generato automaticamente -->]}}</ref>
 
A tale data, erano presenti 5 coppie giornaliere tra Roma Termini e Terracina che impiegavano circa 1 ora e 20 minuti.
 
Ad oggi, la stazione ferroviaria più vicina è quella di Monte San Biagio (da luglio 2017 denominata [[Stazione di Monte San Biagio-Terracina Mare|Monte San Biagio-Terracina Mare]]), situata sulla linea FL7 e raggiungibile dal centro città tramite bus COTRAL, a circa 15 km di distanza.
 
È ancora possibile accedere alla [[stazione di Priverno-Fossanova]] utilizzando il servizio di autobus sostitutivo Trenitalia, con alcune corse che prevedono fermate intermedie a Frasso, Ruderi di Sibilla e Capocroce.<ref>{{Cita web|url=https://prm.rfi.it/qo_prm/QO_Partenze_SiPMR.aspx?Id=2636&dalle=00.00&alle=24.00&ora=00.00&guid=c5eacc42-36a0-45b7-8e5e-1f5c45f248c9|titolo=Orario dei treni in partenza dalla stazione di Terracina - RFI|sito=prm.rfi.it|accesso=2025-05-24}}</ref> La stazione di La Fiora è stata definitivamente soppressa nel 2024 e non compare più negli orari Trenitalia.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.rfi.it/it/stazioni/pagine-stazioni/servizi-di-qualita/informazioni-al-pubblico/quadri-orario-on-line.html|titolo=Quadri orario on line|sito=www.rfi.it|accesso=2025-05-24}}</ref>
 
=== Mobilità urbana ===
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== Amministrazione ==
[[File:Terracina-Gonfalone.png|thumb|200px|Gonfalone comunale]]
Nel [[1934]] passa dalla [[provincia di Roma]] alla nuova [[provincia di Latina|provincia di Littoria]], costituita dal governo fascista dell'epoca.
 
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== Bibliografia ==
{{C|L'elenco sembrerebbe eccessivo. Verificare che la voce sia aderente ai modelli applicabili|Lazio|febbraio 2020}}
;Monografie storiche:
* D. M. Contatore, ''De Historia Terracinensi Libri Quinque'', Roma 1706.
* N.M. Nicolaj, De' bonificamenti delle Terre Pontine, Roma 1800.
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* Fabrizio M. Apolloni Ghetti, ''Terracina, cardine del Lazio costiero'', Arti Grafiche Pedanesi, Roma 1982.
 
;Monografie:
* G. Lugli, Forma Italiae, Vol. I, Ager Pomptinus, Pars I, Anxur-Tarracina, Roma 1926 (ristampato in edizione anastatica nel 2006 dalla Sede di Terracina dell'Archeoclub d'Italia).
* G. Lugli, Guida al Museo Civico, Roma 1940.
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* AA. VV., Il Canale Linea Pio VI di Terracina. Storia e natura, Liceo di Terracina, Terracina 2013
 
;Saggi:
* M.I. Pasquali, La Via Appia e il Capitolium di Terracina, in AA. VV., La Via Appia a Terracina. La strada romana e i suoi monumenti, Casamari 1988.
* P.C. Innico, I lavori per l'acquedotto del Frasso e i restauri delle cisterne di S. Francesco, in AA. VV., Antichità e Belle Arti a Terracina. La gestione dei beni culturali fra il 1870 e il 1915 nei documenti dell'Archivio Centrale dello Stato, Formia 1994.
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* R. Malizia, La visita a Terracina di Richard Colt Hoare e [[Carlo Labruzzi]] (1789), in “Annali del Lazio Meridionale”, XIII, 2, dicembre 2013.
 
;Schede del Museo civico "Pio Capponi":
* Venceslao Grossi, Rosario Malizia, Maria Iride Pasquali, ''Centro Storico alto. 1. L'età antica. Percorsi monumentali'' (Comune di Terracina, Museo Civico "Pio Capponi"), Fondi 2005 (II ed.);
* Venceslao Grossi, Rosario Malizia, ''Centro Storico alto. 2. L'età medievale. Percorsi monumentali'' (Comune di Terracina, Museo Civico "Pio Capponi"), Latina 1996.